Ho
deciso, per la prima volta, di chiudere la rassegna di oggi senza scrivere
nemmeno una nota. Leggetela
con attenzione: sono certo che concorderete con me che si commenta da sola. Diffondetela:
anche questa è la realtà del vino, della birra e degli altri alcolici nel
nostro paese. Alessandro
Sbarbada LA STAMPA
La grande bevuta nella
notte senz’alcolPochi controlli e molti escamotage per aggirare la legge
In discoteca alle 2 scatta il divieto di vendita, ma la legge non funzionaROBERTO
PAVANELLOALASSIOSono le due meno cinque della notte, la pista
è affollata, qualcuno sta in giardino a fumare, mentre ai tavoli si fa gran
festa i barman mesciono cocktail al bancone. Il vocalist Walter, che è anche
uno dei due proprietari del locale, il Joy di Alassio, prende il microfono e
per un attimo sembra di essere al supermercato quando dall’altoparlante viene
diffuso: «La gentile clientela è pregata di avvicinarsi alle casse, il
supermercato sta per chiudere». In discoteca l’avviso suona più o meno così:
«Vi ricordiamo che alle due non potremo più servire da bere. Quindi affrettatevi a ordinare le vostre
bottiglie». Già, proprio così, le bottiglie e non la consumazione al bar,
perché questa è una delle tecniche scelte per aggirare (attenzione! non
infrangere) la nuova legge che impedisce ai locali in cui si fa intrattenimento
musicale di servire alcolici dopo le due di notte. E così, anche se le due sono scattate, al Joy, come nella gran parte dei locali
d’Italia, si può tranquillamente continuare a bere. Ai tavoli ci sono trentenni e over, camicia
bianca d’ordinanza e belle ragazze a far da contorno. È gente che può spendere
senza grossi problemi (una bottiglia al Joy costa 120 euro, poi dipende da
quante ne ordini, se sei un cliente abituale e il grado di amicizia con pr e
affini), persone alle quali del limite delle due poco importa: «Non hanno
capito veramente un c... - dice un giovane reggendo in mano il suo drink - basta ordinare le bottiglie prima.
Sapete come lo chiamo io? Effetto risacca».
L’«autista» Insomma, al tavolo sta la bella gente, quella
che dà il tono al locale e, infatti, al Joy ci sono un magistrato, un ufficiale
dell’Arma e anche il sindaco di Alassio. In fin dei conti è venerdì e tutti
hanno diritto di divertirsi. Come Maurizio che festeggia il suo compleanno, 22
anni. Il suo è il tavolo più giovane e, ovviamente, si continua a bere anche
dopo l’embargo: «Trovo però che sia una buona cosa. Stasera stiamo bevendo, è
vero, ma uno di noi si occuperà di guidare per riportarci a casa» e indica un
ragazzo che chiacchiera con una fanciulla reggendo in mano un bicchiere di
liquido ambrato: «Ma sta bevendo!», «Sì,
ma solo uno o due». Beh, allora... Laura siede sotto il gazebo, fuma una
sigaretta circondata dalle amiche: «Che senso ha questa legge? Se uno è ubriaco
alle due meno dieci lo sarà anche alle due e dieci, anche se smette di bere.
Non mi pare proprio che si sia centrato il bersaglio». Le lancette viaggiano,
un cameriere porta a un tavolo una bottiglia di champagne con tanto di
candelotto spara scintille modello Capodanno. «Ma non siamo fuori tempo
massimo?». «Ma no, l’avevano ordinata prima, solo che abbiamo avuto problemi in
cambusa e siamo riusciti a portarla solo ora». Giusto, certo. Intanto al tavolo
bianco riposano nel ghiaccio altre due «vedove» pronte da stappare. Compaiono anche una volante della polizia e
una gazzella dei carabinieri. «Siete venuti a verificare se viene rispettato il
divieto?». «No, semplici controlli, come sempre». Non hanno ricevuto nessun
ordine in merito ma ci sarà qualcuno deputato a fare questo genere di
verifiche, vero? Lo scopriremo solo vivendo, come cantava Battisti.
Al bancone La serata va avanti, al bar non c’è quasi più
nessuno. «Potrei avere una birra?», «No, mi spiace, non possiamo più»: nessuno
vuole rischiare sette giorni di chiusura. «Però
se vai al bar del ristorante te la danno, vedi?». L’indice punta una sala
dove ci sono tavoli apparecchiati e un bancone davanti al quale chiacchierano
alcuni avventori sorseggiando Coca e Rum
appena ordinati. Del resto, siamo al ristorante. Tutto nella norma o quasi, insomma. Nel senso
che chi vuole «riempirsi» può tranquillamente continuare a farlo, basta
organizzarsi. Il quasi riguarda i proprietari dei locali da ballo che lamentano
una disparità di trattamento rispetto a luoghi in cui si vende alcol, con un
calo delle entrate del 50%. «Abbiamo
provato ad anticipare la serata - spiega Paolo, l’altro proprietario del
Joy - ingresso a 10 euro dalle 22,30 con buffet. Sapete in quanti sono venuti? In due. Soprattutto con i più giovani
sembra una battaglia persa in partenza: in discoteca arrivano dopo la
mezzanotte. Perché non spostiamo il limite alle 3? A noi andrebbe bene». Si lamenta anche Fabrizio Fasciolo, presidente
savonese del sindacato dei locali da ballo. «Ecco la prima cosa che è cambiata - dice mostrando uno degli etilometri
che le discoteche devono tenere obbligatoriamente - la settimana scorsa costava
1,20 euro, oggi 2,80».
LA REPUBBLICA
L’uomo,
un giovane di 28 anni, è stato denunciato per omicidio colposo Feriti anche il
padre, il fratellino di 4 anni. La madre ricoverata in coma Ubriaco
travolge famiglia in auto Ucciso
un bambino di dieci mesi NAPOLI - Ancora pochi metri e sarebbero
rientrati, tutti assieme, a casa: invece, un pesante incidente stradale,
finisce in tragedia per una famiglia di Marigliano (Napoli), con la morte di un
bimbo di dieci mesi, il ferimento del fratellino di 4 anni, del padre alla
guida, e della madre, in coma. L’incidente coinvolge tre auto: i feriti sono
sei. A provocarlo è un giovane di 28 anni, denunciato per omicidio colposo e
guida in stato di ebbrezza e a cui è stata ritirata la partente. Il
giovane rientrava da una serata trascorsa con alcuni amici: una pizza e forse un
paio di birre. Tanto che ai rilievi della polizia presenta un tasso alcolico
nel sangue di 1,17. Sabato sera, sono le 23.45 circa, via Somma civico 44: un
ispettore di polizia penitenziaria, alla guida di una Volkswagen sta facendo
manovra, per rientrare con la famiglia a casa. E’ qui che avviene l’impatto:
sulla fiancata destra dell’auto si schianta una Opel Astra, guidata da
ventottenne di Nola, diretto a Marigliano. L’auto della famiglia Cucciniello si
gira su se stessa, sbatte contro un palo pubblicitario, poi contro un lampione
dell’ illuminazione pubblica. Per liberare la famiglia, incastrata nel mezzo
accartocciato, i vigili del fuoco tagliano in pezzi la carrozzeria. L’auto del ventottenne però si scontra anche
con una vettura che proviene dal senso opposto: una Lancia Y, guidata da
caporale dell’esercito di 29 anni, di Frattamaggiore, che se la cava con una
contusione di poco conto; al suo fianco c’è la ragazza, che riporta una
contusione all’occhio guaribile in tre giorni. Drammatico il bilancio per la famiglia
dell’ispettore: la salma del piccolo Francesco è nel reparto di Medicina legale
del Secondo Policlinico di Napoli, per l’esame esterno. A rischio Rosa
Bonavolontà, la madre dei due bambini, 35 anni, in coma di terzo grado,
all’ospedale di Benevento.Il bimbo di 4 anni è ricoverato all’ospedale santo
Bono di Napoli e non è in pericolo di vita. Il padre Angelo, 37 anni, è
ricoverato all’ospedale di Nola con traumi in varie parti del corpo. Anche il
giovane alla guida della Opel viene ricoverato, a Pollena Trocchia: traumi al
viso e alla testa e un ginocchio guaribile in trenta giorni.
IL TIRRENO
Ubriaco
sul Suv uccide una donna Per
sfuggire ai carabinieri travolge un’auto con tre anziane a bordo L’uomo
aveva un tasso alcolemico di 2,8: sei volte più del massimo FIRENZE. Ubriaco fradicio, un tasso alcolemico
pari a 2,80 milligrammi di alcol per litro di sangue, alla guida di un Suv che
ha 163 cv. Potente, veloce. E con questa macchina, e in queste condizioni, ha
cercato di sfuggire ai carabinieri finendo la sua corsa contro una Ka con tre
anziane signore sopra. Una è morta,
straziata dalle lamiere, le altre due sono gravissime in ospedale. Lui, un
agente immobiliare di 33 anni, è in cella di sicurezza accusato di omicidio
colposo aggravato. Rodolfo
Bonavolta, residente a Carpi (Modena) si era recato a trovare i genitori a
Tavarnelle Val di Pesa, sulle colline di Firenze. Nel
pomeriggio si è messo alla guida del suo Suv, una Jeep Cherokee ltd.
All’altezza della rotonda di Firenze Certosa, uno degli ingressi autostradali
di Firenze, le sue condizioni - era
completamente ubriaco - l’hanno portato a ’sfiorare’ un motociclista che ha
rischiato di finire sotto il Suv. Alla
scena ha assistito un maresciallo dei carabinieri fuori servizio che ha deciso
di fermare la macchina. Bonavolta ha consegnato i documenti al maresciallo poi,
mentre il militare telefonava in centrale operativa per l’identificazione, è
risalito sul Suv ed è scappato via, imboccando l’Autopalio. Il maresciallo ha
dato l’allarme: subito si sono messe all’ inseguimento due’gazzelle’ dei
carabinieri di Scandicci mentre si levava in volo l’ Ab4132 dell’ Arma che
seguiva il suv dal cielo. Bonavolta si è sentito braccato ed ha tentato
di salire per San Casciano, uscendo dall’Autopalio e imboccando la Cassia. Il
suv è stato intercettato dai carabinieri di San Casciano e Scandicci e così
Bonavolta ha ulteriormente accelerato: a velocità elevatissima ha imboccato la
curva e ha finito la sua corsa contro una Ford Ka, schiacciandola contro il
guardrail. Un urto violentissimo: quando arrivano i primi soccorsi Zelinda
Nencioni, 74 anni, sta morendo, il corpo straziato dalle lamiere. Sua sorella
Fiorenza, 70 anni, che era alla guida della Ka, e un’amica, Franca Casini, 82
anni, restano ferite gravemente e vengono estratte dalla carcassa della Ka dai
vigili del fuoco di Firenze. Non sarebbero in pericolo di vita. Bonavolta resta
sul Suv, i carabinieri lo prendono e lo fanno salire sulla gazzella poi cercano
di soccorrere Zelinda, ma è tutto inutile. Portato
in cella di sicurezza a San Casciano, Bonavolta - ancora visibilmente ubriaco - non parla: per lui l’ accusa di
omicidio colposo aggravato.
LA NAZIONE
AVEVA
BEVUTO: FALCIA E UCCIDE UN PENSIONATO. Protagonista
un rumeno ( poi arrestato ) in pieno giorno a Montefalco in Umbria Di
Giovanni Camirri -MONTEFALCO ( Umbria )- UBRIACO al volante, falcia e uccide un
anziano: arrestato per omicidio colposo un rumeno. E’ accaduto nel cuore della
verde Umbria, venerdì scorso, erano da poco passate le 10. La vittima è Alvio
Goretti, pensionato di 72 anni, morto all’ospedale di Spoleto nel pomeriggio
dello stesso giorno, per le gravissime lesioni riportate nell’investimento. Le
sue condizioni erano apparse subito gravissime, fino a diventare irreversibili.
Fino all’epilogo mortale. Il povero pensionato è stato travolto a pochi metri
dalla sua casa, mentre faceva qualche lavoretto nei pressi della strada. L’auto
<> l’ha centrato e scaraventato nel fosso adiacente.
Poi, per i carabinieri della compagnia di Foligno, guidati dal tenete Andrea
Mattei, l’intera giornata è stata segnata da un crescendo investigativo,
culminato a notte fonda con l’arresto dello straniero, poi trasferito al
carcere a Spoleto. In cella, a disposizione dell’autorità giudiziaria, è finito
un rumeno di 30 ann, operaio nel settore agroalimentare, titolare di patente
italiana e residente da anni a Montefalco. L’uomo, intorno alle dieci, si è messo al volante in preda ai fumi
dell’alcol nella zona di pulzella, frazione della campagna montefalchese.
L’auto condotta dal rumeno ( residente nella stessa zona dell’anziano ), una
Opel station wagon, nello sbandare ha travolto Goretti. Il poveretto, centrato
in pieno dalla vettura, è rimasto in terra, in gravissime condizioni.
Ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale spoletino <>, è spirato nel pomeriggio. Gli accertamenti avviati dai
militari, hanno permesso di appurare che il rumeno aveva in corpo un tasso alcolico superiore di due volte il limite
consentito dalla legge. Reazioni cariche di rabbia e cordoglio da parte di
chi conosceva Goretti. Sgomento anche a livello istituzionale.
IL TRENTINO
Incidente
con il bus, ubriaco l’autista Rovereto,
positivo all’etilometro dopo aver investito un assessore ROVERETO. E’ stato denunciato per guida in
stato di ebbrezza l’autista della corriera di Trentino Trasporti che l’altro
giorno a Foppiano si è scontrata con la Ford Fiesta dell’assessore di Vallarsa
Ornella Martini. L’esponente politico era rimasta seriamente ferita e guarirà
in un paio di mesi; l’autista di Trentino Trasporti, da anni assegnato proprio
ai pullman di linea in Vallarsa è ora nei guai, anche se dal punto di vista
della società non ci sono automatismi: ogni violazione della normativa che
regola i servizi degli autoferrotramvieri deve essere valutata sulla base di un
regio decreto del 1931. Il rischio è la sospensione.
IL GAZZETTINO (Pordenone)
MANIAGO
Compleanno "esplosivo": ragazza cerca di sfuggire ai carabinieri con
calci e morsi Botte e
alcol alla festa per i 18 anni Maniago Ha deciso di festeggiare il diciottesimo
compleanno uscendo, e non poco, dalle righe la ragazza che nella notte tra
venerdì e ieri ha svegliato parecchi residenti in centro, a Maniago, e dato da
torcere per quasi un’ora a carabinieri e operatori del 118. Il parapiglia è
cominciato intorno alle 4 di mattina davanti a un club, in via Umberto I,
quando due ragazze e un ragazzo hanno cominciato a litigare e a urlare tanto da
destare dal sonno parecchie persone che hanno avvisato il 112. In pochi minuti
sul posto è arrivata un’auto dei carabinieri di Montereale Valcellina che ha
chiesto alla ragazza udinese, visibilmente
ubriaca e alterata, di esibire i documenti. Per tutta risposta sono volati
i primi calci e schiaffi e la ragazzina è riuscita a scappare e a dirigersi
verso piazza Italia dove ha deciso di rifugiarsi dentro una cabina telefonica.
E qui per una lunga ora è successo praticamente di tutto. Con la forza di una
furia, la giovane ha cercato di tenere chiusa la cabina, poi, una volta fuori, ha cominciato a prendere a calci e pugni
chiunque le si avvicinasse, insultando e minacciando carabinieri e operatori
del 118 che nel frattempo erano stati avvisati e scappando ogniqualvolta che
qualcuno le si avvicinava. In aiuto dei colleghi di Montereale sono giunti
anche i carabinieri di Maniago e quelli del Radiomobile, dato che bisognava
riuscire a bloccare la "furia" senza farle del male. Un’infermiera del 118 che tentava di
calmare la ragazzina si è presa addirittura un calcio in bocca, mentre un
carabiniere è stato graffiato al volto e un altro morso e preso a calci nelle
parti intime. Una scena da film, insomma, con la gente svegliata dal gran
frastuono che si affacciava dalle finestre per capire cosa stava accadendo in
piazza. Dopo innumerevoli tentativi la giovane è stata sedata, bloccata e
portata in caserma. Per lei è scattata una sequela di denunce per lesioni,
violenza, ingiurie, oltraggio e minacce. I carabinieri e gli operatori del 118
si sono fatti medicare al Pronto soccorso. Susanna
Salvador
IL GAZZETTINO (Padova)
Si è
trasformato in una vera e ... Si è
trasformato in una vera e propria guerriglia urbana il banale soccorso di una
ragazza che stava male a causa dell’alcool bevuto. Il tutto è accaduto
verso le 3,30 di stanotte in piazza Verdi, nella zona universitaria di Bologna,
e si è concluso un paio di ore più tardi con 5 arresti, tra cui due padovane.
L’attenzione di una volante, impegnata in un normale servizio di controllo del
territorio, è stata attirata da un giovane che con due amiche stava soccorrendo
una ragazza romena stesa per terra e priva di sensi. Mentre agenti e
soccorritori del 118 aiutavano la giovane, si sono avvicinati alcuni giovani
che senza alcuna ragione hanno invitato i soccorritori a lasciar stare la
ragazza perché a loro dire non aveva bisogno di aiuto. Gli agenti hanno provato
a farli ragionare, invitandoli ad allontanarsi, e invece è scoppiato il
parapiglia. Un individuo non identificato ha provato a far scendere la giovane
priva di sensi dalla barella e all’intervento di un poliziotto ha risposto
insultandolo e tentato di levargli la pistola dal cinturone. Un bergamasco di
33 anni, Cristian Facchinetti, ha invece
colpito con un pugno un altro agente e lo ha spintonato facendolo cadere per
terra dove è stato colpito con calci e pugni da altri presenti. Facchinetti
ha poi afferrato una bottiglia con la quale ha minacciato gli altri poliziotti
finché non è stato convinto da alcuni suoi amici a scappare. È stato però
bloccato poco dopo in via Sant’Apollonia. Con lui c’era anche Federico Razzoli,
milanese di 28 anni bloccato dopo una colluttazione con gli agenti che li
inseguivano. Nella colluttazione avvenuta in piazza Verdi per favorire la loro
fuga, qualcuno ha rubato le manette e una ricetrasmittente ad un agente. Poco
dopo in via San Vitale sono stati arrestati altri 3 partecipanti alla rissa. Si
tratta di Maddalena Calore, padovana di 20 anni, Emanuela Bonato, padovana di
28 anni e Andrea Tessarin, milanese di 25 anni, tutti già noti alle forze
dell’ordine. La Calore ha anche danneggiato la portiera della volante. Per
tutti, ora rinchiusi nel carcere bolognese della Dozza, le accuse ipotizzate
dal pm Valter Giovannini, sono: resistenza aggravata, lesioni finalizzate alla
resistenza, rapina in concorso anche con ignoti per le manette e la
ricetrasmittente, tentata rapina in concorso per la pistola. Oggi il magistrato
chiederà al gip la convalida degli arresti e la custodia cautelare in carcere.
L’ADIGE
Gli
studenti: giusta la protesta di piazza «Troppo
alcol in strada? Gli alpini bevono di più» di PAOLO
BARI Motivi giusti, metodi sbagliati. Dopo la
manifestazione di venerdì, alcuni rappresentanti degli studenti intervengono
per chiarire la loro posizione in merito sia alle ragioni dello sciopero
indetto contro il ministro Fioroni sia agli episodi negativi avvenuti durante
il corteo. Ricordiamo che l’abuso di
alcol e i danneggiamenti contro il Sacro Cuore hanno prevalso sulla protesta
contro il ripristino degli esami di riparazione. «Venerdì - afferma
Alessandro Nicoletti , allievo del liceo Bonporti e responsabile della
commissione arte e creatività della Consulta degli studenti - è emersa una
forte volontà di cambiamento, sebbene non sempre i mezzi abbiano corrisposto ai
desideri dei partecipanti. Il motivo
dello sciopero è passato in secondo piano rispetto a certi episodi del tutto
negativi». Nicoletti si è recato in piazza Duomo e vi è rimasto per un paio
d’ore; poi ha preferito ritornare in classe a causa della piega che gli eventi
stavano assumendo. «Lo sciopero contro il ritorno agli esami di riparazione -
prosegue Nicoletti - è più che legittimo. L’elevato numero di adesioni dimostra
che il problema è fortemente sentito. Ma le aspettative sono state tradite: la manifestazione per le strade di Trento
si è rivelata poco utile e anzi controproducente a causa dei danneggiamenti e
dell’abuso di alcol. Nell’opinione pubblica è purtroppo rimasta l’immagine
dello studente che beve e prende a pedate un autobus». Pur condannando i
suoi coetanei per questi episodi, Nicoletti invita tuttavia a non eccedere nei
giudizi negativi. «Le critiche sono
condivisibili - dichiara lo studente
- ma non dobbiamo dimenticarci che durante una qualunque adunata degli alpini scorre
molto più alcol che tra i ragazzi in piazza venerdì. Non mi sembra che
l’opinione pubblica sia altrettanto severa con gli alpini». Alan Ravanelli
, oggi iscritto all’università e a lungo componente di spicco della Rete degli
studenti, si dimostra sorpreso per quanto accaduto. «Ritengo prematuro
formulare un giudizio - afferma - perché stiamo ancora cercando di capire il
senso degli eventi di venerdì». Ravanelli evidenzia la mancanza di una
organizzazione alla base dello sciopero di venerdì: «A Trento non sono presenti
le associazioni che hanno indetto la protesta a livello nazionale e noi della
Rete non abbiamo promosso la manifestazione». Alan ha partecipato al corteo
soltanto come osservatore. Di fronte ad analoghi episodi di abuso di alcol, lo
scorso anno la Rete aveva deciso di approfondire il problema. «La questione è
reale - spiega Ravanelli - e non si risolve certo con le iniziative
istituzionali. Ne abbiamo discusso sia al nostro interno sia con dibattiti
aperti al contributo di esperti esterni, come per esempio un incontro pubblico
con la partecipazione dell’allora assessore Salvaterra e del sociologo Buzzi».
Sui motivi dello sciopero Ravanelli è esplicito: «Fioroni dichiara di voler
restituire serietà alla scuola italiana. In realtà è solo contraddittorio
perché da una parte decide di ripristinare gli esami di settembre e dall’altra
invita gli insegnanti a bocciare di meno per risparmiare soldi. Il sistema dei
debiti da recuperare andava benissimo. Nella mia scuola, il Rosmini, funzionava
alla perfezione. Adesso si ritornerà alle lezioni private estive con il
conseguente costo per le famiglie».
IL TRENTINO
I
supermercati «saccheggiati» dagli studenti La
testimonianza: «Prima della protesta hanno fatto incetta di superalcolici» Parla
Tovazzi: «Ci siamo ritrovati con gli scaffali vuoti già al mattino» ANDREA
SELVA TRENTO. Per chi lavora nei supermercati del
centro quanto accaduto l’altro giorno in piazza Duomo - giovani ubriachi alle
nove del mattino, durante la protesta studentesca - non è certo una sorpresa: «Ci siamo ritrovati con gli scaffali vuoti
poco dopo l’apertura» confermano al Tovazzi di via Torre Vanga. «E succede ogni giorno - aggiungono
- non solo quando a scuola c’è sciopero: vodka, birra, vino. Bevono soprattutto
le ragazze ed è un fenomeno in costante aumento». Il
titolare del supermercato allarga le braccia: «Ieri c’è stata l’invasione,
abbiamo trovato tutti gli scaffali sottosopra e abbiamo dovuto riempire gli
spazi vuoti dei superalcolici: vodka al limone, vodka alla fragola, crema di
whisky, una bottiglia di Jaegermeister, varie bottiglie di vino e parecchi
cartoni di lattine di birra». Li hanno comprati tutti gli studenti che poi sono
andati in piazza Duomo a protestare e infine per le strade a provocare piccoli
danneggiamenti e blocchi al traffico. A bere di più sono le ragazze che certo
non badano all’abbinamento di ciò che ingurgitano: «Capita che comprino un
litro di grappa e un sacchettino di patatine. A volte non sappiamo più come
dobbiamo comportarci». Dall’altra parte della strada - sala giochi
American - la signora Angela conferma: «Anche l’altro giorno ho litigato perché
non volevo servire da bere a un gruppo di ragazzine. Ma capita anche che alle
otto di mattina si presenti un ragazzino e metta la carta d’identità sul banco
(16 anni) chiedendo una birra. Che devo fare? Gliela servo. Ma molti arrivano
con le bottiglie nello zaino e bevono fuori dal locale per risparmiare. Non
dico che siano giovani alcolizzati, ma penso che non siamo molto distanti». Nel
supermercato di piazza Lodron (Supermercati trentini) stessa storia, idem al
Poli di via delle Orfane: giovani che fanno il pieno di alcolici di buon
mattino e si ubriacano invece di andare a scuola. Le commesse vedono passare le bottiglie di superalcolici alla cassa e
non possono fare niente: «Non abbiamo nessuna disposizione» spiegano. Ed è vero: di quella proposta di legge
per vietare l’acquisto di alcolici ai minorenni (al bar ma anche ai
supermercati) è rimasta solo l’intenzione. Gli
studenti che l’altro giorno hanno partecipato alla protesta in piazza Duomo
l’hanno spiegata così: «Beviamo per
farci coraggio, altrimenti non avremmo il fegato di prendere posizione in
pubblico». Il sociologo Charlie Barnao (di cui pubblichiamo una breve
intervista qui a fianco) sul tema ha realizzato una ricerca universitaria e la
pensa diversamente: «Si tratta di un rito adolescenziale di iniziazione».
IL TRENTINO
IL
SOCIOLOGO BARNAO «Riti
d’iniziazione, si beve soltanto per arrivare allo sballo» TRENTO.
Charlie Barnao, sociologo, ha studiato di recente il fenomeno dell’alcolismo
giovanile. E’ sorpreso di quanto accaduto l’altro giorno
in piazza Duomo? No, il
bere dei giovanissimi è un fenomeno recente ma già molto diffuso. All’estero lo
chiamano Binge Drinking, cioè bere con l’unico fine di ubriacarsi. Si tratta di
un atteggiamento tipicamente nord europeo e americano secondo cui ciò che
importa è lo sballo e bisogna raggiungerlo il più presto possibile. Il piacere
di bere non c’entra. Anche da noi è così? Lo sta diventando, grazie anche a un
contesto culturale che è molto accomodante con il bere. Ma la “balla” di
questi giovani è molto diversa da quella tradizionale dei loro genitori. Ci può fare alcuni esempi? Abbiamo
intervistato ragazze che vanno a scuola con la borraccia dell’acqua riempita di
grappa. Per risparmiare fanno la spesa di alcolici al supermercato, mettono le
bottiglie nello zaino e poi bevono all’esterno dei locali o delle discoteche. Perché lo fanno? Si
tratta di riti di passaggio, molto frequenti tra le ragazzine. Dalle nostre
interviste risulta che ci sono giovani che programmano la prima balla con
grande cura: scelgono le amiche giuste, il posto giusto. Ritengono questo
appuntamento ancora più importante del primo rapporto sessuale. Ai rischi per
la salute non pensano: si tratta di adolescenti che non hanno coscienza delle
conseguenze dei loro gesti.
IL GAZZETTINO (Belluno)
AL PARCO
CITTA’ DI BOLOGNA Dopo la
manifestazione studentesca una distesa di bottiglie vuote abbandonate Decine e decine di bottiglie vuote. E’ quanto
hanno trovato ieri mattina gli operatori ecologici del Comune di Belluno nella
loro quotidiana operazione di pulizia del Parco Città di Bologna. Bottiglie di
birra, vino, ma soprattutto superalcolici, portati nello spazio verde accanto a
Piazza Piloni in occasione della manifestazione studentesca contro la riforma
del ministro Fioroni. I "morti" lasciati in bella vista sotto le
panchine, nel prato e negli spazi di ritrovo dell’area pubblica davano il senso
della quantità di alcol consumato nella giornata di giovedì scorso dai molti
ragazzi delle scuole superiori che hanno approfittato della mattinata di
protesta per scolarsi litri e litri di sostanze che in teoria dovrebbero essere
proibite ai minori di diciotto anni. Gli operatori hanno riempito quattro
sacchi grandi con bottiglie di vetro e lattine. «Impressionante - commentavano ieri mattina gli stessi netturbini - non
solo per la quantità, ma anche per la natura delle bottiglie raccolte. Oltre
alle birre consumate in abbondanza c’erano molte bottiglie di superalcolici,
whisky, amaro e via dicendo. Ne abbiamo raccolti almeno quattro sacchi». I
ragazzi hanno evidentemente preso d’ assalto i supermercati della città prima
di radunarsi nel parco e sfilare in corteo in piazza. I risultati si sono
visti. Una ragazzina si è sbronzata fino
a perdere conoscenza proprio nel parco e molti giovanissimi giravano per la
città urlando slogan volgari che poco avevano a che fare con una manifestazione
organizzata per protestare contro le nove norme ministeriali che ripristinano
gli esami di riparazione. «Possibile che possano approvvigionarsi così
facilmente di sostanze che in teoria non potrebbero essere vendute a dei
minorenni? - si chiedevano ieri gli operatori - possibile che nessun vigilasse
su tutto questo?». M.D.
IL TRENTINO
UBRIACHI
AL VOLANTE I gatti
con sette vite e le patenti immortali I gatti
hanno sette vite. La patente di un uomo di Pinè ne ha ancora di più, visto che
dopo sette ritiri per guida in stato di ebbrezza nessuno ha ancora pensato di
fare coriandoli del documento di guida. O almeno di rispedire questo
«recordman» di nuovo a scuola. Pagherà una multa (mille euro) e si dovrà
presentare dai medici: toccherà a loro stabilire se potrà o meno guidare ancora.
Scommettiamo che il pinetano lo rivedremo al volante?
IL TIRRENO
Ubriaco
e contromano percorre 24 chilometri in autostrada MONTECATINI. Neanche quando è stato fermato
dalla polizia stradale si è reso conto di aver percorso 24 chilometri
contromano in autostrada. Anzi, agli
agenti che gli facevano notare la grave irregolarità commessa, ma soprattutto
lo scampato pericolo per non aver provocato incidenti, l’automobilista ha
saputo rispondere soltanto: «Come contromano? Sono uscito da un locale e stavo
andando a bere». È una
storia sospesa tra l’incoscienza e il miracoloso quella di cui è stato
protagonista P.D., 31 anni, laureato in legge, residente a Pistoia che ieri
mattina alle 4 è stato fermato sull’A11 da una pattuglia della polstrada di
Montecatini un chilometro dopo l’uscita pistoiese in direzione Firenze. Era
entrato alla guida della sua Opel Corsa al casello di Altopascio. Superata la
barriera anziché imboccare la corsia di destra e immettersi nella giusta
direzione di marcia, il trentunenne ha sbagliato svincolo ritrovandosi nella
carreggiata opposta e parallela a quella che voleva percorrere. A
complicare la vista e il senso dell’orientamento dell’automobilista ha
contributo in maniera pesante l’alcol messo in corpo dopo aver passato la
serata in un locale di Calcinaia. Sottoposto al test dell’etilometro, P.D. è risultato
positivo con un tasso di 1,5 grammi di alcol per litro. Il
giovane è stato così denunciato per guida sia in stato di ebbrezza sia
contromano, gli sono stati tolti dieci punti sulla patente che gli è stata
ritirata, disposto il fermo amministrativo dell’auto per 3 mesi. A seconda
delle decisioni del prefetto rischia da 6 a 24 mesi di ritiro della patente e
una sanzione amministrativa oscillante da 1754 a 7mila 18 euro. La
segnalazione è arrivata da un’automobilista che ha visto la Opel Corsa di P.D.
avanzare contro la sua macchina. L’ha schivata per un soffio dopo aver alzato
più volte gli abbaglianti. Poi si è attaccato al cellulare per informare la
polizia stradale dell’auto impazzita che rischiava di combinare guai seri. Una
pattuglia ha bloccato il traffico verso il mare all’altezza di Prato impedendo
in questo modo di far arrivare a tiro eventuali bersagli dell’Opel che
procedeva con la sua andatura regolare in direzione Firenze. Un’altra pattuglia
è andata incontro all’automobilista intercettandolo dopo il casello di Pistoia.
Qui lo hanno fermato prima che potesse fare danni per sé e per gli altri.
IL SECOLO XIX
Trentenne
rapallese cade da 80 metri ZOAGLI. Il fatto che sia riuscito a
sopravvivere a un simile volo ha davvero del miracoloso, anche se le sue
condizioni restano molto gravi (è ricoverato in Rianimazione all’ospedale
Galliera di Genova). F. S., trentenne rapallese, è il giovane che nella serata
tra venerdì e sabato, è precipitato per un’ottantina di metri dall’Aurelia alla
scogliera sottostante, nel punto in cui la strada corre per un breve tratto fra
le due gallerie nei pressi del castello Sem Benelli. Sull’episodio indagano i
carabinieri della compagnia di Chiavari, che stanno cercando di stabilire la
dinamica: tentativo di suicidio (come farebbero ritenere una serie di elementi
oggettivi, in primo luogo la testimonianza di due persone che avrebbero visto
il trentenne nel momento in cui è volato di sotto) o disgrazia, come lo stesso
F. S., recuperato nel mare di Zoagli, avrebbe sussurrato ai primi soccorritori
(«Ero ubriaco, mi sono seduto oltre il
bordo della strada e ho perso l’equilibrio»). L’allarme scatta poco dopo le undici
dell’altra sera. La macchina dei soccorsi si mette in moto senza perdere un
istante, con un coordinamento che si rivelerà poi perfetto per recuperare il
giovane ancora in vita: l’unità Cp 883 della Capitaneria di porto di Santa
Margherita carica a bordo i sommozzatori dei vigili del fuoco al porto di
Rapallo e dirige sul punto dell’intervento, mentre dall’Aurelia una squadra di
specialisti Saf degli stessi vigili del fuoco si cala lungo la parete. Intanto
il 118, intervenuto con l’automedica, dispone l’impiego di un’ambulanza per
caricare il ferito sia a Zoagli, sia a Rapallo. Alla fine F. S. viene trovato
in condizioni di semincoscienza in mare, nei pressi della scogliera: la
motovedetta lo trasporta a Rapallo. Di qui la corsa al Galliera. Dove ieri sera
lottava ancora tra la vita e la morte. M. R.
ANSA
Gb: e’
allarme alcolismo nel Paese Sempre
piu’ causa di incidenti e ricoveri (ANSA) - ROMA, 14 OTT - E’ allarme alcolismo
in Inghilterra. Lo confermano nuovi dati elaborati dall’Nhs, il sistema
sanitario nazionale inglese. I dati sono
stati resi noti a due anni dall’eliminazione di limiti di orario per il consumo
di alcol in luoghi pubblici. Secondo le cifre dell’Nhs, pubblicate dal
settimanale The Observer, negli ultimi 5 anni sono aumentati i ricoveri collegati
all’abuso di alcol in tutto il Paese: aggressioni, incidenti stradali,
intossicazione e cirrosi epatica.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
La legge
regionale sui pubblici esercizi sta suscitando dubbi e incertezze per i locali
notturni e di somministrazione Alcol di
notte, spunta il valzer degli orari Lo stop
all’una in Veneto operativo solo da aprile. Intanto vige la disciplina
nazionale che è lacunosa Si fa un bel dire che per combattere le stragi
del sabato sera e la precocissima abitudine al bere delle giovani generazioni,
servirebbero leggi più restrittive sulla vendita delle bevande alcoliche. Da una parte la burocrazia, dall’altra la
miopia dei legislatori, invece di migliorare la situazione, sembrano volerla
complicare. La recentissima legge regionale che riforma la
disciplina degli esercizi pubblici, alla voce somministrazione di bevande che
danno ebbrezza, stoppa la vendita all’una di notte e fino alle sei della
mattina successiva. Tutto ciò in teoria, perché dovrebbero intervenire alcune
variabili per rendere operativa la disposizione. Cavilli, si dirà, ma
sufficienti per limitare e procrastinare la portata del dispositivo, oltre che,
di fatto, mandare tutto all’aria, visto che, nel frattempo, vale la norma
statale giurisprudenzialmente superiore. Andiamo con ordine: la legge regionale vuole che la vendita di alcolici si fermi all’una di
notte. Il provvedimento però deve sottostare a due obblighi: prima, devono
essere emessi provvedimenti identici nei territori regionali, provinciali e
comunali confinanti con il Veneto; secondo, l’entrata in vigore è prevista non
subito ma solo a sei mesi dalla data di pubblicazione sul Bollettino regionale
della legge veneta, cioè non prima dell’aprile 2008. Ed ecco l’inghippo: il 3 ottobre scorso è
stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la legge 160 che riforma il codice
della strada. All’articolo 6 recita che "tutti i titolari e gestori di
locali dove si svolgono spettacoli e altre forme di intrattenimento devono
interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 e assicurarsi
che fuori dal locale sia possibile effettuare in maniera volontaria, da parte
dei clienti, una rilevazione del tasso alcolemico. Inoltre devono essere
esposte all’entrata all’interno e all’uscita dei locali apposite tabelle che
riproducano la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di
concentrazione alcolemica nell’aria alveolare espirata (quella che si soffia
nel rilevatore, ndr), le quantità espresse in centimetri cubici delle bevande
alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso alcolemico per la
guida in stato di ebbrezza (0,5 grammi per litro)". Intento più che meritorio ma che colpisce solo chi va in disco. E gli
altri? «Pare di capire che - ha spiegato Roberto
Menin, funzionario della Fiepet, la federazione dei titolari e gestori di
pubblici esercizi aderente alla Confesercenti - che la vendita di alcol si
ferma alle 2 di notte, come del resto è accaduto finora. Ma è proprio qui che
arriva la sorpresa. La legge nazionale, che sarà applicabile in via esclusiva
fino all’entrata in vigore della legge regionale del Veneto, fatti salvi i
provvedimenti similari da approvare nei territori lombardo, emiliano, trentino
e friulano, limita il divieto solo ai locali finora equiparati all’ex categoria
"C" della legge 287, cosiddetta "legge Bersani". Vale a
dire che è riferita solo ai locali dove
si fa intrattenimento e spettacolo, cioè le discoteche che abbiano annesse le
strutture per la somministrazione». Quindi, resterebbero bellamente fuori
birrerie, osterie, caffé, wine bar e quant’altro, nei quali, occorre precisare,
la vendita di bevande alcoliche si protrarrà, sempre per effetto della Bersani,
fino all’ora di chiusura. Così se una birreria avrà il proprio orario di
chiusura, mettiamo, alle 4 del mattino, fino a quell’ora continuerà a vendere
alcol senza restrizioni. Insomma, in
discoteca si smette di bere alcolici alle 2, mentre dalle altre parti, l’happy
hour va avanti fino a che il bar non chiude. Franco
Pavan
AGENFAX.IT
BAROSINI
SUL DIVIETO DEGLI ALCOLICI DOPO LE DUE DI NOTTE: VALGA PER TUTTI I LOCALI "Bene
il divieto di vendere alcol dopo le due di notte, ma deve valere per tutti.
E’ l’opinione di Giovanni Barosini - segretario provinciale UDC di Alessandria
- che sul problema alcol ha già da tempo iniziato una vera e propria battaglia.
"Registriamo con soddisfazione - ha
detto - l’entrata in vigore della legge che prevede il divieto di somministrare
bevande alcoliche dalle due di notte in avanti, una norma indispensabile di
prevenzione per frenare il flagello di incidenti stradali causati da ubriachi,
in particolare per quanto riguarda le stragi del sabato sera. E’
necessario pero’ chiarire che tale decreto deve valere per tutti coloro che
somministrano bevande alcoliche e non soltanto per discoteche e locali di
intrattenimento. ’Nel
frattempo è necessario far rispettare la norma ovunque sul territorio, anche
laddove gli interessi economici di alcuni gestori irresponsabili rischiano di
trovare coperture o inammissibili distrazioni". http://wwwagenfax.it/index.php/content/view/12515/1/
IL QUOTIDIANO
Un
barbone travolto e ucciso da un treno a Porto d’Ascoli San Benedetto Del Tronto - Era un ungherese di
42 anni molto noto in città. Già in
estate, sotto l’effetto dell’alcol, aveva creato problemi salendo sul tetto di
un ex ristorante del centro. Tragedia sulla linea ferroviaria Bari- Milano.
Venerdì notte intorno alle l’ungherese di 42 anni, Otto Bugyi, già noto alle
cronache cittadine probabilmente stava camminando a piedi lungi i binari. Probabilmente aveva bevuto più del solito.
Il treno merci proveniente da Bari lo ha preso in pieno.riducendo il corpo
dell’uomo a brandelli. Il macchinista lo ha visto solo all’ultimo
momento e ha cercato di bloccare il treno che ha arrestato la sua corsa a
cinquecento metri dall’incidente. Sul posto sono subito intervenuti alcune
ambulanze e gli uomini della Polfer mentre la salma faticosamente composta è stata
portata alla sala mortuaria dell’ospedale cittadino a disposizione del
magistrato di turno, Carmine Pirozzoli. Otto Bugyi, 42 anni, ungherese, da tempo si
trovava in Riviera insieme ad altri barboni trovando riparo alla foce
dell’Albula. L’estate scorsa si era reso protagonista di mattinata assai
movimentata. Ubriaco di prima mattina, era salito sul terrazzo di un ex
ristorante dietro la sala giochi della rotonda. Era giorno di mercato e sono
arrivati i vigili che lo hanno convinto a scendere, ma proprio mentre stava
tentando di venir giù è scivolato. Alla notizia della tragedia, il gruppo di
barboni con cui l’ungherese condivideva le sue giornate, è sparito.
IL GIORNO (Milano)
Manichini impiccati
contro i divieti I titolari dei locali: il decreto sulla vendita di alcol ci
strozza
L’UNIONE SARDA
Ragazzina in coma per
un cocktail di superalcolici
IL GAZZETTINO (Treviso)
Minorenni ubriachi alla guida Uomo soccorso in mezzo alla strada, è giallo
IL GAZZETTINO
Troppo degrado, weekend senza alcol in centro
a Padova
CORRIERE DELLA SERA
Marocchino ubriaco
aggredisce la vicina «Voglio una donna». Botte al portinaio
Risse e incidenti.
«Inutili i divieti anti-alcol nei locali»
«Aggirati i divieti
anti-alcol, giovani già ubriachi nei locali»
In fila con la carta
d’identità. «Ora in disco tolleranza zero sull’età»
CORRIERE ALTO ADIGE
Schianto con il bus
Ferita l’assessora L’autista era ubriaco
Alcol dopo le due,
primo pub nei guai
«Grapperie aperte» Il
meglio del Trentino
CORRIERE DEL VENETO
Lunedì, 15 Ottobre 2007
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