LETTERA INVIATA AL GAZZETTINO DA GUIDO DELLAGIACOMA
Egregio Direttore, Non sono d’accordo con quanto
scrive Mauro Corona nel suo articolo sul Gazzettino intitolato “CATTIVI MAESTRI
DELLE OMBRELONGHE”: “…Occorre invece educare. Allo stesso modo che si insegna
a leggere e scrivere, o si insegna l’educazione, bisogna insegnare a bere, che
è una forma di educazione….” Dopo tutte le sue vicissitudine con l’alcol, fedelmente
raccontate nel suo libro “Aspro e dolce”, mi aspettavo da lui un suggerimento diverso che non quello di
dover educare i giovani al bere. Leggendo però quel suo libro ho trovato altri suoi
suggerimenti, che voglio qui di seguito riportare, un po’ diversi da quelli che
dà nell’articolo in questione: “Il pericolo strisciante dell’alcol è che all’inizio ti fa
credere che puoi allontanarlo quando vuoi. Forte di questa certezza ti permetti
la sbronza successiva. In questo modo puoi andare avanti anni con l’illusione
di essere al sicuro. Una bevuta ogni tanto, per allentare i freni inibitori,
affrontare gli occhi del prossimo, lo sguardo delle donne, allontanare la
timidezza. Così si ragiona mentre si mette il piede sul sentiero di non
ritorno. In quel momento è già dipendenza, si adopera l’alcol per affrontare le
situazioni. Anche se ogni tanto, è pericolo.” E qui mi sembra che non insegni a bere ma dia ai giovani e
meno giovani un giusto segnale: state attenti che se iniziate a bere vi mettete
su una brutta via. E qui sotto, nel commentare i risultati di una grande
sbornia, non invita ad educare i giovani al bere ma rafforza ancora di più il
concetto che bere è un rischio: “Quell’avventura mi
aveva impaurito così decisi di ritirarmi per due settimane nel Rifugio Maniago.
Dopo le grandi sbornie mi prende sempre l’inquietudine, la paura di aver
combinato qualcosa. Quel pensiero origina angoscia, una subdola strega che, se
non affronti con decisione, ti induce a bere ancora per dimenticarla. Si diventa preda del vino per uccidere le angosce che lui
stesso ci provoca. Una scala in discesa la cui fine è l’inferno. Ed è facile
mettere il piede sul primo scalino. Soprattutto da giovani. Dal primo scalino
si passa al secondo, al terzo e giù, sempre più in basso. Il vino annienta la
volontà. Da questi rischi mi ha salvato la natura. La fuga solitaria
in mezzo ai boschi, nelle baite, sotto gli antri, nelle caverne come gli uomini
primitivi, nei rifugi d’alta quota o sulle cime, al cospetto del Creato, della
sua forza, della sua energia rassicurante. E’ la medicina che mi dà serenità,
che ravviva la sicurezza spazzata via dalle sbornie. Dopo qualche tempo, in
quei luoghi, in quella pace, torno a vedere chiaro. I problemi
rimpiccioliscono, riprendono la giusta misura, l’ansia se ne va, e se resta mi
fa ridere. Gli spettri alcolici svaniscono come nebbia al sole. E quando tutto
è finito, quando sto di nuovo bene, quando sono ritornato forte, sicuro,
tranquillo, ecco che s’affaccia ancora il diavolo dell’alcol a farmi giocare
ancora una volta la vita in fondo alla bottiglia. Chi non ha provato questi incubi
potrà sorridere ma io non sorrido affatto. Ancora oggi me la devo vedere ogni
tanto con i fantasmi del bicchiere.” Anch’io ho provato questi incubi ed ho passato anni con
gli spettri dell’alcol che mi danzavano dentro, ma per distruggerli
definitivamente, o loro distruggevano me, ho dovuto fare una scelta: o l’alcol
o la vita ed ho scelto la vita! Ho scelto la famiglia, l’amore della moglie,
dei figli, le soddisfazioni del lavoro e la gioia di poter vagare per i boschi
o salire sulle cime non per scappare dalla mia coscienza o dagli incubi
alcolici, ma per ammirare ed immergermi in piena libertà nelle nostre bellezze
naturali. Mi sembra un po’ strano, dopo aver letto il suo libro,
sentirlo sostenere che dobbiamo educare i giovani al bere ed insegnare a loro come si beve. Sappiamo
tutti, o meglio tutti dovrebbero sapere che l’alcol è una droga e un
potentissimo veleno per il nostro corpo: e noi dovremmo educare i nostri figli
ad avvelenarsi? Riprendo ancora una frase del suo libro scritta sopra: “… è facile mettere il piede sul primo scalino.
Soprattutto da giovani. Dal primo scalino si passa al secondo, al terzo e giù,
sempre più in basso. Il vino annienta la volontà.” Annienta la volontà
perché è una droga, una droga che ti toglie la libertà di ragionare, di
reagire, di capire. Stai scendendo verso il fondo della scala ma pensi sempre
di riuscire a risalirla e non ti accorgi che in realtà sei ad un passo
dall’inferno. E noi adulti dovremmo insegnare ai nostri figli a
diventare schiavi e cadere nell’inferno? Dovremmo invece stare attenti anche ai nostri
comportamenti perché, come scrive, i nostri figli ci guardano e ci imitano: “…Anche per questo motivo ho iniziato a bere e fumare.
Perché lo facevano i grandi, quelli che avevano sempre ragione. Vedevo mio
nonno che fumava il toscano. Lui, così grande e grosso, così sicuro di sé,
geniale nei lavori d’artigianato, autorevole e saggio, fumava il toscano. E
beveva. Quindi, per diventare come lui occorreva fumare e bere. Così pensavo da
giovane.” E i nostri giovani come la pensano? Nei miei vent’anni di gioiosa sobrietà sono stato più
volte contattato dagli insegnanti per parlare agli studenti dell’alcol e delle
sue conseguenza; abbiamo svolto assieme diversi progetti di prevenzione e
promozione alla salute, ma i risultati sono molto deludenti. Nonostante
l’assidua sensibilizzazione i nostri giovani continuano a bere e continueranno
a farlo finchè ci sarà la possibilità di trovare facilmente a tutte le ore del
giorno e della notte ed a buon mercato ogni sorta di bevanda alcolica. Una delle numerose strategie suggerite dall’Ufficio
Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per diminuire il consumo di
alcolici negli stati membri e di conseguenza diminuire anche i problemi
alcolcorrelati è la seguente: “Un caso specifico, che può essere impopolare ma è
efficace, è la restrizione della disponibilità delle bevande alcoliche
attraverso una politica di imposizione fiscale efficace, insieme alla
limitazione delle ore di apertura e vendita. Questo si dovrebbe applicare ai
locali con licenza di vendita, come bar e pub, ma anche ai negozi che vendono
bevande alcoliche. Possono anche ridurre in modo efficace i problemi, dei
programmi mirati ai gestori, affinchè si rendano conto che il servire bevande
alcoliche deve essere fatto in modo responsabile, ma è meglio combinare questi
programmi con efficaci controlli di polizia e delle altre autorità responsabili
per le licenze.” Non oso chiedere cosa ne pensano di questa strategia gli
organizzatori della Ombralonga! Finchè non ci sarà una volontà unanime di affrontare il
problema, continueremo a parlarne, a scriverne, a discuterne senza ottenere
nulla di concreto. Da una parte i produttori ed i commercianti non vogliono
perdere i loro lauti guadagni, dall’altra non c’è abbastanza determinazione nel
proporre le leggi e nel farle rispettare. Ed intanto, insiste l’autore: “l’alcol è un potente diserbante che annienta ogni erba
che trova sul suo cammino. E lo fa lentamente, ma inesorabilmente”. Ringrazio Mauro Corona del suo articolo e del suo libro
che mi hanno dato lo spunto per questa mia riflessione e gli auguro di cuore di
non dover più guidare nessun cavallo domato, ma di riuscire a vivere a lungo in
sobrietà e pace. Guido Dellagiacoma
ASAPS
“Riflessioni sul comunicato stampa del Ministero
dell’Interno (15 ottobre 2007), relativo allo stato dei controlli su strada per
alcol, sostanze e guida” Introduzione Il 15 ottobre scorso il Ministero dell’Interno ha diffuso
un comunicato di aggiornamento sui controlli su strada per guida in stato di
ebbrezza (art. 186 del C.d.s.) e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti o
psicotrope (art. 187 del C.d.s.) (1). (…) Avevamo già avuto modo di conoscere tali (ed altri) dati
nel corso di un recente Convegno (2), ascoltando una accurata relazione del
Direttore del Servizio di Polizia Stradale, dott. Antonio Giannella. In questa breve nota ci proponiamo
di svolgere alcune considerazioni al fine di mostrare come questi dati
forniscano, accanto ad indicazioni per così dire “dirette”, anche indicazioni –
molto confortanti – che tuttavia rimangono un poco “nascoste”.
Le indicazioni
“dirette” Credo che si possa essere tutti
molto soddisfatti di come stiano procedendo le azioni volte a contrastare la
guida in stato alterato, fenomeno diffuso nel nostro e in altri paesi, cui
vanno addebitate tante tragedie che è dato a vedere sulle nostre strade. Nei fatti, accanto ad altre importanti decisioni prese
(acquisto di un consistente numero di nuovi etilometri, inasprimento delle
pene, ecc. ecc.), i dati di cui stiamo trattando ci indicano che l’attività di
controllo è stata notevolmente incrementata. In termini assoluti, nel periodo
considerato il numero di controlli è aumentato rispetto all’anno precedente del
170% (del 92% nel week-end, dove erano già concentrati). Inoltre, non abbiamo a che fare con un aumento “statico”,
ma “dinamico”, che si sta rinforzando nel tempo: negli ultimi due mesi,
infatti, l’incremento del numero di controlli – sempre in riferimento all’anno
precedente – è stato addirittura del 320% ! Si tratta in definitiva di un risultato importante, che
testimonia un serio e concreto impegno per ridimensionare il problema in
questione.
Le indicazioni
“nascoste” Accanto a quello che abbiamo sinora considerato, ci si
potrebbe chiedere se questo aumento del numero di controlli abbia in qualche
modo già influito sulla prevalenza della guida in stato alterato. Qui le cose
si fanno meno semplici, in quanto i controlli di cui stiamo trattando non sono
controlli casuali, ma per fondato sospetto. Come si è avuto modo di ribadire
più volte, i controlli su strada per fondato sospetto non hanno funzione
conoscitiva (ovvero di rappresentatività statistica della popolazione dei
conducenti), ma servono a mettere in condizioni di non nuocere coloro che
mostrano una condotta di guida che può far sospettare condizioni alterate in
seguito ad assunzione di bevande alcoliche e/o sostanze psicotrope. Sicchè, se si volesse rispondere alla domanda: “Qual è la
proporzione di conducenti che in Italia guidano in stato di ebbrezza e/o sotto
l’influenza di sostanze stupefacenti?”, sulla base dei controlli per fondato
sospetto non potremmo concludere alcunché. Per quanto possa sembrare strano, l’unica risposta che ad
oggi si possa dare alla domanda vista è: “Non lo sappiamo”. In effetti, a parte
qualche raro studio svolto su specifici territori, qualcuno assai datato,
mancano dati rappresentativi per l’intero paese. E questo è dovuto al fatto che
non esiste un programma sistematico di controlli casuali su strada. Succede
anche altrove. Comunque, lasciando ora da parte la necessità di conoscere
meglio lo “stato delle cose”, proviamo a chiederci se – sia pur in forma
distorta (distorta in termini statistici, ovviamente), non sia possibile
mettere in luce dai dati che stiamo esaminando una qualche indicazione
sull’andamento nel tempo della proporzione di conducenti in stato alterato. Quando confrontiamo le proporzioni
di “positivi” al controllo nei due periodi considerati, quelle del 2007 sono
sistematicamente inferiori a quelle del 2006. Tra gennaio e settembre, la percentuale di positività
all’alcol è scesa di quasi 8 punti percentuali, passando dal 15% al 7.3% (di 3
punti percentuali nei week-end). Se i controlli di fondato sospetto fossero rappresentativi
della popolazione dei conducenti potremmo affermare che l’aumento del loro
numero ha avuto un effetto deterrente importante, probabilmente facendo sì che
molti conducenti: - abbiano rinunciato a bere alcolici dovendosi poi mettere
alla guida; - abbiano limitato le quantità assunte; - abbiano atteso più tempo dopo l’ultima assunzione
alcolica prima di mettersi alla guida. Se i controlli fossero strettamente casuali, l’impatto
della prima possibilità potrebbe essere quantificato dall’aumento della
proporzione delle alcolemie risultate nulle; l’impatto della seconda e della
terza possibilità, dallo spostamento verso sinistra (cioè, verso valori di
alcolemia più bassi) della distribuzione delle alcolemie rilevate su strada,
come pure da una riduzione della media di tutte le alcolemie e della media
delle alcolemie non nulle, nonché dalla riduzione della proporzione delle
alcolemie elevate (es. BAC>1.5 g/l). Naturalmente, avendo a disposizione i dati, queste
quantità potrebbero essere calcolate anche per I controlli per fondato sospetto
(magari ripartendoli anche per età e sesso). Il problema, tuttavia, è il seguente: se vediamo qualcosa
con i dati dei controlli per fondato sospetto, possiamo estrapolare questi
risultati all’intera popolazione dei conducenti? Dimostreremo ora che, sia pur ad un livello qualitativo, e
non quantitativo, una qualche indicazione in questo senso è possibile. Per far questo, però, è necessario svolgere prima una
piccola riflessione in termini statistico-epidemiologici.
Una breve parentesi:
epidemie e dintorni Una delle prime cose da fare quando si indaga su
un’epidemia è accertarsi che l’epidemia esista davvero, e non dipenda da una
maggiore attenzione posta al fenomeno. In altre parole, può accadere che l’incidenza di una certa
malattia resti “nascosta” per un certo periodo in quanto non facilmente
osservabile o addirittura trascurata. Poi, magari con la disponibilità di un
nuovo test diagnostico e con un maggiore interesse per la malattia stessa, può
capitare che se ne osservino molti casi. In questa situazione l’epidemia non
c’è, in quanto quello che oggi vedremmo sarebbe uguale a quello che avremmo
visto ieri se avessimo avuto la possibilità (e l’interesse) di vederlo. Per
inciso, questo è quanto accade attualmente per la guida in stato di ebbrezza,
fenomeno che c’è da sempre, ma che non è stato mai così enfatizzato come negli
ultimi tempi dai media, e mai indagato così a tappeto con i controlli delle
FF.OO. . In conclusione, l’effetto dell’attenzione su un problema è
unidirezionale: anche se il problema resta immutato, una maggiore attenzione
porta ad amplificarne le dimensioni. Se aumenta l’attenzione, è altamente probabile che si
tenda a sovrastimare, non già a sottostimare, l’intensità di un fenomeno. Torniamo ora ai dati del Ministero dell’Interno Considerando che negli ultimi tempi l’attenzione sul
problema “Alcol & Guida” è cresciuta verticalmente, possiamo
ragionevolmente presumere che da parte delle FF.OO. il modo di effettuare i
controlli per fondato sospetto sia diventato più superficiale? Decisamente, no.
Anzi, viene da pensare che, anche per l’esperienza maturata, la “qualità” di
tali controlli si sia affinata, rendendoli più specifici, concentrandoli in ore
e luoghi dove appare più elevata la probabilità di trovare conducenti in stato
di ebbrezza. Sicché, numero dei controlli a parte, dovendo fare una
previsione non potremmo che attenderci un aumento della proporzione di
conducenti con alcolemia al di sopra del limite legale. Supponiamo, al limite, che nel 2007 la proporzione dei
conducenti in stato di ebbrezza sia rimasta la stessa che nel 2006: data la
maggiore attenzione al fenomeno da parte delle FF.OO., la maggior cura nel
selezionare i conducenti da controllare, le precise direttive avute dallo
stesso Ministro dell’Interno, e quant’altro, sarebbe razionale prevedere un
aumento delle proporzioni di positività riscontrate nel 2007 rispetto a quelle
del 2006. Quello che osserviamo, invece, è che queste positività
diminuiscono, e nemmeno di poco. E allora, in base a quanto precedentemente discusso,
possiamo concludere che accanto all’aumento del numero di controlli è visibile,
in termini qualitativi, un effetto deterrente dei controlli stessi. Insomma, se ci domandassimo: “Quanto è variata nella
popolazione dei conducenti la proporzione della guida in stato di ebbrezza?”,
non avremmo alcuna risposta precisa in merito; ma se ci chiedessimo: “Questa
proporzione è diminuita?”, la nostra risposta sarebbe affermativa. E ancora:
“Di quanto?”: non lo sappiamo; ma non di poco.
Conclusione Forse abbiamo tediato un poco il lettore con troppi
aspetti tecnici; tuttavia, riteniamo queste riflessioni non disutili in quanto
da esse possono discendere precise indicazioni, quali: - sarebbe importante affiancare ai controlli di fondato
sospetto anche un certo numero di controlli puramente casuali, in modo da
vedere come vadano le cose nell’intera popolazione dei conducenti (e questi
controlli potrebbero essere svolti anche con una nuova metodologia che
garantisce la privacy, recentemente messa a punto dall’ISS (3, 4, 5) ); - il percorso intrapreso per contrastare la guida in stato
di ebbrezza, e/o sotto l’influenza di sostanze, sta già dando buoni frutti; e
quindi vale la pena di insistere. Alcol e sostanze d’abuso costituiscono uno dei maggiori problemi
del mondo attuale. Quello che vediamo sulle nostre strade è solo una parte del
tutto, in quanto esistono anche ripercussioni sulla vita famigliare, sui
rapporti umani, nel lavoro, nella salute, nella sicurezza in genere, con costi
umani, sociali e sanitari incredibilmente elevati. Cogliere nei dati diffusi dal Ministero dell’Interno anche
un segnale di concreto contrasto a questi perniciosi fenomeni porta, almeno a
nostro avviso, ad avere un poco più di speranza nel futuro.
Bibliografia (1) Reperibile nella
sezione “Comunicati” su www.interno.it (2) “Le Giornate
della Polizia Locale”, Riccione 19-22 settembre 2007 (Sessione del Ministero
dei Trasporti, 20 settembre 2007) (3) Taggi F. Quantifying a phenomenon without
knowledge of individual data: the Erased Respondent Method (ERM). Ann.Ig. 2007;
19: 193-202. (4) Taggi F. Politomic Erased Respondent Method (PERM)
for the joint assessment of two dichotomous characteristics: an application to
the polydrug use of cocaine and cannabis by simulation”, (in corso di stampa su
Ann.Ig.) (5) Taggi F. “Quantitative Erased Respondent Method
(QERM): using quantitative group data as an alternative to individual
quantitative data. A simulated application in road checks for driving under the
influence of cocaine”, (in corso di stampa su Ann.Ig.). Franco Taggi -
Reparto “Ambiente e Traumi” Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione
Primaria Istituto Superiore di Sanità
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da ILCAPOLUOGO.IT)
Evangelista (IDV) su incidenti e
alcolUn progetto di legge depositato qualche giorno fa,
si prefigge di dare all’Abruzzo una legislazione adeguata ed avanzata al fine
di prevenire gravi incidenti stradali dovuti all’abuso di alcol e
stupefacenti”.E’ quanto afferma il capogruppo
IdV al Consiglio regionale, Bruno Evangelista, commentando con favore le
iniziative della Provincia di Pescara per contrastare l’abuso di sostanze che
alterano lo stato di coscienza e provocano spesso incidenti mortali sulle
strade". “Le novità introdotte nel pdl da me presentato – spiega il
rappresentante dipietrista - sono relative in particolare alla modifica
dell’orario di vendita di alcolici, che dovrà essere attuata in tutti i
pubblici esercizi dall’una di notte alle otto del mattino, ed alle sanzioni previste per
gli esercenti che non li rispetteranno, con un’ammenda che va da un minimo di
1000 euro fino alla sospensione dell’attività da 30 giorni ad un anno. Inoltre
è previsto per i gestori dei locali l’obbligo di esporre un cartello
informativo sugli orari. Viene stabilita anche una limitazione della vendita e
della somministrazione di superalcolici durante fiere, sagre, manifestazioni
sportive e musicali all’aperto e negli impianti sportivi . Le discoteche poi e
tutti i locali notturni d’intrattenimento e svago avranno l’obbligo di chiusura
alle due di notte, con proroga alle quattro solo se autorizzati dalla locale
amministrazione comunale.
L’ARENA
PREVENZIONE. La commissione ha
deliberato di dare seguito alla fase sperimentale Controlli con l’Ulss la Provincia replica Carlo Rigoni La sicurezza sul territorio, in
relazione a chi guida in stato di alterazione da alcol e droghe, è stata
oggetto di approfondito esame nella sesta commissione consiliare della
Provincia invitata a deliberare quanto necessario per dare seguito alla fase
sperimentale in corso con controlli sistematici ed estesi su tutto il
territorio. Ad avviare il dibattito è stata la proposta del
consigliere Luigi Tosoni, coinvolto lui stesso in un increscioso episodio a
Milano dove ha subito il tentativo di aggressione da parte di un automobilista
in stato di alterazione psicofisica, che ha chiesto di continuare sulle strade
provinciali l’indagine eseguita nel territorio dell’Uls 20 a cura del
Dipartimento delle dipendenze. All’incontro hanno preso con anche il comandante della
polizia provinciale, Davide Zeli, l’assessore alla sicurezza Giovanni Codognola
e Giovanni Serpelloni, responsabile del Sert dell’Ulss 20. Proprio Serpelloni
ha esposto i risultati ottenuti dalla fase sperimentale che ha visto coinvolti
tre medici, due infermieri, un tecnico di laboratorio due sociologi e due
volontari: «I test di laboratorio hanno dimostrato che dei 112 soggetti
esaminati 51 erano positivi ad alcol e droghe e 61 totalmente negativi con
maggiore positività nelle femmine. Dei 51 soggetti positivi a sostanze, il 31,4
per cento è risultato positivo solo a droghe, il 13.7 a droghe e alcol, il 54,9
solo ad alcol». Serpelloni ha ricordato come nei
77 soggetti risultati negativi all’alcol il 20,8 per cento è risultato positivo
a droghe, fenomeno particolarmente osservato nelle fasce giovanili (18-32
anni). I soggetti risultati positivi ad alcol o droghe presentavano una maggior
percentuale di pregressi incidenti di cui erano stati responsabili. Decisamente favorevole all’intervento economico della
Provincia si è dichiarato l’assessore alla sicurezza Codognola (Lega Nord):
«Vorrei che nella delibera fossero indicati i fondi e il personale». Per il
consigliere Antonio Casu (FI) i dati esposti da Serpelloni sono stati una
sorpresa. «Sulla sicurezza si continua
dissertare», ha concluso il proponente Tosoni. «Invece di parlare tanto e fare
poco, stavolta con poco si può fare tanto». E ha auspicato che «l’indagine
venga attuata anche di giorno quando l’assunzione di alcol e droghe è ancora
più elevata. (*) (*) Nota: le motivazioni al cambiamento, in fondo, sono
sempre personali. A Verona, da quando c’è stata un’aggressione ad un
consigliere provinciale, l’attenzione all’uso di alcol e droghe è aumentata.
Ben venga l’impegno ad affrontare il problema, ma l’analisi dei rischi e delle
necessità del territorio non può essere limitata alle esperienze personali
degli amministratori. Qualsiasi ricerca non può che confermare la drammaticità
della diffusione di alcolici e droghe illegali. Riscontrare qualche punto
percentuale in più o in meno non cambia le necessità di pensare a delle
soluzioni.
IL GAZZETTINO
L’INIZIATIVA Al Giordani il test all’uscita (lr) Al Deposito Giordani, dove la musica live è tornata a
partire dal 26 ottobre, sarà rinnovata per il terzo anno l’iniziativa
"Stasera non bevo e un concerto a gratis mi vedo" promossa in
collaborazione, fra gli altri, con l’assessorato alle Politiche sociali del
Comune, il Servizio di Alcologia dell’Ass e l’Acat di Pordenone: all’uscita del
locale viene installata dalle 23 una tenda nella quale il conducente di un’auto
con almeno due passeggeri a bordo potrà sottoporsi al test dell’etilometro. Se
l’esito sarà negativo riceverà un biglietto omaggio per il concerto successivo
ospitato dalla struttura di via Prasecco. «Lo scorso anno questa proposta -
riferisce Attilio Perissinotti - ha sortito buoni risultati. Da gennaio a
primavera le persone "controllate" sono state poco meno di 200. Il
nuovo provvedimento? Fermo restando che ci tocca poco, in quanto il Giordani
alle due di notte chiude, ritengo che sia insensato. Primo, perchè coinvolge
solo chi fa intrattenimento, secondo - prosegue Perissinotti - perché
incentiverà, come è già iniziato ad accadere, lo smercio abusivo di alcolici
senza intaccare il cuore del problema. Lo scorso fine settimana mi è capitato
di vedere nel parcheggio di un locale emiliano alcuni ragazzi con le bottiglie
in vendita nel bagagliaio dell’auto».
L’ARENA
NOSTRA INCHIESTA. Il pugno di ferro
voluto da Stato e Regione per combattere le stragi del sabato sera è già stato
aggirato. I nottambuli si organizzano fuori dai locali Stop all’alcol in discoteca ma ci si ubriaca in strada Alle due scattano i
divieti di vendita per cocktail e vino E si aprono i bagagliai delle auto pieni
di alcolici Anna Zegarelli Fatta la legge trovato l’inganno.
La soglia delle due di notte che limita la vendita degli alcolici nei locali da
ballo è un già superata. Non perché all’interno delle discoteche non venga rispettata
la norma, ma perché fuori giovani si sono organizzati in maniera «perfetta»:
nascosti nei bagagliai delle auto ci sono bottiglie di superalcolici, birra e
vino. Di acqua nemmeno l’ombra. È sabato sera, prima di arrivare all’Alter Ego, la
discoteca considerata la numero 45 a livello mondiale per la musica
elettronica, lungo la via Torricelle una pattuglia della Guardia di Finanza
ferma le auto in andata e ritorno. I controlli sono quelli di routine e sono
puntuali. Eppure non bastano a fermare i giovani che non rinunciano allo
sballo. I «guru dell’elettronica» della serata sono Filthy Rich, Luca Bacchetti
e Marco Dionigi, quest’ultimo tra i migliori in assoluto. Il parcheggio interno
al locale si presenta con molte auto in sosta già a partire dalla mezzanotte.
Ancora prima dell’ora che rende il bere illegale, i ragazzi sono con il baule
aperto e la bottiglia tra le mani. Arrivando all’entrata si trovano disseminate a terra
bottiglie vuote di ogni genere e grado alcolico. I buttafuori definiscono questo
quadro «effetto proibizionismo». «I giovani si sentono limitati e reagiscono
bevendo il doppio», assicurano. Per entrare si pagano 28 euro comprensivi di
consumazione. Per chi volesse consumare ancora una bevanda dovrà aggiungere
altri 10 euro. Difficile ubriacarsi con due soli bicchieri, per quanto grandi
siano. L’età media dei clienti del sabato sera va dai 18 ai 25, ma dentro il
locale se ne trovano anche di più giovani. A sentire loro sono prossimi alla
maggiore età, e «mamma e papà sanno che sono qui». I buttafuori prima di far accedere al locale controllano
le borse delle ragazze da dove il più delle volte prelevano bottiglie di havana
club, vodka, whisky. I superalcolici vengono trattenuti e riposti in uno
scatolone. «Qualche settimana fa ce l’hanno fatta proprio sotto il naso»,
raccontano. «Sono entrati con una confezione regalo, dicendoci che era per un
compleanno. Poco dopo ci siamo accorti che conteneva ben tre bottiglie. E una
se l’erano già bevuta». Si esce in giardino, dove lampade a gasolio riscaldano
l’aria. In quest’angolo si può fumare e bere. Cristian ha 21 anni e con l’amico
Simone arrivano da Riva del Garda. Il primo beve un bicchiere di Red-Bull, il
secondo fa il pieno. «Uno dei due può sballare ma l’altro no. Non ha senso
rischiare il ritiro della patente», dice il sobrio. Saggio, ma al fatto che
guidare ubriachi è pericoloso per la vita propria e degli altri nessuno ci
pensa? Sembra di no. L’unico pensiero è quello del non farsi ritirare il
documento che rende idonei a mettersi al volante. Stefano ha compiuto da poco
18 anni. Beve un Big-Ball, non ne conosce gli ingredienti, sa solo che è
alcolico. «È quello che ci vuole per la serata», spiega. E allo scattare delle
2? «Più niente», assicura. Altri due giovanissimi indossano le magliette con la
stessa scritta «I love potaccio». Lampadati come li vuole la moda del momento,
capello lungo e tra le mani uno spritz. «Ci riforniamo fino alle due poi
basta». Insomma all’interno del locale si dichiarano tutti corretti. Uno
sguardo è doveroso in una delle piste da ballo dove si vedono scatenarsi ad un
ritmo incalzante. Al parcheggio, le sorprese non sono finite. C’è chi rimpiange
il baracchino fatto sloggiare due settimane fa dai vigili, che alla fine della
serata dispensava alcolici e piadine. Ma l’arte dell’arrangiarsi non finisce.
Così Stefano, 21 anni, studente in economia e commercio, arriva in tutta
tranquillità con la sua Renault Clio, parcheggia, apre il baule e tira fuori
bottiglie di Valpolicella e Havana. «Aspetto i ragazzi che arrivano in taxi».
Il servizio di trasporto è pagato dalla direzione del locale che grazie ad una
delibera comunale di settembre gli ha permesso di collaborare con il servizio
radio taxi. «Io per questa sera non bevo, rifornisco gli altri. Dentro è
impossibile consumare a sufficienza per poter ubriacarsi quindi ci tassiamo di
cinque euro a testa e acquistiamo delle bottiglie. Ci dissetiamo prima e dopo».
Inutile chiedergli che cosa ne
pensa del «neoproibizionismo». Stefano afferma che è un suo diritto bere. «Ditemi
perché un minuto prima delle due di notte è legale e subito dopo non lo è più».
Angelo e Luca sono di Vicenza, studiano lingue per il commercio internazionale.
Si presentano bene: magliette e occhiale. Nel bagagliaio hanno una riserva di
vodka menta, sangue di Giuda e whisky. Bevono ancora prima di entrare. «Non ha
senso l’ora x. Chi vuole bere lo fa prima e dopo. E poi i bar e i ristoranti
rimangono aperti».
L’ARENA
«Ora si beve di tutto senza alcun controllo Che
prevenzione è?» Il barman diventa buttafuori Il «proibizionismo del 2000» sta
facendo gravi danni. Ne sono convinti sia Andrea Oliva, socio proprietario
dell’Alter Ego che il presidente del Silb di Verona, Claudio Silvestrini. Il
primo vive sulla propria pelle non solo il mancato guadagno dato dalla vendita
al banco degli alcolici. E spiega: «Al banco un coca e havana viene servito con
ghiaccio e per la maggioranza è coca cola. Ora i giovani escono dal locale e
bevono senza un minimo di controllo di tutto e di più, direttamente dalla bottiglia».
Sempre all’Alter Ego si è optato per una politica di
controllo anche sulle strade: pullman pagati dalla direzione vanno avanti
indietro dalle stazioni di Porta Nuova e Porta Vescovo, accompagnando in andata
e ritorno i clienti. «Con questo sistema arrivano trecento ragazzi sereni a
divertirsi», fa notare Oliva. A questo poi si associa anche la convenzione
stilata nel mese di settembre con il servizio radio taxi che mette sempre a
disposizione della clientela alcune macchine con otto o nove posti, sempre
gratuite. E poi c’è un entrata omaggio per il guidatore designato, ovvero colui
che si fa carico di accompagnare gli amici e non tocca alcol per tutta la
serata. Ora per Oliva tutto si complica: «Si mette in condizione
le categoria di doversi fare carico di situazioni che non le competono»,
precisa. «I ragazzi che bevono prima e dopo l’entrata nei parcheggi o nelle
zone adiacenti alle discoteche, lasciano a terra bottiglie di vetro vuote che è
inutile nasconderlo sono possibili armi. Se si voleva tutelare la vita con una
legge non era questo il modo». Silvestrini aggiunge: «Siamo diventati il capro
espiatorio di una società dove la famiglia è assente. Per anni abbiamo chiesto
che venisse fatta educazione stradale nelle scuole. Non è con il proibire che si
risolvono i problemi. I ragazzi di fronte a questo trovano mille altre
soluzioni». Ancora prima dell’introduzione della legge nazionale in
considerazione di quella regionale che comunque imponeva un limite d’orario
alla somministrazione di bevande alcoliche, molti locali hanno dovuto
licenziare baristi e camerieri per assumere buttafuori. All’Alter Ego se ne impiegano sette: cinque controllano
l’entrata e due girano per il locale. A loro si affiancano anche le forze
dell’ordine in borghese. Un modo per rispondere a chi invoca più sicurezza nei
locali.
IL GAZZETTINO
Il provvedimento
svuota i locali. Al "Royal" meno 50 per cento. Il
"Papillon" annuncia la chiusura per sei mesi La legge anti-alcol cambia la notte Le discoteche
cercano di anticipare i tempi del divertimento. I gestori: arrivi a mezzanotte L’articolo 6 della
legge sulla sicurezza stradale, che impone lo stop alle 2 di notte della
somministrazione di bevande alcoliche nei locali notturni, proprio non va giù
ai gestori dei locali. E mentre la Fipe-Confcommercio promuove una raccolta di
firme per opporsi al provvedimento ritenuto inefficace e ingiusto perchè lesivo
della libertà individuale, i proprietari delle poche discoteche pordenonesi
sopravvissute alla crisi degli ultimi anni, si difendono come possono. «Stiamo cercando di far arrivare la gente prima del solito
orario, diciamo intorno a mezzanotte. Ma non è facile - dice Franco Maritan,
uno dei titolari del Royal City Club a Cordenons che ha riaperto il 6 ottobre
dopo la pausa estiva - Modificare le abitudini consolidate nel tempo. C’è poi
da dire che questo decreto ci è piombato addosso da una settimana all’altra,
quasi abbiano voluto creare un clima da coprifuoco e non c’è stato il tempo di
informare i frequentatori, al contrario di quanto è accaduto, per esempio, per
il divieto sul fumo». Risultato: uno degli scorsi sabati al Royal si è
registrato un drastico calo di presenze, che tra i giovani ha raggiunto il 50
per cento. «Ma il vero dramma - sostiene Maritan - è che l’unico effetto sarà
quello di mettere in ginocchio una categoria, senza intaccare il problema del
consumo di alcolici. Faccio presente che al Royal, su mille clienti solo il 20
per cento si spinge alla seconda consumazione nell’arco della serata. Inoltre
questa legge incentiverà lo smercio di alcol a basso costo per le strade o,
peggio, indurrà i nostri ragazzi a migrare verso i locali oltreconfine. E noi
siamo destinati a chiudere, considerato che l’interesse verso le discoteche è
già in calo da un pezzo». (*) Al Papillon di Roveredo in Piano si cambia registro: «Come
Papillon la discoteca resterà chiusa per protesta. Almeno per i prossimi sei
mesi». L’annuncio arriva dal gestore Luca Calenda, anche consigliere nazionale
di Asso-Intrattenimento. Il locale, da un paio di week-end funziona solo per
ospitare feste private. «Con l’introduzione del decreto - tuona inviperito
Calenda - dopo le 2 molta gente ha risolto il problema del
"rifornimento" di alcolici acquistandoli dai rivenditori ambulanti
nel parcheggio della discoteca. Non è tollerabile una legge penalizzante quasi
esclusivamente nei confronti dell’ultimo anello di una lunga catena che
comincia con lo spritz, prosegue al bar, poi al ristorante e, talvolta, al
discobar. La discoteca arriva per ultima, ed è difficile ubriacarsi lì, dato
che bere ha costi sostenuti. Dopo anni di inutile "proibizionismo" -
prosegue - anche l’ austera Inghilterra ha fatto marcia indietro. E noi cosa
facciamo? Adottiamo una misura che non risolve il problema e che colpisce un
settore già in difficoltà. Problema - incalza - che più dell’alcol è legato
all’auto, al trasporto. Perchè, mi chiedo, non si rende obbligatorio l’uso
dell’ etilometro nelle automobili? Tanto, chi vorrà bere continuerà a farlo, in
un modo o nell’altro». Intanto, nelle discoteche milanesi si vendono ampolline di
vodka o gin da 50 cc da tenere in tasca. Dopo l’ora X, ai clienti non resta che
farsi da sè il cocktail acquistando nei locali acqua tonica o coca-cola. «A
farne le spese - rincara la dose Calenda - sarà l’intero settore del turismo.
Ce ne accorgeremo da gennaio, quando inizieranno a calare le prenotazioni verso
i nostri mari!». Lisa Rizzo (*) Nota: difficile dire se con questa nuova legge i
frequentatori del divertimento notturno bevano di più a di meno. La preoccupazione
principale dei gestori di discoteche è che non bevono gli alcolici venduti da
loro. Dopo anni di impegni non mantenuti, violazioni della legge e finte
campagne contro l’alcol, invece di difendere il consumo di alcolici, farebbero
bene a ripensare la formula della movida notturna. La responsabilità di aver
organizzato il divertimento (e il loro guadagno) basandosi principalmente sul
bere alcolici è soprattutto loro.
IL GAZZETTINO
Niente scene da Ombralonga ... (F.G.) Niente scene
da Ombralonga trevisana, niente avvinazzati a spasso per il paese a cantare a
squarciagola alle tre del mattino o pronti a farsi portare via in ambulanza per
la lavanda gastrica di rito. Se cercate la quantità, andate altrove, a
Torreglia va di moda solo la qualità del vino: si è conclusa con un notevole
successo di pubblico ed un grande esempio di cultura del bere la seconda
edizione della "Notte bianca e rossa", organizzata per sabato sera
dai ristoranti delle "Tavole Tauriliane" per festeggiare il cambio
dell’ora e promuovere i migliori vini dei Colli Euganei: 17 bianchi,
altrettanti rossi, tutti premiati nel corso dell’anno in Italia e all’estero:
l’alta qualità enologica del prodotto collinare era accompagnata, per
sottolineare il forte legame a tavola fra vino e cibo, dalle proposte culinarie
di ristoranti e trattorie. Pescetti fritti e chardonnay,
pasticcio di musso o tagliatelle fatte in casa e cabernet, o merlot, ma anche
funghi, salumi, formaggi e tutto quello che la tradizione nostrana può offrire.
E, per finire in bellezza un tour de force per le papille gustative, una
selezione di biscottini accompagnati da un passito da far girar la testa. Poi,
alle 2 di notte, lancette indietro di un’ora e via di nuovo, con pasta e
fagioli ed una bottiglia stappata ogni minuto, fino all’alba. Hanno partecipato
all’iniziativa i ristoranti La torre, Poggio ameno e La frutteria, le trattorie
Da Antenore e La tavolozza, la pizzeria Miramonti e l’enoteca San Daniele. Le
polemiche dei giorni scorsi sull’effettiva necessità di organizzare una nottata
dedicata al bere si sono dimostrate utili per far capire al pubblico,
interessato più a gustare che non a strafocarsi, da dove parte la cultura della
buona tavola. «Gli etilometri - sorride Francesco Prendin, titolare della
Frutteria - qui non servono proprio, la gente sa affrontare queste situazioni
nel modo giusto». La palma dell’idea più originale va però alla Tavolozza, che
ha regalato ai visitatori una poesia di Charles Baudelaire dedicata, manco a
dirlo, al bere e intitolata "Ubriacatevi". Ma, perché, e di cosa?
«Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi senza smettere
di vino, di poesia o di virtù - dice il poeta - a piacer vostro. (*) (*) Nota: i problemi ed i rischi degli eventi basati su
grandi bevute non si esauriscono con le pisciate fuori luogo, il vomito o le
risse. Esiste un modo ancora più subdolo e pericoloso di bere molto: farlo con
la consapevolezza che il proprio modo di bere sia migliore di quello degli
altri.
LETTERA APERTA ASSOCIAZIONE “FEDEPERLAVITA”
Ahmetovic come una star: questo è
troppo !Sono ad esprimere la mia indignazione di fronte al
servizio su Marco Ahmetovic, il ragazzo
che grazie alla sua incoscienza, guidando ubriaco fradicio, ha stroncato la
vita di 4 innocenti di Appignano e distrutto quella dei loro familiari, mandato
in onda da Verissimo.Cosa spinge una redazione a mandare in onda un servizio
del genere? Cosa volevano dimostrare ? I
redattori non hanno pensato a cosa
potevano provare tutte quelle persone che volevano (e che vogliono) bene ai 4
ragazzi scomparsi nel vedere il servizio? Credo proprio di no. Questi servizi
sono un offesa verso coloro i quali sono stati colpiti negli affetti più cari,
servono solo ad aumentare la rabbia dei genitori e ad acuire un dolore che mai
scomparirà. Queste persone hanno bisogno solo di essere lasciate in
pace, il loro dolore va rispettato.Non so quale risultato volevano ottenere i redattori
mandando in onda quel servizio e se lo hanno ottenuto: l’unico risultato certo
è il dolore che hanno causato ai familiari delle vittime.Sapere poi che qualcuno ha fatto firmare ad Ahmetovic un
contratto per concedere l’esclusiva di servizi fotografici ai giornali è una
cosa ripugnante. Il sig. Alessio Sundas, titolare della Company & communication model agency, che forse vuole emulare le gesta del sig.
Fabrizio Corona per farsi un po’ di pubblicità, ha preso sotto la sua custodia Ahmetovic. No sig. Sundas, non abbiamo
bisogno di Lei per lanciare appelli ai ragazzi; l’unico messaggio di cui i ragazzi
hanno bisogno è quello lanciato dal sacrificio di Eleonora, Alex, Davide,
Danilo e da tante altre persone vittime di incoscienti come il suo
"protetto". Personaggi come Lei è bene che stiano lontano dal nostro
mondo.Ci troviamo di
fronte ad un altro di quei casi dove una serie di “avvoltoi” che popolano il
mondo mediatico, stanno facendo di tutto per trarre profitto da una disgrazia:
e, chi manda in onda servizi come quello di Verissimo fa solo il gioco di
questi “avvoltoi”.Fabbri Aldo -
Associazione Fede per la Vita
IL TIRRENO
Grosseto. Otto
persone all’ospedale Paurosa carambola per colpa di un ubriaco CAMPAGNATICO Era ubriaco alla guida, ha provocato un
incidente per colpa sua otto persone hanno rischiato la vita. È andata bene, ieri notte sulla Grosseto -
Siena: otto feriti non gravi, dopo una carambola fra tre auto che avrebbe
potuto trasformarsi in tragedia. Tutto a causa, come ha accertato la polizia
stradale, di un’auto che ha invaso la corsia opposta, alla guida della quale
c’era un uomo reduce da una bevuta. Accade un quarto
d’ora prima della mezzanotte di sabato, al chilometro 16,100 della Senese,
all’altezza di Casa Migliorini. Lungo quel tratto fra Campagnatico e Paganico,
insomma, che per via di lavori di raddoppio è da mesi una pericolosissima
gimcana a due corsie strette strette, sulle quali vige il limite di 40 all’ora. È qui che la Lancia
Dedra condotta da F.C., cinquantaquattrenne di Potenza, mentre viaggia in
direzione Grosseto sbanda e invade la corsia opposta. Nessun margine di
manovra, in quel punto: dunque Rolando Stefanucci, sessantunenne di
Campagnatico che in quel momento alla guida di una Fiat Stilo viaggia nella
direzione opposta, nulla può per evitare lo scontro frontale. Dopodiché,
addosso alla Stilo piomba - tamponandola da dietro - una Volkswagen Golf
condotta da Francesco Mariottini, 27 anni, anch’egli di Campagnatico. È un groviglio di
auto a pezzi. La polstrada di Grosseto, subito intervenuta, dispone la chiusura
della strada e avvia i rilievi. Nel frattempo giungono i vigili del fuoco e le
ambulanze del 118 che prelevano le otto persone coinvolte e le trasportano
all’ospedale della Misericordia. Stefanucci, così come le due donne che
viaggiavano con lui (Novilia Giomini, 55 anni, e Leda Vannucci, 83), se la cava
con qualche medicazione al pronto soccorso. Stessa sorte per Mariottini e i
suoi passeggeri, il fratello Federico (24 anni) e Fabio Zulian, 28. Appena più
gravi le condizioni di Agostino Pallini, 57enne di Scansano, che stava nella
Dedra, trattenuto in osservazione così come F.C.. Per quest’ultimo si
profilano guai molto seri. Sottoposto all’etilometro, l’uomo è stato trovato
con alcol in corpo cinque volte più del limite consentito dalla legge. Avendo
causato un incidente, oltre alla denuncia, alla sospensione della patente, al
fermo dell’auto e a una maximulta, ora rischia anche una severa condanna
penale. Il traffico sulla
Grosseto - Siena è rimasto interrotto in quel tratto per più di tre ore. R.G.
CORRIERE ADRIATICO
Nottata di controlli
a tappeto da parte delle forze dell’ordine Ubriaco finisce fuori strada FERMO – Era in sella al suo motorino e guidava lungo
l’Adriatica con un tasso d’alcol in corpo più alto di quello consentito dalla
legge. Poco prima dell’incrocio per Capodarco un uomo – extracomunitario - ha
perso il controllo del mezzo sul quale viaggiava, è uscito di strada finendo
nella scarpata. E’ stato rintracciato dai carabinieri che, dopo aver fatto la
prova del palloncino, hanno rilevato che il giovanotto aveva - e di molto -
alzato il gomito. Multa e ritiro di patente. Il fatto è accaduto nella notte tra sabato e domenica. Una
notte di controlli a tappeto per i carabinieri. Sei le patenti ritirate –
quattro dagli uomini della Compagnia di Fermo e due da quelli della Compagnia
di Montegiorgio – per guida in stato d’ebbrezza e due persone denunciate per
favoreggiamento della prostituzione. Continua il lavoro delle forze dell’ordine
di prevenzione contro le cosiddette stragi del sabato sera. Ma continuano anche
a mettersi al volante persone ubriache. Nonostante la tolleranza zero, le
sanzioni, gli appelli e soprattutto il rischio per la propria incolumità e per
quella altrui. Lo dimostrano i dati. Le patenti ritirate, le ultime di una
lunga serie in quest’ultimo fine settimana. E lo dimostrano episodi di cronaca,
come il sinistro stradale lungo l’Adriatica. E’ stato multato per lo stato di
ubriachezza che è stata causa dell’incidente stradale che lo ha visto
protagonista. Si è trattato di un fuoristrada senza altre conseguenze. Ma,
chiaro, poteva avere risvolti ben più gravi. Forze dell’ordine inoltre
impegnate, in zona Fratte, nella lotta al fenomeno dello sfruttamento della
prostituzione. Due le persone che dovranno rispondere, dopo essere state
denunciate dai carabinieri, di favoreggiamento della prostituzione.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da AGRIGENTO NOTIZIE)
Ubriaco, contromano a CanicattìUbriaco, contromano per via Calvi.
E’ accaduto sabato notte a Canicattì dove gli agenti del locale commissariato
hanno bloccato un giovane di 22 del posto, a bordo di una Ford Ka in evidente
stato di ebbrezza. Per fortuna che in quel momento non si trovava nessuno a
passare altrimenti si sarebbe potuto verificare qualche brutto incidente
stradale. |