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Rassegna stampa Alcol e guida del 2 novembre del 2007

A cura di Alesandro Sbarbarda e Roberto Argenta

L’ARENA

L’INCIDENTE DI VIA MAMELI.

Tra i viaggiatori Atv c’è chi propone di installare l’alcoltest nell’azienda di trasporti. Ma qualcuno se la prende con le norme troppo severe

«Autisti di bus e alcolici, servono più controlli»

Ma per molti la colpa è dello stress imposto dalla guida nel traffico

I colleghi del conducente: «Assurdo che gli sia stata ritirata la patente»

Anna Zegarelli

In quattordici anni gli autisti che hanno ecceduto con l’alcol si contano sulle dita di una mano. (*) Prima dell’incidente di via Mameli, tre mesi fa l’azienda di trasporto pubblico ha costretto un autista a seguire un corso di disintossicazione; ora l’uomo è impiegato come meccanico. Le stesse misure precauzionali vennero adottate sei anni fa per altri due autisti dell’urbano: uno alle soglie della pensione poco dopo lasciò il lavoro, l’altro invece venne impiegato come verificatore e successivamente reintegrato. L’incidente di lunedì sera lungo via Mameli, con l’investimento di una donna di cinquant’anni che è ancora ricoverata in gravi condizioni, ha comportato il ritiro della patente del guidatore del mezzo urbano dell’Atv: l’uomo si è messo al volante con un tasso alcolemico superiore a quanto previsto dalla legge.

Ma i cittadini, cosa pensano? Per molti il problema è da rifarsi al fatto che i conducenti «sono costretti a rimanere al volante più delle ore previste». A questo aggiungono che «i tempi di percorrenza sono troppo stretti e che quindi devono correre da un lato all’altro della città a più non posso», zigzagando tra il traffico che è sempre più intenso. «C’è da chiedersi dove trovano il tempo per entrare al bar e magari bersi una birra», fa notare una signora che aspetta il bus sotto la pensilina di Porta Vescovo. C’è anche chi giudica quello 0,5 di tasso alcolemico riscontrabile nel sangue troppo basso per essere considerato pericoloso. «Basta bere un aperitivo per non essere più nella norma», afferma un giovane, anche lui pronto a salire su di un autobus urbano».

C’è chi, comunque, giudica pericoloso il fatto e si chiede se in via Torbido, nel deposito dei bus della rete cittadina ci sia un etilometro. Non c’è, così come non è possibile trovare bevande alcoliche nel bar dell’azienda. Altri chiedono «più controlli». Alcuni conducenti di bus trovano «assurdo» che al loro collega sia stata ritirata la patente e contestato il fatto dell’aver bevuto. (**) I colleghi quindi fanno quadrato attorno al giovane, padre di famiglia e ottimo allenatore di calcio che si è visto di punto in bianco catapultato in una realtà che come affermano con assoluta convinzione «non gli appartiene».

In pochi, peraltro, chiedono siano le condizioni di salute della donna investita. «Oggi attraversare al strada è come giocare alla roulette russa», evidenzia un’anziana che aspetta il bus al ritorno da cimitero. «Io tutti i giorni per attraversare stradone San Fermo mi faccio il segno della croce».

(*) Nota: in quattordici anni gli autisti sottoposti ad etilometro non sono stati molti di più.

(**) Nota: sono dichiarazioni di una gravità inaudita.

Un conducente di un mezzo pubblico guida l’autobus in stato di ebbrezza, in queste condizioni travolge e ferisce gravemente una passante, e i suoi colleghi “trovano assurdo che al loro collega sia stata ritirata la patente e contestato il fatto di aver bevuto”?

Viene da pensare che anche a loro capiti di guidare un autobus dopo aver assunto alcol.

Urgono corsi di informazione e di sensibilizzazione sul fenomeno alcol e guida ai conducenti dei mezzi pubblici, e poi… controlli a tappeto.

Urge una normativa che imponga alcolemia zero a tutti i conducenti di mezzi pubblici.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da L’ECO DI BERGAMO)

Guida con alcol 4 volte oltre il limite

Schianto di Zanica, alla guida con alcol 4 volte oltre il limite

Nello schianto di martedì notte a Zanica, in cui ha perso la vita un romeno di 49 anni, pesante è la responsabilità del conducente, un ventinovenne di Spino d’Adda: il suo tasso alcolico è infatti risultato quattro volte superiore al limite consentito dalla legge. (*)

L’uomo ha perso il controllo della Toyota Avensis allo svincolo tra la superstrada per Orio e la nuova statale 42. Dopo l’incidente è risultato positivo al test dell’alcol ed è stato denunciato a piede libero dalla polizia stradale di Bergamo per guida in stato di ebbrezza e omicidio colposo.

Intanto migliorano le condizioni dell’altro ferito. La magistratura ha già concesso l’autorizzazione per il rimpatrio della salma.

(*) Nota: se fosse stato romeno il guidatore ubriaco e italiano la vittima la notizia non sarebbe stata data con un trafiletto. In entrambi i casi però la considerazione dell’alcol come concausa sarebbe stata uguale. Cioè scarsa.


IL TRENTINO

LA MOVIDA VIETATA

Happy hour a rischio Trento prepara lo stop

I ragazzi della movida: "Sopportateci" Pacher: "Prima viene il diritto al riposo" I baristi: "Così chiuderemo tutti"

TRENTO. «È una norma che va nella direzione giusta, contro l’abuso di alcol e a tutela del centro storico». Andrea Robol, assessore comunale al commercio, accoglie con soddisfazione la novità introdotta dalla Provincia nella Finanziaria 2008, una norma che dà ai Comuni il potere di vietare o limitare la vendita di alcolici in centro città. «Qualche paletto contro la degenerazione nel consumo di alcol va posto, è nell’interesse di tutti», ammette l’assessore. E sugli happy hour ha pronta una ricetta: «Per evitare gli assembramenti servono più locali fuori dal centro».

Le proteste contro gli happy hour, con annesso abuso di alcolici, sono da anni all’ordine del giorno e preoccupano seriamente il Comune. Meno di un mese fa l’amministrazione ha scelto la strada di una campagna d’informazione rivolta ai giovani. Slogan: «Meno volume, più a lungo». Un tentativo di convincere i frequentatori dei pub ad abbassare il volume di voce e di musica e a comportarsi in modo civile durante la notte, per ridurre le tensioni con i residenti del centro storico che a suon di telefonate ai vigili urbani e di raccolte firme hanno fatto sentire la loro voce ai piani alti di palazzo Thun.

Ma a preoccupare, ha ammesso il sindaco Alberto Pacher, è soprattutto l’abuso di alcolici e superalcolici, in particolare da parte dei minori. Alcol acquistato nei bar ma anche venduto a costi ancor più bassi nei supermercati, dove il controllo sull’età degli acquirenti è praticamente nullo. Per arginare il fenomeno il Comune ha annunciato di voler potenziare i controlli. Ora in aiuto dei sindaci arriva la Provincia, che apre alla possibilità di un giro di vite contro la somministrazione di alimenti e bevande nelle zone di interesse storico-artistico. Una stretta già applicata - in forme diverse e non senza forti polemiche - in varie città d’Italia, dalla città universitaria per eccellenza, Bologna, alle principali città venete come Vicenza, Padova e Verona. «Non conosco la norma inserita nella manovra finanziaria, ma va certamente nella direzione auspicata», commenta il sindaco Pacher.

Va oltre l’assessore alle attività economiche Andrea Robol, che accoglie l’articolo della Finanziaria come «un passo utile per mettere dei confini alla degenerazione del consumo di alcol». Un primo aspetto del problema, osserva l’assessore, riguarda la salute dei giovani.

C’è poi la questione più ampia del divertimento, e degli spazi a disposizione per i ragazzi: «Siamo una città universitaria, non possiamo dimenticarcelo - avverte Robol - questo significa che occorre trovare un punto d’incontro tra esigenze diverse, quelle degli studenti e quelle dei residenti».

L’analisi dell’assessore parte da una considerazione: «L’assembramento di centinaia di ragazzi fuori da un pub, con inevitabili conseguenze di degrado, è il risultato del fatto che tutto si concentra in pochi locali. L’apertura dello studentato universitario di San Bartolomeo potrà per esempio favorire la creazione di un nuovo polo anche di divertimento nella zona sud della città. Non solo: bisogna far passare l’idea che è meglio uscire più sere a settimana magari facendo meno tardi, anziché sbaraccare fino al mattino un giorno soltanto».

L’offerta - è la linea sposata dall’assessore - va aumentata e decentrata fuori dal cuore del centro cittadino: «I centri storici vanno tutelati, soprattutto a certi orari e da certe situazioni che li espongono al degrado. Gli happy hour non possono essere fermati, ma gestiti sì. Per questo credo che questi appuntamenti vadano pensati insieme, coinvolgendo il più possibile gli esercenti, l’Università, le associazioni studentesche. E magari - auspica l’assessore - in questo modo si riuscirà anche ad andare oltre la logica del bere a basso costo fine a se stesso». In ballo - ammette Robol - «c’è una cultura del divertimento, e una cultura del bere, su cui va fatta una seria riflessione».


IL TRENTINO

E Bologna diede il via al «coprifuoco della birra»

 TRENTO. Il primo fu il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, che da allora si guadagnò l’appellativo di «sindaco-sceriffo». Alle prese con il caos by night della zona universitaria e con cittadini esasperati dagli schiamazzi, il sindaco presentò nel 2006 un’ordinanza che fece discutere: chiusura entro l’una per pub e bar, entro le 21 per gli alimentari che vendono alcolici.

 Giro di vite anche a Padova, dove da maggio dell’anno scorso i bar delle piazze, del ghetto e del Portello sono obbligati a chiudere a mezzanotte per l’ordinanza anti-spritz del sindaco Zanonato. Il prefetto ha poi vietato a tutti i negozi del centro di vendere bevande in bottiglie di vetro dopo le 20 il mercoledì, venerdì e sabato. Una stretta a cui si è aggiunto, dal 5 ottobre scorso, il divieto per discoteche e night di servire alcolici dopo le 2 di notte, effetto del decreto-legge del governo sulla sicurezza stradale.

 È della scorsa settimana l’ordinanza del Comune di Vicenza contro il consumo di alcol in pubblico, una strategia che ha nel mirino gli ubriaconi che spesso hanno dato filo da torcere alle forze dell’ordine: per i trasgressori multe da 25 a 500 euro e sequestro delle bevande incriminate. L’ordinanza di Vicenza ricorda da vicino quella emanata quest’estate a Verona, quando il neosindaco leghista Flavio Tosi dispose che non si potevano più mangiare in pubblico pizze, panini e simili. Decisione seguita da proteste e polemiche, e da una prima multa impartita a una ragazzina che mangiava pizza per strada. Il sindaco si commosse, e pagò di tasca propria.


IL TRENTINO

Dite la vostra sul nostro sito internet

E’ giusto mettere il silenziatore alla movida di una città come Trento che solo da poco ha iniziato a «vivere» il centro storico con gioia e spensieratezza?

E’ questa la domanda su cui ruota il dibattito on line nel nostro sito web all’indirizzo www.giornaletrentino.it Sulla nostra home page potrete trovare gli articoli e le fotogallery delle serate trascorse dai ragazzi trentini nel centro città, e potrete leggere le considerazioni degli altri visitatori del sito e commentare direttamente anche voi. Ha ragione l’amministrazione comunale a difendere il diritto alla quiete? Scrivete e raccontateci la vostra esperienza in mezzo alla movida e mandateci le foto delle vostre feste. Contribuirete a fare del sito internet del Trentino un contenitore virtuale con le migliori immagini di quello che accade di sera a Trento e dintorni.

(*) Nota: i lettori di questa rassegna si sono sempre dimostrati sensibili e preparati nei confronti dei problemi alcol correlati. Sarebbe importante che in un dibattito, su proposte di regolamentare l’uso degli alcolici, intervenissero anche persone competenti. Se qualcuno vuol raccogliere l’invito de “Il Trentino” ed esprimere il proprio parere può farlo collegandosi al sito del giornale ed inviarla a noi per la pubblicazione in rassegna.


LA SICILIA

Stop all’alcol per strada 

Chiesto all’Amministrazione di vietare il consumo di birra, vino e liquori fuori dai locali pubblici

Le emergenze sociali a Canicattì più urgenti da affrontare e risolvere sono al momento l’aumento dell’uso di droga ed alcool da parte dei giovani e la presenza di tanti immigrati che spesso hanno delle vere e proprie difficoltà ad inserirsi nel tessuto cittadino. Problemi questi affrontati mercoledì mattina dalla Commissione consiliare sicurezza stradale ed ordine pubblico di cui è presidente il consigliere comunale Carmelo Vaccaro e di cui fanno parte i consiglieri comunali Trupia, Tardino, Sabatino, Onolfo, Licata e De Luca. Alla riunione era presente il vice sindaco Gaetano Rizzo, il comandante della polizia municipale Domenico Ferrante e la dottoressa Patrizia Sola. La commissione durante i lavori ha affrontato il problema relativo all’uso dell’alcol e ha deciso di chiedere all’Amministrazione in carica di emettere un provvedimento restrittivo che limiti l’uso di sostanze alcoliche solo nell’ambito dei locali pubblici e di disporre invece pesanti sanzioni per chi invece le consuma in strada o nelle ville pubbliche. Sono, infatti, tantissimi i giovani che acquistano liquori anche nei supermercati per poi andarli a consumare rigorosamente di nascosto nella villa comunale di Viale della Vittoria. Inoltre, la commissione ha affrontato il problema delle presenze di molti immigrati in città. Verrà chiesto un censimento dei soggetti presenti sul territorio e dei controlli sulle abitazioni in cui questi risiedono per potere in questo modo accertare in che condizioni vivono e soprattutto se abbiano un regolare contratto di locazione. Molti immigrati, infatti, vivono in catapecchie del centro storico cittadino pagando affitti salati e senza alcun contratto di locazione. Questa iniziativa ha lo spirito di consentire una civile integrazione sul territorio di questi soggetti. La commissione ha anche chiesto di accertare lo stato della pianta organica del corpo di polizia municipale al fine di verificarne la possibilità per un eventuale potenziamento con nuove forze.

Carmelo Vella


BRESCIAOGGI

POZZOLENGO

Campagna di prevenzione

La Polizia locale distribuisce l’etilometro

Una trentina finora i «palloncini» ritirati Ma sono in vendita anche nelle farmacie

Il comando della Polizia Locale di Pozzolengo mette a disposizione dei cittadini che passeranno dalla sede a ritirarlo un etilometro monouso. In pochi secondi sarà possibile determinare se si è in grado di condurre un veicolo in sicurezza o se è meglio evitare di mettersi alla guida, perchè si è ecceduto un poco col vino, birra o superalcolici.

«Il fenomeno della guida sotto gli effetti dell’ebbrezza alcolica assieme all’alta velocità sono tra le prime cause di incidenti sulle nostre strade - commenta il sindaco di Pozzolengo Paolo Bellini -. Ecco perché abbiamo voluto lanciare questa campagna di sensibilizzazione, che punta proprio a far ragionare gli automobilisti, invitandoli ad un esame obiettivo e privato del proprio stato eventuale di ebrezza, prima di commettere atti che potrebbero avere degli epiloghi irreparabili».

«Il palloncino, distribuito gratuitamente presso i nostri Uffici - aggiunge il responsabile della Polizia Locale Massimo de’ Casamassimi - è uno strumento di prevenzione che se ben utilizzato può evitare seri problemi con la giustizia ed al portafogli, e il conseguente ritiro della patente per lunghi periodi; ma soprattutto eviterà di procurare danni a sè o agli altri utenti della strada».

La campagna di prevenzione, che sta già riscuotendo un discreto successo, con una trentina di etilometri ritirati, potrà divenire consuetudine, in quanto tali strumenti sono disponibili ed in libera vendita a prezzi modici anche in parecchie farmacie.

N.A


IL GIORNALE

Pene più dure per chi guida ubriaco

di Redazione - venerdì 02 novembre 2007

Si moltiplicano purtroppo i casi di automobilisti e motociclisti, spesso drogati o ubriachi, che uccidono innocenti e a volte nemmeno si fermano. Dopo due o tre giorni escono dal carcere e, in sede di giudizio, godono di ogni possibile indulgenza. Da ogni parte si grida «Basta!» e tutto resta come prima: il morto giace e il pirata continua a colpire. D’altra parte, non possiamo augurarci che venga inflitto l’ergastolo per un omicidio colposo, non è vero? E allora, ecco una proposta: chiunque, non solo sotto l’effetto di droga o di alcool, ma anche per comportamento irresponsabile, provochi la morte di una persona, sia privato del permesso di condurre veicoli per un minimo di dieci anni, fino alla proibizione a vita per i casi più gravi; e i recidivi siano giudicati non più per omicidio colposo, ma per omicidio volontario.

Mi si obietta che i mezzi di trasporto privati servono per il lavoro? Sarà un deterrente in più, così ci penseranno prima!

Per introdurre tali novità non basta una legge, ma occorre mettere mano al Codice Penale? Che il Parlamento e il Governo si diano da fare, altrimenti a che cosa servono? A inviare messaggi di cordoglio o corone di fiori?

Che l’italo buonismo sia una piaga nazionale con conseguenze disastrose, è sotto gli occhi di tutti. Lei stessa, gentilissima signora Caire, ammette che è necessario mettere mano al Codice di procedura penale.

Non è possibile, infatti, che il Governo, qualunque Governo sia in carica, lasci che la strage continui sulle nostre strade. Tanto per dire come stanno le cose, è un fatto che i conducenti di mezzi pesanti si passino la parola non appena superano il confine. L’Italia, infatti, è diventata una specie di porto franco per qualunque tipo di illegalità. Ormai sembra che nessuno abbia timore di incappare nelle maglie della legge. Ha visto che cosa è accaduto a quel nomade che ha ucciso quattro ragazzi guidando completamente ubriaco? Tutto quello che la magistratura ha saputo (e potuto) fare, è quello di condannarlo a restarsene rintanato dentro il suo lussuoso residence per poco più di sei anni. Negli Stati Uniti ad una giovane donna che, guidando ubriaca ha investito e ucciso un pedone, hanno dato 54 anni di carcere. Una pena eccessiva? Ma dov’è scritto che si possa uccidere il prossimo con la scusante di essere sotto l’effetto dell’alcol? Se le nostre leggi sono così permissive da ritenere che chi guida possa essere giudicato soltanto sulla base di una «colpa», come se non sapesse che l’abuso di sostanze alcoliche porta inevitabilmente a perdere il controllo delle proprie azioni, allora quelle leggi vanno cambiate. Chi beve o si impasticca compie un’azione cosciente, per cui deve poi affrontare le conseguenze del suo gesto. Come si fa a sostenere che, da ubriaco, non sapeva? In Italia certa sinistra pensa solo a difendere Caino infischiandosene di Abele. Sarebbe ora che la ragione prevalesse e che chi sbaglia paghi. Senza se e senza ma


IL GAZZETTINO

I baristi e i gestori di dancing bassanesi hanno espresso all’assessore Elena Donazzan lo loro contrarietà alla nuova legge regionale 

Niente alcol dopo le 2, esercenti in rivolta 

Tiziano Farronato: «Intento lodevole, ma vi sono altre strade per educare i ragazzi, a cominciare dalla scuola»

Bassano

Torna al centro dell’attenzione degli esercenti bassanesi il divieto di somministrare alcolici dopo le 2. Una decisione, quella che la Regione ha formalizzato con l’emanazione di un’apposita legge, che è stata al centro di un incontro tra i baristi e i gestori dei locali da ballo della città e l’assessore regionale Elena Donazzan.

"Abbiamo espresso all’assessore le nostre preoccupazioni - fa sapere Tiziano Farronato, referente dei locali del centro storico - e in particolare quelle delle discoteche, costrette ormai a chiudere i battenti già poche ore dopo l’apertura. Quello che abbiamo voluto far sapere alla Regione è la nostra contrarietà ad una legge che, seppur condivisibile nei principi, risulta a nostro giudizio inutile e dannosa nella pratica".

Un’opinione, quella espressa dagli esercenti bassanesi, condivisa dalla stessa Donazzan. "Sappiamo benissimo che questa legge sta preoccupando tutto il mondo della ricettività e del divertimento veneto - conferma l’assessore - e non possiamo certo negare che si tratti di un provvedimento duro, che peraltro è stato applicato in tempi brevissimi. Gli obiettivi della legge non sono certo in discussione, ma purtroppo sembrano non essere perseguibili in questo modo. Credo che in tempi brevi rimetteremo mano alla legge, valutando maggiormente il ruolo che dovrà avere l’aspetto preventivo, magari anche con il coinvolgimento delle scuole".

In discussione, anche in sede d’incontro, non è mai stato il fondamento espresso dalla legge. "Se noi sapessimo di salvare anche una sola vita chiudendo prima i nostri locali, lo faremmo subito (*) - spiega Farronato - ma siamo convinti che siano altre le strade da percorrere per educare i ragazzi a non abusare di alcolici e droghe. Se anche smettiamo di dare da bere alle 2 i ragazzi trovano in altro modo le bottiglie. Sappiamo per certo che in molti oggi partono per le discoteche con le auto già piene di alcolici".

Per gli esercenti bassanesi, dunque, sarebbe più opportuno pensare ad un progetto più vasto, non dissimile da quello realizzato in passato per vietare il fumo nei luoghi pubblici. "Nel caso del tabacco - ricorda Tiziano Farronato - il dibattito è durato mesi ed ha coinvolto diversi attori. Alla fine in molti hanno capito da soli, senza bisogno di un’imposizione, quanto fosse meglio entrare nei locali, senza essere invasi dal fumo". Questi, dunque, gli argomenti discussi nell’incontro dagli esercenti che hanno già annunciato l’intenzione di proseguire con la propria battaglia, affidando le proprie istanze alle associazioni provinciali di categoria.

Barbara Todesco

(*) Nota: allora fatelo.

Intervenire sulla disponibilità delle bevande alcoliche e sugli orari è una delle strategie considerata efficace dagli esperti internazionali di alcol e guida.

I primi dati raccolti in Italia da quando è entrata in vigore la legge nazionale che proibisce la somministrazione di alcolici in discoteca dopo le 2 di notte sembrano confermare l’utilità preventiva di tale provvedimento.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

Coordinamento e Capannone sociale rispondono all’assessore alla Sicurezza che invoca l’intervento della questura, domani davanti a palazzo Trissino 

«Non vietatelo, il nostro spritz è un atto simbolico» 

«Protesteremo contro l’ordinanza anti alcol, ma senza creare problemi di ordine pubblico. Non possono bloccarci»

«Il nostro è un atto simbolico. Se venisse vietato sarebbe grave. Le manifestazioni vengono vietate per grossi problemi di ordine pubblico, ma la distribuzione di qualche spritz non lo è». I promotori dell’aperitivo collettivo che domani pomeriggio dovrebbe andare in scena davanti a Palazzo Trissino, in spregio al divieto di consumare alcolici negli spazi pubblici, ribadiscono le motivazioni dell’azione di protesta e assicurano che «se arriveranno le multe, non le pagheremo». I giovani del Capannone Sociale e del Coordinamento Studentesco hanno annunciato l’altro ieri di voler manifestare contro la recente ordinanza antialcolici distribuendo spritz e vin brulè a partire dalle 17.30 sotto il naso dell’amministrazione. Ora, alle reazioni dell’assessore alla Sicurezza Valerio Sorrentino che invoca l’intervento della Questura per bloccare la manifestazione, rispondono così: «Il nostro programma non cambia - dice Teo Molin Fop, uno degli organizzatori - Il senso dell’iniziativa rimane lo stesso. Non faremo niente di male, niente di criminale, sarà una manifestazione come le altre, con striscioni e volantinaggio. Vogliamo dimostrare che questa ordinanza lascia il tempo che trova».

E se arriveranno le forze dell’ordine e con loro le multe? «Sarebbe provocatorio, vorrebbe dire alzare la tensione per niente. Per quanto riguarda le multe, le rifiuteremo. Sarebbe grave mandare una flotta di vigili a far multe, sarebbe un modo di gestire l’ordine pubblico con la repressione, da irresponsabili. Anche se non mi stupirei ci fosse un colpo di matto. Ciò che ci interessa è il valore simbolico dell’iniziativa. Bersi un aperitivo in uno spazio pubblico ha un significato politico in questo caso». La sfida va avanti, dunque, a meno che il questore, nelle prossime ore, non intervenga per questioni di ordine pubblico. Per ora i manifestanti sembrano infischiarsi dell’ordinanza sindacale: «Già in passato abbiamo violato ordinanze comunali. (*) Come due o tre anni fa, quando si era deciso non potessero più passare cortei in corso Palladio».

Laura Pilastro

(*) Nota: in sintesi, c’è una legge che non mi piace, organizzo una manifestazione dimostrativa per trasgredirla pubblicamente, lo dico a tutti, lo scrivo ai giornali, però chiedo che non mi fermino e che non mi puniscano.

Guardate che è un bel modo di ragionare.


LA REPUBBLICA

Ascoli Piceno

ROM CHE TRAVOLSE QUATTRO RAGAZZI DIVENTA STAR SPETTACOLO

Ottomila euro per la cura della sua ’immagine ’ pubblica, e cinquantamila euro per i diritti sul suo libro. E’ quanto dovrebbe percepire, secondo fonti locali, Marco Ahmetovic, il rom 22enne condannato a sei e mezzo in primo grado per la cosiddetta ’strage di Appignano del Tronto’, dove morirono, investiti dal furgone impazzito del nomade che guidava ubriaco, quattro minorenni tutti residenti del piccolo centro alle porte di Ascoli Piceno. A gestire ’l’immagine’ del ragazzo, che ora e’ detenuto agli arresti domiciliari in un appartamento di un residence di San Benedetto del Tronto - ma il Tribunale del Riesame di Ancona ha gia’ chiesto il suo ritorno in carcere, accogliendo il ricorso della Procura di Ascoli, contro le decisioni del GIP - e’ l’agente di artisti e star dello spettacolo e del cinema Alessio Sundas. Tra Ahmetovic e l’agenzia di Sundas, che a ha sedi a Firenze e Roma sarebbero gia’ intercorsi fax di conferma dei contratti relativi alla loro collaborazione, che dovrebbe fare del responsabile del tragico incidente di Appignano del Tronto una specie di protagonista del mondo della societa’ rovesciata di oggi. Una societa’ impazzita, secondo alcuni residenti del Piceno, indignati dopo il collegamento del programma tv ’Verissimo’ di Mediaset, con il residence dove e’ ospitato il rom, e che non tiene conto del dolore di tante famiglie colpite da una tragedia immane che ha colpito un intera comunita’.

(*) Nota: per i giovani, ma anche per i genitori, il messaggio è chiaro. A cosa serve studiare, cercare di realizzare progetti a lungo termine? Quando ci sono scorciatoie molto più semplici. Per avere successo è molto meglio iscriversi ad un corso per “veline” o impratichirsi col telefonino a filmare episodi, possibilmente odiosi, o versare colorante in una fontana. Certo, si potrebbe diventare famosi anche partecipando ad una olimpiade o vincendo un premio Oscar, ma è evidente a tutti come sia molto più difficile e faticoso.


AGI

STRAGE APPIGNANO: ROM VENDE DIRITTI BIOGRAFIA PER 50 MILA EURO

Fermo, 2 nov. - Ottomila euro per la cura della sua ’immagine ’ pubblica, e cinquantamila euro per i diritti sul suo libro. E’ quanto dovrebbe percepire, secondo fonti locali, Marco Ahmetovic, il rom 22enne condannato a sei e mezzo in primo grado per la strage di Appignano del Tronto, dove morirono, investiti sulla strada dal furgone impazzito del nomade che guidava ubriaco, quattro minorenni tutti residenti del piccolo centro alle porte di Ascoli Piceno. A gestire ’l’immagine’ del ragazzo, che ora e’ detenuto agli arresti domiciliari presso un appartamento di un residence di San Benedetto del Tronto - ma il Tribunale del Riesame di Ancona ha gia’ chiesto il suo ritorno in carcere, accogliendo il ricorso della Procura di Ascoli, contro le decisioni del Gip - e’ l’agente di artisti e star dello spettacolo e del cinema Alessio Sundas. Tra Ahmetovic e l’agenzia di Sundas, che a ha sedi a Firenze e Roma sarebbero gia’ intercorsi fax di conferma dei contratti relativi alla loro collaborazione, e che dovrebbe fare dell’assassino di Appignano del Tronto una specie di protagonista del mondo della societa’ rovesciata di oggi. Una societa’ impazzita, secondo alcuni residenti del Piceno, indignati dopo il collegamento del programma tv ’Verissimo’ di Mediaset, con il residence dove e’ ospitato il rom, e che non tiene conto del dolore di tante famiglie colpite da una tragedia immane, e che ha colpito un intera comunita’. (AGI)


IL GAZZETTINO (Venezia)

PORTOGRUARO 

Guida in stato di ebbrezza, nella notte di Halloween patente ritirata a 7 giovani

Sette automobilisti sono stati denunciati la scorsa notte mentre transitavano sulle strade del Portogruarese alla guida delle loro auto con un tasso alcolico superiore al consentito. Sono tutti giovani di età compresa tra i 21 e i 33 anni, residenti a Mestre, nel Trevigiano e a Trieste. Il servizio straordinario per scongiurare le stragi sulle strade è stato svolto per tutta la notte di ieri dai Carabinieri della Compagnia di Portogruaro, che hanno pattugliato il territorio con 20 militari, e dalla Polizia stradale di Portogruaro intervenuta con altre due pattuglie. La notte di Halloween sono stati controllati più di 500 veicoli e una decina di autobus. Negli ultimi giorni si sono verificati diversi incidenti stradali con persone ebbre al volante. Poche le contravvenzioni elevate ieri notte e nessun incidente. I giovani automobilisti risultati positivi all’etilometro avevano un tasso alcolico nel sangue da una a due volte superiore al consentito. Per tutti è così scattata la denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza, il ritiro della patente e, in alcuni casi, una lunga passeggiata fino alla stazione ferroviaria mentre l’auto se ne andava col carro attrezzi, visto che anche gli altri passeggeri non erano in grado di mettersi alla guida. Nelle ore centrali della notte i Carabinieri hanno anche effettuato pattugliamenti e posti di controllo nei centri abitati per prevenire furti in abitazione o in danno di esercizi commerciali. Sequestrate nel corso della notte anche varie dosi di hashish, marijuana e cocaina. Tre giovani di età compresa tra i 17 e i 24 anni sono stati segnalati al Prefetto per uso personale di stupefacenti


VARESENEWS

Cardano al Campo - La rissa nella notte di Halloween, poco dopo le 4: due giovani sarebbero stati picchiati dagli addetti alla sicurezza del locale, uno è in prognosi riservata

Botte al Nautilus, due denunce per lesioni gravissime

Botte fuori dal Nautilus. È successo nella notte di Halloween, intorno alle 4: due ragazzi, probabilmente ubriachi, sono stati allontanati dalla discoteca dai buttafuori per motivi ancora da chiarire. Poco dopo i due giovani sarebbero tornati sui propri passi, nel parcheggio sono volate parole grosse ed è scoppiata la lite con gli addetti alla sicurezza del locale. A subire le conseguenze peggiori uno dei due giovani, picchiato e malmenato tanto che i medici dell’ospedale di Gallarate, dove è stato portato subito dopo l’accaduto, non hanno ancora sciolto la prognosi: le sue condizioni sono in lieve miglioramento, è policontuso e chi lo ha visto in ospedale parla di «viso completamente tumefatto che mai avrei detto che fosse stato pestato», spiega un amico.

Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Gallarate: al momento i denunciati sono due addetti alla sicurezza del locale, l’ipotesi di reato è «lesioni gravissime», come spiegano gli uomini dell’Arma, che stanno vagliando la dinamica e le responsabilità, anche se pare certo dalle parole dei militari che qualcuno abbia esagerato. Gli inquirenti sono anche in attesa dei risultati sullo stato dei due ragazzi pestati, che a quanto risulta sarebbero stati notevolmente alterati dall’alcol: non appena si riprenderà, anche quello tra i due che ha subito le conseguenze peggiori verrà ascoltato. Grave la denuncia di un amico del ragazzo in prognosi riservata: «Sapete perchè l’hanno massacrato? – scrive in una lettera a VareseNews -. All’uscita si è appoggiato ad un vaso che è caduto. Tutto qui. Vi sembra possibile? Vedere il proprio migliore amico in fin di vita mi sta facendo impazzire. Quello che vi posso dire, sempre che mi crediate, è che il mio amico è uno che non ha mai fatto casini ed è buono come il pane». I responsabili del locale declinano ogni responsabilità e assicurano che nel caso vengano alla luce colpe di qualche dipendente verranno presi i giusti provvedimenti.

La discoteca cardanese, luogo di ritrovo e divertimento per intere generazioni, già in passato è stata teatro di incidenti e pestaggi: l’episodio più grave nel 2000, quando la notte del 7 dicembre il padre di due ragazzi uccise due buttafuori, ma le cronache sono piene di risse, pestaggi e interventi delle forze dell’ordine. Comune e proprietà hanno negli anni provato a fare del Nautilus un luogo di attrazione privo di violenze, con inviti a limitare i consumi di alcol e porte a porte a donne e cabaret. Ma i risultati, a quanto pare, tardano ad arrivare..


IL MATTINO

La vittima è uno studente di Chiaiano. Il dolore della madre: «Voglio sapere chi lo ha ammazzato» 

Ucciso al party da droghe e alcol 

Festa di Halloween alla Mostra, muore 23enne: farmaci nel cocktail fatale. Venti malori

La morte dopo un party nella notte di Halloween. Un cocktail di droghe, alcol e farmaci ha ucciso il 23enne Pasquale Russo, studente universitario di Chiaiano. Si è sentito male all’alba di ieri dopo aver partecipato alla serata conclusiva di «Panorama Festival», kermesse dedicata alle arti visive e sonore alla Mostra d’Oltremare. Concerto di forti emozioni: davanti a 7000 giovani si esibiva, tra gli altri, il dj tedesco Sven Vath, pioniere della musica techno. Decibel altissimi ma anche pasticche, alcol e spinelli. Alle 6,25 l’ultimo drink e una «canna» fumata nei viali della Mostra: il ragazzo muore, nonostante il ricovero al San Paolo. A stroncarlo sarebbe stata una micidiale miscela di hashish, alcol, anfetamine e - pare - antidepressivi. Una ventina i malori al party. 


IL GAZZETTINO

PIEVE

La notte di Halloween, all’insegna dell’alcol, si lascia alle spalle un pesante bilancio: una patente ritirata, una persona colta da malore e agenti picchiati 

Aggredisce i vigili urbani, 26enne arrestato  

Il giovane, dopo aver rifiutato di sottoporsi ai controlli, ha scatenato il finimondo. Il sindaco: «Serve un piano d’azione» 

Halloween a Pieve fa rima con alcol. Troppo. Nella notte delle streghe pochi scherzetti, ancora meno dolcetti, e tante alzate di gomito, tali da essere causa, nel giro di mezz’ora, del ritiro di una patente, un arresto e un malore nel cuore della cittadina del centro Cadore. Pienamente riuscito il servizio antialcol che la stazione dei Carabinieri di Pieve e la Polizia Locale del comprensorio hanno garantito, in collaborazione, la sera e la notte del 31 ottobre per arginare il fenomeno delle guide in stato di ebbrezza all’uscita delle principali sedi dei festeggiamenti ottobrini. Il bilancio è amaro. Nelle primissime ore del mattino è stata ritirata la patente ad una ragazza di 26 anni risultata positiva all’alcoltest. Nell’ambito della stessa operazione è stata fermata un’altra automobile e quando è stato chiesto al guidatore, un giovane di 26 anni, di sottoporsi ai controlli è scoppiata una lite con le Forze dell’ordine. Il ragazzo, causa i fumi dell’alcol, ha letteralmente dato in escandescenza offendendo, spintonando e alzando le mani contro gli agenti, tra i quali la Comandante della Polizia locale del centro Cadore. La donna ha riportato una distorsione al ginocchio. La collega uno distorsione al gomito e il carabiniere un trauma al braccio. Dopo un primo tentativo di mediazione, constatato che non c’era collaborazione e la gravità della resistenza ai pubblici ufficiali, l’intervento si è risolto con l’arresto del giovane cadorino. Trasportato prima al Comando dei Carabinieri di Pieve, è stato poi trasferito nel carcere di Baldenich dove nelle prossime ore sarà valutata la sua posizione. Poco prima, in piazza Tiziano, un uomo era stato colto da malore all’uscita di un locale pubblico. Rinvenuto poco dopo, ha evitato l’intervento dei sanitari. Il sindaco di Pieve, Maria Antonia Ciotti, aveva pianificato il servizio speciale della polizia locale dalle 22 alle 4 della notte di Halloween allo scopo di mantenere l’ordine pubblico in tutto il centro storico. "Dovrò confrontarmi con la Giunta - commenta - perché non è la prima volta che ricevo segnalazioni poco piacevoli dal centro di Pieve, dove ragazzi, e ancor peggio ragazze, escono ubriachi dai locali". Più che un servizio una tantum il sindaco pensa ad un piano d’azione che vuole iniziare a discutere già dalla prossima settimana con i colleghi amministratori, considerando i fatti di cui ha notizia dei negativi indicatori del benessere sociale del territorio. Quantomeno Halloween non ha portato ad alcun accesso al locale Pronto soccorso per ubriachezza. Eleonora Riva


IL GAZZETTINO (Venezia)

A FAVARO 

Ubriaco si sottrae al test dell’alcool e viene arrestato 

Ne combina di tutti i colori e alla fine ai carabinieri non è rimasto che arrestarlo. È successo nella zona di Favaro dove i carabinieri della locale stazione in collaborazione con i colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno fermato V.A., 30enne italiano, chiaramente ubriaco, che a seguito di un controllo volto alla prevenzione della guida in stato di ebbrezza, ha reagito con violenza alle operazioni dei militari, cercando di sottrarsi alle verifiche.

Gli stessi a fatica riuscivano a bloccarlo e a ricondurlo alla calma, proseguendo i controlli alcolemici che davano esito positivo


L’ARENA

PREVENZIONE.

Nella notte di Halloween sono stati decurtati complessivamente 182 punti dalle patenti di guida

Guidano ubriachi, nove patenti ritirate 

La notte di Halloween si è rivelata sfortunata per numerosi automobilisti, finiti nella rete dei controlli predisposti dagli agenti della polizia stradale in diverse strade cittadine.

L’obiettivo, come da diversi mesi ad oggi, è quello di prevenire le stragi che accadono soprattutto nel fine settimana e in concomitanza con i ponti delle festività, e più in generale, ridurre il numero di incidenti che avvengono sulle strade della nostra provincia e che negli ultimi anni hanno causato centinaia di morti. Complessivamente le pattuglie disposte dal funzionario, Daniele Giocondi, hanno ritirato dieci patenti, di cui nove perché il conducente guidava in stato di ebbrezza.

Una per il rifiuto da parte dell’automobilista di sottoporsi all’alcol-test. Sei conducenti su sette avevano un valore di alcol nel sangue di quasi tre volte superiore al limite consentito dalla legge, che è di 0,5 microgrammi per litro di sangue.


IL PICCOLO DI ALESSANDRIA

L’incubo dell’alcool sulle strade

Ci sono troppe persone che si mettono al volante pur non essendo nel pieno delle loro facoltà, perché ubriache, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o dopo aver ingerito psicofarmaci. Lo dicono le statistiche e lo confermano tutte le campagne di sensibilizzazione promosse dagli organi di informazione e dalle forze dell’ordine. Quello che voleva essere un monito, purtroppo, ha trovato immediata conferma mercoledì sera a Vignole Borbera dove una ‘Opel Corsa’ ha invaso la corsia opposta al suo senso di marcia ed ha investito un’‘Ape Piaggio’ a bordo della quale viaggiavano due minorenni, entrambi rimasti gravemente feriti e ricoverati all’ospedale ‘San Giacomo’ di Novi. E’ forte il sospetto che R.P. , ventottenne di Serravalle guidasse la ‘Opel Corsa’ in stato di ebbrezza, ma il giovane si è rifiutato di sottoporsi al test alcolimetrico chiesto dai carabinieri che lo hanno denunciato. R.P. ha rifiutato anche il ricovero all’ospedale di Tortona, ha firmato ed è tornato a casa. La stessa persona, lo scorso 21 maggio, era stata sorpresa alla guida in stato di ebbrezza e gli era stata sospesa la patente per due mesi. Aveva riottenuto da poco il permesso a guidare veicoli ed è rimasto coinvolto, con altre 5 persone, in uno spaventoso incidente stradale verificatosi alle ore 22,50 di mercoledì nel tratto in cui la strada provinciale 140 della val Borbera attraversa l’abitato di Vignole


SALERNONOTIZIE

Salerno: guida in stato di ebbrezza e si schianta con l’auto contro due vetture in sosta

Denunciata in stato di libertà, inoltre, una signora di origini genovesi ma residente a Salerno che – dopo aver perduto il controllo della sua Lancia Y e danneggiato due automobili in sosta in via Lungomare Colombo, è stata sottoposta a test e risultata in evidente stato d’ebbrezza.


L’ARENA

STRADE PERICOLOSE

Le pattuglie dei vigili hanno intercettato una vettura davanti alla Fiera. In lungadige Attiraglio un uomo è rimasto ferito in un cappottamento

Sfreccia con l’auto in Zai a 137 all’ora

Fermato, è stato anche denunciato alla Procura In piazza Erbe, multate sedici auto in una notte

Sfrecciava a 137 chilometri orari in viale del Lavoro diretto verso il casello dell’autostrada. Una velocità, hanno spiegato ieri i vigili, tra le più alte mai rilevate sulle strade cittadine. È accaduto l’altra notte, in Fiera, dove gli agenti della polizia municipale, intorno alle 4, hanno intercettato con l’autovelox un automobilista italiano che era al volante di una Citroen.

Immediato l’intervento di due pattuglie di vigili che hanno bloccato la vettura.

Sottoposto ad alcoblow ed etilometro l’autista è risultato positivo ad entrambi, con un valore oltre il doppio previsto. Oltre al ritiro immediato della patente e alla sanzione della sospensione per almeno sei mesi che disporrà il Prefetto di Verona, è scattata anche la denuncia penale all’autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza. (…)


ENOTIME

IL BERE MEDITERANEO: RICETTA CULTURALE ITALIANA PER COMBATTERE L’ALCOLISMO

La lotta all’alcolismo degli italiani passa attraverso i valori tradizional-culturali del vino

 Dalla dieta mediterranea al “bere mediterraneo”: questo l’antidoto, rigorosamente made in Italy, per combattere il dilagante alcolismo tra i giovani. Se gli allarmi per l’eccesso di alcol rischiano di mettere in crisi l’immagine del vino, gli italiani - a sorpresa - si scoprono “virtuosi” e sfoderano il bere responsabile.

Il vino in Italia - ma in generale in tutti i Paesi di cultura greco-latina - è identità, sacralità, mito, è scambio di affetti, è rito domestico e il consumo di vino a tavola con i pasti, o anche nell’aperitivo ma sempre in accompagnamento al cibo, è il solo capace di frenare la deriva antisociale dell’alcol. Ecco perché, a fronte di istanze proibizionistiche, l’Italia è in grado di contrapporre istanze culturali del corretto rapporto con il vino.

Da uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità emerge (dati 2006) che i consumatori di vino in Italia sono circa 29 milioni, pari al 55,8% della popolazione al disopra degli 11 anni, di cui 17,4 milioni sono maschi e 11,6 milioni sono femmine. Circa l’82,5% della popolazione che beve vino non è a rischio alcolismo e i bevitori mediterranei (quelli cioè che si limitano a circa 2 bicchieri a pasto) sono la stragrande maggioranza. La fascia dei più forti consumatori di vino è concentrata, sia per i maschi che per le femmine, nelle classi anagrafiche da 25 a 44 anni e da 45 a 64 anni. Ma ciò che rende vero l’assunto che lo stile italiano mette al riparo dall’eccesso di vino sono i dati che riguardano le categorie più mature: negli over 65 la percentuale di bevitori responsabili è altissima, mentre nelle età giovanili l’approccio all’alcol più ancora che al vino, essendo slegato dai valori tradizionali, fa incrementare il rischio. Insomma il vino dei nonni è il vino buono.

Questo fenomeno si accentua se si prende in esame il comportamento delle donne verso il vino: le femmine nella fascia d’età tra i 25 e 44 sono quelle più esposte al rischio di scivolare in un consumo non responsabile. Ma è interessante notare che, anche tra i giovanissimi, chi riceve un’educazione al vino è assai meno soggetto ai rischi dell’alcolismo. Nella primissima fascia d’età (11-13 anni) i bevitori “non mediterranei” di fatto non esistono e la percentuale di adolescenti che si avvicinano al vino è assai scarsa.

Il problema riguarda invece la fascia 13-17 anni, dove i bevitori non mediterranei sono più dei ragazzi che consumano responsabilmente il vino (0,6% i primi, 0,5% i secondi). L’allarme, infatti

Sabato, 03 Novembre 2007
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