IL TIRRENO
DOMENICA, 21 OTTOBRE 2007 «Mio figlio è alcolizzato, aiutatemi» L’appello della mamma di un quindicenne: con gli amici
beve anche a scuola «Io e mio marito ci crediamo dei genitori attenti a tutto,
ma evidentemente non lo siamo» MASSA. «Sono la mamma di un ragazzino di 15 anni e sono
veramente disperata: mio figlio nonostante la giovanissima età fa abuso di
alcolici e come lui molti suoi coetanei e compagni di scuola e io non so cosa
fare per aiutarlo». Inizia con queste parole lo sfogo di una mamma, Giovanna
R., che da alcuni mesi ha scoperto che il figlio beve e chiede aiuto. «La prima
volta che è tornato a casa ubriaco - prosegue - è stato un sabato sera, era
uscito in compagnia di alcuni amici a mangiare una pizza e a fare quattro
passi. È tornato a casa completamente ubriaco, abbiamo pensato che si trattasse
di una ragazzata». Invece quella che sembrava la bravata di una sera è
diventato un problema serio. Anche perché gli alcolici si trovano anche al
supermercato. Ma il problema è
diventato sempre più serio, hanno iniziato a chiamare la donna da scuola,
dicendo che il ragazzo stava poco bene. «Io le prime volte credevo che si
trattasse di malesseri passeggeri, dovuti a virus influenzali oppure legati al
cibo della sera prima, fino a quando frugando nel suo zaino ho scoperto che
dentro a una bottiglia di succo di frutta, si nascondevano anche super
alcolici». Una scoperta drammatica che ha gettato la famiglia di Roberto (nome
di fantasia) nella disperazione, una famiglia che però ha cercato subito di
reagire e di trovare risposte al disagio del figlio, una ricerca che ha
permesso a questi genitori di scoprire che sono molti anche in città gli
adolescenti che abusano di alcol. «Sia io che mio
marito ci riteniamo genitori attenti alle esigenze di nostro figlio, lo
seguiamo e siamo molto disponibili a chiacchierare e a risolvere qualsiasi
problema o dubbio che possa avere. Stiamo parlando molto con lui in questo
periodo per cercare di capire cosa gli stia succedendo e abbiamo iniziato anche
un percorso medico, con uno psicologo. Per qualche giorno è rimasto anche a
casa da scuola, ma poi non potendo impedirgli di riprendere una vita normale,
gli abbiamo permesso di tornare a frequentare gli amici e a frequentare la
scuola. In quel momento abbiamo fatto la scoperta più sconcertante, mio figlio
e come lui diversi suoi compagni la mattina prima di andare a scuola
tranquillamente entrano dentro dei supermercati e invece di comprare la merenda
acquistano bottiglie di Vodka o altri alcolici senza che nessuno si ponga la
domanda se sono minorenni o meno, alcol che viene magari poi consumato prima di
entrare a scuola o all’uscita. La cosa che mi rattrista è che per il dio soldo
esistano esercizi commerciali che nonostante sappiano benissimo i danni che
l’alcol può causare ad un adolescente, continuino indisturbati a farlo senza
avere un minimo rimorso. La polizia urbana, i carabinieri, la guardia di
finanza o la polizia di stato non potrebbero fare controlli costanti per
evitare che questi fatti non succedano più, (*) oppure noi genitori dobbiamo
andare avanti ad avere paura quando i nostri figli sono fuori di casa?». Si parla tanto di
leggi contro l’abuso di alcol il divieto di vendita di alcolici dopo le 2 nei
locali e poi davvero un minorenne può tranquillamente entrare in un
supermercato e comprare già alle otto di mattina una bottiglia di vodka? Il
dato sull’alcolismo è sempre più drammatico e ancora una volta è ad appannaggio
dei più giovani. Non è una conferma, è la brutta novità di un peggioramento:
dai 14 ai 19 anni il 60% dei maschi e il 30% delle femmine ha bevuto un
superalcolico nell’ultima settimana. Vodka preferibilmente. Risultano quelli che bevono di più in assoluto
considerata una popolazione che arriva fino all’età anziana. Molti dei giovani,
minori compresi, tendono anche al bere compulsivo, una volta alla settimana, in
gruppo, attorno a un bottiglione di vino. Cresce l’affezione delle donne alla
bottiglia, fino a qualche tempo fa una femmina ogni quattro maschi, oggi ogni 2.
Se risulta difficile fornire un risultato univoco perché le realtà si
differenziano, l’“area giovani” è osmotica. L’unica cosa certa e preoccupante è
che bevono in molti e tanto. Rossana Lazzini (*) Nota: la risposta è no. La
vendita, non la somministrazione per di alcolici non ci sono limiti di età.
Però, come dimostra l’articolo successivo, qualcosa sta cambiando e qualcuno
sta cercando di porre rimedio a questa vistosa lacuna legislativa.
IL TIRRENO
In alcune città
il prefetto è corso ai ripari Si riforniscono di vodka andando
al supermercato
«La prima volta che è tornato a casa sbronzo era un sabato sera
Credevo fosse una ragazzata...» MASSA. Il problema
è che una bottiglia di superalcolico i ragazzi sotto i sedici anni la possono
comprare tranquillamente al supermercato, senza che nessuno gli dica nulla. Ed
è proprio nei supermarket che i teenager si riforniscono, pagando meno soldi e
soprattutto evitando che qualche barista possa farsi degli scrupoli non
servendogli il bicchiere di vodka. In alcune città,
grazie all’intervento della prefettura è iniziata una campagna di
sensibilizzazione. A Livorno, per esempio, il prefetto Giancarlo Trevisone -
dopo un incontro con l’assessore al Commercio del Comune labronico Piero
Santini, i rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti e i responsabili
delle medie e grandi strutture di vendita del capoluogo - ha deciso che a
partire dal primo ottobre nei supermercati del capoluogo venissero affisse delle
locandine di varie dimensioni, contenenti l’indicazione che non sarà consentita
la vendita di alcolici di qualsiasi gradazione ai minori. (*) Ad accompagnare i
cartelli sono state anche esposte alcune vignette realizzate da Alberto
Fremura, che affrontano in chiave umoristica i temi connessi all’abuso di
alcool. I disegni di Fremura ricalcano quelli già messi su magliette e
manifesti già esposti in estate negli stabilimenti balneari e nelle discoteche.
Le nuove disposizioni rientrano nelle iniziative da tempo avviate dalla
prefettura livornese per affrontare le tematiche legate al disagio giovanile ed
all’abuso di bevande alcoliche. Dopo il bullismo è
stato quindi nuovamente affrontato il problema dell’acquisto di alcolici da
parte di minori di 18 anni. Due facce della stessa medaglia, visto che come ha
testimoniato la mamma di Roberto i ragazzi bevono anche in classe, un modo per
sentirsi un po’ più sciolti e fare quelle cose tanto assurde che poi finiscono
su You Tube. Il problema è
diffuso e non si possono incolpare soltanto i supermercati, ma almeno il primo
passo potrebbero farlo loro. Come? Fermando chi dà l’impressione di essere
troppo piccolo per comprare una bottiglia di vodka piuttosto che di rum o di
gin. Magari quel ragazzo un giorno ripasserà a ringraziare. (*) Nota: qui di seguito potete leggere il comunicato
stampa della Prefettura di Livorno che descrive l’accordo siglato. È solo un
accordo, senza vincoli e che riguarda solo i supermercati, ma mi sembra una
iniziativa notevole, non fosse altro perché dimostra che iniziative concrete
possono essere attuate senza aspettare che cambi il quadro legislativo. Molte
prefetture si sono dimostrate sensibili al problema alcol e giovani. Varrebbe
la pena far conoscere questa iniziativa anche alle altre prefetture.
ACQUISTO DI BEVANDE ALCOLICHE DA PARTE DEI MINORI -
RIUNIONE IN PREFETTURA Nell’ambito delle iniziative da tempo avviate dalla
Prefettura per affrontare le tematiche connesse al disagio giovanile ed
all’abuso di bevande alcoliche, questa mattina (18.9.07, ndr), al Palazzo del
Governo, si è svolta una riunione per esaminare la problematica dell’acquisto
di alcolici da parte dei giovani. All’incontro, presieduto dal Prefetto Giancarlo Trevisone,
hanno partecipato l’Assessore al Commercio del Comune di Livorno Piero Santini,
i rappresentanti della Confcommercio e della Confesercenti ed i responsabili
delle medie e grandi strutture di vendita del capoluogo. Al termine della riunione è stato concordato che, a
partire dal prossimo mese di ottobre, nei supermercati del capoluogo vengano
affisse delle locandine, di varie dimensioni, contenenti l’indicazione che non
sarà consentita la vendita di alcolici di qualsiasi gradazione ai minori. Per cercare di sensibilizzare i giovani sui pericoli
derivanti dal consumo di bevande alcoliche, verranno anche esposte alcune
vignette, realizzate dal maestro Alberto Fremura, che affrontano in chiave
umoristica i temi connessi all’abuso di alcool.
IL GAZZETTINO
«Alcol, tabacco e cannabis aprono la via alle droghe» «Consumismo, edonismo esasperato, caduta della tradizione
e dei valori, incertezza per il futuro, disagio esistenziale diffuso
caratterizzato sempre più da una desertificazione emozionale e dal venire meno
della solidarietà sociale sono le cause principali che portano giovani e non
solo al consumo di sostanze che possono scatenare una dipendenza». Questo è il
forte allarme che il direttore del Sert dell’Asl 6 di Vicenza Vincenzo Balestra
lancia dalle pagine de Il Gazzettino. I dati non mancano: «Le sostanze in
assoluto più consumate sono l’alcol e i cannabinoidi e il consumo di tabacco
tra le donne. L’età d’inizio dell’assunzione è sempre più bassa: per l’alcol e
le sigarette il consumo inizia dagli 11 ai 13 anni. Circa il 45-50% dei giovani
ha almeno una volta sperimentato l’uso di uno spinello, mentre la percentuale
lievita all’80% nel caso del consumo alcolico. Alcol, tabacco e cannabis
rappresentano la porta d’accesso al consumo di altre droghe, ma solo il 10-15%
dei consumatori è poi destinato a sviluppare una dipendenza». Esaminiamo
nel dettaglio con il direttore Vincenzo Balestra qual è la situazione
vicentina, il rapporto adulti-adolescenti e il ruolo delle agenzie educative. Come si comportano i giovani di
fronte alle difficoltà e che ruolo hanno gli educatori? «Di fronte alle difficoltà legate alla crescita molti
adolescenti si bloccano o regrediscono sviluppando diversi disturbi, la cui
gravità e possibilità di un loro superamento dipende da molti fattori, in
particolare dalla ricchezza o povertà delle risorse psicologiche individuali e
dalla possibilità o meno di avere relazioni affettive significative e formative
sia con adulti che con coetanei. Gli educatori, in particolare i genitori,
costituiscono un modello di riferimento che l’adolescente dovrà valutare,
criticare e parzialmente distruggere per trovare la propria strada e fare le
proprie scelte. I genitori dovranno "esserci" in modo autentico,
chiaro e coerente, senza rinunciare alle proprie idee e alle proprie opinioni e
senza abdicare al ruolo per confondersi con i figli o prendere il posto dei
pari». Come si può sviluppare un’efficace
relazione tra giovani e adulti? «Ciò che differenzia l’adolescente dall’adulto è
l’esperienza e soprattutto l’elaborazione di quest’ultima. Spesso gli adulti
sottovalutano le capacità intellettive e di comprensione degli adolescenti
comportandosi con loro come se fossero ancora dei bambini e come se dovessero
ancora essere difesi dalla crudezza della realtà. Il disagio adolescenziale si
esprime in particolare con l’esasperazione del soggettivismo e una perdita dei
riferimenti valoriali. Questo porta a un pericoloso relativismo etico, cioè a
una sostanziale incapacità a dirimere tra scelte etiche e non, a giustificare
le azioni ritenute "utili" per se stessi, alla mancanza di assunzione
di responsabilità rispetto alle conseguenze delle proprie azioni e un’assoluta
dipendenza dal denaro e dall’immagine formale di sé». Che rapporto hanno i giovani con
il proprio corpo? «Acquisire un’identità significa conoscersi e accettarsi
per come si è. Avere la consapevolezza propria di avere un valore come
individuo e di stimarsi. Per arrivare a questo ci devono essere prima dei
modelli di identificazione. Se questi sono mancati o sono stati precari
renderanno estremamente difficile l’acquisizione dell’identità. Per poter
diventare "autonomi" e separarsi dalla famiglia di origine gli
adolescenti devono aver precedentemente sperimentato l’appartenenza. Non ci si
può separare senza essere appartenuti. Oggi si pone il problema di combattere
l’anonimato e di ridare dignità al soggetto con le sue diversità e peculiarità.
Diversità che non vanno viste come ostacoli o distanze, ma come possibilità di
crescita e, quindi, come risorse. I momenti di solitudine sono importanti per
riflettere e ritrovarsi». Come si devono porre i genitori di
fronte ai comportamenti trasgressivi dei figli? «La trasgressione in adolescenza è un comportamento
normale. Tutto dipende dall’entità e dalla durata dei comportamenti stessi. Il
genitore non deve rinunciare a esprimere il proprio parere, ma al tempo stesso
non può pretendere l’obbedienza incondizionata. Con l’adolescente tutto va
discusso, spiegato e contrattato. È bene che la casa sia aperta agli amici, in
modo che i genitori possano conoscere le frequentazioni dei propri figli. È
altresì importante che vengano mantenute per tutti le regole familiari, mentre
serve a poco pretendere il controllo del comportamento all’esterno della
famiglia». Cosa possono fare i genitori per
migliorare il rapporto con i figli? «I genitori dovranno sforzarsi di trovare un equilibrio
tra necessità di "controllo" e concessione della libertà di
frequentazione (fiducia). È quasi impossibile monitorare come degli
investigatori i movimenti dei figli. A volte i genitori, presi dall’ansia di
controllo perdono anni della loro vita a controllare tutto e sviluppano un
pensiero negativo nei riguardi del mondo esterno. Non sono l’iperprotettività o
il controllo sistematico a proteggere i figli, ma l’acquisizione per così dire
di anticorpi psicologici generati dal senso di appartenenza familiare e
dall’apertura relazionale». Matteo Crestani
CORRIERE ADRIATICO
I dirigenti escludono la
diffusione di hashish tra i banchi. Si punta sulla prevenzione Orsolini:
“Sarebbe un errore minimizzare il fenomeno”. La Picchi chiama gli psicologi
Santini: “Il dialogo anche con le famiglie”
Fumo e alcol, tolleranza zero a
scuola
Pugno di ferro dei presidi: niente
sigarette, controlli anche per andare in bagno FABRIANO - “Di fenomeni del genere all’interno della
scuola non ce ne sono o, quanto meno, non ne abbiamo mai riscontrati. Tuttavia,
portiamo avanti un’attività intensa, finalizzata sia all’informazione che alla
prevenzione, perché la problematica si sta facendo sempre più delicata”. E’
praticamente un coro quello che giunge dai dirigenti scolastici delle medie
superiori della città, in riferimento alla questione dell’uso e dell’abuso di
alcol e sostanze stupefacenti fra gli adolescenti.Nessuno nega l’esistenza del problema, soprattutto
considerando i molteplici riscontri oggettivi da parte delle forze dell’ordine
(l’ultimo caso è quello del sedicenne denunciato perché vendeva hashish ai
coetanei in un bar), ma è proprio per questo che l’impegno delle istituzioni
scolastiche è sempre più forte e deciso. “Dal mio personale osservatorio -
spiega Francesco Maria Orsolini, dirigente scolastico del liceo classico - non
ho mai registrato episodi riconducibili a questo fenomeno, altrimenti avrei
agito di conseguenza, avvisando l’autorità giudiziaria, ma non per questo siamo
disposti a minimizzare. I giovani, anzi, devono ricevere un orientamento di
educazione alla salute e questo, ovviamente, include pure la problematica delle
dipendenze da alcol e da stupefacenti, nonché, a mio avviso, anche dal fumo di
sigarette, poiché è sempre con la sigaretta che si comincia. In questo senso,
stiamo svolgendo un’azione pressante. Va rimarcato a chiare lettere che questi
ambiti non sono marginali nell’educazione dello studente”. Non sottovaluta il
fenomeno neanche Piera Picchi, preside del liceo scientifico, presso il quale
da anni si porta avanti un programma educativo concernente la salute e il
benessere.“Non abbiamo mai avuto fenomeni
gravi e spiacevoli direttamente nella nostra scuola - osserva la Picchi - ma
sappiamo benissimo che nei fine settimana i giovani in generale fanno un abuso
di sostanze stupefacenti e, soprattutto, di alcol. Al riguardo, credo che
medici e forze dell’ordine abbiano già un quadro piuttosto preciso della
situazione. Ritengo che quello dell’alcol, almeno sotto certi aspetti, sia un
problema molto serio, di cui magari le famiglie non sempre tengono conto.
Passare dall’uso di bevande alcoliche al vizio e dal vizio alla dipendenza è
molto più facile di quanto si possa pensare”. Di qui, l’importanza di organizzare un’attività che possa
contribuire a dare la necessaria informazione ai ragazzi. “Naturalmente è anche
considerando tutto ciò che facciamo prevenzione, promuovendo incontri con vari
esperti di diverse discipline: dalla medicina alla psicologia, fino alle
malattie infettive, ivi comprese ovviamente quelle che si contraggono
sessualmente”. Se non una rigida disciplina, quella dell’Istituto di istruzione
superiore Miliani-Vivarelli appare tuttavia come un’impronta educativa ferrea,
poichè gli studenti devono attenersi a certe regole comportamentali. “Stiamo
molto attenti alle problematiche dei giovani - sottolinea il dirigente
scolastico Fabio Santini - ed è per questo che, in occasione della prima
riunione annuale del collegio dei docenti, ho affrontato la questione,
organizzando l’attività pure in questo settore per l’intero anno scolastico.
Per quanto riguarda il fumo, è stato predisposto un turno di sorveglianza e i
ragazzi che escono dalla classe (per andare in bagno o per altri motivi
importanti) devono firmare una scheda, così alla fine della giornata sappiamo
chi ha lasciato l’aula. La chiave del bagno ce l’hanno i bidelli, cosicché è a
loro che ci si deve rivolgere per usufruire del servizio”. E non finisce qui.“Durante la ricreazione gli
studenti possono usufruire del cortile, nel quale per sono controllati dagli
insegnanti. E’ vietato fumare anche al convitto. Non nego che in qualche
circostanza mi è capitato di sentire un odore di alcol all’ingresso della
scuola, ma si è trattato di casi sporadici. Ritengo che anche le famiglie
debbano prestare un’attenzione maggiore sul fenomeno. Con i giovani è
necessario un dialogo continuo”. AMINTO CAMILLI
CORRIERE ADRIATICO
Posto di blocco venerdì notte a
Piediripa per prevenire il fenomeno delle stragi di cui restano vittime i
giovani Pattuglie della polizia municipale con l’etilometro controllano le
principali arterie
Lotta dura contro i guidatori
ubriachi MACERATA – Contro le stragi del sabato sera scende in
campo anche la polizia municipale. Coordinati dal comandante Oreste Negromonti
Tini, i vigili urbani stanno mettendo a segno servizi periodici per contrastare
il fenomeno della guida in stato di ebbrezza. Venerdì sera, “armati” di etilometro,
gli agenti hanno disposto un posto di blocco a Piediripa, nei pressi della
rotatoria principale dove sono stati controllati numerosi automobilisti. Ma i
controlli interesseranno anche altre zone della città e, soprattutto, saranno
condotti a tutte le ore della giornata, non solo di sera. A cominciare dal
centro storico fino ad arrivare ai quartieri periferici. Un’attività che è
stata incrementata di recente per dare un maggiore impulso sul fronte della
tutela della sicurezza sulle strade. Un importante contributo, quello offerto
dagli agenti della municipale, alla già capillare azione di controllo di
polizia stradale e carabinieri.“Vogliamo incrementare il tasso di sicurezza in un città
che, comunque, è già di per sé abbastanza sicura – osserva il comandante
Negromonti -. Il fenomeno dell’alcolismo è in ascesa e da parte delle forze di
polizia l’offensiva non può venir meno. Carabinieri e polizia stanno svolgendo
un lavoro importante e noi vogliamo offrire loro il nostro piccolo contributo”.
Era stato proprio il prefetto Vittorio Piscitelli, nei giorni scorsi, ad
affrontare il problema. “Esistono difficoltà oggettive nell’assicurare il
controllo delle strade nelle ore notturne – aveva dichiarato il prefetto
durante un incontro con i giornalisti -. E’ per questo che si cercherà di
integrare le forze di polizia con la polizia municipale. Non tutti i sindaci
possono garantire la presenza dei vigili urbani sul territorio: è evidente che
occorrono nuove assunzioni e compito della Prefettura sarà quello di vedere
come e se sarà possibile dare una mano”.La polizia municipale maceratese non si è fatta pregare. E
venerdì notte ha dato un segnale importante. I controlli con l’etilometro, come
detto, sono stati incrementati. “Principalmente questo tipo di servizio viene
disposto nel fine settimana – spiega ancora il comandante Negromonti -, quando
i giovani escono dai locali e magari può capitare che alzino troppo il gomito”.
Sul fenomeno della guida in stato di ebbrezza ha
dimostrato particolare attenzione il colonnello Domenico Paterna, comandante
provinciale dei carabinieri. In particolare l’Arma si è concentrata sulla
situazione del centro storico. I dati sulle patenti ritirate sarebbero
particolarmente allarmanti e i carabinieri, in collaborazione con le istituzioni,
stanno lavorando per realizzare un’apposita relazione da poter poi presentare
alla cittadinanza. Insomma, carabinieri, polizia stradale e vigili urbani
continuano a lavorare sodo per garantire una città più sicura. Numerosi i
servizi sul territorio. Un’attività repressiva. Ma anche un deterrente per quanti
decidono di mettersi alla guida dopo aver bevuto. I recenti tragici fatti di
cronaca hanno ribadito l’importanza di questo impegno interforze. DANIEL FERMANELLI
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da LIBERTA’)
Alcol. Ecco come la mia famiglia
sta guarendo
Ecco come la mia famiglia sta
guarendo da un dramma(p.s.) «Come ci si sente quando si cresce con l’alcolismo
in famiglia? Se me lo avessero chiesto un anno fa avrei risposto che non ne
avevo la minima idea, la mia infanzia è stata talmente infelice che il solo
modo di sopravvivere era bloccare il dolore». Angela S. è una donna adulta
ormai e racconta, ancora con emozione, come l’alcol «distrugge la famiglia,
logora e sfilaccia i rapporti sino a romperli del tutto». A farne le spese sono
mogli, mariti, compagni e figli che finiscono per diventare preda di un dolore
sordo, estranei al congiunto e a se stessi. E se il percorso per uscire
dall’alcolismo è lungo e complesso, non lo è meno per le famiglie che decidono
di recuperare amore per la vita. Al-Anon accoglie i congiunti degli alcolisti (la sede è in
via San Marco 32 ed è aperta dalle 20.30 alle 22.30 i martedì e i giovedì). E’
un salvagente - spiega Angela - per non cadere nell’abisso della depressione o
di un isolamento cercato per vergogna del giudizio sociale.
«Un giorno, quando la mia vita era
diventata completamente ingovernabile, per colpa di un padre alcolista, ho
preso parte ad una riunione del circolo. Ascoltavo, confusa. Ho continuato.
Oggi non mi isolo più come prima, ho cominciato ad avere più fiducia, sento di
essere amata e mi considero degna di esserlo, ho imparato persino a ridere di
me stessa. Certo, a volte i vecchi sentimenti tornano, adesso però li riconosco
perché sono in grado di capire chiaramente quello che provo, non ho più bisogno
di soffocare sentimenti troppo dolorosi per me».
A Piacenza, dove l’alcolismo
colpisce sempre di più giovani e giovanissimi, i gruppi di aiuto sono autonomi
sia per quanto riguarda il loro sostentamento sia per la partecipazione, che è
libera e gratuita. Non vengono accettati finanziamenti, aiuti o altro da enti e
istituzioni. E’ la formula adottata a Piacenza come nel resto del mondo.
Al-Anon infatti nasce in America nel 1951 e oggi conta più di 30mila aderenti
fra adulti e figli di alcolisti. Una costellazione di auto-aiuto presente in
115 Paesi. Oggi a La Ricerca si festeggia la costituzione del gruppo
piacentino, datata al 1982. Mediamente ruotano una trentina di persone intorno
ad Al-Anon: unico requisito per partecipare è avere un parente o un amico per
cui l’alcol sia diventato un problema, per ritrovare una certa dose di
serenità, agevolando anche il recupero dell’alcolista. Nelle riunioni si
affrontano tutti i temi, da quelli relazionali ai problemi di ordine pratico ed
economico.
Per mettersi in contatto, il
numero di telefono è 0523-337412, mente il centro di ascolto nazionale risponde
allo 02-504779
IL GAZZETTINO
La scommessa di Salvadori: «Un
divertimento civile» Quest’anno anche l’Ascom in prima
fila nell’organizzazione di un evento da sempre accompagnato da polemiche
«Comunque vada sarà un successo. Un grande successo: noi dobbiamo essere
fiduciosi per contratto». Renato Salvadori, presidente provinciale dell’Ascom
Confcommercio, non perde la voglia di sdrammatizzare alla vigilia del giorno
clou dell’Ombralonga. Dopo gli antipasti a base di concerti e degustazioni
gastronomiche, oggi scatta il giro per bar e osterie: primi brindisi alle 10,
calici in alto fino alle 18, poi stop alla mescita e chiusura per i locali che
aderiscono all’iniziativa. Se l’afflusso si manterrà in linea con le ultime
edizioni, per le vie del centro si riverseranno dalle 20 alle 25 mila persone.
«Ci aspettiamo un grande successo di adesioni e, al tempo stesso, un
divertimento civile - chiosa Salvadori -: da un lato una manifestazione che
possa offrire il meglio del meglio e, dall’altro, procurare i minori disagi
possibili. Del resto, con un tale numero di persone qualche disagio è
inevitabile». (*)
Ma assolutamente giustificato, secondo il leader dei commercianti
nostrani, per una manifestazione che rappresenta un’attrattiva turistica di
primo piano per Treviso: proprio per non sprecare questo patrimonio l’Ascom ha
scelto di impegnarsi in prima fila nell’organizzazione. Domani si tireranno le
somme e si faranno in conti anche con le tradizionalmente immancabili
polemiche. Un semplice giro in centro, ieri, accompagnando alcuni amici, è
bastato al numero uno dell’Ascom per trarre delle prime indicazioni positive:
«Siamo andati a pranzo in un ristorante che di solito è molto vivibile e
abbiamo faticato a trovare posto: in gran parte erano gruppi da fuori, con
guide turistiche. Questo dà già la misura della riuscita dell’operazione. È un
primo passo, ma mi pare già interessante». I commercianti valuteranno con
attenzione anche i risultati della "notte bianca" di ieri, con i
negozi del centro aperti fino a mezzanotte. «Fin da ora credo si possa dire che
anche questa iniziativa contribuisce a mantenere viva la città e a
"preservarla". Perchè una città viva è una città in cui certe
espressioni di disagio vengono rintuzzate». E da domani i promotori inizieranno
a premere su Ca’ Sugana perchè riveda le disposizioni che obbligano il locali
aderenti a sospendere ogni attività alle 18, fine ufficiale della
manifestazione: permettere agli osti di continuare a distribuire
"cicchetti" o bibite analcoliche, secondo i promotori, avrebbe
favorito un esodo più scaglionato, lasciando il tempo di far diradare i fumi
dell’alcol e evitando gli ingorghi: «L’esperienza di quest’anno servirà per
dimostrare al Comune l’improprietà di questa scelta, che pure avrà avuto le sue
ragioni - nota Salvadori - in modo che il prossimo anno si possa trovare una
soluzione diversa».
Domani. Oggi, non resta spazio che per un appello ai partecipanti:
«Divertitevi quanto più possibile e non infastidite gli altri».
m.zan.
(*) Nota: in tutte le edizioni
della Ombralonga ci sono stati problemi. È evidente che dal punto di vista di
chi ci guadagna da questa manifestazione i disagi appaiono sempre accettabili.
Ma anche se non si verificassero problemi, mentre una parte del Paese si
interroga su come limitare i danni correlati al consumo di alcolici, una manifestazione
che invoglia ad esagerare appare decisamente fuori luogo.
IL GAZZETTINO
L’Ombralonga ha i suoi ombra-test. ... (*) L’Ombralonga ha i suoi ombra-test.
Ale 10 scatta la maratona tra bar e osterie: sono attese più di ventimila
persone che potranno brindare fino alle 18. In centro, nel pomeriggio, ci
saranno anche gli uomini della Motorizzazione del Triveneto per invitare i
partecipanti alla maratona enologica a sottoporsi alla prova dell’etilometro. I
controlli (l’ente conta di effettuarne da due a tremila) saranno volontari e
anonimi e non avranno alcuna validità per eventuali sanzioni, ma puntano a
sensibilizzare soprattutto i giovani sui pericoli di mettersi al volante con un
alto livello di alcol in corpo. E un "divertimento civile" è l’auspicio pure di
Renato Salvadori, presidente dell’Ascom Confcommercio trevigiana, da quest’anno
entrata direttamente nell’organizzazione dell’evento. Continuare ad attirare
decine di migliaia di persone, diventando fiore all’occhiello del turismo
trevigiano, e, al tempo stesso, contenere i disagi per i residenti entro limiti
accettabili: secondo il leader dei commercianti nostrani, il binomio è
possibile. (*) Nota: per effettuare correttamente un test con
l’etilometro occorre osservare alcuni accorgimenti, altrimenti si rischia di
creare confusione e dare cattive informazioni. Da qualche tempo, nelle
trasmissioni televisive, va di moda effettuare delle alcolemie in diretta. Il
18 scorso Bruno Vespa a “Porta a porta” http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=20173&idCnt=64841&pagina=1&path=RaiClickWeb^Home^Notizie^Archivio+^PORTA+A+PORTA#1, oggi nella trasmissione “L’arena” si Raiuno.
In entrambi casi non sono state date indicazioni sul tempo trascorso
dall’assunzione di alcolici. Se si effettua un’alcolemia appena finito di bere
si rischia che essa sia alterata in eccesso dall’alcol ancora presente in
bocca, oppure di dare un’indicazione sbagliata perché troppo presto e ancora in
fase ascendente. Gli etilometri elettronici per uso personale, inoltre, sono
spesso inaffidabili.
IL GAZZETTINO
DOMENICALINO Bevete pure ma state lontani dal volante Potreste vedere
la tangenziale a otto corsie di Lino Toffolo Mi piace il lusso purchè sia sfrenato!», dice Aldo dalla
Rolls Royce (a noleggio). L’eccesso è umano, tanto che Toni è preoccupato
persino della monotonia del Paradiso: «sempre bel tempo, neanche una nuvola,
mangiare bene, vestirsi bene, nè caldo nè freddo, niente vizi, telegiornali
senza disgrazie ecc. E il tutto non per qualche, giorno ma addirittura per
l’eternità! Che angoscia!». Speriamo di vivere sempre. L’eccesso, però, va bene se le
conseguenze le paghi solo tu e non gli altri (le tasse belle!). Strafumi da
sempre anche il gas e la citronella? Intossicato (o peggio), ti arrangi! Il
vino, tanto per fare un esempio, è una cosa sacra: nutriente, buono,
inebriante! Sbronzarsi può essere persino divino (lo dice la parola stessa
di-vino). Però se dopo ti metti al volante e metti sotto qualche povero
disgraziato non è che lo fai tanto ridere! «Mi scusi se le ho rovinato la
mascherina della Mercedes!». E neanche se porti fidanzata e
amici dritto contro un muro o, peggio ancora, dentro il fiume. Non li sentirai
certo dire estasiati «oh che bell’acqua fresca!». Oggi, a Treviso, si fa festa
con l’Ombralonga. «Benissimo!». E una ventina non di rovina-feste, ma di
benemeriti incaricati della Motorizzazione Civile chiederanno - a chi vorrà -
di sottoporsi alla prova alcoltest (guida sicura). L’esame NON è obbligatorio
(ma se sei con la tua cara moglie sarà dura evitarlo adducendo scuse del tipo
"perchè mi fa schifo"). Oltre al rischio di far partire i palloncini
a razzo alcolico, c’è quello di sentirsi consigliare, invece che il posto di
guida dell’automobile, l’autoscontro, le bocce, il cinema o una panchina, in
attesa (una settimana) di smaltire. L’ombra-lunghetta, se diventa una lavanda
gastrica di vino ti può (se ti va bene) procurare solo la gioia di vedere
finalmente la tangenziale di Mestre a otto corsie!
CORRIERE ADRIATICO
Daniele Vallesi, 28 anni, di
Polverigi, è stato arrestato per resistenza in via Clementina
Ubriaco alla guida aggredisce i
carabinieri
Non si è fermato all’alt, ha
rifiutato di sottoporsi al test dando in escandescenze ANCONA - In piena notte girava dalle parti di via
Clementina, frequentata anche dalle prostitute quando il buio si fa profondo.
Non ha detto se si trovava lì per una sexy avventura a pagamento il giovane
finito in manette. Nessuno può dire perché stesse passando con l’auto. Di
sicuro la sua reazione è stata esagerata per i carabinieri che hanno provato in
tutti i modi a calmarlo e alla fine lo hanno arrestato. Erano le cinque e mezzo
di ieri mattina quando Daniele Vallesi, 28 anni, di Poverigi, transitava al
volante della macchina sulla strada che da Rocca Priora conduce a Chiaravalle.
Una pattuglia dei carabinieri della Tenenza di Falconara stava svolgendo
l’attività di controllo che ogni giorno e ogni notte viene garantita in tutto
il territorio, e hanno alzato la paletta davanti al parabrezza per invitarlo a
fermarsi. Stando alla ricostruzione dell’accaduto, il ragazzo non ne ha voluto
sapere di fermarsi, e ha proseguito la marcia. I militari dell’Arma lo hanno
inseguito per il breve spazio che è bastato per costringerlo ad accostare e
spegnere il motore. Gli uomini in divisa hanno capito subito che la mente
dell’automobilista, e forse pure la vista, erano annebbiate dall’alcol e dopo i
primi accertamenti su patente, libretto di circolazione e assicurazione, hanno
deciso di sottoporlo all’alcol-test. E’ stata fatta sopraggiungere un’ambulanza
del 118 per verificare le condizioni psico-fisiche di Vallesi, che ha finito
per dare in escandescenze. Alla vista degli infermieri professionali di Ancona
soccorso sembrava essere condiscendente. “Sì, fatemi pure il test, tanto non
sono ubriaco”, avrebbe osservato. Invece qualche istante dopo ha opposto il suo
rifiuto. E non si è limitato al “no” alla misurazione dell’alcol che gli
scorreva nelle vene. Ha cominciato a far volare calci e pugni, fino a
costringere i carabinieri a far scattare le manette ai suoi polsi. Il giovane è
stato accompagnato nel carcere di Montacuto, e aspetta l’udienza di convalida
dell’arresto. E’ accusato di resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio è figlio di un’opera di presidio del territorio
da parte delle forze dell’ordine che ancora una volta mostra di dare i suoi
frutti. I carabinieri della Tenenza di Falconara sono molto presenti in centro
e in periferia, anche dopo il tramonto, e tengono gli occhi bene aperti sul
rispetto della legge. I militari dell’Arma garantiscono l’ordine pubblico
puntando lo sguardo sulle zone e i personaggi più a rischio di Falconara e
dintorni. Vengono particolarmente monitorati gli ambienti inquinati dallo
spaccio di droga, il mondo della prostituzione e dell’immigrazione clandestina.
E tolleranza zero è imposta contro gli ubriachi alla guida, per prevenire
tragedie sulla strada.
IL GAZZETTINO
ABANO TERME Ventinovenne psicotico sotto l’effetto dell’alcol si
ribella ai carabinieri e li riempie di pugni e calci (Ri.Ba.) Non è stato semplice mettere le manette ai polsi
ad Alessandro Levorato. Intorno alle 5.30 di ieri mattina è arrivata al 112 una
telefonata di un residente di via Previtali che segnalava una persona sospetta
di fronte al Punto Snai, il centro scommesse di Abano. I carabinieri sono
subito intervenuti ma l’uscita si è rivelata meno semplice del previsto. Appena arrivati di fronte al Punto Snai hanno bloccato un
ragazzo (poi emerso essere un 29enne di Abano) ma alla richiesta di fornire
agli agenti generalità e documenti questo si è opposto. Niente da fare, il ragazzo
(visibilmente alterato da alcol o droghe) non ha voluto aprire bocca. Gli
agenti sono stati costretti allora a portarlo in stazione per controlli più
approfonditi. Ma anche qua i militari hanno avuto il loro bel da fare. Mentre
il ragazzo si trovava in saletta d’aspetto ha cominciato a dare in
escandescenze. Prima se l’è presa contro il tavolino, poi con una sedia
(entrambe prese a calci e pugni e ridotte in mille pezzi). Alessandro Levorato ha poi continuato a menare calci e
pugni anche quando sono arrivati due agenti per tentare di calmarlo. Prima di
riuscire a bloccare il ragazzo i due agenti si sono beccati infatti qualche
pugno e calcio al volto e alle gambe, tanto che è stato poi necessario
trasportarli al pronto soccorso della Casa di Cura per alcune medicazioni. Alla
fine i militari sono riusciti a mettere le manette ai polsi al ragazzo e a
farlo calmare. Ora Alessandro Lavorato si trova imputato di resistenza e
violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Ieri è stato anche
processato per direttissima.Il ragazzo non è però una nuova conoscenza
dell’arma, già da tempo i militari conoscevano questi suoi scatti d’ira. Da
chiarire è anche se l’uomo sabato mattina ha agito sotto l’effetto di alcol,
stupefacenti o se il suo comportamento sia il risultato di una qualche turba
psichica.
CORRIERE ADRIATICO
Grave giovane albanese
Ubriaco finisce contro un palo PESARO - Un giovane albanese, in evidente stato di
ebbrezza, ha subito un grave incidente mentre percorreva a bordo del proprio
scooter la Strada Montefeltro. Si è schiantato contro un palo ed è stato
ricoverato in condizioni abbastanza gravi all’ospedale pesarese di San
Salvatore.Il giovane - che ha 25 anni - certamente in preda ai fumi
dell’alcol, ha cominciato a sbandare e, secondo il racconto dei testimoni, è
finito contro un palo cadendo rovinosamente al suolo.E’ stata chiamata l’ambulanza della Potes i cui operatori
hanno prestato i primi soccorsi al ferito, quindi in ricovero. Al San Salvatore
gli sono stati riscontrati un trauma cranico e un trauma facciale, per cui è
stata emessa una prognosi di guarigione abbastanza pesante.
PUNTO INFORMATICO
Birra per chi recupera un notebookdi Luca Annunziatadomenica 21 ottobre 2007 - Roma - Un laptop rubato ormai
non fa più quasi notizia. Ma quando la ricompensa promessa a chiunque
restituirà il maltolto è una fornitura a vita di birra, la storia fa in breve
il giro del mondo.Succede a Wellington, in Nuova Zelanda. La scorsa settimana,
nottetempo, qualcuno si è introdotto nella sede della Croucher Brewing, una
fabbrica di birra locale, e ha sottratto un computer portatile: "Il laptop
contiene molte informazioni sul nostro lavoro, importanti per noi ma di nessun
valore per chiunque altro - spiega l’azienda in un comunicato - non è nemmeno
un modello recente".
Per recuperare questi preziosi
dati, alla Croucher Brewing hanno pensato bene di prendere il ladro per il
fegato la gola: dodici bottiglie di birra di prima scelta al mese, per il resto
della sua vita, se restituirà il computer ai suoi legittimi proprietari. Resta
da chiedersi cosa ne penserà la polizia. (L.A.)
IL MESSAGGERO
VASTO - Al volante in stato di ebbrezza o sotto l’effetto
di stupefacenti, provocano incidenti, ucci...
L’UNIONE SARDA
Studenti ubriachi in fuga sulla 131
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