Chi desidera raccogliere l’invito de “Il Gazzettino” ed
esprimere la propria opinione sulla manifestazione Ombralonga può farlo
collegandosi a: http://www.gazzettino.it/Email.php3, (redazione
di Treviso), scrivendo al sindaco di Treviso: sindaco@comune.treviso.it,
a Roberto Argenta ed Alessandro Sbarbada per la pubblicazione in rassegna. Qui di seguito potete trovare la prima lettera inviata.
Egregio signor (pro)sindaco, le offro alcune riflessioni, frutto anche di un contatto
di 25 anni umano e professionale con i gravi problemi legati al consumo di
alcolici. Scaturiscono dai suoi commenti all’ombralonga, dall’ auspicio di “una
ombralonga al mese”. Incassi per i commercianti? Per quelli che hanno chiuso
bottega? E gli incassi persi perché i trevigiani, come tutti sanno, e deve
saperlo anche lei, fuggono e vanno a spendere altrove (e se si trovano bene
continueranno così)? E i non trevigiani che aborrono le folle alticce, e che
hanno rinunciato per esempio alla mostra di Ca’ dei Carraresi (spendendo anche
in ristoranti e boutique)? Comunque anche gli incassi per un amministratore devono
esser valutati alla luce dell’etica e delle leggi. Incitare al bere senza
limiti i giovani contraddice la prudenza e le indicazioni di leggi italiane,
che hanno recepito la carta di Parigi. Preoccuparsi del bene dei giovani
suggerirebbe di emulare amministrazioni specificamente virtuose come Rovereto, Viareggio,
e Vicenza. Il suo ottimismo di osservatore domenicale parrebbe quello di chi,
osservando le feste di nozze, credesse che la vita matrimoniale sia tutta li,
senza impegni, fatiche, rischi, doveri, sviluppo nel tempo… Meglio rileggere la
Carta di Parigi, le delibere dei comuni citati, e la lettera che L’Associazione
Vittime della Strada e l’AICAT hanno indirizzato a tutti gli amministratori e
quindi anche a lei. Legga e risponda pubblicamente, per piacere. Risponda
spiegando i suoi principi etici e morali, per cortesia. Infine, lei che si è speso innegabilmente per abbellire la
nostra città, non si contraddice incoraggiandone periodicamente l’imbrattamento
e il danneggiamento, e il percorrerla non per goderne ma per usarla per
l’abbrutimento? Treviso donna amata e ornata, o meretrice imbellettata per
venderla meglio? Luigi Colusso
*********************
ALCOLISMO
Alcool e giovani, un binomio infernale Proposta del
Ministero della Salute per responsabilizzare, informare e coinvolgere i più
giovani, nel tentativo di arginare il fenomeno alcool. Fino a 18 anni niente alcol:
questa l’ultima proposta lanciata di recente dal Ministro della Salute Livia
Turco. L’azione da poco partita dal Governo mira a responsabilizzare, informare
e coinvolgere i più giovani, nel tentativo di arginare il fenomeno dell’alcool
che, da troppo tempo, segue un trend in crescita, soprattutto per la
percentuale di mortalità. Il ministro aveva proposto già in Finanziaria di
innalzare l’età per il divieto di vendita di alcolici, ma la faccenda per varie
cause nel frattempo è decaduta. I dati dell’OMS contano 55 mila giovani morti
per incidenti sotto effetto dell’alcool tra i 15 e i 29 anni e in Italia il 40%
degli incidenti mortali è dovuto a stati di ebbrezza, che sono la causa anche
del 46% delle vittime tra i 14 e i 24 anni.
Dopo un’estate "pesante"
di vittime e di incidenti causati da ragazzi "su di giri", si torna
sull’argomento con una maggiore fermezza e spirito di proposizione. Ecco in
pratica quali sono le soluzioni in atto: in primis, innalzare a 18 anni il
permesso di consumare alcool, perché quest’età è considerata l’emblema della
"maturità"; in seconda battuta, provare a responsabilizzare i giovani
fornendo loro un kit di autocontrollo del tasso etilico -ci sono accordi in
corso con le farmacie -, un test "fai da te" che aiuta a capire se si
è in grado o meno di guidare.
I pericoli
dell’alcool Lasciando una speranza sulla riuscita positiva di queste
iniziative proposte dal Ministero della Salute, ricordiamo con il dott. Stefano
Ottolini, responsabile del Pronto Soccorso dell’Istituto Clinico Humanitas,
quanto sia pericoloso questo "vizio", soprattutto per quanto riguarda
la categoria dei più giovani. La maggior parte dei ragazzi non sono in grado di
riconoscere che sono troppo "sbronzi" per guidare e, se lo capiscono,
spesso prevale l’orgoglio, la leggerezza e la voglia di divertirsi a tutti i
costi; ma ancor più non sanno il danno che arrecano al loro corpo ogni volta
che bevono quel bicchiere di troppo, e quando diventa l’abitudine del sabato
sera, ci si ritrova schiavi di un vizio molto pericoloso, con conseguenze, ai
più, sconosciute. "L’alcol è una sostanza tossica - sottolinea il dott.
Ottolini - potenzialmente cancerogena e con una capacità di indurre una
dipendenza superiore, per esempio, alle più note droghe illegali. I giovani al
di sotto dei 16 anni sono più vulnerabili agli effetti delle bevande alcoliche,
perché il loro organismo ha una capacità minore di metabolizzare l’alcool
ingerito. Fegato e sistema nervoso centrale sono i primi a subirne le
conseguenze; oltretutto le situazioni in cui si eccede rientrano spesso in
occasioni lontano dai pasti, quando lo stomaco è vuoto. Questo comporta un
assorbimento più rapido dell’alcool: per il 20% dallo stomaco e per il restante
80% dalla prima parte dell’intestino. Passando dal sangue, l’alcool arriva al
fegato, che ha il compito di metabolizzarlo - ossia distruggerlo (fino al 98%).
Finché il fegato non ne ha completato la ’digestione’, l’alcol continua a
circolare e a diffondersi nell’organismo". I comportamenti abituali di consumo di alcolici portano la
persona ad uno stato di assuefazione, tale per cui si aumentano le quantità
d’assunzione, quasi senza accorgersene. Le conseguenze possono essere e sono
gravi. La lista delle malattie
direttamente causate dall’assunzione cronica o acuta di alcool dovrebbe far
rabbrividire anche il più sfrontato dei giovani: il dott. Ottolini elenca
"epatiti, gastriti, pancreatiti, aritmie cardiache, obesità, impotenza,
disfunzioni sessuali, deficienze nutrizionali, danni ai reni, ipertensione
arteriosa, alterazioni mestruali, insonnia, depressione, ansia". E si
potrebbe continuare ancora. Si dice che bere un bicchiere di vino al giorno e durante
i pasti non sia affatto una cattiva abitudine e che come in ogni cosa, la
responsabilità e la capacità di limitarsi faccia la differenza. I sabati sera
"dello sballo a tutti i costi" potrebbero portar con sé questa
piacevole abitudine, senza eccessi, né abusi, perché, evidenzia il dott. Ottolini
"non è vero che l’alcool rende più sicuri, perché anche se inizialmente
disinibisce, eccita e aumenta il senso di socializzazione anche nelle persone
più timide, poi, superata la fase di euforia iniziale, agisce come un potente
depressivo del sistema nervoso centrale. È inoltre da sottolineare che la
‘sicurezza’ non vigile e senza il pieno controllo del comportamento, si
accompagna ad una diminuzione della percezione del rischio e delle sensazioni
di dolore, rendendo più vulnerabile il giovane alle conseguenze di gesti o
comportamenti potenzialmente dannosi verso sé stesso e verso gli altri".
Sfatiamo i luoghi comuni. E’ vero
che l’alcol aiuta la
digestione? Non è vero! La rallenta e determina un alterato svuotamento dello
stomaco.
Il vino fa buon sangue? Non è vero! Il consumo di alcol può essere responsabile di varie forme di
anemia e di un aumento dei grassi presenti nel sangue.
Le bevande alcoliche
sono dissetanti? Non è vero! Disidratano: l’alcol richiede una maggior quantità di acqua
per il suo metabolismo in quanto provoca un blocco dell’ormone antidiuretico,
quindi fa urinare di più aumentando la sensazione di sete.
L’alcol dà calore? Non è vero! In realtà la dilatazione dei vasi sanguigni di cui è
responsabile produce soltanto una momentanea e ingannevole sensazione di calore
in superficie che, in breve, comporta un ulteriore raffreddamento del corpo e
aumenta il rischio di assideramento, se fa freddo e si è in un ambiente non
riscaldato o all’aperto.
L’alcol dà forza? Non è vero! L’alcol è un sedativo e produce soltanto una diminuzione del
senso di affaticamento e della percezione del dolore. Inoltre solo una parte
delle calorie fornite dall’alcol possono essere utilizzate per il lavoro
muscolare.
L’alcol rende
sicuri? Non è vero! L’alcol disinibisce, eccita e aumenta il senso di
socializzazione anche nelle persone più timide salvo poi, superata tale fase di
euforia iniziale, agire come un potente depressivo del sistema nervoso
centrale. È inoltre da sottolineare che la "sicurezza" non vigile e
senza il pieno controllo del comportamento si accompagna ad una diminuzione
della percezione del rischio e delle sensazioni di dolore rendendo più
vulnerabile l’individuo alle conseguenze di gesti o comportamenti
potenzialmente dannosi verso sé stessi e verso gli altri.
La birra "fa
latte"?
Non è vero! In realtà la donna non ha bisogno di birra per produrre
latte, ma soltanto di liquidi: acqua, succhi di frutta e cibi nutrienti. L’alcol
che la donna beve passa nel latte materno e viene assunto dal bambino. E’ bene
ricordare inoltre che durante la gravidanza l’alcol assunto passa nel liquido
amniotico con possibili conseguenze nella normale crescita del feto che alla
nascita può risultare affetto da una grave malattia nota come sindrome
feto-alcolica.
Cristina Florio
L’OPINIONE
Intervista a Renato Borzone, segretario dell’Unione Camere
Penali / “Sono misure sbagliate” di Dimitri Buffa “ È meglio acchiappare i criminali e dare loro pene certe
con processi veloci (ma non a scapito delle garanzie degli imputati), piuttosto
che questa politica emotiva e giustizialista che tende ad ampliare al massimo
la discrezionalità dei magistrati su ogni fattispecie di reato”. La bocciatura
del cosiddetto “pacchetto sicurezza” da parte dell’Unione delle camere penali
italiane non poteva essere più netta. Né più autorevole, visto che queste
parole sono state pronunciate dal segretario dell’Ucpi, Renato Borzone, che ha
accettato di esaminare nel merito i punti più importanti della legge che è rimasta
bloccata martedì sera nel consiglio dei ministri grazie all’impuntatura di Emma
Bonino, la ministra radicale presa da un sano soprassalto garantista. (…) Ubriachi alla guida,
da tre a dieci anni per chiunque commetta un omicidio colposo sotto l’effetto di
alcool o droghe. D’accordo? Mi pare inutile aumentare queste pene visto che già adesso
sarebbe possibile graduarle ma i giudici continuano a dare sempre il minimo, da
tre sei mesi di media per chi uccide al volante. Questa di chiedere pene
esemplari è la classica demagogia di chi è impotente a fare rispettare le leggi
che già esistono e ad applicarle. (*) Dopodiché bisogna intendersi sul concetto
di ebbrezza, gli attuali limiti per l’alcool sono troppo bassi, chiunque
potrebbe rientrarci. E per le droghe va fatto un discorso più scientifico e
meno emotivo. (**) Cioè? E’ noto che i derivati della canapa rimangono nel sangue
per oltre un mese. Se uno lo fermano e gli fanno il test risulta “drogato”. Ma
che drogato è? Non di certo uno sotto l’effetto della sostanza, che si
esaurisce in un’ora e mezzo. Allora se un ragazzo si fa una canna un mese prima
e viene fermato un mese dopo non si può dire che guidasse ubriaco al volante.
Stesso discorso con la cocaina e l’eroina che rimangono nel sangue 72 ore, ma
che sono psicoattive solo per le prime tre o quattro. Bisogna che vengano fatte
analisi attendibili sennò si cade nel solito proibizionismo ideologico. (…) (*) Nota:
d’accordo. Se ci fosse la certezza della pena, per la guida in stato di
ebbrezza, le pene previste potrebbero essere dimezzate, e sarebbe più che
sufficiente. Diverso il discorso per chi uccide ubriaco al volante: è un reato
che dovrebbe essere considerato con strumenti legislativi diversi e specifici. (**) Nota: non d’accordo. È la richiesta di innalzamento
della soglia di alcolemia consentita ad essere una posizione condizionata
dall’emotività, non il richiederne l’abbassamento. La maggior parte delle
persone che si occupano professionalmente e scientificamente dei problemi
causati dagli alcolici è favorevole ad abbassare il limite di alcolemia
consentito al volante.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da DIARIO-PREVENZIONE.NET)
Alcol e lavoro. Un rischio
(finora) ingestibile
Un rischio
lavorativo di imbarazzante valutazione. Un problema sociale di difficile
trattamento. La pubblicazione del Provvedimento
di individuazione delle attività lavorative che comportano un elevato rischio
di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei
terzi ai fini del divieto di assunzione e di somministrazione di bevande
alcoliche e superalcoliche, ai sensi dell’articolo 15 della legge 30 marzo
2001, n. 125 è solo un piccolo, timido passo per l’attuazione di una normativa rimasta,
in buona parte - almeno per quanto concerne l’attuazione dell’art.15 - sulla carta. Ci sembra utile approfittare dell’occasione per segnalare,
da supereva.com, l’articolo “Etilismo e igiene del lavoro” e, da ilo.org.,
“Workplace drug and alcohol abuse prevention programmes”, contenente links con
interessanti articoli sull’argomento a cura dell’ I.L.O. Anche gli abstracts degli atti del congresso nazionale
ANMELP 2002 “Le idoneità difficili” contengono alcuni pregevoli interventi
relativi alle problematiche lavorative alcool correlate e ad esperienze sul
campo.
De rigueur la citazione degli atti del Convegno nazionale
“Alcol e lavoro: aspetti legislativi, strategie di
prevenzione e modelli di intervento” - Maranello 2004.
Inutile ricordare l’enorme portata del problema (che è
anche, e principalmente, un sordo “buco nero” nella percezione del rischio) e
la estrema delicatezza (tra privacy e tutele e interessi tra loro contrastanti)
di alcuni suoi aspetti. Una sfida che coinvolge la sensibilità sociale della
società civile, i diritti e le debolezze dell’individuo e la cultura del
diritto in senso lato.
IL GAZZETTINO
VeneziaDopo aver fatto l’apripista ... Dopo aver fatto l’apripista in
Italia con il divieto di vendita e somministrazione di alcolici nelle ore
notturne, il Veneto gioca ora la carta del progetto di legge statale di
iniziativa regionale per la disciplina e diffusione della pratica del guidatore
non bevitore designato. È quanto ha deciso la giunta regionale, su proposta
dell’assessore alle politiche economiche con delega al commercio Fabio Gava,
approvando una proposta di legge statale da trasmettere, una volta approvata a
sua volta dal consiglio, al parlamento nazionale sulla base dell’articolo 121
della Costituzione.L’iniziativa, che dovrebbe trovare in commissione e in
aula un percorso agevolato, ha dato seguito a una precisa richiesta dello
stesso consiglio che ne aveva chiesto l’adozione con un ordine del giorno
votato proprio in occasione della discussione sulla legge di disciplina dell’esercizio
delle attività di somministrazione di alimenti e bevande che ha sancito il
divieto notturno di vendita di alcolici che entrerà in vigore il prossimo 10
aprile. «Si tratta di un’iniziativa molto significativa - sottolinea
l’assessore Gava - perché punta direttamente al cuore del problema:
sensibilizzare i cittadini, soprattutto i giovani, rispetto ai rischi che si
corrono, e che si fanno correre agli altri, mettendosi alla guida ubriachi».
«Chi mi conosce - aggiunge Gava - sa che, per mia cultura e formazione
politica, sono contrario al proibizionismo in ogni sua forma. Sono quindi
convinto che la diffusione di questa buona pratica, peraltro già ampiamente
adottata con successo in molti Paesi europei, sia una delle iniziative più
utili per raggiungere risultati concreti. Culturalmente ritengo sia anche una
risposta a manifestazioni aberranti come l’Ombralonga di Treviso, dove ci è
toccato persino assistere a persone che indossavano t-shirt deliranti con la
scritta "i vostri etilometri non fermeranno la nostra sete"».Il testo di legge licenziato dalla giunta prevede un ampio
coinvolgimento dei gestori dei locali, ai quali viene chiesto di aderire
all’iniziativa in cambio di un credito d’imposta corrispondente alle spese
sostenute per i relativi adempimenti, che non concorrerà alla formazione del
reddito né della base imponibile ai fini dell’Irap. A chi si propone come
guidatore designato all’interno di un gruppo, e di conseguenza si impegna a non
bere, verrà dato dagli esercenti un apposito contrassegno che dovrà essere ben
visibile ai terzi e che darà diritto all’ingresso gratuito nel locale, a due
consumazioni (naturalmente analcoliche) o a uno sconto di almeno il 30 per
cento sul costo delle consumazioni effettuate. Gli esercenti che aderiranno alla
pratica del guidatore designato effettueranno controlli all’uscita dei locali,
anche con l’ausilio di personale con formazione professionale specifica, dei
soggetti interessati usando etilometri omologati a norma di legge. E se dovesse
venir verificato il mancato rispetto dei limiti di tasso alcolico, le persone
interessate (ovvero i furbi di turno) dovranno pagare per intero ingresso e
consumazioni e verranno invitate a non mettersi alla guida. I locali che
aderiranno esporranno un cartello informativo con tutti i particolari
dell’iniziativa. «Il che - sottolinea Gava - potrebbe anche diventare un vero e
proprio marchio di qualità».La relazione al disegno di legge proposto dal Veneto è
accompagnata da una serie di dati impressionanti sull’abuso di alcol e relativi
incidenti stradali: nell’Unione europea, nella fascia d’età tra i 15 e i 29
anni, il tasso di mortalità da consumo pericoloso di alcol è del 10 per cento e
oltre per le ragazze e del 25 per cento per i ragazzi. Sempre in Europa si
stima che un incidente su quattro sia dovuto all’alcol e che annualmente non
siano meno di 10mila le persone che muoiono in incidenti correlati all’abuso di
alcol. Anche in Italia - e il Veneto è purtroppo nelle zone alte di questa
triste classifica - il fenomeno ha proporzioni allarmanti: si stima che sia
causato dall’alcol circa il 40 per cento di tutti gli incidenti stradali e che
nelle sole ore notturne (tra le 22 e le 6 del mattino) accadano oltre 35mila
incidenti l’anno, con il decesso di non meno di 1.500 persone e il ferimento di
altre 54mila.Giuseppe Tedesco
IL GAZZETTINO
Ombra-test, ecco il bilancio
finale dei 2000 controlli Nel corso della giornata di domenica la Motorizzazione
civile del Triveneto, in occasione della manifestazione Ombralonga di Treviso,
ha effettuato 2.033 controlli alcolimetrici volontari e anonimi con etilometri
"precursori" (propedeutici all’alcol test, non validi ai fini
dell’erogazione di una sanzione).Gli operatori impiegati dalle 14 alle 20, nei presidi di
Piazza Indipendenza, Piazza Duomo, Piazza Trentin, via Toniolo e Piazza San
Vito, sono stati 20.Questi i dati emersi.Sul 68 per cento dei controllati (pari a 1.382) si
registravano valori alcolimetrici superiori a 0,5 grammi /litro, (oltre le
soglie previste dal codice della strada).Il 34 per cento di questi (pari a 691) si attestava su
valori compresi fra 0,51 e 1,5g/lIl 34 per cento superava invece la soglia di 1,5 g per
ogni litro di sangueIl 75 per cento di coloro che superava l’1,5 g/l era di
sesso maschile (518), il 25 per cento (173) era di sesso femminile.Il 67 per cento (pari a 462) di coloro che superava la
soglia dell’1,5g/l, aveva una età compresa fra i 18 e i 25 anni. Il più anziano
aveva 66 anni, il più giovane 17.Il valore più alto di alcol nel sangue è stato registrato
in piazza Duomo alle 15 e 30 ad un giovane di 20 anni (peso dichiarato 73
chilogrammi) al quale sono stati riscontrati 3,19 g/l. Calcolando in base al
suo peso una quantità totale di sangue pari a sei litri, il ragazzo si
trascinava in corpo 20 grammi di alcol puro pari a 2 litri di vino di media
gradazione. I controlli effettuati hanno avuto funzione meramente preventiva.
Un fattore di sensibilizzazione nei confronti dei giovani e della popolazione
tutta in questa che, visti i numeri delle vittime, si sta trasformando in una
vera e propria guerra.La presenza della Motorizzazione è stata richiesta dal
comune di Treviso.
LA STAMPA
La prima città che cancella l’alcol Giovani a Vicenza:
d’ora in poi multe a chi beve per strada. Vicenza, stop del sindaco: vietato
bere per strada ANNA SANDRI Entrano al supermercato, comprano solo alcolici, pagano
con gli spiccioli e per consumare non fanno mai troppa strada: il parcheggio
davanti al market, il giardino pubblico più vicino. Il resto viene di
conseguenza: la pipì nascosti a malapena da una colonna, la molestia ai
passanti quando l’alcol ha tolto lucidità. Succede nel centro di tante città
italiane, a tutte le ore del giorno, ma a dire basta - con la firma del sindaco
su un’ordinanza e con la collaborazione di tutte le forze di polizia per farla
rispettare - è stata Vicenza. Basta ai bivacchi di via Roma, la vera porta del
salotto buono della città, di via Bedeschi, di Campo di Nane; basta a un centro
storico in ostaggio del tetrapak: per chi si ostina, è pronta a scattare la
multa da 25 a 500 euro. La firma sull’ordinanza è quella del sindaco Enrico
Hullweck, i termini sono chiari: nell’intero territorio comunale è vietato
detenere e consumare alcolici. Uniche eccezioni, i plateatici e gli spazi
davanti ai bar: ma dovranno essere i gestori a controllare che quel che si beve
lì sia quello che loro stessi hanno venduto. Anche i responsabili dei
supermercati dovranno cercare, per quanto possibile, di collaborare. «In città
- premette l’ordinanza - appare sempre più evidente il fenomeno di persone,
spesso senza fissa dimora, dedite all’assunzione di bevande alcoliche in luoghi
pubblici come parchi, aree verdi e parcheggi». A «tutela e salvaguardia» del
decoro della città, e anche in considerazione delle «numerosissime lagnanze»
che parlano di «degrado, sporcizia, disturbo e molestia» (ma anche di «minacce
e violenze»), Hullweck ha firmato. All’ufficio del sindaco, di Forza Italia, ma anche al
comando della Polizia Municipale di Vicenza erano arrivate, nel corso
dell’ultimo anno, centinaia di segnalazioni, telefonate, di cittadini
infastiditi dai bivacchi a base di vino che si consumavano sotto i loro occhi
dalle prime ora del mattino fino a sera inoltrata, rendendo di fatto
impraticabili intere zone del centro. Adesso l’ordinanza fa scuola. Già interessa a Cittadella, in provincia
di Padova, che intende adottarla in tempi stretti senza porsi il problema per
la sagra più importante dell’anno, che è ormai alle porte e che necessariamente
vedrà girare più di qualcuno, non solo i «senza fissa dimora», con una scorta
alcolica a portata di mano. (*) E in generale, non
si può dire che le città più vicine siano immuni dal fenomeno, a cominciare da
Padova che sul consumo di alcol negli spazi pubblici ha in corso un braccio di
ferro, tra amministrazione comunale e residenti da una parte, gestori di locali
e clienti dall’altra, che dura da tre anni. Sicurezza stradale Il problema affrontato dal sindaco vicentino riguarda, è
vero, soprattutto persone ai margini ma ormai ha contagiato anche tanti
giovani: l’aperitivo più gettonato della regione, lo spritz, non costa mai meno
di 2 euro e 50, e sono sempre più numerosi i ragazzi che all’appuntamento con
gli amici si presentano con la bottiglia a buon prezzo comprata al
supermercato. Un fenomeno difficilmente controllabile, che intacca non solo il
decoro ma anche l’ordine pubblico, la sicurezza stradale, la salute stessa di
chi abusa dell’alcol. L’ordinanza del sindaco di Vicenza è estesa all’intero
territorio comunale: e, assicura Valerio Sorrentino vicesindaco e assessore
alla Polizia Municipale, sarà fatta rispettare in ogni strada e in ogni vicolo.
«Per evitare - dice - che il problema venga semplicemente spostato anziché
essere radicalmente risolto». E’ una questione, dice Sorrentino, di fruizione
degli spazi: è evidente che fino a quando nei parchi ci saranno soltanto
ubriachi, difficilmente ci si potranno vedere anziani che leggono
tranquillamente un giornale o mamme che portano a giocare i bambini. Gli
spettacoli immediatamente successivi alle bevute non sono mai gradevoli. L’ordinanza
è da subito efficace, il comandante della Polizia municipale Cristiano Rosini
afferma che sarà cura dei suoi uomini farla rispettare nei termini più severi;
anche le altre forze di polizia, aggiunge Sorrentino, hanno dato piena
collaborazione al progetto. La bottiglia vietata
Quanto al confine della detenzione, che è forse più
delicato, appare abbastanza chiaro: chi fa la spesa potrà tranquillamente portarsi
a casa la bottiglia di vino, ma aggirarsi in un parco in un’area verde o
sostare su una qualsiasi panchina con la bottiglia in mano sarà segno
inconfondibile di un atteggiamento di tutt’altro tenore. Non è questa la prima
ordinanza del sindaco Hullweck in difesa del decoro della città: tra le più
recenti, si ricordano quella antibivacco e quella contro l’accattonaggio. Tutte
firmate con poco clamore, tutte approvate - con altrettanta discrezione - dai
cittadini. (*) Nota: vedremo le reazioni a questo “storico”
provvedimento. Dalla quantità e dal tono dei commenti capiremo se veramente
qualcosa è cambiato. Cioè se gli amministratori pubblici possono trovare
conveniente occuparsi dei problemi causati dagli alcolici, e non solo degli
aspetti folcloristici e commerciali. Una disposizione del genere non dovrebbe,
per altro, neppure suscitare il fantasma del proibizionismo. Nello spirito non
è molto diversa dalla legge che vieta il fumo nei locali pubblici. Cercare di
limitare i danni sociali dei comportamenti individuali da alle scelte politiche
un valore sociale positivo, comunemente accettato dalla maggior parte delle
persone.
TGCOM
Vicenza, vietato bere per strada Ordinanza del
sindaco:multa da 500 euro Contro il consumo di alcolici per strada a Vicenza scende
in campo il sindaco che firma un’ordinanza che sicuramente farà discutere:
vietato bere per strada. Per i trasgressori è prevista una multa che va da 25
ai 500 euro. Un provvedimento a difesa del decoro e pensato per combattere i
bivacchi nel centro storico e nei giardini cittadini. La firma sull’ordinanza, come racconta La Stampa, è del
sindaco Enrico Hullweck. Nell’intero territorio comunale sarà vietato possedere
e consumare alcolici. Uniche eccezioni saranno alcune zone autorizzate e gli
spazi davanti ai bar e ai locali. In questo caso, però, saranno i gestori a
vigilare che chi abbia comprato una bottiglia di vodka non se la scoli sul
marciapiede. Tolleranza zero Per chi fa la spesa al supermercato e vuole comprare
alcolici? Può farlo, ovviamente, purché la bottiglia venga aperta a casa.
Tolleranza zero, dunque, un po’ come ai tempi del proibizionismo negli anni
Trenta a Chicago, quando era vietata la vendita di alcol. Il provvedimento nasce per contrastare il degrado, si
legge nell’ordinanza, " di persone, spesso senza fissa dimora, dedite
all’assunzione di bevande alcoliche in luoghi pubblici come parchi, aree verdi
e parcheggi". Una campagna a tutela del decoro della città che non
colpisce solo le persone più disagiate. E’ sempre più abitudine dei giovani,
visto il costo proibitivo di aperitivi, comprare ai discount le bevande
alcoliche per poi consumarle prima di entrare nei locali. Un fenomeno che ha
conseguenze non da poco sulla sicurezza stradale e l’ordine pubblico. La misura
sembra non dispiacere i vicentini e neanche ai Comuni limitrofi, intenzionati
ad adottare nel giro di pochi mesi lo stesso provvedimento.
IL GAZZETTINO
Il giorno dopo l’ordinanza che
vieta di bere all’aperto, intervengono i rappresentanti di commercianti e dei
pubblici esercizi
Alcol vietato, la città
approva
«Magari
guadagneremo qualcosa di meno, ma ne varrà la pena se andrà a vantaggio del
nostro territorio» Fa discutere Vicenza che proibisce la detenzione ed il
consumo di alcolici nei luoghi pubblici (pena la sanzione da 25 a 500 euro ed
il sequestro delle bevande). Il giorno dopo la firma dell’ordinanza del sindaco
Enrico Hllweck, da subito operativa, cosa ne pensano le categorie più toccate
dalla novità, come commercianti, esercenti di pubblici esercizi e di negozi di
prodotti alimentari?
«L’ordinanza attuata dal comune di Vicenza è un
provvedimento di grande acume - commenta il vicedirettore della Confcommercio
vicentina Ernesto Boschiero - un passo avanti rispetto alla legge regionale,
che vieta la somministrazione degli alcolici nelle discoteche in una
determinata fascia oraria. Il provvedimento municipale è positivo anche per i
pubblici esercizi, dove il consumo di alcolici è controllato dai gestori, e si
possono dirimere eventuali situazioni di disturbo della quiete pubblica o dei
passanti». L’ordinanza, però, va fatta applicare. «Bisogna che al provvedimento
del sindaco di Vicenza - aggiunge il vicedirettore Boschiero - facciano seguito
adeguati controlli sul territorio, quindi è indispensabile che le Forze
dell’ordine siano messe nelle condizioni di fare la loro parte. È evidente che
se i malintenzionati non vengono puniti non sarà facile evitare il reiterarsi
dei cattivi comportamenti». I pubblici esercizi vicentini, così come richiesto
dall’ordinanza siglata martedì scorso assicurano la massima collaborazione con
le Forze dell’ordine: «Siamo e saremo sempre i primi - sottolinea il presidente
della Federazione italiana pubblici esercizi di Vicenza Lorenzo Rizzi - a
segnalare situazioni di disturbo. Abbiamo ottimi rapporti con le Forze
dell’ordine, ma ci preoccupa il fatto che non sempre siano nelle condizioni di
poter intervenire, a causa di situazioni più gravi da controllare sul
territorio. Bisognerà lavorare affinché l’ordinanza venga fatta rispettare e
non resti sulla carta. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che il luogo
prediletto per l’approvvigionamento di alcolici da parte di chi li consuma per
strada resta il supermercato».
Luigino Peruzzo, presidente provinciale dei dettaglianti
alimentari Confcommercio auspica che l’ordinanza ripulisca la città: «Il
provvedimento comunale è assolutamente positivo, perché mira a tutelare la
salute della gente ed il decoro urbano. Guadagneremo qualcosa di meno, ma ne
vale la pena se questo sacrificio va a vantaggio del territorio che appartiene
a tutti noi».
Matteo Crestani
IL GAZZETTINO
PERCHÈ DICO NO Trevisan: «Più controlli, non il
proibizionismo» È probabile che anche lui, in uno dei quindicimila passi
che hanno dato il titolo al suo libro più famoso, sia incappato in cocci di
bottiglia e altri avanzi di bivacchi alcolici nel centro storico di Vicenza. Ma
il personaggio in questione non ne farebbe un dramma. Vitaliano Trevisan, 47
anni, lo scrittore vicentino vivente più conosciuto, trova l’ordinanza comunale
"tolleranza zero" sull’alcol semplicemente ridicola. «Ridicola,
certo. Sono astemio, quindi la cosa personalmente non mi tocca», esordisce lo
scrittore, il quale poi rilancia: «Io in centro non vedo altro che bar e
spritz, non è il comune che rilascia le licenze degli esercizi pubblici? E poi
ci si lamenta che la situazione degrada. Non si sa che pesci pigliare e arriva
il proibizionismo. Tipico dei governi di destra e di questa giunta in
particolare». «Schiamazzi notturni e piazze degradate il giorno dopo? La colpa
è del Comune che da una parte ha permesso che il centro storico diventasse un
centro commerciale e niente più, e dall’altra promuove la repressione, a
cominciare dalla chiusura dei call-center e dai divieti nei parchi. Sul
problema dell’alcolismo facessero piuttosto controlli a tappeto sulle strade
come si fa nei paesi civili, ma il proibizionismo no, questo non mi piace». «Io in centro storico per prima cosa toglierei quelle
orrende fioriere in corso Palladio. Poi, ma mi rendo conto di quanto sia
difficile, farei in modo che sia realmente vissuto, con attività artigianali,
come Roma ancora sa fare per certi versi. Ma da una amministrazione che invita
personaggi come Elisabetta Gregoraci a fare da madrina di eventi, cosa ci si
può aspettare di buono?». Davide Golin
IL GAZZETTINO
Il 45,6 per cento di chi è alla guida ha alzato un po’
troppo il gomito. E per i giovani c’è anche la droga Gli ultimi dati sui controlli
effettuati nella regione Veneto il venerdì sera mostrano quanto il fenomeno sia
diffuso: il 45,6 per cento delle persone controllate è risultato non in grado
di guidare. Quel che ancora è peggio è che tra coloro che sono poi risultati
negativi all’alcol il 22 per cento era invece positivo alla droga.Il rapporto
che i giovani oggi hanno con l’alcol è estremamente libero: da un’indagine
effettuata tra i ragazzi veneti sotto i 16 anni, il 77 per cento di loro ha
ammesso di aver abusato dell’alcol almeno una volta nella loro vita. Ma poi il
55 per cento di loro ha detto di averlo fatto negli ultimi 30 giorni. L’uso
degli alcolici è ormai diventato un fatto di costume, i ragazzi bevono perché
lo fanno tutti, perché la cultura dell’after-hour è dilagante e non si ferma ad
uno spritz il sabato sera. Un ragazzo di 16 anni ha ammesso di bere il venerdì
sera con gli amici non meno di 14 bicchierini di vodka e lo fa perché lo fanno
tutti.
Tra coloro che alzano il gomito il
67 per cento, anche quando si trova a dover poi guidare, associa il consumo di
droga, creando così un composto micidiale che si chiama cocaetilene che
raddoppia gli effetti nefasti dell’alcol.
IL GAZZETTINO
LA LETTERA Minacciato da un ubriaco al
volante Se proprio la si vuol fare l’Ombralonga dovrà essere
permessa solo a chi dimostrerà di saper reggere il vino. Ringrazio il
Gazzettino che ha invitato i lettori a far sentire la loro voce su questa festa
che sa di tragedia. Vi racconto cosa mi è successo domenica poco dopo le 23 in
Piazza Vittoria nel cuore di Treviso. In giro per la città c’erano ormai più
camion di raccolta rifiuti che persone sui marciapiedi. Una di queste ero io.
Venendo dal centro avevo attraversato Piazza Borsa dove si stava smantellando
quell’angolo di Germania, poi ero sceso in Piazza Vittoria per andare a
recuperare l’auto nel parcheggio attiguo a San Nicolò. Mentre stavo per attraversare la strada che da Piazza
Vittoria porta a Piazza San Pio X, un’auto è salita sul marciapiede e ha
inchiodato praticamente sulla punta dei miei piedi. Alla guida c’era un ragazzino,
avrà avuto 18-19 anni, al suo fianco una fanciullina un po’ più giovane che si
stava facendo un panino (alla mortadella?). Mentre la ragazzina abbassa il
finestrino, lui si è piegato verso di me urlandomi: «Sei tu...» e aggiunge un
nome incomprensibile. Lo deludo e gli dico di no. Lui mi ripete la domanda
aggiungendoci un trevigianissimo «Brutto muso di m...». A quel punto mi sono
preoccupato per la sua salute e l’ho invitato a fare un pieno d’acqua. Non
l’avessi detto: mi è piovuto addosso un mare di volgarità mentre la sua amica
lo invitava ad andarsene. Si è convinto a levare le ancore dal marciapiede e
dalle mie scarpe solo quando ho armeggiato per comporre il ...118,
nell’agitazione stavo dando pure io i numeri. Lettera firmata
IL GAZZETTINO
LA LETTERA Le notti a tutta birra non si
fermano Le notti a tutta birra non si fermano neanche con la nuova
legge sull’interruzione di vendita dell’alcool dopo le due di notte. Sono il
genitore di una ragazza che mi ha fatto notare con suo grande stupore che
sabato notte, essendo andata in discoteca con gli amici, il locale in questione
applicava alla lettera la legge, sospendendo la vendita a tutti degli alcolici,
addirittura togliendo le bottiglie dal bar. Ma la meraviglia più grande è stata
quando all’uscita. Verso le ore 2,45 ha notato il pub di fronte al locale,
pieno di gente e tutti con bicchieri di alcolici in mano. Dopo aver chiesto ad
un amico, le è stato riferito che la legge vale solo per le discoteche e che se
ci sono bar aperti dopo le 2, loro possono vendere fino alla chiusura qualunque
alcolico. Tornata a casa, altra meraviglia: per strada un ambulante di quelli
che fanno panini, vendeva birre a tutto spiano. Ma allora mi figlia mi
chiede. «Chi può pensare che gli alcolici delle discoteche uccidono e quelli
dei bar all’esterno no?». Lettera firmata
LA STAMPA
TORINO Un lettore scrive: «La Stampa del 10 ottobre ci informava che in Inghilterra
l’ex juventino Vincent Pericard aveva appena finito di scontare cinque
settimane di reclusione per aver mentito, dichiarando che alla guida della sua
automobile, fotografata dall’autovelox, non c’era lui, ma suo padre. In Italia
quotidianamente alcolizzati e tossici, spesso recidivi, sterminano intere
famiglie, bruciando semafori e viaggiando a velocità folli, senza fare poi un
giorno di carcere... anzi. La Stampa del 16 ottobre ci informa che la Camera ha
cancellato il “giro di vite”, annullando la modifica al codice della strada che
prevedeva la revoca della patente a chi nel giro di due anni fosse stato
trovato più volte ubriaco alla guida. «L’Europarlamento invece di legiferare su diametro dei
cetrioli, non potrebbe uniformare aspetti più importanti per i cittadini
comunitari?». G. Della Beffa
CORRIERE DELLA SERA
Allarme dopo i gravi episodi che hanno coinvolto scuolabus Incidenti stradali, la Francia corre ai ripari Alcol e velocità i nemici. Tra le misure in esame
l’etilotest a bordo e sanzioni penali per i trasgressori Scossa per alcuni gravi episodi che hanno visto coinvolti
scuolabus, la Francia sta correndo ai ripari. Solo nell’ultima settimana, nel
nord est del paese, la Gendarmeria e la Polizia Nazionale hanno arrestato tre
autisti in stato di ebbrezza, mentre lo scorso 8 ottobre quattro bambini erano
rimasti seriamente feriti in un incidente stradale. La conducente dello
scuolabus, sottoposta al test etilometrico, aveva evidenziato un tasso di 3,22
grammi di alcol per litro di sangue. ETILOTEST - Così, gli Stati generali francesi hanno
portato ad un livello più alto le soglie di attenzione e di allarme. «L’allarme
è così forte – spiega Giordano Biserni, presidente dell’Asaps - da far scalare
in testa agli ordini del giorno l’istituzione dell’obbligo di montare uno
speciale etilotest su tutti i veicoli da trasporto pubblico (taxi compresi) e commerciali,
in maniera tale da consentire l’avvio del motore solo in caso di soffiata
analcolica».Quest’apparecchiatura è stata già sperimentata da alcune case
automobilistiche, Saab e Nissan in testa. Un’altra rivoluzione francese in
vista? «In effetti - prosegue Biserni - se da un lato i cugini transalpini
possono dirsi soddisfatti, per quel che riguarda la sicurezza stradale, dei
risultati ottenuti nel periodo 2001/2006 ( meno 42% della mortalità),
dall’altro ci sono voluti i primi 7 mesi del 2007 per rintuzzare l’attacco di
un’inaspettata recrudescenza della violenza sulle strade, che aveva visto il
barometro della letalità tornare ad indicare la tempesta. Agosto e settembre
hanno rimesso le cose a p
Venerdì, 26 Ottobre 2007
email
stampa
Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?
Iscriviti alla Newsletter
|