Belgio, controlli
sempre più serrati (foto Cuff)
(ASAPS) BRUXELLES (BELGIO), 7 novembre 2007 – La velocità
è considerata, in Belgio, una delle principali cause di incidente: per questo
motivo il regno, 17esimo nel ranking europeo della mortalità – classificato
dopo l’Italia (15esima) che non ha però ancora fornito i dati del 2006 – con
poco più di 100 vittime per milione di abitanti, ha deciso di incrementare i
presidi fissi per il rilevamento della velocità, seguendo l’esempio della
vicina Francia. I progressi ci sono già stati, visto che nell’arco temporale
2001/2006 il Belgio è stato uno degli stati membri ad ottenere i migliori
risultati sul fronte dell’obiettivo comunitario di dimezzare la mortalità entro
il 2010, riuscendo ad ottenere la sesta piazza con un brillante -28%. Così, nella
regione di Bruxelles, le autorità hanno deciso di dare un deciso colpo di vite,
prevedendo per il 2008 di installare altre 100 postazioni fisse per il
rilevamento della velocità di tipo “radar” e di 25 dispositivi di avvertimento
preventivo. La decisione del consiglio dei ministri regionale è stata
annunciata ieri (6 novembre 2007) dal ministro locale dei trasporti Pascal
Smet. Pochi giorni fa erano terminate le operazioni di montaggio di altri 30
radar, che si erano aggiunti agli iniziali 90 già operativi all’inizio del 2007. In realtà i “gusci”
vuoti sono molti di più, ma la strategia decisa dagli Stati Generali guarda
all’effetto deterrente e solo una postazione ogni tre – lungo la medesima
strada – riprenderà poi le violazioni. Al termine della legislatura regionale,
che scade naturalmente nel 2009 (iniziata con le elezioni amministrative del
2004), il governo locale avrà investito complessivamente, sul fronte dei
dispositivi di accertamento da remoto, circa 5 milioni di euro, già ampiamente
assorbiti dall’ingente risparmio di vite: nella regione di Bruxelles, infatti,
si è passati dai 260 morti del 2000 ai 207 del 2005, pur avendo il 2006 ed il
2007 evidenziato una costante tendenza alla crescita. C’è dunque, ed il dato
belga si associa ai numeri stilati nella vicina Francia, in Spagna, in Germania
ed Austria, una generalizzata recrudescenza della mortalità stradale. Proprio
per questa serie di motivi, il Belgio ha deciso di differenziare la politica in
materia di sicurezza, pensando per esempio a migliorare la difficile “coabitazione”
delle varie tipologia di utenza, dall’automobilista al ciclista, dal
motociclista al pedone, ma anche a coordinare in maniera più efficace le azioni
delle forze di Polizia, degli enti locali e delle varie regioni. Secondo il
ministro Pascal Smet, è “imperativo contrastare la trasgressione”, causa – in
tutte le sue varianti – di almeno 8 incidenti mortali su 10. Tra poche
settimane sarà diffuso un vademecum a tutti gli utenti e sarà aumentato, nella
zona di Bruxelles, il perimetro della Zona 30 km/h. (ASAPS)
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