In quasi vent’anni di Stradale
ne ho viste di cose… Cose terribili, cose belle e
cose meno belle… ma cose strane come quella di cui mi accingo a scrivere… non
m’era mai proprio capitato prima… e neanche pensavo potesse passare per la
testa di qualcuno che si arrivasse a
tanto.
Ma andiamo per gradi… La pizza, si sa è il piatto
tipico che, come la tradizione vuole essere nato a Napoli, insieme agli
spaghetti è per antonomasia il simbolo del Bel Paese nel mondo… e su questo
credo non ci sia proprio nulla da discutere. Anzi! Un impasto semplice, fatto di
cose semplici quali: farina, lievito, acqua ed un pizzico di sale… Una giusta lievitazione, una
lavorazione artigiana, pomodoro, mozzarella di bufala campana, un filo d’olio,
forno alla temperatura giusta e… ed ecco una prelibatezza per il palato. Qualcuno leggendo queste prime
righe certamente trasalirà, pensando giustamente di essere abbonato a questa
rivista perchè tratta dei temi della sicurezza stradale e di argomenti ad essa
correlati, certo non si aspetta di trovare un testo di gastronomia, anche se
“il Centauro”, a mio modo di vedere, è da considerare un po’ l’Artusi della
sicurezza stradale, e la sua redazione -
nonchè molti degli autori che firmano queste pagine - potrebbero essere
paragonati ai Vissani della circolazione stradale, tanto per restare in tema di
alta cucina! Ma tutto questo prologo allora
per che cosa? Che c’azzecca – direbbe un notissimo Senatore - la pizza con i temi di questa rivista? La pizza in quanto andremo ad
illustrare c’entra, c’entra eccome, o meglio c’azzecca, c’azzecca proprio! Eh sì, carissimi che giorno e
notte lavorate sulle strade ed autostrade della penisola, mentre molti di voi
durante il turno notturno pattugliano, i furbi di turno ne studiano una più del
diavolo il quale, si sa, fa le pentole ma non i coperchi… ed a volte ci mette anche
la coda…
Ma entriamo nel vivo… E’ una sera come tante, sul
finire di una settimana di lavoro come tante, in un borgo di una qualsiasi
cittadina d’Italia, due buongustai terminata una giornata di lavoro in
trasferta decidono di andare a gustarsi una fumante e fragrante pizza fatta con
tutti i crismi… “Domani dopo il turno ce ne andiamo a casa dalla ragazza!”, dice
uno dei due al gestore della pizzeria, “peccato
però che non posso arrivare per tempo per andare a giocare a calcetto…”,
ribatte l’altro che, continuando la conversazione, aggiunge: “sai con stì autovelox non puoi proprio più
camminare per strada! Non posso nemmeno tirare un po’ la mia nuova auto”. Il gestore del locale, allora,
mentre i due si accomodano al tavolo interviene: “Ma va là, schiaccia, schiaccia sull’acceleratore mica ci sono
dappertutto ste macchinette!”. “La fai facile tu… che te ne stai sempre piantato qua dentro”,
risponde un po’ stizzito uno dei due avventori… “e pensare che l’anno passato avevo trovato la soluzione… avevo l’altra
auto, sai quella che aveva l’iniziale della targa CF, sai che ho fatto?! Un bel
pezzetto di nastro adesivo nero ed è stato un gioco da ragazzi, pensa te che
storia… quando a qualcuno gli sono arrivate le foto della mia auto con la sua
targa! Niente male nè!?”, e giù risate. Tra una birra ed un ammazza
caffé, la serata sta per finire… domattina di buon ora in cantiere e… e poi via
a casa per il meritato riposo, allora ad uno dei due viene in mente di fare una
variazione sul tema, non più il nastro adesivo ma qualcos’altro da applicare
sulla targa della nuovissima berlinetta ruggente. “Idea!”, fa uno dei due… “te
lo risolvo io il problema autovelox! Vedi la serata è finita ed il pizzaiolo
chissà se ha ancora un po’ d’impasto, ora glielo chiedo” – “Ma no, che dici”, fa l’altro, “Sta zitto, e non ti preoccupare, con quello
che ho in mente nessuno potrà farci nulla!”. Ore 14.00 suona la sirena, i
due protagonisti della nostra storia si incamminano verso l’uscita del
cantiere, vanno in albergo, si cambiano ed in battibaleno scendono giù nel
parcheggio dove l’auto con la targa preparata li attende dalla sera precedente…
un’occhiata veloce al bel lavoretto, e via! Si imbocca l’A/7 - un tratto
autostradale da maldimare, per le curve e per l’alta velocità con la quale la
berlina mangia la strada -, giù, giù con quell’acceleratore… musica ad alto
volume per coprire il rombo dei cavalli che macinano chilometri, ed in men che
non si dica si supera lo snodo viario di Genova e si entra in A/12, qui il
tracciato non è brillantissimo, ma è sempre meglio della A/7, ed allora ancora
più veloci... Poco alla volta si superano
Santa Margherita, Chiavari, Sestri Levante, Deiva Marina… “Dai, dai, spingi, spingi, in meno di tre ore saremo a casa…” fa il
passeggero al conducente che nel frastuono dell’Hi-Fi a palla ancora non si è
accorto che dall’altezza dello svincolo di Corrodano qualcuno, con un
lampeggiante blu in sirena, gli sta facendo cenno di rallentare e di accostare… “Ma che c’è? N’ambulanza?!” fa il trasportato al
conducente il quale, guardando nello specchietto retrovisore, sbiancando, fa: “Magari fosse n’ambulanza! E’ la Stradale! E ora che
facciamo?”, “Fermati , fermati! sennò
le cose si mettono peggio…” preso dall’agitazione il trasportato esorta
l’improvvisato pilota di Formula 1 ad accostare. Fermato il veicolo sospetto in
area di sosta, i due centauri scendono dall’auto di servizio, solo il capo
pattuglia si avvicina, mentre il gregario fa buona copertura con l’arma lunga
di reparto… Ne segue un primo maldestro
tentativo di giustificare quell’andatura, anche perché il tratto e sottoposto permanentemente
al limite di velocità massima di 110 Km/h, i due fanno i finti tonti pensando di
aver a che fare con dei novellini i quali, nonostante la giovane età già ne
hanno viste di cotte e di crude, ed è per questo che li hanno fermati in
sicurezza - perché non sempre chi altera una targa d’immatricolazione è un
deficiente che corre per andare a casa dalla fidanzata… o a giocare a calcetto… E così il veicolo con la prima
– e speriamo ultima - targa alla pizza, ma meglio sarebbe dire, all’impasto di
pizza, viene fatta recuperare dal carro attrezzi per essere condotta in
Sottosezione prima, ed alla depositeria giudiziale poi… I due furbi di turno, uno dei
quali già deferito in stato di libertà per la vicenda del nastro adesivo –
nella sua spavalderia della sera prima aveva omesso di essere stato beccato e
denunciato, dopo l’identificazione di rito, con la coda tra le gambe e senza
quella fretta di giungere a casa, mesti mesti escono dal cancello della Caserma
a pomeriggio ormai inoltrato. Pensate un po’ che affarone
targhe sequestrate, denuncia penale per aver alterato una targa
d’immatricolazione rendendo illeggibile – con la pasta della pizza – una serie
di caratteri numerici, ed automobile sottoposta a fermo amministrativo ex Art. 214 C.d.S., e per che cosa?
Per evitare un Tutor o un autovelox?! Non solo se quella strana targa
alla pizza è stata immortalata da qualche sistema di controllo remoto, beh in
tal caso che dire… nell’ipotesi in cui quel veicolo sia stato immortalato, il
142 comma 9 del C.d.S. questa volta scatterà (giustamente dico io) inesorabile
più che mai, e che qualcuno venga a dire che il conducente non è stato
identificato! Vi ricordate in apertura quando
dicevamo che la pizza in questa storia c’azzecca? Beh c’azzeccato anche la Nostra pattuglia!
Pizza’s
plate, targa alla pizza…
Un’ultima amara considerazione
tra colleghi: Pensate che chi ha fatto quel bel lavoretto immortalato
nell’immagine si sarebbe fermato in caso di incidente? Come dicevo in apertura, di
cose ne ho viste, e nello specifico settore delle targhe alterate mai mi sarei
aspettato tanta fantasia…, ero rimasto un po’ indietro alla C che diventa G o
altre piacevolezze del genere… Chiudiamo questo pezzo un po’
sui generis con una sorta di morale: il diavolo, si sa, fa le pentole ma non i coperchi…
e questa volta ci ha messo anche la coda... Non so se il centauro alato fa
le pentole, e se le fa non so se con o
senza coperchi, ma di sicuro questa volta non ci ha messo la coda, ma una
freccia del suo arco! La storia, che per ovvi motivi abbiamo romanzato, è realmente accaduta,
fatta salva la ricostruzione antecedente al fermo da parte della pattuglia,
tutto il resto è vita quotidiana, vissuta giorno per giorno, dagli uomini e
dalle donne delle Sottosezioni autostradali. Grazie ragazzi!
*Ispettore Capo della Polizia di Stato Referente A.S.A.P.S. Sezione Polizia Stradale La
Spezia
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