LA STAMPA
"Mamma voleva ammazzarmi con un coltello" Ines, 7 anni, è
fuggita scalza dall’ennesima lite dei genitori A sette anni costretta a fuggire
di casa. Salvata all’una da una volante del 113 LODOVICO POLETTO TORINO Scalza, con addosso il pigiamino, Ines vagava sola,
l’altra notte, sul marciapiede di via Adamello. Era quasi l’una. Freddo, poche
auto in giro. Buio pesto. La signora che con il cane al guinzaglio s’è
incuriosita: a quell’ora, di notte, in quelle condizioni, e sola, Ines non era
certo una presenza normale. Preoccupata, angosciata, ha sfilato dalla tasca del
giubbotto il cellulare e ha chiamato il 113: «...non so se faccio bene... non
capisco cosa stia facendo quella bambina... se potete mandare qualcuno... avrà
sette o otto anni...». Alla stessa ora, a un chilometro da lì, i vigili del fuoco
stavano montando i fari per illuminare il giardino di un elegante complesso
residenziale: guardiano all’ingresso, campanelli in gran parte senza nome.
Cancellata. Uno di loro, con in mano la termocamera stava settando i parametri:
«Se c’è qualcuno nascosto in mezzo a questi arbusti lo vediamo subito. Questo
strumento rileva il calore dei corpi». In quegli attimi di ansia, di
lampeggianti blu e di sirene, in tanti l’hanno pensato, ma pochi hanno avuto il
coraggio di dirlo, e senza morbosità, cercando soltanto di esorcizzare un
pensiero bruttissimo: quello del cadavere di Ines riversa tra gli sterpi. Lo
hanno fatto accompagnando con lo sguardo i gesti rapidi e vani dei poliziotti
delle volanti, intenti a controllare ogni anfratto di questo complesso
residenziale. Alla ricerca di Ines. Poi una radio ha gracchiato: «...via Adamello... una
bambina sola e scalza... ferita...». I poliziotti sono partiti: tre minuti, un
chilometro di strada a tutta velocità, con l’adrenalina nelle vene e il motore
dell’auto che urla. Tre minuti e Ines è stata «salvata». L’hanno portata
all’ospedale Martini: piangeva disperata e stravolta, come solo sanno esserlo a
sette anni i bambini. Lucciconi agli occhi e manine gelate hanno svelato una
storia che finisce più o meno così: «Mio papà e mia mamma litigavano. Poi lei
ha preso un coltello. Me lo ha dato qui, in testa. Gridava che mi voleva
ammazzare». Lei ha infilato le scale ed è fuggita nella notte, sola e scalza. Dodici ore dopo la fuga Ines è ancora in ospedale. La
ferita non è grave, ma i medici hanno preferito tenersela lì, in Pediatria.
Anche la mamma è ricoverata, ma in un altro ospedale. Il papà, un manager, ha
messo a verbale tutta la storia dell’altra notte. Parla di litigi, di alcol e di follia. Lui è un quarantenne
dirigente d’azienda. Uno che ha viaggiato tanto per lavoro, al quale la vita ha
dato molto: denaro, una bellissima casa, una moglie che lo ha reso padre. «Litigavamo, mia moglie era fuori di sé. Aveva un coltello
in mano, di più non so...». E il ferimento di Ines? «Non ho idea, non ricordo,
non l’ho vista». E non ha neppure visto Ines scappare nella notte. Non se ne è
accorto fino a quando non è arrivata la polizia, che lui stesso aveva chiamato:
«Mia moglie mi ha chiuso fuori casa, non posso rientrare». Fino a quel momento nessuno si era accorto di nulla: non
il papà, non la mamma, ormai completamente fuori di sé, non i vigili. Ci sono
voluti diversi minuti prima di scoprire la verità, prima che partissero le
ricerche della bambina. Corse affannate sulle scale, nei garage, voci nella
notte nell’enorme giardino di quest’isola ricca ed elegante «Ines, Ines dove
sei... Ines». E ancora torce elettriche, telefonate, i vicini che si affacciano
ai balconi, scendono, guardano i poliziotti che scrutano intorno nella notte,
cercando di cogliere un rumore, un’ombra, un oggetto. Per fortuna non è finito tutto in tragedia. Il racconto
fatto da Ines, per ora, non ha alcun valore legale. Dovrà ripeterlo nel corso
di un’audizione protetta, davanti a un magistrato, alla presenza di uno
psichiatra infantile. Soltanto allora potrà ricostruire come sono andate le
cose. Cercare di ricordare anche le parole della mamma, quelle del papà, i
gesti di quella notte. Tutto nel modo più preciso possibile, fino a quando lei,
ostaggio di un terrore assoluto, è fuggita di casa. Alle 3 della notte di sabato Ines è stata portata nel
reparto di Pediatria. Un’infermiera le è stata accanto: «Adesso fai la nanna
angioletto». E lei, finalmente, ha sorriso.
Comunicato stampa L’associazione Viviamolavita continua con impegno la
propria attività di portavoce di decine di migliaia di genitori che all’unisono
chiedono l’aiuto alle istituzioni e autorità competenti nel porre un limite
all’anarchia del divertimento, causa di tanti lutti e sofferenze fisiche e
psicologiche. Sono in programma nei prossimi giorni incontri con alcuni
amministratori locali per cercare un’intesa sullo spostamento dell’ orario dei
locali notturni . Lunedì 22 è
previsto un incontro con le associazioni
di volontariato provinciali per un lavoro il più possibile comune e ad ampio
raggio che porti a capire le ragioni della scelta di forme e stili di
divertimento potenzialmente pericolosi. Riteniamo infatti che non sia ancora raggiunto
l’obiettivo di salvaguardare la vita dei nostri giovani dalle circostanze che
determinano gli incidenti stradali della notte. L’arrivo ininterrotto da ogni parte d’Italia dei moduli
pieni di firme ci incoraggia ad andare avanti su questa strada che ormai viene
definita “ una questione di buon senso” . Infatti qual è quel genitore che può affermare di essere
contento se il proprio figlio arriva costantemente a casa alle prime luci
dell’alba? E il motivo è evidente poiché tutti si rendono conto che
quelle sono le ore più pericolose per l’ incolumità fisica e morale del proprio
figlio. Sappiamo per esperienza che in certe ore della notte i
nostri freni inibitori si allentano e si è portati molto più facilmente al
consumo eccessivo di alcool e all’assunzione di sostanze pericolose. Mettersi nelle tentazioni o sfruttare il terreno delle
stesse, per poi avvallare candidamente che ognuno deve sapersi autogestire è un
chiaro sintomo di malafede dovuto a interessi vari oppure denota una grave
mancanza di conoscenza delle inclinazioni umane, con risultati per forza
negativi. Tali rischi si evidenziano in modo particolare nei
giovanissimi che cominciano a frequentare la notte. Certo non è un bell’
apprendistato. Siamo certi come genitori tutti, che il limite proposto
nella notte aprirebbe la strada progressivamente in modo molto più agevole alla
valorizzazione della domenica. Ridare dignità al giorno festivo come periodo di
particolare attenzione a certe attività che ritemprano la persona , al riposo
fisico e riflessione morale e spirituale crediamo che sia da tutti auspicabile.
Relegare tale giorno, come purtroppo ormai fanno troppi nostri figli, alla
ripresa delle funzioni primarie fisiche dopo una notte di sballo sicuramente ha
ben poco di dignitoso per l’essere umano. Spesso inoltre incontriamo giovani che non frequentano
discoteche e ci manifestano il loro rammarico di non poter andare anche loro a
ballare poiché tale divertimento viene volutamente proposto in orari
impossibili. Indubbiamente questa è una strada che richiede a tutti
un’inversione a U, tanto più vedendo dove questa strada ci ha già portati, e a
che prezzo! Lavorare nel campo dell’educazione, della
sensibilizzazione, della prevenzione è molto più facile e porta a risultati più
positivi se si parte con determinati e giusti paletti, e in questo caso è la
natura stessa che ce li richiede. Questa richiesta di spostamento dell’orario del
divertimento, che è compito e dovere dell’autorità, non ci esime tuttavia dal
nostro ruolo di genitori nel costante sforzo dell’educazione dei propri figli
ma anzi deve essere uno stimolo in più per cercare di costruire nella nostra
famiglia con i nostri figli un sodalizio di amore più intenso. Vogliamo porre
all’ attenzione di tutti i genitori ciò che una mamma che ha perso una figlia
ci ha inviato a proposito.“Bisogna dire ai genitori che devono parlare con i
figli, anche se i figli sono chiusi ed ostinati non devono mai smettere di
parlare....solo questo serve...dialogo tanto dialogo..... Bisogna evitare che altri innocenti se ne vadano.” E se permettete vorremmo darci un consiglio. Stiamo più
vicini ai nostri figli, cerchiamo comunque il modo di trascorrere tanto tempo
con loro poiché se hanno un problema e non ci trovano mai, la soluzione la
cercano altrove e spesso non è quella giusta… Associazione Viviamolavita
IL GIORNALE DI VICENZA
STRAGI DEL SABATO SERA. Le vittime avevano 15 e 18 anni. Ferita la quarta persona a bordo Prende alcol e droga e si schianta: due morti In auto contro un
albero a Sirmione dopo la «disco» a Desenzano sul Garda: è grave, deceduti gli
amici BRESCIA Due giovani, uno dei quali
quindicenne, sono morti e due sono rimasti feriti in modo gravissimo in un
incidente stradale la scorsa notte, intorno alle 2,30, mentre tornavano da una
discoteca, tra Desenzano del Garda e Sirmione. Uno dei feriti è il conducente, 27
anni, risultato poi positivo alle analisi sull’assunzione di droga e alcol. I
quattro, tutti residenti nel bresciano, viaggiavano su una Alfa 147 e, dopo
aver trascorso parte della notte in una discoteca a Desenzano del Garda si
stavano dirigendo verso Peschiera del Garda (Verona). La vettura è uscita di strada mentre affrontava una curva,
è finita contro un albero e si è ribaltata, sbalzando all’esterno gli
occupanti. Due di loro sono morti all’istante. Si tratta di Paolo Seminario, 18
anni di Muscoline, e di un ragazzo di 15 anni, di origine serba. Sono rimasti
feriti C.B., 27 anni, il conducente, risultato positivo ai test alcol e droga,
e N.T. 17 anni, entrambi di Gavardo. C.B. è in condizioni gravissime ed è stato
sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico. Le operazione di
identificazione sono risultate piuttosto complesse poichè solo il conducente
aveva i documenti. Pesante il bilancio sulle strade italiane in questo
penultimo week end di ottobre. Un ragazzo di 19 anni è morto a Villa Latina, in
provincia di Frosinone, mentre all’alba tornava a casa in compagnia di tre amici
dopo aver trascorso la notte in discoteca: l’auto, condotta da un suo amico, è
finita contro un palo della luce. E 23 anni aveva il giovane morto alle 6.30
sulla statale 101 Lecce-Gallipoli; con tre amici era a bordo di una Peugeot che
si è schiantata contro il guard rail. Vittima di un’auto pirata, invece, un
22enne della provincia di Caserta, investito sulla A1 mentre si incamminava
sulla corsia d’emergenza dopo aver esaurito il carburante. E alle prime luci dell’alba un incidente stradale è
costato la vita a un altro giovane, 21 anni, residente a Novara: la sua auto si
è ribaltata in un fosso e il giovane è morto sul colpo.
LA GAZZETTA DI PARMA
Niente alcol? Pizza e bibita gratis Iniziativa per i
gruppi numerosi: chi guida, se non beve alcolici, non paga FONTEVIVO PARTE DALLA «BARCHETTA» DI CASTELGUELFO IL
PROGETTO PER SENSIBILIZZARE ALLA GUIDA SICURA Davide Montanari - Parte dal locale «La Barchetta » di
Castelguelfo, frazione del comune di Fontevivo, un progetto inserito
nell’ambito della sensibilizzazione alla sicurezza stradale che
l’amministrazione delle Terre Verdiane sta conducendo in questi mesi.
L’iniziativa promossa e sponsorizzata dallo stesso gestore del locale Andrea
Pedrelli è rivolta a tutti i giovani sotto i 30 anni, divisi in tavolate dalle
6 persone in su. Chi fra loro si dichiarerà l’autista del gruppo e risulterà
negativo ai controlli antialcool riceverà in omaggio la pizza e la bibita che
ha consumato. continua...
IL GAZZETTINO
Treviso Trentamila ... NOSTRA REDAZIONE Trentamila persone hanno invaso ieri il centro di Treviso
per l’Ombralonga, appuntamento con il vino e la baldoria ogni anno atteso
quanto temuto. Eppure stavolta i commenti da parte di esercenti, partecipanti e
forze dell’ordine sono stati magnanimi: tanta gente, ma pochi disordini, grazie
anche alla decisiva presenza degli addetti alla sicurezza, in ogni locale. La novità di quest’anno è stato "l’ombra-test",
la prova dell’etilometro organizzata in vari stand dalla Motorizzazione Civile
del Triveneto - presente con 20 operatori - in vari punti
"strategici" della città, ognuno dei quali ha fatto più di 600
controlli (in totale oltre tremila). Come prevedibile, la maggior parte dei
"volontari" superava gli 0.5 grammi per litro, il limite massimo
prima che scatti la guida in stato di ebbrezza. Un’iniziativa in chiave di
prevenzione. Treviso si è svegliata ieri coccolata da un sole benigno e
col ricordo della "Notte bianca" appena passata e non troppo
entusiasmante. Intorno alle 12 ecco i kit da Ombralonga (4mila quelli venduti),
i giovani con magliette a tema tipo "I vostri etilometri non fermeranno la
nostra sete", ironica sfida all’ombra-test. Bicchiere appeso al collo
dalle 10 fino alle 18, anche se il popolo del vino ha iniziato la vera maratona
intorno alle 15. Perché l’Ombralonga della quale i cittadini hanno paura è
quella pre-serale quando il tasso alcolico si alza e gli schiamazzi coprire
ogni voce, le bottiglie abbandonate - e anche questa volta ci sono state nonostante
il divieto di vendita - i bagni presi a calci, la sporcizia e le risse. Il
bilancio dei "feriti" è tuttavia confortante: un solo ricovero in
ospedale, contro i 16 dell’anno scorso; 25 invece le presenze al Posto medico
avanzato della Croce Rossa, nelle piazze del centro. Prese d’assalto la
Pescheria e le piazze trasformate in discoteca dal tardo pomeriggio, quando i
disk jochey hanno fatto ballare i giovani al grido di "Gentilini dove
sei?". Tante le novità oltre all’alcoltest: c’era lo stand del noto
ristorante "da Celeste" preso d’assalto dalle famiglie che hanno
approfittato dei prezzi economici della giornata. O l’ambientazione creata
sotto la Loggia dei Cavalieri. Nonostante gran parte dei commercianti abbia
dato valutazioni positive, più di qualcuno ha fatto notare le molte osterie
storiche rimaste chiuse. Intanto, a seguito dei blitz della polizia, sono state
elevate le prime multe per vendita di alcolici dopo le due di notte. È accaduto
alla discoteca "Margot" di Silea: agenti in borghese, la notte di
sabato, hanno rilevato 7 infrazioni che potrebbero comportare la chiusura del
locale da 7 a 30 giorni. Il titolare Federico Ochs commenta laconico: «Attendo
la notifica della sanzione». Beatrice Mani
IL GAZZETTINO
IL BILANCIO
SANITARIO DELL’OMBRALONGA Un ventunenne fa il pieno e va all’ospedale Una ventina i
partecipanti che hanno avuto bisogno dell’intervento della Croce Rossa. Cinque
multe per bisogni "abusivi" Sono stati in tutto 25 i giovani medicati nei due Pma
predisposti dalla Croce Rossa (Posto medico avanzato), uno in piazza
Indipendenza e uno in piazza San Vito. Di questi solo per un 21enne di
Montebelluna è stato necessario il ricovero al Ca’ Foncello, ma non per
complicanze legate all’alcol, ma per problemi respiratori. Una bel passo in
avanti rispetto alla media dei 15-20 ricoveri degli anni scorsi e del centinaio
di persone medicate. Superlavoro comunque per i 16 sanitari (2 medici, tecnici
e volontari) all’opera. I Pma, le sei squadre a piedi e le tre ambulanze della
Croce rossa erano poi coordinati dalla centrale operativa mobile. Tolleranza zero anche contro i soliti "tiratori
liberi", i giovani che non hanno utilizzato i servizi igenici. Ben 5 le
contravvenzioni elevate a persone che hanno espletato i loro bisogni
fisiologici nei pressi dell’anagrafe. È andata abbastanza bene (rispetto agli anni scorsi) anche
sul fronte di risse e disordini. Solo episodi isolati, ma sempre a
manifestazione chiusa. Ad esempio qualche testa calda ha dato in escandescenze
alle 18 e 30 in piazza dei Signori. Rissa più accesa invece alla Loggia dei
Cavalieri, per motivi "di donne". Sul posto gli agenti della polizia
giudiziaria dei vigili urbani, ma i giovani si erano dileguati. Uno di loro,
identificato, è stato portato al comando dei vigili urbani per ricostruire
quanto avvenuto. In serata al lavoro anche la polizia stradale, che sulle
strade hanno effettuato i controlli all’alcoltest. Già in serata erano tre le
patenti ritirate. «È stata una manifestazione decisamente riuscita senza
problemi, c’era molta educazione», spiegano dalla Protezione civile, che con i
suoi 40 volontari ha presidiato le strade della città. Eppure fin dalla notte c’erano stati degli episodi di
vandalismo. Già sabato sera intorno a mezzanotte in via Garatti era andata a
fuoco una recinzione in plastica di un cantiere edile. Subito dopo poco dopo le
2 in Piazza Crispi era andata a fuoco, ma forse solo per problemi tecnici,
un’autovettura. Poi in via Paolo Veronese l’incendio di un cassonetto. Maggiori problemi si sono registrati alla stazione
ferroviaria, dopo le 19, fortunatamente dopo la partenza di un treno speciale.
IL GAZZETTINO
Come ogni anno l’Ombralonga divide ... (*) Come ogni anno l’Ombralonga divide la città: da una parte
gli entusiasti, quelli che la manifestazione la sentono e la vivono come una
grande festa, dall’altra chi fugge lontano per tornare solo in tarda serata,
incrociando le dita perché tutto sia al suo posto. Nello stesso modo si
dividono le osterie del centro che scelgono o meno di parteciparvi. Fra quelle
più antiche: Muscoli’s, il Trevisi, L’Antico Pallone: aperte. Bottegon, Sestin,
Arman e Tocai: chiuse. «Vogliamo più osterie e meno esercizi che, con
l’Ombralonga non hanno molto a che fare», commentano al Trevisi. Ha
scombussolato gli animi passare di fronte al Tocai vedendolo chiuso, mentre il
caffè Illi si prodigava per i clienti. Ancor più bizzarra la scenografia al Due
Piani: praticamente un rave party. Così come in piazza dei Signori, dove un
umiliato schermo muto che trasmetteva norme di sicurezza stradale è stato
offuscato da musica e grida dal palco: "Gentilini dove sei? Dacci un
segno!". L’organizzatore della manifestazione Gigi Gazzotti commenta: «È
una scelta, non guardiamo solo a quelle chiuse, ma anche a tutte le osterie che
hanno aderito». Ma l’Ombralonga non era nata proprio come giro delle osterie?
Polemiche a parte quest’anno è andata bene, tante le persone accorse dal Veneto
e non solo, 30mila secondo gli organizzatori. I kit venduti invece sono stati
4mila, niente in confronto al fiume di uomini, donne e vino che ha sommerso il
centro storico dalla mattina alla sera. Come sempre bottiglie abbandonate
nonostante i divieti, sporco al quale ha pensato la Treviso Servizi e alcuni
danni nei bagni di bar e pizzerie, come dalla "Fausta".Molte anche le
novità, alcune delle quali hanno consentito alle forze di sicurezza di tenere
sotto controllo la situazione, almeno fino alle 18 del pomeriggio: l’unica
rissa è stata alle 18.30 in piazza dei Signori. Prima fra tutte i vigilantes
anti-vandali, pronti a salvaguardare i bagni chimici, preda ambita degli
scherzi dei giovani alticci che quest’anno però si sono limitati a chiuderci
dentro qualche compare di bisbocce. In compenso si sono rifugiati in Galleria
Bailo, dove i residenti hanno trovato parecchi "regalini". Una delle
"vittime" è stata anche l’entrata secondaria dell’assessorato al
Commercio e alle Politiche Sociali. Testimone: la telecamera che ha ripreso la
scena. Altra trovata è stato l’ombra-test, vale a dire la prova dell’etilometro
che ogni partecipante ha potuto svolgere nei vari stand dislocati in vari punti
dalla Motorizzazione del Triveneto. Sei in tutto, ognuno dei quali ha
registrato più di 600 controlli eseguiti. Ragazzi generalmente alticci, con un
tasso alcolico medio dello 0,60. Oltre il massimo consentito prima del ritiro
della patente, 0,5. Nonostante questo il bilancio dei "feriti" è
confortante: un solo ricovero in ospedale, contro i 16 dell’anno precedente.
Venticinque invece le presenze al Posto Medico Avanzato della Croce Rossa,
nelle piazze del centro. Insomma, il pericolo è passato e anche quest’anno
Treviso è sopravvissuta. Beatrice Mani (*) Nota: manifestazioni come “l’Ombralonga” non si
svolgeranno più quando le persone che cercano lo “sballo” col vino, coloro che
ci guadagnano e coloro che tollerano i disagi conseguenti, scenderanno al di
sotto di una soglia minima. L’entità di questa soglia dipende anche dalla
presenza di proposte e voci alternative.
IL GAZZETTINO
LA PROTESTA Stop all’alcol alle 2 di notte Protesta delle discoteche Le discoteche proprio non ci stanno. Il divieto di alcol
dalle 2 di notte, previsto dall’articolo 6 della legge sulla sicurezza
stradale, è ritenuto una norma inefficace. Per darne dimostrazione, i gestori
dei locali da ballo stanno raccogliendo le firme sia online, sia a livello
cartaceo. «Non si tratta di mettere in discussione il principio di tutela della
salute, su cui la categoria si era attivata già da anni - afferma Luca Garbo,
presidente provinciale Fipe-Confcommercio - ma di rendere palese il fatto che
il divieto farà riversare le persone sulle strade dalle due di notte, con il
rischio di peggiorare la situazione. Con questa legge, anziché punire chi fa
abuso di alcol, si puniscono le imprese». La volontà di collaborare al rispetto della legge è
dimostrata dagli annunci sonori proprio per ricordare l’inizio del divieto, ma
la categoria punta il dito contro l’ingiustizia del provvedimento che va a
limitare la libertà individuale, colpendo tutti i cittadini
indiscriminatamente. La norma è stata introdotta senza nessuna discussione
approfondita in Parlamento e senza nessun confronto con le parti interessate,
negli ultimi frenetici giorni utili per non far decadere l’intero decreto sulla
sicurezza stradale. La vendita di alcol potrà tranquillamente continuare per
strada o presso luoghi magari anche abusivi (come i rave-party) dove non
esistono garanzie di controllo.
ALCOLISMO
«Notte Bianca senza cocktail? Siamo pronti a chiudere alle
2» Sabato e domenica prossimi sarà tempo di «Movida anni
‘70», un’iniziativa del Comune, che ha organizzato un lungo weekend ricchissimo
di eventi, tra concerti, mostre, spettacoli, esposizioni, videoinstallazioni,
solo per citare alcune proposte, interamente dedicate all’atmosfera di quel
decennio. Ma come la mettiamo con la nuova legge che vieta la vendita di alcool
dalle 2 di notte in poi? Sono settimane difficili per i locali della Milano by
Night, alle prese con il calo di pubblico, personale da lasciare a casa, gente
che si presenta già ubriaca, bottiglie rotte e, soprattutto, piene ma nelle
macchine, portate direttamente da casa. L’associazione Pubblici esercizi
associati corso Como Milano, in collaborazione con Marco de Padova del «Dom
cafè» - Presidente dell’Associazione - organizza, il 27 ottobre, una serata
dedicata alla musica 70’s, con due consolle da dj davanti al «Dom cafè» e al
«Pixel», quadri dell’artista designer Alex Turco e divertimento targato corso
Como, ma i problemi restano. Qualcuno, tra i commercianti delle notti milanesi,
minaccia: «Come segno di protesta siamo pronti a chiudere alle 2». «Siamo tutti arrabbiatissimi - sottolinea De Padova -, il
lavoro è in calo, abbiamo iniziato a lasciare a casa il personale ma il
problema non si risolve così, la gente beve lo stesso, tanto e soprattutto
male. Prima i cocktail erano dosati, ora, invece, il pubblico esce dalla
discoteca con i bicchieri e si carica di alcool. Abbiamo perso non solo le
consumazioni alcoliche, ma anche quelle analcoliche, la gente non consuma più
comunque e non entra dopo le 2 di notte. Il week end del 27 e 28 ottobre sarà
un fine settimana normale, come tanti altri». Anche Paolo Ottaviani del «Pixel» si dice d’accordo. «Per
il 27 e 28 ottobre il nostro investimento sarà limitato, proporremo musica anni
‘70, ma il nostro guadagno non sarà diverso dagli altri week end, secondo me ci
sarà meno gente del solito». Roberto Contaldo del «Gasoline» di via Bonnet organizzerà
un sabato «Next», dedicato alle nuove tendenze musicali del momento con due dj
tedeschi. «Negli anni ‘70 il proibizionismo non c’era, una situazione di questo
tipo crea ostacolo alla libertà di una festa che andrebbe vissuta con più
coerenza. L’alcool fa male se utilizzato male, ognuno si regolerà di
conseguenza, a coscienza e secondo la propria educazione, come dovrebbe essere
per qualsiasi altro mezzo. L’alcool - conclude Contaldo - è come una macchina
potente; posso andare a 200 all’ora, basta schiacciare l’acceleratore, ma è la
cura personale a porre la differenza. Posso usare qualsiasi mezzo, è
l’educazione personale e la capacità di capire che questi mezzi sono piacevoli,
ma se usati in modo eccessivo portano al disastro e non c’è legge che tenga a
questo proposito. E’ l’amor proprio a dover trionfare come il concetto di un
divertimento più consapevole».
ALCOLISMO
Discoteche, i mille trucchi per bere fino a tardi La soglia delle 2 è
quasi un bluff: i ragazzi escogitano numerosi stratagemmi per aggirare il
divieto: chi fa scorta, chi esce per bere. I gestori: "Il gusto del
proibito farà tornare in voga l´ecstasy" di Fulvio Paloscia Cascine, 3 del mattino di sabato. Il piazzalone e i
giardinetti che separano il Meccanò dal Central Park rimbombano di musica
latina. Proviene da due automobili: intorno, ragazzi e ragazze sudamericani che
accennano a passi di danza e si passano lattine di birra; in un angolo
dell´auto, una bottiglia di vino, di quelle a poco prezzo. «Che ci andiamo a
fare in discoteca se non si può più bere?» dicono. E allora se ne stanno lì,
con la musica ad alto volume, i bacini che si muovono, l´alcol libero. Via Verdi, stessa ora, ma venerdì. Al Twice, discobar in
Santa Croce, c´è un viavai di nottambuli in erba che entrano ed escono. Dietro
al bancone del bar i cartelli che avvertono la clientela: niente bevande
alcoliche dopo le 2. Divieto rispettato alla lettera. Diego, 16 anni, e
Gianluca, 17, pronunciano qualche colorita imprecazione in vernacolo livornese,
«e allora dè si va cor piano b». Il piano b? «Sì, vieni con noi». Per uscire
dal Twice non c´è neanche bisogno di una contromarca: la porta è sempre aperta,
se dentro non è strapieno. I due ragazzi non indossano escono così come sono,
di corsa verso piazza Salvemini. Uno scooter ammaccato. Diego armeggia al
bauletto, gli dà una botta, lo apre. «Ecco le scorte», dice. Uno di quei vini
da supermercato messi in vendita nel tetrapak, nelle confezioni stile cartoni
di latte. Cin cin. La legge che obbliga le discoteche (ma non i bar, i pub, i
ristoranti) a interrompere la somministrazione di alcolici dopo le 2 sta
cambiando davvero qualcosa. Code ai bar poco prima che scatti l´ora x, ragazzi
che ordinano due o tre cocktail insieme prima che il big ben del
«neoproibizionismo», come lo hanno definito i gestori dei locali, dia il suo
implacabile stop. Ognuno interpreta la
legge a modo suo, pur di ovviarla. C´è chi sostiene che ai tavoli si può
continuare a servire, tanto se arriva un controllo la bottiglia è stappata. Chi
ancora ne fa uso, ha regolato i registratori di cassa in modo che il gin tonic
risulti servito prima delle due. E´, insomma, la corsa al trucco per aggirare
la legge, ma i primi a sentirsi beffati sono i promoter della notte: «Che senso
ha questo divieto se, qua fuori, ci sono i baracchini che vendono vino,
sangria, birra» chiede Massimo Iacomelli del Central Park. E il Twice, allora,
circondato com´è da bar aperti fino a tarda notte, dove si fa presto a buttare
giù uno shot prima di tornare in pista? La condanna è generale. Da parte dei clienti, che comunque
si arrangiano: «Da ragazzo mi portavo da bere in macchina e, quando avevo
voglia di un po´ di alcol, uscivo dalla discoteca con il mio bel timbrino sulla
mano che mi permetteva di tornare a ballare, buttavo giù una bella sorsata di
whisky e poi vai, di nuovo sotto le luci stroboscopiche. Alloro lo facevo
perché non avevo un becco d´un quattrino, oggi perché l´alcol è proibito» dice
Andrea, 37 anni, assicuratore, scatenatissimo sulla pista del Meccanò. E da
parte dei gestori. Simone, il direttore artistico dello storico
divertimentificio delle Cascine, lancia l´allarme: «Il gusto del proibito farà
tornare in voga quell´ecstasy che abbiamo combattuto a fatica». Intanto dopo le una in discoteca entrano in pochissimi.
Zero coda davanti al Meccanò. Idem al Central Park. Lo stesso al Tenax dove uno
dei soci, Sandro Coragli, qualche giorno fa ha requisito due bottiglie di rhum
che un ragazzo stava per introdurre nel locale, nascoste sotto il giubbotto. «I
trenta quarantenni si adegueranno a questa legge - dice - ma c´è una
generazione di giovanissimi che mostra un ostilità forte verso chi ha compiti
di vigilanza: a cominciare dai servizi d´ordine. Sono questi ragazzi quelli a
preoccupare di più». La legge ha fatto ritornare in auge anche le bottiglie
mignon. Whisky, gin, rhum, liquori tascabili che trovi ormai solo nei frigobar
negli alberghi. Al Twice sono esposte sul bancone. L´Otel, la discotecona di
via Generale dalla Chiesa che ogni settimana richiama in media 7000 ragazzi
soprattutto dalla provincia e che è stata fra le prime ad adottare un alcol tester
a disposizione della cliente, le ha impugnate come vessillo contro un
provvedimento che, secondo il direttore, Aldo Settembrini, «colpisce noi
gestori dei locali quasi fossimo i responsabili del bere irresponsabile di una
minoranza. Questo provvedimento porterà soltanto a soluzioni che favoriranno
eccessi da parte dei clienti comunque intenzionati a bere». L´iniziativa è
spiegata in un cartoncino che viene consegnato all´ingresso: al bar, fino alle
2 sono in vendita bottiglie mignon di distillati base per i cocktail più
richiesti. Basta ritornare al bancone dopo la famigerata ora del coprifuoco,
presentandone il tappo, per ottenere gratis un soft drink con ghiaccio. Così
ognuno può preparare il proprio mix.
LA GAZZETTA DI MANTOVA
MANTOVA Allarme cocaina-alcol: boom di ricoveri Arrivano al pronto soccorso con gli occhi sbarrati, con
forti aritmie e dolori al petto. Spaventati, a volte in lacrime e pentiti,
accompagnati dagli amici o da soli. Sono gli ’sballati’ del sabato sera, quelli
che la cocaina la prendono solo nel fine settimana e quasi sempre innaffiata da
tanto alcol. «Sono tanti, sempre di più, almeno cinque o sei ogni weekend»
lancia l’allarme il primario del pronto soccorso del Carlo Poma Mario Luppi. Da
quando l’Osservatorio regionale sulle tossicodipendenze ha inserito anche
all’ospedale cittadino di nella rete di monitoraggio lombarda con obbligo di
redigere un bilancio semestrale, i sanitari hanno potuto constatare
l’incremento del fenomeno. E i numeri iniziano a diventare preoccupanti. «Non siamo ai livelli di altri capoluoghi, mi riferisco ad
alcune province limitrofe - precisa il dottor Luppi - ma l’incremento dei casi
si vede e ogni fine settimana, purtroppo, siamo costretti a toccarlo con mano». Cinque-sei casi ogni
weekend? «Questi solo quelli che arrivano con sintomatologie
evidenti riferibili ad assunzione di sostanze psicotrope, parlo di stupefacenti
perlopiù cocaina, perché se invece parliamo di alcol senza droga allora i
numeri s’impennano. E, tengo a sottolineare, questi sono solo quelli che
decidono di ricorrere alle cure dei medici». Ma chi sono quelli
che sballano solo il sabato sera? «I cinque-sei casi di cui parliamo esulano dall’overdose,
quelle arrivano anche durante la settimana. Qui parliamo di chi al sabato sera
assume droga e alcol insieme, quindi lo sballo sporadico, non i
tossicodipendenti riconosciuti. Al nostro pronto soccorso arrivano persone che
coprono la fascia d’età tra i 15 e i 40 anni e sono di tutti i ceti sociali». Come si presentano?
Quali sintomi hanno? «Prima di tutto vorrei fare una precisazione relativa
all’alcol e alla droga. Chiariamo un aspetto fondamentale: l’alcol assunto in
piccole dosi crea un effetto disinibente, se assunto in dosi elevate provoca
sonnolenza, perdita di concentrazione e di capacità critica. L’assunzione di
cocaina, invece, provoca un eccesso, in errore, di capacità critica del tipo
"io sono in grado di spaccare il mondo", oppure "riesco a fare qualsiasi
cosa". I rischi sono quindi evidenti nel caso di assunzione distinta delle
due sostanze, ma se si assumono, come purtroppo spesso succede, le due cose
insieme gli effetti si combinano in modo personalissimo diventando una
"bomba comportamentale" e le conseguenze sono imprevedibili. Ripeto,
da quanto abbiamo potuto constatare chi si droga al sabato sera o nel weekend
accompagna l’assunzione di stupefacente anche all’alcol e questo è doppiamente
pericoloso». Come fate a
stabilire se uno ha sniffato? «Se la legge ce lo consente, ad esempio in caso di
incidente, o se ci sono necessità di ordine sanitario, nel caso di patologia
grave, si esegue il prelievo delle urine, indipendentemente dalla volontà del
paziente. Se invece il paziente rifiuta l’esame la diagnosi avviene con
valutazione clinica da parte del medico». Quale terapia
adottate? «Una terapia sedativa. Il paziente a quel punto viene
tenuto monitorato per 24-48ore nel reparto di Medicina d’Urgenza o nell’area
osservazione breve al pronto soccorso». Quali sono i rischi
per chi ’sballa’? «E’ sbagliato, anzi, sbagliatissimo pensare che
l’assunzione saltuaria o sporadica di cocaina non provoca danni permanenti a
cuore e cervello. Sul tema ci sono troppi messaggi sbagliati, anche lo spinello
e i cannabinoidi svolgono azioni pesanti sul sistema nervoso centrale e possono
portare a dei danni. Ma tornando alla cocaina bisogna anche ricordare il
pericolo della ’prima volta’. Prima di tutto non sai che cosa ti hanno
rifilato. Non sai come reagisce il tuo corpo. Non sai se è troppo pura o
tagliata con stricnina o altre sostanze chimiche. I rischi, in questi casi,
sono l’arresto cardiaco, danni cerebrali e al sistema cardiocircolatorio e
gravi riflessi sul sistema comportamentale. E’ utile anche ricordare che
stupefacente, più alcol e nicotina delle sigarette messi insieme fanno un
cocktail esplosivo imprevedibile, con conseguenze disastrose per chi si mette
alla guida».
CORRIERE ADRIATICO
Cresce l’impegno
delle forze dell’ordine Più sicurezza in strada MACERATA - Ubriachi al volante: il fenomeno si ripete e
suscita allarme nonostante la crescita esponenziale dei controlli e le pesanti
sanzioni indicate dal codice della strada. Le forze dell’ordine comunque stanno
appunto potenziando la rete dei controlli appunto per evitare quelli che specie
nei fine settimana appaiono dei veri e propri bollettini di guerra in
riferimento al gran numero degli incidenti stradali anche con conseguenze
tragiche. Il fenomeno suscita preoccupazione ed appunto tutte le
istituzioni, gli Enti locali e le forze dell’ordine stanno svolgendo campagne
informative nelle scuole oltre a presidiare i punti a maggio rischio. Intanto domani, nel comando provinciale dei carabinieri di
Macerata, il colonnello Domenico Paterna terrà una conferenza stampa sulla questione
relativa alla guida di autoveicoli in stato di ebbrezza. Un modo per ribadire come ci sia la massima attenzione
sull’argomento, le forze dell’ordine insomma sono in prima linea per garantire
la sicurezza anche lungo le strade.
IL TIRRENO
A caccia degli ubriachi al volante Una notte con la
Polstrada: sei giovani trovati positivi all’alcoltest Posto di blocco al
Maroccone I ragazzi fermati telefonano a casa: mamma, vienimi a prendere LARA LORETI LIVORNO. A quella curva, al Maroccone, dopo la galleria,
hanno rallentato proprio tutti. E come fare diversamente, di fronte a un posto
di blocco formato da quattro pattuglie della Polstrada e tre ambulanze della
Misericordia? Il vento gelido di tramontana, nella prima notte fredda della
stagione, non ha fermato gli angeli della strada, impegnati in un servizio
mirato al contrasto delle stragi del sabato sera. È l’una della notte tra
sabato e ieri quando il personale della Polstrada lascia il comando. Al seguito
c’è anche il Tirreno. Una notte di controlli,
nel turno della Polstrada che va dall’1 alle 7 di ieri mattina, per reprimere
il fenomeno della guida in stato di ebbrezza. E tra le maglie degli uomini
della Polstrada, coordinati dal comandante Alberto Tricoli, e ieri notte al
seguito dell’ispettore capo Giuseppe Parziale, cadono soprattutto giovani. Chi
esce da una serata tra amici, chi va a fare un giro, chi è già sballato e non
sta in piedi, chi si è appena alzato da una tavola inondata di vino e
digestivi, e anche chi è in partenza per una notte brava, di quelle che vai a
letto quando il sole è già alto. Qualcuno s’agita e fa un po’ di storie: «C’è
gente che va in giro a uccidere e non gli succede niente, a me per un bicchiere
in più mi lasciate un anno senza patente». Ma i poliziotti fanno finta di
nulla, e spiegano solo che la legge è così, e va applicata. Agli occhi esperti
degli agenti spesso basta un semplice sguardo per individuare un soggetto
alticcio. «Lo vedi da come prende la curva, sbandando e rallentando con ritmo
irregolare», dice un agente. Però, che occhio... E in effetti, ci ha visto
giusto. La prima ragazza fermata, 21enne di Nibbiaia, qualcosina ha bevuto. Lo
evidenzia già quello che alla Polstrada chiamano il “precursore”. A guardarlo
sembrerebbe una specie di torcia. E invece basta soffiarci dentro a qualche
centimetro di distanza, e chi ha bevuto non ha scampo. Una serie di bip
precedono il responso: una prima risposta che, se positiva, apre le porte
all’alcoltest vero e proprio. Attimi di tensione non paragonabili però all’ansia
che coglie i ragazzi nei secondi che precedono l’esito del test finale. La
nostra 21enne prova e riprova a soffiare nel precursore, poi scende - con
qualche difficoltà - dalla Punto su cui viaggia, e ritenta. Il risultato è
positivo. Come lo è pure l’alcoltest: 1.95. «Caspita!», esclama la stessa. La
seconda prova conferma il dato. E purtroppo non c’è nulla da fare: la patente è
ritirata, da uno a due anni, e dieci punti decurtati (10 anziché 20, non
essendo più, per qualche mese, una neopatentata). La 21enne è con un’amica, ma non potendo
guidare neanche quest’ultima, bisogna per forza chiamare qualcuno per farsi
venire a prendere. E a “rimetterci” sono sempre le mamme, eroine di famiglia,
pronte e disponibili a recuperare i figli. «Te l’avevo detto che prima o poi ti
toglievano la patente», esclama sorridendo la donna. E la signora non è l’unica mamma che ieri
notte è stata buttata giù dal letto: stessa sorte per la madre di un 28enne di
Cecina, a bordo di una Uno. Anche lui alticcio. «Ho bevuto due birre», dice
timidamente, dopo che il precursore ha dato esito positivo. Ma quando
l’alcoltest segna 1.67 ammette: «Forse erano tre, le birre...». Intanto i controlli
proseguono: all’alt della paletta rossa degli agenti della Polstrada, sempre
assistiti dai volontari della Misericordia, compresa l’infermiera, si fermano
non solo giovani, ma anche famiglie, e persino una guardia giurata. Nessuno
sfugge al controllo. Gli agenti e i volontari dimostrano anche tanta umanità:
parlano, spiegano le procedure, cercano di aiutarli. E di fronte a valori poco
superiori allo 0.50 (due ieri notte), invitano i ragazzi a trattenersi per fare
una seconda prova, sperando che sia negativa. Restano a piedi anche un 23enne
di origini albanesi, con un tasso di 1.72 a bordo di una Ford Fusion con una
ragazza, e un 37enne livornese a bordo di una Fiat Punto, con 1.01.
BRESCIAOGGI
CONTROLLI. La Stradale miete
«vittime» con l’etilometro a Salò Al volante alticci Ritirate 16 patenti Altri autombilisti vittima dell’etilometro,
come ogni sabato sera. Anche la scorsa notte gli agenti della polizia stradale di
Salò e di Brescia hanno effettuato i controlli «antistragi» del sabato sera. Le
pattuglie armate di etilometro si sono posizionate nella zona di Salò, nelle
vicinanze di alcuni locali del lago di Garda. Sono le zone più a rischio,
quelle in cui si concentrano molti giovani. Nel corso delle ore di controlli
gli agenti della Stradale hanno fermato 136 veicoli e controllato 137 persone.
Alla prova con l’etilometro sono stati sottoposti gli automobilisti che
apparivano poco lucidi. E ben 16 sono stati trovati in condizioni piscofisiche
non buone: avevano tutti esagerato con gli alcolici. Chi è risultato positivo
al test con l’etilometro è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e si
è visto ritirata la patente. Chi era solo non ha potuto guidare verso casa, ma
ha dovuto chiamare qualche familiare per farsi recuperare. Gli automobilisti
pizzicati con troppo alcol nel sangue hanno un’età compresa tra i venti e i
quarant’anni, erano tutti fuori per una serata di divertimento. Ma i troppi
eccessi ormai sempre più spesso si pagano con la vita.
BRESCIAOGGI
IN AUTOSTRADA. Per sei chilometri
da Dalmine, era ubriaco Contromano in A4 Ha percorso contromano almeno sei chilometri di autostrada
completamente ubriaco. È successo intorno all’1.45 della scorsa notte in A4 tra
Brescia e Milano. Protagonista del folle gesto un giovane boliviano,
regolare e residente nel Bergamasco. L’uomo era alla guida della sua auto in
condizioni psicofisiche non certo ottimali. L’uomo è entrato in autostrada al casello di Dalmine e si
è diretto verso Venezia, imboccando la carreggiata contro mano. Alcuni
automobilisti, dopo essere riusciti miracolosamente a schivarlo, hanno
allertato la polizia stradale di Seriate, che ha competenza sul tratto
autostradale. La polizia stradale ha chiuso il tratto di strada e dopo averlo
intercettato il boliviano lo ha fermato, rendendolo inoffesnivo. Nel sangue l’extracomunitario, a cui è stata ritirata la
patente, aveva un tasso alcolico di quattro volte superiore a quello del limite
di legge. È stato denunciato a piede libero per guida in stato di
ebbrezza. E non ha potuto rimettersi alla guida. Il suo «errore» dettato proprio dallo stato poco lucido
avrebbe potuto causare una vera e propria tragedia in autostrada.
ROMAGNAOGGI
Guida in stato d’ebbrezza, denunciati 14
automobilisti RIMINI – Proseguono
i controlli dei Carabinieri finalizzati a contrastare il fenomeno delle ‘’stragi
del sabato sera’’. Complessivamente gli uomini dell’Arma hanno denunciato 14
automobilisti per guida in stato d’ebbrezza. Il tasso di alcol più elevato rilevato é stato di 1,86 (il
limite fissato è di 0.50 gr/lt). Denunciata anche una donna di nazionalità
russa.
ASAPS
Agricoltore semina il panico in strada col suo trattore Fermato dai Carabinieri, era in forte stato di ebbrezza:
patente sospesa MONTESANO SALENTINO (LECCE), 22 ottobre 2007 – Ognuno va a
spasso come vuole: c’è chi va in bicicletta, chi sceglie le dueruote, chi si
compra un camper o chi investe i capitali in lussuose fuoriserie. ma chi
sceglierebbe un trattore agricolo per farsi un giretto sulle strade del
Salento? Deve essere questa, più o meno, la domanda che si sono posti i Carabinieri
di Lecce, quando si sono trovati davanti la poderosa macchina agricola che
zigzagava, elefantiaca, in mezzo alla stretta stradina di campagna. Forse il
conducente si sentiva poco bene, forse non era pratico del mezzo… comunque
andava fermato: un colpo di sirena, la paletta fuori dal finestrino ed ecco la
grossa macchina agricola fermarsi mansueta in mezzo alla via. I militari
scendono e comprendono che, al volante, c’è un ubriaco. Arriva l’etilometro,
che conferma la prima “diagnosi” dei carabinieri, facendo scattare il ritiro
della patente, che sarà ovviamente sospesa, la denuncia per guida in stato di
ebbrezza, ed una lunga serie di infrazioni al codice della strada, connesse
ovviamente al litro di “quello buono” che l’avvinazzato agricoltore, un 38enne
di Montesano Salentino, si era scolato a pranzo.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da RADIONWES)
Sudamericano ubriaco picchia
moglie e figliCompletamente ubriaco non ha esitato a picchiare,
ricorrendo anche ad un coltello, la moglie 41enne, il figlio di 20 anni e la
figlia di 19. Una furia cieca, la sua, che solo la fuga dei tre, scappati a
casa di un vicino, è riuscita ad interrompere. A placare l’animo del
sudamericano di 38 anni, completamente privo di controllo sotto i fumi
dell’alcol, ci hanno pensato poi gli agenti della Volante della Questura di
Varese. Raggiunta l’abitazione di viale Borri a Varese, dopo l’allarme lanciato
proprio dai vicini, si sono trovati davanti il 38enne che coltello alla mano
non ne voleva sapere di calmarsi. Ne è nata così una colluttazione, con un
agente che ha riportato anche alcune contusioni al costato giudicate guaribili
in 20 giorni, al termine della quale i poliziotti sono riusciti a rendere
inoffensivo il 38enne. Così dopo essere stato ammanettato l’uomo è stato
richiuso all’interno della casa circondariale di Varese a disposizione
dell’autorità giudiziaria. Dovrà rispondere delle accuse di lesioni
pluriaggravate e resistenza a pubblico ufficiale.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da DROGHEADUC.IT)
Australia. Alcool, cannabis
mettono gli aborigeni a rischioUna indagine parlamentare rivela che il consumo di alcol e
cannabis e’ diffuso tra gli aborigeni, e che siano molte le responsabilita’ del
Governo. |