Lunedì 25 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alco e guida del 19 ottobre

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

ASAPS

Emergenza alcol al volante

Parlano gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità: la dose massima di vino per chi guida? La soluzione migliore è non bere affatto

Qualche considerazione sui “cecchini” della strada

Di Lorenzo Borselli

19 ottobre 2007 – Sono stati giorni d’angoscia sulle strade: pirati ed ubriachi l’hanno fatta da padrona, lasciando dietro il loro passaggio una scia di sangue, paura e sgomento. Sull’onda emozionale della cronaca è tornata ad esprimersi la politica, ma si è ancora lontani – a nostro parere – dal poter modificare lo status-quo e portare la questione “strada” a livelli accettabili per uno stato che possa dirsi civile. Si avverte bisogno di sicurezza, ma anche di certezze: le nuove norme, per quanto poco valide in fatto di deterrenza, sono state accolte con diffidenza, in parte smontate dalle lobby di sballo e velocità: da una parte coloro che rivendicano il diritto di vendere alcolici a go-go, ad ogni ora del giorno e (soprattutto) della notte, continuando in larga parte a somministrare bevande anche oltre i nuovi limiti orari fissati dalle leggi, dall’altra coloro che si cercano di convincere (non si è capito “chi”) che la velocità più limitata non è la panacea di tutti i mali. Potremmo anche condividere, ma senz’altro le conseguenze degli impatti si aggravano col quadrato della velocità. Questa non è un’opinione: è fisica, ed il nostro Franco Taggi, direttore del reparto Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), lo ha confermato in molti degli articoli pubblicati a titolo di consulente su “Il Centauro”.

E proprio all’ISS i principali organi di stampa si sono rivolti per dare risposta ad una delle domande più ricorrenti degli ultimi tempi: “quanto alcol si può bere per non incorrere nel superamento della soglia legale?”. L’agenzia ANSA ha interpellato il dottor Piergiorgio Zuccaro, tossicologo presso l’Istituto, mentre Il Messaggero ha intervistato il direttore dell’Osservatorio nazionale sull’alcol dell’ISS, Emanuele Scafato. La risposta è semplice: bastano due bicchieri di vino per raggiungere la soglia legale di 0,5 g/l. “Un calice di vino, una lattina di birra, un aperitivo o un bicchierino di superalcolico – si legge sul Messaggero che cita Scafato – contengono rispettivamente 125, 330, 80 e 40 millilitri di liquido: in tutti i casi la quantità di alcol presente è 12 grammi, che corrisponde a un livello di alcol pari a 0,2 grammi per litro di sangue per cui sono necessarie due ore per riportare a zero la quantità di alcol presente nel sangue. Naturalmente – precisa il direttore dell’Osservatorio – il livello di alcol può aumentare più rapidamente quando si beve a stomaco vuoto, così come nelle donne (la cui capacità metabolica è la metà rispetto a quella di un uomo) e nelle persone più magre”. Meglio sarebbe, come fanno all’estero, non bere affatto quando si guida, designare un conducente sobrio (il cosiddetto capitano di serata) che riaccompagni la comitiva al termine della serata. Meglio ancora, fregandosene degli sguardi di sufficienza o di compatimento, ordinare al barman un bel succo di frutta, ma sembra proprio che una sorta di etichetta sociale in vigore nel dopocena (ma anche durante i pasti) vieti categoricamente questo atteggiamento eccessivamente salutistico o, nel peggiore dei casi, bollato come puritano. “Chi guida con un tasso alcolemico di 1,5 – osserva il tossicologo Piergiorgio Zuccaro, che si compiace con l’Ansa dell’inasprimento legislativo e delle varie fasce di trasgressione introdotte nel codice della strada – ha bevuto almeno uno o due litri di vino, anche se il tasso può variare a seconda del tempo trascorso dal momento in cui si beve e quello in cui ci si mette al volante. Persone con tassi così elevati, sono bombe che camminano, senza nessuna cognizione di quello che stanno facendo, vere e proprie macchine impazzite”. “Bombe”, “macchine impazzite”: è giusto che nel 2007, chi esce la sera per una serata debba mettere in conto di essere centrato da una di queste persone, al volante senza alcun controllo? La rassegnazione alla quale ciascuno di noi, nonostante tutto, sembra aver metabolizzato, ci ricorda le interviste fatte ai superstiti dei cecchini del mercato di Sarajevo, durante la guerra in Bosnia. Ricordate? Tutti sapevano che da qualche palazzo uno sniper stava per tirare il grilletto, ma nessuno – o quasi – poteva rinunciare a fare la spesa. “Ci si può limitare a un bicchiere di birra o di vino, oppure a un bicchierino di whisky. Tuttavia – rileva Zuccaro – queste sono quantità approssimative e dettate dal buon senso, perché bisogna considerare anche il tempo che passa dal momento in cui si beve a quello in cui ci si mette alla guida. Inoltre non tutti reagiscono allo stesso modo alla stessa quantità di alcol e va tenuto conto del fatto che la sua assimilazione è proporzionale al peso”. L’esperto consiglia – a chi sospettasse di aver esagerato, col gomito – di acquistare uno dei tanti etilometri fai da te, che si possono comprare in farmacia, in qualche supermercato o su internet, ribadendo il concetto che meglio sarebbe non bere affatto. Il problema, secondo noi, è che colui che beve, ad un certo punto, non è più in grado di smettere. Avrebbe dovuto pensarci prima, ma non in Italia non è affatto facile essere controllati per strada. La possibilità di vedere un poliziotto che ti porge il boccaglio di un etilometro, equivale a trovare un biglietto da cento euro per strada. La vera domanda del secolo, non è “quanto alcol possiamo bere per non superare la soglia legale”, ma “quante sono le possibilità, per un conducente, di incorrere in un controllo etilometrico”. Ovviamente, conosciamo la risposta, sapendo che sulle strade italiane l’utilizzo dell’etilometro è quasi irrilevante. La Polizia Stradale ed i Carabinieri riescono a mettere insieme circa 500.000 controlli l’anno (erano poco più di 200.000 fino allo scorso anno) che, spalmati su 35 milioni di patentati, significano una possibilità di controllo ogni 80/100 anni. Non possiamo considerare il contributo delle polizie locali, perché non vi è alcun dato statistico nel merito. Secondo uno studio dell’ETSC (European Transport Safety Control), nel periodo 2002/2004 solo il 3% dei patentati italiani è stato sottoposto a controllo (e solo l’1% è stato sottoposto a più di una verifica), rispetto al 16% della media europea e al 38% dei paesi con più alto tasso di controlli. Pare mancare la condivisione, sembra essere assente un’illuminata chiave di ragionamento. Chi specula sulla vita dei nostri giovani, ma non solo, è colui che riempie loro il naso di alcolici e superalcolici, affermando che non è il bere la causa di tanto sangue, dimenticando i quattrini che si fanno a servire un drink dopo l’altro a chi deve poi tornare a casa. Chi specula sulla vita di tutti, è colui che sventola i dispositivi di sicurezza passiva montati su questo e l’altro modello di auto, salvo poi alludere che al volante di quel mostro la strada è una conquista. Eh già. Una conquista sarebbe riuscire a tornare a casa, sani e salvi. (*)

(*) Nota: ad integrazione del bell’articolo di Lorenzo Borselli aggiungiamo alcune considerazione di Andrea Noventa del Sert di Bergamo

E’ importante considerare che:

1. 0.5 si può raggiungere anche con 2 unità alcoliche, in particolare dipende dal peso e dal sesso, e se si è a stomaco vuoto;

2. con 0.5 il rischio è comunque almeno il doppio;

3. il consumo di alcol (anche basse quantità) è una delle variabili che possono influire nella guida . La stanchezza, il lungo viaggio, le condizioni fisiche (malattie), l’uso di farmaci o droghe , le difficoltà di concentrazione, il sonno, e non ultimo il traffico e la viabilità, le condizioni climatiche e l’ora, possono influire in maniera sinergica sulla guida e sulla sicurezza;

4. in tutto il mondo e in particolare in Europa si tende al ribasso dei limiti (v. Germania per i giovani ecc.) per una strategia di cautela e di sicurezza (v. tematiche collegate alla guida e al lavoro ad es. autisti, applicazione dell’art. 15 della 125/2001, dove l’alcolemia dovrebbe essere zero);

5. il messaggio e le campagne informative e di sensibilizzazione devono essere chiare e non ambigue, visti gli stili di consumi della popolazione, per non indurre in incertezze sia nei guidatori che per quanto concerne anche i controlli. "Chi guida non beve", "alla guida alcolemia zero", "bere o guidare" ecc.

6. inoltre credo rilevante che gli operatori, i politici sostengano legislazioni e messaggi di cautela e attenzione per rinforzare cambiamenti positivi e più sicuri degli stili di vita e non aumentare incertezze nei cittadini;

7. le azioni sulla sicurezza stradale dovrebbero essere coerenti con le indicazioni scientifiche in un piano organico e di facile attuazione.Inoltre la legislazione dovrebbe favorire una maggiore consapevolezza , comprensione dei fenomeni e delle azioni di protezione sociale per una maggiore consapevolezza sociale e comunitaria.

dr. Andrea Noventa - Resp. Area Prevenzione - Sert Uno Dipartimento delle Dipendenze ASL di Bergamo


L’ARENA

SOAVE

Il corso sul vino di Borgo Rocca Sveva si apre con una lezione sui rischi tenuta dal dottor Bettili e dal comandante della compagnia di San Bonifacio Gueli

Alcol, ecco quando è fuorilegge

Simulazioni e test con medico e carabinieri Per cavie volontari «costretti» a bere del vino Emergenza superalcolici: i ragazzi di 16 e 17 anni li «reggono» meno degli adulti

Paola Dalli Cani

Il bicchiere di vino, il medico, il carabiniere e l’etilometro fanno pace: piacere, prevenzione, repressione e accertamento scoprono l’equilibrio tra le pareti della prima cantina cooperativa d’Italia.

Scenario dell’inconsueto meeting Borgo Rocca Sveva in occasione dell’avvio del nono corso dedicato a vino e dintorni. «Abbiamo scelto un approccio volutamente culturale», esordisce il presidente Luigi Pasetto, «perché la vera cultura del vino e dell’enogastronomia passa da coscienza, conoscenza e consapevolezza». Ad ascoltarlo, oltre ai corsisti, due ospiti inusuali: Claudio Bettili, medico di base e allergologo, e il tenente Salvatore Gueli, fresco di nomina alla guida della Compagnia carabinieri di San Bonifacio, insieme al maresciallo Marco Puglielli. Terzo incomodo l’etilometro.

È il tenente Gueli ad aprire la lezione con un sondaggio in «classe»: una coppia di coniugi che ha cenato un’ora e mezza prima accompagnando al piatto lei un bicchiere di vino e lui 2 si offre come cavia. Si comincia col precursore, un attrezzino maneggevole che fa una prima valutazione circa lo stato di alterazione da alcool e apre la strada all’etilometro solo in caso positivo: permette di utilizzare l’etilometro esclusivamente quando vi sia fondato motivo di farlo. Basta soffiarci dentro: il 10 per cento dell’etanolo ingerito viene eliminato anche con l’aria espirata, e per la coppia c’è il semaforo verde: 0,00 per lei, 0,25 per lui. «Gli effetti e la digeribilità del vino dipendono dalla gradazione alcolica, dalla tipologia, dalla quantità ingerita, ma anche da età, sesso, peso corporeo, tempo e frequenza di assunzione», dice il medico. La dimostrazione è lì, fisica: «Dato che il tessuto adiposo è più sviluppato nel sesso femminile, a parità di alcol ingerito rimane, rispetto all’uomo, più alcol nella parte acquosa dell’organismo», spiega il dottor Betteli. Tre bicchieri mentre si mangia fanno in genere dilatare il tempo necessario a raggiungere il valore massimo di alcolemia che, in ogni caso, è più basso rispetto a quello che si raggiungerebbe a digiuno. Altro dato: un buon bicchiere a tavola si elimina prima di quello assunto a digiuno. E i tempi fanno la differenza: «All’alcol servono 15-20 minuti per raggiungere i polmoni ed essere visto dall’etilometro. Il valore rimane massimo per mezz’ora, poi comincia a decrescere. Inutile bere caffè, molta acqua, mangiare dolci o altro. Fumare peggiora le cose perché il tabacco può alterare il dato in senso negativo. L’unica soluzione», spiega il medico, «è aspettare». La prova empirica si chiama Federica Fasoli, la ragazza a cui è stato fatto bere 40 minuti prima un calice di Soave a digiuno: l’etilometro certifica 0,18. «Per una completa eliminazione occorrono 7-8 ore all’uomo, 9-10 alla donna».

Ma non per tutti è così: «L’alcolemia aumenta tanto più rapidamente quanto minore è l’età della persona. Il grafico del rischio su bevitori di 16 e 17 anni è praticamente una linea retta verso il rischio certo», dice Betteli. Ma a quell’età, e ora parla il tenente Gueli, non si ragiona sul vino: «Il problema tra i ragazzi lo creano i superalcolici». Il problema si chiama unità alcolica: i 12 grammi di alcol che stanno in un bicchiere da 125 ml di vino e che, col linguaggio dell’etilometro, significa 0,28 per una donna e 0,24 per un uomo ponendo in 70 chili il peso corporeo. Tradotto in altre bevande significa una lattina da 330 ml a 4,5 gradi, oppure un bicchiere (80ml) di aperitivo alcolico a 18 gradi oppure un bicchierino (40 ml) di superalcolico a 36 gradi. Siamo lontani dal temuto 0,50 ma le cose cambiano se i bicchieri e le lattine sono due o tre. «È importante in questo caso sapere quanto tempo bisogna aspettare prima di mettersi alla guida: due unità alcoliche comportano l’attesa di un’ora per la donna e mezz’ora per l’uomo e aumentando le unità alcoliche aumenta il tempo». «Bere durante i pasti», conclude il medico, «riduce gli effetti dell’alcol perché ne entra meno nel circolo sanguigno. Meglio anche bere a piccoli sorsi e nel maggior tempo possibile». (*)

(*) Nota: a volte per farsi capire è meglio spiegare cosa non bisogna fare, piuttosto che il contrario. Questo corso sul vino rappresenta un buon compendio di tutto quanto è meglio non fare se si vuole prevenire gli incidenti correlati all’alcol. Ad esempio un importante fattore di rischio, alla guida di un autoveicolo, è il falso senso di sicurezza. Può essere causato dalla assunzione di alcolici, (anche moderatamente), oppure partecipando a corsi come questo.


LA STAMPA

Villanova d’Asti. L’iniziativa si amplia ai paesi del Pianalto

Solo serate sicure in discoteca

I Comuni affittano il locale. Per i ragazzi andata e ritorno in bus

Elisabetta Fagnola

Nel Pianalto Astigiano in discoteca si va con l’autobus. Torna il progetto sulle discoteche sicure lanciato l’anno scorso dal Comune, studenti e genitori di Villanova, e quest’anno si allarga anche a Cellarengo, Vafenera, San Paolo Solbrito e Dusino San Michele, gli altri Comuni dell’Unione Collinare.

L’iniziativa è nata per trovare agli studenti di Villanova tra i 14 e i 17 anni un posto in cui divertirsi in sicurezza, senza bere alcolici e raggiungibile senza dover accettare passaggi. Erano stati scelti i locali della Polisportiva Mezzaluna: “Ma ora sono troppo piccoli e non sono nati per quell’uso – racconta il sindaco Roberto Peretti – così abbiamo scelto di affittare una sala da ballo”. Sarà “La Rosa dei Venti” di Valfenera ad ospitare la serata, una al mese a partire dal 31 ottobre festa di Halloween. Il primo appuntamento è organizzato dal Comune di Villanova, i successivi dagli altri Comuni del Pianalto, con un investimento di circa 500 euro a serata per l’affitto della sala e il trasporto. Sarà un autobus della ditta “Giachino” a girare i cinque paesi per accompagnare gli studenti a ballare, per poi passare a prenderli alle due. A coordinare il progetto Cristian Giordano, trent’anni, laureato in Economia e per la seconda volta assessore alle Politiche Giovanili di Villanova. “Ovviamente non verranno serviti alcolici, verrà garantita la sicurezza – racconta – e la musica sarà curata dagli stessi ragazzi, che daranno un contributo di 3 euro per l’ingresso”. L’ottica del progetto è creare un’opportunità che prima nel Pianalto non c’era: “Vogliamo cge i ragazzi si divertano in un luogo sicuro – aggiunge Giordano – e che tengano ben presente alcune regole, come il divieto di consumare alcolici e un orario preciso da rispettare”.

Niente alcol e alle 2 a casa

Domante a Matteo studente al Penna

Matteo Bisognano ha quasi 18 anni, studia all’istituto “Penna” di Asti ed è uno dei ragazzi che hanno lavorato sul progetto delle discoteche sicure. Come l’anno scorso, sarà anche uno dei Dj che animeranno le serate.

Come è nata l’iniziativa?

Guardando i Tg con i nostri genitori, tutti quegli incidenti in macchina, quelle morti di ragazzi spesso non per colpa loro, come è successo alle nostre amiche di Dusino San Michele Ludovica e Valentina. (*)

Sentivate il bisogno di un luogo di ritrovo sicuro?

Si, perché nel Pianalto non ci sono locali per i giovani che non hanno ancora la patente, in cui ci si possa divertire sena correre pericoli, e senza dover scomodare i genitori tutte le volte a farci venire a prendere.

Dal Comune vi hanno subito appoggiati?

Si sono mossi subito, e ci siamo sostenuti a vicenda.

E i ragazzi di Villanova?

All’inizio in paese molti erano scettici. Poi hanno visto che moltissimi studenti hanno aderito, che hanno rispettato senza problemi le regole stabilite all’inizio, come il divieto di consumare alcolici e l’obbligo di tornare a casa alle due. L’obbiettivo era divertirsi, e ci siamo riusciti.

(*) Nota: investite e uccise da un guidatore ubriaco. Altre iniziative attivate in memoria di Valentina e Ludovica si possono trovare nel sito: www.valeludo.com, 


L’ARENA

SICUREZZA.

La Provincia ha stanziato 30.000 euro per l’acquisto di nuovi etilometri

Contro le stragi da alcol aiuti alla polstrada

Acquisiti anche 21 precursori per la rilevazione veloce del tasso alcolemico e altre attrezzature informatiche (*)

Con trentamila euro la Provincia ha contribuito alla sicurezza stradale, acquistando tre etilometri di ultima generazione, in grado di rilevare l’alcol alveolare, 21 precursori per la rilevazione veloce del tasso alcolico e varie attrezzature informatiche per la polizia stradale.

La consegna è avvenuta ieri in Provincia da parte dell’assessore ai Trasporti, Alberto Martelletto, al comandante della Stradale di Verona, Daniele Giocondi.

La guida in stato di ebbrezza è un reato penale. Il tasso alcolemico massimo previsto per legge è di 0,5 grammi per litro di alcol nel sangue per chi guida, mentre per particolari categorie professionali (medici, infermieri, conducenti di mezzi pubblici) la soglia massima prevista è di 0,0 grammi per litro (assenza totale) durante l’attività lavorativa.

Il tasso varia in base al sesso, dato che le donne hanno una tolleranza minore all’alcol rispetto agli uomini, all’età e alla massa corporea.

«La polizia stradale ha reagito all’allarme scattato in primavera, quando nel primo trimestre del 2007 si sono registrati circa 40 decessi causati dalla guida in stato di ebbrezza, con l’intensificazione dei controlli su strada di giorno e di notte», spiega il comandante Giocondi. «Abbiamo rilevato la diminuzione di guidatori in stato d’ebbrezza ma, allo stesso tempo, un aumento del 1.186 per cento di guidatori sotto effetto di sostanze stupefacenti. Chi guida dovrebbe astenersi completamente dal bere, perchè già con un tasso dello 0,5 si possono riscontrare difficoltà di equilibrio e di rilevazione dei colori».

Il comandante aggiunge poi che le leggende metropolitane sui trucchetti per ingannare gli etilometri non esistono proprio. «Il rilevamento alveolare prescinde da qualsiasi cosa si possa ingerire dopo aver bevuto». Chi mangia carta assorbente, o beve latte, dunque, lo fa per nulla.

Infine, l’assessore Martelletto sottolinea che «la Provincia vuole aiutare la polizia stradale fornendo le nuove apparecchiature tecnologiche, non solo a fini sanzionatori, ma anche per favorire la prevenzione, sensibilizzando i giovani con campagne di prevenzione nelle scuole». R.C.

(*) Nota: la prevenzione degli incidenti stradali sotto effetto di alcolici non può essere ricondotta tutta all’uso degli etilometri da parte delle forze dell’ordine. Ma se pensiamo a tante iniziative spesso molto più costose, con i più svariati e contraddittori presupposti teorici, con messaggi ambigui e con nessuna verifica della loro efficacia, l’acquisto di etilometri, per mettere in condizione chi deve controllare di poterlo fare, diventa una delle scelte più utili ed opportune.


CORRIERE DI COMO

Rischio alcol anche tra i più giovani 

L’INDAGINE CARITAS

Una strada pericolosa, stretta, scomoda. Una strada in cui l’attenzione non può mai venir meno. Una strada che, tuttavia, attraversa paesi dove il rischio di cadere vittime dell’alcol è elevato, anche tra i più giovani. Fatto questo che rende ulteriormente insidioso il tracciato della Regina.

Una indagine effettuata dalla Caritas nei mesi scorsi ha infatti segnalato l’alta diffusione dell’abuso di alcol tra i giovani del lago, compresi i giovanissimi, addirittura a partire dalle scuole medie. Il ritratto è stato tracciato grazie a decine di colloqui informali, chiacchierate amichevoli e incontri nei tradizionali luoghi di ritrovo dei ragazzi ’laghèe’ effettuati proprio per conto della Caritas. Interviste che hanno permesso di tracciare un quadro abbastanza dettagliato della gioventù che vive lungo le sponde del Lario, tra persone che amano la propria terra nonostante l’isolamento che solo quella tanto vituperata arteria - la Regina appunto - riesce tra mille difficoltà a rompere. Già, perché probabilmente, con una strada più facilmente (e velocemente) percorribile, le abitudini di chi quotidianamente vive il lago potrebbero essere molto diverse.

Invece il quadro che emerge racconta di ragazzi che non si spostano dal paese, che preferiscono il guadagno immediato a lunghi anni di studio e che, come detto, si lasciano prendere forse con troppa facilità - nonostante il problema sia serio e in espansione anche in città - dal vizio della bottiglia.

Il resoconto della Caritas parla poi del rischio di un’eccessiva chiusura, di una staticità che ha lati positivi - l’amore per la propria terra appunto - ma anche il pericolo di soffocare aspirazioni e orizzonti. Dopo la scuola dell’obbligo, così, la maggior parte dei giovani del lago sceglie gli istituti professionali, se non addirittura direttamente la strada che porta al lavoro in officine, fabbriche e cantieri magari nella vicina Svizzera. Fortunatamente però in questi anni sono in aumento i ragazzi che scelgono di continuare la carriera scolastica, anche se questa è una via resa molto costosa proprio dalle difficoltà logistiche che una Regina in migliori condizioni potrebbe in parte semplificare.

La conclusione della Caritas è che in un ambiente tanto chiuso e lontano dalla grande città diventa inevitabile rifugiarsi nei soliti amici e nei soliti locali abbattendo la noia con il bicchiere d’alcol. Un fenomeno che, come detto, non riguarda solo il lago, ma che qui è vissuto come un trend diffuso da anni, quindi quasi normale e che non desta preoccupazione. Nonostante fuori dai locali poi ci sia quella strada che non perdona.


CORRIERE ADRIATICO

Un fenomeno dilagante. Si muovono le istituzioni

Dall’alcol agli stupefacenti Le ferite aperte tra i giovani

FABRIANO - Dilaga l’uso delle sostanze stupefacenti in città tra i ragazzi. Il fenomeno sembra molto diffuso soprattutto tra i più giovani. Si va dall’alcol, all’hashish passando per la marijuana per poi arrivare anche a Lsd, anfetamine e nei casi più estremi alla cocaina.

Dal commissariato cittadino fanno infatti sapere che il fenomeno è di grandi dimensioni e che coinvolge tantissimi ragazzi. Negli ultimi mesi sono incrementati esponenzialmente i casi di possesso e spaccio di stupefacenti da parte di minori e anche l’abuso di alcol sembra diffondersi. Le forze dell’ordine perlustrano il territorio, ma gli arresti degli ultimi giorni sono solo la punta di un fenomeno sotterraneo ben più grande. Già nella scorsa estate si era incappati diverse volte in sequestri di piante di marijuana autocoltivate, ma il fenomeno sembra crescere a velocità doppia rispetto a quella percorsa dalle istituzioni. Anche l’alcol poi attira molti giovani e giovanissimi e nel weekend fioccano i controlli e i ritiri delle patenti per guida in stato di ebbrezza.

Una generazione alla ricerca dello sballo quella che popola le strade cittadine che non capisce e non riesce a farsi capire dalle generazioni più grandi e che spesso non tollera le stesse istituzioni. Sembra che negli ultimi giorni al passaggio di alcune volanti davanti agli istituti cittadini, gli studenti si siano lasciati scappare qualche fischio e qualche commento davvero poco carino nei confronti dei poliziotti. Giovani contro tutti insomma per un fenomeno alla cui base rimane indubbiamente l’incapacità di dialogo e di empatia che da sempre caratterizza i rapporti tra diverse generazioni.


LA REPUBBLICA

Lettere al direttore - Risponde Vittorio Zucconi

Per un bicchere in più

Gentile Direttore,

A seguito di un controllo casuale venivo riscontrato positivo al test alcolemico. Risultato 1,52. Nonostante fossi reduce dalla cena per il mio 43° compleanno, l’andatura prudente, 24 punti in patente e 80.000 km percorsi annualmente in autostrada mi trovo ora alle prese con un reato penale che prevede l’arresto sino a 6 mesi, 6000 euro di multa, la sospensione della patente sino a due anni. Certo per la communis opinio sono da mettere alla gogna ma si ignora che per due anni non potrò lavorare e la mia famiglia non potrà essere sostenuta. La riduzione del tasso alcolemico quale soglia di reato regala alle assicurazioni la possibilità di non risarcire i danni derivati o nella migliore delle ipotesi permetterà ad esse di rivalersi sul malcapitato di turno.

Massimo Cominotto

La capisco, e mi dispiace, ma le chiedo. Se un tasso alcolemico di 1,52 a 300 metri da casa può essere perdonato, perché 1,53 a 400 metri dovrebbe invece essere punito? Che differenza sostanziale esiste? Nessuna. E allora perché non perdonare anche l’1,54 a 500 metri di casa? Perdoniamo anche quello? E allora anche l’1,55 e poi, seguendo il classico sofisma del carciofo - si leva una fogliolina alla volta tanto non cambia niente fino a che del carciofo resta solo il gambo - si arriva alla sbronza dura e alla strage. Non mi giudichi troppo severo o insensibile se le dico che lei non è innocente, è sfortunato, e gli assassini, gli indulti, le assicurazioni, le colpe degli altri non c’entrano. Se io bevo un bicchiere di troppo, sapendo che devo guidare, e mi beccano, il fatto che la strage di Bologna sia ancora un mistero o le assicurazioni siano avvoltoi non mi riguarda. Le leggi sono sempre così, devono per forza stabilire limiti, soglie magari arbitrarie, come lo sono le righe di gesso su un campo da pallone o gli scaglioni fiscali che scattano per un Euro in più. In America andrei automaticamente in galera per stupro se facessi sesso con una ragazza che avesse 17 anni e 364 giorni di età, e la sera dopo, al compimento del 18esimo anno, sarebbe legittimo, se lei acconsentisse. Non era forse la stessa persona, con la stessa maturità?


IL TIRRENO

LETTERE AL GIORNALE

ALCOL AL VOLANTE

E alla fine si giustifica tutto

 Sono rimasto perplesso nel leggere l’articolo «Un paese di alcolisti» (Mino Fuccillo, il “Tirreno” del 16) accanto alla tabella «Gli effetti dell’alcol» che dà informazioni differenti. A parte la contraddizione, mi sembra che ci siano molti veri errori.

 La quantità prevista dalla norma italiana è persino troppo alta, e la tabella lo conferma; un funzionario della Polizia stradale ad un incontro a scuola dichiarò che temeva di più l’«alticcio», che si ritiene un super, piuttosto che l’ubriaco fradicio che va fuoristrada in parcheggio; la normativa c’è, è il «dopo» che non c’è: se la guida senza patente è depenalizzata, che possono fare Forze dell’ordine e Magistratura.

 E ancora. Chi si mette al volante (e non solo) in preda ad alcol e/o sostanze stupefacenti e simili, non può essere accusato di omicidio colposo: in realtà è disposto ad uccidere, se non succede è un caso; gli stessi servizi giornalistici sono spesso pervasi da un giustificazionismo deleterio (strada pericolosa, c’era una curva, ecc.) come se fossero colpe altrui e non mancata attenzione di qualche guidatore; anche la giustificazione del «malore» viene letta come scarico di responsabilità (a me non può succedere, sto bene), oltre ad essere un po’ (tragicamente) ridicola.

 Ancora una volta mi sembra che si voglia la botte piena e la moglie ubriaca (vecchio proverbio maschilista, ma chiaro), che Forze dell’ordine e Magistratura ed eventualmente altri blocchino senza bloccare, frenino senza punire, si prendano le colpe e tanti saluti; e naturalmente gli amministratori pubblici sono scelti da noi, quindi entusiasticamente eseguono.

 Ma un minimo di logica, umiltà, autocritica non sarebbe possibile ritrovarli?!

Patrizio Giusti Borgo a Mozzano (LU)


TGCOM

Rifiuta l’alcol-test: assolto

Bologna, paradosso del nuovo codice

Un automobilista fermato dalla polizia a Bologna si è rifiutato di sottoporsi all’alcol-test nonostante fosse in evidente stato di ebbrezza. La polizia ha potuto soltanto denunciarlo senza accertare quanto alcol avesse in corpo. Così il caso è finito in tribunale e l’automobilista è stato assolto. Il nuovo codice della strada ha abbassato la soglia di alcol consentita ma depenalizzato il rifiuto di sottoporsi all’alcol-test.

Il paradosso si nasconde tra le pieghe dal Decreto-legge dello scorso agosto che ha modificato il codice della strada (e convertito in legge il 2 ottobre). Il pacchetto inasprisce le pene, ma può costituire una scappatoia per chi guida ubriaco. Il decreto ha depenalizzato il rifiuto di sottoporsi all’alcol-test. Contemporaneamente ha fissato fasce progressive di superamento della quantità di alcol permesso nel sangue. Il rifiuto e l’impossibilità di stabilire in quale fascia di alcolemia l’automobilista ubriaco può essere collocato, impedisce all’autorità giudiziaria di procedere penalmente, in mancanza di accertamento scientifico.

’automobilista in questione è stato fermato ai primi di settembre per un controllo dai carabinieri ed ha mostrato tutti i segni dell’ubriachezza e dell’alterazione psico-fisica: difficoltà a parlare, pupille dilatate, difficoltà a camminare. Non si è sottoposto al test dell’alcol e ed è stato sanzionato amministrativamente e non penalmente, come accadeva prima del decreto. E’ stato comunque denunciato per guida in stato di ebbrezza alcolica, perché prima del decreto si poteva sostenere che anche senza il dato alcolemico, ma in base agli indici sintomatici (pupille, difficoltà a parlare e camminare), c’era lo stato di ebbrezza. Quindi un automobilista poteva essere condannato anche senza alcol-test.

Lo stesso automobilista tramite il suo avvocato ha proposto al Pm un’oblazione, cioe’ una definizione in via rapida del processo con il pagamento di una pena pecuniaria che chiude la vicenda, una specie di ammissione di responsabilità. Il magistrato però non ha potuto accogliere la richiesta: è stato costretto a chiedere l’archiviazione perché non ha un riferimento dove collocare l’ubriachezza. Così sul piano penale un automobilista, che probabilmente era ubriaco al volante, l’ha fatta franca.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da AGRIGENTONOTIZIE)

Rifiuta test alcolico: multa da 3 mila euro

Sciacca - Viene fermato dai Vigili urbani in evidente stato di ebbrezza e trasferito in ospedale, dove rifiuta di sottoporsi all’esame clinico per la verifica della presenza di alcol nel sangue.

Protagonista di questo episodio un motociclista saccense fermato dagli agenti della Polizia municipale di Sciacca durante un servizio di controllo del territorio. In seguito al rifiuto, l’uomo è stato sanzionato con una multa di 3 mila euro e il fermo amministrativo del mezzo.


IL PICCOLO DI ALESSANDRIA

Zigzagando, si schianta contro due auto: denunciato

San Michele - 18/10/2007 - Al volante dopo aver bevuto. Ancora una volta è stato l’alcol a provocare uno schianto sulle strade. È accaduto mercoledì pomeriggio, poco dopo le 15, a San Michele.

Stava percorrendo un tratto di autostrada zigzagando quando è stato notato da un automobilista che, dopo aver telefonato alla polizia stradale per segnalare la situazione di pericolo, ha deciso di seguirlo restando sempre in contatto con l’operatore. L’uomo, al volante di una “Punto”, non si è neppure accorto di un cantiere stradale, attraversandolo senza problemi, quindi ha imboccato l’uscita di Alessandria Ovest. Intanto una pattuglia della polizia stradale alessandrina stava arrivando in zona per tentare di bloccare quella ‘Punto’. Troppo tardi perché Luigi Riccardi, 45 anni, residente a San Salvatore, aveva già causato un incidente sull’ex strada statale Alessandria - Casale, praticamente davanti al carcere di San Michele. Coinvolte due auto che stavano arrivando da Casale.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia stradale di Alessandria e Valenza, diretti dal comandante Lucio Aprile e dal vice Marco Poggi, che hanno effettuato i rilievi di legge.

Dai primi accertamenti è emerso che Luigi Riccardi, alla guida della “Punto” e diretto verso San Salvatore, ha invaso la corsia di marcia opposta a più riprese fino a quando si è scontrato con la ‘Bmw’ condotta da Teresio Pisano, 65 anni, residente a Casale. L’auto di Pisano è uscita di strada ribaltandosi nel fosso, poi la “Punto” è tornata al centro della carreggiata scontrandosi con la “Polo” alla cui guida si trovava Nazareno Chiavenato, 58 anni, residente a Casale. Sia la ‘Bmw’ che la ‘Polo’ non hanno potuto fare nulla per evitare l’impatto


IL TIRRENO

RAGAZZA DENUNCIATA

GUIDAVA UBRIACA

 PISA. Denunciata per guida in stato di ebbrezza una ragazza di 25 anni di Cascina. La giovane ieri alle 6 percorreva in auto via Emilia quando è finita dapprima su alcune macchine in sosta, tre in tutto, danneggiandole, e poi su un automobilista di passaggio. La ragazza stava guidando totalmente in preda ai fumi dell’alcool. È stata fermata dagli agenti di una pattiglia delle Volanti che l’hanno denunciata per guida in stato di ebbrezza.


IL TIRRENO

ALLA LECCIA 

Ubriaco molesta donna al market 

LIVORNO.

Era ubriaco ed evidentemente fuori controllo. Così se l’è presa contro una signora che faceva la spesa al supermercato.

 Uno straniero, che gironzolava per il parcheggio della Conad di via Giotto alla Leccia, mercoledì pomeriggio ha iniziato a inveire, senza apparente motivo, contro la donna.

 Quest’ultima, di fronte all’atteggiamento iroso e aggressivo dell’uomo, s’è spaventata e ha dato l’allarme. Sul posto sono arrivati gli agenti delle Volanti della polizia che hanno verificato la situazione e si sono assicurati che tutto fosse sotto controllo.

 In pochi minuti, di fronte alla polizia, l’uomo si è calmato e la donna si è tranquillizzata.


IL GIORNALE DI VICENZA

IN CARCERE

Evade dai domiciliari e si ubriaca Arrestato

Avrebbe dovuto starsene in casa propria, costretto agli arresti domiciliari dall’autorità giudiziaria che lo ritiene responsabile di una rapina aggravata ai danni di una tabaccheria, e invece lo hanno trovato all’interno di un bar di Quinto, addirittura ubriaco. Per questo era stato arrestato dai carabinieri di Camisano.

L’altro ieri, in esecuzione di un provvedimento del giudice per le indagini preliminari, i militari del nucelo operativo del comando provinciale guidati dal tenente Ghinelli, hanno eseguito l’arresto di Gianmarco Rauli, 32 anni, residente a Torri di Quartesolo in via Adamello. Il giovane è stato trasferito in carcere al S. Pio X.

I carabinieri lo avevano arrestato la prima volta il 27 settembre scorso, ritenendolo responsabile di una rapina aggravata in una tabaccheria di Bertesina. Il colpo, messo a segno l’8 giugno di quest’anno, aveva fruttato la somma di 560 euro. La chiusura del cerchio era arrivata al termine di lunghe indagini condotte dall’Arma, anche con l’ausilio del Ris di Parma, Gli elementi raccolti, anche attraverso accertamenti sul Dna trovato su una felpa e grazie al riconoscimento da parte di alcuni testimoni, avevano portato proprio a Rauli.M.SC.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da SND.IT)

Ubriaco si scaglia contro i Carabinieri

ISERNIA

19/10/07 - Ubriaco si e’ scagliato contro i carabinieri intervenuti per calmarlo ma e’ stato arrestato. A finire in manette e’ stato un 53enne pregiudicato di cui sono state rese note solo le iniziali, E.D.B., con le accuse di resistenza, minaccia, ingiuria a pubblico ufficiale e porto abusivo d’armi. I militari erano intervenuti per calmare l’uomo, alterato dall’uso di alcol e armato di un fucile, ma al loro arrivo sono stati aggrediti e ingiuriati. Cosi’, dopo aver calmato l’uomo, i carabinieri l’hanno arrestato e condotto nel carcere della citta’.


CORRIERE ADRIATICO

A Sant’Angelo in Vado, da oggi a domenica si rinnova la tradizionale invasione giunta alla 29^ edizione

Sono in arrivo i centauri da tutta l’Europa

Sant’Angelo in Vado - Dopo mesi di preparativi, il Motoclub “Tonino Benelli” è pronto ad accogliere migliaia di motociclette per l’edizione numero 29 del Motoraduno Internazionale del tartufo, in programma da oggi a domenica.

Dal 1978, anno d’inizio della manifestazione, i partecipanti sono presto moltiplicati, raggiungendo le duemila motociclette iscritte ed una stima di circa 5000 visitatori nell’arco dei tre giorni, cifre queste relative agli ultimi anni ed in condizioni atmosferiche ottimali per chi macina chilometri in moto. Proprio il tempo è l’incognita di quest’anno, un deterrente non da poco, ma che certo non ha mai rappresentato un serio problema per chi in questi anni ha raggiunto il centro storico vadese dalle più disparate parti d’Italia e d’Europa: anche per questa edizione infatti si attendono comitive di centauri da Austria, Germania, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, oltre che da quasi tutte le regioni italiane.

Il programma della kermesse prevede, dopo le iscrizioni nelle diverse mattinate, la cena ed il concerto del venerdì, l’apertura delle consuete quattro cantine del motoclub, dove castagne, crostini, affettati e vino sono offerti gratuitamente dal direttivo del “Benelli” a tutti nel pomeriggio di sabato, come offerta dal motoclub sarà la cena del sabato (ovviamente a tutti gli iscritti alla manifestazione ed ovviamente a base di tartufo) seguita dal concerto dal vivo nella grande tensostruttura che può ospitare oltre mille persone.

Anche quest’anno si prevedono interessanti moto-passeggiate: da non perdere quella agli storici stabilimenti della Benelli a Pesaro, per un viaggio a ritroso nel tempo nel mondo delle due ruote made in Marche, mentre per chi è solito coniugare moto e cultura ci sarà la possibilità di visitare il Palazzo Ducale di Urbino. La novità della 29^ edizione è un grande Drive-food messo a disposizione di tutti i motociclisti da una nota azienda di catering che collabora con la Federazione Motociclistica Italiana: un vasto spazio solitamente presente nei grandi eventi sportivi come il Moto GP o il Mondiale Cross, dove i mototuristi possono rifocillarsi a prezzi davvero popolari con bevande a basso tasso alcolico e snack di ogni tipo. Iniziativa questa che mira a sensibilizzare il vasto numero di centauri presenti a queste manifestazioni sull’uso improprio dell’alcol prima di mettersi alla guida. (*)

(*) Nota: c’è chi pensa che la sensibilizzazione ai rischi degli alcolici funzioni come un vaccino e che l’associazione dell’alcol a situazioni anche rischiose sortisca una sorta di immunità.


IL TRENTINO

Coniugi a processo per sequestro di persona e resistenza

Moglie chiusa nel bagagliaio Due patteggiamenti in tribunale

TRENTO. E’ finito con un doppio patteggiamento a pochi mesi (tre per il marito, due per la moglie) il processo contro due coniugi accusati lui di sequestro di persona e lei di resistenza a pubblico ufficiale. I fatti li abbiamo raccontati qualche settimana fa. Tra i due coniugi della Valsugana, da tempo, non correva buon sangue. I rapporti erano molto tesi e la coppia stava pensando alla separazione. Uno dei motivi della discordia (almeno dal punto di vista del marito) era la brutta abitudine presa dalla moglie di tornare a casa spesso un po’ alticcia. Le sbronze della donna - a giudizio del compagno - rendevano impossibile un rapporto normale e per di più il marito temeva che la moglie potesse essere mal vista in paese. Tutto questo (e molto altro) è all’origine della lite che ai primi di settembre ha portato alla caserma dei carabinieri i due coniugi. Di fronte all’ennesima sbronza della moglie, il marito (anche lui alticcio) decise che le uniche persone che forse potevano farla ragionare erano i carabinieri. E così, di fronte al rifiuto della donna di seguirlo in caserma, il sessantenne la prese e la caricò nel bagagliaio. Arrivati dai carabinieri la donna si ribellò in modo scomposto, aggredendo anche i militari che volevano riportare la calma.


LA STAMPA

Studio sugli adolescenti

Droghe, fumo e alcol: consumi radicati fra i giovani americani

Bere qualche bicchiere di troppo o fare uso abituale di droghe è un’abitudine che la gioventù rampante di Hollywood condivide con il resto degli adolescenti del Paese. Secondo una ricerca finanziata dalla governo federale e commissionata dalla "Substance Abuse and Mental Health Services Administration" (Samhsa) sono migliaia i minorenni americani che consumano droghe, leggere e pesanti. Britney Spears e Linsday Lohan sono in buona compagnia: in una giornata qualunque 1,2 milioni di adolescenti fumano sigarette, 631 mila consumano bevande alcoliche e 586 fanno uso di marijuana. Molti altri abusano di allucinogeni (27 mila), cocaina (13 mila) ed eroina (quasi 4 mila). La ricerca ha anche voluto indagare quanti hanno fatto uso per la prima volta di una sostanza proibita durante la minore età. Otto mila ragazzi hanno dichiarato di aver fumato la loro prima sigaretta tra i 12 e i 17 anni, in 4 mila hanno fumato la loro prima sigaretta nello stesso periodo e in più di 3 mila hanno sperimentato la cannabis. Altri 2,5 mila giovani hanno inoltre confessato di aver abusato di antidolorifici. La relazione governativa è basata su una serie di sondaggi che hanno coinvolto nell’ultimo periodo oltre 60 mila ragazzi e ragazze in tutti gli Stati Uniti, e commissionati nella maggior parte dei casi della "National Survey on Drug Use".

Dati alla mano, il consumo di sostanze stupefacenti da parte degli adolescenti ha subito un netto calo dal 2002 al 2006. "Sono stati fatti molti progressi – ha dichiarato Terry Cline della Samhsa – ma nonostante gli sforzi fatti, la ricerca evidenzia che il consumo di alcol e droghe è ancora molto radicato nelle abitudini dei giovani americani e delle loro famiglie."

Negli Stati Uniti oltre 76 mila teenager sono in cura presso strutture sanitarie per disintossicarsi dall’abuso di alcol e droghe, e altri 10 mila frequentano centri di recupero non ospedalieri.


CORRIERE DELLA SERA

NEL QEENSLAND IN AUSTRALIA

Morso da un coccodrillo, torna a dormire

Ferito dal rettile un campeggiatore ubriaco è tornato in tenda: soccorso dopo 7 ore con 40 punti di sutura

SYDNEY - Un campeggiatore australiano nel nord tropicale del Queensland ha avuto un incontro ravvicinato con un grosso coccodrillo che lo ha azzannato al viso, ma, essendo completamente ubriaco, è tornato a dormire invece di andare all’ospedale. Matt Martin di 35 anni, riferisce il quotidiano The Australian, era decisamente alticcio quando ha deciso di fare un bagno al tramonto in un’insenatura. Si è tuffato, ma è atterrato sul dorso del bestione. Dopo essere riuscito a sfuggire dalle sue fauci con una breve lotta, è tornato in tenda a dormire, piuttosto che farsi portare in ospedale.

Martin, che poi ha avuto bisogno di più di 40 punti di sutura, ha dormito per sette ore prima di cercare aiuto. Durante il viaggio fino all’ospedale, ha dovuto tenere una coperta sul viso per fermare la perdita di sangue. Il direttore del servizio parchi del Queensland, Mark Read, ha detto che l’uomo è fortunato a essere vivo, e ha osservato che la combinazione di alcool, di un’area infestata di coccodrilli e di un bagno al tramonto sono un mix pericoloso. «L’uomo era entrato ripetutamente in acqua per rinfrescarsi, come ha ra

Sabato, 20 Ottobre 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK