CORRIERE.IT CHI E’ L’UOMO ACCUSATO
DELL’AGGRESSIONEIl manovale della Transilvania
fuggito dopo due condanne per furto Nicolae Mailat deve ancora scontare tre
anni nel suo Paese. Da ragazzino è stato in riformatorioROMA — Ci sono ancora le bottiglie di birra appena
scolate vicino alla sua baracca. (*) Più un foglio appeso con
l’addio della figlia della sua donna, Narcisa, «ti voglio bene papà », scritto
in rumeno prima di tornare in Romania. È il covo da cui è partito l’altra sera
Nicolae Romulus Mailat, il rom di 24 anni venuto dalla lontana Vurpar. Un covo
piuttosto orrendo, nella boscaglia residua tra l’ippodromo di Tor di Quinto e
la stazioncina della Roma Viterbo degna del far west. Un rom, manovale a tempo
perso, stanco forse dei pochi euro guadagnati andando la mattina al vicino
magazzino edile dove si radunano i rumeni, fino all’altro giorno ufficialmente
solo un ladro. Ora, accusato di essere massacratore di donne, assassino. Quando
l’hanno bloccato ha esibito un passaporto rumeno privo di timbri. Rilasciato il 24 luglio del 2004, una data a cavallo tra i
suoi precedenti in Romania. Subito l’Interpol si è messa in contatto con la
polizia rumena, attivando l’ufficiale di collegamento. Su Nicolae Mailat i
nostri terminali infatti tacevano. Non restavano che le sue generalità: 24
anni, nato a Vurpar, un paesino di 2.500 abitanti in Transilvania, sulla strada
tra Sibiu e Agnita, con una nutrita presenza di rom. Poi dalla Romania è venuta
un’altra istantanea. A 14 anni Mailat è finito in riformatorio, dove è rimasto
due anni. A tradirlo, un furto andato male. Poi ecco una successiva data legata
a un nuovo furto, commesso nel 2005. Il 7 giugno 2006 Mailat viene condannato
in appello a tre anni proprio per quel furto. Subito dopo si rende
irreperibile. Un anno fa Mailat si è materializzato nella piccola baraccopoli
di Tor di Quinto, un’enclave sorta di recente. Con lui sono arrivati a Roma anche una donna con la sua
figlioletta, il fratello sedicenne Gheorghiu, la madre Elena. Ad accoglierli in
una favela di disperati altri transilvani, come Emilia, la rom che l’ha
denunciato, col figlio Ilye. L’altra sera aveva bevuto a lungo con un tipo
venuto da un’altra baraccopoli, forse un complice che la polizia sta cercando. Da
tre giorni suo fratello Gheorghiu si è volatilizzato. Elena, la madre che vive
in una baracca accanto, ha lo sguardo torvo. Dice: «Se ha fatto quello che
dicono, ha sbagliato...». Ma le parole si stemperano nel buio di questo posto
da lupi, nell’aria c’è ansia di vendetta.(*) Nota: per chi è sensibile ai drammi dell’alcol è spontaneo pensare all’associazione tra episodi di violenza ed uso di alcolici. Non significa dare sempre la colpa agli alcolici, e nemmeno cercare di stabilire un nesso preciso di causa-effetto nei singoli eventi, ma vuol dire avere presente che se si vuole limitare le condizioni di rischio, l’uso degli alcolici è tra queste. Questa vicenda ha suscitato molto sdegno, provvedimenti legislativi e non mancheranno sicuramente nei giorni seguenti discussioni e polemiche. Ma in tutto questo l’alcol sarà, nella migliore delle ipotesi, appena citato. Sensibilizzazione non significa conoscere molte statistiche o sapere ogni cosa, ma è, prima di tutto, vedere e sentire in modo diverso le cose che sono sotto gli occhi di tutti. IL GAZZETTINO (Treviso) Rispondo in modo "pacato" alle ... IL GAZZETTINO (Treviso) Caro Gentilini, da direttore ... CORRIERE ADRIATICO S.Severino si mobilita “Fermate
la strage” SAN SEVERINO - Riflettere sulle cosiddette “stragi del sabato sera” e capire l’importanza della prevenzione. È lo scopo di un’iniziativa cui sta lavorando il Comune di San Severino per coinvolgere e sensibilizzare i giovani, sempre più esposti ai rischi di gravi incidenti stradali a causa della guida in stato di ebbrezza o dell’eccessiva velocità. Il progetto è stato chiamato “…Per non dimenticare” ed è curato dagli assessorati ai Servizi alla persona, alle Politiche giovanili ed alla Cultura. Il mezzo scelto per avvicinare i ragazzi è quello dello spettacolo a teatro, preceduto dall’incontro con altri giovani divenuti disabili proprio a causa dei traumi riportati in incidenti stradali. L’incasso servirà a completare la costruzione e l’arredamento di una scuola nel villaggio di Lenda, in Etiopia. Lo spettacolo è proposto dalla Compagnia L’Arca di Porto Recanati e s’intitola “TBB (The Blues Brothers) il Musical”. Sarà rappresentato sabato 10 novembre. Info: 0733 638414). IL GAZZETTINO (Padova) CITTADELLA. IL GAZZETTINO (Vicenza) Manifestazione del Coordinamento
studentesco e del Capannone sociale sabato sotto al Comune: «Offriremo ai
cittadini anche vin brulè» Spritz di protesta davanti a
palazzo Trissino «Vogliamo dire no all’ordinanza anti-alcol del sindaco,
che non rende migliore la città ma ne nasconde i problemi» Un "Happy hour" in corso Palladio per protestare
contro l’ordinanza che vieta gli alcolici nelle aree pubbliche. È quel che
annunciano Capannone sociale e Coordinamento studentesco che per sabato
pomeriggio intendono organizzare «un aperitivo per la cittadinanza» davanti a
palazzo Trissino, sede del Comune. Obiettivo, «violare tutti assieme e
pubblicamente l’ordinanza comunale di Sorrentino», bollata come «provvedimento
di facciata».«Spritz e vin brulè per tutti a partire dalle 17.30»,
annunciano i rappresentanti dei due movimenti. Ma sembra ci sia poco cui
brindare, stando a quanto fanno sapere: «Questa ossessione per il decoro e per
la "città vetrina" mira a spostare i problemi o a nasconderli dalla
vista dei cittadini, ma non li risolve di certo», si legge in un comunicato
stampa dei due gruppi. «In una città tra le più inquinate d’Italia, dove
vogliono costruire la base militare straniera più grande d’Europa e dove si fa
fatica ad arrivare a fine mese, l’emergenza non è certo rappresentata da chi
beve una birra per strada o al parco. Siamo stanchi di questa continua
criminalizzazione di sempre più comportamenti sociali». (*) E Teo Molin Fop,
rappresentante del Coordinamento studentesco precisa: «Che ci sia un problema
di abuso di alcol è innegabile, ma non è con questi divieti che si risolve. La
gente se vuole bere, si sposta o consuma gli alcolici a casa propria». I giovani del Capannone sociale e del Coordinamento
studentesco sono contrari al giro di vite che l’amministrazione comunale ha
dato all’uso di alcolici con il divieto di consumarli negli spazi pubblici,
uniche eccezioni i plateatici e le aree prospicienti i bar e i ristoranti
durante gli orari di apertura e limitatamente alle bevande somministrate dagli
stessi gestori. Contro l’ordinanza, che per i trasgressori prevede multe fino a
500 euro, gli organizzatori della protesta intendono mettere in scena una
«violazione simbolica, sabato offriremo da bere alla gente. Non vuole essere un
inno all’alcolismo, ma un invito al buonsenso».Laura Pilastro(*) Nota: ecco un buon esempio di “benaltrismo”. Togliere significato ad un problema ed a una soluzione perché i problemi e le soluzioni che si hanno in mente sembrano altri e, naturalmente, più importanti. Il risultato è che la discussione si sposta da quello che è utile fare a quello che è meglio fare prima. Tutto ciò ricorda la storiella del millepiedi che, da quando si è chiesto con quale zampa è meglio partire, non è riuscito più a camminare. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da ESPRESSO-REPUBBLICA.IT) "I nostri cari uccisi da
autisti ubriachi"di Marzio FatucchiI parenti delle vittime
all´apertura della nuova campagna per la sicurezza L´assessore: "I numeri
continuano ad essere drammatici, dal 1998 contiamo 264 morti" Dodicimila cartoline, vigili e operatori con alcol test
davanti a quattro discoteche «Non vedo giustizia, vorrei giustizia. La cosa più
bella della mia vita no, non c´è più. E chi l´ha uccisa, sotto effetto di
droga, gira ancora per le strade». Frena le lacrime a stento, con coraggio
riprende a parlare. «Vorrei che qualcuno, lo Stato, potesse cambiare queste
cose». Filippo Arangio ha perso in un incidente stradale due mesi fa la figlia,
Thamata. Il suo fidanzato è rimasto gravemente ferito. A colpirli, una Polo
Wolkswagen guidata da un´altra ragazza, che ha invaso la corsia dove transitava
la Cinquecento della coppia: l´investitrice aveva fumato una canna, procedeva a
velocità elevata. Il padre della vittima, a soli due mesi da questa tragedia,
ha affrontato la stampa per mettersi accanto a chi, prima di lui, si è trovato
nella stessa situazione. Un modo per sostenere la campagna per la sicurezza
stradale lanciata da Palazzo Vecchio. Una campagna che ogni anno il Comune rinnova per
convincere i giovani (e non solo) a non guidare sotto effetto di alcol e droga,
a non correre, a rispettare il codice della strada. A rispettare sé stessi, la
propria vita, quella degli altri. Quest´anno testimonial, dopo Piero Pelù e Carlo Conti, è
il giocatore della fiorentina Giampaolo Pazzini, che si dice «orgoglioso di
poter fare qualcosa per i giovani. Quando mi è stato chiesto ho subito
accettato. Basta scorrere le pagine dei giornali per leggere di incidenti in
cui perdono la vita tanti giovani, molti della mia età. Per questo quando ho
potuto dare il mio contributo per fare qualcosa per fermare questa tragedia
l´ho fatto volentieri». Pazzini parteciperà anche ad alcune iniziative con
studenti degli istituti superiori della città sempre sul tema della sicurezza
stradale insieme all´assessore Cioni e al comandante della polizia municipale
Alessandro Bartolini, per una campagna che vede la collaborazione e la
sponsorazzazione di alcune discoteche fiorentine e di Fondiaria-Sai.Ma sono loro, i testimoni della tragedia che esplode in
una famiglia dopo un incidente mortale, il messaggio più efficace per i
giovani. Sono loro a girare per le scuole, per cercare di convincere i ragazzi
e le ragazze che «morire sulla strada è la cosa più inutile che ti possa
succedere a 20 anni», come ripete da anni ormai Valentina Borgogni, che ha
perso un fratello investito sul lungarno Colombo da un ubriaco sessantenne. La
parola passa agli altri genitori. «Ho perso un figlio, ora ho paura per suo
fratello». «Può succedere a tutti, anche se quando leggiamo pensiamo sempre
possa succedere ad altri». «Dopo la morte delle mie due figlie, incontrare i
giovani per parlar loro nelle scuole è stata un´esperienza devastante, ma serviva
per fargli capire cosa significa entrare nel cammino del dolore». «Se sono
morti dipende anche dal nostro modo di vivere, da come è fatta la nostra
società». Oltre a Valentina, parlano Sergio Cianti dell´Associazione Europea
familiari e vittime della strada, l´ex portiere della Fiorentina Giovanni Galli
della Fondazione «Niccolò Galli» (il figlio vittima di un incidente mortale).
Ma c´è anche Loretta Casini, che ha perso due figlie, Elisabetta e Maria
Chiara.Sono parole che inchiodano alla sedia più della pur utile
campagna del Comune. Più dei 20 manifesti 6 metri per 3, più dei 200 gonfaloni
che verranno posizionati in tutta la città, più delle 12mila cartoline che
verranno distribuite con il messaggio che accompagna il volto dell´attaccante
della Fiorentina: «Una partita si può perdere, la vita no. Se vuoi guidare, non
bere». La campagna non finisce con i manifesti. Ci saranno vigili
e operatori dei servizi sociali, con alcol test, di fronte a 4 discoteche
fiorentine (Tenax, Vipers, Marcanà e Space Electronics), proseguiranno gli
incontri con i giovani. E poi la repressione, con i «pattuglioni» muniti di
etilometro che, implacabile, ha colpito decine di automobilisti trovati con un
tasso alcolico maggiore dei limiti di legge. Un impegno che ha visto diminuire tendenzialmente (ma
lentamente) gli incidenti in città, anche grazie ad alcuni accorgimenti come i
cordoli che separano i viali, gli autovelox collocati nei posti dove
statisticamente succedono più incidenti, i fotored ai semafori. Non basta, non
è mai sufficiente. «I numeri degli incidenti continuano ad essere drammatici:
dal 1998 ad oggi le persone decedute a seguito di un sinistro stradale sono
state complessivamente 264 e i feriti 47.400. L´anno scorso si sono registrati
5.582 incidenti che sono costati la vita a 22 cittadini mentre ben 4.803 hanno
causato ferite alle persone coinvolte. E anche quest´anno il bilancio degli
incidenti è sempre più simile a un bollettino di guerra: già oggi abbiamo
superato i 4.400 incidenti con 17 morti e oltre 3.700 feriti. Si tratta di dati
che ci convincono, una volta di più, della necessità di proseguire con le
campagne di sensibilizzazione sui temi della sicurezza stradale per promuovere
in tutti i cittadini, e in particolar modo nei più giovani, l´importanza del
rispetto delle regole» dice Cioni. La statistica è implacabile. Se dovessimo darle retta, dovremmo rassegnarci ad altri 3, 4 morti entro la fine dell´anno. IL TIRRENO Emergenza alcol tra i
giovanissimi
Controlli a tappeto nei locali montani e un progetto
per prevenire CARLO BARDINI SAN MARCELLO. Il fenomeno dell’assunzione di alcolici tra
i giovanissimi è sempre più diffuso sulla Montagna pistoiese. Il problema nasce
soprattutto perché il bere è diventato un “fattore culturale”, un modo per
sentirsi importanti: se sei in compagnia, se ti trovi in una discoteca o in un
pub, e non fai uso di bevande di un certo tipo allora il “branco” non ti vuole.Di questo problema
se ne sta occupando l’amministrazione comunale di San Marcello che, assieme
all’Acat locale e alle forze dell’ordine, organizzerà a breve dei controlli a
tappeto nei locali in cui vengono somministrate bevande alcoliche. La
prevenzione, quindi, rimane l’arma vincente per cercare di arginare questo
fenomeno ogni giorno sempre più radicato.«Crediamo che la
piaga dell’alcolismo - spiegano Lorenza Puccianti e Mario Burattini,
rappresentanti dell’Associazione club alcolisti in trattamento in montagna -
sia una costante dei nostri giorni. Quello che rattrista è che sono proprio i
giovanissimi a farne un uso scorretto, e questo è dannoso perché è un modo
facile per allevare futuri alcolisti. Il problema si è ripresentato in questi
ultimi giorni, perché non è molto che siamo stati fermati da alcuni genitori
che hanno chiesto il nostro aiuto perché sono venuti a conoscenza che i propri
figli o i loro amici sono tornati a casa, dopo essersi divertiti in alcuni
locali della zona, un po’ alticci. Da parte nostra ci siamo subito attivati
coinvolgendo l’amministrazione comunale per capire cosa fare per arginare il
pericolo alcol, e abbiamo trovato terreno molto fertile».In effetti, voci
sul problema erano arrivate anche all’orecchio del vicesindaco Luisa Soldati,
assessore alle politiche sociali: «Prima solo qualche sentore, ma quando ho
fatto per informarmi meglio allora ho scoperto che da noi ci sono anche
giovanissimi sotto i 16 anni che bevono tranquillamente alcolici quando escono
a divertirsi nei locali».A questo punto è
scattato l’allarme. Soldati ha interessato polizia municipale (con cui ha già
parlato), polizia stradale e carabinieri di S. Marcello, con i quali si
incontrerà a breve. «La mia intenzione - spiega - è quella di fare un lavoro di
concerto che parte dai controlli capillari in tutti i locali in cui vengono
somministrati alcolici, per vedere se le leggi vengono rispettate. In secondo
luogo, organizzare una tavola rotonda a cui dovranno partecipare, oltre a noi
dell’amministrazione, gli esponenti delle forze dell’ordine, i rappresentanti
dell’Acat e della scuola. E mi piacerebbe coinvolgere anche i dottori del Sert
di Pistoia. Con loro vorrei avviare un percorso, oltre che di controllo, anche
di educazione all’uso dell’alcol, spiegando i rovesci della medaglia che spesso
sono sottaciuti pensando solo all’ebbrezza della “sbronza”. Per capire meglio
cosa succede nei locali, abbiamo chiesto alcune informazioni anche agli stessi
gestori di quelli in cui si fa uso di bevande alcoliche. Certo il fenomeno nei
vari locali si presenta con caratteristiche diverse, a seconda del tipo di
locale, ma generalmente la risposta è stata affermativa».«Il giovane o
giovanissimo - spiegano alcuni gestori - secondo il suo modo di pensare deve
fare uso di alcolici perché altrimenti non si sente del gruppo. Il sabato sera
è quasi obbligatorio ubriacarsi, altrimenti non c’è divertimento. Ceri giovani
chiedono apposta il liquore più forte che il locale possiede».Per informare tutti gli interessati del progetto contro l’alcolismo, a breve l’amministrazione comunale farà pervenire una lettera a tutti i soggetti e i locali interessati. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da GENOVAPRESS.COM) Fatti guidare dal buon sensoALCOOL FATTI GUIDARE DAL BUON SENSO ALCUNE INDICAZIONI
FONDAMENTALIL’happy hour è ormai una moda diffusa, il superalcolico
bevuto con gli amici dopocena mentre si chiacchiera al pub è un’abitudine,
birra e vino consumati fuori pasto sono una prassi consolidata per molti
ragazzi. Il consumo esagerato o scorretto di alcol è alla base di
problemi di ordine sanitario e sociale. E se i giovani rappresentano in
generale una categoria particolarmente a rischio, sono quelli italiani a
correre i maggiori pericoli, visto che sono i più precoci consumatori di alcol
nell’ambito della Comunità europea. Sotto accusa non solo il consumo cronico, che nuoce
gravemente alla salute soprattutto in termini di danni epatici e neurologici ed
interferisce pesantemente sugli aspetti relazionali e sociali, ma anche il
consumo occasionale, particolarmente pericoloso se associato alla guida di
mezzi di trasporto e in grado di favore atti di violenza o esperienze sessuali
a rischio. Appare dunque sempre più opportuno creare una rete
informativa completa e mirata, in grado di fornire a tutti, ma soprattutto ai
giovani, un’educazione corretta ed imparziale sulle conseguenze del consumo di
bevande alcoliche e, in caso di necessità, un aiuto per conoscere modalità di
trattamento e di assistenza accessibili. E’ la stessa Regione Liguria ad aver dato mandato alle
Aziende Sanitarie Locali di attivare interventi di prevenzione, promozione
della salute e educazione sanitaria in questo settore. Non si tratta di demonizzare il vino o la birra, ma solo
di informare sulle modalità con cui agisce l’alcol su organismo e psiche in
seguito alla quantità assunta e alle modalità stesse di assunzione.
L’esperienza genovese Sono 1637 i pazienti con problemi alcol-correlati trattati
presso i Ser.t o presso gli ambulatori alcologici nel 2004. Questi sono i dati
allarmanti diffusi dal Dipartimento delle Dipendenze e dei Comportamenti di
abuso, che dal 1996 ad oggi ha visto incrementarsi di più di 20 di venti volte
il numero di persone desiderose di trovare un valido aiuto per liberarsi da
questa dipendenza. Da tempo il Dipartimento Dipendenze si è attivato in progetti di prevenzione sul territorio, con le scuole e con le autoscuole. Ma il Ser.T. non può e non deve essere l’unico punto di riferimento: gruppi di autoaiuto, comunità, servizi di Salute Mentale, Medici di Medicina generale, ecc. possono entrare in gioco in maniera autonoma o integrata con il nostro Servizio. COMUNE DI SEREGNO ALCOL, UNA STORIA LUNGA VENT’ANNI Venerdì 16 novembre convegno del
Gruppo Alcolisti Anonimi, in occasione del 20esimo anniversario. Tra i relatori
Don Antonio Mazzi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’ Italia
paga un tributo di 25mila morti ogni anno sicuramente causate dall’alcol. E
sempre per l’alcol ogni anno, 120mila persone finiscono in ospedale. L’ Istat
sostiene che il 75 per cento degli italiani consuma alcol (l’ 87 per cento
degli uomini e il 63 delle donne). Si beve il primo bicchiere a 11-12 anni,
l’età più bassa dell’intera Unione europea (media Ue: 14,5 anni). Sono 3
milioni i bevitori a rischio ed 1 milione gli alcolisti; 817mila giovani di età
inferiore ai 17 anni hanno consumato bevande alcoliche e circa 400mila bevono
in modo problematico. Un decesso su quattro dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni è
legato all’abuso di alcol. Ancora. Si stima che dei circa 940mila infortuni sul
lavoro, denunciati ogni anno all’ Inail, il 4-20 per cento sia correlato
all’alcol. L’ Oms valuta che i costi annuali sociali e sanitari sostenuti a
causa di problemi legati all’alcol sono pari al 2-5 per cento del Prodotto
interno lordo. Per l’ Italia (1.844 milioni di euro, il Pil 2006, dati della
Banca mondiale) significa dai 36 ai 90 milioni di euro. Sono sufficienti,
questi dati, per dare la dimensione drammatica del fenomeno? |