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Articoli 25/10/2007

Presto l’etilometro obbligatorio sui veicoli da trasporto pubblico e commerciali

La proposta, già al vaglio della commissione interministeriale, è già in dirittura d’arrivo negli Stati Uniti ed in Canada
In Australia, test obbligatorio sulle auto dei “super ebbri” e dei recidivi

(ASAPS – il Centauro) PARIGI, 25 ottobre 2007 – La Francia è scossa per alcuni gravi episodi che hanno visto coinvolti scuolabus: solo nell’ultima settimana, nel nord est del paese, la Gendarmeria e la Polizia Nazionale hanno arrestato tre conducenti professionali in stato di ebbrezza, mentre lo scorso 8 ottobre – come riportato in una trasmissione dell’emittente francese RTL – quattro bambini erano rimasti seriamente feriti in un incidente stradale.
La conducente, sottoposta al test etilometrico, aveva evidenziato un tasso di 3,22 g/l. Così, gli stati generali hanno portato ad un livello più alto le soglie di attenzione e di allarme, tanto da far scalare in testa agli ordini del giorno l’istituzione dell’obbligo di montare uno speciale etilotest su tutti i veicoli da trasporto pubblico (taxi compresi) e commerciali, in maniera tale da consentire l’avvio del motore solo in caso di “soffiata” analcolica.
Un’altra rivoluzione francese in vista?
In effetti, se da un lato i cugini transalpini possono dirsi soddisfatti dei risultati ottenuti nel periodo 2001/2006 (-42% della mortalità), dall’altro ci sono voluti i primi 7 mesi del 2007 per rintuzzare l’attacco di un’inaspettata recrudescenza della violenza sulle strade, che aveva visto il barometro della letalità tornare ad indicare la tempesta. Agosto e settembre hanno rimesso le cose a posto, ma è fin troppo chiaro che – su questo fronte – non può esserci tregua: i nemici pubblici numero uno sono, tra le cause, velocità e stato di ebbrezza, sia da alcolici che da sostanze stupefacenti.
Altro ci sarebbe da dissertare sulle categorie di utenti a rischio, ma lasciamo l’argomento ad altre trattazioni.
Per quanto riguarda la velocità, i vari governi francesi che si sono succeduti dal 2001 ad oggi, hanno disseminato strade ed autostrade di migliaia di postazioni radar fisse, costringendo i conducenti – a suon di pesantissime sanzioni penali, pecuniarie ed accessorie, ad alzare il piede dal gas. Sul fronte dell’alcol, invece, il dipartimento interministeriale della Sécurité Routière punta a raggiungere quota 10 milioni di controlli alcolemici all’anno, ma è opinione condivisa che su questo terreno le operazioni debbano essere diversificate: prevenzione e repressione, certezza della pena e condivisione della norma attraverso le campagne di sensibilizzazione.
Una terna di azioni già in atto, alle quali – ci sembra – sta per aggiungersene una quarta: l’autotutela.
In effetti, quale miglior risposta alla domanda “avrò bevuto troppo per guidare?” di un test obbligatorio prima di accendere il motore e partire? La Prévention Routière, associazione francese che da molti anni realizza un quantitativo impressionante di materiale scientifico e proposte legislative, sostiene l’idea di dotare obbligatoriamente tutti bus ed autocarri di un dispositivo che impedisca il “contatto” in caso di “alito” alcolico. Il segretario di stato ai Trasporti, Dominique Bussereau, avrebbe esternato la propria approvazione al progetto – purché non se ne preveda un’estensione anche i veicoli privati – che parte con il proposito di essere una “soluzione radicale” al problema.
“Non possiamo più attendere”, è stato il commento di uno dei principali ispiratori della proposta, il dottor Charles Mercier-Guyon, referente dell’associazione Prevenzione Stradale in Alta Savoia e primo sperimentatore del dispositivo. “È importante – ha aggiunto – che si cominci proprio dotando i mezzi pubblici di questo sistema, a partire dagli scuolabus”.
I promotori dell’iniziativa citano fonti scientifiche – peraltro riprese anche da Asaps nei suoi numerosi elaborati (tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità) – e spiegano che con livelli alcolemici compresi tra 0,5 e 0,8 g/l, un conducente potrebbe non presentare i sintomi classici dell’ebbrezza, ma il rischio d’incidente al quale espone se stesso e gli altri è già elevatissimo: ipotizzando una persona di media corporatura, in buone condizioni di salute e di sesso maschile, il rischio è 5 volte più alto.
La proposta, che ha incassato anche il parere favorevole della Federazione nazionale dei trasporti e dei viaggiatori, sarà discussa a novembre in occasione della prossima seduta del CISR, il Comitato interministeriale della Sicurezza Stradale.
In altri stati, il progetto è già in procinto di divenire realtà: Negli Stati Uniti ed in Canada, ad esempio, i governi federali sono da tempo in trattativa con le case costruttrici per concordare tempi e modalità delle future dotazioni, mentre nello stato australiano del Vittoria i giudici obbligano i conducenti colti in flagranza di ebbrezza – in caso di recidiva o di superamento della soglia di 1,5 g/l (qui il limite vigente è 0,8) – a montare sui veicoli condotti un etilometro in grado di inibire l’accensione del propulsore in caso di assunzione di sostanze: la pena per chi non ottempera è la revoca definitiva della patente di guida.
Sul fronte del progresso tecnologico, del resto, sono molte le possibilità offerte dal mercato: la svedese Saab, ad esempio, ha messo a punto il sistema “Alcol Key”, consistente in una chiave dotata di sensori in grado di analizzare il respiro e non concedere il via libera alla centralina in caso di positività. (ASAPS – il Centauro)

© asaps.it

Di Lorenzo Borselli

Francia
Giovedì, 25 Ottobre 2007
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