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Rassegna stampa Alcol e guida del 26 ottobre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

Per chi se lo fosse perso aprendo il seguente link potrà vedere il video de “Le Iene” “Alcol notturno”, trasmesso giovedì sera.

http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=iene&data=2007/10/25&id=3839&categoria=puntata&from=iene

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EPICENTRO

Sindrome alcolico fetale

La sindrome alcolico fetale (Fetal alcohol sindrome, Fas) è la più grave delle patologie del feto indotte dal consumo di alcol durante la gravidanza. Nella letteratura medica moderna le prime segnalazioni degli effetti nocivi del consumo di alcol in gravidanza risalgono alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso. Per molto tempo, infatti, si è ritenuto che le anomalie dello sviluppo dei neonati fossero imputabili alla cattiva qualità degli spermatozoi, a fattori ereditari o ambientali.

Il riconoscimento delle alterazioni provocate dall’alcol sullo sviluppo intrauterino è avvenuto solo recentemente: la prima descrizione clinica di sintomi chiaramente riconducibili ai danni pre e postnatali dell’alcol è stata pubblicata in Francia nel 1968 e, pochi anni dopo, negli Usa. Da allora studi sempre più numerosi, condotti in tutto il mondo, hanno permesso di definire meglio la gamma dei diversi disturbi del feto correlati all’esposizione all’alcol, denominata “spettro dei disordini feto-alcolici” (Fasd), e la loro diffusione nei diversi Paesi.

A parità di statura, il corpo delle donne contiene una minore percentuale di acqua rispetto agli uomini, per cui, dopo aver bevuto un uguale quantitativo di una bevanda alcolica la concentrazione di alcol nel sangue delle donne è maggiore rispetto a quella degli uomini. I tempi di eliminazione dell’alcol, già lunghi nella donna, sono per il feto ancora più dilatati. Se una donna incinta consuma bevande alcoliche, l’alcol e, soprattutto, l’acetaldeide (prodotto della metabolizzazione dell’alcol) giunge direttamente nel sangue del nascituro attraverso la placenta. Il feto non essendo in grado di metabolizzare l’alcol come un adulto, viene di conseguenza esposto più a lungo ai suoi effetti nocivi.

Le donne fertili, sessualmente attive, che consumano più di 7 bevande a settimana e non usano contraccettivi efficaci, rischiano una gravidanza esposta all’alcol e di dare alla luce un bambino con deficit intellettivi, cognitivi e psicosociali. La probabilità di danneggiare il feto aumenta proporzionalmente al consumo di alcol da parte della madre: ad alto rischio sono i bambini la cui madre ha consumato almeno 80 grammi di alcol puro al giorno. Tuttavia anche l’assunzione abbondante, ma sporadica, di alcol rappresenta un pericolo per lo sviluppo del feto, poiché il consumo di alcol può influire sul suo sviluppo in ogni momento della gravidanza.

Ecco alcuni esempi:

- le dismorfologie facciali e i problemi cerebrali si devono all’esposizione all’alcol durante il primo trimestre di gravidanza

- il deficit di crescita è legato all’esposizione durante la seconda metà della gestazione

- l’alterato sviluppo del cranio è dovuto all’effetto dell’alcol nella quarta settimana di gravidanza

- difetti congeniti più gravi di norma subentrano nei primi tre mesi di gravidanza, periodo in cui si sviluppano gli organi del bambino e durante il quale spesso le

donne sono ancora inconsapevoli del proprio stato.

Sono stati utilizzati molti termini per descrivere i problemi dei bambini che soffrono di alcuni dei sintomi clinici della Fas. Tre di questi sono: “effetti dell’alcol fetale” (Fae), “disturbi del neurosviluppo relazionato all’alcol” (Arnd) e “difetti di nascita relazionati all’alcol” (Arbd).

La sigla Fae è stata utilizzata per definire tutte le espressioni parziali della Fas, soprattutto in ambito neurologico. Gli effetti dell’alcol fetale possono limitare le facoltà cognitive e psicosociali tanto quanto la Fas, ma non ne rappresentano una manifestazione mitigata. Nel 1996 l’Oms ha sostituito la sigla Fae con i più specifici Arnd e Arbd. Gli individui che soffrono di Arnd possono manifestare problemi funzionali o mentali, associati al consumo di bevande alcoliche in gravidanza, tra cui i disturbi del comportamento e dell’apprendimento. I bambini che soffrono di Arbd possono invece presentare problemi di cuore, ossa e udito. L’espressione “spettro dei disordini feto-alcolici” (Fasd) è sempre più frequente nella letteratura recente e indica l’ampia gamma di danni causati al nascituro dall’abuso di alcol in gravidanza.

Fattori di rischio

Non tutte le esposizioni all’alcol nel grembo materno comportano danni gravi alla salute del nascituro: il rischio di partorire un bambino con sintomi della sindrome fetale alcolica (Fas) è stimato attorno al 30-40% delle gestanti con un forte consumo di alcol in gravidanza.

Attualmente non è nota la ragione della diversa suscettibilità dei bambini agli effetti dell’alcol, ma è ragionevole pensare che la diversa risposta del feto sia dovuta alla combinazione di abuso di alcol, fattori genetici, deficit nutrizionali, fumo e/o abuso di droghe.

I fattori che sembrano concorrere maggiormente alla formazione dei danni pre e postnatali specifici sono:

quantità di alcol consumato durante la gravidanza

- tipologia del consumo di alcol (cronico o occasionale)

- intensità dell’esposizione

- periodo dell’esposizione

- interazione con altre sostanze (tabacco, droghe, medicinali)

- fattori alimentari

- predisposizione genetica

- condizioni di vita

- ceto sociale, livello d’istruzione e stato civile della madre.

Sintomi fisici

I bambini affetti da Fas manifestano peculiarità fisiche specifiche, soprattutto della testa e del volto. Segni caratteristici nel viso sono: pieghe agli angoli degli occhi, fessure oculari strette, strabismo, naso corto e piatto, labbro superiore sottile e vermiglio, solco naso-labiale allungato e piatto, fronte lunga e stretta, ipoplasia mascellare e mandibolare. Le anomalie oculari che si osservano nei bambini affetti da Fas indicano che gli occhi sono particolarmente sensibili all’alcol durante la fase dello sviluppo: ai segni visibili si associano ipoplasia del nervo ottico, aumentata tortuosità dei vasellini retinici e capacità visive ridotte.

Anche il sistema scheletrico subisce le conseguenze dell’esposizione all’alcol. È stato osservato un ritardo rilevante nell’età ossea media nei bambini affetti da Fas, che continua negli anni dell’adolescenza, ravvisabile nei valori inferiori alla media di altezza, peso corporeo e circonferenza cranica. Altra manifestazione clinica comunemente associata alla Fas è la presenza di un grado variabile di microcefalia, ovvero una ridotta circonferenza del cranio, che rappresenta anche la più sicura evidenza della presenza di un danno cerebrale. Le altre anomalie registrate a livello cerebrale sono legate alla riduzione nella dimensione della volta cerebrale e cerebellare, dei gangli basali e del diencefalo. Sono presenti anche malformazioni cardiache, in particolar modo rappresentate dai difetti del setto ventricolare.

Disturbi psicologici e neurologici

Un’alta percentuale di pazienti, esposti a quantità elevate di alcol durante la gestazione, che manifesta le caratteristiche tipiche della Fas nella crescita e nel viso, non presenta evidenze di danno cerebrale organico, ma piuttosto significativi deficit comportamentali e cognitivi.

I disturbi neurologici e neuropsicologici che compongono il quadro clinico della Fas sono:

- disturbi del sonno e riflesso di suzione ridotto

- ritardo dello sviluppo mentale

- deficit intellettivo

- disturbi dell’attenzione e della memoria

- disturbi della motricità fine

- iperattività e impulsività

- disturbi dell’eloquio e dell’udito.

Le anomalie comportamentali e cognitive possono essere rilevate attraverso test psicometrici specifici per età, eseguiti generalmente dopo i 5 anni, utili non solo per stabilire la diagnosi ma anche per organizzare un piano di trattamento ad hoc.

Diagnosi

Una diagnosi attendibile della Fas è possibile se l’eccessivo consumo di alcol della madre è documentato e se si verificano i seguenti tre casi:

- ritardo pre e postnatale della crescita

- peculiarità fisiche specifiche, soprattutto della testa e del volto

- disfunzioni del sistema nervoso centrale e danni conseguenti.

La diagnosi finale combina la valutazione psicologica, i segni fisici e la storia prenatale, richiedendo lo sforzo congiunto di genetisti, psicologi clinici, logopedisti e neuropsicologi.

La Fas solitamente viene diagnosticata tardi nell’infanzia, sebbene la diagnosi precoce risulti fondamentale per garantire al bambino l’accesso a programmi educativi e servizi sociali costruiti intorno a lui e alla sua famiglia. I bambini affetti da Fas che ricevono un’educazione speciale hanno infatti maggiori probabilità di sviluppare pienamente il proprio potenziale.

Per i nascituri è invece possibile identificare la Fas attraverso la diagnosi ecografica prenatale incentrata su: ritardo di crescita intrauterino, specifico dismorfismo facciale, malformazioni del corpo calloso, dei tessuti oculari e renali.

Prevenzione

La Fas è un’affezione invalidante permanente che debilita l’individuo sia a livello mentale che fisico. Tuttavia è una sindrome prevenibile al 100% se si evita di assumere alcolici in gravidanza.

Attualmente non c’è una cura per la Fas, ma l’identificazione e la diagnosi precoce della malattia permettono di fornire ai bambini che ne sono affetti servizi e forme di assistenza mirati. La Fas è al contempo un problema medico e sociale: i dati epidemiologici dimostrano che, nonostante l’evidenza degli effetti dannosi correlati all’abuso di alcol, l’incidenza della Fas è in aumento. Questo è primariamente dovuto alla mancanza di un’adeguata consapevolezza nell’opinione pubblica, che tende ad associare il problema della Fas all’assunzione di bevande superalcoliche, sebbene possa risultare pericolosa per il feto anche una moderata assunzione di birra e di vino.

Dal punto di vista medico, finché non viene identificato il danno indotto dall’alcol, è difficile suggerire misure preventive efficaci. Tuttavia alcune indicazioni generali possono risultare utili:

la somministrazione di antiossidanti (vitamina E, C e beta-carotene), nell’ipotesi che l’alcol determini il danno attraverso la generazione di radicali liberi

l’uso di fattori antiapoptosici

la somministrazione di acido retinoico, per favorire il normale sviluppo dell’embrione.

Una prevenzione efficace deve articolarsi su più livelli:

- informare le donne in gravidanza e i loro partner sul rischio rappresentato dall’alcol per il nascituro. Il consumo di alcol senza rischi per il bambino non esiste, pertanto le donne incinta farebbero bene a rinunciare completamente all’alcol o a limitarlo il più possibile

- riconoscimento tempestivo da parte del medico del rischio correlato ad una gravidanza esposta all’alcol. Una cura tempestiva può aiutare il feto a svilupparsi in modo sano, anche nel caso in cui sia già stato esposto a grandi quantità di alcol

- sensibilizzazione della popolazione sulla necessità di rinunciare all’alcol in gravidanza. Gli argomenti su cui insistere sono: i pericoli per il nascituro, l’assunzione di responsabilità da parte di partner e familiari, l’uso di un contraccettivo efficace per le donne sessualmente attive e dedite all’alcol (poiché potrebbero rimanere incinta e non saperlo per varie settimane ed oltre).


IL DIVIETO

Vicenza torna in primo piano: mass media scatenati a caccia del provvedimento che sta facendo scuola in molte amministrazioni comunali italiane

Scattano le prime multe anti-alcol

I tre giovani erano in stato di alterazione psicofisica e avevano birre

Gian Marco Mancassola

Scattano le prime multe anti-alcol. L’ordinanza che sta facendo discutere in tutta Italia era entrata in vigore da poche ore quando una pattuglia della polizia locale ha applicato il provvedimento alla lettera, pescando in flagrante tre ragazzi. L’episodio risale a mercoledì sera. Lo scenario è il centro storico, lungo corso Palladio, dalle parti di piazza Castello, intorno alle 22.30. I vigili sono stati attirati dalla vivace lite fra due ragazzi e un anziano, che protestava lamentando il comportamento di un terzo giovanotto, impegnato a orinare sul muro di un palazzo.

Secondo quanto viene riferito dal comando di contrà Soccorso Soccorsetto, i tre giovani, due dei quali minorenni, erano «in stato di alterazione psicofisica» e «vagavano per piazza Castello con appresso alcune bottiglie di birra».

Fermati e identificati, i tre si sono beccati i primi verbali per aver violato l’ordinanza che vieta di «detenere e consumare bevande alcoliche nelle aree verdi e nelle vie e strade pubbliche». Umiliazione finale, i due minorenni sono stati accompagnati alla centrale in attesa che i genitori se li venissero a riprendere.

Dagli annunci si è presto passati ai controlli e alla tolleranza zero. In breve, la Vicenza analcolica è diventata un caso nazionale: ne parlano telegiornali, quotidiani e riviste. A palazzo Trissino arrivano telefonate di amministrazioni comunali che chiedono copia del provvedimento destinato a fare scuola.

La pressione è già alle stelle, al punto che il via libera all’ordinanza non poteva restare nell’alveo della boutade. Il vicesindaco e assessore alla Pubblica sicurezza Valerio Sorrentino lo aveva detto in tutte le salse: non scherziamo. E così è stato. (*)

Ieri, dopo un’intervista ai microfoni di Studio Aperto, il notiziario di Italia 1, Sorrentino ha ribadito alcuni concetti: «Nel nostro mirino ci sono disagiati e sbandati, alcolizzati che con il loro comportamento risultano molesti e creano situazioni di degrado. La tradizione veneta dello spritz non viene minimamente toccata. Il nostro provvedimento è un assist a bar e ristoranti che possono continuare a servire gli aperitivi, segnalando casi estremi. Abbiamo voluto soltanto dotarci di uno strumento per intervenire come ci veniva richiesto dagli abitanti di zone a rischio come alcuni parchi e quartieri cittadini».

Ben presto, però, l’ordinanza sta diventando un segnale contro l’alcolismo nel mondo giovanile: «Molti ragazzi - commenta il sindaco Enrico Hüllweck - acquistano alcolici nei supermarket per consumarli per strada, come accaduto nell’ultimo sciopero contro gli esami di riparazione: alcuni sono stati segnalati semi-ubriachi sdraiati a terra. Questo provvedimento aiuta la lotta contro l’alcolismo».

(*) Nota: dopo aver più volte auspicato misure concrete, rigore nell’applicazione delle leggi, provvedimenti che tutelino dai danni causati dagli alcolici, siamo stati colti di sorpresa. Un provvedimento concettualmente semplice, volto a limitare i danni sociali dell’alcol e applicato con determinazione. Vedremo nel tempo se emergeranno risvolti negativi. Per ora non ne vediamo. La speranza, anzi, è che si crei un circolo virtuoso. Ad esempio: il minor consumo di alcolici nei luoghi pubblici renderà più visibili le trasgressioni. La possibilità di riguadagnare spazi di vita sociale, darà tangibilmente la misura delle opportunità prima sottratte dall’alcol. Così come è spesso impossibile stabilire un nesso causale tra alcol e problemi correlati, allo stesso modo non si può ipotizzare tutti gli effetti positivi di una limitazione del bere. Ma dovrebbe valere la regola che il cambiamento produce cambiamento.


IL GAZZETTINO

Il sindaco leghista sta preparando l’ordinanza che entrerà in vigore dopo la Fiera Franca. Per chi trasgredisce una multa da 250 euro 

Cittadella, niente alcol nei luoghi pubblici 

Bitonci: «Non sono un proibizionista, ma bisogna combattere il degrado e gli episodi di ubriachezza»

Basta sbevazzare in mezzo alla strada, per chi si ostina è pronta una multa di 250 euro. L’ordinanza sarà firmata dal sindaco Massimo Bitonci martedì prossimo. Salva, quindi, la tradizionale Fiera Franca che cade proprio questo fine settimana, gli esercenti possono tirare un sospiro di sollievo. Ecco cosa prevede l’ordinanza: nessuno potrà più consumare alcolici nei luoghi pubblici. Unica eccezione, gli spazi adiacenti ai bar per i quali si paga la tassa per l’occupazione di area pubblica.

«Non sono un proibizionista ma è necessario intervenire contro l’abuso di alcol, un fenomeno che si sta diffondendo soprattutto tra i più giovani - afferma il sindaco Massimo Bitonci - La mia è un’ordinanza che vuole colpire tutte le manifestazioni di degrado urbano che si sono riscontrate nel nostro Comune: solo la scorsa settimana sono state trovate cinquanta bottiglie abbandonate proprio davanti alla porta del Municipio. Ricevo continue segnalazioni dai cittadini infastiditi per gli episodi di ubriachezza a cui sono costretti ad assistere anche in pieno centro storico». L’ordinanza sarà estesa all’intero territorio comunale (ad oggi sono stabilite restrizioni solo per alcuni specifici locali, al fine di evitare il disturbo della quiete pubblica), e sarà fatta rigorosamente rispettare dalla Polizia Municipale. Vietato bere alcol anche nei giardini pubblici: da martedì chi vorrà fare un pick nick assieme alla famiglia mangiando un sandwich potrà bere solo bibite senza alcol, altrimenti sarà multato.

Guerra all’alcol non solo con disposizioni repressive ma anche con campagne di prevenzione: è quasi pronto il progetto degli Assessori Corrado Bolesani (Sanità) e Francesco Pozzato (Sport e Politiche giovanili) in collaborazione con l’USL n. 15 per combattere la diffusione di alcolici fra i giovanissimi. «Abbiamo fatto delle indagini conoscitive nelle scuole superiori di Cittadella - spiega Bolesani - Dai dati che sono emersi, e che corrispondono con quelli dell’USL, abbiamo appurato che il primo approccio dei ragazzi cittadellesi con le sostanze alcoliche avviene già ad 11-12 anni, mentre è tra i 15 e 19 il picco massimo di assunzione. Dagli studi effettuati è anche risultato che l’alcol è la naturale porta d’ingresso per l’utilizzo di altre sostanze stupefacenti».

Giovanna Frigo


ALCOLISMO

Alcol-Droga. Crepet: leggi restrittive e repressive di un fenomeno gravissimo

Ci sono le lobby, ci sono gli interessi economici, alla faccia dei ragazzi morti, si continua a poter lasciare le discoteche aperte fino alle otto di mattina; si può continuare a vendere alcol a chiunque si presenti in un supermercato

La sala conferenze di Villa Di Pasquale ha ospitato il Convegno Regionale sul tema "Alcol-Droga e Guida", nel corso del quale è stato presentato un Progetto realizzato in sinergia tra le più alte rappresentanze Istituzionali, al grido dello slogan " Non bere la tua vita per strada"; rivolto a tutti i ragazzi che escono dalle discoteche imbottiti di sostanze alcoliche e di droghe, e che guidano mettendo a repentaglio la propria vita e quella di vittime innocenti.

Attesissimo, come preannunciato, l’incontro con il noto psichiatra Paolo Crepet che ha testimoniato come le misure restrittive adottate in tanti paesi stranieri abbiano raggiunto risultati ragguardevoli nella lotta per la repressione del fenomeno tristemente noto delle stragi dei fine settimana.

Nel nostro incontro con Il Prof. Crepet gli abbiamo chiesto:

- SI BEVE, PERCHE’ ?

Ah, per tanti motivi, il bere di per se è anche una cosa bella, positiva, il vino è cultura, è amicizia, è fraternità, è solidarietà... naturalmente sono gli eccessi che fanno paura e quelli sono portati dalla noia, dalla frustrazione, dall’abbassamento del livello della nostra quotidianità; quindi della impossibilità di progettarsi una vita, sentirsi in qualche modo in gabbia.

- POTREBBE ESSERE, IL BERE, UNA AUTO PUNIZIONE?

Mah, è il suicidio di chi ha tempo per farlo, un suicidio lento, naturalmente, in cui i rapporti con la vita sono sempre più declinanti, per cui diventa anche, poi, a volte, una sorta di abitudine quando ad esempio ritieni di non essere adeguato e quindi cominci bevendo qualche cosa perchè così ti senti più disinibito,e poi questa cosa degenera. L’uomo pensa sempre di essere più forte delle componenti esterne, sia metereologiche, sia chimiche; non è così, è più forte la natura, è più forte l’esterno dell’interno.

- QUANDO UNA PERSONA PUO’ CAPIRE CHE E’ IN TEMPO A SMETTERE PRIMA CHE LA COSA DEGENERI?

La coscienza è una cosa assolutamente individuale, io penso che ci siano anche delle responsabilità, credo che questo Paese dovrebbe anche far vedere che non vogliamo questo; perchè un padre - e lo Stato è un padre - dovrebbe essere autorevole in questo, dire delle cose che secondo me sono ovvie, che un ragazzino non può andare al bar e bere quel che vuole. Dico una cosa rivoluzionaria in questo Paese, altrove si chiede la patente per poter bere; da noi a quindici anni puoi bere tre whisky e nessuno ti dice niente, ma questo è un fallimento totale! un fallimento della morale, dell’etica, del rispetto degli altri, perché facendogli fare quello che vuole non si rispetta nessuno. Questo non rispetta nessuno, non rispetta gli altri, perchè prende il motorino, ammazza un bambino e poi c’è un altro funerale e diremo che dobbiamo fare... a noi piace andare ai funerali questo è il problema, noi siamo fatti per i funerali, non siamo fatti per i battesimi.

- QUINDI LE CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE FATTE FINORA?

Ma dove le ha viste lei le campagne di sensibilizzazione, ma se il Ministero della Sanità sta ancora ragionando se fare le cose che le ho appena detto e che in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Germania, ovunque, nei Paesi seri, le fanno da decenni! Lei capisce, perchè lo fanno? E lo sappiamo tutti perchè! Perchè non è un ministro disattento questo, piuttosto che l’altro e quell’altro ancora, è che ci sono le lobby, ci sono gli interessi economici, commerciali per cui, alla faccia dei ragazzi morti, si continua a poter lasciare le discoteche aperte fino alle otto di mattina; si può continuare a vendere alcol a chiunque si presenti in un supermercato. E questo è perchè tutti ci devono guadagnare, tutti devono campare. Questa è la legge più innaturale, più indecente che ci sia.-

Il Prof. Crepet continua a sostenere che, affinchè la sensibilizzazione produca i suoi effetti, sono necessarie campagne di informazione ma soprattutto leggi restrittive e repressive di un fenomeno gravissimo affrontato, finora, solo da una sparuta minoranza e con mezzi limitati.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da REPUBBLICA.IT)

Ubriachi al volante? Addio palloncino

Per scoprirlo basta la carezza di "Ekey"

Sonia Papuzza

26/10/07 - Prova del palloncino, test di equilibrio, tampone per raccogliere il sudore. Sono diversi gli strumenti usati sulla strada per scoprire chi guida ubriaco e impedirgli quindi di scorrazzare con il proprio mezzo. Ma tra poco vedrà la luce anche un nuovo rilevatore di ebbrezza, che è ancora in fase di studio, ma a detta dei suoi inventori è più sicuro ed efficace degli altri. Sì, perché nessuno di quelli in uso finora è completamente attendibile: l´unico metodo di accertamento sicuro al cento per cento è quello dell´analisi chimica, che permette di controllare la presenza effettiva di alcol nel sangue. Ma è anche l´unico metodo che non può essere usato dalle forze dell´ordine nelle strade, perché comporta il prelievo di un campione di sangue ed è quindi, oltre che estremamente invasivo, anche scomodo.

A risolvere il problema sono stati quattro giovani palermitani che con il loro progetto, "Ekey", hanno vinto pochi giorni fa il premio speciale del concorso "Fai valutare la tua idea imprenditoriale" indetto dalla Camera di commercio di Milano. «Ekey è un rilevatore etilico di nuova concezione - spiega Davide Mannone, responsabile del progetto - che permetterà di misurare il tasso alcolico nel sangue evidenziandone la presenza attraverso degli emettitori e rilevatori di onde elettromagnetiche. L´unico metodo infallibile oltre a quello del prelievo sanguigno». Infatti con gli altri strumenti, come il famoso "palloncino" o il tampone, i risultati possono essere inficiati da fattori esterni o dalle condizioni psicofisiche del soggetto, come l´avere appena fumato una sigaretta o essere in iper-ventilazione.

In pratica gli esiti possono essere falsati se l´esame non viene eseguito più volte e in totale assenza di possibili interferenze esterne. Per di più la strumentazione necessaria è piuttosto ingombrante e poco agevole. Il metodo che sta alla base di Ekey invece, quando verranno stabiliti i parametri definitivi, sarà completamente attendibile. Il principio è quello dell´assorbimento di energia delle onde elettromagnetiche che passano attraverso i tessuti biologici: in pratica, vengono emesse delle onde e viene rilevato quante di queste attraversano il tessuto e quante no.

Conoscendo lo spettro di assorbimento delle onde dell´etanolo, è possibile individuare quanto ne è contenuto nel tessuto oggetto dell´esame e quindi nel sangue. Le onde elettromagnetiche sono già in uso in medicina per lo studio di alcune componenti ematiche, come ad esempio l´ossigeno, e l´utilizzo di questo sistema permette costi contenuti e dimensioni ridotte, tanto che Ekey potrebbe assumere la forma di un portachiavi o di un sensore posto sul cruscotto dell´auto accanto al volante. Per la rilevazione infatti basta un dito: l´etanolo si distribuisce uniformemente nell´acqua presente all´interno del corpo e quindi la sua presenza può essere rilevata tanto in un polpastrello quanto nel braccio, nel lobo dell´orecchio e in qualsiasi altro punto venga ritenuto più comodo.

Gli ideatori di ekey sono Davide Mannone, Alfredo Catalano, Salvatore Ritrosi e Dario Rocco. Tutti laureati alla facoltà di Ingegneria di Palermo. Con il premio ricevuto dalla Camera di commercio milanese vogliono fondare un´azienda e andare avanti con il progetto. «Stiamo cercando degli investitori - conclude Mannone - che ci permettano di spingere sull´acceleratore soprattutto ora che la situazione degli incidenti stradali causati dall´ebbrezza sta diventando emergenza». Intanto il gruppo ha incassato l´interessamento del Ministero della salute e l´appoggio dell´Università di Palermo, che si è impegnata a condurre gli studi sulle onde elettromagnetiche, sulle migliori frequenze da utilizzare e sulle possibili interazioni di altre sostanze, come i farmaci, anche solo temporaneamente presenti nell´organismo.


ALCOLISMO

Sondaggio: discoteche contrarie al divieto di alcol dopo le 2

I gestori hanno annunciato: da questo weekend parte la raccolta firme in Valtellina. Sei favorevole?

Le discoteche della provincia di Sondrio dicono no al divieto di somministrazione di alcolici dalle due di notte, previsto dall’articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale recentemente approvata dal Senato, e, unendosi alla campagna nazionale promossa dal Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo) e già in atto in numerose città italiane, lanciano la raccolta firme tra i clienti dei locali notturni contro il provvedimento.

Giancarlo Stampa."Non si tratta - spiega Stampa - di mettere in discussione il principio di tutela della salute, ma di riconoscere che il divieto ha di fatto peggiorato la situazione, perché ha aumentato in maniera esponenziale i comportamenti a rischio". Sono infatti sempre più numerose le persone che, indotte dai limiti temporali appena introdotti, fanno il pieno di alcol e, a partire dalle due di notte, si riversano sulle strade in stato di ebbrezza. "Con questa legge, assurda e contestata da tutti (compresi i clienti), anziché punire chi fa abuso di alcol, si puniscono le imprese di intrattenimento e di spettacolo. Per questa ragione, a partire da sabato 27 ottobre, abbiamo deciso di promuovere la raccolta firme tra i nostri clienti".

La situazione determinata dall’entrata in vigore del nuovo provvedimento non è infatti più tollerabile. "Gli escamotage trovati per aggirare i nuovi ‘paletti’ sono semplici e alla portata di tutti, rendendo la norma ipocrita e del tutto inefficace. Se da un lato si proibisce alle discoteche di somministrare alcolici dopo le due di notte, dall’altro non si vieta di bere o vendere alcol dopo le due di notte". Facile, dunque, rifornire la propria auto di alcolici o approvvigionarsi in altri punti vendita (come per esempio i punti di ristoro "Mobili" che come funghi ogni sabato sera spuntano numerosi in prossimità delle discoteche o circoli privati) non toccati dal divieto.

No al proibizionismo, che colpisce la libertà individuale di tutti i cittadini e la libertà d’impresa, e sì alla prevenzione, attraverso l’etilotest per la misurazione del tasso alcolemico e l’introduzione del ‘guidatore designato’. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal Gruppo Locali da Ballo della provincia di Sondrio. "Noi gestori siamo i primi a essere interessati alla tutela dei nostri clienti e alla sicurezza sulle strade. Non a caso - ribadisce Stampa - in questi anni le campagne di sensibilizzazione hanno visto la nostra categoria sempre in prima fila e con un ruolo attivo".

Nel corso dell’assemblea del Gruppo Locali da Ballo si è discusso anche di abusivismo, un altro problema che colpisce la categoria e che sta riprendendo piede in maniera vigorosa.


IL TRENTINO

di Silvia Conotter

Alcol vietato di notte: «Sarà la rovina dei pub»

Vitale (Momà): «Altri colleghi hanno dovuto tagliare il personale»

TRENTO. Gestori dei locali notturni trentini allarmati per l’entrata in vigore della legge nazionale che impone di interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 di notte. «Non solo è un grave danno economico per la categoria, ma soprattutto è un provvedimento che non risolve il problema», sostengono in coro. I controlli della polizia municipale non sono iniziati, in attesa della riunione interna di martedì prossimo che stabilirà la linea operativa da seguire. I gestori comunque ne sono certi: le conseguenze economiche per la loro attività saranno pesanti.

 Lo stop alla vendita degli alcolici dopo le due di notte riguarda tutti i locali dove assieme alla somministrazione si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento. «Ci sono già dei locali fuori provincia che hanno tagliato il personale - racconta Pablo Vitale, nuovo gestore del Momà ma da anni attivo nei locali notturni trentini - se fosse un provvedimento del governo che incide sul problema alcol lo rispetterei, ma qui ci troviamo di fronte ad un serio danneggiamento economico, con il rischio che la gente si ubriachi prima delle due e poi guidi oppure che le serate proseguano in macchina o in strada con bottiglie di superalcolici comprate prima».

 Dello stesso parere anche Moli, che si occupa delle pubbliche relazioni di Studio Uno, la discoteca in Bondone: «Non è il modo giusto per risolvere il problema - afferma - se una persona si vuole ubriacare lo fa anche prima delle due e poi guida lo stesso. Invece di puntare sulla prevenzione o le campagne di sensibilizzazione si è voluto fare una legge assurda, che danneggia solamente le imprese». La preoccupazione degli operatori è fortissima. Soprattutto di chi ha appena investito in nuove attività legate al mondo della vita notturna e non si aspettava affatto l’entrata in vigore di questa legge. A livello nazionale, per capire la consistenza del giro d’affari, è stata stimata una diminuzione dei consumi pari a 2,5 miliardi di euro, con la conseguente perdita di 50 mila posti di lavoro.

 Fa discutere anche l’obbligo per i gestori di collocare all’uscita dei locali una macchinetta per l’alcoltest. «Senza delle attività di sensibilizzazione è inutile - dichiara Mauro Ioniez, titolare della Cantinota di via S.Marco - quell’apparecchio si trasforma in un gioco per vedere chi ha bevuto di più». E aggiunge: «Non è stato considerata neanche la perdita di attrattiva turistica complessiva del nostro Paese che sarà privato di un segmento rilevante dell’offerta di divertimento. Chi vorrà bere di notte andrà in Austria. Con qualche ora di macchina si potrà continuare ad avere la vita notturna di sempre. Per gli esercenti che operano non lontano dal confine è un bel problema».

 E pensare che tutti i gestori propongono soluzioni alternative ampiamente condivisibili. Pablo Vitale, ad esempio, propone delle convenzioni con i taxi. In modo tale da ridurre i rischi di incidenti stradali a causa dell’alcol. «Oppure potrei anche offrire da bere gratis a chi decide di non bere alcolici per poi riportare a casa gli amici in sicurezza - afferma - applicando un braccialetto all’entrata non sarebbe complicato. Questi sono i modi per combattere l’eccessivo utilizzo di alcol».


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IL TRENTINO

Già nato il kit per lo sballo fai-da-te

Le contromosse dei ragazzi per aggirare i divieti

 TRENTO. Fuori provincia alcuni gestori si sono già attrezzati per aggirare il divieto di somministrare alcol dopo le due di notte. A Bressanone Peter Dorfman, della discoteca Max, ha introdotto il servizio di “deposito bottiglie”: chi compra una bottiglia alcolica la può consegnare al deposito ricevendo un numero che viene abbinato al suo acquisto. Da quel momento in poi il cliente può andare a ritirare la sua bottiglia in qualsiasi istante, anche dopo l’entrata in vigore del divieto. A sorpresa, nelle discoteche spuntano anche i kit fai da te per prodursi i drink alcolici anche senza l’ausilio del barman. In un sacchetto ci sono le diverse componenti, che poi si possono mescolare facilmente per strada o in macchina.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Torna al Deposito Giordani l’iniziativa contro gli incidenti del sabato sera 

Concerto premio anti-alcol

(l.r.) Tornano i concerti al Deposito Giordano. E con la musica e le band torna anche l’iniziativa anti-stragi del sabato sera. Alcuni giovani volontari distribuiranno - come accaduto per l’intera stagione invernale dello scorso anno - degli alcoltest ai quali i giovani che usciranno dal concerto potranno sottoporsi. E chi si asterrà dal bere potrà vincere il biglietto del concerto successivo.

Al Deposito Giordani, dove la musica live tornerà a partire da oggi, sarà rinnovata per il terzo anno l’iniziativa "Stasera non bevo e un concerto a gratis mi vedo" promossa in collaborazione, fra gli altri, con l’assessorato alle Politiche sociali del Comune, il Servizio di Alcologia dell’Ass e l’Acat di Pordenone: all’uscita del locale sarà installata dalle 23 una tenda nella quale il conducente di un’auto con almeno due passeggeri a bordo potrà sottoporsi al test dell’etilometro. Se l’esito sarà negativo riceverà un biglietto omaggio per il concerto successivo ospitato dalla struttura di via Prasecco.

«Lo scorso anno questa proposta - riferisce Attilio Perissinotti - ha sortito buoni risultati. Da gennaio a primavera le persone "controllate" sono state poco meno di 200. Il nuovo provvedimento? Fermo restando che ci tocca poco, in quanto il Giordani alle due di notte chiude, ritengo che sia insensato. Primo, perchè coinvolge solo chi fa intrattenimento, secondo - prosegue Perissinotti - perché incentiverà, come è già iniziato ad accadere, lo smercio abusivo di alcolici senza intaccare il cuore del problema. Lo scorso fine settimana mi è capitato di vedere nel parcheggio di un locale emiliano alcuni ragazzi con le bottiglie in vendita nel bagagliaio dell’auto».


LA GAZZETTA DI PARMA

Test antialcol ai «volontari» 250 giovani su 400 fuori legge

CONTROLLI DELLA CRI VICINO A DISCOTECHE E LOCALI

SORAGNA - Test antialcol ai «volontari» 250 giovani su 400 fuori legge. Ha preso il via la campagna di prevenzione e di informazione promossa dal comitato di Soragna della Croce Rossa con la collaborazione della polizia municipale delle Terre Verdiane. Scopo dell’iniziativa è quello di fornire, specialmente ai giovani, tutti i ragguagli possibili sulla guida in stato di ebbrezza o con valori alterati dovuti a dipendenze alcoliche, sui pericoli che possono derivare da tale stato e sulle sanzioni in cui incorre il guidatore. continua...


IL GAZZETTINO (Treviso)

«I genitori si ribellino all’Ombralonga» 

Il centrosinistra chiama a raccolta le famiglie: «A questo punto solo loro possono bloccarla» 

 Il no all’Ombralonga diventa una questione di sicurezza. Quest’anno il centrosinistra trevigiano ha scelto di privilegiare le sedi istituzionali per incidere sull’organizzazione della maratona alcolica. Ha risparmiato proclami e pubbliche accuse e lunedì scorso ha deciso di farsi sentire direttamente in seconda commissione; quella che comprende tutte le iniziative collegate alla sicurezza stradale. «Abbiamo chiesto una presa di posizione netta, sia in termini culturali che educativi - spiega Lorenzo Biagi, leader dell’opposizione -. Non è possibile infatti che la Provincia metta a disposizione una postazione per la rilevazione del tasso alcolemico all’Ombralonga e poi spenda una grandissima quantità di risorse per la sicurezza stradale. È un controsenso, ma naturalmente ci è stata data la solita risposta e cioè che la competenza è del Comune e non nostra».

Insomma: la Provincia sarebbe impotente; e per questo il centrosinistra trevigiano, dopo anni di dura contrapposizione politica alla manifestazione, ha deciso di puntare sulla società civile, perché siano le persone comuni a portare avanti le rimostranze della città contro "un evento che dequalifica Treviso". «È una manifestazione che non ha ragione d’essere - prosegue Biagi -. Ci vorrebbe una buona dose di coraggio per sopprimerla e voltare pagina anche se devo dire che mi sento frustrato. Per questo dopo anni di battaglia è giunto il momento che a prendere una posizione risoluta non siano solo le parti politiche ma anche tutte quelle persone che vedono in quest’evento lo stravolgimento dei valori dell’educazione, del lavoro e della qualità. Mi riferisco in particolare alle associazioni dei genitori che dovrebbero intervenire per dire che siamo diventati ostaggio della follia che sostiene questa manifestazione».

Anche Donata Demattè (Margherita) insiste sulla diseducatività dell’evento chiedendo che siano i cittadini a mettere la parola fine all’Ombralonga. «In termini diretti Comune e Provincia hanno tolto il patrocinio - spiega la consigliera provinciale -, ma in realtà il vicesindaco continua a promuovere la manifestazione come festa popolare identificando la gioventù con il bere in eccesso. Purtroppo c’è la volontà di tenere la città a questo livello. È il termine stesso ’Ombralonga’ che dà il senso della manifestazione. E così Treviso viene ricordata per questo invece che per eventi culturali, iniziative per la crescita giovanile, spazi pubblici e mostre come quelle di Cassamarca e Goldin che non siamo più riusciti a replicare».

Infine Ernesto Brunetta, consigliere comunale dei Ds, ironizza sulla parolina "doc" appiccicata all’edizione 2007 dell’Ombralonga: «Penso che l’assessore Cecconato, uomo mite e di buona educazione che certamente non lo induce a frequentare le taverne, si sarà accorto che di fronte all’ondata alcolica che è la ragion d’essere della kermesse non vale alcun provvedimento che non sia l’abolizione della medesima».

Anna Girotto


IL GAZZETTINO (Treviso)

«Un centinaio, ma anche un migliaio, ...

«Un centinaio, ma anche un migliaio, di ubriachi sono un dato fisiologico in un manifestazione che vede partecipare 25mila persone. Le degenerazioni si possono evitare con la professionalità dei gestori di osterie e locali». Con la franchezza e la simpatia che lo ha sempre contraddistinto Secondo Scandiuzzi, uno dei padri dell’Ombralonga, non boccia la kermesse, pur auspicando una adeguata attenzione perchè le esagerazioni non trovino spazio.«Più che altro mi sono sembrate esagerate le critiche di questi giorni - dice l’ex patron dell’osteria in piazza Ancilotto - Si fa riferimento all’Oktoberfest: ma ci siete mai andati? Io sì e non ne serbo un buon ricordo. L’aria era irrespirabile nel recinto del festival, altro che qualche pipì fatta all’angolo della strada. Si protesta per i disagi? Per carità, 25 mila persone non sono facili da gestire, ma dopo due ore dalla conclusione dell’Ombralonga tutto era tornato a posto. Non possiamo pensare che un evento del genere, che comunque porta guadagno, possa essere vissuto senza qualche problema».C’è però qualche aspetto dell’edizione 2007 che Secondo non ha apprezzato: «La musica in Piazza dei Signori non ci stava proprio. L’Ombralonga deve essere un’occasione per apprezzare il buon bere, anche per socializzare. Non mi sembra che il continuo tum-tum ad alto volume aiuti questo. Sono stato in uno stand dove tutto era curato a puntino, una cosa bellissima. Ecco, per evitare eccessi, occorre puntare sulla professionalità e sulla responsabilità dei gestori».Per Scandiuzzi sono quest’ultimi il primo "filtro" per impedire comportamenti oltre i limiti: «Basta non servire più da bere a quelle persone che già hanno alzato sufficientemente il gomito. E ben sappiamo che talvolta, per chi non è abituato a bere, bastano due bicchieri per andare su di giri. Dire stop con cortesia ma allo stesso tempo con determinazione può evitare parecchi problemi. Anche perchè ricordo che è il gestore il responsabile di quanto avviene nel locale o negli immediati dintorni». Secondo parla per esperienza diretta: «In oltre quarant’anni ne ho viste di tutti i colori. Ma è sempre bastato avere un atteggiamento fermo per evitare ogni rischio. Tant’è che non ho mai dovuto chiamare le forze dell’ordine». Dunque che l’Ombralunga continui per anni e anni, ma con una certa responsabilità, in primis da parte di chi è addetto alle mescite. Sia sul fronte della quantità, che della qualità.

Davide Nordio


IL GAZZETTINO (Treviso)

LA PAROLA AI LETTORI

Ammiro Giancarlo Gentilini ma questa volta sbaglia

Il vice sindaco Giancarlo Gentilini, che ammiro sia come sindaco che come uomo, cerca sempre, nel limite delle sue possibilità, di risolvere i vari problemi della città. Ma questa volta, mi dispiace, non sono assolutamente d’accordo con lui per quanto riguarda Ombralonga. Quella non è a mio parere cultura, è solo una occasione per bere oltre al dovuto, mettendo in pericolo poi, rincasando la sera alla guida di un’auto, la propria vita e quella altrui. E per tutto questo, a mio parere, è meglio che la manifestazione venga soppressa, che non venga più organizzata nei prossimi anni.

Tonino Lot

Dopo le campagne contro l’alcol non è un controsenso?

Sono residente in centro città. Domenica, uscendo per solo pochi minuti, intorno alle 16 e 30 sono rimasta allibita e allo stesso tempo disgustata di fronte alle scene che mi sono trovata davanti. Dopo tutta la pubblicità che si fa affinché i giovani non si avvicinino all’alcool, è un controsenso permettere questa manifestazione, a mio parere, al limite di ogni senso morale ed educativo (gente che orinava nei canali, porcherie di ogni genere in giro e soprattutto mancanza di rispetto per tutta quella popolazione che ha il diritto come questi individui, di poter camminare in città). Come può il vicesindaco chiamare allegria tutto questo?

Camilla Gasparetto

Un evento che consolida di più il binomio trevigiani-"imbriagoni"

Non potrei essere più d’accordo con quanto scrive R.P. Trovo che il nostro amato prosindaco promovendo questo tipo di manifestazione non abbia dimostrato alcun rispetto per quelle persone (spero che siano tante) che dell’abuso del vino e di alcol ne fanno volentieri a meno. Non mi pare che (per quello che riguarda l’aspetto finanziario dell’iniziativa) bar e locali del centro abbiano bisogno di promozioni per guadagnare qualche soldino, visto l’affollamento quotidiano e i prezzi tutt’altro che economici. Ma che importanza ha? Ormai in Italia noi trevigiani siamo conosciuti come "imbriagoni" (e gli incidenti lo dimostrano). Consolidiamo quindi questa nostra gloriosa fama che ci fa onore e gridiamo tutti insieme "Viva l’Ombralonga".

Marina Berneri


CORRIERE DELLA SERA

Vorrei solo avere il mio diritto a un drink!

Buonasera,

vorrei chiedere a lei ed ai partecipanti al forum un’opinione sul nuovo provvedimento che vieta la vendita di alcolici nelle discoteche dopo le 2 del mattino. Io ho 22 anni, mi piace divertirmi e avere la possibilità di bere un cocktail alle 3 del mattino se vado a ballare. Non credo che questo mi renda un’irresponsabile. So che se devo guidare non sarà il caso di bere, e altrettanto i miei amici con i quali mi alterno alla guida nelle nostre uscite. Sinceramente a me sembra un provvedimento eccessivo e che non risolverà il problema degli idioti che guidano ubriachi. I gestori delle discoteche hanno trovato il modo di aggirare la cosa vendendo bottigline di alcool puro prima delle 2 e vendendo analcolici con cui mischiare dalle 2 in poi.. a me sembra una cosa triste, non mi va di andare in giro con una bottiglina in mano, in quel caso mi sentirei davvero un’alcolizzata, vorrei solo aver

Sabato, 27 Ottobre 2007
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