Per chi se lo fosse perso aprendo
il seguente link potrà vedere il video de “Le Iene” “Alcol notturno”, trasmesso
giovedì sera. ********************** EPICENTRO Sindrome alcolico fetale La sindrome alcolico fetale
(Fetal alcohol sindrome, Fas) è la più grave delle patologie del feto indotte
dal consumo di alcol durante la gravidanza. Nella letteratura medica moderna le
prime segnalazioni degli effetti nocivi del consumo di alcol in gravidanza
risalgono alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso. Per molto tempo,
infatti, si è ritenuto che le anomalie dello sviluppo dei neonati fossero
imputabili alla cattiva qualità degli spermatozoi, a fattori ereditari o
ambientali. Il riconoscimento delle
alterazioni provocate dall’alcol sullo sviluppo intrauterino è avvenuto solo
recentemente: la prima descrizione clinica di sintomi chiaramente riconducibili
ai danni pre e postnatali dell’alcol è stata pubblicata in Francia nel 1968 e,
pochi anni dopo, negli Usa. Da allora studi sempre più numerosi, condotti in
tutto il mondo, hanno permesso di definire meglio la gamma dei diversi disturbi
del feto correlati all’esposizione all’alcol, denominata “spettro dei disordini
feto-alcolici” (Fasd), e la loro diffusione nei diversi Paesi. A parità di statura, il corpo
delle donne contiene una minore percentuale di acqua rispetto agli uomini, per
cui, dopo aver bevuto un uguale quantitativo di una bevanda alcolica la
concentrazione di alcol nel sangue delle donne è maggiore rispetto a quella
degli uomini. I tempi di eliminazione dell’alcol, già lunghi nella donna, sono
per il feto ancora più dilatati. Se una donna incinta consuma bevande
alcoliche, l’alcol e, soprattutto, l’acetaldeide (prodotto della
metabolizzazione dell’alcol) giunge direttamente nel sangue del nascituro attraverso
la placenta. Il feto non essendo in grado di metabolizzare l’alcol come un
adulto, viene di conseguenza esposto più a lungo ai suoi effetti nocivi. Le donne fertili, sessualmente
attive, che consumano più di 7 bevande a settimana e non usano contraccettivi
efficaci, rischiano una gravidanza esposta all’alcol e di dare alla luce un
bambino con deficit intellettivi, cognitivi e psicosociali. La probabilità di
danneggiare il feto aumenta proporzionalmente al consumo di alcol da parte
della madre: ad alto rischio sono i bambini la cui madre ha consumato almeno 80
grammi di alcol puro al giorno. Tuttavia anche l’assunzione abbondante, ma
sporadica, di alcol rappresenta un pericolo per lo sviluppo del feto, poiché il
consumo di alcol può influire sul suo sviluppo in ogni momento della
gravidanza. Ecco alcuni esempi: - le dismorfologie facciali e i
problemi cerebrali si devono all’esposizione all’alcol durante il primo
trimestre di gravidanza - il deficit di crescita è legato
all’esposizione durante la seconda metà della gestazione - l’alterato sviluppo del cranio
è dovuto all’effetto dell’alcol nella quarta settimana di gravidanza - difetti congeniti più gravi di
norma subentrano nei primi tre mesi di gravidanza, periodo in cui si sviluppano
gli organi del bambino e durante il quale spesso le donne sono ancora inconsapevoli
del proprio stato. Sono stati utilizzati molti
termini per descrivere i problemi dei bambini che soffrono di alcuni dei
sintomi clinici della Fas. Tre di questi sono: “effetti dell’alcol fetale”
(Fae), “disturbi del neurosviluppo relazionato all’alcol” (Arnd) e “difetti di
nascita relazionati all’alcol” (Arbd). La sigla Fae è stata utilizzata
per definire tutte le espressioni parziali della Fas, soprattutto in ambito
neurologico. Gli effetti dell’alcol fetale possono limitare le facoltà
cognitive e psicosociali tanto quanto la Fas, ma non ne rappresentano una
manifestazione mitigata. Nel 1996 l’Oms ha sostituito la sigla Fae con i più
specifici Arnd e Arbd. Gli individui che soffrono di Arnd possono manifestare
problemi funzionali o mentali, associati al consumo di bevande alcoliche in
gravidanza, tra cui i disturbi del comportamento e dell’apprendimento. I
bambini che soffrono di Arbd possono invece presentare problemi di cuore, ossa e
udito. L’espressione “spettro dei disordini feto-alcolici” (Fasd) è sempre più
frequente nella letteratura recente e indica l’ampia gamma di danni causati al
nascituro dall’abuso di alcol in gravidanza. Fattori di rischio Non tutte le esposizioni
all’alcol nel grembo materno comportano danni gravi alla salute del nascituro:
il rischio di partorire un bambino con sintomi della sindrome fetale alcolica
(Fas) è stimato attorno al 30-40% delle gestanti con un forte consumo di alcol
in gravidanza. Attualmente non è nota la ragione
della diversa suscettibilità dei bambini agli effetti dell’alcol, ma è
ragionevole pensare che la diversa risposta del feto sia dovuta alla
combinazione di abuso di alcol, fattori genetici, deficit nutrizionali, fumo
e/o abuso di droghe. I fattori che sembrano concorrere maggiormente alla
formazione dei danni pre e postnatali specifici sono: quantità di alcol consumato
durante la gravidanza - tipologia del consumo di alcol
(cronico o occasionale) - intensità dell’esposizione - periodo dell’esposizione - interazione con altre sostanze
(tabacco, droghe, medicinali) - fattori alimentari - predisposizione genetica - condizioni di vita - ceto sociale, livello
d’istruzione e stato civile della madre. Sintomi fisici I bambini affetti da Fas
manifestano peculiarità fisiche specifiche, soprattutto della testa e del
volto. Segni caratteristici nel viso sono: pieghe agli angoli degli occhi,
fessure oculari strette, strabismo, naso corto e piatto, labbro superiore
sottile e vermiglio, solco naso-labiale allungato e piatto, fronte lunga e
stretta, ipoplasia mascellare e mandibolare. Le anomalie oculari che si
osservano nei bambini affetti da Fas indicano che gli occhi sono
particolarmente sensibili all’alcol durante la fase dello sviluppo: ai segni
visibili si associano ipoplasia del nervo ottico, aumentata tortuosità dei
vasellini retinici e capacità visive ridotte. Anche il sistema scheletrico
subisce le conseguenze dell’esposizione all’alcol. È stato osservato un ritardo
rilevante nell’età ossea media nei bambini affetti da Fas, che continua negli
anni dell’adolescenza, ravvisabile nei valori inferiori alla media di altezza,
peso corporeo e circonferenza cranica. Altra manifestazione clinica comunemente
associata alla Fas è la presenza di un grado variabile di microcefalia, ovvero
una ridotta circonferenza del cranio, che rappresenta anche la più sicura
evidenza della presenza di un danno cerebrale. Le altre anomalie registrate a
livello cerebrale sono legate alla riduzione nella dimensione della volta
cerebrale e cerebellare, dei gangli basali e del diencefalo. Sono presenti
anche malformazioni cardiache, in particolar modo rappresentate dai difetti del
setto ventricolare. Disturbi psicologici e neurologici Un’alta percentuale di pazienti,
esposti a quantità elevate di alcol durante la gestazione, che manifesta le
caratteristiche tipiche della Fas nella crescita e nel viso, non presenta
evidenze di danno cerebrale organico, ma piuttosto significativi deficit
comportamentali e cognitivi. I disturbi neurologici e neuropsicologici che compongono il
quadro clinico della Fas sono: - disturbi del sonno e riflesso
di suzione ridotto - ritardo dello sviluppo mentale - deficit intellettivo - disturbi dell’attenzione e
della memoria - disturbi della motricità fine - iperattività e impulsività - disturbi dell’eloquio e
dell’udito. Le anomalie comportamentali e
cognitive possono essere rilevate attraverso test psicometrici specifici per
età, eseguiti generalmente dopo i 5 anni, utili non solo per stabilire la
diagnosi ma anche per organizzare un piano di trattamento ad hoc. Diagnosi Una diagnosi attendibile della
Fas è possibile se l’eccessivo consumo di alcol della madre è documentato e se
si verificano i seguenti tre casi: - ritardo pre e postnatale della
crescita - peculiarità fisiche specifiche,
soprattutto della testa e del volto - disfunzioni del sistema nervoso
centrale e danni conseguenti. La diagnosi finale combina la
valutazione psicologica, i segni fisici e la storia prenatale, richiedendo lo
sforzo congiunto di genetisti, psicologi clinici, logopedisti e neuropsicologi.
La Fas solitamente viene
diagnosticata tardi nell’infanzia, sebbene la diagnosi precoce risulti
fondamentale per garantire al bambino l’accesso a programmi educativi e servizi
sociali costruiti intorno a lui e alla sua famiglia. I bambini affetti da Fas
che ricevono un’educazione speciale hanno infatti maggiori probabilità di
sviluppare pienamente il proprio potenziale. Per i nascituri è invece
possibile identificare la Fas attraverso la diagnosi ecografica prenatale
incentrata su: ritardo di crescita intrauterino, specifico dismorfismo
facciale, malformazioni del corpo calloso, dei tessuti oculari e renali. Prevenzione La Fas è un’affezione invalidante
permanente che debilita l’individuo sia a livello mentale che fisico. Tuttavia
è una sindrome prevenibile al 100% se si evita di assumere alcolici in
gravidanza. Attualmente non c’è una cura per
la Fas, ma l’identificazione e la diagnosi precoce della malattia permettono di
fornire ai bambini che ne sono affetti servizi e forme di assistenza mirati. La
Fas è al contempo un problema medico e sociale: i dati epidemiologici
dimostrano che, nonostante l’evidenza degli effetti dannosi correlati all’abuso
di alcol, l’incidenza della Fas è in aumento. Questo è primariamente dovuto
alla mancanza di un’adeguata consapevolezza nell’opinione pubblica, che tende
ad associare il problema della Fas all’assunzione di bevande superalcoliche,
sebbene possa risultare pericolosa per il feto anche una moderata assunzione di
birra e di vino. Dal punto di vista medico, finché
non viene identificato il danno indotto dall’alcol, è difficile suggerire
misure preventive efficaci. Tuttavia alcune indicazioni generali possono
risultare utili: la somministrazione di
antiossidanti (vitamina E, C e beta-carotene), nell’ipotesi che l’alcol
determini il danno attraverso la generazione di radicali liberi l’uso di fattori antiapoptosici la somministrazione di acido
retinoico, per favorire il normale sviluppo dell’embrione. Una prevenzione efficace deve articolarsi su più livelli: - informare le donne in gravidanza e i loro partner sul
rischio rappresentato dall’alcol per il nascituro. Il consumo di alcol senza
rischi per il bambino non esiste, pertanto le donne incinta farebbero bene a
rinunciare completamente all’alcol o a limitarlo il più possibile - riconoscimento tempestivo da
parte del medico del rischio correlato ad una gravidanza esposta all’alcol. Una
cura tempestiva può aiutare il feto a svilupparsi in modo sano, anche nel caso
in cui sia già stato esposto a grandi quantità di alcol - sensibilizzazione della
popolazione sulla necessità di rinunciare all’alcol in gravidanza. Gli argomenti
su cui insistere sono: i pericoli per il nascituro, l’assunzione di
responsabilità da parte di partner e familiari, l’uso di un contraccettivo
efficace per le donne sessualmente attive e dedite all’alcol (poiché potrebbero
rimanere incinta e non saperlo per varie settimane ed oltre). IL DIVIETO Vicenza torna in primo piano: mass media scatenati a caccia del
provvedimento che sta facendo scuola in molte amministrazioni comunali italiane
Scattano le prime multe anti-alcol I tre giovani erano in stato di alterazione psicofisica e avevano birre
Gian Marco Mancassola Scattano le prime multe
anti-alcol. L’ordinanza che sta facendo discutere in tutta Italia era entrata
in vigore da poche ore quando una pattuglia della polizia locale ha applicato
il provvedimento alla lettera, pescando in flagrante tre ragazzi. L’episodio
risale a mercoledì sera. Lo scenario è il centro storico, lungo corso Palladio,
dalle parti di piazza Castello, intorno alle 22.30. I vigili sono stati
attirati dalla vivace lite fra due ragazzi e un anziano, che protestava
lamentando il comportamento di un terzo giovanotto, impegnato a orinare sul
muro di un palazzo. Secondo quanto viene riferito dal
comando di contrà Soccorso Soccorsetto, i tre giovani, due dei quali minorenni,
erano «in stato di alterazione psicofisica» e «vagavano per piazza Castello con
appresso alcune bottiglie di birra». Fermati e identificati, i tre si
sono beccati i primi verbali per aver violato l’ordinanza che vieta di
«detenere e consumare bevande alcoliche nelle aree verdi e nelle vie e strade
pubbliche». Umiliazione finale, i due minorenni sono stati accompagnati alla
centrale in attesa che i genitori se li venissero a riprendere. Dagli annunci si è presto passati
ai controlli e alla tolleranza zero. In breve, la Vicenza analcolica è
diventata un caso nazionale: ne parlano telegiornali, quotidiani e riviste. A
palazzo Trissino arrivano telefonate di amministrazioni comunali che chiedono
copia del provvedimento destinato a fare scuola. La pressione è già alle stelle,
al punto che il via libera all’ordinanza non poteva restare nell’alveo della
boutade. Il vicesindaco e assessore alla Pubblica sicurezza Valerio Sorrentino
lo aveva detto in tutte le salse: non scherziamo. E così è stato. (*) Ieri, dopo un’intervista ai
microfoni di Studio Aperto, il notiziario di Italia 1, Sorrentino ha ribadito
alcuni concetti: «Nel nostro mirino ci sono disagiati e sbandati, alcolizzati
che con il loro comportamento risultano molesti e creano situazioni di degrado.
La tradizione veneta dello spritz non viene minimamente toccata. Il nostro
provvedimento è un assist a bar e ristoranti che possono continuare a servire
gli aperitivi, segnalando casi estremi. Abbiamo voluto soltanto dotarci di uno
strumento per intervenire come ci veniva richiesto dagli abitanti di zone a
rischio come alcuni parchi e quartieri cittadini». Ben presto, però, l’ordinanza sta
diventando un segnale contro l’alcolismo nel mondo giovanile: «Molti ragazzi -
commenta il sindaco Enrico Hüllweck - acquistano alcolici nei supermarket per
consumarli per strada, come accaduto nell’ultimo sciopero contro gli esami di
riparazione: alcuni sono stati segnalati semi-ubriachi sdraiati a terra. Questo
provvedimento aiuta la lotta contro l’alcolismo». (*) Nota: dopo aver più volte
auspicato misure concrete, rigore nell’applicazione delle leggi, provvedimenti
che tutelino dai danni causati dagli alcolici, siamo stati colti di sorpresa.
Un provvedimento concettualmente semplice, volto a limitare i danni sociali
dell’alcol e applicato con determinazione. Vedremo nel tempo se emergeranno
risvolti negativi. Per ora non ne vediamo. La speranza, anzi, è che si crei un
circolo virtuoso. Ad esempio: il minor consumo di alcolici nei luoghi pubblici
renderà più visibili le trasgressioni. La possibilità di riguadagnare spazi di
vita sociale, darà tangibilmente la misura delle opportunità prima sottratte
dall’alcol. Così come è spesso impossibile stabilire un nesso causale tra alcol
e problemi correlati, allo stesso modo non si può ipotizzare tutti gli effetti
positivi di una limitazione del bere. Ma dovrebbe valere la regola che il
cambiamento produce cambiamento. IL GAZZETTINO Il sindaco leghista sta preparando l’ordinanza che entrerà in
vigore dopo la Fiera Franca. Per chi trasgredisce una multa da 250 euro Cittadella, niente alcol nei
luoghi pubblici Bitonci: «Non sono un
proibizionista, ma bisogna combattere il degrado e gli episodi di ubriachezza» Basta sbevazzare in mezzo alla
strada, per chi si ostina è pronta una multa di 250 euro. L’ordinanza sarà
firmata dal sindaco Massimo Bitonci martedì prossimo. Salva, quindi, la
tradizionale Fiera Franca che cade proprio questo fine settimana, gli esercenti
possono tirare un sospiro di sollievo. Ecco cosa prevede l’ordinanza: nessuno
potrà più consumare alcolici nei luoghi pubblici. Unica eccezione, gli spazi
adiacenti ai bar per i quali si paga la tassa per l’occupazione di area
pubblica. «Non sono un proibizionista ma è
necessario intervenire contro l’abuso di alcol, un fenomeno che si sta
diffondendo soprattutto tra i più giovani - afferma il sindaco Massimo Bitonci
- La mia è un’ordinanza che vuole colpire tutte le manifestazioni di degrado
urbano che si sono riscontrate nel nostro Comune: solo la scorsa settimana sono
state trovate cinquanta bottiglie abbandonate proprio davanti alla porta del
Municipio. Ricevo continue segnalazioni dai cittadini infastiditi per gli
episodi di ubriachezza a cui sono costretti ad assistere anche in pieno centro
storico». L’ordinanza sarà estesa all’intero territorio comunale (ad oggi sono
stabilite restrizioni solo per alcuni specifici locali, al fine di evitare il
disturbo della quiete pubblica), e sarà fatta rigorosamente rispettare dalla
Polizia Municipale. Vietato bere alcol anche nei giardini pubblici: da martedì
chi vorrà fare un pick nick assieme alla famiglia mangiando un sandwich potrà
bere solo bibite senza alcol, altrimenti sarà multato. Guerra all’alcol non solo con
disposizioni repressive ma anche con campagne di prevenzione: è quasi pronto il
progetto degli Assessori Corrado Bolesani (Sanità) e Francesco Pozzato (Sport e
Politiche giovanili) in collaborazione con l’USL n. 15 per combattere la
diffusione di alcolici fra i giovanissimi. «Abbiamo fatto delle indagini
conoscitive nelle scuole superiori di Cittadella - spiega Bolesani - Dai dati
che sono emersi, e che corrispondono con quelli dell’USL, abbiamo appurato che
il primo approccio dei ragazzi cittadellesi con le sostanze alcoliche avviene
già ad 11-12 anni, mentre è tra i 15 e 19 il picco massimo di assunzione. Dagli
studi effettuati è anche risultato che l’alcol è la naturale porta d’ingresso
per l’utilizzo di altre sostanze stupefacenti». Giovanna Frigo ALCOLISMO Alcol-Droga. Crepet: leggi
restrittive e repressive di un fenomeno gravissimo Ci sono le lobby, ci sono gli
interessi economici, alla faccia dei ragazzi morti, si continua a poter
lasciare le discoteche aperte fino alle otto di mattina; si può continuare a
vendere alcol a chiunque si presenti in un supermercato La sala conferenze di Villa Di
Pasquale ha ospitato il Convegno Regionale sul tema "Alcol-Droga e
Guida", nel corso del quale è stato presentato un Progetto realizzato in
sinergia tra le più alte rappresentanze Istituzionali, al grido dello slogan
" Non bere la tua vita per strada"; rivolto a tutti i ragazzi che
escono dalle discoteche imbottiti di sostanze alcoliche e di droghe, e che
guidano mettendo a repentaglio la propria vita e quella di vittime innocenti. Attesissimo, come preannunciato,
l’incontro con il noto psichiatra Paolo Crepet che ha testimoniato come le
misure restrittive adottate in tanti paesi stranieri abbiano raggiunto
risultati ragguardevoli nella lotta per la repressione del fenomeno tristemente
noto delle stragi dei fine settimana. Nel nostro incontro con Il Prof.
Crepet gli abbiamo chiesto: - SI BEVE, PERCHE’ ? Ah, per tanti motivi, il bere di
per se è anche una cosa bella, positiva, il vino è cultura, è amicizia, è fraternità,
è solidarietà... naturalmente sono gli eccessi che fanno paura e quelli sono
portati dalla noia, dalla frustrazione, dall’abbassamento del livello della
nostra quotidianità; quindi della impossibilità di progettarsi una vita,
sentirsi in qualche modo in gabbia. - POTREBBE ESSERE, IL BERE, UNA
AUTO PUNIZIONE? Mah, è il suicidio di chi ha
tempo per farlo, un suicidio lento, naturalmente, in cui i rapporti con la vita
sono sempre più declinanti, per cui diventa anche, poi, a volte, una sorta di
abitudine quando ad esempio ritieni di non essere adeguato e quindi cominci
bevendo qualche cosa perchè così ti senti più disinibito,e poi questa cosa
degenera. L’uomo pensa sempre di essere più forte delle componenti esterne, sia
metereologiche, sia chimiche; non è così, è più forte la natura, è più forte
l’esterno dell’interno. - QUANDO UNA PERSONA PUO’ CAPIRE
CHE E’ IN TEMPO A SMETTERE PRIMA CHE LA COSA DEGENERI? La coscienza è una cosa
assolutamente individuale, io penso che ci siano anche delle responsabilità,
credo che questo Paese dovrebbe anche far vedere che non vogliamo questo;
perchè un padre - e lo Stato è un padre - dovrebbe essere autorevole in questo,
dire delle cose che secondo me sono ovvie, che un ragazzino non può andare al
bar e bere quel che vuole. Dico una cosa rivoluzionaria in questo Paese,
altrove si chiede la patente per poter bere; da noi a quindici anni puoi bere
tre whisky e nessuno ti dice niente, ma questo è un fallimento totale! un
fallimento della morale, dell’etica, del rispetto degli altri, perché
facendogli fare quello che vuole non si rispetta nessuno. Questo non rispetta
nessuno, non rispetta gli altri, perchè prende il motorino, ammazza un bambino
e poi c’è un altro funerale e diremo che dobbiamo fare... a noi piace andare ai
funerali questo è il problema, noi siamo fatti per i funerali, non siamo fatti
per i battesimi. - QUINDI LE CAMPAGNE DI
SENSIBILIZZAZIONE FATTE FINORA? Ma dove le ha viste lei le
campagne di sensibilizzazione, ma se il Ministero della Sanità sta ancora
ragionando se fare le cose che le ho appena detto e che in Inghilterra, negli
Stati Uniti, in Germania, ovunque, nei Paesi seri, le fanno da decenni! Lei
capisce, perchè lo fanno? E lo sappiamo tutti perchè! Perchè non è un ministro
disattento questo, piuttosto che l’altro e quell’altro ancora, è che ci sono le
lobby, ci sono gli interessi economici, commerciali per cui, alla faccia dei
ragazzi morti, si continua a poter lasciare le discoteche aperte fino alle otto
di mattina; si può continuare a vendere alcol a chiunque si presenti in un
supermercato. E questo è perchè tutti ci devono guadagnare, tutti devono
campare. Questa è la legge più innaturale, più indecente che ci sia.- Il Prof. Crepet continua a
sostenere che, affinchè la sensibilizzazione produca i suoi effetti, sono
necessarie campagne di informazione ma soprattutto leggi restrittive e
repressive di un fenomeno gravissimo affrontato, finora, solo da una sparuta
minoranza e con mezzi limitati. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
REPUBBLICA.IT) Ubriachi al volante? Addio
palloncino Per scoprirlo basta la carezza di "Ekey" Sonia Papuzza 26/10/07 - Prova del palloncino,
test di equilibrio, tampone per raccogliere il sudore. Sono diversi gli
strumenti usati sulla strada per scoprire chi guida ubriaco e impedirgli quindi
di scorrazzare con il proprio mezzo. Ma tra poco vedrà la luce anche un nuovo
rilevatore di ebbrezza, che è ancora in fase di studio, ma a detta dei suoi
inventori è più sicuro ed efficace degli altri. Sì, perché nessuno di quelli in
uso finora è completamente attendibile: l´unico metodo di accertamento sicuro
al cento per cento è quello dell´analisi chimica, che permette di controllare
la presenza effettiva di alcol nel sangue. Ma è anche l´unico metodo che non
può essere usato dalle forze dell´ordine nelle strade, perché comporta il
prelievo di un campione di sangue ed è quindi, oltre che estremamente invasivo,
anche scomodo. A risolvere il problema sono stati
quattro giovani palermitani che con il loro progetto, "Ekey", hanno
vinto pochi giorni fa il premio speciale del concorso "Fai valutare la tua
idea imprenditoriale" indetto dalla Camera di commercio di Milano. «Ekey è
un rilevatore etilico di nuova concezione - spiega Davide Mannone, responsabile
del progetto - che permetterà di misurare il tasso alcolico nel sangue
evidenziandone la presenza attraverso degli emettitori e rilevatori di onde
elettromagnetiche. L´unico metodo infallibile oltre a quello del prelievo
sanguigno». Infatti con gli altri strumenti, come il famoso
"palloncino" o il tampone, i risultati possono essere inficiati da
fattori esterni o dalle condizioni psicofisiche del soggetto, come l´avere
appena fumato una sigaretta o essere in iper-ventilazione. In pratica gli esiti possono
essere falsati se l´esame non viene eseguito più volte e in totale assenza di
possibili interferenze esterne. Per di più la strumentazione necessaria è
piuttosto ingombrante e poco agevole. Il metodo che sta alla base di Ekey
invece, quando verranno stabiliti i parametri definitivi, sarà completamente
attendibile. Il principio è quello dell´assorbimento di energia delle onde
elettromagnetiche che passano attraverso i tessuti biologici: in pratica,
vengono emesse delle onde e viene rilevato quante di queste attraversano il
tessuto e quante no. Conoscendo lo spettro di
assorbimento delle onde dell´etanolo, è possibile individuare quanto ne è
contenuto nel tessuto oggetto dell´esame e quindi nel sangue. Le onde elettromagnetiche
sono già in uso in medicina per lo studio di alcune componenti ematiche, come
ad esempio l´ossigeno, e l´utilizzo di questo sistema permette costi contenuti
e dimensioni ridotte, tanto che Ekey potrebbe assumere la forma di un
portachiavi o di un sensore posto sul cruscotto dell´auto accanto al volante.
Per la rilevazione infatti basta un dito: l´etanolo si distribuisce
uniformemente nell´acqua presente all´interno del corpo e quindi la sua
presenza può essere rilevata tanto in un polpastrello quanto nel braccio, nel
lobo dell´orecchio e in qualsiasi altro punto venga ritenuto più comodo. Gli ideatori di ekey sono Davide
Mannone, Alfredo Catalano, Salvatore Ritrosi e Dario Rocco. Tutti laureati alla
facoltà di Ingegneria di Palermo. Con il premio ricevuto dalla Camera di
commercio milanese vogliono fondare un´azienda e andare avanti con il progetto.
«Stiamo cercando degli investitori - conclude Mannone - che ci permettano di
spingere sull´acceleratore soprattutto ora che la situazione degli incidenti
stradali causati dall´ebbrezza sta diventando emergenza». Intanto il gruppo ha
incassato l´interessamento del Ministero della salute e l´appoggio
dell´Università di Palermo, che si è impegnata a condurre gli studi sulle onde
elettromagnetiche, sulle migliori frequenze da utilizzare e sulle possibili
interazioni di altre sostanze, come i farmaci, anche solo temporaneamente
presenti nell´organismo. ALCOLISMO Sondaggio: discoteche contrarie al divieto di alcol dopo le 2 I gestori hanno annunciato: da
questo weekend parte la raccolta firme in Valtellina. Sei favorevole? Le discoteche della provincia di
Sondrio dicono no al divieto di somministrazione di alcolici dalle due di
notte, previsto dall’articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale recentemente
approvata dal Senato, e, unendosi alla campagna nazionale promossa dal Silb
(Sindacato Italiano Locali da Ballo) e già in atto in numerose città italiane,
lanciano la raccolta firme tra i clienti dei locali notturni contro il
provvedimento. Giancarlo Stampa."Non si
tratta - spiega Stampa - di mettere in discussione il principio di tutela della
salute, ma di riconoscere che il divieto ha di fatto peggiorato la situazione,
perché ha aumentato in maniera esponenziale i comportamenti a rischio".
Sono infatti sempre più numerose le persone che, indotte dai limiti temporali
appena introdotti, fanno il pieno di alcol e, a partire dalle due di notte, si
riversano sulle strade in stato di ebbrezza. "Con questa legge, assurda e
contestata da tutti (compresi i clienti), anziché punire chi fa abuso di alcol,
si puniscono le imprese di intrattenimento e di spettacolo. Per questa ragione,
a partire da sabato 27 ottobre, abbiamo deciso di promuovere la raccolta firme
tra i nostri clienti". La situazione determinata
dall’entrata in vigore del nuovo provvedimento non è infatti più tollerabile.
"Gli escamotage trovati per aggirare i nuovi ‘paletti’ sono semplici e
alla portata di tutti, rendendo la norma ipocrita e del tutto inefficace. Se da
un lato si proibisce alle discoteche di somministrare alcolici dopo le due di
notte, dall’altro non si vieta di bere o vendere alcol dopo le due di
notte". Facile, dunque, rifornire la propria auto di alcolici o
approvvigionarsi in altri punti vendita (come per esempio i punti di ristoro
"Mobili" che come funghi ogni sabato sera spuntano numerosi in
prossimità delle discoteche o circoli privati) non toccati dal divieto. No al proibizionismo, che
colpisce la libertà individuale di tutti i cittadini e la libertà d’impresa, e
sì alla prevenzione, attraverso l’etilotest per la misurazione del tasso
alcolemico e l’introduzione del ‘guidatore designato’. Questo, in sintesi, il
messaggio lanciato dal Gruppo Locali da Ballo della provincia di Sondrio. "Noi
gestori siamo i primi a essere interessati alla tutela dei nostri clienti e
alla sicurezza sulle strade. Non a caso - ribadisce Stampa - in questi anni le
campagne di sensibilizzazione hanno visto la nostra categoria sempre in prima
fila e con un ruolo attivo". Nel corso dell’assemblea del
Gruppo Locali da Ballo si è discusso anche di abusivismo, un altro problema che
colpisce la categoria e che sta riprendendo piede in maniera vigorosa. IL TRENTINO di Silvia Conotter Alcol vietato di notte: «Sarà la
rovina dei pub» Vitale (Momà): «Altri colleghi hanno dovuto tagliare il personale» TRENTO. Gestori dei locali
notturni trentini allarmati per l’entrata in vigore della legge nazionale che
impone di interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 di
notte. «Non solo è un grave danno economico per la categoria, ma soprattutto è
un provvedimento che non risolve il problema», sostengono in coro. I controlli
della polizia municipale non sono iniziati, in attesa della riunione interna di
martedì prossimo che stabilirà la linea operativa da seguire. I gestori
comunque ne sono certi: le conseguenze economiche per la loro attività saranno
pesanti. Lo stop alla vendita degli alcolici dopo le due di notte riguarda
tutti i locali dove assieme alla somministrazione si svolgono, con qualsiasi
modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento.
«Ci sono già dei locali fuori provincia che hanno tagliato il personale -
racconta Pablo Vitale, nuovo gestore del Momà ma da anni attivo nei locali
notturni trentini - se fosse un provvedimento del governo che incide sul
problema alcol lo rispetterei, ma qui ci troviamo di fronte ad un serio
danneggiamento economico, con il rischio che la gente si ubriachi prima delle
due e poi guidi oppure che le serate proseguano in macchina o in strada con
bottiglie di superalcolici comprate prima». Dello stesso parere anche Moli, che si occupa delle pubbliche
relazioni di Studio Uno, la discoteca in Bondone: «Non è il modo giusto per
risolvere il problema - afferma - se una persona si vuole ubriacare lo fa anche
prima delle due e poi guida lo stesso. Invece di puntare sulla prevenzione o le
campagne di sensibilizzazione si è voluto fare una legge assurda, che danneggia
solamente le imprese». La preoccupazione degli operatori è fortissima. Soprattutto
di chi ha appena investito in nuove attività legate al mondo della vita
notturna e non si aspettava affatto l’entrata in vigore di questa legge. A
livello nazionale, per capire la consistenza del giro d’affari, è stata stimata
una diminuzione dei consumi pari a 2,5 miliardi di euro, con la conseguente
perdita di 50 mila posti di lavoro. Fa discutere anche l’obbligo per i gestori di collocare all’uscita
dei locali una macchinetta per l’alcoltest. «Senza delle attività di
sensibilizzazione è inutile - dichiara Mauro Ioniez, titolare della Cantinota
di via S.Marco - quell’apparecchio si trasforma in un gioco per vedere chi ha
bevuto di più». E aggiunge: «Non è stato considerata neanche la perdita di
attrattiva turistica complessiva del nostro Paese che sarà privato di un
segmento rilevante dell’offerta di divertimento. Chi vorrà bere di notte andrà
in Austria. Con qualche ora di macchina si potrà continuare ad avere la vita
notturna di sempre. Per gli esercenti che operano non lontano dal confine è un
bel problema». E pensare che tutti i gestori propongono soluzioni alternative
ampiamente condivisibili. Pablo Vitale, ad esempio, propone delle convenzioni
con i taxi. In modo tale da ridurre i rischi di incidenti stradali a causa
dell’alcol. «Oppure potrei anche offrire da bere gratis a chi decide di non
bere alcolici per poi riportare a casa gli amici in sicurezza - afferma -
applicando un braccialetto all’entrata non sarebbe complicato. Questi sono i
modi per combattere l’eccessivo utilizzo di alcol». <> IL TRENTINO Già nato il kit per lo sballo fai-da-te Le contromosse dei ragazzi per aggirare i divieti TRENTO. Fuori provincia alcuni gestori si sono già attrezzati per
aggirare il divieto di somministrare alcol dopo le due di notte. A Bressanone
Peter Dorfman, della discoteca Max, ha introdotto il servizio di “deposito
bottiglie”: chi compra una bottiglia alcolica la può consegnare al deposito
ricevendo un numero che viene abbinato al suo acquisto. Da quel momento in poi
il cliente può andare a ritirare la sua bottiglia in qualsiasi istante, anche
dopo l’entrata in vigore del divieto. A sorpresa, nelle discoteche spuntano
anche i kit fai da te per prodursi i drink alcolici anche senza l’ausilio del
barman. In un sacchetto ci sono le diverse componenti, che poi si possono
mescolare facilmente per strada o in macchina. IL GAZZETTINO (Pordenone) Torna al Deposito Giordani l’iniziativa contro gli incidenti del sabato
sera Concerto premio anti-alcol (l.r.) Tornano i concerti al
Deposito Giordano. E con la musica e le band torna anche l’iniziativa
anti-stragi del sabato sera. Alcuni giovani volontari distribuiranno - come
accaduto per l’intera stagione invernale dello scorso anno - degli alcoltest ai
quali i giovani che usciranno dal concerto potranno sottoporsi. E chi si
asterrà dal bere potrà vincere il biglietto del concerto successivo. Al Deposito Giordani, dove la
musica live tornerà a partire da oggi, sarà rinnovata per il terzo anno
l’iniziativa "Stasera non bevo e un concerto a gratis mi vedo"
promossa in collaborazione, fra gli altri, con l’assessorato alle Politiche
sociali del Comune, il Servizio di Alcologia dell’Ass e l’Acat di Pordenone:
all’uscita del locale sarà installata dalle 23 una tenda nella quale il
conducente di un’auto con almeno due passeggeri a bordo potrà sottoporsi al
test dell’etilometro. Se l’esito sarà negativo riceverà un biglietto omaggio
per il concerto successivo ospitato dalla struttura di via Prasecco. «Lo scorso anno questa proposta -
riferisce Attilio Perissinotti - ha sortito buoni risultati. Da gennaio a
primavera le persone "controllate" sono state poco meno di 200. Il
nuovo provvedimento? Fermo restando che ci tocca poco, in quanto il Giordani
alle due di notte chiude, ritengo che sia insensato. Primo, perchè coinvolge
solo chi fa intrattenimento, secondo - prosegue Perissinotti - perché
incentiverà, come è già iniziato ad accadere, lo smercio abusivo di alcolici
senza intaccare il cuore del problema. Lo scorso fine settimana mi è capitato
di vedere nel parcheggio di un locale emiliano alcuni ragazzi con le bottiglie
in vendita nel bagagliaio dell’auto». LA GAZZETTA DI PARMA Test antialcol ai «volontari» 250
giovani su 400 fuori legge CONTROLLI DELLA CRI VICINO A
DISCOTECHE E LOCALI SORAGNA - Test antialcol ai
«volontari» 250 giovani su 400 fuori legge. Ha preso il via la campagna di
prevenzione e di informazione promossa dal comitato di Soragna della Croce
Rossa con la collaborazione della polizia municipale delle Terre Verdiane.
Scopo dell’iniziativa è quello di fornire, specialmente ai giovani, tutti i
ragguagli possibili sulla guida in stato di ebbrezza o con valori alterati
dovuti a dipendenze alcoliche, sui pericoli che possono derivare da tale stato
e sulle sanzioni in cui incorre il guidatore. continua... IL GAZZETTINO (Treviso) «I genitori si ribellino
all’Ombralonga» Il centrosinistra chiama a raccolta le famiglie: «A questo punto solo
loro possono bloccarla» Il no all’Ombralonga diventa una questione di sicurezza.
Quest’anno il centrosinistra trevigiano ha scelto di privilegiare le sedi
istituzionali per incidere sull’organizzazione della maratona alcolica. Ha
risparmiato proclami e pubbliche accuse e lunedì scorso ha deciso di farsi
sentire direttamente in seconda commissione; quella che comprende tutte le
iniziative collegate alla sicurezza stradale. «Abbiamo chiesto una presa di
posizione netta, sia in termini culturali che educativi - spiega Lorenzo Biagi,
leader dell’opposizione -. Non è possibile infatti che la Provincia metta a
disposizione una postazione per la rilevazione del tasso alcolemico
all’Ombralonga e poi spenda una grandissima quantità di risorse per la
sicurezza stradale. È un controsenso, ma naturalmente ci è stata data la solita
risposta e cioè che la competenza è del Comune e non nostra». Insomma: la Provincia sarebbe
impotente; e per questo il centrosinistra trevigiano, dopo anni di dura
contrapposizione politica alla manifestazione, ha deciso di puntare sulla
società civile, perché siano le persone comuni a portare avanti le rimostranze
della città contro "un evento che dequalifica Treviso". «È una
manifestazione che non ha ragione d’essere - prosegue Biagi -. Ci vorrebbe una
buona dose di coraggio per sopprimerla e voltare pagina anche se devo dire che
mi sento frustrato. Per questo dopo anni di battaglia è giunto il momento che a
prendere una posizione risoluta non siano solo le parti politiche ma anche
tutte quelle persone che vedono in quest’evento lo stravolgimento dei valori
dell’educazione, del lavoro e della qualità. Mi riferisco in particolare alle
associazioni dei genitori che dovrebbero intervenire per dire che siamo
diventati ostaggio della follia che sostiene questa manifestazione». Anche Donata Demattè (Margherita)
insiste sulla diseducatività dell’evento chiedendo che siano i cittadini a
mettere la parola fine all’Ombralonga. «In termini diretti Comune e Provincia
hanno tolto il patrocinio - spiega la consigliera provinciale -, ma in realtà
il vicesindaco continua a promuovere la manifestazione come festa popolare
identificando la gioventù con il bere in eccesso. Purtroppo c’è la volontà di
tenere la città a questo livello. È il termine stesso ’Ombralonga’ che dà il
senso della manifestazione. E così Treviso viene ricordata per questo invece
che per eventi culturali, iniziative per la crescita giovanile, spazi pubblici
e mostre come quelle di Cassamarca e Goldin che non siamo più riusciti a
replicare». Infine Ernesto Brunetta,
consigliere comunale dei Ds, ironizza sulla parolina "doc"
appiccicata all’edizione 2007 dell’Ombralonga: «Penso che l’assessore
Cecconato, uomo mite e di buona educazione che certamente non lo induce a
frequentare le taverne, si sarà accorto che di fronte all’ondata alcolica che è
la ragion d’essere della kermesse non vale alcun provvedimento che non sia
l’abolizione della medesima». Anna Girotto IL GAZZETTINO (Treviso) «Un centinaio, ma anche un
migliaio, ... «Un centinaio, ma anche un migliaio,
di ubriachi sono un dato fisiologico in un manifestazione che vede partecipare
25mila persone. Le degenerazioni si possono evitare con la professionalità dei
gestori di osterie e locali». Con la franchezza e la simpatia che lo ha sempre
contraddistinto Secondo Scandiuzzi, uno dei padri dell’Ombralonga, non boccia
la kermesse, pur auspicando una adeguata attenzione perchè le esagerazioni non
trovino spazio.«Più che altro mi sono sembrate esagerate le critiche di questi
giorni - dice l’ex patron dell’osteria in piazza Ancilotto - Si fa riferimento
all’Oktoberfest: ma ci siete mai andati? Io sì e non ne serbo un buon ricordo.
L’aria era irrespirabile nel recinto del festival, altro che qualche pipì fatta
all’angolo della strada. Si protesta per i disagi? Per carità, 25 mila persone
non sono facili da gestire, ma dopo due ore dalla conclusione dell’Ombralonga
tutto era tornato a posto. Non possiamo pensare che un evento del genere, che
comunque porta guadagno, possa essere vissuto senza qualche problema».C’è però
qualche aspetto dell’edizione 2007 che Secondo non ha apprezzato: «La musica in
Piazza dei Signori non ci stava proprio. L’Ombralonga deve essere un’occasione
per apprezzare il buon bere, anche per socializzare. Non mi sembra che il
continuo tum-tum ad alto volume aiuti questo. Sono stato in uno stand dove
tutto era curato a puntino, una cosa bellissima. Ecco, per evitare eccessi,
occorre puntare sulla professionalità e sulla responsabilità dei gestori».Per
Scandiuzzi sono quest’ultimi il primo "filtro" per impedire
comportamenti oltre i limiti: «Basta non servire più da bere a quelle persone
che già hanno alzato sufficientemente il gomito. E ben sappiamo che talvolta,
per chi non è abituato a bere, bastano due bicchieri per andare su di giri. Dire
stop con cortesia ma allo stesso tempo con determinazione può evitare parecchi
problemi. Anche perchè ricordo che è il gestore il responsabile di quanto
avviene nel locale o negli immediati dintorni». Secondo parla per esperienza
diretta: «In oltre quarant’anni ne ho viste di tutti i colori. Ma è sempre
bastato avere un atteggiamento fermo per evitare ogni rischio. Tant’è che non
ho mai dovuto chiamare le forze dell’ordine». Dunque che l’Ombralunga continui
per anni e anni, ma con una certa responsabilità, in primis da parte di chi è
addetto alle mescite. Sia sul fronte della quantità, che della qualità. Davide Nordio IL GAZZETTINO (Treviso) LA PAROLA AI LETTORI Ammiro Giancarlo Gentilini ma questa volta sbaglia Il vice sindaco Giancarlo
Gentilini, che ammiro sia come sindaco che come uomo, cerca sempre, nel limite
delle sue possibilità, di risolvere i vari problemi della città. Ma questa
volta, mi dispiace, non sono assolutamente d’accordo con lui per quanto
riguarda Ombralonga. Quella non è a mio parere cultura, è solo una occasione
per bere oltre al dovuto, mettendo in pericolo poi, rincasando la sera alla
guida di un’auto, la propria vita e quella altrui. E per tutto questo, a mio
parere, è meglio che la manifestazione venga soppressa, che non venga più
organizzata nei prossimi anni. Tonino Lot Dopo le campagne contro l’alcol non è un controsenso? Sono residente in centro città.
Domenica, uscendo per solo pochi minuti, intorno alle 16 e 30 sono rimasta
allibita e allo stesso tempo disgustata di fronte alle scene che mi sono
trovata davanti. Dopo tutta la pubblicità che si fa affinché i giovani non si
avvicinino all’alcool, è un controsenso permettere questa manifestazione, a mio
parere, al limite di ogni senso morale ed educativo (gente che orinava nei
canali, porcherie di ogni genere in giro e soprattutto mancanza di rispetto per
tutta quella popolazione che ha il diritto come questi individui, di poter
camminare in città). Come può il vicesindaco chiamare allegria tutto questo? Camilla Gasparetto Un evento che consolida di più il
binomio trevigiani-"imbriagoni" Non potrei essere più d’accordo
con quanto scrive R.P. Trovo che il nostro amato prosindaco promovendo questo
tipo di manifestazione non abbia dimostrato alcun rispetto per quelle persone
(spero che siano tante) che dell’abuso del vino e di alcol ne fanno volentieri
a meno. Non mi pare che (per quello che riguarda l’aspetto finanziario
dell’iniziativa) bar e locali del centro abbiano bisogno di promozioni per
guadagnare qualche soldino, visto l’affollamento quotidiano e i prezzi
tutt’altro che economici. Ma che importanza ha? Ormai in Italia noi trevigiani
siamo conosciuti come "imbriagoni" (e gli incidenti lo dimostrano).
Consolidiamo quindi questa nostra gloriosa fama che ci fa onore e gridiamo
tutti insieme "Viva l’Ombralonga". Marina Berneri CORRIERE DELLA SERA Vorrei solo avere il mio diritto a un drink! Buonasera, vorrei chiedere a lei ed ai partecipanti al forum un’opinione sul nuovo provvedimento che vieta la vendita di alcolici nelle discoteche dopo le 2 del mattino. Io ho 22 anni, mi piace divertirmi e avere la possibilità di bere un cocktail alle 3 del mattino se vado a ballare. Non credo che questo mi renda un’irresponsabile. So che se devo guidare non sarà il caso di bere, e altrettanto i miei amici con i quali mi alterno alla guida nelle nostre uscite. Sinceramente a me sembra un provvedimento eccessivo e che non risolverà il problema degli idioti che guidano ubriachi. I gestori delle discoteche hanno trovato il modo di aggirare la cosa vendendo bottigline di alcool puro prima delle 2 e vendendo analcolici con cui mischiare dalle 2 in poi.. a me sembra una cosa triste, non mi va di andare in giro con una bottiglina in mano, in quel caso mi sentirei davvero un’alcolizzata, vorrei solo aver Sabato, 27 Ottobre 2007
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