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Rassegna stampa Alcol e guida del 30 ottobre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

CORRIERE ADRIATICO

Ieri mattina intanto Corradetti è andato in tribunale per fare chiarezza sulla vicenda
Oggi a Roma i familiari dei “ragazzi del muretto” chiederanno leggi più dure per i pirati della strada
“Non accettiamo soldi da chi lucra sul sangue”

ASCOLI - Vanno a Roma per chiedere Giustizia e per manifestare tutto il loro dolore a parlamentari e giudici che possono cambiare le leggi ritenute troppo permissive o applicarle in modo più severo per porre fine alle tragedie della strada. Sono i genitori, gli amici e i parenti dei “ragazzi del muretto” uccisi il 23 aprile scorso da un furgone “impazzito” guidato da un rom ubriaco. Arriveranno in piazza San Lorenzo in Lucina alle 11 di questa mattina poi proseguiranno in corteo per via del Corso fino a piazza San Silvestro dove si trova la sala parlamentare di palazzo Marini. E lì che nel pomeriggio tra le 16.30 e le 19 si svolgerà la conferenza “Giustizia per le vittime della strada”. Ieri mattina, intanto, Luigi Corradetti, il padre di Davide, è andato in tribunale per leggere l’ordinanza che stabilisce le regole sugli arresti domiciliari a cui è sottoposto Marco Ahmetovic. Secondo alcuni genitori delle giovani vittime, infatti, lo zingaro avrebbe avuto troppa libertà di movimento e l’appartamento nel quale sconta la pena a sei anni e sei mesi per la strage di Appignano del Tronto, si sarebbe trasformato in una sorta di teatro utilizzato come trampolino per la scalata al successo mediatico dello zingaro. “Dobbiamo fare chiarezza perché questa situazione appare a dir poco strana in quanto - spiega Luigi Corradetti - ci sembra impossibile che un manager, alcune Tv e almeno due riviste nazionali abbiano avuto accesso ai locali dell’appartamento, situato in un residence di Porto D’Ascoli, e stiano trasformando il rom in una specie di star. E’ vergognoso che ci sia gente che lucra sul sangue di quattro poveri innocenti. Ahmetovic, in questa vicenda, è pilotato da persone che non hanno rispetto della memoria dei nostri figli”. La rabbia del padre di Davide Corradetti è ancora tanta e quando gli si chiede cosa ne pensa della proposta del manager che intende devolvere una parte del ricavato del libro alle famiglie delle vittime non usa mezzi termini.
“Il signor Alessio Sundas non deve avvicinarsi a casa nostra - minaccia Luigi Corradetti - I suoi soldi non li vogliamo. Non ci interessano. Nessun risarcimento potrà mai ridarci l’affetto dei nostri figli. Sono convinto - ironizza - che alla fine Marco Ahmetovic farà parte dello staff dell’Isola dei Famosi visto che sta avendo una visibilità non indifferente”. La vicenda relativa alla strage di Appignano del Tronto è stata affrontata ieri pomeriggio anche a Radio Uno da
Paolo De Nardis, preside della Facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza di Roma, e Paolo Crepet, psicologo, pscichiatra e scrittore.
“Si tratta - ha detto De Nardis - di un grosso pasticcio mediatico. Alla fine il rom è come se fosse un personaggio positivo Posta così anche la campagna contro l’alcol di cui Ahmetovic dovrebbe essere il protagonista, diventa inutile”.
“Un orrore degno dell’impero romano - ha aggiunto Crepet - Penso soprattutto al dolore dei genitori di quei poveri ragazzi che non possono assistere alla “scalata” dell’uomo che ha ucciso i loro figli. Si vergogni chi lucra sulla vicenda. Ci saranno dei papà e delle mamme che hanno insegnato l’educazione a questi manager. Ci vuole rispetto e riguardo per chi soffre. Non si fa così la campagna contro l’alcol. Il ministro della sanità cominci a dire che non si può bere a meno di 18 anni”. (*)

MAURO GIORGI
(*) Nota: fa piacere che oggi il Professor Crepet si esprima in questi termini.
In passato gli è capitato di mostrare una posizione su giovani e alcol che appariva meno condivisibile.
Ho messo mano al mio archivio.
A fine rassegna trovate la bellissima lettera che gli scrisse il 9 ottobre 2000 il mio amico Andrea Mattei, ispiratore di questo servizio di rassegna stampa.

Vi prego di leggerla, perché da’ la misura di come i tempi stiano cambiando, di come la cultura stia cambiando: quello che scriveva Andrea sette anni fa sull’alcol, sui morti alcol correlati, sugli incidenti stradali, oggi è considerato normale; magari non tutti sono d’accordo, ma è accettato.
Vi assicuro che a quel tempo, pur non lontano, Andrea, dicendo la verità, passava quasi per un visionario.

Come sovente accade a chi anticipa i tempi.


RAINEWS24

Approvato il pacchetto sicurezza: pene piu’ severe per chi guida ubriaco
Il Consiglio dei ministri ha approvato il ’pacchetto sicurezza’. Si tratta di 4 disegni di legge che intervengono con nuove misure per la sicurezza urbana, per la certezza della pena, per l’istituzione della banca dati del Dna e per il contrasto alla criminalita’ organizzata. Un quinto ddl reintroduce di fatto il falso in bilancio.
Approvate inoltre due norme - contro caporalato e contraffazione - che saranno inserite in disegni di legge gia’ all’esame delle Camere.
Il pacchetto sicurezza e’ stato approvato all’unanimita’ dal Consiglio dei ministri con le astensioni del ministro Ferrero sui ddl testo su certezza pena e sicurezza urbane e sull’emendamento sulla contraffazione, nonche’ dei ministri Mussi e Pecoraro Scanio sul ddl sulla sicurezza urbana.
"Chi guida ubriaco e uccide qualcuno non può essere accusato di omicidio volontario, perché questo non è previsto dal nostro codice - ha detto il ministro dell’Interno giuliano Amato - Nel pacchetto sicurezza c’è però un nuova norma che inasprisce le pene per la guida in stato di ebbrezza e considera l’assunzione di alcol come un’aggravante della pena". (*)
(*) Nota: più in dettaglio (da “Reuters”):

FINO A 10 ANNI PER UBRIACHI AL VOLANTE CHE UCCIDONO - Nel ddl sulla certezza della pena sono state inserite modifiche al codice penale per inasprire le pene nei confronti degli automobilisti ubriachi o drogati. Chiunque al volante sotto l’effetto di alcol o droghe provoca un omicidio colposo è punito con la reclusione da tre a dieci anni (oggi ci sono pene da uno a cinque anni).


IL GAZZETTINO

L’indagine Demos mette in luce come gli atteggiamenti degli "under" 25 portino a frequenti eccessi. Aumenta il consumo di birra 
Alcol a Nordest. Un giovane su quattro ne abusa 
Più di metà della popolazione di Veneto e Friuli VG beve abitualmente alcolici, il vino resta sempre in testa alle preferenze
Il vino rimane in cima alle preferenze dei bevitori nordestini. Più di cinquanta persone su cento, intervistate da Demos per Il Gazzettino, dichiarano di consumare abitualmente alcolici, e, fra queste, quasi i due terzi prediligono la bevanda della tradizione: il vino. I giovani scelgono però la birra e, in misura minore, i superalcolici. Il consumo si trasforma talvolta in abuso, specie tra gli under 25: più di uno su quattro, in questa fascia d’età, ammette di alzare un po’ troppo il gomito. Sono i dati proposti, questa settimana, dall’Osservatorio sul Nord Est, che ha interrogato un campione di oltre 1000 persone, fra i residenti nel Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia, sul loro rapporto con l’alcol.
Il Nord Est è, senza dubbio, terra di rinomate cantine e pregiate "etichette", ma anche di grandi degustatori e appassionati dei prodotti della vigna. I numeri dell’Osservatorio sul Nord Est confermano questa passione: il 22\%, fra le persone interpellate, consuma bevande alcoliche ogni giorno; un altro 30\% con frequenza (almeno) settimanale. Ai bevitori assidui, che nel complesso compongono oltre la metà della popolazione (52\%), si aggiunge un 19\% di bevitori occasionali: persone che si concedono un bicchiere solo di rado, magari in occasione di particolari festività o ricorrenze. Si dichiara del tutto astemio, infine, il residuo 29\% della popolazione adulta.
I bevitori "giornalieri" tendono a concentrarsi soprattutto nelle fasce anziane della popolazione. Sono il 38\%, fra chi ha superato i 64 anni, e il loro numero si assottiglia, progressivamente, spostandosi verso le classi più giovani. Le nuove generazioni sembrano optare, tuttavia, per una fruizione più discontinua: meno legata, presumibilmente, ai pasti, al classico bicchiere a tavola, e maggiormente alle uscite con gli amici, alla frequentazione di locali (pub, birrerie, discoteche). Se appena il 5\%, fra i 15 e i 24 anni, dichiara di bere ogni giorno, il 48\% si concede dell’alcol almeno una volta alla settimana. L’anno di nascita, allo stesso tempo, si associa a preferenze diversificate in relazione al tipo di bevanda alcolica. Il dato generale segnala una netta supremazia del vino. Lo predilige il 65\%, tra i bevitori intervistati: la birra raccoglie il 24\% delle indicazioni, mentre i superalcolici si fermano al 4\%. Al di sopra dei 55 anni, il predominio del vino è netto ed esplicito, sancito dalle risposte di oltre nove intervistati su dieci. Al di sotto di questa soglia, però, il dato declina: si mantiene sopra la maggioranza assoluta tra chi supera i 25 anni d’età, mentre tra i giovanissimi emergono gusti del tutto specifici. Tra i 15 e i 24 anni, la classica "ombra" deve così fare spazio ad altri tipi di drink: addirittura il 46\% si esprime in favore della birra, e un altro 14\% - il dato più elevato nei diversi segmenti anagrafici - per i superalcolici.
Spesso, però, il consumo di alcool, in particolare tra i giovani, si associa alla voglia di trasgressione e, quindi, all’eccesso. Proprio nel Nord Est, il tema è stato di recente al centro del dibattito pubblico: a causa della scia di polemiche seguite alla tradizionale manifestazione dell’Ombralonga e, ancor più, del ripetersi di incidenti stradali legati al consumo di alcol. Tanto da spingere diverse amministrazioni locali - dalla regione ai comuni - a varare misure restrittive in materia, intervenendo, di volta in volta, sugli orari di apertura dei locali, sulla vendita delle bevande alcoliche, sul consumo nei luoghi pubblici. Nel frattempo, a livello nazionale, anche il governo si prepara a varare, proprio in questi giorni, nuove norme che prevedono un inasprimento delle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza. I dati della rilevazione svolta da Demos offrono una conferma, indiretta, della salienza della questione. Circa il 13\% della popolazione generale, infatti, ammette di consumare alcolici più del dovuto almeno in qualche occasione. Il dato cresce fino al 20\% fra gli uomini, mentre fra le donne - che in generale bevono meno - si ferma appena al 6\%. Soprattutto, cresce in modo vistoso nei settori più giovani: fino al 18\%, fra i 25 e i 34 anni, per poi salire al 28\% fra i 15 e i 24.

Fabio Bordignon


IL GAZZETTINO

Le famiglie non restino sole in questa drammatica battaglia 
di Luigi Gallimberti *
Di fronte ai risultato dell’indagine sulle abitudini alcoliche del Nordest cercherò di illustrare il punto di vista di un medico che ha sempre avuto la curiosità e la passione di curare persone di ogni età con problemi correlati all’uso di sostanze, soprattutto all’alcol.
Le schede tratteggiano un quadro preoccupante, soprattutto per quanto riguarda giovani ed anziani, che vanno considerati, tra le varie classi d’età, quelli più fragili ed esposti. Il 57.7\% delle persone con più di 65 anni e il 53.4\% dei giovani tra i 15 e 24 anni bevono regolarmente, in quantità decisamente superiore a quella di tutte le altre classi di età. In particolare i giovani sembrano assumere molti più superalcolici, così come appare decisamente loro il triste primato di bere troppo (28.1\%) soprattutto durante i weekend.
Per quanto riguarda i bevitori problematici anziani credo che il fenomeno sia in espansione, espansione legata almeno in parte ad un senso di solitudine e di abbandono crescenti, all’interno di una società sempre più complessa e sempre meno solidale. Negli ultimi anni ho cominciato a trattare alcolisti sia minori di 18 anni che ultraottantenni, i primi assai più difficili da inattivare rispetto ai secondi. Non mi era mai capitato negli anni precedenti.
Concentrando l’attenzione sui giovani, va premessa una considerazione di ordine biologico che esula, sì, da valutazioni sociali, economiche o culturali ma solo in quanto le precede. Il cervello dell’adolescente, di tutti i mammiferi compreso l’uomo, non è in grado di sopportare il contatto con l’alcol senza rimanerne danneggiato. In particolare una serie di studi scientifici hanno evidenziato lesioni anatomiche e funzionali tali da determinare, in alcuni adolescenti, disturbi della memoria, dell’impulsività, una maggior sensibilità a stimoli pubblicitari, l’assunzione di comportamenti a rischio quali sport estremi, guida spericolata e così via fino a giungere ad una dipendenza alcolica vera e propria. Sulla base di questi dati sarebbe doveroso da parte del mondo degli adulti fare ogni sforzo possibile per aiutare i giovani a tenersi lontani dall’alcol almeno fino all’età di 16-18 anni, periodo in cui il cervello si avvia ad una maturazione completa. (*) Nel mio lavoro di psichiatra ho modo di constatare con sempre maggior frequenza la fragilità di molti genitori che sembrano essere colti da un importante disagio, se non da una vera e propria angoscia, quando si tratta di dire no ai loro figli. Sarebbe di vitale importanza che i giovani fossero educati a comprendere fin da piccolissimi che desiderare una cosa non può significare necessariamente averla e tanto più averla subito. Questa modalità pedagogica dovrebbe rappresentare un valore assoluto ed irrinunciabile. Se essa infatti fallisce, fallisce anche la possibilità di porre limiti e divieti, di indicarli con fermezza, fino ad imporli come valori, che dovrebbero essere trasmessi da una generazione alla successiva. Questa fragilità del mondo degli adulti espone il mondo giovanile, nel suo complesso, alla mercè del principio del piacere ed a tutte le sue potenzialità devastanti, esponendolo in qualche modo agli stessi rischi cui verrebbe esposto un territorio al quale venissero tolti argini e dighe.

Ma il disorientamento e la fragilità appaiono diffusi anche a livello istituzionale. Pochi giorni fa ho ricevuto una telefonata di un madre con figli ormai grandi. Voleva riferirmi un episodio avvenuto durante l’ultimo sciopero studentesco. Mentre faceva la spesa al supermercato che ha visto entrare molti giovani venuti a far incetta di vino birra e superalcolici. Incredula si è rivolta alla direzione del supermercato, facendo notare che era vietato per legge vendere alcolici ai minori di 16 anni. Le è stato risposto che non avevano mai avuto disposizioni in merito. (**) Le stesse forze di polizia ed i vigili urbani, presenti in città per controllare la manifestazione hanno risposto con evasività. Così questa madre rientrava a casa sconsolata mentre i primi giovani cominciavano ad ubriacarsi ed a vomitare per le strade di Padova. Non più di qualche mese prima, era apparso un articolo in cui il Prefetto, giustamente scandalizzato, segnalava un analogo incredibile episodio: due carabinieri avevano accompagnato a casa dai loro genitori i figli quindicenni ubriachi e per tutta risposta venivano minacciati di denuncia "per violazione della libertà personale". Sono due, e non tra i più eclatanti, esempi di fragilità genitoriale ed istituzionale.
La modalità più diffusa (e costosa) messa in atto dalle istituzioni, ma anche da alcuni genitori, per cercare di difendere i giovani dall’alcol, sembra limitarsi ad un’attività meramente informativa. Io credo fermamente che il problema vada affrontato in maniera più incisiva. A sostegno di questa mia opinione si sta rivelando interessante un progetto di prevenzione denominato "Che piacere..." iniziato lo scorso anno grazie al sostegno del Rotary Club Padova, un progetto di prevenzione rivolto allora a oltre 500 ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori della provincia di Padova. Semplicemente, metà di loro sono stati informati sui rischi che correvano assumendo alcol, gli altri sono stati fattivamente coinvolti in un percorso che prevedeva, da parte loro, l’elaborazione di una sceneggiatura avente per oggetto il loro rapporto con l’alcol. Alla fine della sperimentazione abbiamo potuto verificare che i ragazzi "informati" avevano mantenuto inalterate le loro abitudini alcoliche mentre gli altri le avevano ridotte ed in maniera statisticamente significativa.

Limitarsi ad informare i ragazzi sui rischi che corrono assumendo alcol credo serva sostanzialmente a rassicurare il mondo degli adulti. In questo progetto la metà dei giovani non ha avuto bisogno di capire ma si è sentita capita, si è sentita sostenuta, si è sentita soprattutto protagonista e in grado di promuovere attivamente la propria salute. Le due classi vincitrici stanno girando presso gli studi televisivi di una TV privata a diffusione nazionale lo spot per i quali hanno ricevuto il primo premio. Da dicembre saranno diffusi come messaggi di promozione sociale. I loro insegnanti hanno molto apprezzato l’intervento dello scorso anno ed hanno chiesto in molti di poter aderire al progetto che quest’anno è stato esteso ad oltre 2000 ragazzi. Anche le città di Bologna e di Napoli si stanno organizzando per realizzarne uno analogo. Un piccolo spiraglio di speranza che, proprio perché parte dai giovani, dovrebbe rappresentare l’inizio di un profondo cambiamento etico e culturale.
Luigi Gallimberti
(*Università di Padova)
(*) Nota: non è solo una questione di cervello, ma anche di enzimi, non sviluppati in giovane età.
Ma il problema è soprattutto culturale. 
(**) Nota: la signora sbaglia, ha ragione la direzione del supermercato: in Italia non esiste alcun limite per la vendita di alcolici ai minori.
Il limite dei 16 anni riguarda la somministrazione, non la vendita.


IL GAZZETTINO

Toffolo: «Pensare che un tempo il vino era considerato un integratore calorico dagli operai. E bevevano solo i giovani figli di papà» 
«La modernità vuota porta dentro lo sballo» 
Brass: «Non c’è da meravigliarsi: cinema e tv enfatizzano l’assenza d’amore da riempire con una bottiglia»

I giovani che bevono troppo sono un fenomeno contemporaneo oppure una storia che si ripete? Due uomini di spettacolo veneti parlano del come ’eravamo’ e come siamo diventati nel rapporto con l’alcol. E il filo conduttore è unico: esisteva altro oltre al vino per divertirsi. E non erano certo le droghe.
Tinto Brass, regista. "I ragazzi un tempo non bevevano tutti i giorni - spiega - né per tutto il fine settimana. Si assumevano alcolici, ma di rado. Non esisteva una regola di periodicità. E la ragione è molto semplice: avevamo altri sfoghi, altri itinerari del divertimento e non il calice sempre pieno per arrivare allo stordimento".
"Quando assisto alle cronache che narrano le nuove generazioni - aggiunge - e le loro smanie di bere e drogarsi, mi stupisco. Rimango sconcertato e colpito per le tragedie del fine settimana sulle strade spesso provocate da un’incapacità di governare il proprio relazionarsi con l’alcol. Forse sono ragazzi convinti che anche i loro padri e i loro nonni abbiano sempre agito così: falso. Adolescenti e ventenni oggi soffrono molto più di noi allora di un vuoto che angoscia l’esistenza. Lo riempiono di birra, vino e super alcolici. Vorrei dire e suggerire - dice Brass - che c’è dell’altro a cui dedicare il proprio tempo e le proprie energie. Ci si appassionava molto di più al gentil sesso che alle chimere di Bacco. Ora pare quasi che l’uomo sia intimorito dalle donne. Ho l’impressione che tra adolescenti e ventenni venga prima lo sballo della femmina. Non c’è dubbio, comunque, le nuove generazioni hanno molto da imparare. Ma non c’è da meravigliarsi. Piccolo e grande schermo non fanno che enfatizzare questo vuoto e questa assenza d’amore da riempire con lo sballo. Gli esempi sono sempre negativi e l’immagine di Venere ne esce sempre più confusa; complice una generazione di narcisisti che ammette solo il compiacimento del proprio esistere, con le smanie rivolte all’estetica al proprio ego.
E Lino Toffolo, attore e scrittore? "Mezzo secolo fa i giovani non facevano incidenti perché non avevano auto. Non bevevano perché non c’erano i soldi per farlo. E non si drogavano perché non esistevano stupefacenti - è il suo commento - Ora i ragazzi possono accedere a qualsiasi forma di esasperazione del divertimento comprese quelle che portano alla tragedia e alla morte. Un tempo il vino non era considerato alla stregua di una formula magica per evadere, bensì un vero e proprio ’integratore’ del pasto. Mi riferisco ai tempi in cui nelle fabbriche gli operai, che non avevano da mangiare a sufficienza per poter arrivare alla fine del turno, cercavano di bere più alcol come sostituzione del cibo. Il vino era un sostegno per riempire lo stomaco fino a sera" (*)
"I giovani, però, non bevevano - assicura - A farlo, casomai, erano solo i figli di papà. Pochi. Oggi mi pare che questa fascia di popolazione si sia estesa, mi sembra che tutti, o quasi, siano figli di papà. E come tali, tutti o quasi, sono alla ricerca disperata di un problema che non hanno e che vogliono crearsi. esagerano per cercare qualcosa di cui compiacersi, qualche argomento per vantarsi. Certo è una realtà tragica. Purtroppo, però, è questa l’immagine che esce dai comportamenti delle nuove generazioni. E non c’è da accusare la tv o gli altri mezzi di comunicazione come complici nella creazione di tali distorsioni giovanili - conclude - Perché i media non precorrono i tempi nè danno esempi: sono specchio della vita. Quei modelli sociali talora negativi che vengono rappresentati siamo noi. E’ la società contemporanea a fare da sceneggiatore ai loro copioni".

Annamaria Bacchin
(*) Nota: a questo proposito va ricordato che, con il passare dei decenni, in Italia è cresciuta la consapevolezza, ma i problemi alcol correlati sono diminuiti, di pari passo con il calo dei consumi.


L’ARENA di Verona

ALLARME SBALLO. Dopo il nostro viaggio nel mondo della notte, un’altra realtà inquietante: studenti che si addormentano in classe sotto l’effetto di bevute mattutine
Birra e vino al bar prima della scuola
Segnalazione degli insegnanti all’Osservatorio. I ragazzi veronesi sono i più dipendenti da alcol del Veneto
Se non entri in discoteca ubriaco sei out, e le feste private sono fuori controllo

Anna Zegarelli
Si beve birra ancora prima di entrare a scuola. Diversi gli insegnanti che hanno segnalato il fatto all’Osservatorio delle dipendenze diretto da Giovanni Serpelloni evidenziando casi che vedono giovani studenti entrare in classe ed addormentarsi sul banco o rimanere imbambolati di fronte al professore che spiega la lezione.
I bar vicini alle scuole superiori dispensano quindi bicchieri fin dalle prime ore del mattino.
Una situazione allarmante quella che vede i nostri ragazzi alla ricerca dello sballo continuo, supportata dai dati che per altro li mettono in testa alla classifica regionale sulle dipendenze per uso di sostanze alcoliche. Su un campione veneto di 4.917 giovani di 16 anni il 59 per cento beve birra, il 52 vino e il 37 superalcolici. A Verona su un campione di 794 ragazzi sempre di 16 anni a bere vino sono il 52,6 per cento, birra il 59,4 e superalcolici il 37,6 per cento.
Il viaggio nel mondo della notte pubblicato ieri nell’inchiesta che ha fatto emergere come ci si possa ubriacare al di là dei divieti imposti dalla legge, ci ha portato a scoprire una realtà vicina, reale, ma che forse in pochi ancora si rendono conto che esista o forse meglio si tende a sminuire.
Che il consumo di alcol sia in forte aumento Serpelloni sono anni che lo dice, e senza tanti giri di parole accusa le aziende produttrici di aver adottato forme di marketing proprio per invogliare i giovanissimi a bere sempre di più. Non risparmia nemmeno il mondo delle discoteche che per il loro passato hanno aperto «la strada allo sballo». Anche se precisa che oggi la colpa non è da imputarsi a loro e puntualizza il fatto che ci sono gestori e gestori delle sale da ballo. «I mea culpa non servono, ma c’è bisogno di strategie vere e la legge nazionale è il primo passo», dichiara.
Serpelloni non si nasconde dietro un dito quando afferma che la situazione che si è venuta a creare e che di anno in anno degenera è colpa degli adulti e della loro spregiudicatezza nel voler fare affari sulla pelle dei giovani. E partendo da questo punto dice: «Molti sono i giovani insensati ma non vanno dimenticati gli adulti che lo sono altrettanto». Manca una politica di educazione vera, fatta di sorveglianza e aiuto a superare le età critiche. «Si inizia a bere già all’età di 12 anni», spiega, «il bere si associa allo sballo. E all’alcol il consumo di droghe». Un quadro certo non edificante per i giovani veronesi. «Le collette per acquistare il bere si sono sempre fatte», spiega Serpelloni, «oggi è cambiato però l’atteggiamento. Si entra in discoteca ubriachi altrimenti si è out e le feste private stanno diventando il vero problema perché qui non c’è alcun controllo».
I dati lo confermano. Su 112 controlli notturni di un venerdì sera qualsiasi al fianco delle forze dell’ordine, 35 sono risultati positivi all’alcol, il 20 per cento alle droghe. Il tasso alcolemico medio trovato nel sangue è stato dell’1,03: il doppio di quello consentito dalla legge. E qui scatta un’altra nota dolente. «In tutto il mondo non c’è nessuna tolleranza, il tasso alcolemico è zero. Per non parlare di stati come la California dove è lecito bere dai 21 anni. Questo perché è comprovato il metabolismo epatico non è efficiente prima». Che fare? «Applicare la legge che vieta la vendita di alcolici ai minori di 16 anni e innalzare l’età. Responsabilizzare i giovani e le loro famiglie».


L’ARENA di Verona

Ma la vera scommessa è il ruolo dei genitori
La legge nazionale che impone il divieto di vendita degli alcolici nei locali da ballo a partire dalle due, per Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento delle Dipendenze, è «solo il primo passo che valeva la pena di fare». Ma c’è ancora molto da stabilire e da mettere a punto per l’incolumità dei giovani e per il loro diritto alla salute.
Proprio per quest’ultimo punto l’esperto sta tessendo le basi con il sindaco Tosi per far sì che le leggi in vigore vengano rispettate, a partire dal divieto di vendita e somministrazione ai minori. Allo studio c’è anche una forma di tutela giovanile che affonda le radici in quella che dovrebbe essere la responsabilità genitoriale. Si tratta di questo: se un minore viene trovato positivo a droga o alcol nel corso dei controlli effettuati dalle forze dell’ordine, alla famiglia viene per la prima volta fatto un avviso bonario. A un successivo controllo, vale a dire la seconda volta che il minore viene trovato positivo, sempre alla famiglia viene inviata una segnalazione scritta. La terza volta che il minore risulta positivo ai test, si mette in discussione la capacità genitoriale e si fanno intervenire i servizi sociali. «Questo perché il diritto alla salute è sancito dalla legge», sottolinea Serpelloni, «per salvare le future generazioni occorre dare vita a un’anagrafe dove vengono registrati i nomi e di conseguenza è possibile intervenire subito». Ma non è finita. Pochi sanno che è ancora possibile applicare un regio decreto, ripreso nell’aprile del 2004 nell’articolo 25 a tutela dei minori, che affianca i genitori nel controllo dei figli particolarmente esposti a situazioni di rischio.
A.Z.


TRENTINO

MEZZOCORONA 
Una sedicenne «battezza» il vestito dedicato al Teroldego 

ANNA TAVA 
MEZZOCORONA. Il vestito dedicato al Teroldego, confezionato dal Centromoda Canossa, scelto per diventare uno dei simboli di Mezzolombardo ha ora un nome: “Gioia di vite - sorso di vita”. Chi l’ha inventato è Maddalena Bertolla, classe 1991, di Mezzocorona, che ha vinto il concorso d’idee “L’abito interpreta il vino... dai un nome al vestio”, indetto dal Comune. Non molti i partecipanti, ma interessanti i nomi proposti, che dovevano richiamare il territorio, i vigneti, il Teroldego e la gioia di vivere. Tutto in una parola non era facile, ma chi si è cimentato ha dato prova di creatività. Luisa Tava ha proposto “Mezzoldego”, un gioco di parole fra Teroldego e il nome del paese ed anche “In.ter.mezzo” da indossare-teroldego-Mezzolombardo. Lucia Malfatti ha proposto “Ebrezza rotaliana”, Maria Carla Grandi “Autunno in campagna” e Dora Fernandez “Telovivo”. Il battesimo del vestito che rappresenta l’“oro rosso” del paese, si inseriva nella serata che si è svolta in municipio “Insieme per la promozione di Mezzolombardo” con la musica del quartetto “Quartetours” e brindisi finale col Teroldego. «Il Teroledgo Riserva ha recentemente vinto l’ambito premio “Tre bicchieri del Gambero Rosso”, che solo due vini rossi trentini hanno conquistato», ha ricordato il sindaco Rodolf Borga. «Questo riconoscimento frutto del lavoro contadino e della capacità della Cantina cooperativa è un orgoglio per tutto il paese». Ma lo scopo della serata era soprattutto quello più ampio di dire un grazie a tutte le associazioni che hanno creato e sostenuto le iniziative estive 2008 che hanno registrato tanto successo di pubblico. «Sono stati eventi che hanno visto muoversi insieme molte associazioni, creando una sinergia di intenti e di azioni che ha permesso di dar vita a iniziative di alta qualità», ha commentato l’assessore Annamaria Helfer. È stato quindi presentato il video confezionato da “Latocreativo” di Denise Cattani, che racconta i quattro eventi grossi con cui il paese si promuove anche sul proprio sito internet www.comune.mezzolombardo.it “Concerti in villa”, “Mercoledì lunari”, Calici di stelle” e “Fine estate a Mezombart”. L’assessore provinciale Franco Panizza ha elogiato le feste che mostrano il Trentino in maniera autentica. È stato quindi presentato il concorso fotografico “Mezzolombardo nelle stagioni dell’anno”, che durerà appunto un anno perché lo scopo è raccogliere fotografie del paese durante le varie stagioni. Il concorso si divide in due categorie: a ragazzi fino a 15 anni e adulti, i premi vanno da 300 fino a 50 euro. Occorre presentare entro il 30 ottobre 2008 fotografie a colori o in bianco e nero in misura 20x30 su scorci, panorami, monumenti, momenti di vita. Sarà allestita una mostra finale. Il presentatore Livio Fadanelli ha ricordato che sono ben 61 le associazioni locali e l’amministrazione ha voluto anche in questo modo riconoscerne l’impegno.


IL TIRRENO

La sbornia in classe arriva su You tube 
È una moda anche a Grosseto mandare su internet le bravate fatte a scuola 

GROSSETO. Le solite bravate compiute a scuola, riprese con il cellulare e riversate su You Tube, il portale dei filmati amatoriali. Ora anche Grosseto ha i suoi sciocchi bulletti. Lo testimoniano diversi video: ragazzi che scherzano pesantemente in classe, che si ubriacano con vodka e rhum, che mettono sotto-sopra un aula mentre il professore di matematica interroga o, peggio ancora, simulano un attacco (con caschi e passamontagna in testa) al povero insegnante.
Le cadute. Il video più interessante, diciamo così, è girato in un istituto superiore non identificabile e racconta quelle che i protagonisti definiscono “divertenti cadute”, ma in mezzo c’è dell’altro: atti di autolesionismo, simulazioni di cadute da una finestra, un pugno sul muro che danneggia una parete. Il tutto, si capisce, costruito proprio per essere destinato al pubblico della Rete. Emulazione-imitazione di cose già viste e condannate. Il video si intitola «Jackass Scuola Grosseto» e dura quasi tre minuti. Si tratta di un estratto di riprese molto più lunghe. Cinque-sei ragazzi sono gli attori. Location: un’aula di informatica, i corridoi e i bagni della scuola. Sullo sfondo si sentono anche le voci di compagne che invitano a smetterla. Le cadute (provocate da spinte, sgambetti, etc) sono il leit motiv. Tra i coinvolti c’è anche un giovane con un braccio ingessato. Che forse ha già dato.

Sbornia in classe. Colonna sonora trascinante per il video che racconta la sbornia coltivata in classe da un gruppetto di studenti grossetani, a fine anno. Sulle note di The lion sleeps tonight si festeggia con vodka, rhum e altri superalcolici già alle 8 del mattino. Tutto inizia prima dell’arrivo dei docenti e prosegue, facendo girare tra i banchi bicchierini di plastica bianchi, durante le ore di lezione. A-weema-weh, a-weema-weh, a-weema-weh, a-weema-weh a-weema-weh, a-weema-weh, a-weema-weh, a-weema-weh. E giù a trincare. Poi, al cambio d’ora, i postumi si manifestano. Ormai riprendere le bravate compiute tra le mura scolastiche e inserirle su Internet è moda. E i ragazzi, anche in questo caso, sono tutti facilmente riconoscibili. (*)
Sciocchezze varie E’ una galleria di filmati quasi mai divertenti, spesso esagerati. All’Alberghiero, per esempio, giocano a farsi male con un carrello della spesa. Al commerciale Fossombroni nel mirino ci finisce un professor (identificabile, perchè citato per cognome), vittima di un finto-attentato da parte dei suoi alunni, alcuni appostati sopra la porta d’ingresso, altri sotto la cattedra. Tutti con volto coperto da passamontagna o casco. L’insegnante la prende bene, ma non urla. Si capisce che i ragazzi, in fondo, gli vogliono bene. Che è uno scherzo... Anche allo Scientifico You Tube è gettonato. Si filma prevalentemente in palestra. Nulla di grave, solo qualche caduta un paio di “tuffi” da tre metri di altezza, dal tabellone che regge il canestro. Scene “buffe” (si fa per dire) sono girate anche nei bagni di altri istituti grossetani: si fuma una sigaretta, si fa la gara dei rutti. Tutto sommato peccatucci veniali.
(*) Nota: potete vedere quest’opera d’arte al seguente link: http://it.youtube.com/watch?v=idG_fFXc86Y


ASAPS.IT

Isoradio
Sondaggio tra gli ascoltatori sulla guida in stato di ebbrezza da alcol e stupefacenti
Il 95% degli intervistati pretende pene più dure: sequestro dell’auto e trasformazione del reato di omicidio da colposo a doloso

(ASAPS) ROMA, 30 ottobre 2007 – Gli ascoltatori di Isoradio vogliono pene e sanzioni più dure per chi viene sorpreso alla guida di un veicolo in stato di ebbrezza: lo rivela un’inchiesta demoscopica realizzata dall’emittente radiofonica lo scorso 22 ottobre sulla scia dei numerosi fatti di sangue avvenuti sulle strade del nostro paese. Isoradio, che da tempo è impegnata tout-court a favore della sicurezza stradale – sia con consigli spot che con trasmissioni di approfondimento molto apprezzate dall’utenza – ha rilevato che gli ascoltatori vorrebbero a carico degli ebbri il Sequestro dell’auto e la trasformazione del reato da omicidio colposo a omicidio doloso. “Il risultato del sondaggio non lascia spazio agli equivoci – ha detto all’Adnkronos il direttore di Isoradio Riccardo Berti – visto che il 95% degli ascoltatori ha chiesto un inasprimento delle pene contro chi, ubriaco al volante, provoca gravi incidenti della strada”. “Il dato – ha concluso Berti – deve far riflettere quanti, proprio in questi giorni, si stanno adoperando, anche sul piano legislativo, per ricercare soluzioni contro il dilagare del fenomeno legato all’uso indiscriminato di alcool e di droghe”. (ASAPS)


AGI

MEDICO PRONTO SOCCORSO VARESE A PROCESSO PER OMICIDIO COLPOSO
(AGI) - Varese, 30 ott. - Si era presentato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Varese con ferite alla testa rimediate durante una lite. La dottoressa di guardia lo avrebbe rispedito a casa frettolosamente, senza adeguate visite e consigliandogli riposo e ghiaccio sul bernoccolo. Mori’ la mattina successiva. Per questo il medico e’ ora a processo con l’accusa di omicidio colposo.
I fatti, secondo quanto ricostruito in aula, risalgono al 2002 quando Sandrino Zanet, 35enne di Caronno Varesino, in preda ai fumi dell’alcol, litigo’ con un compaesano in piazza.
L’avversario lo colpi’ con un pugno in faccia facendolo cadere a terra dove picchio’ violentemente il capo. L’uomo si reco’ poco piu’ tardi in ospedale per farsi curare ma, stando alle accuse contestate dal Sostituto procuratore Sara Arduini, la dottoressa di guardia si sarebbe limitata a una radiografia e a praticare alcuni punti di sutura. Una volta giunto a casa, il 35enne si corico’. Da quel letto non si e’ piu’ rialzato e fu dichiarato morto la mattina successiva. I famigliari si sono costituiti parte civile anche contro l’ospedale e, assistiti dagli avvocati Giuseppe e Luca Carignola, sono convinti che se il congiunto fosse stato trattenuto almeno durante la notte, viste le sue ebbre condizioni, si sarebbe salvato. Il processo nei confronti del camice bianco riprendera’ l’8 novembre. Tempo fa, con rito abbreviato, fu condannato per omicidio preterintenzionale a 4 anni e mezzo il giovane che sferro’ il pugno rivelatosi mortale. (AGI)


LA TRIBUNA DI TREVISO

Il weekend con la chiusura alle 3 ha avuto effetti immediati.
I gestori: «E’ la fine di un’epoca». Si studiano contromosse, i turnisti a rischio
Coprifuoco, discoteche in ginocchio
Nuovi orari, crollo di presenze e incassi: - 30%. Partono i licenziamenti Il primo weekend con la chiusura anticipata alle 3 mette in ginocchio le discoteche trevigiane. «Siamo al collasso economico» denunciano i titolari dei locali più noti, che hanno visto confermate le loro fosche previsioni: affluenza dei clienti e gli introiti sono crollati del 20-30%. E’ già allarme rosso, tanto che scattano anche i primi licenziamenti del personale. Una mazzata per un settore che già da alcuni anni non navigava in buone acque: al tracollo delle presenze dovuta alla crisi finanziaria (che, come si sa, va a colpire soprattutto il settore divertimento), ora si aggiungono anche le nuove leggi regionali e nazionali che impongono a locali da ballo la chiusura anticipata di un ora e il limite alla vendita dell’alcol alle 2.
«E’ la fine di un’epoca», dicono alcuni gestori delle più famose discoteche della provincia, che ora hanno convocato d’urgenza, domani sera al Margot di Silea, locale di Federico Ochs, un summit per decidere come muoversi di fronte alle prospettive di un autentico crac del settore che fino a qualche anno fa era il simbolo del divertimento giovanile e uno dei fiori all’occhiello dell’economia trevigiana. Il problema è stato subito quantificato: c’è chi lamenta una perdita del 20% degli introiti sul consumo dell’alcol e sui biglietti d’entrata. Altri arrivano a denunciare anche un 30%, ma c’è chi sta peggio. Mauro Ferraro, titolare dello Jamila in viale della Repubblica. «Ho dovuto lasciare a casa 8 persone - sbotta - Quello che manca è il giro di persone, e subire sono i miei dipendenti turnisti. Con la chiusura alle 3 la gente non viene più in discoteca perché non conviene più. Fino all’ 1.00-1.30 tutti stanno nei bar e poi è difficile che si spostino, perché c’è troppo poco tempo».
Le leggi cambiano. Ma anche le abitudini della clientela. Fatto sta che l’era delle serate in discoteca sembra essere arrivata a un passo dal tramonto. Altri gestori denunciano questo nuovo corso. «Ci sono piccoli locali alla moda che di fatto hanno preso il nostro posto - sostiene Giannino Venerandi, titolare dell’Odissea di Spresiano - E questi però non sono soggetti ai provvedimenti a cui siamo sottoposti noi. Il fatto è che il nostro settore è sempre stato visto in ottica negativa. E adesso, anche con le ultime leggi sulla chiusura anticipata e sul limite al consumo dell’alcol, ne paghiamo tutte le conseguenze». Una crisi, sostengono i gestori, che non riguarda solo l’attività delle discoteche, ma tutta la catena alle spalle: dal personale, sempre meno richiesto, ai distributori di alimenti e bevande. Fino alla pubblicità e agli arredi specializzati. «Diamo lavoro ad artigiani, distributori e produttori - sbotta Venerandi - E’ un’intera filiera quella che viene messa in crisi. Non so se i legislatori si rendano conto di questo. Penalizzando noi, pensano di porre fine alle stragi del sabato sera. Ma questo non avverrà. Voglio vedere in futuro si darà tanta enfasi alle stragi del sabato sera: non lo faranno perché non è opportuno per loro dire che hanno adottato misure sbagliate, e che a pagare siamo stati solo noi». Al Margot i titolari delle discoteche si riuniranno con gli esponenti del sindacato della categoria: si studiano contromosse per arginare il problema. Non sono escluse iniziative forti, di fronte a una situazione imprevista.
«A cambiare è l’atmosfera dentro il locale - continua Ferraro - La discoteca era per tradizione il posto dell’incontro e della comunicazione. (*) Quante coppie si sono formate negli anni passati nelle sale da ballo? Moltissime. Con i limiti all’alcol e all’orario viene eliminato il simbolo di intere generazioni».
(*) Nota: considerato quanti soldi stanno perdendo – a loro dire – per la restrizione sulla vendita di alcolici, viene da chiedersi quale fosse la qualità di questi incontri e di questa comunicazione.
Ricordiamo che fino a poco tempo fa molti locali erano anche delle specie di camere a gas, a causa del fumo. Non solo di sigaretta.


CORRIERE ADRIATICO

La protesta di Castelli
Conti interroga tre ministri

ASCOLI - “Mi sembra davvero inaccettabile che qualcuno stia organizzando una sorta di attività imprenditoriale finalizzata allo sfruttamento economico della vicenda”. Lo afferma il consigliere regionale di An Guido Castelli riferendosi all’esposizione mediatica di Marco Ahmetovic, il rom che, ubriaco alla guida del suo furgone, uccise quattro ragazzi ad Appignano del Tronto. Secondo Castelli, anche la Regione Marche dovrebbe “far sentire la propria voce di sdegno nei confronti di un simile mercimonio”. Castelli, dopo “l’incredibile notizia” della prossima pubblicazione di un memoriale a firma del rom, ha annunciato che nella seduta di domani del consiglio regionale chiederà che la mozione a suo tempo presentata sulla vicenda venga modificata “alla luce delle ultime circostanze, investendo il presidente della giunta del compito di bloccare, con ogni mezzo lecito, la strumentalizzazione a fini di lucro della tragedia di Appignano del Tronto”. Intanto l’onorevole Giulio Conti, di Alleanza Nazionale, ha presentato un’interrogazione ai ministri della Famiglia, della Giustizia e degli Interni sul caso Ahmetovic. “Il senso di vergogna dovrebbe attanagliare chi usa una tragedia caratterizzata da quattro giovani morti ammazzati da un guidatore ubriaco e rapinatore reo confesso per fini economici, sfruttando il dolore perenne di quattro famiglie con la motivazione di utilizzare l’immagine di un assassino bevitore abituale addirittura per una campagna anti-alcol. Ai ministri chiedo: risponde al vero che agli organizzatori della trasmissione “ Verissimo” è stato permesso di visitare l’abitazione dove viene trattenuto in stato di arresto il signor Marco Ahmetovic, autore della strage, filmando i luoghi abitativi che frequenta, dalla cucina, al frigorifero e alle cibarie? Se è vero che durante la “ carcerazione” è stato permesso all’assassino di apporre la firma su di un contratto che lo lega alla “ Company & communication model agency” per pubblicizzare la sua immagine e che quindi il frutto della strage da lui commessa gli frutterà tale guadagno; infine chi ha autorizzato tale visita televisiva nel residence in riva al mare e quando l’Ahmetovic verrà trasferito in galera come la condanna prevede”.


CORRIERE ADRIATICO

Oggi a Roma la manifestazione dei genitori delle vittime della strage causata dal rom Marco Ahmetovic
Situazione fuori controllo, il sindaco di Appignano Nazzarena Agostini pensa di lasciare
“Hanno minacciato il mio bambino”

ASCOLI - “Dal 23 aprile scorso continuo a ricevere lettere minatorie. Hanno minacciato anche mio figlio, che compie sei anni a novembre”. Il sindaco di Appignano svela un’agghiacciante retroscena. Maria Nazzarena Agostini, che oggi sarà a Roma alla manifestazione nazionale delle vittime della strada a cui partecipano, fra gli altri, alcuni dei genitori dei ragazzi uccisi dal rom Ahmetovic, si sfoga.
“Sono alla frutta, sono stanca - confessa, specialmente dopo la richiesta di uno dei genitori di dimettersi - Sono pronta a fare un passo indietro o comunque a riflettere per dare alla vicenda una giusta prospettiva”. Attaccata da più parti per non aver risolto in tempo la questione del campo nomadi a Valle Orta, la Agostini confessa: “Non so come salvare il mio paese. Dopo la strage del 23 aprile scorso tutto si è amplificato e sfugge di mano. Questa spettacolarizzazione non ha nulla della reale partecipazione al dolore dei familiari”.
Oltre al primo cittadino di Appignano, questa mattina i familiari di Alex Luciani e Davide Corradetti, due dei quattro ragazzi morti nell’incidente causato da un rom, Marco Ahmetovic, che guidava ubriaco un furgone, parteciperanno a Roma alla manifestazione nazionale dei familiari delle vittime della strada. Ieri mattina, intanto, sono stati a Palazzo di Giustizia ad Ascoli per avere chiarimenti, dopo l’esposizione mediatica del giovane nomade in queste ultime settimane, sulle restrizioni cui è sottoposto.
Timoteo Luciani non ha voluto dire quale sia stato l’esito dell’iniziativa, finalizzata a capire se gli arresti domiciliari che Ahmetovic sta scontando in un residence a San Benedetto del Tronto, siano compatibili con gli exploit che lo hanno visto in questi giorni protagonista diretto o indiretto.
Da quel che si è appreso, al rom è stato imposto il divieto di colloquio con persone (salvo con i genitori, due volte a settimana per un’ora) in relazione alla sola misura cautelare per l’omicidio colposo plurimo, mentre per la tentata rapina alle poste di Maltignano non avrebbe restrizioni particolari.
I Luciani e i Corradetti stanno comunque valutando con i propri legali quali iniziative adottare. Oggi saranno invece presenti in Piazza Santi Apostoli a Roma (un’ottantina le persone che partiranno da Appignano) e la Lega Nord ha annunciato che sarà al loro fianco. Luciani ha fatto sapere che dovrebbero incontrarsi con Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord. Poi vedranno parlamentari e giudici ai quali chiederanno leggi più severe per i pirati della strada.

GIANNI BERNARDIE MAURO GIORGI


LA TRIBUNA DI TREVISO

Consigliere comunale ubriaco al volante
Vittorio Veneto, patente e auto ritirata a Emanuele Gentile

Vittorio Veneto
Al controllo con l’etilometro gli è stato riscontrato un tasso alcolico pari a 3,60 grammi per litro di sangue, ben sette volte superiore al limite di legge 0,50 grammi/l. Così sabato sera, per il consigliere comunale della lista Civica Emanuele Gentile, 47 anni proprio domani, è scattato il ritiro della patente e il sequestro dell’automobile. Ma non solo, in base alle nuove regole, Gentile rischia una multa fino a 6mila euro, con possibilità di arresto fino a sei mesi. E rischia la sospensione della ptente da 1 a 2 anni. “Mi difenderò, farò valere le mie ragioni” è l’unico commento che si è sentito di fare Gentile.


IL TIRRENO

E’ grave a Careggi 
Ubriaco omicida picchiato in cella 

FIRENZE. E’ ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Careggi Rodolfo Bonavolta, 33 anni, di Carpi, l’agente immobiliare che il 13 ottobre, sotto l’effetto di alcol e cocaina, a San Casciano provocò un incidente stradale nel quale perse la vita un’anziana.
L’uomo è stato ricoverato dopo una lite a calci e pugni con il compagno di cella. Il garante fiorentino dei detenuti, Franco Corleone, ha spiegato che le condizioni di Bonavolta, che in un primo momento erano apparse gravi, stanno migliorando.
«Bonavolta - ha spiegato Corleone - ha avuto uno scontro fisico con il compagno di cella, nel centro clinico del carcere di Sollicciano. Anche l’altro detenuto ha riportato qualche ferita». Bonavolta è accusato di omicidio volontario.


IL GAZZETTINO (Padova)

La proposta provocatoria di Contin che nel suo bar proporrà la nutriente bevanda con un po’ di rum 
Domani happy hour con il latte 
Il gestore: «È per far capire ai giovani che ci si può divertire anche senza alcol»

(M.A.) Happy hour con il "latte più" domani per l’ennesima serata del popolo degli spritz. Un’autentica finezza cinematografica, lanciata come bonaria provocazione da Federico Contin presidente del comitato "Vivere per Padova" e gestore del bar "Mocassino" in piazza delle Erbe. Gli universitari dalle 22.30 alle 23.30 potranno bere l’energetica ed eccitante bevanda, che i violenti Drughi trangugiavano prima di ogni misfatto nel film capolavoro del regista inglese Stanley Kubrick. Ovviamente il bibitone promosso da Contin non sarà fatto con la droga, ma con latte, rum, ghiaccio e canna da zucchero. Provare per credere.
«Tanto latte e poco rum. Non occorre essere ubr

Mercoledì, 31 Ottobre 2007
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