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Rassegna stampa del 21 Ottobre 2004 |
Da
"Il Secolo XIX" del 21 ottobre 2004 La truffa corre sull’A26 Una lunga serie di denunce ha portato alla luce lo stratagemma dei soliti ignoti per raggirare gli automobilisti Gang chiede soldi per danni immaginari Ovada Il rischio della truffa e dietro l’angolo e ora viaggia anche in autostrada. Stando alle denunce presentate al comando della Polizia stradale di Belforte una banda organizzata starebbe seminando "pacchi" a troppo solerti automobilisti. Un colpo di clacson, un ripetuto lampeggiare di fari diventa così il sistema più facile per bloccare l’ignaro automobilista che ingenuamente ferma l’automezzo per trovarsi poi di fronte l’improbabile vittima di un danno. Fare gentile e immediata proposta di "conciliare", di risolvere in maniera bonaria un presunto danno provocato dalla classica pietruzza saltata sul cofano o sul parabrezza per una sgommata un po’ troppo decisa o l’ammaccatura alla carrozzeria causata nel corso di un parcheggio. "Facciamo denuncia: Oppure ci mettiamo d’accordo?". Questa sembra la frase tipica pronunciata dal truffatore che individuata e seguita la vittima designata, comincia a martellare per ottenere l’immediato rimborso del danno. "Pochi, maledetti e subito". Questa sembra la regola che nella prevalenza dei casi si risolve con l’esborso dei 50/100 euro. Hanno agito indisturbati, quelli della "banda del trucco", anche ieri dopo aver seguito, passo dopo passo un giovane fermatosi con la sua vettura nell’aera di servizio "Stura Nord". L’automobilista, Roberto B., 20 anni, residente ad Alessandria ripartito con la sua "Panda", dopo una breve sosta,in viaggio in direzione di Alessandria, all’altezza di Roccagrimalda, è stato affiancato da due giovani che, a bordo di una Lancia Y", dopo aver ripetutamente lampeggiato e suonato lo hanno costretto alla fermata imprevista. I due, pare extracomunitari, forse ecuadoriani, parlando un italiano stentato facevano presente a Roberto B. che il parabrezza della loro auto era stato colpito da una pietra giunta come un proiettile "sparato" da uno dei pneumatici. Poco danno ma sicuramente di almeno 300 euro perchè il parabrezza doveva essere sostituito. A nulla servivano le giustificazioni del giovane alessandrino e solo dopo qualche minuto i tre trovano un accordo: nessuna denuncia all’assicurazione, 50 euro e tutto si risolveva. Tutto si sarebbe concluso lì se nel frattempo non fosse arrivata una pattuglia della polizia che in precedenza, dall’altra carreggiata, aveva notato i tre discutere. Agli agenti Roberto B. ha raccontato l’insolito episodio, uno dei tanti già denunciati da altri automobilisti truffati dai "soliti ignoti" proprio sull’"A26". Rapide indagini ma dei due ecuadoriani nessuna traccia. La polizia ha accertato che per questo tipo di truffa vengono presi di mira soprattutto giovani e persone anziane. Da "Gazzetta
di Parma" del 21 ottobre 2004 Per chi ha l’occhio allenato quel bozzo nella parte interna della portiera è di quelli che fanno suonare più di un campanello d’allarme. Se a questo si aggiunge poi l’irrefrenabile tremore alle mani dell’autista alla vista delle divise per gli uomini della Stradale c’è voluto poco per essere certi di avere colpito nel segno. Fino a quando quel mucchio di contenitori di plastica sbucati dalla fiancata non hanno tolto ogni dubbio. Un ennesimo maxisequestro di droga è stato messo a segno dagli agenti della Stradale di Parma che, nel tardo pomeriggio di lunedí, hanno bloccato sull’autostrada del Sole un immigrato alla guida di un’auto. All’interno della quale, nascosti tra le lamiere e i pannelli, erano stati nascosti trenta chilogrammi di hashish. L’operazione ha preso il via quando una pattuglia, impegnata nei consueti controlli lungo le direttrici della grande viabilità, ha intercettato una vettura con targa italiana condotta da un cittadino straniero. Gli agenti, hanno deciso di approfondire i controlli e, all’altezza dell’abitato di Busseto, hanno bloccato la vettura che ha immediatamente insospettito gli operatori. Nella parte posteriore dell’abitacolo infatti i pannelli sono risultati, già ad una prima occhiata, parzialmente sollevati, come se all’interno qualcuno avesse nascosto del materiale senza curarsi troppo di dissimulare l’intervento. Una perquisizione più approfondita ha permesso quindi agli agenti di notare la presenza di involucri di plastica che una volta recuperati si sono inequivocabilmente svelati come panetti di droga. L’auto è stata quel punto passata al setaccio e il motivo dell’agitazione dell’autista non ha più potuto essere nascosta. Celati, nell’intercapedine, e confezionati in trenta involucri di plastica, i poliziotti hanno trovato trenta chili di hashish. Il conducente del mezzo, C. R, un ventottenne di origine marocchina, è stato a quel punto arrestato e trasferito nella casa circondariale di via Burla a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli inquirenti dovranno chiarire se l’uomo, accusato di detenzione ai fini di spaccio, fosse un corriere e dove fosse destinato il carico che, una volta commercializzato al dettaglio, avrebbe potuto valere circa duecentomila euro. Questo ennesimo colpo alle reti dello spaccio porta a quasi 120 i chilogrammi di droga sequestrati dalla Stradale in poco pi ù di un anno. L’ultimo intervento rilevante risale alla fine di giugno quando gli agenti bloccarono due nordafricani provenienti dalla Lombardia e diretti verso sud che a bordo di una Golf avevano nascosto quattordici chili di hashish. Da "marketpress"
del 21 ottobre 2004 Milano Attraverso l’elevata presenza di sistemi di sicurezza nell’equipaggiamento dell’auto, la Commissione Europea potrà raggiungere l’obiettivo primario prefissato di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime sulla strada, quindi, di ridurre l’attuale numero di incidenti registrato ogni anno in Europa. Le cifre sono elevate: ben 1,3 milioni di incidenti all’anno in Europa, con circa 40.000 vittime e circa 1,7 milioni di feriti gravi, che comportano danni a livello socio-economico dell’entità di circa 160 miliardi di euro, il che corrisponde al 2% del prodotto interno lordo europeo. " Ciò significa molto per noi che lavoriamo nel mondo dell’auto e, in particolare, per chi - come il Gruppo Bosch - è coinvolto attivamente nella ricerca, mirata anche a salvare vite umane " afferma Massimo Guarini, Amministratore Delegato di Bosch in Italia. A tale proposito, Bosch, insieme ad altre 38 aziende ed associazioni, ha sottoscritto il 6 aprile 2004 a Dublino la Charta Europea per la Sicurezza Stradale, documento, secondo il quale i gruppi di lavoro si sono posti, appunto, l’obiettivo di dimezzare, entro l’anno 2010, il numero delle vittime sulle strade nell’Unione Europea, con una riduzione da 40.000 a 20.000. In Italia, questo numero è tragicamente vicino a 7000 vittime all’anno, il che fa una vittima ogni 75 minuti. "Ridurre gli incidenti significa in primo luogo migliorare in modo significativo la sicurezza delle auto" dichiara Guarini. Il contributo sociale che Bosch ha fornito per questo progetto è stato unico per quanto riguarda proprio i dispositivi di sicurezza in auto: è stata, infatti, questa multinazionale tedesca la prima al mondo a permettere di realizzare auto più sicure, grazie alla produzione in serie – per la prima volta al mondo nel 1978 – del Sistema Antibloccaggio Abs, che oggi ha superato il traguardo dei 100 milioni di pezzi. Con l’Abs, Bosch è di gran lunga l’Azienda in pole position, con una quota di mercato in tutto il mondo del 35%, in Europa di oltre il 55%. Dopo 26 anni dalla sua nascita, proprio quest’anno Bosch ha potuto scrivere nella storia della sua attività un’altra tappa importante: l’Acea, l’Associazione dei Costruttori di Auto Europei, - riconosciuta l’efficacia dell’Abs – ne ha introdotto l’applicazione obbigatoria per tutte le vetture prodotte dal 1. Luglio 2004, destinate al mercato europeo. Così si esprime, infatti, la disciplina di autoregolamentazione, approvata già dal 2001. Anche Associazioni di Costruttori giapponesi e coreani hanno sottoscritto autoregolamentazioni simili. Questo connubio di tecnologie per la sicurezza non ha solo 26 anni, ma molti di più. Sin dalla nascita dell’auto, i componenti Bosch hanno rappresentato gli elementi cardine dell’efficienza, della sicurezza e del comfort: sistemi di accensione e di alimentazione, avviamento, iniezione, frenata, visibilità, guida. Tutti aspetti che si sono profondamente evoluti nel corso degli anni e che hanno portato ai concreti risultati di oggi, ovvero, al contributo attivo dell’elettronica nel salvaguardare l’incolumità degli automobilisti. " Non può esistere nessuna innovazione senza l’elettronica ", era lo slogan di una pubblicità Bosch di pochi anni fa. Sulla base dell’Abs, Bosch presentò per la prima volta, con inizio della produzione in serie nel 1987, l’Asr, che impedisce i pattinamenti dovuti alle perdite di aderenza in accelerazione. Infine, il grande passo verso il monitoraggio elettronico della dinamica di marcia, che ha visto la nascita dei sistemi Esp, prodotti per la prima volta al mondo da Bosch nel 1995. Senza alcun dubbio, valutando tutti gli altri componenti di bordo di un’auto, l’elettronica che sorveglia l’assetto e la frenata è stata quella che ha conosciuto lo sviluppo più rapido ed esponenziale. Ecco i principi di funzionamento dell’Esp. Il compito demandato a questo dispositivo è quello di mantenere l’auto sulla propria corsia, quindi, si tratta di funzioni ancor più complesse di quelle dell’Abs o dell’Asr, che consente un’accelerazione senza pattinamento. Infatti, si tratta di riconoscere non il bloccaggio di una ruota, ma addirittura la tendenza dell’auto a sbandare, per manovre errate o eccesso di velocità. A chi non è mai capitato di dover effettuare una frenata d’emergenza? A seguito di un’indagine, è emerso che oltre i due terzi degli automobilisti si sono trovati in una simile situazione, mentre quasi un terzo degli automobilisti ha dovuto sperimentare uno sbandamento della propria auto. Come accorgersi di una situazione di pericolo? Ci sono degli specifici sensori che forniscono informazioni ad una centralina: essa correla i vari parametri (velocità delle ruote, accelerazione laterale, angolo del volante) e con rapidità tutta elettronica, inizia ad agire su due elementi: l’alimentazione del motore e le singole pinze dei freni. Già la riduzione del gas è sufficiente, nei casi meno critici, a ristabilizzare l’auto, ma se la tendenza a sbandare è elevata, essa può essere contrastata, frenando le ruote in modo incrociato (per esempio, l’anteriore destra e la posteriore sinistra), per generare una forza che si oppone alla sbandata. In quali situazioni è utile l’Esp? Nelle manovre di sorpasso e nel cambio di corsia, ad esempio, in coda prima di una curva oppure se un ostacolo si para davanti all’improvviso. Inoltre, l’Esp permette di mantenere la propria corsia, anche se si imbocca la curva in modo errato, ad esempio, nelle curve alle uscite autostradali, oppure nelle manovre rapide di sterzo e controsterzo. E il bello è che il guidatore non deve avere una particolare bravura o fare nulla di speciale: spesso non avverte nemmeno l’intervento dell’Esp, se non fosse per la spia gialla sul cruscotto, che lo consiglia di procedere con più cautela. Guarini continua: " Questo dispositivo è molto importante sia dal punto di vista della sicurezza stradale sia sotto il profilo sociale. Mi riallaccio alla sottoscrizione della Charta Europea, secondo la quale Bosch ha assunto il compito di intensificare la divulgazione dei vantaggi offerti dal Programma Elettronico di Stabilità Esp nell’autoveicolo e di promuoverne la diffusione ". L’esp riduce il rischio di sbandamento, quindi, di incidenti, migliora la manovrabilità, quindi, la stabilità di marcia; si è diffusto ancora più rapidamente dell’Abs, ma in modo, però, differente, da Paese a Paese in Europa, dove la percentuale degli autoveicoli di nuova immatricolazione dotati di Esp è stata nel 2003 del 29 per cento, quota che Bosch si prefigge di aumentare entro il 2010 al 50 per cento, anche attraverso l’ulteriore sviluppo della tecnica Esp e l’ampliamento di ulteriori funzioni. Per quanto riguarda la diffusione dell’Esp nei vari Paesi europei, in Germania un’auto su due lo ha installato, in Francia è presente nel 35% per cento dei casi, in Spagna nel 25 per cento, in Gran Bretagna nel 20 per cento, mentre l’ultimo posto spetta purtroppo all’Italia, dove la diffusione dell’Esp si ferma al 14 per cento. Il benefico effetto sulla riduzione degli incidenti, consentita grazie all’Esp, è stato nel frattempo valutato statisticamente anche da enti terzi. Secondo recenti studi di ricercatori dell’Università di Iowa, negli Stati Uniti, che – con l’aiuto di un simulatore di guida - hanno effettuato alcuni tests, mirati a verificare la reazione degli automobilisti in situazioni di guida critiche, il risultato è stato chiaro: con il Sistema Elettronico di Stabilità Esp, un maggior numero di automobilisti - il 34% in più - ha potuto tenere meglio sotto controllo il proprio autoveicolo rispetto a quelli senza Esp. Questa indagine è stata presentata all’inizio di quest’anno al Sae World Congress di Detroit e rappresenta un’ulteriore testimonianza di quanto sia estremamente positivo l’effetto dell’Esp ai fini della sicurezza stradale. Si aggiungono analisi da parte di Daimlerchrysler, secondo le quali la quota degli incidenti con gravi conseguenze con autovetture di Mercedes-benz si è ridotta di circa il 30%, se dotate di Esp, mentre secondo studi di Toyota risulta che l’impiego di serie dell’Esp consentirebbe di ridurre del 50% il numero degli incidenti gravi. Questa affermazione è supportata dai risultati di una ricerca condotta dall’Unione Generale delle Compagnie di Assicurazione Tedesche (Gdv), un’associazione senza scopo di lucro, secondo la quale il 25% di tutti gli incidenti con danni alle persone e il 60% di tutti gli incidenti con conseguenze mortali sono riconducibili a sbandamenti. Nonostante queste cifre siano di per sé incoraggianti, la conoscenza di questo sistema e dei suoi vantaggi da parte degli automobilisti è ancora relativamente scarsa. Secondo i risultati di un’inchiesta capillare, commissionata da Bosch all’Istituto Spiegel di Mannheim, che ha intervistato 1.000 automobilisti in Germania, per conoscere quale fosse il grado di importanza attribuito ai sistemi di sicurezza in un autoveicolo, ai fini di evitare un incidente e, al tempo stesso, quanto questi sistemi fossero a loro noti, solo un automobilista su cinque ha menzionato spontaneamente l’Esp. Due terzi delle persone intervistate hanno dichiarato di non essere bene informate sull’Esp. Alla domanda diretta, se avessero già sentito parlare della sigla Esp, il 79% degli uomini ha pur sempre risposto sì, ma tra le donne la percentuale scende al 43%. In confronto, ben il 98% degli uomini e delle donne conosce già il sistema antibloccaggio (Abs). Proprio per questo motivo, Bosch continuerà l’impegno sino ad oggi profuso, sia al fine di aumentare il grado di conoscenza dei vantaggi offerti da questo sistema attivo di sicurezza sia al fine di migliorarne ed ampliarne le funzioni. L’"hill Hold", ad esempio, che consente partenze in salita, senza bisogno che il guidatore agisca sulla frizione, è già disponibile su alcune autovetture. Un altro sviluppo di grande interesse è rappresentato dall’Esp che, in connessione con lo sterzo attivo, adottato dalla nuove Bmw di gamma alta, può intervenire persino sull’angolo di sterzo, correggendo in modo automatico la curva e stabilizzando in modo più rapido e confortevole il veicolo nelle situazioni critiche. Il collegamento in rete di sistemi, che sinora hanno agito singolarmente, sarà in futuro sempre più evidente e diffuso. La combinazione di sistemi di sicurezza attivi e passivi offrirà in futuro ai passeggeri una sempre maggiore sicurezza attraverso, per esempio, la combinazione di sistemi frenanti con sistemi di assistenza alla guida e di ritenzione. Dopo l’enunciazione di tutti questi benefici, non rimane altro che rivolgersi all’automobilista, che – oltre a conoscere maggiormente i vantaggi offerti dall’Esp – non deve ignorare un aspetto importante: il montaggio di questo sistema non è possibile in un secondo tempo. Per questa ragione, quando giunge il momento di acquistare una vetttura nuova, occorre prestare particolare attenzione ai sistemi di sicurezza di serie ed a quelli offerti in optional. Bosch è convinta che l’Esp si diffonderà a tal punto da diventare anch’esso un dispositivo standard, che anche le autofficine potranno controllare, con l’aiuto delle giuste attrezzature di diagnosi e software specifici, messi a disposizione da Bosch. In materia di sicurezza di guida, come ha dimostrato la recente introduzione obbligatoria dell’Abs, si sta muovendo qualcosa. Un dato di fatto è certo: chi vuole viaggiare sicuro con la propria auto, con l’Esp si avvicina notevolemente a questo suo obiettivo. Guarini termina: " Grazie anche ai dispositivi elettronici, il traguardo del 2010, che ho citato all’inizio, non sembra impossibile da raggiungere. Bosch sta svolgendo una parte importante in questo ambizioso progetto, con il massimo impegno ". |