Lunedì 25 Novembre 2024
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Rassegna stampa Alcol e guida del 25 ottobre

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

Chi desidera raccogliere l’invito de “Il Gazzettino” ed esprimere la propria opinione sulla manifestazione Ombralonga può farlo collegandosi a:
http://www.gazzettino.it/Email.php3, (redazione di Treviso), scrivendo al sindaco di Treviso: sindaco@comune.treviso.it, a Roberto Argenta ed Alessandro Sbarbada per la pubblicazione in rassegna.
Qui di seguito potete trovare la prima lettera inviata.

Egregio signor (pro)sindaco,
le offro alcune riflessioni, frutto anche di un contatto di 25 anni umano e professionale con i gravi problemi legati al consumo di alcolici. Scaturiscono dai suoi commenti all’ombralonga, dall’ auspicio di “una ombralonga al mese”.
Incassi per i commercianti? Per quelli che hanno chiuso bottega? E gli incassi persi perché i trevigiani, come tutti sanno, e deve saperlo anche lei, fuggono e vanno a spendere altrove (e se si trovano bene continueranno così)? E i non trevigiani che aborrono le folle alticce, e che hanno rinunciato per esempio alla mostra di Ca’ dei Carraresi (spendendo anche in ristoranti e boutique)?
Comunque anche gli incassi per un amministratore devono esser valutati alla luce dell’etica e delle leggi. Incitare al bere senza limiti i giovani contraddice la prudenza e le indicazioni di leggi italiane, che hanno recepito la carta di Parigi. Preoccuparsi del bene dei giovani suggerirebbe di emulare amministrazioni specificamente virtuose come Rovereto, Viareggio, e Vicenza. Il suo ottimismo di osservatore domenicale parrebbe quello di chi, osservando le feste di nozze, credesse che la vita matrimoniale sia tutta li, senza impegni, fatiche, rischi, doveri, sviluppo nel tempo… Meglio rileggere la Carta di Parigi, le delibere dei comuni citati, e la lettera che L’Associazione Vittime della Strada e l’AICAT hanno indirizzato a tutti gli amministratori e quindi anche a lei. Legga e risponda pubblicamente, per piacere. Risponda spiegando i suoi principi etici e morali, per cortesia.
Infine, lei che si è speso innegabilmente per abbellire la nostra città, non si contraddice incoraggiandone periodicamente l’imbrattamento e il danneggiamento, e il percorrerla non per goderne ma per usarla per l’abbrutimento?
Treviso donna amata e ornata, o meretrice imbellettata per venderla meglio?

Luigi Colusso

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ALCOLISMO

Alcool e giovani, un binomio infernale Proposta del Ministero della Salute per responsabilizzare, informare e coinvolgere i più giovani, nel tentativo di arginare il fenomeno alcool.
Fino a 18 anni niente alcol: questa l’ultima proposta lanciata di recente dal Ministro della Salute Livia Turco. L’azione da poco partita dal Governo mira a responsabilizzare, informare e coinvolgere i più giovani, nel tentativo di arginare il fenomeno dell’alcool che, da troppo tempo, segue un trend in crescita, soprattutto per la percentuale di mortalità. Il ministro aveva proposto già in Finanziaria di innalzare l’età per il divieto di vendita di alcolici, ma la faccenda per varie cause nel frattempo è decaduta. I dati dell’OMS contano 55 mila giovani morti per incidenti sotto effetto dell’alcool tra i 15 e i 29 anni e in Italia il 40% degli incidenti mortali è dovuto a stati di ebbrezza, che sono la causa anche del 46% delle vittime tra i 14 e i 24 anni.

Dopo un’estate "pesante" di vittime e di incidenti causati da ragazzi "su di giri", si torna sull’argomento con una maggiore fermezza e spirito di proposizione. Ecco in pratica quali sono le soluzioni in atto: in primis, innalzare a 18 anni il permesso di consumare alcool, perché quest’età è considerata l’emblema della "maturità"; in seconda battuta, provare a responsabilizzare i giovani fornendo loro un kit di autocontrollo del tasso etilico -ci sono accordi in corso con le farmacie -, un test "fai da te" che aiuta a capire se si è in grado o meno di guidare.

I pericoli dell’alcool
Lasciando una speranza sulla riuscita positiva di queste iniziative proposte dal Ministero della Salute, ricordiamo con il dott. Stefano Ottolini, responsabile del Pronto Soccorso dell’Istituto Clinico Humanitas, quanto sia pericoloso questo "vizio", soprattutto per quanto riguarda la categoria dei più giovani.
La maggior parte dei ragazzi non sono in grado di riconoscere che sono troppo "sbronzi" per guidare e, se lo capiscono, spesso prevale l’orgoglio, la leggerezza e la voglia di divertirsi a tutti i costi; ma ancor più non sanno il danno che arrecano al loro corpo ogni volta che bevono quel bicchiere di troppo, e quando diventa l’abitudine del sabato sera, ci si ritrova schiavi di un vizio molto pericoloso, con conseguenze, ai più, sconosciute.
"L’alcol è una sostanza tossica - sottolinea il dott. Ottolini - potenzialmente cancerogena e con una capacità di indurre una dipendenza superiore, per esempio, alle più note droghe illegali. I giovani al di sotto dei 16 anni sono più vulnerabili agli effetti delle bevande alcoliche, perché il loro organismo ha una capacità minore di metabolizzare l’alcool ingerito. Fegato e sistema nervoso centrale sono i primi a subirne le conseguenze; oltretutto le situazioni in cui si eccede rientrano spesso in occasioni lontano dai pasti, quando lo stomaco è vuoto. Questo comporta un assorbimento più rapido dell’alcool: per il 20% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell’intestino. Passando dal sangue, l’alcool arriva al fegato, che ha il compito di metabolizzarlo - ossia distruggerlo (fino al 98%). Finché il fegato non ne ha completato la ’digestione’, l’alcol continua a circolare e a diffondersi nell’organismo".
I comportamenti abituali di consumo di alcolici portano la persona ad uno stato di assuefazione, tale per cui si aumentano le quantità d’assunzione, quasi senza accorgersene. Le conseguenze possono essere e sono gravi.
La lista delle malattie direttamente causate dall’assunzione cronica o acuta di alcool dovrebbe far rabbrividire anche il più sfrontato dei giovani: il dott. Ottolini elenca "epatiti, gastriti, pancreatiti, aritmie cardiache, obesità, impotenza, disfunzioni sessuali, deficienze nutrizionali, danni ai reni, ipertensione arteriosa, alterazioni mestruali, insonnia, depressione, ansia". E si potrebbe continuare ancora.

Si dice che bere un bicchiere di vino al giorno e durante i pasti non sia affatto una cattiva abitudine e che come in ogni cosa, la responsabilità e la capacità di limitarsi faccia la differenza. I sabati sera "dello sballo a tutti i costi" potrebbero portar con sé questa piacevole abitudine, senza eccessi, né abusi, perché, evidenzia il dott. Ottolini "non è vero che l’alcool rende più sicuri, perché anche se inizialmente disinibisce, eccita e aumenta il senso di socializzazione anche nelle persone più timide, poi, superata la fase di euforia iniziale, agisce come un potente depressivo del sistema nervoso centrale. È inoltre da sottolineare che la ‘sicurezza’ non vigile e senza il pieno controllo del comportamento, si accompagna ad una diminuzione della percezione del rischio e delle sensazioni di dolore, rendendo più vulnerabile il giovane alle conseguenze di gesti o comportamenti potenzialmente dannosi verso sé stesso e verso gli altri".

Sfatiamo i luoghi comuni. E’ vero che l’alcol aiuta la digestione?

Non è vero! La rallenta e determina un alterato svuotamento dello stomaco.

Il vino fa buon sangue?

Non è vero! Il consumo di alcol può essere responsabile di varie forme di anemia e di un aumento dei grassi presenti nel sangue.

Le bevande alcoliche sono dissetanti?

Non è vero! Disidratano: l’alcol richiede una maggior quantità di acqua per il suo metabolismo in quanto provoca un blocco dell’ormone antidiuretico, quindi fa urinare di più aumentando la sensazione di sete.

L’alcol dà calore?

Non è vero! In realtà la dilatazione dei vasi sanguigni di cui è responsabile produce soltanto una momentanea e ingannevole sensazione di calore in superficie che, in breve, comporta un ulteriore raffreddamento del corpo e aumenta il rischio di assideramento, se fa freddo e si è in un ambiente non riscaldato o all’aperto.

L’alcol dà forza?

Non è vero! L’alcol è un sedativo e produce soltanto una diminuzione del senso di affaticamento e della percezione del dolore. Inoltre solo una parte delle calorie fornite dall’alcol possono essere utilizzate per il lavoro muscolare.

L’alcol rende sicuri?

Non è vero! L’alcol disinibisce, eccita e aumenta il senso di socializzazione anche nelle persone più timide salvo poi, superata tale fase di euforia iniziale, agire come un potente depressivo del sistema nervoso centrale. È inoltre da sottolineare che la "sicurezza" non vigile e senza il pieno controllo del comportamento si accompagna ad una diminuzione della percezione del rischio e delle sensazioni di dolore rendendo più vulnerabile l’individuo alle conseguenze di gesti o comportamenti potenzialmente dannosi verso sé stessi e verso gli altri.

La birra "fa latte"?

Non è vero! In realtà la donna non ha bisogno di birra per produrre latte, ma soltanto di liquidi: acqua, succhi di frutta e cibi nutrienti. L’alcol che la donna beve passa nel latte materno e viene assunto dal bambino. E’ bene ricordare inoltre che durante la gravidanza l’alcol assunto passa nel liquido amniotico con possibili conseguenze nella normale crescita del feto che alla nascita può risultare affetto da una grave malattia nota come sindrome feto-alcolica.

Cristina Florio


L’OPINIONE

Intervista a Renato Borzone, segretario dell’Unione Camere Penali / “Sono misure sbagliate”
di Dimitri Buffa
“ È meglio acchiappare i criminali e dare loro pene certe con processi veloci (ma non a scapito delle garanzie degli imputati), piuttosto che questa politica emotiva e giustizialista che tende ad ampliare al massimo la discrezionalità dei magistrati su ogni fattispecie di reato”. La bocciatura del cosiddetto “pacchetto sicurezza” da parte dell’Unione delle camere penali italiane non poteva essere più netta. Né più autorevole, visto che queste parole sono state pronunciate dal segretario dell’Ucpi, Renato Borzone, che ha accettato di esaminare nel merito i punti più importanti della legge che è rimasta bloccata martedì sera nel consiglio dei ministri grazie all’impuntatura di Emma Bonino, la ministra radicale presa da un sano soprassalto garantista.
(…)

Ubriachi alla guida, da tre a dieci anni per chiunque commetta un omicidio colposo sotto l’effetto di alcool o droghe. D’accordo?
Mi pare inutile aumentare queste pene visto che già adesso sarebbe possibile graduarle ma i giudici continuano a dare sempre il minimo, da tre sei mesi di media per chi uccide al volante. Questa di chiedere pene esemplari è la classica demagogia di chi è impotente a fare rispettare le leggi che già esistono e ad applicarle. (*) Dopodiché bisogna intendersi sul concetto di ebbrezza, gli attuali limiti per l’alcool sono troppo bassi, chiunque potrebbe rientrarci. E per le droghe va fatto un discorso più scientifico e meno emotivo. (**)
Cioè?
E’ noto che i derivati della canapa rimangono nel sangue per oltre un mese. Se uno lo fermano e gli fanno il test risulta “drogato”. Ma che drogato è? Non di certo uno sotto l’effetto della sostanza, che si esaurisce in un’ora e mezzo. Allora se un ragazzo si fa una canna un mese prima e viene fermato un mese dopo non si può dire che guidasse ubriaco al volante. Stesso discorso con la cocaina e l’eroina che rimangono nel sangue 72 ore, ma che sono psicoattive solo per le prime tre o quattro. Bisogna che vengano fatte analisi attendibili sennò si cade nel solito proibizionismo ideologico.
(…)
(*) Nota: d’accordo. Se ci fosse la certezza della pena, per la guida in stato di ebbrezza, le pene previste potrebbero essere dimezzate, e sarebbe più che sufficiente. Diverso il discorso per chi uccide ubriaco al volante: è un reato che dovrebbe essere considerato con strumenti legislativi diversi e specifici.
(**) Nota: non d’accordo. È la richiesta di innalzamento della soglia di alcolemia consentita ad essere una posizione condizionata dall’emotività, non il richiederne l’abbassamento. La maggior parte delle persone che si occupano professionalmente e scientificamente dei problemi causati dagli alcolici è favorevole ad abbassare il limite di alcolemia consentito al volante.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da DIARIO-PREVENZIONE.NET)

Alcol e lavoro. Un rischio (finora) ingestibile

Un rischio lavorativo di imbarazzante valutazione. Un problema sociale di difficile trattamento.

La pubblicazione del Provvedimento di individuazione delle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi ai fini del divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche, ai sensi dell’articolo 15 della legge 30 marzo 2001, n. 125 è solo un piccolo, timido passo per l’attuazione di una normativa rimasta, in buona parte - almeno per quanto concerne l’attuazione dell’art.15 - sulla carta.
Ci sembra utile approfittare dell’occasione per segnalare, da supereva.com, l’articolo “Etilismo e igiene del lavoro” e, da ilo.org., “Workplace drug and alcohol abuse prevention programmes”, contenente links con interessanti articoli sull’argomento a cura dell’ I.L.O.
Anche gli abstracts degli atti del congresso nazionale ANMELP 2002 “Le idoneità difficili” contengono alcuni pregevoli interventi relativi alle problematiche lavorative alcool correlate e ad esperienze sul campo.
De rigueur la citazione degli atti del Convegno nazionale
“Alcol e lavoro: aspetti legislativi, strategie di prevenzione e modelli di intervento” - Maranello 2004.
Inutile ricordare l’enorme portata del problema (che è anche, e principalmente, un sordo “buco nero” nella percezione del rischio) e la estrema delicatezza (tra privacy e tutele e interessi tra loro contrastanti) di alcuni suoi aspetti. Una sfida che coinvolge la sensibilità sociale della società civile, i diritti e le debolezze dell’individuo e la cultura del diritto in senso lato.

IL GAZZETTINO

Venezia

Dopo aver fatto l’apripista ...

Dopo aver fatto l’apripista in Italia con il divieto di vendita e somministrazione di alcolici nelle ore notturne, il Veneto gioca ora la carta del progetto di legge statale di iniziativa regionale per la disciplina e diffusione della pratica del guidatore non bevitore designato. È quanto ha deciso la giunta regionale, su proposta dell’assessore alle politiche economiche con delega al commercio Fabio Gava, approvando una proposta di legge statale da trasmettere, una volta approvata a sua volta dal consiglio, al parlamento nazionale sulla base dell’articolo 121 della Costituzione.

L’iniziativa, che dovrebbe trovare in commissione e in aula un percorso agevolato, ha dato seguito a una precisa richiesta dello stesso consiglio che ne aveva chiesto l’adozione con un ordine del giorno votato proprio in occasione della discussione sulla legge di disciplina dell’esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande che ha sancito il divieto notturno di vendita di alcolici che entrerà in vigore il prossimo 10 aprile. «Si tratta di un’iniziativa molto significativa - sottolinea l’assessore Gava - perché punta direttamente al cuore del problema: sensibilizzare i cittadini, soprattutto i giovani, rispetto ai rischi che si corrono, e che si fanno correre agli altri, mettendosi alla guida ubriachi». «Chi mi conosce - aggiunge Gava - sa che, per mia cultura e formazione politica, sono contrario al proibizionismo in ogni sua forma. Sono quindi convinto che la diffusione di questa buona pratica, peraltro già ampiamente adottata con successo in molti Paesi europei, sia una delle iniziative più utili per raggiungere risultati concreti. Culturalmente ritengo sia anche una risposta a manifestazioni aberranti come l’Ombralonga di Treviso, dove ci è toccato persino assistere a persone che indossavano t-shirt deliranti con la scritta "i vostri etilometri non fermeranno la nostra sete"».

Il testo di legge licenziato dalla giunta prevede un ampio coinvolgimento dei gestori dei locali, ai quali viene chiesto di aderire all’iniziativa in cambio di un credito d’imposta corrispondente alle spese sostenute per i relativi adempimenti, che non concorrerà alla formazione del reddito né della base imponibile ai fini dell’Irap. A chi si propone come guidatore designato all’interno di un gruppo, e di conseguenza si impegna a non bere, verrà dato dagli esercenti un apposito contrassegno che dovrà essere ben visibile ai terzi e che darà diritto all’ingresso gratuito nel locale, a due consumazioni (naturalmente analcoliche) o a uno sconto di almeno il 30 per cento sul costo delle consumazioni effettuate. Gli esercenti che aderiranno alla pratica del guidatore designato effettueranno controlli all’uscita dei locali, anche con l’ausilio di personale con formazione professionale specifica, dei soggetti interessati usando etilometri omologati a norma di legge. E se dovesse venir verificato il mancato rispetto dei limiti di tasso alcolico, le persone interessate (ovvero i furbi di turno) dovranno pagare per intero ingresso e consumazioni e verranno invitate a non mettersi alla guida. I locali che aderiranno esporranno un cartello informativo con tutti i particolari dell’iniziativa. «Il che - sottolinea Gava - potrebbe anche diventare un vero e proprio marchio di qualità».

La relazione al disegno di legge proposto dal Veneto è accompagnata da una serie di dati impressionanti sull’abuso di alcol e relativi incidenti stradali: nell’Unione europea, nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni, il tasso di mortalità da consumo pericoloso di alcol è del 10 per cento e oltre per le ragazze e del 25 per cento per i ragazzi. Sempre in Europa si stima che un incidente su quattro sia dovuto all’alcol e che annualmente non siano meno di 10mila le persone che muoiono in incidenti correlati all’abuso di alcol. Anche in Italia - e il Veneto è purtroppo nelle zone alte di questa triste classifica - il fenomeno ha proporzioni allarmanti: si stima che sia causato dall’alcol circa il 40 per cento di tutti gli incidenti stradali e che nelle sole ore notturne (tra le 22 e le 6 del mattino) accadano oltre 35mila incidenti l’anno, con il decesso di non meno di 1.500 persone e il ferimento di altre 54mila.

Giuseppe Tedesco


IL GAZZETTINO

Ombra-test, ecco il bilancio finale dei 2000 controlli

Nel corso della giornata di domenica la Motorizzazione civile del Triveneto, in occasione della manifestazione Ombralonga di Treviso, ha effettuato 2.033 controlli alcolimetrici volontari e anonimi con etilometri "precursori" (propedeutici all’alcol test, non validi ai fini dell’erogazione di una sanzione).

Gli operatori impiegati dalle 14 alle 20, nei presidi di Piazza Indipendenza, Piazza Duomo, Piazza Trentin, via Toniolo e Piazza San Vito, sono stati 20.

Questi i dati emersi.

Sul 68 per cento dei controllati (pari a 1.382) si registravano valori alcolimetrici superiori a 0,5 grammi /litro, (oltre le soglie previste dal codice della strada).

Il 34 per cento di questi (pari a 691) si attestava su valori compresi fra 0,51 e 1,5g/l

Il 34 per cento superava invece la soglia di 1,5 g per ogni litro di sangue

Il 75 per cento di coloro che superava l’1,5 g/l era di sesso maschile (518), il 25 per cento (173) era di sesso femminile.

Il 67 per cento (pari a 462) di coloro che superava la soglia dell’1,5g/l, aveva una età compresa fra i 18 e i 25 anni. Il più anziano aveva 66 anni, il più giovane 17.

Il valore più alto di alcol nel sangue è stato registrato in piazza Duomo alle 15 e 30 ad un giovane di 20 anni (peso dichiarato 73 chilogrammi) al quale sono stati riscontrati 3,19 g/l. Calcolando in base al suo peso una quantità totale di sangue pari a sei litri, il ragazzo si trascinava in corpo 20 grammi di alcol puro pari a 2 litri di vino di media gradazione. I controlli effettuati hanno avuto funzione meramente preventiva. Un fattore di sensibilizzazione nei confronti dei giovani e della popolazione tutta in questa che, visti i numeri delle vittime, si sta trasformando in una vera e propria guerra.La presenza della Motorizzazione è stata richiesta dal comune di Treviso.


LA STAMPA

La prima città che cancella l’alcol
Giovani a Vicenza: d’ora in poi multe a chi beve per strada. Vicenza, stop del sindaco: vietato bere per strada
ANNA SANDRI
Entrano al supermercato, comprano solo alcolici, pagano con gli spiccioli e per consumare non fanno mai troppa strada: il parcheggio davanti al market, il giardino pubblico più vicino. Il resto viene di conseguenza: la pipì nascosti a malapena da una colonna, la molestia ai passanti quando l’alcol ha tolto lucidità. Succede nel centro di tante città italiane, a tutte le ore del giorno, ma a dire basta - con la firma del sindaco su un’ordinanza e con la collaborazione di tutte le forze di polizia per farla rispettare - è stata Vicenza. Basta ai bivacchi di via Roma, la vera porta del salotto buono della città, di via Bedeschi, di Campo di Nane; basta a un centro storico in ostaggio del tetrapak: per chi si ostina, è pronta a scattare la multa da 25 a 500 euro.
La firma sull’ordinanza è quella del sindaco Enrico Hullweck, i termini sono chiari: nell’intero territorio comunale è vietato detenere e consumare alcolici. Uniche eccezioni, i plateatici e gli spazi davanti ai bar: ma dovranno essere i gestori a controllare che quel che si beve lì sia quello che loro stessi hanno venduto. Anche i responsabili dei supermercati dovranno cercare, per quanto possibile, di collaborare. «In città - premette l’ordinanza - appare sempre più evidente il fenomeno di persone, spesso senza fissa dimora, dedite all’assunzione di bevande alcoliche in luoghi pubblici come parchi, aree verdi e parcheggi». A «tutela e salvaguardia» del decoro della città, e anche in considerazione delle «numerosissime lagnanze» che parlano di «degrado, sporcizia, disturbo e molestia» (ma anche di «minacce e violenze»), Hullweck ha firmato.
All’ufficio del sindaco, di Forza Italia, ma anche al comando della Polizia Municipale di Vicenza erano arrivate, nel corso dell’ultimo anno, centinaia di segnalazioni, telefonate, di cittadini infastiditi dai bivacchi a base di vino che si consumavano sotto i loro occhi dalle prime ora del mattino fino a sera inoltrata, rendendo di fatto impraticabili intere zone del centro. Adesso l’ordinanza fa scuola. Già interessa a Cittadella, in provincia di Padova, che intende adottarla in tempi stretti senza porsi il problema per la sagra più importante dell’anno, che è ormai alle porte e che necessariamente vedrà girare più di qualcuno, non solo i «senza fissa dimora», con una scorta alcolica a portata di mano. (*)

E in generale, non si può dire che le città più vicine siano immuni dal fenomeno, a cominciare da Padova che sul consumo di alcol negli spazi pubblici ha in corso un braccio di ferro, tra amministrazione comunale e residenti da una parte, gestori di locali e clienti dall’altra, che dura da tre anni.
Sicurezza stradale

Il problema affrontato dal sindaco vicentino riguarda, è vero, soprattutto persone ai margini ma ormai ha contagiato anche tanti giovani: l’aperitivo più gettonato della regione, lo spritz, non costa mai meno di 2 euro e 50, e sono sempre più numerosi i ragazzi che all’appuntamento con gli amici si presentano con la bottiglia a buon prezzo comprata al supermercato. Un fenomeno difficilmente controllabile, che intacca non solo il decoro ma anche l’ordine pubblico, la sicurezza stradale, la salute stessa di chi abusa dell’alcol.
L’ordinanza del sindaco di Vicenza è estesa all’intero territorio comunale: e, assicura Valerio Sorrentino vicesindaco e assessore alla Polizia Municipale, sarà fatta rispettare in ogni strada e in ogni vicolo. «Per evitare - dice - che il problema venga semplicemente spostato anziché essere radicalmente risolto». E’ una questione, dice Sorrentino, di fruizione degli spazi: è evidente che fino a quando nei parchi ci saranno soltanto ubriachi, difficilmente ci si potranno vedere anziani che leggono tranquillamente un giornale o mamme che portano a giocare i bambini. Gli spettacoli immediatamente successivi alle bevute non sono mai gradevoli. L’ordinanza è da subito efficace, il comandante della Polizia municipale Cristiano Rosini afferma che sarà cura dei suoi uomini farla rispettare nei termini più severi; anche le altre forze di polizia, aggiunge Sorrentino, hanno dato piena collaborazione al progetto.

La bottiglia vietata
Quanto al confine della detenzione, che è forse più delicato, appare abbastanza chiaro: chi fa la spesa potrà tranquillamente portarsi a casa la bottiglia di vino, ma aggirarsi in un parco in un’area verde o sostare su una qualsiasi panchina con la bottiglia in mano sarà segno inconfondibile di un atteggiamento di tutt’altro tenore. Non è questa la prima ordinanza del sindaco Hullweck in difesa del decoro della città: tra le più recenti, si ricordano quella antibivacco e quella contro l’accattonaggio. Tutte firmate con poco clamore, tutte approvate - con altrettanta discrezione - dai cittadini.
(*) Nota: vedremo le reazioni a questo “storico” provvedimento. Dalla quantità e dal tono dei commenti capiremo se veramente qualcosa è cambiato. Cioè se gli amministratori pubblici possono trovare conveniente occuparsi dei problemi causati dagli alcolici, e non solo degli aspetti folcloristici e commerciali. Una disposizione del genere non dovrebbe, per altro, neppure suscitare il fantasma del proibizionismo. Nello spirito non è molto diversa dalla legge che vieta il fumo nei locali pubblici. Cercare di limitare i danni sociali dei comportamenti individuali da alle scelte politiche un valore sociale positivo, comunemente accettato dalla maggior parte delle persone.


TGCOM

Vicenza, vietato bere per strada
Ordinanza del sindaco:multa da 500 euro
Contro il consumo di alcolici per strada a Vicenza scende in campo il sindaco che firma un’ordinanza che sicuramente farà discutere: vietato bere per strada. Per i trasgressori è prevista una multa che va da 25 ai 500 euro. Un provvedimento a difesa del decoro e pensato per combattere i bivacchi nel centro storico e nei giardini cittadini.
La firma sull’ordinanza, come racconta La Stampa, è del sindaco Enrico Hullweck. Nell’intero territorio comunale sarà vietato possedere e consumare alcolici. Uniche eccezioni saranno alcune zone autorizzate e gli spazi davanti ai bar e ai locali. In questo caso, però, saranno i gestori a vigilare che chi abbia comprato una bottiglia di vodka non se la scoli sul marciapiede.
Tolleranza zero
Per chi fa la spesa al supermercato e vuole comprare alcolici? Può farlo, ovviamente, purché la bottiglia venga aperta a casa. Tolleranza zero, dunque, un po’ come ai tempi del proibizionismo negli anni Trenta a Chicago, quando era vietata la vendita di alcol.
Il provvedimento nasce per contrastare il degrado, si legge nell’ordinanza, " di persone, spesso senza fissa dimora, dedite all’assunzione di bevande alcoliche in luoghi pubblici come parchi, aree verdi e parcheggi". Una campagna a tutela del decoro della città che non colpisce solo le persone più disagiate. E’ sempre più abitudine dei giovani, visto il costo proibitivo di aperitivi, comprare ai discount le bevande alcoliche per poi consumarle prima di entrare nei locali. Un fenomeno che ha conseguenze non da poco sulla sicurezza stradale e l’ordine pubblico. La misura sembra non dispiacere i vicentini e neanche ai Comuni limitrofi, intenzionati ad adottare nel giro di pochi mesi lo stesso provvedimento.


IL GAZZETTINO

Il giorno dopo l’ordinanza che vieta di bere all’aperto, intervengono i rappresentanti di commercianti e dei pubblici esercizi 

Alcol vietato, la città approva 

«Magari guadagneremo qualcosa di meno, ma ne varrà la pena se andrà a vantaggio del nostro territorio»

Fa discutere Vicenza che proibisce la detenzione ed il consumo di alcolici nei luoghi pubblici (pena la sanzione da 25 a 500 euro ed il sequestro delle bevande). Il giorno dopo la firma dell’ordinanza del sindaco Enrico Hllweck, da subito operativa, cosa ne pensano le categorie più toccate dalla novità, come commercianti, esercenti di pubblici esercizi e di negozi di prodotti alimentari?
«L’ordinanza attuata dal comune di Vicenza è un provvedimento di grande acume - commenta il vicedirettore della Confcommercio vicentina Ernesto Boschiero - un passo avanti rispetto alla legge regionale, che vieta la somministrazione degli alcolici nelle discoteche in una determinata fascia oraria. Il provvedimento municipale è positivo anche per i pubblici esercizi, dove il consumo di alcolici è controllato dai gestori, e si possono dirimere eventuali situazioni di disturbo della quiete pubblica o dei passanti». L’ordinanza, però, va fatta applicare. «Bisogna che al provvedimento del sindaco di Vicenza - aggiunge il vicedirettore Boschiero - facciano seguito adeguati controlli sul territorio, quindi è indispensabile che le Forze dell’ordine siano messe nelle condizioni di fare la loro parte. È evidente che se i malintenzionati non vengono puniti non sarà facile evitare il reiterarsi dei cattivi comportamenti». I pubblici esercizi vicentini, così come richiesto dall’ordinanza siglata martedì scorso assicurano la massima collaborazione con le Forze dell’ordine: «Siamo e saremo sempre i primi - sottolinea il presidente della Federazione italiana pubblici esercizi di Vicenza Lorenzo Rizzi - a segnalare situazioni di disturbo. Abbiamo ottimi rapporti con le Forze dell’ordine, ma ci preoccupa il fatto che non sempre siano nelle condizioni di poter intervenire, a causa di situazioni più gravi da controllare sul territorio. Bisognerà lavorare affinché l’ordinanza venga fatta rispettare e non resti sulla carta. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che il luogo prediletto per l’approvvigionamento di alcolici da parte di chi li consuma per strada resta il supermercato».
Luigino Peruzzo, presidente provinciale dei dettaglianti alimentari Confcommercio auspica che l’ordinanza ripulisca la città: «Il provvedimento comunale è assolutamente positivo, perché mira a tutelare la salute della gente ed il decoro urbano. Guadagneremo qualcosa di meno, ma ne vale la pena se questo sacrificio va a vantaggio del territorio che appartiene a tutti noi».
Matteo Crestani

IL GAZZETTINO

PERCHÈ DICO NO 
Trevisan: «Più controlli, non il proibizionismo»

È probabile che anche lui, in uno dei quindicimila passi che hanno dato il titolo al suo libro più famoso, sia incappato in cocci di bottiglia e altri avanzi di bivacchi alcolici nel centro storico di Vicenza. Ma il personaggio in questione non ne farebbe un dramma. Vitaliano Trevisan, 47 anni, lo scrittore vicentino vivente più conosciuto, trova l’ordinanza comunale "tolleranza zero" sull’alcol semplicemente ridicola. «Ridicola, certo. Sono astemio, quindi la cosa personalmente non mi tocca», esordisce lo scrittore, il quale poi rilancia: «Io in centro non vedo altro che bar e spritz, non è il comune che rilascia le licenze degli esercizi pubblici? E poi ci si lamenta che la situazione degrada. Non si sa che pesci pigliare e arriva il proibizionismo. Tipico dei governi di destra e di questa giunta in particolare». «Schiamazzi notturni e piazze degradate il giorno dopo? La colpa è del Comune che da una parte ha permesso che il centro storico diventasse un centro commerciale e niente più, e dall’altra promuove la repressione, a cominciare dalla chiusura dei call-center e dai divieti nei parchi. Sul problema dell’alcolismo facessero piuttosto controlli a tappeto sulle strade come si fa nei paesi civili, ma il proibizionismo no, questo non mi piace».
«Io in centro storico per prima cosa toglierei quelle orrende fioriere in corso Palladio. Poi, ma mi rendo conto di quanto sia difficile, farei in modo che sia realmente vissuto, con attività artigianali, come Roma ancora sa fare per certi versi. Ma da una amministrazione che invita personaggi come Elisabetta Gregoraci a fare da madrina di eventi, cosa ci si può aspettare di buono?».
Davide Golin


IL GAZZETTINO

Il 45,6 per cento di chi è alla guida ha alzato un po’ troppo il gomito. E per i giovani c’è anche la droga
Gli ultimi dati sui controlli effettuati nella regione Veneto il venerdì sera mostrano quanto il fenomeno sia diffuso: il 45,6 per cento delle persone controllate è risultato non in grado di guidare. Quel che ancora è peggio è che tra coloro che sono poi risultati negativi all’alcol il 22 per cento era invece positivo alla droga.Il rapporto che i giovani oggi hanno con l’alcol è estremamente libero: da un’indagine effettuata tra i ragazzi veneti sotto i 16 anni, il 77 per cento di loro ha ammesso di aver abusato dell’alcol almeno una volta nella loro vita. Ma poi il 55 per cento di loro ha detto di averlo fatto negli ultimi 30 giorni. L’uso degli alcolici è ormai diventato un fatto di costume, i ragazzi bevono perché lo fanno tutti, perché la cultura dell’after-hour è dilagante e non si ferma ad uno spritz il sabato sera. Un ragazzo di 16 anni ha ammesso di bere il venerdì sera con gli amici non meno di 14 bicchierini di vodka e lo fa perché lo fanno tutti.

Tra coloro che alzano il gomito il 67 per cento, anche quando si trova a dover poi guidare, associa il consumo di droga, creando così un composto micidiale che si chiama cocaetilene che raddoppia gli effetti nefasti dell’alcol.


IL GAZZETTINO

LA LETTERA 
Minacciato da un ubriaco al volante

Se proprio la si vuol fare l’Ombralonga dovrà essere permessa solo a chi dimostrerà di saper reggere il vino. Ringrazio il Gazzettino che ha invitato i lettori a far sentire la loro voce su questa festa che sa di tragedia. Vi racconto cosa mi è successo domenica poco dopo le 23 in Piazza Vittoria nel cuore di Treviso. In giro per la città c’erano ormai più camion di raccolta rifiuti che persone sui marciapiedi. Una di queste ero io. Venendo dal centro avevo attraversato Piazza Borsa dove si stava smantellando quell’angolo di Germania, poi ero sceso in Piazza Vittoria per andare a recuperare l’auto nel parcheggio attiguo a San Nicolò.
Mentre stavo per attraversare la strada che da Piazza Vittoria porta a Piazza San Pio X, un’auto è salita sul marciapiede e ha inchiodato praticamente sulla punta dei miei piedi. Alla guida c’era un ragazzino, avrà avuto 18-19 anni, al suo fianco una fanciullina un po’ più giovane che si stava facendo un panino (alla mortadella?). Mentre la ragazzina abbassa il finestrino, lui si è piegato verso di me urlandomi: «Sei tu...» e aggiunge un nome incomprensibile. Lo deludo e gli dico di no. Lui mi ripete la domanda aggiungendoci un trevigianissimo «Brutto muso di m...». A quel punto mi sono preoccupato per la sua salute e l’ho invitato a fare un pieno d’acqua. Non l’avessi detto: mi è piovuto addosso un mare di volgarità mentre la sua amica lo invitava ad andarsene. Si è convinto a levare le ancore dal marciapiede e dalle mie scarpe solo quando ho armeggiato per comporre il ...118, nell’agitazione stavo dando pure io i numeri.

Lettera firmata


IL GAZZETTINO

LA LETTERA 
Le notti a tutta birra non si fermano

Le notti a tutta birra non si fermano neanche con la nuova legge sull’interruzione di vendita dell’alcool dopo le due di notte. Sono il genitore di una ragazza che mi ha fatto notare con suo grande stupore che sabato notte, essendo andata in discoteca con gli amici, il locale in questione applicava alla lettera la legge, sospendendo la vendita a tutti degli alcolici, addirittura togliendo le bottiglie dal bar. Ma la meraviglia più grande è stata quando all’uscita. Verso le ore 2,45 ha notato il pub di fronte al locale, pieno di gente e tutti con bicchieri di alcolici in mano. Dopo aver chiesto ad un amico, le è stato riferito che la legge vale solo per le discoteche e che se ci sono bar aperti dopo le 2, loro possono vendere fino alla chiusura qualunque alcolico. Tornata a casa, altra meraviglia: per strada un ambulante di quelli che fanno panini, vendeva birre a tutto spiano. Ma allora mi figlia mi chiede. «Chi può pensare che gli alcolici delle discoteche uccidono e quelli dei bar all’esterno no?».

Lettera firmata


LA STAMPA

TORINO
Un lettore scrive:
«La Stampa del 10 ottobre ci informava che in Inghilterra l’ex juventino Vincent Pericard aveva appena finito di scontare cinque settimane di reclusione per aver mentito, dichiarando che alla guida della sua automobile, fotografata dall’autovelox, non c’era lui, ma suo padre. In Italia quotidianamente alcolizzati e tossici, spesso recidivi, sterminano intere famiglie, bruciando semafori e viaggiando a velocità folli, senza fare poi un giorno di carcere... anzi. La Stampa del 16 ottobre ci informa che la Camera ha cancellato il “giro di vite”, annullando la modifica al codice della strada che prevedeva la revoca della patente a chi nel giro di due anni fosse stato trovato più volte ubriaco alla guida.
«L’Europarlamento invece di legiferare su diametro dei cetrioli, non potrebbe uniformare aspetti più importanti per i cittadini comunitari?».

G. Della Beffa


CORRIERE DELLA SERA

 Allarme dopo i gravi episodi che hanno coinvolto scuolabus
Incidenti stradali, la Francia corre ai ripari

Alcol e velocità i nemici. Tra le misure in esame l’etilotest a bordo e sanzioni penali per i trasgressori
Scossa per alcuni gravi episodi che hanno visto coinvolti scuolabus, la Francia sta correndo ai ripari. Solo nell’ultima settimana, nel nord est del paese, la Gendarmeria e la Polizia Nazionale hanno arrestato tre autisti in stato di ebbrezza, mentre lo scorso 8 ottobre quattro bambini erano rimasti seriamente feriti in un incidente stradale. La conducente dello scuolabus, sottoposta al test etilometrico, aveva evidenziato un tasso di 3,22 grammi di alcol per litro di sangue.
ETILOTEST - Così, gli Stati generali francesi hanno portato ad un livello più alto le soglie di attenzione e di allarme. «L’allarme è così forte – spiega Giordano Biserni, presidente dell’Asaps - da far scalare in testa agli ordini del giorno l’istituzione dell’obbligo di montare uno speciale etilotest su tutti i veicoli da trasporto pubblico (taxi compresi) e commerciali, in maniera tale da consentire l’avvio del motore solo in caso di soffiata analcolica».Quest’apparecchiatura è stata già sperimentata da alcune case automobilistiche, Saab e Nissan in testa. Un’altra rivoluzione francese in vista? «In effetti - prosegue Biserni - se da un lato i cugini transalpini possono dirsi soddisfatti, per quel che riguarda la sicurezza stradale, dei risultati ottenuti nel periodo 2001/2006 ( meno 42% della mortalità), dall’altro ci sono voluti i primi 7 mesi del 2007 per rintuzzare l’attacco di un’inaspettata recrudescenza della violenza sulle strade, che aveva visto il barometro della letalità tornare ad indicare la tempesta. Agosto e settembre hanno rimesso le cose a p

Venerdì, 26 Ottobre 2007
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