(ASAPS) PARIGI, 23 OTTOBRE 2007 – I risultati dell’ETSC
(European Transport Safety Council) non lasciano spazio a dubbi: l’enfant
prodige della sicurezza stradale europea è, insieme a Lussemburgo e Portogallo,
la Francia. Oltralpe,
dopo la scelta della linea dura, la Tolleranza
Zero ripaga degli sforzi intrapresi, tanto che il ministro
delle infrastrutture Jean-Luis Borloo ha già annunciato che, nel corso
dell’Ottava Settimana della sicurezza stradale, saranno illustrate le strategie
pensate per centrare questo nuovo obiettivo. Il suo paese, ne abbiamo dato
notizia nei giorni scorsi riportando il bollettino PIN redatto dall’ETSC con il
contributo dell’italiano Marco Popolizio, che ha analizzato il periodo
2001/2006, ha ottenuto il secondo miglior risultato europeo (-42%) –
condividendolo con il Portogallo – dietro soltanto al Lussemburgo (-48%). In
termini numerici, visto che la
Francia registra ormai un numero annuale di vittime inferiore
alle 5mila unità, il governo di propone di scendere sotto i 2.500 morti. Borloo
ha gioco facile, potendo dimostrare che la Republique
è riuscita a bloccare la recrudescenza registrata nei primi mesi dell’anno. In
termini numerici, il terzo trimestre dell’anno è riuscito a riportare a livello
zero la sinistrosità, visto che se nel primo semestre si erano toccate punte
preoccupanti di violenza, il periodo tra luglio e settembre ha rimesso la palla
al centro: 3.385 morti tra gennaio e settembre dello scorso anno, 3.382 nello
stesso periodo 2007. Settembre, dati completi alla mano, ha invece evidenziato
un calo del numero degli uccisi del 5,2% rispetto allo stesso mese del 2006
(403 vittime contro 425), con una diminuzione notevole anche sul fronte delle
ospedalizzazioni per traumi legati alla strada (-2,8%). Crescono, invece, i
feriti gravi: +3,1%. Il perché di questa apparente incongruenza è stata
affidata agli esperti del dipartimento interministeriale della Sécurité
Routière. “Progressi insufficienti”, dice Jean-Louis Borloo, che lancia la
sfida per scuotere l’orgoglio dei francesi, oggi orgogliosi dei risultati
sanciti nel rapporto PIN. (ASAPS)
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