Domenica 22 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Rassegna stampa 18/10/2004

Rassegna stampa del 17 Ottobre 2004


Rassegna stampa del 17 Ottobre 2004

Da "Il Corriere della Sera" del 17 ottobre 2004
Gli ultimi incidenti causati dalle centraline modificate: "Impossibile scoprirle"
Motori truccati con 300 euro
Allarme della Stradale: utilitarie lanciate a 200 all’ora. Aumentano le stragi
Nestore Morosini

Utilitarie trasformate in bolidi, auto progettate per il traffico di città spinte fino ad oltre i duecento orari. Bombe su ruote, che solo la scorsa settimana hanno ucciso cinque giovani. Non è l’ennesima strage della strada: la colpa non è solo dell’alcol o dell’imprudenza. Dietro questi incidenti c’è un accorgimento tecnico - a basso prezzo e impossibile da individuare: la Polstrada ha accertato che alla base dei due tremendi scontri avvenuti a Foggia e Ragusa la scorsa settimana c’erano le centraline truccate, ultima frontiera del motore modificato. Un tempo, i preparatori di auto lavoravano sulla lucidatura dei condotti e sull’abbassamento della testata per trarre dal motore una potenza superiore a quella stabilita dalla casa. Più cavalli, ovviamente, significano maggiore velocità che, a sua volta, si traduce in maggiore pericolo. Poiché una vettura cui viene aumentata la potenza senza, contemporaneamente, variarne adeguatamente l’assetto potrebbe essere soggetta a "decollare". Sulle auto moderne, con le centraline che gestiscono l’attività del motore, è sufficiente una rimappatura dei parametri per ottenere un incremento di potenza: 20-25 cavalli in più sulle unità a benzina, 35-40 sulle diesel.
Secondo l’Asaps, il sodalizio degli agenti della Stradale, "truccare" la centralina è un fenomeno ormai molto diffuso. Dice il presidente Giordano Biserni: "La rimappatura delle centraline delle autovetture per renderle più potenti e veloci è ormai fenomeno diffuso e quasi ordinario secondo gli elementi che quotidianamente raccoglie l’Asaps. La manomissione di una centralina ormai sta alla vettura quasi come l’eliminazione dei fermi, al primo tagliando, sta agli scooter. I controlli su strada delle forze di polizia possono ben poco. I risultati sono spesso accertati solo dopo un salto di corsia o uno schianto contro una pianta. Tuttavia poiché si tratta di intervenire con della tecnologia avanzata e l’uso di computer che vanno ad agire sull’erogazione della potenza, è evidente che in questi casi si rendono necessarie specifiche competenze e, oseremmo dire, specifiche "complicità". Per fronteggiare abusi e furberie - conclude Biserni - si dovrà procedere con controlli a sorpresa effettuati dalla Polizia della strada con l’ausilio degli specifici laboratori mobili del dicastero dei Trasporti, così come già avviene per le verifiche degli autotreni pesanti".
Va da sé che rimappare una centralina per aumentare la potenza di un motore è illegale. Ad esempio, modificando la potenza si evade una parte della tassa di possesso dell’auto basata, appunto, sui kwatt; e, pure, si corre il rischio di una rivalsa, in caso di incidente, da parte della compagnia di assicurazione qualora, modificando la potenza, la vettura esce dalla fascia di appartenenza. Per "truccare" il motore le officine senza scrupoli ritardano i valori di apertura delle farfalle, dell’accensione, aumentano la quantità di carburante in camera di combustione. Secondo gli esperti del mensile "Maxi Tuning", che tratta appunto i temi dell’elaborazione ovviamente legale delle auto, si acquistano altri 5 o 6 cavalli sostituendo il filtro dell’aria con uno più grande; e cambiando la marmitta originale con una alla quale è stata tolta la cosiddetta "strozzatura" dovuta al catalizzatore e al silenziatore. Quanto costa l’operazione "trucco"? Diciamo che per ammazzarsi a 210 all’ora, in un’officina che opera illegalmente ci vogliono fra i 150 e i 300 euro. Per impedire le pratiche illegali, basterebbe una piccola aggiunta alle norme del Codice della Strada. Modifica che preveda il sigillo della centralina, così come avviene nelle corse.

Da "Il Gazzettino" del 17 ottobre 2004
L’INCHIESTA
Gli investigatori ...

L’INCHIESTA
Gli investigatori della Squadra Mobile e della Sezione Polizia Stradale, con la collaborazione delle Squadre Mobili delle Questure di Venezia, Padova, Verona, Udine, Milano, Brescia, Varese, Reggio Emilia, Ancona, Macerata, Roma, Latina, Bari, hanno proceduto all’esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare per i delitti di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e alla ricettazione, nei confronti di 7 persone, mentre altre 20 sono state indagati in stato di libertà.
LA SPAGNA
Nel corso dell’operazione, il capo dell’organizzazione - di Pordenone - è stato arrestato a Bilbao, in stretta collaborazione con gli agenti dell’Interpol e della Sezione Delinquencia Organizada della Prefectura di Bilbao (Spagna); nel corso delle perquisizioni effettuate dalla Polizia italiana e spagnola, sono state recuperate numerose vetture di lusso come Bmw, Jaguar, Porsche e Mercedes, per un valore commerciale superiore ai 300mila euro.
LE VERIFICHE
Altre perquisizioni sono state effettuate a Pordenone, Padova e Dolo dove è stata trovata documentazione utile alle indagini ed è stata sequestrata la somma di 20mila euro.

Da "Il Gazzettino" del 17 ottobre 2004
Altri particolari dell’perazione che ha permesso alla Polizia di sgominare la banda che riciclava auto di lusso
Nonno con la Jaguar a 200 all’ora
Ennio Morandi, padre del capo dell’ganizzazione, portava all’estero le vetture fuorilegge
Roberto Ortolan

Sono ricchi di aneddoti e avventure i 3 anni d’indagine che hanno permesso agli investigatori della Polizia di decapitare la banda dedita al riciclaggio di auto di grossa cilindrata, provento di truffe - utilizzando assegni scoperti - e furti. Il blitz della Polizia ha portato ad arresti in Italia e all’estero, con l’ipotesi d’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di auto sportive. In trappola sono caduti sia i capi dell’organizzazione criminale che le semplici pedine.
L’ultimo tassello dell’operazione, denominata "Bilbao" (perché concretizzata in Spagna), ha condotto in cella, grazie a un mandato di cattura internazionale chiesto dal Ministro Roberto Castelli, il presunto capo della gang. Il capo della Stradale Massimo Sacchetto e l’ispettore della Sezione criminalità organizzata Giancarlo Cardinale sono volati in Spagna e hanno fatto scattare le manette ai polsi di Achille Morandi che, da 18 mesi - pur mantenendo la residenza in via Volt De Querini a Pordenone - si era trasferito a Bilbao, dove aveva aperto un ristorante. Un’attività insospettabile che, per gli inquirenti, gli permetteva di governare il riciclaggio delle fuoriserie, eludendo la caccia degli investigatori. Ritenendosi al sicuro Achille Morandi - secondi i poliziotti - stava pensando di ampliare il traffico illecito d’auto che, nel 2003, aveva fruttato alla banda quasi 3 milioni euro, frutto del riciclaggio di oltre 200 vetture. Morandi, fino a gennaio ’04, piazzava le auto, rubate in Lombardia e Toscana o comprate con assegni scoperti, in Spagna e Croazia. Grazie alla copertura del ristorante aveva aperto canali anche in Russia, Gran Bretagna ed Emirati Arabi. L’arresto di Achille Morandi ha posto fine ai raid della banda delle auto riciclate. Il blitz - è trapelato dagli inquirenti - è riuscito grazie all’aiuto della Polizia spagnola che, per smascherare il "boss", ha affiancato a Sacchetto e Cardinale una decina di agenti dell’antiterrorismo, impegnati a dare la caccia ai complici di Bin Laden, autori della strage di Madrid.
Un ruolo determinante nella strategia della gang era svolto da Ennio Morandi, il padre settantenne di di Achille. Era lui che incassava e metteva al sicuro i proventi del riciclaggio, ma teneva anche i contatti con i "manovali" (quasi sempre nomadi dell’Est Europa, conosciuti da Achille quando abitava a Pordenone) che mettevano a segno furti e truffe. Quanto importante fosse Ennio Morandi emerge dal blitz che ne ha determinato l’arresto. Il settantenne, che abita a Tricesimo, in primavera è salito su un treno e ha raggiunto Varese, dove in un garage era custodita una Jaguar, "soffiata" a un imprenditore fiorentino. Ennio Morandi è salito sulla fuoriserie e, come un pilota di Formula Uno, ha raggiunto Udine, viaggiando ai 200 orari. Ha poi dormito a casa per alcune ore, risalendo sull’auto sportiva e raggiungendo la frontiera austriaca, dove avrebbe dovuto cederla a un complice croato. Proprio mentre stava per attraversare la frontiera è stato bloccato e arrestato dai poliziotti che lo stavano pedinando da Varese.


Da "La Sicilia" del 17 ottobre 2004
Polstrada
Polizze assicurative fasulle 2 denunce per truffa

G. P.

Giro di vite del distaccamento della Polizia stradale di Vittoria per combattere i fuorilegge della strada. In particolare in questi ultimi tempi gli uomini dell’ispettore Francesco Vona si sono dedicati al controllo delle assicurazioni, obbligatorie come si sa. I primi risultati sono stati emblematici: due persone sono state denunciate per false assicurazioni dei propri mezzi. Le auto sono state poste sotto sequestro.
All’autorità giudiziaria sono stati denunciati, a piede libero, D. R., 40 anni, sorpreso alla guida della propria Fiat Uno con un bollino di assicurazione risultato contraffatto, e una donna, L. S., 43 anni, trovata alla guida di una Lancia Y, pure con bollino di assicurazione falso. Da parte della Polstrada del distaccamento di Vittoria è stata avanzata una ampia documentazione alla Procura della Repubblca sulle indagini svolte. Il reato configurato è quello di falso in atto pubblico.
Le indagini proseguono attivamente e non si esclude che possano venire fuori altri particolari e altre responsabilità. Si sta indagando infatti per accertare il modo di realizzare la falsa documentazione assicurativa: a Vittoria o altrove? Quello delle assicurazioni fasulle è un modo di violare la legge che ritorna di attualità dopo un lungo periodo di pausa. Denunce a ripetizione all’A. G., in tal senso, erano state presentate alla fine degli anni Ottanta-inizio anni Novanta. Poi si ritornava, almeno nella stragrande maggioranza, alla legalità. Ora eccoci di nuovo alle prese con le assicurazioni fasulle.
Al distaccamento della Polstrada, con un organico ridotto al lumicino, si stanno facendo miracoli. Si confida, ovviamente, nella collaborazione degli utenti della strada.

Da "Il Gazzettino" del 17 ottobre 2004
PORCIA Auto all’esame dopo il colpo
Rapina, si indaga

m.b.

Porcia - Continuano le indagini della Polizia Stradale di Pordenone sulla rapina a mano armata messa a segno, poco prima dell’una di notte di giovedì, al distributore Total dell’area di servizio dell’A-28 di Porcia nord.
Si tratta della terza rapina a mano armata commessa nello stesso posto negli ultimi due mesi. Il bottino rubato questa volta è stato fortunatamente inferiore e ammonta intorno ai 700 euro. La dinamica e la presunta nazionalità dei malviventi, i quali stando al commesso del distributore, unico testimone presente ai fatti, avrebbero tradito un leggero accento dell’Est, porterebbe gli inquirenti a ritenere che si tratti della medesima banda. Tre i componenti. Un primo bandito, che è rimasto alla guida della macchina pronto per la fuga e altri due che, incappucciati e con indosso guanti scuri, hanno fatto irruzione nel minimaket del distributore intimando al commesso di stare fermo e prelevando da soli i soldi dalla cassa. Un auto rubata a Porcia - una Fiat Punto rossa - e poi abbandonata al vicino svincolo autostradale di Fontanafredda, lo stesso della prima rapina. Da qui la banda si sarebbe data alla fuga usando un’altra auto.

Da "ANSA" del 17 ottobre 2004
Pirati strada: scende da auto e muore investito da tir
Il conducente del camion e’ fuggito, un fermo


FOGGIA - Un uomo di 52 anni, Giovanni Verna, nato a Brindisi e residente a Foggia, e’ morto investito da un camion il cui conducente non si e’ fermato. E’ accaduto sulla tangenziale, alle porte di Foggia. Ancora poco chiara, al momento, la dinamica dell’incidente. Sembra che l’uomo, sceso dall’auto, stesse attraversando la strada. Gli agenti della polizia stradale hanno fermato un camionista che potrebbe corrispondere alle indicazioni fornite da alcuni automobilisti di passaggio.
Da "L’Unione Sarda" del 17 ottobre 2004
Ubriaco tampona l’autobus del Ctm
Una palazzina distrutta, strage sfiorata
Giorgia Daga

Si è sfiorata la strage ieri in via Cagliari: un pullman di linea del Ctm, urtato violentemente da un’auto, ha rotto l’impianto sterzante e finito la sua corsa dentro una palazzina, distruggendola per metà.
Il mezzo ha travolto anche due pali dell’illuminazione pubblica che si sono infranti dentro il balcone dell’abitazione. Per oltre nove ore è stata emergenza vera: i conducenti dei due mezzi e un passeggero dell’autobus sono stati trasportati in ospedale. Per loro fortunatamente solo ferite lievi. A farne le spese sono stati soprattutto i residenti dell’’abitazione colpita dal pullman, barricati in casa fino a quando non sono state rimosse tutte le macerie che bloccavano l’ingresso. E solo a fine mattinata i tecnici dell’Enel sono riusciti a sistemare tutti i cavi elettrici divelti.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia stradale che hanno riscontrato lo stato di ebbrezza del conducente dell’auto. Per lui ritiro della patente, dieci punti detratti e rinvio a giudizio.
Tutto è accaduto poco dopo le 4,30: un autobus del Ctm, che percorreva la via Cagliari è stato urtato frontalmente da un fuoristrada guidato da A.S. che ha attraversato la via Livorno, stando ai primi accertamenti, senza rispettare il segnale di precedenza. Nel violento impatto il pullman ha rotto lo sterzo, e il conducente M.P. ha perso il controllo del mezzo andando a sbattere contro una palazzina. Il muro frontale è stato abbattuto, mentre il piano superiore è stato gravemente lesionato dai pali dell’Enel caduti rovinosamente nel balcone. L’intero vicinato è stato svegliato dal botto e dalla confusione. Gli agenti della polizia stradale hanno effettuato l’esame dell’etilometro all’autista del fuoristrada. Il test è risultato positivo e al conducente è stata ritirata immediatamente la patente.
"Uno spavento terribile", ha spiegato Andrea Manunza, il proprietario della casa lesionata. "Siamo stati svegliati dal botto e aprendo la finestra ci siamo ritrovati il palo della luce davanti alla porta. Parte dei muri sono stati demoliti e per diverse ore non siamo potuti uscire per via delle macerie".
In breve tempo una folla di curiosi, nonostante l’ora tarda, si è riversata in strada richiamata dalle sirene dei mezzi di soccorso.
Le ambulanze del 118 hanno trasportato i feriti all’ospedale. L’autista del mezzo del Ctm e l’unico passeggero a bordo hanno riportato varie contusioni ma guariranno in una decina di giorni. Stessa prognosi per il conducente del fuoristrada. Gli agenti della polizia stradale hanno eseguito i rilievi di legge. In seguito i tecnici dell’Enel hanno dovuto lavorare fino a tarda mattina per cercare di sistemare i lampioni divelti mentre i vigili urbani sono poi intervenuti per mettere in sicurezza la zona.


Lunedì, 18 Ottobre 2004
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK