CORRIERE DELLA SERA
Il ministro e la guida in stato di
ebbrezza. “Ma il codice penale va applicato con rigore”“L’etilometro è troppo severo. Un
bicchiere e sei fuorilegge” Mastella: parametri
da cambiare. Bianchi: no va bene cosìRoma – Contro chi beve prima di mettersi alla guida
bisogna applicare con il massimo rigore il codice penale ma, allo stesso tempo,
non serve essere khomeinisti sui parametri.Il ministro della Giustizia Clemente
Mastella ha spiazzato un po’ tutti quando, ad una manifestazione dell’Udeur convocata
per chiedere un giro di vite contro i pirati della strada, ha detto che è
da considerarsi anacronistico l’attuale livello con cui è fissato il
quantitativo minimo capace di far diventare fuorilegge il tasso alcolico
registrato nel sangue: “io credo che un bicchiere di vino nella valutazione
sulla sicurezza stradale per la guida in stato di ebbrezza sia una
considerazione un po’ troppo severa”. Quindi, ha aggiunto il Guardasigilli,
“i parametri vanno determinati diversamente”. Non è un invito al lassismo
quello del ministro.(*) Tanto Mastella che l’Udeur propongono di trasformare
l’illecito panale da contravvenzione a delitto, elevando la multa da 5mila a
20mila euro e la reclusione fino a due anni con sospensione della patente da 1
a 3 anni. in altre parole ecco illustrate le conseguenze minime del delitto
doloso per “l’omicidio e le lesioni causate dal conducente in stato di ebbrezza
o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”. Spiega ancora Mastella: “nel reato
colposo c’è una certa indulgenza da parte di tutti noi, però se ci sono tratti
di arroganza e di disprezzo per la vita degli altri bisogna valutare se è
giusto superare il confine del reato colposo e andare verso il concetto di dolo
eventuale”.La linea del massimo rigore ma con parametri modulati,
comunque, non convince il ministro dei Trasporto Alessandro Bianchi: “non
trasformiamo il nostro civile Paese in un Far West dive arrivano gli sceriffi
con le pistole. Perché non si può fare di ogni erba un fascio. E poi il
fenomeno non è nuovo ma oggi c’è una maggior attenzione anche perché gli organi
di stampa sono più sensibili sul tema”. Dunque non c’è nulla da inasprire,
insiste Bianchi: “il nostro quadro normativo e il sistema di controlli sono adeguati”.Multe e sanzioni progressive scattano quando l’etilometro
registra un primo livello (0,5 grammi di alcol per litro di sangue) un secondo
(0,8) e un terzo (1,5). Questi parametri secondo l’impostazione voluta dal
ministero dei trasporti che si è concretizzata con il varo di un decreto legge
lo scorso 3 agosto, avrebbe dato buoni risultati: tra il bimestre
agosto-settembre 2006 e lo stesso periodo del 2007 è stato registrato un decremento degli
incidenti pari al 7%. Tuttavia il fattore alcol/droga ormai sarebbe causa di un
incidente su tre. Però Mauro Fabris, capogruppo dell’Udeur alla Camera,
spiega che l’attuale normativa può anche non cogliere la differenza tra chi si
mette alla guida dopo aver bevuto una birra e chi compie la stessa operazione dopo
essersi scolato mezza bottiglia di vodka. Spiega Fabris: “forse il ministro
Bianchi non ha capito lo spirito della
nostra iniziativa, che nel merito non generalizza sul tipo di responsabilità di
chi provoca incidenti stradali, ma fa una determinante distinzione tra le varie
casistiche. Dunque “il bicchiere di vino punito con troppa severità”, evocato
da Mastella, fa dire a Fabris “che bisogna colpire con maggiore durezza chi
consapevolmente si ubriaca o si droga e poi si mette alla guida. In questi casi
se si provocano incidenti con morti e feriti non si può e non si deve parlare
di situazioni colpose perché c’è la consapevolezza di assumere sostanze che
alterano la capacità di guida”.Una tesi, questa di Fabris, che proprio ieri ha avuto
un’applicazione esemplare a Firenze. Dovrà infatti rispondere di omicidio
volontario e non colposo Rodolfo Bonavolta, l’agente immobiliare emiliano di 33
anni che, sabato scorso a San Casciano Val Pesa, ubriaco e sotto l’effetto
della cocaina, ha provocato un incidente stradale nel quale è morta una donna e
altre due sono rimaste ferite. Lo ha deciso il gip Paola Palasciano, che ha
convalidato l’arresto derubricando l’accusa iniziale di omicidio colposo.Dino Maritano(*) Nota: a commento delle dichiarazione del ministro
Mastella riporto la lettera che gli ha inviato Alessandro.Gentile signor Ministro, ho letto la sua dichiarazione a proposito di alcol e
sicurezza stradale: "penso vadano determinati parametri di tasso alcolico
diversi perché un bicchiere di vino nella valutazione sulla sicurezza stradale
per la guida in stato di ebbrezza è una considerazione un po’ troppo
severa".Temo che lei sia stato male informato, a meno che non si
riferisca a un bicchiere di vino... enorme!Un uomo adulto di media costituzione, a stomaco pieno, con
un bicchiere di vino standard da 125 ml sì e no arriva ad una alcolemia 0,2
g/l.Per superare il limite legale di bicchieri ne deve bere
almeno 3.Ad alcolemia 0,5 g/l, attuale limite di legge, il rischio
di incorrere in incidenti stradali è almeno raddoppiata.Non a caso molti esperti di settore stanno proponendo di
portare il limite legale a 0,2 g/l.Se questi parametri vanno rideterminati, vanno
rideterminati verso il basso. In ogni caso, per promuovere sicurezza, la cultura che si
deve proporre agli automobilisti è quella del non bere affatto alcol prima di
mettersi al volante: chi guida non beve, chi beve non guida.Mando per conoscenza all’amico dottor Andrea Noventa di
Bergamo, uno dei maggiori esperti italiani di questa materia, che le potrà
confermare le mie parole.Cordiali saluti.
Alessandro Sbarbada - Mantova
WALLSTREETITALIA
Alcol e droghe alla guida, spunta l’ipotesi del dolo di Nicoletta Cottone 17 ottobre 2007 - Tolleranza zero per chi semina morte
guidando in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Mauro Fabris,
capogruppo alla Camera dell’Udeur, al convegno dei Popolari-Udeur organizzato a
Roma sul tema «Nuove pene per i reati stradali», punta con una proposta di
legge a inasprire le pene. È prevista, per chi provoca incidenti sotto
l’effetto di alcol e droga la trasformazione dell’illecito penale già previsto,
da ipotesi contravvenzionale a delitto, adeguando le sanzioni con multe da
5mila a 20mila euro, reclusione fino a 2 anni, sospensione della patente da uno
a 3 anni, fermo amministrativo del veicolo per 120 giorni. Tre le nuove
fattispecie di delitto introdotte nel Codice penale: l’omicidio e le lesioni
personali commesse dal conducente sotto l’effetto di alcol o droga e la guida
aggressiva. «Chi provoca un incidente in stato di ebbrezza – dice Fabris – va
punito diversamente rispetto a chi commette un incidente per imprudenza o
fatalità». L’iniziativa non convince il ministro dei Trasporti,
Alessandro Bianchi. «Non trasformiamo il nostro civile paese in un Far West
dove arrivano gli sceriffi con le pistole». (*) Per Bianchi, infatti, quadro
normativo e sistema di controlli sono adeguati, tanto che le verifiche con
etilometro su strada sono passate da 180mila a poco meno di 500mila. La strada
giusta, dunque, per il ministro, è quella di agire sulla prevenzione. «Ci
stiamo avvicinando – sottolinea Bianchi – all’introduzione della formazione
alla sicurezza stradale nelle scuole e nell’accesso alla patente». Il ministro
si augura di giungere all’appuntamento di maggio per la Conferenza europea
sulla sicurezza di Verona in una situazione in cui l’Italia «non sia più la
Cenerentola dei Paesi europei in tema di sicurezza». Il Guardasigilli Clemente
Mastella, invece, è per la revisione dei parametri dell’alcol, «perché un
bicchiere di vino è considerato con troppa severità». Mastella ha, però,
ricordato che troppe morti sono causate da ubriachi al volante e «se ci sono
tratti di arroganza e disprezzo della vita degli altri bisogna valutare se è
giusto superare il confine del reato colposo e andare verso quello doloso». Secondo i familiari delle vittime della strada è
necessario invertire la rotta con confisca del mezzo, revoca a vita della
patente, arresto e pene certe, educando, in famiglia e nelle scuole, i giovani
a condotte responsabili. Alla commissione Trasporti della Camera, intanto, è stato
fissato per il 23 ottobre il termine per presentare gli emendamenti al ddl
sulla sicurezza stradale, che delega anche il Governo alla riforma del Codice
della strada. «Le norme – dice il relatore del provvedimento Michele Meta
(Ulivo) – sono tanto più efficaci se aumentano i controlli. È necessario fare
investimenti sulla sicurezza delle strade e un patto con i cittadini perché
aumenti il rispetto delle regole e con le case costruttrici perché si investa
sempre più sulle tecnologie dei veicoli». (*) Nota: chi ha a cuore la sicurezza stradale non ha
certo come modello il Far West, (troppo whisky), ma nemmeno può condividere
certi timori. Fa un po’ specie sentire il ministro delle Giustizia criticare
(con poca cognizione di causa) una norma del codice della strada, e il ministro
dei Trasporti “frenare” su proposte di inasprimento delle pene per la guida in
stato di ebbrezza.
ADNKRONOS
SICUREZZA STRADALE: VALDEGAMBERI
(VENETO), NECESSARIO PIANO REGIONALE CONTRO INCIDENTI PER ALCOL E DROGHE Venezia, 17 ott. - "E’ necessario un piano regionale
globale di intervento, da attuarsi con la collaborazione di tutti, per fare
fronte al dilagante fenomeno degli incidenti mortali sulle strade dovuti
all’assunzione di alcol e droghe da parte di automobilisti irresponsabili e
assassini". Lo afferma l’assessore alle politiche sociali della Regione Veneto Stefano
Valdegamberi in merito al crescente fenomeno della guida in stato di ebbrezza e
sotto l’effetto di sostanze. "E’ un fenomeno in crescita allarmante anche nella
nostra Regione - prosegue Valdegamberi - tristemente confermato dai dati di una
ricerca realizzata gli scorsi mesi sul territorio veronese che dimostra che ben
il 45,5% dei guidatori sottoposti a test tossicologici sulle strade di notte
risultano positivi ad alcol o droghe aumentando drammaticamente il rischio di
incidenti stradali con conseguenze mortali". "Il dato che piu’ colpisce e’ quello che mostra che
il 20,8% dei soggetti risultati negativi al test sull’alcol, e’ risultato pero’
positivo alle droghe. A questo punto - sottolinea l’assessore regionale - non
possiamo piu’ lasciare che tali cose semplicemente accadano. Le espressioni
pubbliche di cordoglio e le sterili dichiarazioni di intenti dell’indomani non
servono a salvare vite. Ogni minuto perso nella lotta alle droghe ci conferma
altrettanto responsabili di queste morti inutili, al pari di quegli incoscienti
criminali che si mettono alla guida di auto e moto incuranti del proprio stato
di grave alterazione psicomotoria che puo’ causare incidenti mortali ai danni
di giovani e intere famiglie". Secondo l’assessore regionale "e’ il momento di
prendere decisioni chiare e di agire con tempestivita’, applicando nuovi metodi
di intervento di provata efficacia in altri Paesi". "Su questa linea-sollecita Valdegamberi-e’ necessario
attivare da subito un tavolo di lavoro per studiare nei dettagli un piano
regionale globale di intervento che dovra’ vedere in campo Regione, Province,
Comuni e tutti i soggetti istituzionali e gli enti che hanno sede e operano sul
nostro territorio, ma anche e soprattutto il singolo privato cittadino che in primis deve comprendere
che quando si mette alla guida di un autoveicolo non deve assumere ne’ droghe
ne’ alcolici. Tutti costoro saranno chiamati a impegnarsi quotidianamente, a
stretto contatto con le Forze dell’Ordine, per la salvaguardia dell’incolumita’
dei cittadini e la lotta a ogni tipo di droga e all’abuso di alcol sul nostro
territorio, in particolar modo quando tali comportamenti irresponsabili possano
mettere a rischio la vita di persone innocenti". "In questa operazione massiccia di prevenzione -
conclude Valdegamberi - risultera’ decisivo il ruolo delle famiglie, la
responsabilizzazione dei genitori in merito al possibile uso di alcol e droghe
da parte dei loro figli, in particolare dei figli minori, a cui vanno garantiti
attraverso ogni forma di sorveglianza possibile, soprattutto nelle ore
notturne, la tutela della salute e un futuro di vita sano libero da alcol e
droghe".
HELPCONSUMATORI
SICUREZZA STRADALE Omicidi sotto effetto di alcol,
BastaUnAttimo: sì a nuove pene 17/10/2007 - "Il problema maggiore sia quello di
ridare certezza nella pena e fiducia alle famiglie. Se la soluzione legislativa
è quella di introdurre una nuova fattispecie di reato nel codice penale, si
prosegua pure in questa direzione". Questo il commento di Carmelo Lentino,
portavoce della campagna sulla sicurezza stradale BastaUnAttimo, che si dice
favorevole all’introduzione di nuove norme per l’omicidio commesso sotto
l’effetto di alcol o droghe. "Chi sbaglia deve pagare il suo debito con la
comunità, anche attraverso un processo di rieducazione sociale - continua
Lentino - Tuttavia, ritengo che debba cessare l’aggressione mediatica che
colpevolizza esclusivamente un generazione, quella dei giovani. Il problema dei
giovani connesso alla sicurezza stradale è sicuramente rilevante, ma non sono
solo i giovani a causare gli incidenti stradali".
CORRIERE ADRIATICO
Carlucci: serve un inasprimento delle pene ANCONA - Per tutti i pirati della strada, e non solo per
Marco Ahmetovic, il romeno che falciò ad Appignano del Tronto quattro ragazzi,
servono condanne esemplari. Ne è convinta l’onorevole Gabriella Carlucci (Fi),
che interviene sulle stragi provocate da persone ubriache alla guida nel giorno
in cui il Tribunale del riesame di Ancona ha deciso che il rom deve tornare in
carcere, seppure per una rapina e non per il fatto più grave di cui è accusato.
Condanne esemplari e “un significativo inasprimento delle
pene”, aggiunge. Per la Carlucci, “sarebbe intollerabile se la pena per
omicidio colposo plurimo già comminata ad Ahmetovic rimanesse un caso isolato,
dettata dalla notorietà di quanto accaduto, e non diventasse, invece, la regola
per chi è consapevole di essere disorientato al volante”. “Ahmetovic torna in carcere, ma sono ancora tanti -
osserva l’esponente forzista - i pirati della strada che riempiono le cronache
del fine settimana. I sondaggi parlano chiaro. Dal 2006 a oggi vi è stato un
raccapricciante incremento di sciagure. Questo anche a causa dei tagli alle
forze dell’ordine e della mano troppo leggera che il Governo di centrosinistra,
forte della sua cultura perdonista, ha adottato in materia di sanzioni”.
IL MATTINO
«Più etilometri e prevenzione» 17/10/2007 - Sul fenomeno del consumo delle sostanze
alcoliche e dell’aumento degli automobilisti trovati alla guida in stato di
ebbrezza, Luigi Perna, responsabile dell’Unità operativa di Alcologia dell’Asl
Av2, ma anche socio dell’Apcat di Avellino Onlus, una associazione di famiglie
di persone che hanno avuto problemi di alcol, sta portando avanti studi particolari.
Dottore Perna, è in netta crescita il numero degli automobilisti fermati alla
guida in stato di ebbrezza: in Irpinia sono addirittura raddoppiati. «Non credo
che sia un fatto legato al cambiamento dei costumi e delle abitudini avvenuto
da un anno all’altro. Certamente sul territorio nazionale e, quindi, anche
provinciale, nell’ultimo anno c’è una maggiore vigilanza da parte delle forze
dell’ordine. Sarebbe ancora meglio se tutte le forze di polizia fossero dotate
di etilometro. Ancora oggi molti non ce l’hanno». L’inasprimento delle sanzioni
può bastare? «L’inasprimento delle sanzioni da solo non basta, perché stiamo
parlando di un fenomeno, oltre che socio-sanitario e giuridico-legale,
soprattutto di natura culturale. Lo stato di ebbrezza è raggiungibile anche con
quantità modeste e quindi anche da parte di coloro che vanno a ristorante». L’Asl
cosa fa? «L’Asl, insieme alle associazioni di volontariato attiva dei momenti
informazione e prevenzione. Su questo piano stiamo da anni lavorando. Da poco è
attivo un corso denominato "Notti sicure", costituito da una serie di
incontri in cui si parla dei rischi legati al consumo di alcol ma anche degli
aspetti della propria salute e i rischi legati strettamente alla guida in stato
di ebbrezza». Quali i consigli deve seguire chi si mette alla guida? «Cercare
di modificare la nostra cultura riguardo all’alcol, soprattutto quando viene
consumato prima della guida o prima di mettersi al lavoro. Anche le piccole
quantità riducono i riflessi e i tempi di reazione». gp.fi.
IL GAZZETTINO
Parte da Vicenza la petizione,
fatta girare nelle discoteche e nei locali, per soluzioni meno penalizzanti per
il settore
Diecimila firme contro la legge
antialcol (la.pi) Da Vicenza parte il no al giro di vite alla
consumazione di alcolici nelle discoteche. Il popolo della notte si mobilita
contro una "legge iniqua" che proibisce ai locali di spettacolo e
intrattenimento di somministrare bevande alcoliche dopo le 2. Promotore di
questa crociata "antiproibizionista" è Fabio Facchini, titolare del
Victory Club House e di Villa Bonin che da alcuni giorni sta facendo girare via
web una petizione (www.petitiononline.com/noalcol) contro la legge, licenziata
dal Parlamento i primi di ottobre. All’appello, che sta passando anche di
discoteca in discoteca, hanno già aderito in diecimila, a livello locale.
L’imprenditore, che proprio ieri in qualità di rappresentante provinciale del
sindacato italiano locali da ballo e coordinatore regionale dello stesso Silb,
ha portato la questione davanti al consiglio regionale, definisce la situazione
«abbastanza grave, perchè, a parte l’aspetto economico di questa legge che
penalizza il settore, ci sono altre problematiche in ballo. Mi riferisco al
fatto che il divieto riguardi soltanto le discoteche. Dunque i bar per esempio
continueranno a vendere alcolici anche dopo le due». Senza contare il fatto che
«i giovani, fonte inesauribile di idee, troveranno mille altri modi per
consumare alcol dopo quell’ora». Per Facchini, sul problema dell’abuso di alcol
e degli incidenti nelle strade, «L’unico modo è inasprire i controlli con
pattuglie all’uscita delle discoteche, in modo da convincere i giovani a
prendersi le loro responsabilità». Su un piano meno pratico, invece, «bisogna
far arrivare il messaggio che la persona che guida non può bere. Nei miei
locali stiamo lavorando a un progetto che permette al "guidatore
designato" di essere identificato all’entrata della discoteca con un
braccialetto. Per questa persona tutte le bevande analcoliche saranno comprese
nel biglietto». A far rabbia è il fatto che «legge sia stata fatta senza il
parere delle associazioni di categoria. Quando i giovani sapranno che dopo le
due non si può bere, non verranno più. I locali perderanno il 50% del fatturato
e dovranno chiudere, almeno quelli che non hanno investito sulla ristorazione.
Si parla di un 60% in meno di persone che lavoreranno in questo settore».
Settore che «viene sempre messo sotto accusa quando si parla di persone che
bevono e di incidenti, si sta demonizzando una categoria che invece dà un
servizio sociale e che mantiene una certa vigilanza sui giovani».
MONTAGNA.TV
Albergatori: la legge sull’alcol
ci rovinaBOLZANO - C’è aria di protesta in Alto Adige. Gli
albergatori della regione si sono lamentati per la legge sulla sicurezza
stradale, che vieta di vendere alcolici dopo le due di notte. A inasprire le
proteste c’è anche l’accanimento nei controlli. Vietare gli alcolici dopo una certa ora è un’idea che non
è piaciuta agli albergatori dell’Alto Adige. "La settimana scorsa - hanno
spiegato i gestori degli alberghi - 15 pubblici esercizi sono stati chiusi
nella sola città di Bolzano". Ma c’è di più: sempre secondo quanto riferito dai
proprietari degli alberghi trentini, le norme sull’abuso di alcol non vengono
applicate soltanto agli auotomobilisti, bensì anche contro persone che avevano
bevuto troppo e avevano deciso di tornare a casa in taxi. Valentina Corti
ALCOLISMO
Abuso e violenza in famiglia dove ci sono genitori
alcolisti o tossicodipendenti Progetto con l’obiettivo è creare una rete efficace negli
interventi, in grado di affrontare il tema della protezione dell’infanzia in
generale, e quella dei bambini che vivono in ambienti a rischio L’Ausl di Reggio sta facendo un grande sforzo per
fronteggiare un problema tra i più delicati dell’epoca attuale: la violenza che
può scatenarsi in famiglia quando uno o entrambi i genitori sono alcolisti o
tossicodipendenti. La AUSL DI REGGIO è impegnata sul fronte della prevenzione e
del trattamento di tutti i tipi di abuso e di violenza contro i bambini, i
giovani e le donne e nella protezione dei gruppi a rischio; in particolare da
qualche tempo viene data molta attenzione ai rischi che si verificano allorché
in famiglia c’è alcol o droghe. L’AUSL di Reggio Emilia, infatti, è attivamente coinvolta
in tre progetti europei approvati e sostenuti dalla Commissione Europea Per favorirne la diffusione l’AUSL di Reggio Emilia ha
costituito un Comitato locale. Chalvi, Tavim e Chapap’s sono i nomi dei tre progetti che
si occupano rispettivamente della prevenzione, del trattamento e della
costruzione di una rete socio-sanitaria competente per l’abuso e la violenza
connesse al consumo di alcol o di droghe. L’abuso e la violenza nelle famiglie
correlate alle sostanze è un tema molto complesso, difficile da gestire e
trasversale a differenti servizi sociali e sanitari: per le tossicodipendenze,
per l’alcolismo, per i minori e per le famiglie e tutto il sistema ad essi
collegato. Il gruppo di lavoro racchiude al suo interno pediatri, medici di
famiglia, emergenze-urgenze e pediatrie degli ospedali, Sert, Comunità
terapeutiche, Servizi Sociali dei Comuni; tuttavia, si sente l’esigenza di
creare un legame più forte con il mondo educativo e con le scuole di ogni
ordine e grado. L’obiettivo centrale del lavoro è creare una rete efficace
negli interventi ed efficiente, ovvero in grado di utilizzare nel miglior modo
possibile le risorse presenti sul territorio: il tema della protezione
dell’infanzia in generale, e quella dei bambini che vivono in ambienti a
rischio (genitori violenti, consumatori, alcolisti) in particolare, non è un
tema da delegare agli specialisti ma che interessa l’intera comunità. Uno dei
compiti cruciali del sistema a rete è dunque esportare la cultura del benessere
e della cura dall’ambito sociosanitario a quello comunitario. Nel frattempo è attivato un sito web: www.encare.info
specialmente rivolto agli operatori ed tutti coloro che sono coinvolti nella
questione. Al gruppo pilota di studio per Tavim hanno partecipato
anche utenti in cura presso il Ceis, con storie caratterizzate da comportamenti
violenti e difficoltà nella gestione dei sentimenti di rabbia e aggressività. Inoltre continua la raccolta di documenti relativi a linee
guida/buone pratiche costruite localmente, sul tema violenza domestica e abuso
di sostanze. Infine vanno sottolineate le iniziative di formazione.
"Segni e sintomi della violenza nelle relazioni significative: come
riconoscerli e gestirli", la violenza nelle relazioni affettivamente
significative, è delicato e spesso tenuto sommerso: è difficile riconoscere i
segni dei comportamenti violenti, come è difficile affrontarli senza giudizio e
senza paura. Tuttavia, riconoscerne precocemente la presenza ed il significato
permette da un lato di proteggere i gruppi più a rischio come i bambini e le
donne, dall’altro di trattare l’aggressività, promuovendo e potenziando le
risorse individuali e sociali al fine di rendere più funzionali le relazioni
familiari. Molti insegnanti si stanno ingaggiando. Dal 19 al 23 novembre 2007 si svolgeranno varie
iniziative: Verranno gli esperti europei di Chalvi, quelli di Tavim e così si
avrà un convegno internazionale sulla correlazione tra consumo di sostanze,
violenza e attivazione delle risorse e delle competenze genitoriale. Prof. Umberto Nizzoli
IL GIORNALE DI VICENZA
SANGUE SULLE STRADE. La soluzione dell’Udeur:
«Tolleranza zero» Ubriachi al volante, la rabbia dei familiari I parenti delle vittime: «Non sono
reati di serie B» E torna in carcere il rom che ha investito 4 ragazzi ROMA Certezza della pena e prevenzione attraverso l’educazione
dei giovani. Questi, secondo l’associazione europea Familiari e vittime della
strada onlus, gli strumenti per combattere l’escalation di incidenti provocati
da guidatori alterati da alcol e droghe. Mentre riparte il dibattito sul possibile giro di vite.
Ieri il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha partecipato a un convegno
dell’Udeur dove è stata invocata «tolleranza zero» sulle strade. «I reati
stradali sono considerati di serie B», ha spiegato Federico Alfredo Bianchi,
membro dell’associazione Onlus. «È necessario garantire pene certe, perché
continua a passare il messaggio che uccidere in strada non è così grave». La
Onlus ha sollevato un problema su cui si dibatte da alcuni giorni: trasformare
il reato da omicidio colposo a volontario o doloso. In attesa di novità, il gip
di Firenze ha messo in atto la proposta. Con l’accusa di omicidio volontario ha
convalidato l’arresto del guidatore che sotto l’effetto di cocaina e alcol ha
ucciso un’anziana. L’onorevole Mauro Fabris (Udeur) propone la «tolleranza
zero per chi si mette al volante ubriaco o sotto l’effetto di droghe». La
proposta prevede una modifica del codice della strada grazie all’introduzione
di una nuova fattispecie di reato: il delitto doloso nel caso in cui un
conducente alterato dovesse uccidere o provocare lesioni personali. Novità che
comporterebbero anche un deciso inasprimento delle pene per gli automobilisti
«alterati». Intanto il tribunale del riesame di Ancona ha accolto il
ricorso della Procura di Ascoli contro la concessione degli arresti domiciliari
a Marco Ahmetovic, il rom che ubriaco alla guida del suo furgone falciò ad
Appignano del Tronto quattro ragazzi, fatto per il quale è stato condannato a
sei anni e mezzo di carcere. Il Tribunale ha ordinato il ripristino della
custodia cautelare in carcere. (…)
L’ARENA
TORRI. Convegno
venerdì sulle dipendenze Il cervello di chi usa droga e alcol si riduce così Serpelloni mostrerà
con foto i danni al sistema nervoso «Droga e alcol, dipendenze killer anche nel Veronese». È
questo il titolo della serata organizzata a Torri per venerdì alle 21,
nell’auditorium della chiesa sconsacrata di San Giovanni. A organizzarlo è
l’assessorato alle politiche giovanili del Comune di Brenzone, in
collaborazione e col patrocinio dell’amministrazione di Torri, della sezione
locale dell’Aido, del Gruppo Giovani Giornalisti Veronesi e col supporto del
Circolo Culturale Giovannino Guareschi di Reggio Emilia. Il gruppo Aido, tra
l’altro, sabato e domenica metterà in vendita al porto le piante di Anthurium
per sensibilizzare l’opinione pubblica e autofinanziarsi. A parlare venerdì sera saranno invece i big provinciali e
regionali del Veneto in tema di dipendenze, politiche per la famiglia e
sicurezza. Il primo sarà Giovanni Serpelloni, direttore dell’Osservatorio
regionale sulle dipendenze e dell’omologo dipartimento della Ulss 20 di Verona.
Da decenni il medico è davvero in prima linea nella lotta alla droga: è ormai
conosciuto in tutta Italia il lavoro che il suo gruppo del Sert di via
Germania, a Verona, svolge in questo ambito. A seguire, gli interventi del
dottor Raffeaele Ceravolo, direttore del Sert dell’Ulss 22, che darà i numeri
del problema anche nel territorio gardesano e baldense, e quindi dell’assessore
provinciale alle politiche giovanili, Maria Luisa Tezza, del neoassessore
regionale alle politiche sanitarie, Francesca Martini, alla sua prima uscita
ufficiale nel nord del Garda e, infine, dell’assessore regionale alla
sicurezza, Massimo Giorgetti. Quest’ultimo illustrerà ai cittadini la nuova
legge regionale sulla somministrazione degli alcolici, entrata in vigore il 10
ottobre. A moderare l’incontro, la giornalista Giuditta Bolognesi. «I problemi della droga e dell’alcol», ha commentato
l’assessore alle politiche giovanili di Brenzone Davide Benedetti, «hanno
pesanti ripercussioni sulla salute e sulla vita dei cittadini anche nel nord
del Garda. Vogliamo lanciare un messaggio ai giovani: è necessario allontanarsi
da queste dipendenze, veri e propri killer sia per chi ne è schiavo che per il
resto della popolazione». «Venerdì sera», hanno infine reso noto gli
organizzatori, «sarà possibile rendersi conto, grazie a immagini del cervello
davvero spettacolari, di quali danni facciano le droghe, la cocaina in
particolare, al sistema nervoso degli umani».G.M.
RAINEWS24
Padova, scatta l’ordinanza anti ’spritz’: stasera la
protesta no global Padova, piazza delle Erbe L’appuntamento è nella
centralissima Piazza delle Erbe, solitamente invasa dal popolo dello spritz:
venite ’con tutto quello che fa rumore’, dicono gli organizzatori della
protesta contro l’ordinanza anti alcol. L’abuso di alcol tra i giovani e meno giovani, a Padova e
dintorni, ha suscitato un vero e proprio allarme sociale. Ecco perché si è
mosso il prefetto Paolo Padoin: da stasera, grazie ad un’ordinanza valida ogni
mercoledi’ venerdi’ e sabato, in centro città e nella zona del Portello, dove
si concentrano molti locali frequentati da studenti, sarà vietato, dopo le 20,
vendere alcolici in bottiglie di vetro o lattine. Una decisione drastica che si è resa pressoché necessaria
dopo le infinite proteste dei residenti assillati da gruppi di giovani
ubriachi, schiamazzi e urla che si protraggono fino alle ore piccole. Il tutto
accompagnato dall’abbandono di rifiuti di ogni genere prodotti dal rito dello
spritz, l’aperitivo che si consuma la sera sulle piazze del Veneto. Il pugno di ferro del prefetto, sottoscritto dal sindaco
Flavio Zanonato, non passa senza ulteriori polemiche. I primi ad opporsi
all’ordinanza sono i no global, quelli del centro sociale Pedro di Padova che,
stasera, scenderanno in piazza per farsi una bella bevuta alla faccia dei
divieti. E sono proprio i centro sociali quelli nel mirino dell’amministrazione
cittadina: "Senza di loro - dice senza mezzi termini l’assessore ai
Servizi Sociali del Comune, Claudio Sinigaglia - il fenomeno degli spritz avrebbe
una dimensione normale. Sono loro che diffondono un messaggio negativo
invitando i giovani a bere sempre di più, prospettando una società di
ubriaconi". Confersercenti, in difficoltà, non dice quello che
vorrebbe dire, ma osserva che il proibizionismo non è la panacea: si colpiranno
i bar, gli esercenti - dicono i commercianti - e i ragazzi andranno a
procurarsi l’alcol nei supermercati. Il problema spritz è talmente sentito, in
città, che scenderanno in campo stasera anche alcuni ragazzi con le magliette
anti sbronza: davanti, stampati, i cinque livelli di tasso alcolico. Dall’altra
parte, rumorosi, i no global e i fedelissimi dello spritz.
CORRIERE ADRIATICO
La preoccupazione
del procuratore dei minori Pastore: “Ma l’organico non ci permette di lavorare
per i ragazzi” Infanzia bruciata, alcolisti a undici anni Allarme droga a
scuola. Studenti-pusher con la contabilità dello spaccio ANCONA - Fanno indigestione delle nuove mode del
divertimento e bevono tanti, troppi cocktail. Hanno undici anni e si sentono
già maggiorenni. Consumano after hour e pezzi di fegato sui seggiolini dei bar,
sorseggiando movida e l’ebbrezza da grandi. Ha l’età da prima media l’ultimo
allarme lanciato dalla procura dei minorenni. Capita sempre più spesso che il
passaggio dall’infanzia all’adolescenza venga innaffiato dall’alcol. Si abbassa
vertiginosamente il limite della dipendenza dalla bottiglia. Cominciano con
aperitivi a bassa gradazione alcolica, ma poi se ne fanno un altro, un altro, e
un altro ancora. E diventa assuefazione. “Li trovi di sera seduti nei bar,
oppure di giorno entrano nei centri commerciali e fanno il pieno di
superalcolici”. Il procuratore Ugo Pastore tratteggia col pennarello della
preoccupazione il nuovo inquietante fenomeno dell’infanzia ubriaca. Una piaga
aperta nella coscienza degli adulti - non solo i genitori -. E difficile da
sanare. La medicina più che mai può derivare dalla prevenzione e
dall’educazione. Quasi impossibile reprimere, se non mettere nel mirino chi
somministra intrugli ai ragazzini. Non è molto più facile fermare col pugno di ferro l’altra
emergenza sociale, combattere l’altra sostanza che inquina il mondo dei
ragazzi. La droga tra i banchi delle superiori non è purtroppo una novità. Ma
qualcosa cambia nella tipologia - lo scettro è passato alla pasticca della
felicità artificiale (ecstasy ma non solo), corteggiatissima regina delle notti
del weekend - e nei canali di approvvigionamento degli stupefacenti in classe.
“Ormai non si spaccia più davanti alle scuole - spiega Pastore -, all’esterno
si sentono più esposti, le organizzazioni la fanno circolare all’interno
attraverso studenti che indossano la doppia veste di consumatori e
spacciatori”. Ci sono state indagini dei magistrati minorili che hanno portato
alla luce, frugando tra diari e quaderni degli appunti, foglietti con la
contabilità dello smercio: ordini, quantità, fornitori, acquirenti. “Fare
indagini è molto complicato - ammette il procuratore - si deve lavorare in
sinergia con gli istituti scolastici sulla base di intese ancora tutte da
stabilire”. E c’è bisogno di “grande attenzione da parte di tutti sui
comportamenti dei giovani, e anche sulle zone a rischio del territorio”. Alcol e droga. Il doppio allarme restituisce un’eco ancor
più sinistra nei locali del Tribunale dei minorenni, sguarnito di personale.
Due magistrati, pianta organica - già datata e insufficiente - di quindici
dipendenti amministrativi. “Di questi due per motivi diversi non ci sono, e
ogni giorno ce ne sono la metà tra ferie, malattie e contratti a termine”. Gli
uffici della giustizia minorile marchigiani svettano in ltalia nella classifica
dei più penalizzati in fatto di risorse umane. Piazzamento accertato da un
recente sondaggio del quotidiano nazionale “Il Sole 24 ore” che ci ha messo
addosso la maglia nera degli uomini a disposizione della giustizia minorile.
“Eppure di lavoro ne abbiamo fatto tanto”, precisa Pastore. E tanto ne resta da
fare. Il numero risicato dei dipendenti fa tremare davanti allo scenario in
evoluzione dei reati da perseguire. “Per un certo tempo si è mantenuto lo
stesso trend, nell’ultimo anno abbiamo registrato un aumento dei reati”. Ne
sono stati iscritti circa mille. “Meno contro il patrimonio, più violenze,
soprattutto in materia sessuale”. E a differenza di quanto accade per la
criminalità dei “grandi”, la maggioranza degli autori è italiana. “La
percentuale di stranieri è fisiologica”. Altro campanello che suona e scuote
gli animi di chi ha a cuore la vita dei nostri ragazzi. EMANUELE COPPARI
CCSNEWS
ALCOOL ASSASSINO 16 ottobre 2007 - È
curiosa quanto aberrante la pochezza nell’uniformità di giudizio del
giornalismo italiano. La parola d’ordine è sempre la stessa: sbatti il mostro
in prima pagina. Negli ultimi giorni la vita del nostro paese pare girare
esclusivamente attorno agli incidenti provocati dagli ubriachi al volante. Come
se in Italia non avesse mai bevuto nessuno. Il problema per il legislatore è
annoso: come arginare gli effetti negativi del consumo di una sostanza legale
che interessa decine e decine di milioni di cittadini? Ovviamente con la
tolleranza zero, tanto di moda di questi tempi. Il problema è che la stesura di
leggi sempre più severe che prevedono l’arresto, non possono fungere da
deterrente perché materialmente è impossibile metterle in pratica con il nostro
sistema giudiziario colabrodo. Di proibizionismo ovviamente non se ne parla
proprio, visti gli interessi economici che ruotano intorno al business delle
bevande alcoliche. L’unica soluzione sarebbe un’educazione civica e civile dei
cittadini, ma nella rozza ed ignorante Italia la cosa ci sembra un’utopia. domenico camodeca
ALCOLISMO
Schiavo dell’alcool, picchia i genitori per soldi Arrestato 34enne con l’accusa di
estorsione continuata e lesioni gravi. di La Redazione È finito in manette per aver picchiato i genitori che gli
avevano negato il denaro per alcool e sigarette. È successo la scorsa notte a
Terlizzi, dove i carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato M.C., 34enne
del luogo, noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di estorsione continuata e
lesioni gravi. Giunti presso l’abitazione segnalata da una richiesta di
aiuto pervenuta sul "112" , ai militari ha aperto la porta un signore
attempato con il volto tumefatto, che ha raccontato di essere stato aggredito
per l’ennesima volta dal figlio, avendogli rifiutato il denaro necessario per
acquistare le sigarette e passare la serata al bar. Le conseguenze, constatate dai carabinieri, sarebbero
state ben più gravi se l’intervento dei vicini non avesse interrotto la
violenza del bruto, scagliatosi anche contro la madre, costretta da anni a
sopportare insulti, minacce e percosse da parte del figlio alcolista, quando
non in grado di dargli giornalmente dai 30 ai 50 euro. Rintracciato dopo alcuni minuti per le vie del centro,
l’uomo è stato arrestato ed associato presso la casa circondariale di Trani, a
disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Lo sfortunato genitore, accompagnato presso il locale
pronto soccorso, ha riportato traumi facciali giudicati guaribili in una
ventina di giorni.
IL TIRRENO
RISCHIO STRADE Firenze. «Assunse
alcol e droga e agì scientemente fuggendo ai controlli delle forze
dell’ordine» Accusato di omicidio volontario Ubriaco a bordo del
Suv uccise un’anziana: linea dura del Gip Il giudice va oltre le richieste del pm ROBERTA RIZZO OMICIDIO volontario. Questa la pesante accusa alla quale
dovrà rispondere Rodolfo Bonavolta, l’agente immobiliare, 33 anni, di Carpi (in
provincia di Modena), che lo scorso 13 ottobre, sotto l’effetto di alcol e
cocaina, ha provocato un incidente stradale a San Casciano nel quale ha perso
la vita un’anziana e altre due donne sono rimaste ferite. Il giovane non
dovrà dunque rispondere di omicidio colposo, come richiesto dal pm, bensì di
omicidio volontario e la condanna si prospetta ben più pesante. E’ infatti
inusuale che, negli incidenti d’auto mortali, il colpevole venga accusato di
omicidio volontario. La decisione è
stata presa ieri dal gip di Firenze, Paola Palasciano, la quale ha disposto la
custodia cautelare in carcere per Bonavolta. L’agente immobiliare si trova
nella struttura penitenziaria fiorentina di Sollicciano dalla sera stessa
dell’incidente e ha ricevuto la visita del suo legale. Secondo il gip,
Bonavolta ha dunque piena responsabilità nell’aver provocato l’incidente mortale
con l’aggravante dell’assunzione di alcol e droga e di aver agito scentemente
fuggendo ai controlli delle forze dell’ordine. Un comportamento che fa ritenere
il giovane pienamente cosciente delle sue azioni, tanto da agire in modo
criminale accelerando sempre più e portando l’auto ad una velocità tale da
seminare i carabinieri che lo inseguivano. La sua folle corsa è terminata in
maniera drammatica provocato l’incidente rivelatosi fatale per l’anziana donna
fiorentina. La ricostruzione
degli investigatori spiega perfettamente la dinamica dell’episodio: il
pomeriggio del 13 ottobre, l’agente immobiliare era alla guida del suo Suv, una
Jeep Cherokee Ltd quando, fermato per un controllo nei pressi del casello
autostradale di Firenze-Cerosa, è fuggito a velocità molto elevata.
Immediatamente alcune pattuglie dei carabieri l’hanno inseguito. E la fuga è
terminata sulla Cassia, vicino a San Casciano, quando il Suv di Bonavolta si è
scontrato con una Ford Ka, a bordo della quale viaggiavano tre anziane. L’urto
è stato violentissimo: ha perso la vita Zelinda Nencioni, 74 anni, mentre sono
rimaste ferite Fiorenza Nencioni, 70 anni sorella della vittima, e Franca
Casini, 82 anni. Una volta portato
in caserma i carabineri hanno sottoposto Bonavolta al test per l’alcol e la
droga che è risultato positivo, infatti il giovane aveva un tasso alcolico che
andava ben oltre i limiti imposti dalla legge e le tracce di assunzione di
cocaina sono subito state rilevate dall’esame. Di incidenti
mortali provocati da persone che assumono elevati quantitativi di alcol sono
sempre più numerosi, tra i più recenti anche quello accaduto a Francavilla al
Mare (in provincia di Chieti) dove una russa di 34 anni, Alevtima Tchoumak,
ubriaca, era al volante senza neppure avere la patente. In pochi secondi ha
travolto una ragazza, Lorena Mucci, di 27 anni, di Pescara, che è morta sul
colpo. E per Alevtima Tchoumak il pm di Chieti, Rosangela Di Stefano, chiederà
un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di omicidio colposo e omissione
di soccorso. Se cono il pubblico ministero la donna deve rimanere in carcere
perchè sussite un rischio elevato di fuga.
AUDIONEWS
Chieti. Ubriaca uccide ragazza,
arresto convalidato Resta in carcere la donna russa che domenica sera,
guidando ubriaca, ha investito e ucciso una 28enne a Francavilla al Mare, in
provincia di Chieti. Questa mattina il gip ha convalidato l’arresto. Le accuse
per lei sono omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di
ebbrezza.
Giovedì, 18 Ottobre 2007
email
stampa
Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?
Iscriviti alla Newsletter
|