ASAPS Emergenza alcol al volante Parlano gli esperti dell’Istituto
Superiore di Sanità: la dose massima di vino per chi guida? La soluzione
migliore è non bere affatto Qualche considerazione sui “cecchini” della strada Di Lorenzo Borselli 19 ottobre 2007 – Sono stati
giorni d’angoscia sulle strade: pirati ed ubriachi l’hanno fatta da padrona,
lasciando dietro il loro passaggio una scia di sangue, paura e sgomento.
Sull’onda emozionale della cronaca è tornata ad esprimersi la politica, ma si è
ancora lontani – a nostro parere – dal poter modificare lo status-quo e portare
la questione “strada” a livelli accettabili per uno stato che possa dirsi
civile. Si avverte bisogno di sicurezza, ma anche di certezze: le nuove norme,
per quanto poco valide in fatto di deterrenza, sono state accolte con
diffidenza, in parte smontate dalle lobby di sballo e velocità: da una parte
coloro che rivendicano il diritto di vendere alcolici a go-go, ad ogni ora del
giorno e (soprattutto) della notte, continuando in larga parte a somministrare
bevande anche oltre i nuovi limiti orari fissati dalle leggi, dall’altra coloro
che si cercano di convincere (non si è capito “chi”) che la velocità più
limitata non è la panacea di tutti i mali. Potremmo anche condividere, ma senz’altro
le conseguenze degli impatti si aggravano col quadrato della velocità. Questa
non è un’opinione: è fisica, ed il nostro Franco Taggi, direttore del reparto
Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), lo ha confermato in
molti degli articoli pubblicati a titolo di consulente su “Il Centauro”. E proprio all’ISS i principali
organi di stampa si sono rivolti per dare risposta ad una delle domande più
ricorrenti degli ultimi tempi: “quanto alcol si può bere per non incorrere nel
superamento della soglia legale?”. L’agenzia ANSA ha interpellato il dottor
Piergiorgio Zuccaro, tossicologo presso l’Istituto, mentre Il Messaggero ha
intervistato il direttore dell’Osservatorio nazionale sull’alcol dell’ISS,
Emanuele Scafato. La risposta è semplice: bastano due bicchieri di vino per
raggiungere la soglia legale di 0,5 g/l. “Un calice di vino, una lattina di
birra, un aperitivo o un bicchierino di superalcolico – si legge sul Messaggero
che cita Scafato – contengono rispettivamente 125, 330, 80 e 40 millilitri di
liquido: in tutti i casi la quantità di alcol presente è 12 grammi, che
corrisponde a un livello di alcol pari a 0,2 grammi per litro di sangue per cui
sono necessarie due ore per riportare a zero la quantità di alcol presente nel
sangue. Naturalmente – precisa il direttore dell’Osservatorio – il livello di
alcol può aumentare più rapidamente quando si beve a stomaco vuoto, così come
nelle donne (la cui capacità metabolica è la metà rispetto a quella di un uomo)
e nelle persone più magre”. Meglio sarebbe, come fanno all’estero, non bere
affatto quando si guida, designare un conducente sobrio (il cosiddetto capitano
di serata) che riaccompagni la comitiva al termine della serata. Meglio ancora,
fregandosene degli sguardi di sufficienza o di compatimento, ordinare al barman
un bel succo di frutta, ma sembra proprio che una sorta di etichetta sociale in
vigore nel dopocena (ma anche durante i pasti) vieti categoricamente questo
atteggiamento eccessivamente salutistico o, nel peggiore dei casi, bollato come
puritano. “Chi guida con un tasso alcolemico di 1,5 – osserva il tossicologo
Piergiorgio Zuccaro, che si compiace con l’Ansa dell’inasprimento legislativo e
delle varie fasce di trasgressione introdotte nel codice della strada – ha
bevuto almeno uno o due litri di vino, anche se il tasso può variare a seconda
del tempo trascorso dal momento in cui si beve e quello in cui ci si mette al
volante. Persone con tassi così elevati, sono bombe che camminano, senza
nessuna cognizione di quello che stanno facendo, vere e proprie macchine
impazzite”. “Bombe”, “macchine impazzite”: è giusto che nel 2007, chi esce la
sera per una serata debba mettere in conto di essere centrato da una di queste
persone, al volante senza alcun controllo? La rassegnazione alla quale ciascuno
di noi, nonostante tutto, sembra aver metabolizzato, ci ricorda le interviste
fatte ai superstiti dei cecchini del mercato di Sarajevo, durante la guerra in
Bosnia. Ricordate? Tutti sapevano che da qualche palazzo uno sniper stava per
tirare il grilletto, ma nessuno – o quasi – poteva rinunciare a fare la spesa. “Ci
si può limitare a un bicchiere di birra o di vino, oppure a un bicchierino di
whisky. Tuttavia – rileva Zuccaro – queste sono quantità approssimative e
dettate dal buon senso, perché bisogna considerare anche il tempo che passa dal
momento in cui si beve a quello in cui ci si mette alla guida. Inoltre non
tutti reagiscono allo stesso modo alla stessa quantità di alcol e va tenuto
conto del fatto che la sua assimilazione è proporzionale al peso”. L’esperto
consiglia – a chi sospettasse di aver esagerato, col gomito – di acquistare uno
dei tanti etilometri fai da te, che si possono comprare in farmacia, in qualche
supermercato o su internet, ribadendo il concetto che meglio sarebbe non
bere affatto. Il problema, secondo noi, è che colui che beve, ad un certo
punto, non è più in grado di smettere. Avrebbe dovuto pensarci prima, ma non in
Italia non è affatto facile essere controllati per strada. La possibilità di
vedere un poliziotto che ti porge il boccaglio di un etilometro, equivale a
trovare un biglietto da cento euro per strada. La vera domanda del secolo, non
è “quanto alcol possiamo bere per non superare la soglia legale”, ma “quante
sono le possibilità, per un conducente, di incorrere in un controllo
etilometrico”. Ovviamente, conosciamo la risposta, sapendo che sulle strade
italiane l’utilizzo dell’etilometro è quasi irrilevante. La Polizia Stradale ed
i Carabinieri riescono a mettere insieme circa 500.000 controlli l’anno (erano
poco più di 200.000 fino allo scorso anno) che, spalmati su 35 milioni di
patentati, significano una possibilità di controllo ogni 80/100 anni. Non
possiamo considerare il contributo delle polizie locali, perché non vi è alcun
dato statistico nel merito. Secondo uno studio dell’ETSC (European Transport
Safety Control), nel periodo 2002/2004 solo il 3% dei patentati italiani è
stato sottoposto a controllo (e solo l’1% è stato sottoposto a più di una
verifica), rispetto al 16% della media europea e al 38% dei paesi con più alto
tasso di controlli. Pare mancare la condivisione, sembra essere assente
un’illuminata chiave di ragionamento. Chi specula sulla vita dei nostri
giovani, ma non solo, è colui che riempie loro il naso di alcolici e
superalcolici, affermando che non è il bere la causa di tanto sangue,
dimenticando i quattrini che si fanno a servire un drink dopo l’altro a chi
deve poi tornare a casa. Chi specula sulla vita di tutti, è colui che sventola
i dispositivi di sicurezza passiva montati su questo e l’altro modello di auto,
salvo poi alludere che al volante di quel mostro la strada è una conquista. Eh
già. Una conquista sarebbe riuscire a tornare a casa, sani e salvi. (*) (*) Nota: ad integrazione del
bell’articolo di Lorenzo Borselli aggiungiamo alcune considerazione di Andrea
Noventa del Sert di Bergamo E’ importante considerare che: 1. 0.5 si può raggiungere anche
con 2 unità alcoliche, in particolare dipende dal peso e dal sesso, e se si è a stomaco vuoto; 2. con 0.5 il rischio è comunque
almeno il doppio; 3. il consumo di alcol (anche
basse quantità) è una delle variabili che possono influire nella guida . La
stanchezza, il lungo viaggio, le condizioni fisiche (malattie), l’uso di
farmaci o droghe , le difficoltà di concentrazione, il sonno, e non ultimo il
traffico e la viabilità, le condizioni climatiche e l’ora, possono influire in maniera sinergica sulla
guida e sulla sicurezza; 4. in tutto il mondo e in
particolare in Europa si tende al ribasso dei limiti (v. Germania per i giovani ecc.) per una strategia di cautela e di sicurezza (v.
tematiche collegate alla guida e al lavoro ad es. autisti, applicazione
dell’art. 15 della 125/2001, dove l’alcolemia dovrebbe essere zero); 5. il messaggio e le campagne
informative e di sensibilizzazione
devono essere chiare e non ambigue, visti gli stili di consumi della
popolazione, per non indurre in
incertezze sia nei guidatori che per quanto concerne anche i controlli.
"Chi guida non beve", "alla guida alcolemia zero",
"bere o guidare" ecc. 6. inoltre credo rilevante che gli operatori, i politici sostengano
legislazioni e messaggi di cautela e attenzione per rinforzare cambiamenti
positivi e più sicuri degli stili di vita e non aumentare incertezze nei
cittadini; 7. le azioni sulla sicurezza stradale dovrebbero essere
coerenti con le indicazioni scientifiche in un piano organico e di facile
attuazione.Inoltre la legislazione dovrebbe favorire una maggiore
consapevolezza , comprensione dei fenomeni e delle azioni di protezione sociale
per una maggiore consapevolezza sociale e comunitaria. dr. Andrea Noventa - Resp. Area Prevenzione - Sert Uno
Dipartimento delle Dipendenze ASL di Bergamo L’ARENA SOAVE Il corso sul vino di Borgo Rocca Sveva si apre con una lezione sui
rischi tenuta dal dottor Bettili e dal comandante della compagnia di San
Bonifacio Gueli Alcol, ecco quando è fuorilegge Simulazioni e test con medico e carabinieri Per cavie volontari
«costretti» a bere del vino Emergenza superalcolici: i ragazzi di 16 e 17 anni
li «reggono» meno degli adulti Paola Dalli Cani Il bicchiere di vino, il medico,
il carabiniere e l’etilometro fanno pace: piacere, prevenzione, repressione e
accertamento scoprono l’equilibrio tra le pareti della prima cantina
cooperativa d’Italia. Scenario dell’inconsueto meeting
Borgo Rocca Sveva in occasione dell’avvio del nono corso dedicato a vino e
dintorni. «Abbiamo scelto un approccio volutamente culturale», esordisce il
presidente Luigi Pasetto, «perché la vera cultura del vino e dell’enogastronomia
passa da coscienza, conoscenza e consapevolezza». Ad ascoltarlo, oltre ai
corsisti, due ospiti inusuali: Claudio Bettili, medico di base e allergologo, e
il tenente Salvatore Gueli, fresco di nomina alla guida della Compagnia
carabinieri di San Bonifacio, insieme al maresciallo Marco Puglielli. Terzo
incomodo l’etilometro. È il tenente Gueli ad aprire la
lezione con un sondaggio in «classe»: una coppia di coniugi che ha cenato
un’ora e mezza prima accompagnando al piatto lei un bicchiere di vino e lui 2
si offre come cavia. Si comincia col precursore, un attrezzino maneggevole che
fa una prima valutazione circa lo stato di alterazione da alcool e apre la
strada all’etilometro solo in caso positivo: permette di utilizzare
l’etilometro esclusivamente quando vi sia fondato motivo di farlo. Basta
soffiarci dentro: il 10 per cento dell’etanolo ingerito viene eliminato anche
con l’aria espirata, e per la coppia c’è il semaforo verde: 0,00 per lei, 0,25
per lui. «Gli effetti e la digeribilità del vino dipendono dalla gradazione
alcolica, dalla tipologia, dalla quantità ingerita, ma anche da età, sesso,
peso corporeo, tempo e frequenza di assunzione», dice il medico. La
dimostrazione è lì, fisica: «Dato che il tessuto adiposo è più sviluppato nel
sesso femminile, a parità di alcol ingerito rimane, rispetto all’uomo, più
alcol nella parte acquosa dell’organismo», spiega il dottor Betteli. Tre
bicchieri mentre si mangia fanno in genere dilatare il tempo necessario a
raggiungere il valore massimo di alcolemia che, in ogni caso, è più basso
rispetto a quello che si raggiungerebbe a digiuno. Altro dato: un buon
bicchiere a tavola si elimina prima di quello assunto a digiuno. E i tempi
fanno la differenza: «All’alcol servono 15-20 minuti per raggiungere i polmoni ed
essere visto dall’etilometro. Il valore rimane massimo per mezz’ora, poi
comincia a decrescere. Inutile bere caffè, molta acqua, mangiare dolci o altro.
Fumare peggiora le cose perché il tabacco può alterare il dato in senso
negativo. L’unica soluzione», spiega il medico, «è aspettare». La prova
empirica si chiama Federica Fasoli, la ragazza a cui è stato fatto bere 40
minuti prima un calice di Soave a digiuno: l’etilometro certifica 0,18. «Per
una completa eliminazione occorrono 7-8 ore all’uomo, 9-10 alla donna». Ma non per tutti è così:
«L’alcolemia aumenta tanto più rapidamente quanto minore è l’età della persona.
Il grafico del rischio su bevitori di 16 e 17 anni è praticamente una linea
retta verso il rischio certo», dice Betteli. Ma a quell’età, e ora parla il
tenente Gueli, non si ragiona sul vino: «Il problema tra i ragazzi lo creano i
superalcolici». Il problema si chiama unità alcolica: i 12 grammi di alcol che
stanno in un bicchiere da 125 ml di vino e che, col linguaggio dell’etilometro,
significa 0,28 per una donna e 0,24 per un uomo ponendo in 70 chili il peso
corporeo. Tradotto in altre bevande significa una lattina da 330 ml a 4,5
gradi, oppure un bicchiere (80ml) di aperitivo alcolico a 18 gradi oppure un
bicchierino (40 ml) di superalcolico a 36 gradi. Siamo lontani dal temuto 0,50
ma le cose cambiano se i bicchieri e le lattine sono due o tre. «È importante
in questo caso sapere quanto tempo bisogna aspettare prima di mettersi alla
guida: due unità alcoliche comportano l’attesa di un’ora per la donna e
mezz’ora per l’uomo e aumentando le unità alcoliche aumenta il tempo». «Bere
durante i pasti», conclude il medico, «riduce gli effetti dell’alcol perché ne
entra meno nel circolo sanguigno. Meglio anche bere a piccoli sorsi e nel
maggior tempo possibile». (*) (*) Nota: a volte per farsi
capire è meglio spiegare cosa non bisogna fare, piuttosto che il contrario.
Questo corso sul vino rappresenta un buon compendio di tutto quanto è meglio
non fare se si vuole prevenire gli incidenti correlati all’alcol. Ad esempio un
importante fattore di rischio, alla guida di un autoveicolo, è il falso senso
di sicurezza. Può essere causato dalla assunzione di alcolici, (anche
moderatamente), oppure partecipando a corsi come questo. LA STAMPA Villanova d’Asti. L’iniziativa
si amplia ai paesi del Pianalto Solo serate sicure in discoteca I Comuni affittano il locale. Per i ragazzi andata e ritorno in bus Elisabetta Fagnola Nel Pianalto Astigiano in
discoteca si va con l’autobus. Torna il progetto sulle discoteche sicure
lanciato l’anno scorso dal Comune, studenti e genitori di Villanova, e
quest’anno si allarga anche a Cellarengo, Vafenera, San Paolo Solbrito e Dusino
San Michele, gli altri Comuni dell’Unione Collinare. L’iniziativa è nata per trovare
agli studenti di Villanova tra i 14 e i 17 anni un posto in cui divertirsi in
sicurezza, senza bere alcolici e raggiungibile senza dover accettare passaggi.
Erano stati scelti i locali della Polisportiva Mezzaluna: “Ma ora sono troppo
piccoli e non sono nati per quell’uso – racconta il sindaco Roberto Peretti –
così abbiamo scelto di affittare una sala da ballo”. Sarà “La Rosa dei Venti”
di Valfenera ad ospitare la serata, una al mese a partire dal 31 ottobre festa
di Halloween. Il primo appuntamento è organizzato dal Comune di Villanova, i
successivi dagli altri Comuni del Pianalto, con un investimento di circa 500
euro a serata per l’affitto della sala e il trasporto. Sarà un autobus della
ditta “Giachino” a girare i cinque paesi per accompagnare gli studenti a ballare,
per poi passare a prenderli alle due. A coordinare il progetto Cristian
Giordano, trent’anni, laureato in Economia e per la seconda volta assessore
alle Politiche Giovanili di Villanova. “Ovviamente non verranno serviti
alcolici, verrà garantita la sicurezza – racconta – e la musica sarà curata
dagli stessi ragazzi, che daranno un contributo di 3 euro per l’ingresso”. L’ottica
del progetto è creare un’opportunità che prima nel Pianalto non c’era:
“Vogliamo cge i ragazzi si divertano in un luogo sicuro – aggiunge Giordano – e
che tengano ben presente alcune regole, come il divieto di consumare alcolici e
un orario preciso da rispettare”. Niente alcol e alle 2 a casa Domante a Matteo studente al Penna Matteo Bisognano ha quasi 18
anni, studia all’istituto “Penna” di Asti ed è uno dei ragazzi che hanno
lavorato sul progetto delle discoteche sicure. Come l’anno scorso, sarà anche
uno dei Dj che animeranno le serate. Come è nata l’iniziativa? Guardando i Tg con i nostri
genitori, tutti quegli incidenti in macchina, quelle morti di ragazzi spesso
non per colpa loro, come è successo alle nostre amiche di Dusino San Michele
Ludovica e Valentina. (*) Sentivate il bisogno di un luogo di ritrovo sicuro? Si, perché nel Pianalto non ci
sono locali per i giovani che non hanno ancora la patente, in cui ci si possa
divertire sena correre pericoli, e senza dover scomodare i genitori tutte le
volte a farci venire a prendere. Dal Comune vi hanno subito appoggiati? Si sono mossi subito, e ci siamo
sostenuti a vicenda. E i ragazzi di Villanova? All’inizio in paese molti erano
scettici. Poi hanno visto che moltissimi studenti hanno aderito, che hanno
rispettato senza problemi le regole stabilite all’inizio, come il divieto di
consumare alcolici e l’obbligo di tornare a casa alle due. L’obbiettivo era
divertirsi, e ci siamo riusciti. (*) Nota: investite e uccise da
un guidatore ubriaco. Altre iniziative attivate in memoria di Valentina e
Ludovica si possono trovare nel sito: www.valeludo.com, L’ARENA SICUREZZA. La Provincia ha stanziato 30.000 euro per l’acquisto di nuovi
etilometri Contro le stragi da alcol aiuti alla polstrada Acquisiti anche 21 precursori per la rilevazione veloce del tasso
alcolemico e altre attrezzature informatiche (*) Con trentamila euro la Provincia
ha contribuito alla sicurezza stradale, acquistando tre etilometri di ultima
generazione, in grado di rilevare l’alcol alveolare, 21 precursori per la
rilevazione veloce del tasso alcolico e varie attrezzature informatiche per la
polizia stradale. La consegna è avvenuta ieri in
Provincia da parte dell’assessore ai Trasporti, Alberto Martelletto, al
comandante della Stradale di Verona, Daniele Giocondi. La guida in stato di ebbrezza è
un reato penale. Il tasso alcolemico massimo previsto per legge è di 0,5 grammi
per litro di alcol nel sangue per chi guida, mentre per particolari categorie
professionali (medici, infermieri, conducenti di mezzi pubblici) la soglia massima
prevista è di 0,0 grammi per litro (assenza totale) durante l’attività
lavorativa. Il tasso varia in base al sesso,
dato che le donne hanno una tolleranza minore all’alcol rispetto agli uomini,
all’età e alla massa corporea. «La polizia stradale ha reagito
all’allarme scattato in primavera, quando nel primo trimestre del 2007 si sono
registrati circa 40 decessi causati dalla guida in stato di ebbrezza, con
l’intensificazione dei controlli su strada di giorno e di notte», spiega il
comandante Giocondi. «Abbiamo rilevato la diminuzione di guidatori in stato
d’ebbrezza ma, allo stesso tempo, un aumento del 1.186 per cento di guidatori
sotto effetto di sostanze stupefacenti. Chi guida dovrebbe astenersi
completamente dal bere, perchè già con un tasso dello 0,5 si possono
riscontrare difficoltà di equilibrio e di rilevazione dei colori». Il comandante aggiunge poi che le
leggende metropolitane sui trucchetti per ingannare gli etilometri non esistono
proprio. «Il rilevamento alveolare prescinde da qualsiasi cosa si possa
ingerire dopo aver bevuto». Chi mangia carta assorbente, o beve latte, dunque,
lo fa per nulla. Infine, l’assessore Martelletto
sottolinea che «la Provincia vuole aiutare la polizia stradale fornendo le
nuove apparecchiature tecnologiche, non solo a fini sanzionatori, ma anche per
favorire la prevenzione, sensibilizzando i giovani con campagne di prevenzione
nelle scuole». R.C. (*) Nota: la prevenzione degli
incidenti stradali sotto effetto di alcolici non può essere ricondotta tutta
all’uso degli etilometri da parte delle forze dell’ordine. Ma se pensiamo a
tante iniziative spesso molto più costose, con i più svariati e contraddittori
presupposti teorici, con messaggi ambigui e con nessuna verifica della loro
efficacia, l’acquisto di etilometri, per mettere in condizione chi deve
controllare di poterlo fare, diventa una delle scelte più utili ed opportune. CORRIERE DI COMO Rischio alcol anche tra i più
giovani L’INDAGINE CARITAS Una strada pericolosa, stretta,
scomoda. Una strada in cui l’attenzione non può mai venir meno. Una strada che,
tuttavia, attraversa paesi dove il rischio di cadere vittime dell’alcol è
elevato, anche tra i più giovani. Fatto questo che rende ulteriormente
insidioso il tracciato della Regina. Una indagine effettuata dalla
Caritas nei mesi scorsi ha infatti segnalato l’alta diffusione dell’abuso di
alcol tra i giovani del lago, compresi i giovanissimi, addirittura a partire
dalle scuole medie. Il ritratto è stato tracciato grazie a decine di colloqui
informali, chiacchierate amichevoli e incontri nei tradizionali luoghi di
ritrovo dei ragazzi ’laghèe’ effettuati proprio per conto della Caritas.
Interviste che hanno permesso di tracciare un quadro abbastanza dettagliato
della gioventù che vive lungo le sponde del Lario, tra persone che amano la
propria terra nonostante l’isolamento che solo quella tanto vituperata arteria
- la Regina appunto - riesce tra mille difficoltà a rompere. Già, perché
probabilmente, con una strada più facilmente (e velocemente) percorribile, le
abitudini di chi quotidianamente vive il lago potrebbero essere molto diverse. Invece il quadro che emerge
racconta di ragazzi che non si spostano dal paese, che preferiscono il guadagno
immediato a lunghi anni di studio e che, come detto, si lasciano prendere forse
con troppa facilità - nonostante il problema sia serio e in espansione anche in
città - dal vizio della bottiglia. Il resoconto della Caritas parla
poi del rischio di un’eccessiva chiusura, di una staticità che ha lati positivi
- l’amore per la propria terra appunto - ma anche il pericolo di soffocare
aspirazioni e orizzonti. Dopo la scuola dell’obbligo, così, la maggior parte
dei giovani del lago sceglie gli istituti professionali, se non addirittura
direttamente la strada che porta al lavoro in officine, fabbriche e cantieri
magari nella vicina Svizzera. Fortunatamente però in questi anni sono in
aumento i ragazzi che scelgono di continuare la carriera scolastica, anche se
questa è una via resa molto costosa proprio dalle difficoltà logistiche che una
Regina in migliori condizioni potrebbe in parte semplificare. La conclusione della Caritas è
che in un ambiente tanto chiuso e lontano dalla grande città diventa
inevitabile rifugiarsi nei soliti amici e nei soliti locali abbattendo la noia
con il bicchiere d’alcol. Un fenomeno che, come detto, non riguarda solo il
lago, ma che qui è vissuto come un trend diffuso da anni, quindi quasi normale
e che non desta preoccupazione. Nonostante fuori dai locali poi ci sia quella
strada che non perdona. CORRIERE ADRIATICO Un fenomeno dilagante. Si muovono le istituzioni Dall’alcol agli stupefacenti Le ferite aperte tra i giovani FABRIANO - Dilaga l’uso delle
sostanze stupefacenti in città tra i ragazzi. Il fenomeno sembra molto diffuso soprattutto
tra i più giovani. Si va dall’alcol, all’hashish passando per la marijuana per
poi arrivare anche a Lsd, anfetamine e nei casi più estremi alla cocaina. Dal commissariato cittadino fanno
infatti sapere che il fenomeno è di grandi dimensioni e che coinvolge
tantissimi ragazzi. Negli ultimi mesi sono incrementati esponenzialmente i casi
di possesso e spaccio di stupefacenti da parte di minori e anche l’abuso di
alcol sembra diffondersi. Le forze dell’ordine perlustrano il territorio, ma
gli arresti degli ultimi giorni sono solo la punta di un fenomeno sotterraneo
ben più grande. Già nella scorsa estate si era incappati diverse volte in
sequestri di piante di marijuana autocoltivate, ma il fenomeno sembra crescere
a velocità doppia rispetto a quella percorsa dalle istituzioni. Anche l’alcol
poi attira molti giovani e giovanissimi e nel weekend fioccano i controlli e i
ritiri delle patenti per guida in stato di ebbrezza. Una generazione alla ricerca
dello sballo quella che popola le strade cittadine che non capisce e non riesce
a farsi capire dalle generazioni più grandi e che spesso non tollera le stesse
istituzioni. Sembra che negli ultimi giorni al passaggio di alcune volanti
davanti agli istituti cittadini, gli studenti si siano lasciati scappare qualche
fischio e qualche commento davvero poco carino nei confronti dei poliziotti.
Giovani contro tutti insomma per un fenomeno alla cui base rimane indubbiamente
l’incapacità di dialogo e di empatia che da sempre caratterizza i rapporti tra
diverse generazioni. LA REPUBBLICA Lettere al direttore - Risponde Vittorio Zucconi Per un bicchere in più Gentile Direttore, A seguito di un controllo casuale
venivo riscontrato positivo al test alcolemico. Risultato 1,52. Nonostante
fossi reduce dalla cena per il mio 43° compleanno, l’andatura prudente, 24
punti in patente e 80.000 km percorsi annualmente in autostrada mi trovo ora
alle prese con un reato penale che prevede l’arresto sino a 6 mesi, 6000 euro
di multa, la sospensione della patente sino a due anni. Certo per la communis
opinio sono da mettere alla gogna ma si ignora che per due anni non potrò
lavorare e la mia famiglia non potrà essere sostenuta. La riduzione del tasso
alcolemico quale soglia di reato regala alle assicurazioni la possibilità di
non risarcire i danni derivati o nella migliore delle ipotesi permetterà ad
esse di rivalersi sul malcapitato di turno. Massimo Cominotto La capisco, e mi dispiace, ma le chiedo. Se un tasso alcolemico di 1,52
a 300 metri da casa può essere perdonato, perché 1,53 a 400 metri dovrebbe
invece essere punito? Che differenza sostanziale esiste? Nessuna. E allora
perché non perdonare anche l’1,54 a 500 metri di casa? Perdoniamo anche quello?
E allora anche l’1,55 e poi, seguendo il classico sofisma del carciofo - si
leva una fogliolina alla volta tanto non cambia niente fino a che del carciofo
resta solo il gambo - si arriva alla sbronza dura e alla strage. Non mi
giudichi troppo severo o insensibile se le dico che lei non è innocente, è
sfortunato, e gli assassini, gli indulti, le assicurazioni, le colpe degli
altri non c’entrano. Se io bevo un bicchiere di troppo, sapendo che devo
guidare, e mi beccano, il fatto che la strage di Bologna sia ancora un mistero
o le assicurazioni siano avvoltoi non mi riguarda. Le leggi sono sempre così,
devono per forza stabilire limiti, soglie magari arbitrarie, come lo sono le
righe di gesso su un campo da pallone o gli scaglioni fiscali che scattano per
un Euro in più. In America andrei automaticamente in galera per stupro se
facessi sesso con una ragazza che avesse 17 anni e 364 giorni di età, e la sera
dopo, al compimento del 18esimo anno, sarebbe legittimo, se lei acconsentisse.
Non era forse la stessa persona, con la stessa maturità? IL TIRRENO LETTERE AL GIORNALE ALCOL AL VOLANTE E alla fine si giustifica tutto Sono rimasto perplesso nel leggere l’articolo «Un paese di
alcolisti» (Mino Fuccillo, il “Tirreno” del 16) accanto alla tabella «Gli
effetti dell’alcol» che dà informazioni differenti. A parte la contraddizione,
mi sembra che ci siano molti veri errori. La quantità prevista dalla norma italiana è persino troppo alta, e
la tabella lo conferma; un funzionario della Polizia stradale ad un incontro a
scuola dichiarò che temeva di più l’«alticcio», che si ritiene un super,
piuttosto che l’ubriaco fradicio che va fuoristrada in parcheggio; la normativa
c’è, è il «dopo» che non c’è: se la guida senza patente è depenalizzata, che
possono fare Forze dell’ordine e Magistratura. E ancora. Chi si mette al volante (e non solo) in preda ad alcol
e/o sostanze stupefacenti e simili, non può essere accusato di omicidio
colposo: in realtà è disposto ad uccidere, se non succede è un caso; gli stessi
servizi giornalistici sono spesso pervasi da un giustificazionismo deleterio
(strada pericolosa, c’era una curva, ecc.) come se fossero colpe altrui e non
mancata attenzione di qualche guidatore; anche la giustificazione del «malore»
viene letta come scarico di responsabilità (a me non può succedere, sto bene),
oltre ad essere un po’ (tragicamente) ridicola. Ancora una volta mi sembra che si voglia la botte piena e la
moglie ubriaca (vecchio proverbio maschilista, ma chiaro), che Forze
dell’ordine e Magistratura ed eventualmente altri blocchino senza bloccare,
frenino senza punire, si prendano le colpe e tanti saluti; e naturalmente gli
amministratori pubblici sono scelti da noi, quindi entusiasticamente eseguono. Ma un minimo di logica, umiltà, autocritica non sarebbe possibile
ritrovarli?! Patrizio Giusti Borgo a Mozzano (LU) TGCOM Rifiuta l’alcol-test: assolto Bologna, paradosso del nuovo codice Un automobilista fermato dalla
polizia a Bologna si è rifiutato di sottoporsi all’alcol-test nonostante fosse
in evidente stato di ebbrezza. La polizia ha potuto soltanto denunciarlo senza
accertare quanto alcol avesse in corpo. Così il caso è finito in tribunale e
l’automobilista è stato assolto. Il nuovo codice della strada ha abbassato la
soglia di alcol consentita ma depenalizzato il rifiuto di sottoporsi
all’alcol-test. Il paradosso si nasconde tra le
pieghe dal Decreto-legge dello scorso agosto che ha modificato il codice della
strada (e convertito in legge il 2 ottobre). Il pacchetto inasprisce le pene,
ma può costituire una scappatoia per chi guida ubriaco. Il decreto ha
depenalizzato il rifiuto di sottoporsi all’alcol-test. Contemporaneamente ha
fissato fasce progressive di superamento della quantità di alcol permesso nel
sangue. Il rifiuto e l’impossibilità di stabilire in quale fascia di alcolemia
l’automobilista ubriaco può essere collocato, impedisce all’autorità
giudiziaria di procedere penalmente, in mancanza di accertamento scientifico. ’automobilista in questione è
stato fermato ai primi di settembre per un controllo dai carabinieri ed ha
mostrato tutti i segni dell’ubriachezza e dell’alterazione psico-fisica:
difficoltà a parlare, pupille dilatate, difficoltà a camminare. Non si è
sottoposto al test dell’alcol e ed è stato sanzionato amministrativamente e non
penalmente, come accadeva prima del decreto. E’ stato comunque denunciato per
guida in stato di ebbrezza alcolica, perché prima del decreto si poteva
sostenere che anche senza il dato alcolemico, ma in base agli indici
sintomatici (pupille, difficoltà a parlare e camminare), c’era lo stato di
ebbrezza. Quindi un automobilista poteva essere condannato anche senza
alcol-test. Lo stesso automobilista tramite
il suo avvocato ha proposto al Pm un’oblazione, cioe’ una definizione in via
rapida del processo con il pagamento di una pena pecuniaria che chiude la
vicenda, una specie di ammissione di responsabilità. Il magistrato però non ha
potuto accogliere la richiesta: è stato costretto a chiedere l’archiviazione
perché non ha un riferimento dove collocare l’ubriachezza. Così sul piano
penale un automobilista, che probabilmente era ubriaco al volante, l’ha fatta
franca. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
AGRIGENTONOTIZIE) Rifiuta test alcolico: multa da 3
mila euro Sciacca - Viene fermato dai
Vigili urbani in evidente stato di ebbrezza e trasferito in ospedale, dove
rifiuta di sottoporsi all’esame clinico per la verifica della presenza di alcol
nel sangue. Protagonista di questo episodio
un motociclista saccense fermato dagli agenti della Polizia municipale di
Sciacca durante un servizio di controllo del territorio. In seguito al rifiuto,
l’uomo è stato sanzionato con una multa di 3 mila euro e il fermo
amministrativo del mezzo. IL PICCOLO DI ALESSANDRIA Zigzagando, si schianta contro due auto: denunciato San Michele - 18/10/2007 - Al volante dopo aver bevuto. Ancora una
volta è stato l’alcol a provocare uno schianto sulle strade. È accaduto
mercoledì pomeriggio, poco dopo le 15, a San Michele. Stava percorrendo un tratto di
autostrada zigzagando quando è stato notato da un automobilista che, dopo aver
telefonato alla polizia stradale per segnalare la situazione di pericolo, ha
deciso di seguirlo restando sempre in contatto con l’operatore. L’uomo, al
volante di una “Punto”, non si è neppure accorto di un cantiere stradale, attraversandolo
senza problemi, quindi ha imboccato l’uscita di Alessandria Ovest. Intanto una
pattuglia della polizia stradale alessandrina stava arrivando in zona per
tentare di bloccare quella ‘Punto’. Troppo tardi perché Luigi Riccardi, 45
anni, residente a San Salvatore, aveva già causato un incidente sull’ex strada
statale Alessandria - Casale, praticamente davanti al carcere di San Michele.
Coinvolte due auto che stavano arrivando da Casale. Sul posto sono intervenuti gli
agenti della polizia stradale di Alessandria e Valenza, diretti dal comandante
Lucio Aprile e dal vice Marco Poggi, che hanno effettuato i rilievi di legge. Dai primi accertamenti è emerso
che Luigi Riccardi, alla guida della “Punto” e diretto verso San Salvatore, ha
invaso la corsia di marcia opposta a più riprese fino a quando si è scontrato
con la ‘Bmw’ condotta da Teresio Pisano, 65 anni, residente a Casale. L’auto di
Pisano è uscita di strada ribaltandosi nel fosso, poi la “Punto” è tornata al
centro della carreggiata scontrandosi con la “Polo” alla cui guida si trovava
Nazareno Chiavenato, 58 anni, residente a Casale. Sia la ‘Bmw’ che la ‘Polo’
non hanno potuto fare nulla per evitare l’impatto IL TIRRENO RAGAZZA DENUNCIATA GUIDAVA UBRIACA PISA. Denunciata per guida in stato di ebbrezza una ragazza di 25
anni di Cascina. La giovane ieri alle 6 percorreva in auto via Emilia quando è
finita dapprima su alcune macchine in sosta, tre in tutto, danneggiandole, e
poi su un automobilista di passaggio. La ragazza stava guidando totalmente in
preda ai fumi dell’alcool. È stata fermata dagli agenti di una pattiglia delle
Volanti che l’hanno denunciata per guida in stato di ebbrezza. IL TIRRENO ALLA LECCIA Ubriaco molesta donna al
market LIVORNO. Era ubriaco ed evidentemente
fuori controllo. Così se l’è presa contro una signora che faceva la spesa al
supermercato. Uno straniero, che gironzolava per il parcheggio della Conad di
via Giotto alla Leccia, mercoledì pomeriggio ha iniziato a inveire, senza
apparente motivo, contro la donna. Quest’ultima, di fronte all’atteggiamento iroso e aggressivo
dell’uomo, s’è spaventata e ha dato l’allarme. Sul posto sono arrivati gli
agenti delle Volanti della polizia che hanno verificato la situazione e si sono
assicurati che tutto fosse sotto controllo. In pochi minuti, di fronte alla polizia, l’uomo si è calmato e la
donna si è tranquillizzata. IL GIORNALE DI VICENZA IN CARCERE Evade dai domiciliari e si ubriaca Arrestato Avrebbe dovuto starsene in casa
propria, costretto agli arresti domiciliari dall’autorità giudiziaria che lo
ritiene responsabile di una rapina aggravata ai danni di una tabaccheria, e
invece lo hanno trovato all’interno di un bar di Quinto, addirittura ubriaco.
Per questo era stato arrestato dai carabinieri di Camisano. L’altro ieri, in esecuzione di un
provvedimento del giudice per le indagini preliminari, i militari del nucelo
operativo del comando provinciale guidati dal tenente Ghinelli, hanno eseguito
l’arresto di Gianmarco Rauli, 32 anni, residente a Torri di Quartesolo in via
Adamello. Il giovane è stato trasferito in carcere al S. Pio X. I carabinieri lo avevano
arrestato la prima volta il 27 settembre scorso, ritenendolo responsabile di
una rapina aggravata in una tabaccheria di Bertesina. Il colpo, messo a segno
l’8 giugno di quest’anno, aveva fruttato la somma di 560 euro. La chiusura del
cerchio era arrivata al termine di lunghe indagini condotte dall’Arma, anche
con l’ausilio del Ris di Parma, Gli elementi raccolti, anche attraverso
accertamenti sul Dna trovato su una felpa e grazie al riconoscimento da parte
di alcuni testimoni, avevano portato proprio a Rauli.M.SC. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
SND.IT) Ubriaco si scaglia contro i
Carabinieri ISERNIA 19/10/07 - Ubriaco si e’
scagliato contro i carabinieri intervenuti per calmarlo ma e’ stato arrestato.
A finire in manette e’ stato un 53enne pregiudicato di cui sono state rese note
solo le iniziali, E.D.B., con le accuse di resistenza, minaccia, ingiuria a
pubblico ufficiale e porto abusivo d’armi. I militari erano intervenuti per
calmare l’uomo, alterato dall’uso di alcol e armato di un fucile, ma al loro
arrivo sono stati aggrediti e ingiuriati. Cosi’, dopo aver calmato l’uomo, i
carabinieri l’hanno arrestato e condotto nel carcere della citta’. CORRIERE ADRIATICO A Sant’Angelo in Vado, da oggi a domenica si rinnova la tradizionale
invasione giunta alla 29^ edizione Sono in arrivo i centauri da tutta l’Europa Sant’Angelo in Vado - Dopo mesi
di preparativi, il Motoclub “Tonino Benelli” è pronto ad accogliere migliaia di
motociclette per l’edizione numero 29 del Motoraduno Internazionale del
tartufo, in programma da oggi a domenica. Dal 1978, anno d’inizio della
manifestazione, i partecipanti sono presto moltiplicati, raggiungendo le
duemila motociclette iscritte ed una stima di circa 5000 visitatori nell’arco
dei tre giorni, cifre queste relative agli ultimi anni ed in condizioni
atmosferiche ottimali per chi macina chilometri in moto. Proprio il tempo è
l’incognita di quest’anno, un deterrente non da poco, ma che certo non ha mai
rappresentato un serio problema per chi in questi anni ha raggiunto il centro
storico vadese dalle più disparate parti d’Italia e d’Europa: anche per questa
edizione infatti si attendono comitive di centauri da Austria, Germania, Belgio,
Repubblica Ceca, Francia, oltre che da quasi tutte le regioni italiane. Il programma della kermesse
prevede, dopo le iscrizioni nelle diverse mattinate, la cena ed il concerto del
venerdì, l’apertura delle consuete quattro cantine del motoclub, dove castagne,
crostini, affettati e vino sono offerti gratuitamente dal direttivo del
“Benelli” a tutti nel pomeriggio di sabato, come offerta dal motoclub sarà la
cena del sabato (ovviamente a tutti gli iscritti alla manifestazione ed
ovviamente a base di tartufo) seguita dal concerto dal vivo nella grande
tensostruttura che può ospitare oltre mille persone. Anche quest’anno si prevedono
interessanti moto-passeggiate: da non perdere quella agli storici stabilimenti
della Benelli a Pesaro, per un viaggio a ritroso nel tempo nel mondo delle due
ruote made in Marche, mentre per chi è solito coniugare moto e cultura ci sarà
la possibilità di visitare il Palazzo Ducale di Urbino. La novità della 29^
edizione è un grande Drive-food messo a disposizione di tutti i motociclisti da
una nota azienda di catering che collabora con la Federazione Motociclistica
Italiana: un vasto spazio solitamente presente nei grandi eventi sportivi come
il Moto GP o il Mondiale Cross, dove i mototuristi possono rifocillarsi a
prezzi davvero popolari con bevande a basso tasso alcolico e snack di ogni
tipo. Iniziativa questa che mira a sensibilizzare il vasto numero di
centauri presenti a queste manifestazioni sull’uso improprio dell’alcol prima
di mettersi alla guida. (*) (*) Nota: c’è chi pensa che la
sensibilizzazione ai rischi degli alcolici funzioni come un vaccino e che
l’associazione dell’alcol a situazioni anche rischiose sortisca una sorta di
immunità. IL TRENTINO Coniugi a processo per sequestro
di persona e resistenza Moglie chiusa nel bagagliaio Due
patteggiamenti in tribunale TRENTO. E’ finito con un doppio
patteggiamento a pochi mesi (tre per il marito, due per la moglie) il processo
contro due coniugi accusati lui di sequestro di persona e lei di resistenza a
pubblico ufficiale. I fatti li abbiamo raccontati qualche settimana fa. Tra i
due coniugi della Valsugana, da tempo, non correva buon sangue. I rapporti
erano molto tesi e la coppia stava pensando alla separazione. Uno dei motivi
della discordia (almeno dal punto di vista del marito) era la brutta abitudine
presa dalla moglie di tornare a casa spesso un po’ alticcia. Le sbronze della
donna - a giudizio del compagno - rendevano impossibile un rapporto normale e
per di più il marito temeva che la moglie potesse essere mal vista in paese. Tutto
questo (e molto altro) è all’origine della lite che ai primi di settembre ha
portato alla caserma dei carabinieri i due coniugi. Di fronte all’ennesima
sbronza della moglie, il marito (anche lui alticcio) decise che le uniche
persone che forse potevano farla ragionare erano i carabinieri. E così, di
fronte al rifiuto della donna di seguirlo in caserma, il sessantenne la prese e
la caricò nel bagagliaio. Arrivati dai carabinieri la donna si ribellò in modo
scomposto, aggredendo anche i militari che volevano riportare la calma. LA STAMPA Studio sugli adolescenti Droghe, fumo e alcol: consumi
radicati fra i giovani americani Bere qualche bicchiere di troppo
o fare uso abituale di droghe è un’abitudine che la gioventù rampante di
Hollywood condivide con il resto degli adolescenti del Paese. Secondo una
ricerca finanziata dalla governo federale e commissionata dalla "Substance
Abuse and Mental Health Services Administration" (Samhsa) sono migliaia i
minorenni americani che consumano droghe, leggere e pesanti. Britney Spears e
Linsday Lohan sono in buona compagnia: in una giornata qualunque 1,2 milioni di
adolescenti fumano sigarette, 631 mila consumano bevande alcoliche e 586 fanno uso di marijuana. Molti altri
abusano di allucinogeni (27 mila), cocaina (13 mila) ed eroina (quasi 4 mila).
La ricerca ha anche voluto indagare quanti hanno fatto uso per la prima volta
di una sostanza proibita durante la minore età. Otto mila ragazzi hanno
dichiarato di aver fumato la loro prima sigaretta tra i 12 e i 17 anni, in 4
mila hanno fumato la loro prima sigaretta nello stesso periodo e in più di 3
mila hanno sperimentato la cannabis. Altri 2,5 mila giovani hanno inoltre
confessato di aver abusato di antidolorifici. La relazione governativa è basata
su una serie di sondaggi che hanno coinvolto nell’ultimo periodo oltre 60 mila
ragazzi e ragazze in tutti gli Stati Uniti, e commissionati nella maggior parte
dei casi della "National Survey on Drug Use". Dati alla mano, il consumo di
sostanze stupefacenti da parte degli adolescenti ha subito un netto calo dal
2002 al 2006. "Sono stati fatti molti progressi – ha dichiarato Terry
Cline della Samhsa – ma nonostante gli sforzi fatti, la ricerca evidenzia che
il consumo di alcol e droghe è ancora molto radicato nelle abitudini dei
giovani americani e delle loro famiglie." Negli Stati Uniti oltre 76 mila
teenager sono in cura presso strutture sanitarie per disintossicarsi dall’abuso
di alcol e droghe, e altri 10 mila frequentano centri di recupero non
ospedalieri. CORRIERE DELLA SERA NEL QEENSLAND IN AUSTRALIA Morso da un coccodrillo, torna a dormire Ferito dal rettile un campeggiatore ubriaco è tornato in
tenda: soccorso dopo 7 ore con 40 punti di sutura SYDNEY - Un campeggiatore
australiano nel nord tropicale del Queensland ha avuto un incontro ravvicinato
con un grosso coccodrillo che lo ha azzannato al viso, ma, essendo
completamente ubriaco, è tornato a dormire invece di andare all’ospedale. Matt
Martin di 35 anni, riferisce il quotidiano The Australian, era decisamente
alticcio quando ha deciso di fare un bagno al tramonto in un’insenatura. Si è
tuffato, ma è atterrato sul dorso del bestione. Dopo essere riuscito a sfuggire
dalle sue fauci con una breve lotta, è tornato in tenda a dormire, piuttosto
che farsi portare in ospedale. Martin, che poi ha avuto bisogno di più di 40 punti di sutura, ha dormito per sette ore prima di cercare aiuto. Durante il viaggio fino all’ospedale, ha dovuto tenere una coperta sul viso per fermare la perdita di sangue. Il direttore del servizio parchi del Queensland, Mark Read, ha detto che l’uomo è fortunato a essere vivo, e ha osservato che la combinazione di alcool, di un’area infestata di coccodrilli e di un bagno al tramonto sono un mix pericoloso. «L’uomo era entrato ripetutamente in acqua per rinfrescarsi, come ha ra Sabato, 20 Ottobre 2007
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