Nota: al seguente link http://www.comunedimontalcino.it/vinoesalute/2007.htm potete trovare il programma del Convegno
“Vino e salute”, che si terrà a Montalcino il 19-20 ottobre. Ci sono un sacco
di ospiti, molti giornalisti, ma, guarda un po’, nessun esperto di problemi
alcol correlati. Per una curiosa coincidenza, negli stessi giorni si
svolgerà il Congresso nazionale dei Club degli alcolisti in trattamento di
Montichiari (Bs) http://www.aicat.net/congressi.htm
Scegliete voi dove andare, e a chi credere… Ah, dimenticavo: per completare l’offerta, in alternativa,
c’è anche l’Ombralonga a Treviso.
COMUNICATO STAMPA WACAT
NASCE A UDINE
UN’ALLEANZA MONDIALE PER FRONTEGGIARE I PROBLEMI ALCOLCORRELATI World Association of Clubs of Alcoholics in Treatment
(WACAT) ASSEMBLEA
COSTITUTIVA - CONSTITUTION ASSEMBLY Salone del Parlamento del Castello di Udine UDINE 17 – 18
OTTOBRE 2007 Si svolgerà a Udine
il 17 e 18 ottobre 2007 l’assemblea costitutiva della World Association of
Clubs of Alcoholics in Treatment (Associazione Mondiale dei Club degli
Alcolisti in Trattamento) che vedrà la partecipazione di rappresentanti
provenienti da venti paesi del mondo, quali: Italia, Norvegia, Danimarca,
Grecia, Spagna, Croazia, Slovenia, Svezia, Estonia, Bielorussia, Romania, Cile,
Argentina, Brasile, Ecuador, Bolivia, Mauritania, Kenya, India, Sri Lanka. Dai primi anni novanta ad oggi i Club si sono diffusi nel
mondo grazie all’attività di molti operatori motivati, ed all’interesse
dell’Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in Trattamento (AICAT) e
della Scuola Europea di Alcologia e di Psichiatria Ecologica, oltre che del
dipartimento delle dipendenze della ASS n. 4 “Medio Friuli”. La Scuola Europea
di Alcologia e di Psichiatria Ecologica, in particolare, organizza annualmente,
fin dal 1997, un corso di sensibilizzazione residenziale di 50 ore in lingua
inglese presso il residence “Alle Vele” di Lignano Sabbiadoro (con
complessivamente 250 partecipanti provenienti da 20 paesi), corsi all’estero
(nei paesi scandinavi, in Romania e Slovacchia, in particolare), ma anche in
paesi extraeuropei (Nuova Zelanda, Sri Lanka, Groenlandia, repubbliche Baltiche
ecc.) mentre altri corsi sono stati effettuati nell’America del Sud, in
Ecuador, Cile e Brasile in particolare. Per questi motivi si è sentita la necessità di creare
un’associazione mondiale, che raccolga i club e le loro associazioni di
riferimento in una organizzazione in grado di coordinarne le attività,
garantire la fedeltà all’approccio di Hudolin, svolgere attività di confronto e
di formazione a livello internazionale, diffondere ulteriormente l’approccio
dei Club in altri paesi del mondo. Per il valore ed il significato che ha avuto questa
esperienza in Friuli Venezia Giulia, dove questi programmi sono iniziati nel
1979 e da lì si sono poi diffusi in Italia e nel mondo, l’assemblea costitutiva
dell’associazione si svolgerà a Udine il 17 e 18 ottobre 2007. In tale
occasione si procederà all’approvazione ed alla firma della carta costitutiva. Si prevede la presenza di circa 150 delegati provenienti
da 20 paesi del mondo, nonché la presenza di rappresentanti dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità, e di delegazioni di associazioni affiliate. E’prevista
la presenza di circa 20 esperti/discussant e relatori italiani e stranieri. In
tale occasione si svolgerà anche un workshop sulle esperienze di trattamento
aperto ai volontari ed agli operatori del Friuli Venezia Giulia. Fra i principali
obiettivi futuri, la WACAT avrà quello di servire gli interessi ed i bisogni
dei membri dei Club degli Alcolisti in Trattamento, di assicurare che,
soprattutto in quelle aree del mondo dove i problemi alcolcorrelati sono in
aumento, vi sia un aiuto ed un supporto per la formazione e l’aggiornamento dei
membri di Club, e di assicurare che la terminologia, la metodologia e la
formazione siano coerenti ed omogenei in tutto il mondo, fornendo un servizio a
questo riguardo. Essa favorirà lo sviluppo di forum internazionali sui
problemi alcolcorrelati, anche attraverso l’organizzazione di incontri, scambio
di informazioni e pubblicazioni, collaborando con istituzioni nazionali ed
internazionali, servizi pubblici, comunità locali, sempre allo scopo di ridurre
i problemi alcolcorrelati.
IL GAZZETTINO (Udine)
Convention dei club
in Castello Il metodo Hudolin
diventa globale Alcolismo, nasce
l’associazione mondiale La dipendenza dall’alcol non conosce frontiere: è
indifferente che lingua parli chi resta intrappolato in questo problema e in
che Paese viva, il suo disagio è analogo. Ma se ciò è vero va globalizzato
anche un sistema per uscirne che ha dimostrato di funzionare come quello dei
Club. È questo il metodo lanciato dal professor Vladimir Hudolin e trapiantato,
dopo le prime esperienze in Croazia, proprio in Friuli, alla fine degli anni
Settanta. Non è una combinazione allora se domani, dalle 14.30, e
giovedì sarà proprio il Salone del Parlamento di Udine la sede prescelta per
ospitare l’incontro per la firma dell’atto costitutivo dell’Associazione
mondiale Club alcolisti in trattamento (Wacat). In città sarà presente rappresentanti di una ventina di
nazioni ma il numero complessivo dei Paesi aderenti è ancora maggiore: una trentina.
«Un’alleanza mondiale», la definisce Francesco Piani, capo del Dipartimento
contro le dipendenze dell’Azienda del Medio Friuli, psichiatra che da molti
anni si occupa della lotta all’alcolismo. La
rete dei Club si è ramificata tantissimo: sono 280 circa in regione e 2300 in
Italia. La ricetta seguita,
in estrema sintesi, è semplice ed efficace: tutta la famiglia deve partecipare
al trattamento quando uno dei suoi membri cede all’alcol: «Difficile dire chi
venga danneggiato di più» commenta Piani. «Il rapporto tra famiglia e Club poi
si mantiene, i componenti diventano amici e si sostengono a vicenda per evitare
ricadute drammatiche» aggiunge. Questo approccio è stato replicato per altri tipi di
dipendenza, come quello da fumo o da gioco. Ma può funzionare in altri contesti geografici? «Ovunque vi sono gravi
problemi da alcol. Esistono sicuramente delle differenze culturali, anche
importanti, ma non creano difficoltà insormontabili: nella realtà siamo
convinti che il sistema possa funzionare». Nella seconda giornata del convegno si svolgerà anche un
workshop sulle esperienze di trattamento e le prospettive di sviluppo che sarà
aperto ai volontari della regione. Nel Friuli Venezia Giulia attualmente un gruppo di
coordinamento per l’alcologia sta discutendo dell’articolazione dei servizi e
della risposta da dare su aspetti cruciali come il rapporto tra alcol e guida e
alcol e lavoro: «La mortalità purtroppo
è molto elevata» ricorda lo psichiatra. P.D
SKYLIFE.IT
Napoli, ubriaco
investe auto. Morto bimbo Il 28enne aveva un
tasso di alcol superiore alla norma e procedeva ad alta velocità. Prodi: Questa
è una follia Ennesimo incidente– Un uomo in stato di ebbrezza alla
guida della sua auto ha provocato un incidente nel napoletano uccidendo un
bimbo di 10 mesi e ferendo altre sei persone fra cui la madre del piccolo,
ricoverata in prognosi riservata; feriti anche il fratellino di 4 anni e il
padre che era alla guida dell’auto. L’uomo, a cui è stato riscontrato un tasso di alcolemia
dell’1,7, è stato denunciato per
omicidio colposo e gli è stata ritirata la patente. La dinamica - A provocare l’impatto, un ragazzo di 28 anni
di Nola risultato, poi, positivo al test dell’etilometro. Il giovane alla guida
della sua Opel Astra rientrava da una serata trascorsa con degli amici. quando
ha travolto una Volkswagen Passat che stava facendo manovra per rientrare in
casa. L’auto, colpita sul fianco destro, è rimbalzata prima su un palo
pubblicitario, poi su un lampione dell’illuminazione stradale. L’auto del
ventottenne ha proseguito la sua folle corsa, scontrandosi con un’altra vettura
che proveniva nel senso opposto di marcia: una Lancia Y, guidata da un caporale
dell’esercito di 29 anni. Le sue condizioni non sono gravi, avendo riportato
contusioni di poco conto. Anche la ragazza che viaggiava al fianco del caporale
non è grave e se la caverà con pochi giorni di prognosi. All’investitore è
stato riscontrato un trauma al viso, uno alla testa e uno al ginocchio,
guaribili in trenta giorni. Alta velocità - Secondo i primi rilevamenti dei
carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, l’abuso di alcol insieme
all’alta velocità sarebbe la causa dell’incidente. I militari, , hanno,comunque, voluto specificare che il giovane è stato
denunciato per guida in stato di ebbrezza e non di ubriachezza. Inoltre
l’auto del ragazzo avrebbe avuto un diritto di precedenza che non è stato
rispettato dall’auto della famiglia Cucciniello. Le parole del
premier - Sugli incidenti stradali causati da ubriachi
al volante, ha fatto sentire la propria
voce il presidente del Consiglio Romano
Prodi. "Ritengo - ha detto il premier - che questa sia una follia. Sto riflettendo se sia un fenomeno nuovo o se, in modo colpevole, ce ne
siamo disinteressati prima. (*) E’ comunque un fenomeno contro cui dobbiamo
combattere con ogni forza. E’ incredibile la diffusione, proprio
incredibile". Il ministro della Giustizia Clemente Mastella si è intanto
recato all’ospedale di Nola, nel napoletano, per porgere personalmente le sue
condoglianze all’agente di polizia penitenziaria Angelo Cucciniello, padre di
Francesco Pio, il bambino di 10 mesi morto nel corso dell’incidente. (*) Nota: intanto che il Presidente del Consiglio sta
riflettendo, noi, che denunciamo – inascoltati – questo fenomeno da anni,
abituati a gridarlo ad orecchie sorde ed indifferenti, siamo sfiorati da “un
leggero disappunto”. A fronte di tutte queste vittime innocenti, travolte da
guidatori ubriachi, continuiamo a rivolgere un pensierino particolare, nelle
nostre preghierine serali, all’ex Ministro Alemanno, e al suo intervento al
Vinitaly 2005, quando disse – divertito – che “non esiste la sbronza passiva” (http://www.aicat.net/alcol,_salute_e_interessi_di_bottega.htm
). Questi incidenti ci sono sempre stati, solo che fino a
poco tempo fa nessuno misurava l’alcolemia ai conducenti responsabili, e così
non si veniva mai a sapere che dietro ci stavano il vino, o la birra, o altri
alcolici (http://www.sabrina.it/agenda/26marzo2004.htm
)..
IL TIRRENO
Ubriachi al volante,
la strage è quotidiana Una ragazza e un
ciclista le ultime vittime, i colpevoli subito fuori MONICA VIVIANI ROMA. La «follia», come l’ha definita domenica il
premier Prodi, continua. A poche ore dalla tragedia nel Napoletano, nella quale
ha perso la vita un neonato, e dopo l’incidente mortale alle porte di Firenze,
l’abuso di alcol e droga hanno ieri provocato altre tre vittime della strada in
Abruzzo, Emilia e Lazio. Sull’asfalto sono rimasti una giovane donna di 27
anni, un ciclista di 50 e un uomo di 59 anni. E mentre i medici legali parlano di «strage annunciata», a Perugia è
già stato scarcerato il giovane che venerdì, ubriaco al volante, aveva
investito e ucciso un anziano. Era domenica sera e
Lorena Mucci, 27 anni di Pescara, stava attraversando la strada in una zona
interdetta al traffico di Francavilla al Mare (Chieti), quando una Punto ha
travolto le transenne che delimitavano l’area e le è piombata addosso.
L’investitrice, Alevtina Tchoumak, russa di 34 anni, è stata arrestata per
omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. Oltre a non avere ancora la patente, ma
solo il foglio rosa, aveva un tasso alcolico sei volte superiore al consentito.
Lorena Mucci è morta nella notte in ospedale. Nelle stesse ore
perdeva la vita anche Walter Corghi, 50 anni di Rubiera (Reggio Emilia). In
sella alla sua bicicletta è stato urtato da un autocarro Iveco, guidato da un
settantenne di Bologna che gli era arrivato alla spalle, che lo ha sbalzato a
terra. Il conducente del mezzo,
risultato positivo all’etilometro, è stato denunciato per guida in stato di
ebbrezza e omicidio colposo e gli è stata ritirata la patente. Infine un ragazzo di 18 anni, di Sonnino, nei
pressi di Latina, ha causato un incidente mortale mettendosi alla guida sotto
effetto della cocaina. Sabato mattina era al volante di una Polo sulla via
Appia quando, tra Pontinia e Terracina, ha invaso la corsia opposta andando
contro una Peugeot 107, guidata da Fausto Troili, 59 anni, di Anzio, con a
bordo anche la moglie, Nunzia Coppola di 58 anni. L’uomo è morto domenica notte
all’ospedale San Camillo di Roma; la moglie è ricoverata a Latina. Il
diciottenne, anche lui ricoverato, è stato denunciato dalla polizia: aveva un’alta concentrazione di cocaina nel
sangue. Una strage silenziosa quella provocata da
ubriachi e drogati al volante, che secondo i medici legali è «una strage
annunciata». «Purtroppo, eravamo
stati facili profeti - ha dichiarato Nicola Fracasso, segretario nazionale del
Sismla, il sindacato italiano specialisti di medicina legale e delle
assicurazioni - una legge, da sola, non basta a fronteggiare l’emergenza
incidenti sulle nostre strade. Quella a cui stiamo assistendo è una strage
annunciata. Non sappiamo più a chi
rivolgerci. Abbiamo pregato il governo di ascoltarci, convocando un tavolo in
cui tutti i soggetti interessati concordino misure per arginare le stragi
causate da ubriachi e drogati al volante, ma continuiamo a non ricevere
risposte. E intanto decine di innocenti continuano a morire, falciati da bolidi
lanciati come missili da conducenti alticci o sotto l’effetto di stupefacenti».
In attesa di avere una risposta, «ci
auguriamo - ha concluso il segretario del Sismla - che quantomeno nella Finanziaria siano previste risorse tali da
garantire davvero i controlli e campagne informative». Intanto ieri è
stato scarcerato il romeno di 33 anni che venerdì aveva investito ed ucciso a
Montefalco (Perugia) un uomo di 72 anni mentre guidava in stato di ebbrezza la
sua Opel. La vittima stava tagliando le erbacce sul ciglio della strada quando
gli era piombato addosso. Arrestato per omicidio colposo e guida in stato di
ebbrezza, il gip ha convalidato il fermo, ma ha disposto la scarcerazione. Ed è di questi
giorni anche il caso denunciato da un avvocato di Napoli: ad agosto, nel veronese, a perdere la vita furono due giovani,
travolti da una donna che guidava ubriaca e sotto gli effetti di stupefacenti.
Accusata di duplice omicidio e omissione di soccorso, «riebbe la patente, da
un giudice di pace, dopo venti giorni».
L’ADIGE
Insofferenti alle
regole Rabbia, dolore, sgomento e paura. È questa la reazione
degli italiani di fronte ai recenti fatti di cronaca di questi giorni: pirati
della strada in fermento, bulli sempre più all’opera, indisponibilità verso la
legge, ritenuta «eccessivamente rigida». In tutto questo contesto, ci si
chiede, rimane ancora spazio per portare avanti una battaglia per la legalità
che coinvolga tutti i cittadini, e non pochi volti eroici pronti a sacrificarsi
per gli altri? Di fronte ai recenti inasprimenti di legge (nuove leggi del
Codice della strada, nuovi e più severi provvedimenti contro gli autori di
violenza a danni dei compagni di scuola..), molteplici sono state le reazioni:
accuse di proibizionismo, eccesso di severità, impegno nel delineare
stratagemmi per «fregare» la legge. A tale situazione si addicono certo i detti
tipici (e idioti) «le leggi sono fatte per essere infrante» oppure «fatta la
legge, trovato l’inganno». Non ho
personalmente potuto fare a meno di chiedermi se molti italiani siano o meno
pronti per un cambiamento di coscienza. O meglio: se essi siano disposti ad
impegnarsi per tale cambiamento (ché tale disponibilità comporta grandi
sacrifici e rinunce, in primis il coraggio, che certo non si vende nei
supermercati, di dire «No!» di fronte a certe cose). Le leggi vengono sempre
considerate «troppo severe»: punire i bulletti delle scuole con la bocciatura è
troppo; punire la guida in stato di ebbrezza con la sospensione della patente e
l’arresto è troppo; non fare la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti
è troppo; a volte sembra sia troppo persino chiedere che finisca in galera chi
abbia causato la morte di una o più persone. Insomma: è tutto troppo. Spesso la
gente tende a fossilizzarsi sulla propria situazione particolare, dimenticando
di valutare quali conseguenze abbia comportato (o avrebbe potuto comportare) il
proprio comportamento. E, di fronte alla giustizia, si chiede clemenza ad ogni
costo. Vorrei però far notare che le
migliaia di morti (per non parlare delle invalidità) sulle strade ogni anno per
cause legate alla guida in stato di ebbrezza o alla velocità elevata non sono
inventate, anche se forse fa spesso comodo crederlo; la tossicodipendenza
giovanile è un dato di fatto: vi basterà leggere qualche indagine svolta da
esponenti delle comunità di S.Patrignano; i traumi legati alle violenze subite
da compagni di scuola...chiedetelo agli psicologi. Chiediamoci infine: quanti morti abbiamo pianto per tutti questi
atteggiamenti che «non vanno puniti con eccessiva severità»? Troppi. E che cosa
è cambiato, in questi anni, nella mentalità delle persone responsabili di
questi fatti? Che cosa è cambiato nella mentalità di molte persone? Niente: non
è cambiato niente. E niente è troppo poco. Mauro Stenico -
Fornace
ADNKRONOS
SICUREZZA STRADALE:
BIANCHI, CONTROLLI PASSATI DA 180 MILA E MEZZO MILIONE Roma, 16 ott. (Adnkronos) - "I controlli stradali sono passati da 180 mila e mezzo milione".
E’ quanto ha dichiarato il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi
intervenendo al convegno sulla sicurezza stradale organizzato dall’Udeur e che
ha per tema una nuova proposta di legge dopo gli ultimi incidenti mortali
causati da guidatori in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Il
ministro Bianchi ha spiegato che ci sono gia’ norme piu’ stringenti e che per quanto riguarda la certezza della pena
"e’ una cosa che spetta alla magistratura, mentre si puo’ fare certamente
di piu’ sul piano della prevenzione".
IL TIRRENO
Amato dà le cifre
del 2007: 35mila positivi all’etilometro su 480mila auto fermate E sui controlli il
governo litiga La Turco: troppo
pochi. Il Viminale: li abbiamo triplicati ROMA. Nel 2007 sono
triplicati i controlli con etilometri sulle strade: i conducenti sottoposti a
test sono stati 487.723 contro i 180mila dell’anno scorso. Dati alla mano, il
ministero dell’Interno risponde così a chi, come il ministro della Salute Livia
Turco («mancano i controlli non le buone leggi»), alla luce delle ultime
tragedie provocate da ubriachi, gli rimprovera l’assenza di controlli. «Si tratta di un vero e proprio boom di
controlli», si legge in una nota: «E’ il segno di un cambio di passo importante
in un’attività considerata prioritaria dal Viminale». Il ministero
assicura che entro l’anno si raggiungerà la media di un milione di controlli su
base annua. Negli ultimi due mesi, del
resto, la media è ulteriormente aumentata raggiungendo quota 208.606 contro i
49.607 del 2006. «Come dire - rileva il Viminale - che si è già ben oltre la
media di un milione di controlli all’anno, che era l’obiettivo annunciato dal
governo». Dei conducenti
controllati con etilometri tra il 1º gennaio e il 30 settembre, sono stati
35.620 (7,3%) quelli risultati
positivi e altri 3.368 sono stati trovati sotto effetto di stupefacenti. Nello
stesso periodo del 2006 su 180.236 conducenti controllati quelli trovati in
stato di ebbrezza erano stati 27.088 (15%)
e 2.533 quelli drogati. Nel bimestre agosto-settembre 2007, dei 208.606
conducenti controllati, 9.435 (4,5%)
guidavano in stato di ebbrezza (6.616 nel 2006) e 943 sotto effetto di droga
(535 nel 2006). Particolarmente alta la vigilanza nei weekend, soprattutto
nelle località caratterizzate da un’elevata mobilità notturna dei giovani. Dal
1º gennaio al 30 settembre sono state effettuate 145.816 pattuglie (124.555 nel
2006), con 177.869 persone controllate (92.687 nel 2006), di cui 22.112
risultate positive (14.492 nel 2006). Le patenti ritirate sono state 21.865 per
guida sotto l’influenza di alcol (14.297 nel 2006), 1.020 per il rifiuto di
sottoporsi ai test, 575 per guida sotto l’effetto di stupefacenti, 1.367 per
superamento del limite di velocità. Intanto il ministro
della Giustizia Clemente Mastella invoca
«misure più severe per chi commette incidenti guidando in stato di ebrezza»
ma mette le mani avanti contro un
eccesso di repressione perchè «non
possiamo legittimare il fatto che tutti quelli che investono qualcuno devono
essere arrestati». Ed è solo del 2 ottobre scorso il nuovo «giro di vite»
varato dal Senato. I locali da intrattenimento ora non possono più vendere
bevande alcoliche dopo le 2 di notte e devono assicurarsi che all’uscita sia
possibile effettuare, in maniera volontaria, un alcool test. Non solo: devono
affiggere cartelli con i tassi alcolici pericolosi e le infrazioni. Per quanto riguarda
la guida in stato d’ebbrezza prima c’era una sanzione unica per un tasso
alcolico tra 0,5 e 1,5 grammi per litro: ora c’è un limite intermedio. E’
prevista la multa da 500 a 2.000 euro e l’arresto fino ad un mese per il tasso
tra 0,5 e 0,8; da 800 a 3.200 e l’arresto fino a 3 mesi tra 0,8 e 1,5; e sopra
a 1,5 la sanzione sale tra 1500 e 6000 euro e l’arresto fino a 6 mesi. C’è poi
una multa di 200 euro per chi beve o supera i limiti tra le 20 e le 7 del
mattino. Chi guida invece sotto effetto di stupefacenti è punito con una multa
da 100 a 4000 euro e l’arresto fino a 3 mesi. (m.v.)
LA STAMPA
Ecco come la Camera
ha cancellato la “tolleranza zero” Retroscena Francesco Grignetti Gli emendamenti alla
riforma Amato-Bianchi Contro gli ubriachi
al volante sei mesi fa il governo voleva usare la mano pesante. Lo strumento
doveva essere la confisca dei veicolo per il guidatore che fosse stato trovato
con un tasso alcolemico nel sangue di 1,5 grammi per litro o sotto effetto di
stupefacenti. Il
viceministro Marco Minniti il 26 luglio andò in Parlamento e spiegò
seccamente:”La confisca del veicolo può dimostrarsi assai efficace sotto il
profilo della prevenzione”. Parole
inascoltate. I parlamentari, nella
loro sovrana autonomia, decisero altrimenti. E così, il disegno di legge
che a marzo era stato firmato dai ministri Alessandro Bianchi e Giuliano Amato,
e annunciato come una mezza rivoluzione contro il malcostume dei guidatori in
stato di alterazione, è stato
sonoramente emendato. Di confisca non si parla più. Al massimo, e soltanto,
nel caso sia stato provocato un incidente stradale in stato di ebbrezza, i
deputati e poi i senatori prevedono il “fermo amministrativo” dell’auto per
novanta giorni. Tre mesi senza poter girare in auto. Tutto qui. Altro che
confisca, dunque. Minniti quel giorno tentava un recupero disperato dopo che i
deputati avevano drasticamente annacquato il testo. “Dobbiamo fronteggiare –
disse – una situazione drammatica per numero di incidenti, degli invalidi e dei
morti.”. il viceministro tornò infatti sulla necessità di prevedere la confisca
degli automezzi, d’innalzare le pene, di aumentare il periodo si sospensione
della patente, di prevedere il carcere per chi guidasse ubriaco o alterato per
gli stupefacenti. Tutto inutile. Il
Senato puntualmente ha confermato la linea morbida. E ormai il Governo
stesso sembra aver capito che un testo di quel genere, con quel tipo di
sanzioni, non sarà mai approvato. Ed è così, che quando i ministri Bianchi e
Amato quest’estate decisero che si dovevano accelerare i tempi con un decreto –
che nel frattempo è stato convertito e ore dal 3 ottobre è legge – di confisca non si è più parlato. Il
testo del Governo, infatti, ricalca pedissequamente il testo dei senatori. Anche per i recidivi
s’è deciso di usare la mano lieve. Il Governo, nella sua prima ipotesi di modifica al
codice della strada, aveva inserito la “revoca” della patente per chi, nel giro
di due anni, fosse stato trovato più volte (senza precisare il numero) ubriaco
alla guida. Revoca definitiva e non sospensione a tempo. Anche di questa pena
accessoria, però, nel testo finale, dopo che deputati e senatori si sono
espressi, non c’è più traccia.
Attualmente, al massimo, cìè la sanzione amministrativa accessoria della
sospensione della patente di guida da uno a due anni.
LA STAMPA
DIVIETI IGNORATI: IL
TITOLARE DEL PICK-UP DI VIA BARGE SI DIFENDE: «NOI LI ABBIAMO SOCCORSI FUORI
DAL LOCALE» Gioventù sballata Il sabato e la
domenica un pieno di adolescenti grazie ai pr bambini Due quattordicenni
finiscono in ospedale intossicati dal troppo alcol in discoteca LODOVICO POLETTO TORINO 16/10/2007 - Ubriachi,
anzi, molto di più. Storditi dalla quantità industriale di drink alcolici,
scolati a ripetizione nella notte tra sabato e domenica due ragazzi, di appena
14 anni, sono finiti all’ospedale Martini. E messi in terapia dai medici
del pronto soccorso per una «intossicazione da alcol». Per fortuna non sono così gravi come si era temuto in un
primo momento. Ricoverati verso le 2, mentre la movida notturna era ancora
all’inizio, sono stati entrambi dimessi nella giornata di domenica. Il primo ha
lasciato l’ospedale che era da poco spuntata l’alba, l’altro, invece, è rimasto
in osservazione fino a pomeriggio inoltrato. Ha lasciato, sulle sue gambe, il
pronto soccorso dell’ospedale Martini soltanto verso le 17: accompagnato dai
genitori. La storia di questi due quattordicenni è breve e piena di
contraddizioni. Loro, i protagonisti, ovviamente non parlano. Amici, Andrea e
Federico, vivono entrambi fuori città. E sabato notte, forse con altri ragazzi
con qualche anno in più, si sono ritrovati alla discoteca «Pick up» di via
Barge, uno dei locali più noti di Torino e, forse, anche con più storia. Nottata iper pubblicizzata quella dello scorso week end,
sia sui forum on line che con cartoncini d’invito bianchi e rossi da presentare
all’ingresso, magari firmati dai “pr” per avere la riduzione: «Featuring:
Francesco Esse; Vocals: Anya J from Mtv; Giorgio V + Francis from le Vele
(Alassio). Apertura 23,30». Due ore dopo
l’apertura uno dei due ragazzini già filava verso l’ospedale sdraiato sulla
barella di un’ambulanza del 118. «L’ho chiamata io» dice il titolare della discoteca,
Luca Lunardi. Che, in una email, spiega: «Ci
tengo a precisare che l’increscioso episodio di sabato si è verificato fuori
dal locale». Ma, a voce, aggiunge anche che: «Magari si erano infilati
dentro stando in mezzo a un gruppo di ragazzi più grandi». Ma erano dentro o
fuori, allora? «Fuori. Io l’ho soccorso fuori». La questione è molto
delicata. Ai ragazzi con meno di 16 anni non si possono servire servire bevande
alcoliche. Chi lo fa finisce nei guai. Molto seri. E c’è anche di più. Con meno
di 16 anni non si può andare in discoteca. Anche se con amici, oppure
accompagnati. Regole ferree, in teoria. Luca Lunardi, colto un po’ alla sprovvista da tutta questa
storia scrive anche che l’accesso al locale lo cura lui stesso. E a voce dice:
«Controllo sempre. Non lascio entrare nessuno. E poi, qui dentro, vengono
ragazzi con qualche anno in più. Questo non è un posto per ragazzini». E
racconta che: «proprio l’altra settimana ho visto due ragazzi in coda. Gli ho
chiesto se avevano 16 anni e di farmi vedere la carta d’identità. Loro hanno
detto che l’avevano dimenticata e io non li ho fatti entrare». Ma, allora, la
storia di Andrea e Federico? «È accaduto fuori dal locale, Ne sono certo. E poi, sa
cosa capita, che talvolta i ragazzi si presentano già bevuti. Tutto questo
senza contare che qui vicino c’è un bar che resta aperto fino alla mezza o
l’una; può capitare che qualcuno venga in discoteca dopo essere già passato da
lì, a scolarsi qualcosa». Fine delle spiegazioni. Andrea e Federico adesso sono a casa. Storditi da quanto è
accaduto nella nottata di sabato se ne stanno ben protetti dai genitori: non
hanno neanche trent’anni in due, sono poco più che bambini, che hanno commesso
un’imprudenza che poteva costare loro davvero molto cara. Per loro, però, non ci sono sanzioni o guai giudiziari in
arrivo. Chi corre qualche rischio è il titolare del locale che
adesso potrebbe avere due problemi. Il primo è una sanzione di carattere
amministrativo (che deve essere adottata dall’amministrazione comunale) il
secondo è di carattere penale. «È accaduto tutto fuori, noi siamo estranei a
ogni cosa» ripete lui. Ma le segnalazioni che scattano in questi casi sono già
partite.
ADNKRONOS
’’I controlli
stradali sono passati da 180 mila e mezzo milione’’ Sicurezza stradale,
Bianchi: ’’Da colpa a dolo? Si veda caso per caso’’ Il ministro dei
Trasporti dopo gli ultimi incidenti mortali causati da guidatori in stato di
ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti: ’’Non credo che si possa fare di
tutta l’erba un fascio". Poi sottolinea: ’’Occorre lavorare per la
prevenzione del fenomeno’’ Roma, 16 ott. (Adnkronos) - L’introduzione del dolo eventuale? "Si veda caso per caso".
E’ quanto sostiene il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi (nella foto),
sulla proposta di prevedere il dolo e non più la colpa per chi investe ed
uccide in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Bianchi,
intervenendo al convegno organizzato dall’Udeur che ha per tema una nuova
proposta di legge dopo gli ultimi incidenti mortali causati da guidatori in
stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, ha spiegato che la
questione non è affatto semplice: "Semmai sono da valutare altre
fattispecie di reato. Non credo che si possa fare di tutta l’erba un fascio.
Occorre valutare uno ad uno i vari casi, perché in alcune situazioni il dolo
non è possibile da imputare". "Non
trasformiamo il nostro civile paese in un far west (*), perché c’è già maggior attenzione sul tema della sicurezza stradale e
anche gli organi di stampa sono più sensibili a questo tema. Il quadro
normativo e il sistema dei controlli sono già adeguati. Piuttosto occorre
lavorare per la prevenzione del fenomeno", sottolinea poi Bianchi, a
cominciare dalla formazione sulla sicurezza stradale dai banchi di scuola.
"E’ lì - ha affermato - che bisogna formare la coscienza dei giovani, ma
anche formare chi accede alla patente". Quanto ai controlli stradali, in ogni caso, ’’sono passati
da 180 mila e mezzo milione", ha dichiarato ancora il ministro. (*) Nota: a me pare che nel far west, in tema di sicurezza
stradale, ci siamo già da tempo. Si tratta casomai di capire come uscirne.
IL TIRRENO
Un paese di
alcolisti? C’è poco da ridere,
ma le cronache negli ultimi giorni hanno, senza volere per carità, un fondo
ineliminabilmente tragicomico. Riferiscono di un intero paese o giù di lì
dedito all’alcol e che regolarmente e in massa guida ubriaco. Giovani, casalinghe, mezza età,
pensionati: tutti al volante dopo essersi scolati la bottiglia. Non può essere
e infatti non è, ebbra di titoli facili è un po’ l’informazione ma soprattutto
ciucca e sbandata è la nostra legislazione. Vige la legge che considera drogato
chi ha fumato un solo spinello e il
tasso alcolico oltre il quale si è legalmente ubriachi è di 0,5 grammi per
litro, l’equivalente di un bicchiere di vino. (*) E’ molto dubbio che in queste condizioni ci si trasformi in un omicida
al volante. Sopra questi limiti, a
stare stretti, stanno e viaggiano ogni giorno una ventina di milioni di
italiani, metterli tutti in galera non si può. E quindi, poichè una legge
sbagliata è uguale per tutti, in galera non ci vanno neanche i drogati persi e
gli ubriachi fradici. E’ così difficile alzare questi limiti e quindi poi
togliere davvero la macchina, la patente e la libertà di uccidere il prossimo
agli assassini veri? Mino Fuccillo (*) Nota: un bicchiere di vino enorme. Questo articolo è stato pubblicato oggi da moltissimi
giornali. Adesso è di moda parlare di questo problema, e così si
sentono in dovere di scriverne anche persone evidentemente incompetenti in
materia, che non conoscono nemmeno le informazioni più elementari, come quanto
occorre bere per raggiungere un determinato tasso alcolico, o quanto può la
concentrazione di alcol nel sangue di una persona incidere sul rischio di
essere coinvolti in un incidente stradale. Pare quasi che questo giornalista stia cercando di
difendere il suo bere, e il suo desiderio di continuare a farlo prima di
mettersi al volante, senza essere disturbato da nessuno.
IL GAZZETTINO (Treviso)
All’Ombralonga con
angeli custodi Alcuni gruppi di
volontariato garantiranno assistenza ai partecipanti La coscienza critica dell’Ombralonga 2007. Alla maratona
enogastronomica trevigiana, al via venerdì, ci saranno anche i volontari per
sensibilizzare le migliaia di seguaci di Bacco sui pericoli dell’abuso di
alcol. L’associazione Giada, un gruppo di aiutoaiuto contro le dipendenze,
gestirà un punto di distribuzione di acqua e caffè e, tra una tazzina e
l’altra, inviterà ad un consumo responsabile, così come gli uomini della Croce
rossa. Il progetto "Codice a sbarre" metterà a disposizione
alcol-test gratuiti per chi vuole verificare il proprio livello di ebbrezza.
Sullo stesso depliant distribuito a chi si iscriverà (5 euro, calici di vino da
un euro in su) campeggerà lo slogan "Le auto non vanno ad alcol" e
l’appello ad utilizzare i mezzi pubblici per rincasare dopo le libagioni. Presenze volute dagli organizzatori,
per tentare di affrancare la manifestazione dalla semplice "transumanza
enoica della domenica" (*), per dirla con Renato Salvadori, presidente
dell’Ascom Confcommercio, entrata attivamente tra i promotori («Perchè sarebbe
poco produttivo e intelligente sprecare 17 anni di storia e un numero di
visitatori di questa portata»), e renderla uno strumento di promozione
turistica per tutta la Marca. Una grande vetrina del "ben mangiare" e
del "buon bere" del provincia, sintetizzata nell’etichetta
"doc" che da questa edizione accompagna la tradizionale
denominazione. Dopo la separazione del gruppo degli ideatori e le
consuete polemiche, l’Ombralonga riparte da un progetto a lunga scadenza:
dedicare ogni piazza ad un’area della provincia per presentarvi i diversi
prodotti tipici nostrani. Con un filo conduttore comune a caratterizzare
l’intero evento: l’anno prossimo sarà la Grande guerra, nel 2009 le ville
venete e l’architettura. Per quest’anno la tre giorni punterà su vino di
provenienza accertata (saranno pubblici i nomi delle cantine fornitrici) e su
una serie di eventi collaterali: dagli assaggi di storione in piazzetta Aldo
Moro, alla cena a lume di candela nell’isoletta della Pescheria sabato sera,
dai piatti tipici proposti da Celeste in piazza San Francesco sempre sabato, a
"Ombre nella notte", una "notte bianca" con i negozi del
centro aperti fino alla mezzanotte di sabato. E ancora concerti, show
artistici, stand gastronomici. Poi domenica, oltre al tour delle osterie e dei
bar, il corteo storico con figuranti e la rievocazione della Fontana delle
tette. Basterà a evitare lo
spettacolo di adolescenti barcollanti per le vie del centro? «Nello stato americano dello Iowa
la cultura religiosa è quella dei quaccheri e dei mormoni e c’è una legge che
vieta il consumo di alcol in pubblico, eppure la gente va in giro con la
bottiglia dentro un sacchetto di carta e beve ugualmente - rimarca Salvadori -.
Questo per dire che l’iniziativa non è un incitamento allo sballo, anzi. Poi è
chiaro, se uno vuole sbronzarsi, ci riesce comunque, anche alle Fiere di San
Luca, con le castagne e il torbolino». Si attendono 20 mila persone: «Avremo uno staff di mille
persone, oltre mille bagni dislocati in città - nota Luigi Gazzotti, l’unico
superstite dei promotori originari -. Certi
eccessi ci saranno sempre, ma guardiamo il rovescio della medaglia: possiamo
dare un assaggio della trevigianità a 360° a tutta Italia. L’obiettivo è
creare qualcosa simile a "Friuli doc", che porta a Udine centomila
persone. Purtroppo a Treviso c’è molto bigottismo». Tutto inutile secondo il comitato "Non solo Ombre": «Il vizio
d’origine rimane. il messaggio che si fornisce è sempre quello: l’evento è il
bere, il resto sono correttivi - ribadisce Lucia Bonemazzi, portavoce del
gruppo -. Il giorno dell’Ombralonga vigileremo su quel che succede». Mattia Zanardo (*) Nota: a fronte di tanta sofferenza alcol correlata,
questa sera non ce la faccio ad essere diplomatico, mi va di scrivere pane al
pane e … ehm … va beh, di scrivere tutto quello che penso, anche se a qualcuno
i miei commenti sembreranno forse più “duri” del solito. Di tutte le scemate che ho letto in questi anni in materia
di alcol e problemi alcol correlati – e ne ho lette davvero molte -, questi di
utilizzare l’Ombralonga come momento di prevenzione è una delle più sceme. E’ chiaro che prevenzione ai problemi alcolcorrelati è…
non organizzare l’Ombralonga! Ed è – a mio parere – un gravissimo errore legittimarla
con la propria presenza, lasciandosi strumentalizzare dagli organizzatori, per
andare… in una casa di tolleranza, con i santini in mano, a spiegare ai
frequentatori quanto sono peccatori, e quanto è bella la vita in castità. Questa scena dei bravi volontari, armati di caffè, che
vanno nei bar a dire ai commensali di bere poco (“un consumo responsabile”),
francamente mi pare un po’ ridicola. Uno che vuole bere poco non va a una manifestazione che si
chiama “ombralonga”, proprio perché vive del bere tanto.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Vigilantes aggrediti
con cocci ... Vigilantes aggrediti con cocci di bottiglia ed inseguiti
nel parcheggio dei condomini, clienti di
locali ubriachi che alle 9 del mattino dormono nella Piavesella e vengono
cacciati solo dalla Polizia, gente che spaccia droga sotto le finestre dei
residenti, risse tra decine di persone con auto danneggiate. E’ successo in un
solo fine settimana tra i locali della Fonderia, all’esterno dei quali sono
state eseguiti controlli da parte delle forze dell’ordine. «Ma l’hanno fatti
negli orari sbagliati - denunciano i residenti - facendosi trovare fuori dei
locali all’una quando la gente non esce, ma arriva. Apprezzabile lo sforzo, ma
in questo modo non arriveremo a nulla». Sabato notte, alle 3.30, nel piazzale
destinato a parcheggio (anche se spesso le auto vengono posteggiate
direttamente nel prato rendendolo un campo arato) è scoppiata una violentissima rissa tra ubriachi. Alcune vetture
sono rimaste danneggiate, ma soprattutto i clienti dei locali hanno preso di
mira una guardia giurata della Vigilar Security a disposizione dei condomini.
L’uomo è stato minacciato ed inseguito con una bottiglia rotta. E domenica
mattina alle 8 nel canale Piavesella contiguo ai locali giaceva un avventore
reduce dalla notte brava nei pub: addormentato a ridosso dell’acqua, è stato
"svegliato" da un agente delle volanti chiamato dai residenti. Il poliziotto
è stato pure minacciato. La scorsa settimana, come anticipato lunedì dal
Gazzettino, il presidente della Provincia Leonardo Muraro aveva chiesto un
incontro al prosindaco Gentilini, a cui avrebbe dovuto partecipare anche un
rappresentante dei residenti. Ieri è arrivata la risposta da Ca’ Sugana, in cui
lo Sceriffo assicura che a breve verrà fissata una data e non solo per un
colloquio "personale" con Muraro e i residenti: il tavolo sarà
allargato anche all’assessore alla sicurezza Giorgio gaio e alla comandante
della polizia locale Federica Franzoso. L’incontro, tanto auspicato dai
residenti, sarà di certo chiarificatore, soprattutto dei problemi che gli
inquilini dei condomini debbono sopportare ogni fine settimana a causa dei
locali notturni (e presto, in Fonderia, ne sorgeranno altri quattro): si parlerà insomma di prostituzione,
sporcizia, ubriachezza e rispetto per le proprietà private. Serena Masetto
IL TIRRENO
Mignon di liquore e
il divieto non serve In discoteca,
acquistate prima delle 2, si consumano dopo aggirando la legge CASTELFIORENTINO. Il cocktail pesante se lo fanno da soli.
Dopo le due in barba alla nuova norma. Il divieto di vendere alcolici nelle
discoteche dopo quest’orario è già l’ennesima farsa all’italiana della serie
“fatta la legge trovato l’inganno”. Siamo al Kaleido, la discoteca
riferimento per gli ultraventenni del Circondario. E a denunciare e svelare
come si aggirano le nuove regole è proprio il locale. Qui, prima delle due, si vendono bottigliette mignon di rhum, gin o
vodka che poi vengono consumate dopo l’ora del divieto. «A cosa serve una
legge in questo modo?», si chiede Alessandro Fossi, direttore artistico del
Kaleido. Il direttore
artistico del Kaleido, Alessandro Fossi, ha fatto il giro di alcune discoteche
milanesi per capire come dovevano (e potevano) comportarsi al Kaleido per non
favorire comportamenti contro la nuova normativa «perché - spiega - nessuno ci
ha informati sulla nuova legge». «Siamo andati
all’Old fashion e all’Hollywood - prosegue Alessandro Fossi - e abbiamo visto
che venivano vendute piccole bottigliette di plastica con gli alcolici. E così
abbiamo fatto noi per essere in regola con la legge: diamo a cinque euro questi
“mignon” più il tagliando per un drink gratuito. Così dopo le due i ragazzi vengono,
prendono un Coca o un’acqua tonica e con le bottigliette acquistate prima si
fanno il cocktail da soli. Anche dopo le due». E dunque la
normativa che doveva ridurre il consumo prima della partenza in macchina, viene
disattesa dai ragazzi nel completo rispetto della legge. «Non credo che
questa normativa serva a molto - spiega ancora il direttore artistico del
Kaleido - quando i ragazzi vengono da noi, dopo le undici, hanno già bevuto nei
pub. E dopo l’entrata in vigore di
questo divieto tutte le settimane sono discussioni perché vorrebbe poter
acquistare liberamente gli alcolici». Qualcuno, infatti, arriva a ballare
con le bottiglie in automobile. «Tanti escono e rientrano dopo le due - spiega
ancora Fossi - possono tranquillamente andare a bere fuori. Non escludo che presto qualcuno non si
metta a vendere bottiglie di sottobanco fuori dal nostro locale». «Noi facciamo anche
i test con l’etilometro all’uscita del locale - spiega ancora il direttore
artistico della discoteca castellana - ma chi
sa di non dover guidare beve senza alcun problema. Dunque credo che questa
legge non serva a niente. Ci arreca solo un danno perché il nostro incasso è
sceso notevolmente in queste ultime serate. E molti locali, anche nella zona, disattendono la nuova normativa nella
maniera più completa e stanno alla sorte». L.A.
IL GIORNALE
Il pm: "Sulla
strada l’impunità è sicura" di Giovanni
Falconieri Torino - «Il sistema della giustizia? Da rifare, a partire
dal codice di procedura». Bruno Tinti, procuratore aggiunto di Torino, non usa
mezzi termini per rappresentare lo stato di malessere in cui versa il sistema
giudiziario italiano. I recenti fatti di cronaca sembrano esserne lo specchio
fedele: baby pirati della strada scarcerati dopo aver ucciso un bambino,
guidatori ubriachi che non vanno neppure in galera dopo aver provocato altre
morti sulle strade. E quando questi fatti succedono con una frequenza più che
quotidiana, l’opinione pubblica resta sgomenta e si chiede come sia possibile
ascoltare continui proclami di linea dura contraddetti ogni giorno dai fatti. Procuratore, nel suo
libro «Toghe rotte» lei lancia un’accusa: il sistema della giustizia è
costruito per non funzionare. I fatti di questi
giorni sembrano darle ragione. «Il nostro è un sistema inefficiente per motivi di
carattere politico, legiferativo e organizzativo. Anche se i fatti di questi
giorni non possono essere addebitati alle scelte dei magistrati». Si spieghi meglio. «Se chi guida in stato d’ebbrezza si rende responsabile di
un crimine, non resta in galera perché non può essere arrestato. La legge
prevede l’arresto solo per quei reati che comportano una condanna superiore ai
cinque anni». Cosa accade, allora,
in casi del genere? «L’arresto è previsto soltanto quando la sentenza è
passata in giudicato». Ma a quel punto sarà
passato anche troppo tempo? «In media occorrono 6 anni per una sentenza definitiva e a
quel punto il reato è già prescritto». È quello che accade
anche nei casi di guida in stato d’ebbrezza? «Una guida in stato d’ebbrezza e un omicidio hanno lo
stesso iter, ma un processo per guida in stato d’ebbrezza si prescrive in
cinque anni». Ma secondo lei la
prima causa di ingiustizie e inefficienze così macroscopiche è politica? «Esistono leggi costruite per sottrarre la classe dirigente
del nostro paese al controllo della legalità, ma ne approfittano anche i
delinquenti comuni». E le altre due
cause? «Esiste un problema di tipo organizzativo, legato
all’incapacità dei magistrati di usare le nuove tecnologie e liberarsi di carta
e penna». C’è chi preferisce
carta e penna al computer? «Quei magistrati sono fermi a un’epoca artigianale: devono
abbandonarla per passare a quella imprenditoriale, scegliere il pc e il lavoro
di gruppo». E il terzo problema
della giustizia italiana? «È quello più grave, legato al nostro codice di procedura
penale. Io quel codice lo butterei via». Provare a
modificarlo? «Follia. E a chi affidare il compito? Ai politici? Al Csm?
Troppi interessi in ballo». Anche tra i
magistrati? «Esistono diverse correnti all’interno del Csm, ciascuna
con i propri interessi». Anche qui una casta,
come in politica? «Le correnti decidono sulle nomine dei capi degli uffici e
questo ha effetto sul funzionamento della giustizia, proprio come i partiti
fanno nelle istituzioni». Soluzioni? «Triste dirlo, ma al momento non ne vedo».
ROSSODISERA
Il mito della
velocità Un incidente nel napoletano, alcuni feriti e un morto: un
bimbo innocente di dieci mesi. Scene già viste, purtroppo, cronache di “una
follia da combattere ad ogni costo”, come ha detto il presidente del Consiglio
Romano Prodi. Il ministro della Sanità, Livia Turco, dal suo canto, chiede
maggiori controlli. Etilometri davanti ai locali, e applicazione della legge
(da poco in vigore, voluta con il ministro Bianchi), che proibisce la vendita
di alcolici dopo le due di notte. Le potenti lobby dei produttori di alcool insieme ai
gestori dei locali notturni lamentano un calo delle vendite, proprio a causa di
queste iniziative. Dichiarano un meno 40 per cento di fatturato. Altri, più
furbi, hanno trovato il trucco, si chiama “last call” (ultima chiamata) per
comprare bevande alcoliche. Si possono acquistare in comode provette, così da
utilizzarli durante tutta la notte. Proibizionismo o
tutela del cittadino? Le risposte sono di vario tipo, eppure i morti continuano
ad aumentare. E’
strano però che mentre si discute di sicurezza stradale, in pochi facciano
riferimento a
Mercoledì, 17 Ottobre 2007
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