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News 23/10/2007

Rassegna stampa Alco e guida del 22 ottobre

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

LA STAMPA

"Mamma voleva ammazzarmi con un coltello"
Ines, 7 anni, è fuggita scalza dall’ennesima lite dei genitori A sette anni costretta a fuggire di casa. Salvata all’una da una volante del 113
LODOVICO POLETTO
TORINO
Scalza, con addosso il pigiamino, Ines vagava sola, l’altra notte, sul marciapiede di via Adamello. Era quasi l’una. Freddo, poche auto in giro. Buio pesto. La signora che con il cane al guinzaglio s’è incuriosita: a quell’ora, di notte, in quelle condizioni, e sola, Ines non era certo una presenza normale.
Preoccupata, angosciata, ha sfilato dalla tasca del giubbotto il cellulare e ha chiamato il 113: «...non so se faccio bene... non capisco cosa stia facendo quella bambina... se potete mandare qualcuno... avrà sette o otto anni...».
Alla stessa ora, a un chilometro da lì, i vigili del fuoco stavano montando i fari per illuminare il giardino di un elegante complesso residenziale: guardiano all’ingresso, campanelli in gran parte senza nome. Cancellata. Uno di loro, con in mano la termocamera stava settando i parametri: «Se c’è qualcuno nascosto in mezzo a questi arbusti lo vediamo subito. Questo strumento rileva il calore dei corpi». In quegli attimi di ansia, di lampeggianti blu e di sirene, in tanti l’hanno pensato, ma pochi hanno avuto il coraggio di dirlo, e senza morbosità, cercando soltanto di esorcizzare un pensiero bruttissimo: quello del cadavere di Ines riversa tra gli sterpi. Lo hanno fatto accompagnando con lo sguardo i gesti rapidi e vani dei poliziotti delle volanti, intenti a controllare ogni anfratto di questo complesso residenziale. Alla ricerca di Ines.
Poi una radio ha gracchiato: «...via Adamello... una bambina sola e scalza... ferita...». I poliziotti sono partiti: tre minuti, un chilometro di strada a tutta velocità, con l’adrenalina nelle vene e il motore dell’auto che urla.
Tre minuti e Ines è stata «salvata». L’hanno portata all’ospedale Martini: piangeva disperata e stravolta, come solo sanno esserlo a sette anni i bambini. Lucciconi agli occhi e manine gelate hanno svelato una storia che finisce più o meno così: «Mio papà e mia mamma litigavano. Poi lei ha preso un coltello. Me lo ha dato qui, in testa. Gridava che mi voleva ammazzare». Lei ha infilato le scale ed è fuggita nella notte, sola e scalza.
Dodici ore dopo la fuga Ines è ancora in ospedale. La ferita non è grave, ma i medici hanno preferito tenersela lì, in Pediatria. Anche la mamma è ricoverata, ma in un altro ospedale. Il papà, un manager, ha messo a verbale tutta la storia dell’altra notte. Parla di litigi, di alcol e di follia. Lui è un quarantenne dirigente d’azienda. Uno che ha viaggiato tanto per lavoro, al quale la vita ha dato molto: denaro, una bellissima casa, una moglie che lo ha reso padre.
«Litigavamo, mia moglie era fuori di sé. Aveva un coltello in mano, di più non so...». E il ferimento di Ines? «Non ho idea, non ricordo, non l’ho vista». E non ha neppure visto Ines scappare nella notte. Non se ne è accorto fino a quando non è arrivata la polizia, che lui stesso aveva chiamato: «Mia moglie mi ha chiuso fuori casa, non posso rientrare».
Fino a quel momento nessuno si era accorto di nulla: non il papà, non la mamma, ormai completamente fuori di sé, non i vigili. Ci sono voluti diversi minuti prima di scoprire la verità, prima che partissero le ricerche della bambina. Corse affannate sulle scale, nei garage, voci nella notte nell’enorme giardino di quest’isola ricca ed elegante «Ines, Ines dove sei... Ines». E ancora torce elettriche, telefonate, i vicini che si affacciano ai balconi, scendono, guardano i poliziotti che scrutano intorno nella notte, cercando di cogliere un rumore, un’ombra, un oggetto.
Per fortuna non è finito tutto in tragedia. Il racconto fatto da Ines, per ora, non ha alcun valore legale. Dovrà ripeterlo nel corso di un’audizione protetta, davanti a un magistrato, alla presenza di uno psichiatra infantile. Soltanto allora potrà ricostruire come sono andate le cose. Cercare di ricordare anche le parole della mamma, quelle del papà, i gesti di quella notte. Tutto nel modo più preciso possibile, fino a quando lei, ostaggio di un terrore assoluto, è fuggita di casa.
Alle 3 della notte di sabato Ines è stata portata nel reparto di Pediatria. Un’infermiera le è stata accanto: «Adesso fai la nanna angioletto». E lei, finalmente, ha sorriso.

Comunicato stampa
L’associazione Viviamolavita continua con impegno la propria attività di portavoce di decine di migliaia di genitori che all’unisono chiedono l’aiuto alle istituzioni e autorità competenti nel porre un limite all’anarchia del divertimento, causa di tanti lutti e sofferenze fisiche e psicologiche.
Sono in programma nei prossimi giorni incontri con alcuni amministratori locali per cercare un’intesa sullo spostamento dell’ orario dei locali notturni .
Lunedì 22 è previsto un incontro con le associazioni di volontariato provinciali per un lavoro il più possibile comune e ad ampio raggio che porti a capire le ragioni della scelta di forme e stili di divertimento potenzialmente pericolosi. Riteniamo infatti che non sia ancora raggiunto l’obiettivo di salvaguardare la vita dei nostri giovani dalle circostanze che determinano gli incidenti stradali della notte.
L’arrivo ininterrotto da ogni parte d’Italia dei moduli pieni di firme ci incoraggia ad andare avanti su questa strada che ormai viene definita “ una questione di buon senso” .
Infatti qual è quel genitore che può affermare di essere contento se il proprio figlio arriva costantemente a casa alle prime luci dell’alba?
E il motivo è evidente poiché tutti si rendono conto che quelle sono le ore più pericolose per l’ incolumità fisica e morale del proprio figlio.
Sappiamo per esperienza che in certe ore della notte i nostri freni inibitori si allentano e si è portati molto più facilmente al consumo eccessivo di alcool e all’assunzione di sostanze pericolose.
Mettersi nelle tentazioni o sfruttare il terreno delle stesse, per poi avvallare candidamente che ognuno deve sapersi autogestire è un chiaro sintomo di malafede dovuto a interessi vari oppure denota una grave mancanza di conoscenza delle inclinazioni umane, con risultati per forza negativi.
Tali rischi si evidenziano in modo particolare nei giovanissimi che cominciano a frequentare la notte. Certo non è un bell’ apprendistato.
Siamo certi come genitori tutti, che il limite proposto nella notte aprirebbe la strada progressivamente in modo molto più agevole alla valorizzazione della domenica. Ridare dignità al giorno festivo come periodo di particolare attenzione a certe attività che ritemprano la persona , al riposo fisico e riflessione morale e spirituale crediamo che sia da tutti auspicabile. Relegare tale giorno, come purtroppo ormai fanno troppi nostri figli, alla ripresa delle funzioni primarie fisiche dopo una notte di sballo sicuramente ha ben poco di dignitoso per l’essere umano.
Spesso inoltre incontriamo giovani che non frequentano discoteche e ci manifestano il loro rammarico di non poter andare anche loro a ballare poiché tale divertimento viene volutamente proposto in orari impossibili.
Indubbiamente questa è una strada che richiede a tutti un’inversione a U, tanto più vedendo dove questa strada ci ha già portati, e a che prezzo!
Lavorare nel campo dell’educazione, della sensibilizzazione, della prevenzione è molto più facile e porta a risultati più positivi se si parte con determinati e giusti paletti, e in questo caso è la natura stessa che ce li richiede.
Questa richiesta di spostamento dell’orario del divertimento, che è compito e dovere dell’autorità, non ci esime tuttavia dal nostro ruolo di genitori nel costante sforzo dell’educazione dei propri figli ma anzi deve essere uno stimolo in più per cercare di costruire nella nostra famiglia con i nostri figli un sodalizio di amore più intenso. Vogliamo porre all’ attenzione di tutti i genitori ciò che una mamma che ha perso una figlia ci ha inviato a proposito.“Bisogna dire ai genitori che devono parlare con i figli, anche se i figli sono chiusi ed ostinati non devono mai smettere di parlare....solo questo serve...dialogo tanto dialogo.....
Bisogna evitare che altri innocenti se ne vadano.”
E se permettete vorremmo darci un consiglio. Stiamo più vicini ai nostri figli, cerchiamo comunque il modo di trascorrere tanto tempo con loro poiché se hanno un problema e non ci trovano mai, la soluzione la cercano altrove e spesso non è quella giusta…

Associazione Viviamolavita


IL GIORNALE DI VICENZA

STRAGI DEL SABATO SERA.
Le vittime avevano 15 e 18 anni. Ferita la quarta persona a bordo

Prende alcol e droga e si schianta: due morti

In auto contro un albero a Sirmione dopo la «disco» a Desenzano sul Garda: è grave, deceduti gli amici
BRESCIA
Due giovani, uno dei quali quindicenne, sono morti e due sono rimasti feriti in modo gravissimo in un incidente stradale la scorsa notte, intorno alle 2,30, mentre tornavano da una discoteca, tra Desenzano del Garda e Sirmione.

Uno dei feriti è il conducente, 27 anni, risultato poi positivo alle analisi sull’assunzione di droga e alcol. I quattro, tutti residenti nel bresciano, viaggiavano su una Alfa 147 e, dopo aver trascorso parte della notte in una discoteca a Desenzano del Garda si stavano dirigendo verso Peschiera del Garda (Verona).

La vettura è uscita di strada mentre affrontava una curva, è finita contro un albero e si è ribaltata, sbalzando all’esterno gli occupanti. Due di loro sono morti all’istante. Si tratta di Paolo Seminario, 18 anni di Muscoline, e di un ragazzo di 15 anni, di origine serba. Sono rimasti feriti C.B., 27 anni, il conducente, risultato positivo ai test alcol e droga, e N.T. 17 anni, entrambi di Gavardo. C.B. è in condizioni gravissime ed è stato sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico. Le operazione di identificazione sono risultate piuttosto complesse poichè solo il conducente aveva i documenti.
Pesante il bilancio sulle strade italiane in questo penultimo week end di ottobre. Un ragazzo di 19 anni è morto a Villa Latina, in provincia di Frosinone, mentre all’alba tornava a casa in compagnia di tre amici dopo aver trascorso la notte in discoteca: l’auto, condotta da un suo amico, è finita contro un palo della luce. E 23 anni aveva il giovane morto alle 6.30 sulla statale 101 Lecce-Gallipoli; con tre amici era a bordo di una Peugeot che si è schiantata contro il guard rail. Vittima di un’auto pirata, invece, un 22enne della provincia di Caserta, investito sulla A1 mentre si incamminava sulla corsia d’emergenza dopo aver esaurito il carburante.
E alle prime luci dell’alba un incidente stradale è costato la vita a un altro giovane, 21 anni, residente a Novara: la sua auto si è ribaltata in un fosso e il giovane è morto sul colpo.


LA GAZZETTA DI PARMA

Niente alcol? Pizza e bibita gratis
Iniziativa per i gruppi numerosi: chi guida, se non beve alcolici, non paga
FONTEVIVO PARTE DALLA «BARCHETTA» DI CASTELGUELFO IL PROGETTO PER SENSIBILIZZARE ALLA GUIDA SICURA
Davide Montanari - Parte dal locale «La Barchetta » di Castelguelfo, frazione del comune di Fontevivo, un progetto inserito nell’ambito della sensibilizzazione alla sicurezza stradale che l’amministrazione delle Terre Verdiane sta conducendo in questi mesi. L’iniziativa promossa e sponsorizzata dallo stesso gestore del locale Andrea Pedrelli è rivolta a tutti i giovani sotto i 30 anni, divisi in tavolate dalle 6 persone in su. Chi fra loro si dichiarerà l’autista del gruppo e risulterà negativo ai controlli antialcool riceverà in omaggio la pizza e la bibita che ha consumato. continua...


IL GAZZETTINO

Treviso
Trentamila ...
NOSTRA REDAZIONE
Trentamila persone hanno invaso ieri il centro di Treviso per l’Ombralonga, appuntamento con il vino e la baldoria ogni anno atteso quanto temuto. Eppure stavolta i commenti da parte di esercenti, partecipanti e forze dell’ordine sono stati magnanimi: tanta gente, ma pochi disordini, grazie anche alla decisiva presenza degli addetti alla sicurezza, in ogni locale.
La novità di quest’anno è stato "l’ombra-test", la prova dell’etilometro organizzata in vari stand dalla Motorizzazione Civile del Triveneto - presente con 20 operatori - in vari punti "strategici" della città, ognuno dei quali ha fatto più di 600 controlli (in totale oltre tremila). Come prevedibile, la maggior parte dei "volontari" superava gli 0.5 grammi per litro, il limite massimo prima che scatti la guida in stato di ebbrezza. Un’iniziativa in chiave di prevenzione.
Treviso si è svegliata ieri coccolata da un sole benigno e col ricordo della "Notte bianca" appena passata e non troppo entusiasmante. Intorno alle 12 ecco i kit da Ombralonga (4mila quelli venduti), i giovani con magliette a tema tipo "I vostri etilometri non fermeranno la nostra sete", ironica sfida all’ombra-test. Bicchiere appeso al collo dalle 10 fino alle 18, anche se il popolo del vino ha iniziato la vera maratona intorno alle 15. Perché l’Ombralonga della quale i cittadini hanno paura è quella pre-serale quando il tasso alcolico si alza e gli schiamazzi coprire ogni voce, le bottiglie abbandonate - e anche questa volta ci sono state nonostante il divieto di vendita - i bagni presi a calci, la sporcizia e le risse. Il bilancio dei "feriti" è tuttavia confortante: un solo ricovero in ospedale, contro i 16 dell’anno scorso; 25 invece le presenze al Posto medico avanzato della Croce Rossa, nelle piazze del centro. Prese d’assalto la Pescheria e le piazze trasformate in discoteca dal tardo pomeriggio, quando i disk jochey hanno fatto ballare i giovani al grido di "Gentilini dove sei?". Tante le novità oltre all’alcoltest: c’era lo stand del noto ristorante "da Celeste" preso d’assalto dalle famiglie che hanno approfittato dei prezzi economici della giornata. O l’ambientazione creata sotto la Loggia dei Cavalieri. Nonostante gran parte dei commercianti abbia dato valutazioni positive, più di qualcuno ha fatto notare le molte osterie storiche rimaste chiuse.
Intanto, a seguito dei blitz della polizia, sono state elevate le prime multe per vendita di alcolici dopo le due di notte. È accaduto alla discoteca "Margot" di Silea: agenti in borghese, la notte di sabato, hanno rilevato 7 infrazioni che potrebbero comportare la chiusura del locale da 7 a 30 giorni. Il titolare Federico Ochs commenta laconico: «Attendo la notifica della sanzione».
Beatrice Mani


IL GAZZETTINO

IL BILANCIO SANITARIO DELL’OMBRALONGA 
Un ventunenne fa il pieno e va all’ospedale  
Una ventina i partecipanti che hanno avuto bisogno dell’intervento della Croce Rossa. Cinque multe per bisogni "abusivi" 
Sono stati in tutto 25 i giovani medicati nei due Pma predisposti dalla Croce Rossa (Posto medico avanzato), uno in piazza Indipendenza e uno in piazza San Vito. Di questi solo per un 21enne di Montebelluna è stato necessario il ricovero al Ca’ Foncello, ma non per complicanze legate all’alcol, ma per problemi respiratori. Una bel passo in avanti rispetto alla media dei 15-20 ricoveri degli anni scorsi e del centinaio di persone medicate.
Superlavoro comunque per i 16 sanitari (2 medici, tecnici e volontari) all’opera. I Pma, le sei squadre a piedi e le tre ambulanze della Croce rossa erano poi coordinati dalla centrale operativa mobile.
Tolleranza zero anche contro i soliti "tiratori liberi", i giovani che non hanno utilizzato i servizi igenici. Ben 5 le contravvenzioni elevate a persone che hanno espletato i loro bisogni fisiologici nei pressi dell’anagrafe.
È andata abbastanza bene (rispetto agli anni scorsi) anche sul fronte di risse e disordini. Solo episodi isolati, ma sempre a manifestazione chiusa. Ad esempio qualche testa calda ha dato in escandescenze alle 18 e 30 in piazza dei Signori. Rissa più accesa invece alla Loggia dei Cavalieri, per motivi "di donne". Sul posto gli agenti della polizia giudiziaria dei vigili urbani, ma i giovani si erano dileguati. Uno di loro, identificato, è stato portato al comando dei vigili urbani per ricostruire quanto avvenuto.
In serata al lavoro anche la polizia stradale, che sulle strade hanno effettuato i controlli all’alcoltest. Già in serata erano tre le patenti ritirate.
«È stata una manifestazione decisamente riuscita senza problemi, c’era molta educazione», spiegano dalla Protezione civile, che con i suoi 40 volontari ha presidiato le strade della città.
Eppure fin dalla notte c’erano stati degli episodi di vandalismo. Già sabato sera intorno a mezzanotte in via Garatti era andata a fuoco una recinzione in plastica di un cantiere edile. Subito dopo poco dopo le 2 in Piazza Crispi era andata a fuoco, ma forse solo per problemi tecnici, un’autovettura. Poi in via Paolo Veronese l’incendio di un cassonetto.
Maggiori problemi si sono registrati alla stazione ferroviaria, dopo le 19, fortunatamente dopo la partenza di un treno speciale.


IL GAZZETTINO

Come ogni anno l’Ombralonga divide ... (*)
Come ogni anno l’Ombralonga divide la città: da una parte gli entusiasti, quelli che la manifestazione la sentono e la vivono come una grande festa, dall’altra chi fugge lontano per tornare solo in tarda serata, incrociando le dita perché tutto sia al suo posto. Nello stesso modo si dividono le osterie del centro che scelgono o meno di parteciparvi. Fra quelle più antiche: Muscoli’s, il Trevisi, L’Antico Pallone: aperte. Bottegon, Sestin, Arman e Tocai: chiuse. «Vogliamo più osterie e meno esercizi che, con l’Ombralonga non hanno molto a che fare», commentano al Trevisi. Ha scombussolato gli animi passare di fronte al Tocai vedendolo chiuso, mentre il caffè Illi si prodigava per i clienti. Ancor più bizzarra la scenografia al Due Piani: praticamente un rave party. Così come in piazza dei Signori, dove un umiliato schermo muto che trasmetteva norme di sicurezza stradale è stato offuscato da musica e grida dal palco: "Gentilini dove sei? Dacci un segno!". L’organizzatore della manifestazione Gigi Gazzotti commenta: «È una scelta, non guardiamo solo a quelle chiuse, ma anche a tutte le osterie che hanno aderito». Ma l’Ombralonga non era nata proprio come giro delle osterie? Polemiche a parte quest’anno è andata bene, tante le persone accorse dal Veneto e non solo, 30mila secondo gli organizzatori. I kit venduti invece sono stati 4mila, niente in confronto al fiume di uomini, donne e vino che ha sommerso il centro storico dalla mattina alla sera. Come sempre bottiglie abbandonate nonostante i divieti, sporco al quale ha pensato la Treviso Servizi e alcuni danni nei bagni di bar e pizzerie, come dalla "Fausta".Molte anche le novità, alcune delle quali hanno consentito alle forze di sicurezza di tenere sotto controllo la situazione, almeno fino alle 18 del pomeriggio: l’unica rissa è stata alle 18.30 in piazza dei Signori. Prima fra tutte i vigilantes anti-vandali, pronti a salvaguardare i bagni chimici, preda ambita degli scherzi dei giovani alticci che quest’anno però si sono limitati a chiuderci dentro qualche compare di bisbocce. In compenso si sono rifugiati in Galleria Bailo, dove i residenti hanno trovato parecchi "regalini". Una delle "vittime" è stata anche l’entrata secondaria dell’assessorato al Commercio e alle Politiche Sociali. Testimone: la telecamera che ha ripreso la scena. Altra trovata è stato l’ombra-test, vale a dire la prova dell’etilometro che ogni partecipante ha potuto svolgere nei vari stand dislocati in vari punti dalla Motorizzazione del Triveneto. Sei in tutto, ognuno dei quali ha registrato più di 600 controlli eseguiti. Ragazzi generalmente alticci, con un tasso alcolico medio dello 0,60. Oltre il massimo consentito prima del ritiro della patente, 0,5. Nonostante questo il bilancio dei "feriti" è confortante: un solo ricovero in ospedale, contro i 16 dell’anno precedente. Venticinque invece le presenze al Posto Medico Avanzato della Croce Rossa, nelle piazze del centro. Insomma, il pericolo è passato e anche quest’anno Treviso è sopravvissuta.
Beatrice Mani
(*) Nota: manifestazioni come “l’Ombralonga” non si svolgeranno più quando le persone che cercano lo “sballo” col vino, coloro che ci guadagnano e coloro che tollerano i disagi conseguenti, scenderanno al di sotto di una soglia minima. L’entità di questa soglia dipende anche dalla presenza di proposte e voci alternative.


IL GAZZETTINO

LA PROTESTA 
Stop all’alcol alle 2 di notte Protesta delle discoteche
Le discoteche proprio non ci stanno. Il divieto di alcol dalle 2 di notte, previsto dall’articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale, è ritenuto una norma inefficace. Per darne dimostrazione, i gestori dei locali da ballo stanno raccogliendo le firme sia online, sia a livello cartaceo. «Non si tratta di mettere in discussione il principio di tutela della salute, su cui la categoria si era attivata già da anni - afferma Luca Garbo, presidente provinciale Fipe-Confcommercio - ma di rendere palese il fatto che il divieto farà riversare le persone sulle strade dalle due di notte, con il rischio di peggiorare la situazione. Con questa legge, anziché punire chi fa abuso di alcol, si puniscono le imprese».
La volontà di collaborare al rispetto della legge è dimostrata dagli annunci sonori proprio per ricordare l’inizio del divieto, ma la categoria punta il dito contro l’ingiustizia del provvedimento che va a limitare la libertà individuale, colpendo tutti i cittadini indiscriminatamente. La norma è stata introdotta senza nessuna discussione approfondita in Parlamento e senza nessun confronto con le parti interessate, negli ultimi frenetici giorni utili per non far decadere l’intero decreto sulla sicurezza stradale. La vendita di alcol potrà tranquillamente continuare per strada o presso luoghi magari anche abusivi (come i rave-party) dove non esistono garanzie di controllo.


ALCOLISMO

«Notte Bianca senza cocktail? Siamo pronti a chiudere alle 2»
Sabato e domenica prossimi sarà tempo di «Movida anni ‘70», un’iniziativa del Comune, che ha organizzato un lungo weekend ricchissimo di eventi, tra concerti, mostre, spettacoli, esposizioni, videoinstallazioni, solo per citare alcune proposte, interamente dedicate all’atmosfera di quel decennio. Ma come la mettiamo con la nuova legge che vieta la vendita di alcool dalle 2 di notte in poi?
Sono settimane difficili per i locali della Milano by Night, alle prese con il calo di pubblico, personale da lasciare a casa, gente che si presenta già ubriaca, bottiglie rotte e, soprattutto, piene ma nelle macchine, portate direttamente da casa. L’associazione Pubblici esercizi associati corso Como Milano, in collaborazione con Marco de Padova del «Dom cafè» - Presidente dell’Associazione - organizza, il 27 ottobre, una serata dedicata alla musica 70’s, con due consolle da dj davanti al «Dom cafè» e al «Pixel», quadri dell’artista designer Alex Turco e divertimento targato corso Como, ma i problemi restano. Qualcuno, tra i commercianti delle notti milanesi, minaccia: «Come segno di protesta siamo pronti a chiudere alle 2».
«Siamo tutti arrabbiatissimi - sottolinea De Padova -, il lavoro è in calo, abbiamo iniziato a lasciare a casa il personale ma il problema non si risolve così, la gente beve lo stesso, tanto e soprattutto male. Prima i cocktail erano dosati, ora, invece, il pubblico esce dalla discoteca con i bicchieri e si carica di alcool. Abbiamo perso non solo le consumazioni alcoliche, ma anche quelle analcoliche, la gente non consuma più comunque e non entra dopo le 2 di notte. Il week end del 27 e 28 ottobre sarà un fine settimana normale, come tanti altri».
Anche Paolo Ottaviani del «Pixel» si dice d’accordo. «Per il 27 e 28 ottobre il nostro investimento sarà limitato, proporremo musica anni ‘70, ma il nostro guadagno non sarà diverso dagli altri week end, secondo me ci sarà meno gente del solito».
Roberto Contaldo del «Gasoline» di via Bonnet organizzerà un sabato «Next», dedicato alle nuove tendenze musicali del momento con due dj tedeschi. «Negli anni ‘70 il proibizionismo non c’era, una situazione di questo tipo crea ostacolo alla libertà di una festa che andrebbe vissuta con più coerenza. L’alcool fa male se utilizzato male, ognuno si regolerà di conseguenza, a coscienza e secondo la propria educazione, come dovrebbe essere per qualsiasi altro mezzo. L’alcool - conclude Contaldo - è come una macchina potente; posso andare a 200 all’ora, basta schiacciare l’acceleratore, ma è la cura personale a porre la differenza. Posso usare qualsiasi mezzo, è l’educazione personale e la capacità di capire che questi mezzi sono piacevoli, ma se usati in modo eccessivo portano al disastro e non c’è legge che tenga a questo proposito. E’ l’amor proprio a dover trionfare come il concetto di un divertimento più consapevole».


ALCOLISMO

Discoteche, i mille trucchi per bere fino a tardi
La soglia delle 2 è quasi un bluff: i ragazzi escogitano numerosi stratagemmi per aggirare il divieto: chi fa scorta, chi esce per bere. I gestori: "Il gusto del proibito farà tornare in voga l´ecstasy"
di Fulvio Paloscia
Cascine, 3 del mattino di sabato. Il piazzalone e i giardinetti che separano il Meccanò dal Central Park rimbombano di musica latina. Proviene da due automobili: intorno, ragazzi e ragazze sudamericani che accennano a passi di danza e si passano lattine di birra; in un angolo dell´auto, una bottiglia di vino, di quelle a poco prezzo. «Che ci andiamo a fare in discoteca se non si può più bere?» dicono. E allora se ne stanno lì, con la musica ad alto volume, i bacini che si muovono, l´alcol libero.
Via Verdi, stessa ora, ma venerdì. Al Twice, discobar in Santa Croce, c´è un viavai di nottambuli in erba che entrano ed escono. Dietro al bancone del bar i cartelli che avvertono la clientela: niente bevande alcoliche dopo le 2. Divieto rispettato alla lettera. Diego, 16 anni, e Gianluca, 17, pronunciano qualche colorita imprecazione in vernacolo livornese, «e allora dè si va cor piano b». Il piano b? «Sì, vieni con noi». Per uscire dal Twice non c´è neanche bisogno di una contromarca: la porta è sempre aperta, se dentro non è strapieno. I due ragazzi non indossano escono così come sono, di corsa verso piazza Salvemini. Uno scooter ammaccato. Diego armeggia al bauletto, gli dà una botta, lo apre. «Ecco le scorte», dice. Uno di quei vini da supermercato messi in vendita nel tetrapak, nelle confezioni stile cartoni di latte. Cin cin.
La legge che obbliga le discoteche (ma non i bar, i pub, i ristoranti) a interrompere la somministrazione di alcolici dopo le 2 sta cambiando davvero qualcosa. Code ai bar poco prima che scatti l´ora x, ragazzi che ordinano due o tre cocktail insieme prima che il big ben del «neoproibizionismo», come lo hanno definito i gestori dei locali, dia il suo implacabile stop. Ognuno interpreta la legge a modo suo, pur di ovviarla. C´è chi sostiene che ai tavoli si può continuare a servire, tanto se arriva un controllo la bottiglia è stappata. Chi ancora ne fa uso, ha regolato i registratori di cassa in modo che il gin tonic risulti servito prima delle due. E´, insomma, la corsa al trucco per aggirare la legge, ma i primi a sentirsi beffati sono i promoter della notte: «Che senso ha questo divieto se, qua fuori, ci sono i baracchini che vendono vino, sangria, birra» chiede Massimo Iacomelli del Central Park. E il Twice, allora, circondato com´è da bar aperti fino a tarda notte, dove si fa presto a buttare giù uno shot prima di tornare in pista?
La condanna è generale. Da parte dei clienti, che comunque si arrangiano: «Da ragazzo mi portavo da bere in macchina e, quando avevo voglia di un po´ di alcol, uscivo dalla discoteca con il mio bel timbrino sulla mano che mi permetteva di tornare a ballare, buttavo giù una bella sorsata di whisky e poi vai, di nuovo sotto le luci stroboscopiche. Alloro lo facevo perché non avevo un becco d´un quattrino, oggi perché l´alcol è proibito» dice Andrea, 37 anni, assicuratore, scatenatissimo sulla pista del Meccanò. E da parte dei gestori. Simone, il direttore artistico dello storico divertimentificio delle Cascine, lancia l´allarme: «Il gusto del proibito farà tornare in voga quell´ecstasy che abbiamo combattuto a fatica».
Intanto dopo le una in discoteca entrano in pochissimi. Zero coda davanti al Meccanò. Idem al Central Park. Lo stesso al Tenax dove uno dei soci, Sandro Coragli, qualche giorno fa ha requisito due bottiglie di rhum che un ragazzo stava per introdurre nel locale, nascoste sotto il giubbotto. «I trenta quarantenni si adegueranno a questa legge - dice - ma c´è una generazione di giovanissimi che mostra un ostilità forte verso chi ha compiti di vigilanza: a cominciare dai servizi d´ordine. Sono questi ragazzi quelli a preoccupare di più».
La legge ha fatto ritornare in auge anche le bottiglie mignon. Whisky, gin, rhum, liquori tascabili che trovi ormai solo nei frigobar negli alberghi. Al Twice sono esposte sul bancone. L´Otel, la discotecona di via Generale dalla Chiesa che ogni settimana richiama in media 7000 ragazzi soprattutto dalla provincia e che è stata fra le prime ad adottare un alcol tester a disposizione della cliente, le ha impugnate come vessillo contro un provvedimento che, secondo il direttore, Aldo Settembrini, «colpisce noi gestori dei locali quasi fossimo i responsabili del bere irresponsabile di una minoranza. Questo provvedimento porterà soltanto a soluzioni che favoriranno eccessi da parte dei clienti comunque intenzionati a bere». L´iniziativa è spiegata in un cartoncino che viene consegnato all´ingresso: al bar, fino alle 2 sono in vendita bottiglie mignon di distillati base per i cocktail più richiesti. Basta ritornare al bancone dopo la famigerata ora del coprifuoco, presentandone il tappo, per ottenere gratis un soft drink con ghiaccio. Così ognuno può preparare il proprio mix.


LA GAZZETTA DI MANTOVA

MANTOVA
Allarme cocaina-alcol: boom di ricoveri
Arrivano al pronto soccorso con gli occhi sbarrati, con forti aritmie e dolori al petto. Spaventati, a volte in lacrime e pentiti, accompagnati dagli amici o da soli. Sono gli ’sballati’ del sabato sera, quelli che la cocaina la prendono solo nel fine settimana e quasi sempre innaffiata da tanto alcol. «Sono tanti, sempre di più, almeno cinque o sei ogni weekend» lancia l’allarme il primario del pronto soccorso del Carlo Poma Mario Luppi. Da quando l’Osservatorio regionale sulle tossicodipendenze ha inserito anche all’ospedale cittadino di nella rete di monitoraggio lombarda con obbligo di redigere un bilancio semestrale, i sanitari hanno potuto constatare l’incremento del fenomeno. E i numeri iniziano a diventare preoccupanti.
«Non siamo ai livelli di altri capoluoghi, mi riferisco ad alcune province limitrofe - precisa il dottor Luppi - ma l’incremento dei casi si vede e ogni fine settimana, purtroppo, siamo costretti a toccarlo con mano».

Cinque-sei casi ogni weekend?
«Questi solo quelli che arrivano con sintomatologie evidenti riferibili ad assunzione di sostanze psicotrope, parlo di stupefacenti perlopiù cocaina, perché se invece parliamo di alcol senza droga allora i numeri s’impennano. E, tengo a sottolineare, questi sono solo quelli che decidono di ricorrere alle cure dei medici».
Ma chi sono quelli che sballano solo il sabato sera?
«I cinque-sei casi di cui parliamo esulano dall’overdose, quelle arrivano anche durante la settimana. Qui parliamo di chi al sabato sera assume droga e alcol insieme, quindi lo sballo sporadico, non i tossicodipendenti riconosciuti. Al nostro pronto soccorso arrivano persone che coprono la fascia d’età tra i 15 e i 40 anni e sono di tutti i ceti sociali».
Come si presentano? Quali sintomi hanno?
«Prima di tutto vorrei fare una precisazione relativa all’alcol e alla droga. Chiariamo un aspetto fondamentale: l’alcol assunto in piccole dosi crea un effetto disinibente, se assunto in dosi elevate provoca sonnolenza, perdita di concentrazione e di capacità critica. L’assunzione di cocaina, invece, provoca un eccesso, in errore, di capacità critica del tipo "io sono in grado di spaccare il mondo", oppure "riesco a fare qualsiasi cosa". I rischi sono quindi evidenti nel caso di assunzione distinta delle due sostanze, ma se si assumono, come purtroppo spesso succede, le due cose insieme gli effetti si combinano in modo personalissimo diventando una "bomba comportamentale" e le conseguenze sono imprevedibili. Ripeto, da quanto abbiamo potuto constatare chi si droga al sabato sera o nel weekend accompagna l’assunzione di stupefacente anche all’alcol e questo è doppiamente pericoloso».
Come fate a stabilire se uno ha sniffato?
«Se la legge ce lo consente, ad esempio in caso di incidente, o se ci sono necessità di ordine sanitario, nel caso di patologia grave, si esegue il prelievo delle urine, indipendentemente dalla volontà del paziente. Se invece il paziente rifiuta l’esame la diagnosi avviene con valutazione clinica da parte del medico».
Quale terapia adottate?
«Una terapia sedativa. Il paziente a quel punto viene tenuto monitorato per 24-48ore nel reparto di Medicina d’Urgenza o nell’area osservazione breve al pronto soccorso».
Quali sono i rischi per chi ’sballa’?
«E’ sbagliato, anzi, sbagliatissimo pensare che l’assunzione saltuaria o sporadica di cocaina non provoca danni permanenti a cuore e cervello. Sul tema ci sono troppi messaggi sbagliati, anche lo spinello e i cannabinoidi svolgono azioni pesanti sul sistema nervoso centrale e possono portare a dei danni. Ma tornando alla cocaina bisogna anche ricordare il pericolo della ’prima volta’. Prima di tutto non sai che cosa ti hanno rifilato. Non sai come reagisce il tuo corpo. Non sai se è troppo pura o tagliata con stricnina o altre sostanze chimiche. I rischi, in questi casi, sono l’arresto cardiaco, danni cerebrali e al sistema cardiocircolatorio e gravi riflessi sul sistema comportamentale. E’ utile anche ricordare che stupefacente, più alcol e nicotina delle sigarette messi insieme fanno un cocktail esplosivo imprevedibile, con conseguenze disastrose per chi si mette alla guida».


CORRIERE ADRIATICO

Cresce l’impegno delle forze dell’ordine
Più sicurezza in strada
MACERATA - Ubriachi al volante: il fenomeno si ripete e suscita allarme nonostante la crescita esponenziale dei controlli e le pesanti sanzioni indicate dal codice della strada. Le forze dell’ordine comunque stanno appunto potenziando la rete dei controlli appunto per evitare quelli che specie nei fine settimana appaiono dei veri e propri bollettini di guerra in riferimento al gran numero degli incidenti stradali anche con conseguenze tragiche.
Il fenomeno suscita preoccupazione ed appunto tutte le istituzioni, gli Enti locali e le forze dell’ordine stanno svolgendo campagne informative nelle scuole oltre a presidiare i punti a maggio rischio.
Intanto domani, nel comando provinciale dei carabinieri di Macerata, il colonnello Domenico Paterna terrà una conferenza stampa sulla questione relativa alla guida di autoveicoli in stato di ebbrezza.
Un modo per ribadire come ci sia la massima attenzione sull’argomento, le forze dell’ordine insomma sono in prima linea per garantire la sicurezza anche lungo le strade.


IL TIRRENO

A caccia degli ubriachi al volante
Una notte con la Polstrada: sei giovani trovati positivi all’alcoltest Posto di blocco al Maroccone I ragazzi fermati telefonano a casa: mamma, vienimi a prendere 

LARA LORETI 
LIVORNO. A quella curva, al Maroccone, dopo la galleria, hanno rallentato proprio tutti. E come fare diversamente, di fronte a un posto di blocco formato da quattro pattuglie della Polstrada e tre ambulanze della Misericordia? Il vento gelido di tramontana, nella prima notte fredda della stagione, non ha fermato gli angeli della strada, impegnati in un servizio mirato al contrasto delle stragi del sabato sera. È l’una della notte tra sabato e ieri quando il personale della Polstrada lascia il comando. Al seguito c’è anche il Tirreno.
Una notte di controlli, nel turno della Polstrada che va dall’1 alle 7 di ieri mattina, per reprimere il fenomeno della guida in stato di ebbrezza. E tra le maglie degli uomini della Polstrada, coordinati dal comandante Alberto Tricoli, e ieri notte al seguito dell’ispettore capo Giuseppe Parziale, cadono soprattutto giovani. Chi esce da una serata tra amici, chi va a fare un giro, chi è già sballato e non sta in piedi, chi si è appena alzato da una tavola inondata di vino e digestivi, e anche chi è in partenza per una notte brava, di quelle che vai a letto quando il sole è già alto. Qualcuno s’agita e fa un po’ di storie: «C’è gente che va in giro a uccidere e non gli succede niente, a me per un bicchiere in più mi lasciate un anno senza patente». Ma i poliziotti fanno finta di nulla, e spiegano solo che la legge è così, e va applicata.
Agli occhi esperti degli agenti spesso basta un semplice sguardo per individuare un soggetto alticcio. «Lo vedi da come prende la curva, sbandando e rallentando con ritmo irregolare», dice un agente. Però, che occhio... E in effetti, ci ha visto giusto. La prima ragazza fermata, 21enne di Nibbiaia, qualcosina ha bevuto. Lo evidenzia già quello che alla Polstrada chiamano il “precursore”. A guardarlo sembrerebbe una specie di torcia. E invece basta soffiarci dentro a qualche centimetro di distanza, e chi ha bevuto non ha scampo. Una serie di bip precedono il responso: una prima risposta che, se positiva, apre le porte all’alcoltest vero e proprio. Attimi di tensione non paragonabili però all’ansia che coglie i ragazzi nei secondi che precedono l’esito del test finale. La nostra 21enne prova e riprova a soffiare nel precursore, poi scende - con qualche difficoltà - dalla Punto su cui viaggia, e ritenta. Il risultato è positivo. Come lo è pure l’alcoltest: 1.95. «Caspita!», esclama la stessa. La seconda prova conferma il dato. E purtroppo non c’è nulla da fare: la patente è ritirata, da uno a due anni, e dieci punti decurtati (10 anziché 20, non essendo più, per qualche mese, una neopatentata).
La 21enne è con un’amica, ma non potendo guidare neanche quest’ultima, bisogna per forza chiamare qualcuno per farsi venire a prendere. E a “rimetterci” sono sempre le mamme, eroine di famiglia, pronte e disponibili a recuperare i figli. «Te l’avevo detto che prima o poi ti toglievano la patente», esclama sorridendo la donna.

E la signora non è l’unica mamma che ieri notte è stata buttata giù dal letto: stessa sorte per la madre di un 28enne di Cecina, a bordo di una Uno. Anche lui alticcio. «Ho bevuto due birre», dice timidamente, dopo che il precursore ha dato esito positivo. Ma quando l’alcoltest segna 1.67 ammette: «Forse erano tre, le birre...».

Intanto i controlli proseguono: all’alt della paletta rossa degli agenti della Polstrada, sempre assistiti dai volontari della Misericordia, compresa l’infermiera, si fermano non solo giovani, ma anche famiglie, e persino una guardia giurata. Nessuno sfugge al controllo. Gli agenti e i volontari dimostrano anche tanta umanità: parlano, spiegano le procedure, cercano di aiutarli. E di fronte a valori poco superiori allo 0.50 (due ieri notte), invitano i ragazzi a trattenersi per fare una seconda prova, sperando che sia negativa. Restano a piedi anche un 23enne di origini albanesi, con un tasso di 1.72 a bordo di una Ford Fusion con una ragazza, e un 37enne livornese a bordo di una Fiat Punto, con 1.01.


BRESCIAOGGI

CONTROLLI.
La Stradale miete «vittime» con l’etilometro a Salò
Al volante alticci Ritirate 16 patenti
Altri autombilisti vittima dell’etilometro, come ogni sabato sera.
Anche la scorsa notte gli agenti della polizia stradale di Salò e di Brescia hanno effettuato i controlli «antistragi» del sabato sera. Le pattuglie armate di etilometro si sono posizionate nella zona di Salò, nelle vicinanze di alcuni locali del lago di Garda. Sono le zone più a rischio, quelle in cui si concentrano molti giovani. Nel corso delle ore di controlli gli agenti della Stradale hanno fermato 136 veicoli e controllato 137 persone. Alla prova con l’etilometro sono stati sottoposti gli automobilisti che apparivano poco lucidi. E ben 16 sono stati trovati in condizioni piscofisiche non buone: avevano tutti esagerato con gli alcolici. Chi è risultato positivo al test con l’etilometro è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e si è visto ritirata la patente. Chi era solo non ha potuto guidare verso casa, ma ha dovuto chiamare qualche familiare per farsi recuperare. Gli automobilisti pizzicati con troppo alcol nel sangue hanno un’età compresa tra i venti e i quarant’anni, erano tutti fuori per una serata di divertimento. Ma i troppi eccessi ormai sempre più spesso si pagano con la vita.


BRESCIAOGGI

IN AUTOSTRADA.
Per sei chilometri da Dalmine, era ubriaco
Contromano in A4
Ha percorso contromano almeno sei chilometri di autostrada completamente ubriaco. È successo intorno all’1.45 della scorsa notte in A4 tra Brescia e Milano.
Protagonista del folle gesto un giovane boliviano, regolare e residente nel Bergamasco. L’uomo era alla guida della sua auto in condizioni psicofisiche non certo ottimali.
L’uomo è entrato in autostrada al casello di Dalmine e si è diretto verso Venezia, imboccando la carreggiata contro mano. Alcuni automobilisti, dopo essere riusciti miracolosamente a schivarlo, hanno allertato la polizia stradale di Seriate, che ha competenza sul tratto autostradale. La polizia stradale ha chiuso il tratto di strada e dopo averlo intercettato il boliviano lo ha fermato, rendendolo inoffesnivo.
Nel sangue l’extracomunitario, a cui è stata ritirata la patente, aveva un tasso alcolico di quattro volte superiore a quello del limite di legge.
È stato denunciato a piede libero per guida in stato di ebbrezza. E non ha potuto rimettersi alla guida.
Il suo «errore» dettato proprio dallo stato poco lucido avrebbe potuto causare una vera e propria tragedia in autostrada.


ROMAGNAOGGI

Guida in stato d’ebbrezza, denunciati 14 automobilisti
RIMINI – Proseguono i controlli dei Carabinieri finalizzati a contrastare il fenomeno delle ‘’stragi del sabato sera’’. Complessivamente gli uomini dell’Arma hanno denunciato 14 automobilisti per guida in stato d’ebbrezza.
Il tasso di alcol più elevato rilevato é stato di 1,86 (il limite fissato è di 0.50 gr/lt). Denunciata anche una donna di nazionalità russa. 


ASAPS

Agricoltore semina il panico in strada col suo trattore
Fermato dai Carabinieri, era in forte stato di ebbrezza: patente sospesa
MONTESANO SALENTINO (LECCE), 22 ottobre 2007 – Ognuno va a spasso come vuole: c’è chi va in bicicletta, chi sceglie le dueruote, chi si compra un camper o chi investe i capitali in lussuose fuoriserie. ma chi sceglierebbe un trattore agricolo per farsi un giretto sulle strade del Salento? Deve essere questa, più o meno, la domanda che si sono posti i Carabinieri di Lecce, quando si sono trovati davanti la poderosa macchina agricola che zigzagava, elefantiaca, in mezzo alla stretta stradina di campagna. Forse il conducente si sentiva poco bene, forse non era pratico del mezzo… comunque andava fermato: un colpo di sirena, la paletta fuori dal finestrino ed ecco la grossa macchina agricola fermarsi mansueta in mezzo alla via. I militari scendono e comprendono che, al volante, c’è un ubriaco. Arriva l’etilometro, che conferma la prima “diagnosi” dei carabinieri, facendo scattare il ritiro della patente, che sarà ovviamente sospesa, la denuncia per guida in stato di ebbrezza, ed una lunga serie di infrazioni al codice della strada, connesse ovviamente al litro di “quello buono” che l’avvinazzato agricoltore, un 38enne di Montesano Salentino, si era scolato a pranzo.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da RADIONWES)

Sudamericano ubriaco picchia moglie e figli

Completamente ubriaco non ha esitato a picchiare, ricorrendo anche ad un coltello, la moglie 41enne, il figlio di 20 anni e la figlia di 19. Una furia cieca, la sua, che solo la fuga dei tre, scappati a casa di un vicino, è riuscita ad interrompere. A placare l’animo del sudamericano di 38 anni, completamente privo di controllo sotto i fumi dell’alcol, ci hanno pensato poi gli agenti della Volante della Questura di Varese. Raggiunta l’abitazione di viale Borri a Varese, dopo l’allarme lanciato proprio dai vicini, si sono trovati davanti il 38enne che coltello alla mano non ne voleva sapere di calmarsi. Ne è nata così una colluttazione, con un agente che ha riportato anche alcune contusioni al costato giudicate guaribili in 20 giorni, al termine della quale i poliziotti sono riusciti a rendere inoffensivo il 38enne. Così dopo essere stato ammanettato l’uomo è stato richiuso all’interno della casa circondariale di Varese a disposizione dell’autorità giudiziaria. Dovrà rispondere delle accuse di lesioni pluriaggravate e resistenza a pubblico ufficiale.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da DROGHEADUC.IT)

Australia. Alcool, cannabis mettono gli aborigeni a rischio

Una indagine parlamentare rivela che il consumo di alcol e cannabis e’ diffuso tra gli aborigeni, e che siano molte le responsabilita’ del Governo.

Il rapporto, chiamato "Confronting the Confus
Martedì, 23 Ottobre 2007
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