Siegfried Stohr, foto da GuidarePilotare.com
Sui giornali la settimana scorsa è apparsa l’ultima foto
di Lady Diana e del suo fatale autista. Guardo la foto: lui ha gli occhi
spiritati, è senza cintura e tiene la mano sinistra in cima al volante. Tenere
il volante in quel modo è il vizio dei disinvolti, di quelli che guidano con
una mano sola e tengono la mano destra sempre sulla leva del cambio anche se
hanno l’automatico. Il problema è che simili guidatori tengono le mani in questo
modo anche quando vanno forte e questo diventa micidiale perché la loro guida
diventa così imprecisa e brusca: non si può avere sensibilità se non si tengono
le mani nel modo corretto. Nella foto noto che al suo fianco c’è la guardia del corpo
che è l’unico che poi si salverà avendo indossato la cintura di sicurezza: gli
altri che non l’avevano sono tutti morti. Me lo immagino mentre l’autista si
lancia a velocità elevata nel tunnel (stimata intorno ai 140-150 Km/h) avere quel gesto
di protezione che è mettersi la cintura.
Su questo incidente se ne sono dette tante, con alcune ipotesi fantasiose tipo
i flash dei fotografi (sinceramente… ma chi gli stava davanti a quella velocità
aveva pure tempo per fare delle foto?). Quando ci fu l’incidente per me era chiaro che l’auto, in
una curva a destra, era uscita verso l’esterno col muso ma non durante
l’inserimento, bensì verso la fine della curva: è un classico errore di
riallineamento. L’auto perde aderenza dietro, l’autista reagisce in modo
eccessivo controsterzando troppo e non riallineando in tempo lo sterzo quando
il posteriore si è stabilizzato: risultato l’auto gira bruscamente a sinistra
nella seconda parte della curva. Così è successo a mio parere, quindi un misto
di velocità eccessiva e imperizia alla guida (tralasciando un po’ d’alcool che
aiuta sempre). A suo tempo, guardando le foto del relitto insieme a un perito,
calcolammo una velocità di impatto di circa 80 Km/h
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