PUBBLICO QUESTA LETTERA, APPENA RICEVUTA Ciao caro Alessandro, sono Alberto dell’ACAT-Colli Euganei (Pd) e mi sentivo di
fare una riflessione riguardo alla vicenda di quell’autista di pullmann
"beccato", solo perchè c’è stato un grave incidente, che guidava con
il tasso alcolemico sopra i limiti (Articolo
dal giornale Arena(VR) del 3 novembre). Il pres. dell’Associazione Vittime della strada(Alberto
Pallotti) parlava di un incontro avuto con il ministro per una modifica ferrea
del tasso alcolemico di conducenti di mezzi pubblici: secondo me la risposta
c’è già ed è la legge 125/2001 all’articolo 15 in cui si fa riferimento alle
categorie di lavoratori in cui vige il divieto di assunzione e somministrazione
di bevande alcoliche e superalcoliche. Nello specifico il punto 8 dell’allegato 1 recita così: mansioni inerenti le seguenti attivita’ di trasporto: a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali e’
richiesto il possesso della patente di guida categoria B, C, D, E, e quelli per
i quali e’ richiesto il certificato di abilitazione professionale per la guida
di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il
certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano
merci pericolose su strada. Per cui mi sembra chiaro che chi guida un pullmann almeno
in servizio non dovrebbe bere nemmeno un goccio di bevanda alcolica altrimenti
può sempre cambiare mestiere o pensare seriamente di avere un problema con
l’alcol, constatando di non riuscirne a rimanere senza nemmeno sul posto di
lavoro. Alberto Crivellari
TGCOM
In Francia banditi gli happy hours Iniziata la guerra contro l’alcol In Francia è iniziata una vera e propria guerra all’alcol.
A Nantes, ad esempio, sono stati
banditi "happy hours" (aperitivi a basso prezzo) e "open
bar" (consumazioni a volontà con un pagamento forfettario), mentre a
Rennes non è più possibile consumare bevande alcoliche nelle strade né venderle
dopo le 20. Non solo anche le tradizionali feste, come quella
di Grenoble del "Beaujolais nouveau, è soggetta a restrizioni. E’ così proprio
in Francia, patria del vino, le città cercano di combattere l’aumento di
incidenti e di violenze legate al consumo dell’alcol,
soprattutto tra i giovani. Nelle strade di Rennes, fra l’altro, la polizia
sequestra ogni giovedì dalle 400 alle 1.200 bottiglie, contenitori di cocktail
artigianali fatti dagli stessi giovani con un mix di alcol forte e di succhi di
frutta. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio francese delle
droghe e delle tossicomanie, che risalgono al 2005, il 33,4% dei giovani di 17
anni confessa di essersi ubriacati almeno tre volte nel corso dell’anno. Erano
il 27,2% nel 2002. Per le ragazze la percentuale è passata dal 12,4% al 18,3%. Un po’ meno del 10% dichiarano di essersi ubriacati almeno
dieci volte in un anno. E’ l’alcol la
prima causa di mortalità sulle strade (26,2%) in Francia. Ed è sempre l’eccesso
di alcol all’origine anche del 36% delle violenze coniugali. http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo386702.shtml
IL MATTINO (Salerno)
Tre bimbi travolti, per il pm è omicidio colposo Nocera Inferiore. Chiuse le indagini per l’incidente stradale che lo scorso
luglio provocò la morte di tre bambini, sull’A30 Caserta-Salerno, tra i caselli
di Castel San Giorgio e Nocera Inferiore. Un incidente che scioccò l’Italia
intera e che colpì duramente la famiglia Molinari della frazione di Spiano di
Mercato San Severino che vide due figli e un nipotino schiacciati nella loro
auto. Il pm Giovanni Paternoster della procura della Repubblica di Nocera
Inferiore (che si è avvalso delle indagini della polizia stradale di Caserta
Nord, comandati da Rocco Fasci, e dell’ingegnere Alessio Bertini della
motorizzazione civile di Salerno) ha inviato l’avviso di conclusione delle
indagini a Stefano Conte di Casalnuovo, conducente dell’Audi A3 2.0 Tdi che
provocò la tragedia. A suo carico il
magistrato ha riconosciuto solo l’accusa di omicidio plurimo colposo e la guida
in stato di ebbrezza. Del resto, Conte era stato trovato positivo al test
dell’alcol nel sangue per un valore di 0,7, poco più dell’indice massimo
consentito dalla legge (pari a 0,5), norma che fine a qualche tempo fa aveva
come limite proprio lo 0,7. (*) Probabilmente le cause dell’incidente vanno ricercate in altro ambito
o meglio, in un serie di concause, tra cui soprattutto la velocità tenuta dal
mezzo condotto da Conte. (*) Dai risultati delle perizia pare
che l’Audi A3 2.0 Tdi condotta dal giovane di Casalnuovo, quella sera di
venerdì 13 luglio, viaggiasse (sulla cosiddetta autostrada a tre corsie) a una
velocità più o meno di 180 chilometri
l’ora. Sotto la galleria di Santa Maria a Castello, tra i due
caselli della A30 di Nocera Inferiore e Castel San Giorgio, verso le 22,25,
l’Audì trovò davanti a sè l’Alfa 166 dei Molinari (che viaggiava sul lato
destro a una novantina di chilometri l’ora) e la tamponò violentemente, senza
che lo stesso Conte avesse il tempo di frenare o tentare una manovra per evitare
la vettura che la precedeva. E fu la tragedia: basti pensare che l’impatto fu talmente violento che l’ammiraglia di
casa Alfa, nella parte posteriore, si accorciò di circa un metro e quaranta
centimetri. A bordo della 166 viaggiavano papà Aniello Molinari
di 36 anni, mamma Anna Vassallo di 31 anni, i figli Gerardo (11 anni), Sabatino
(10 anni) e Annamaria (sette anni). Con loro c’erano la zia, Maria Antonietta
Vassallo di 33 anni e il cuginetto Michele Landi di sei anni, arrivati da Sesto
San Giovanni per le ferie. Sui
sedili posteriori erano seduti la zia e i quattro bambini e
su quelli anteriori c’erano papà e mamma Molinari. A causa dell’incidente morirono i fratelli Gerardo
e Sabatino, rispettivamente di 11 e 10 anni, e il loro cuginetto Michele di sei
anni. I fratellini Molinari sognavano di fare da grande i
calciatori e giocavano nei pulcini del «Curteri»: la sera dell’incidente
avevano vinto la semifinale del torneo che stavano disputando con la squadra.
Per loro, era prossima anche la prima comunione, la cui cerimonia doveva
celebrarsi il 15 agosto successivo, nella chiesa di Spiano. Conte è indagato
dalla procura di Nocera Inferiore anche per le lesioni gravi e gravissime
patite dagli altri occupanti della 166 (ad alcuni è stata asportata la milza).
Il giovane di Casalnuovo avrà 20 giorni di tempo a far data dalla notifica
dell’avviso di conclusione delle indagini per rendere eventuali dichiarazioni
al pm Paternoster prima che questi decida di chiedere o meno il suo rinvio a
giudizio. «Conte non renderà dichiarazioni al pm - afferma l’avvocato Michele
Alfano, uno dei suoi difensori - Il
mio assistito si trova in una condizione clinica disastrosa ed è
psicologicamente distrutto. Per quanto accaduto nel luglio scorso non riesce a
riprendere una vita normale. Ritengo però doveroso ricordare
che di fatti Conte quella sera non
era un ubriaco al volante: il tasso di alcol riscontrato nel suo sangue era
leggermente al di sopra della norma. In più, sottolineo che
qualche mese fa la soglia alcolica massima per poter guidare era stata
abbassata da 0,7 a 0,5: se fosse stata in vigore la vecchia normativa ora non
staremmo nemmeno parlando di guida in stato di ebbrezza». (***) (*) Nota: il limite precedente allo 0,5 era 0,8. (**) Nota: ad alcolemia 0,7 – oltre ad una importante
diminuzione dei riflessi (il tempo di reazione è circa il doppio) si riscontra
una diminuzione della percezione del rischio, che può essere la causa di una
guida più veloce. (***) Nota: è estremamente grave, anche se comprensibile
in una cultura profondamente alcolica come la nostra, questo tentativo di
minimizzare la responsabilità dell’alcol in questo incidente. L’articolo non fa menzione di eventuali considerazioni da
parte del magistrato riguardanti il fatto che i 3 bambini morti viaggiassero in
condizioni di grave pericolo (senza cinture né seggiolino di sicurezza).
IL MATTINO (Salerno)
Troppo alcol e alta velocità, così uccisero Checco Un lungo corteo di motorini scortò quel 5 settembre
dell’anno scorso il feretro di Checco per l’ultimo saluto, dall’obitorio del
San Leonardo alla chiesa di Santa Margherita. Francesco De Michele era uno del
gruppo Block Buster di Torrione, aveva
18 anni e venne ucciso da un’auto pirata. A bordo c’erano tre ucraini ubriachi.
Era in motorino quando venne travolto. Momenti concitati quelli del soccorso,
il trasporto in ospedale, l’impossibile per salvarlo. Poi il corteo degli
amici. Cinquanta, cento, duecento ragazzi a fare la spola tra Pastena e
l’ospedale. Infine l’annuncio che il ragazzo non ce l’aveva fatta. A Santa
Margherita per le esequie erano in migliaia, c’era anche il sindaco che ricordò
con la sua presenza che lui avrebbe fatto di tutto per stare al fianco dei
ragazzi di quel quartiere, della famiglia distrutta. In chiesa le lacrime, ma anche le urla di una donna
tra la folla: «Ammazzateli quei delinquenti». I delinquenti erano gli ucraini
ubriachi che avevano spezzato la vita di Francesco De Michele,
studente all’istituto nautico, travolgendolo insieme ad amico che trasportava
sul sellino, Paolo, ricoverato poi a lungo in ospedale. Era accaduto a pochi
metri dalla chiesa quel drammatico incidente. In un incrocio che dà su via
Santa Margherita. La vettura con gli ucraini che arriva a tutta velocità e
prende in pieno il motorino. Il volo sull’asfalto, le gravissime ferite, la
morte di Checco. De Luca mormorava a voce bassa: «Una tragedia immane, mi
unisco al dolore enorme della famiglia e degli amici. Ci vogliono prevenzione e repressione per tenere a
bada questi stranieri fuorilegge e per evitare che possano accadere altre
simili tragedie» (*). Sulla bara tre sciarpe della Salernitana,
la sua squadra del cuore che Checco seguiva dalla curva sud, spiccava quella
della Nuova Guardia, un club ultrà di Pastena. E ancora la maglietta granata di
Sestu, che gli amici avevano avuto attraverso il contatto con Enzo Fusco, e un
cappellino a scacchi bianco-rossi modello Croazia, ma non era della squadra di
calcio, bensì è il suo inseparabile berrettino portafortuna. La chiesa si
riempì in un attimo quel giorno: un anno fa. Quasi in duemila a rendere
l’ultimo omaggio a Checco. Il dolore del fratello Matteo, della mamma Marta,
che restarono a lungo incollati alla bara, quello di papà Ciro, dei nonni.
L’omelia di don Osvaldo Giannattasio, i passaggi toccanti con il ricordo di
Francesco, il suo percorso religioso, la prima comunione. «Non ci sono parole
per un dolore simile. Francesco si è sacrificato come Gesù, ha pagato lui le
colpe di tutti quanti noi sulla terra». Don Osvaldo fa appello al silenzio.
Tutti a guardare la bara e a tenere rinchiusa dentro di sè la tristezza, a
riavvolgere i ricordi di Checco. «Non
serve a nulla cercare le responsabilità di quanto accaduto (**), sono persone che hanno abusato della loro libertà
e che non avevano la consapevolezza di quello che stavano facendo. Resta tutto
avvolto in quello che è il mistero di Dio» dice nell’omelia don
Osvaldo. Ma qualcuno interpreta diversamente quelle parole, studia un piano per
vendicarsi di quella morte. Il tutto arriva alle orecchie del sindaco che
sventa ogni raid che avrebbe sporcato la memoria di Checco. (*) Nota: l’incidente non è stato provocato dalla
nazionalità dei responsabili, ma dal fatto che avevano bevuto. (**) Nota: considerazione alquanto discutibile.
IL MATTINO (Salerno)
«Sicurezza per non diventare razzisti» GIANNI COLUCCI «La priorità per la città è la sicurezza. Lo dicono le
statistiche, lo dice l’umore della gente che frequento e conosco. Non è una
reazione ad un fatto di cronaca la mia, badate bene. Ho da tempo avviato iniziative
e azioni in questa direzione». Riavvolge il filo della memoria il sindaco di
Salerno Vincenzo De Luca e racconta come è stata elaborata questa strategia che
a tutti appare eccessiva, che viene bollata di destra e risulta incomprensibile
per una parte di una città aperta alla multiculturalità ma che pure viene
apprezzata da una parte importante della città. «Ecco, tutto risale ad un anno
fa, quando mi sono trovato davanti ad una scena terribile, quella di un ragazzo
in motorino stroncato nella sua gioventù da un’auto pirata. Fu ucciso da tre
ucraini ubriachi, fu investito in pieno dalla loro auto. E fu in
quell’occasione che capii quanto fosse necessario fare qualcosa: fu quando al funerale mi accorsi che gli amici di
quel ragazzo stavano per organizzare un raid punitivo. Volevano aggredire e
farsi giustizia a soli. Avevano individuato forse gli ucraini,
coloro che ritenevano responsabili della morte del loro amico. Allora decisi
che era necessario intervenire». Non si tratta dunque di una decisione sull’onda
di un interesse mediatico per il tema immigrati come dicono i suoi detrattori.
«Sono convinto che si tratti di un tema che non è nè di destra nè di sinistra:
so che il governatore del Veneto Galan mi addita ad esempio al sindaco Veltroni
in chiave polemica. Ebbene io dico che in tempi non sospetti, già al Lingotto,
il sindaco di Roma aveva indicato la sicurezza come una priorità». Poi
aggiunge: «Il mio riferimento è Tony Blair, il leader laburista inglese aveva
preso di petto il tema della microdelinquenza, dei quattordicenni con la
pistola. Non aveva avuto paura di fare riferimento a situazioni che stavano per
esplodere. Esattamente quello che noi stiamo facendo adesso: prendiamo da circa
un anno iniziative concrete a difesa della legalità e della sicurezza». Da
queste riflessioni di ordine politico, da quell’episodio che stava per
scatenare una faida anacronistica a Pastena, è arrivata l’idea di fare passi
decisi sul piano del rafforzamento dei presidi di sicurezza e di ordine. «Per questo ho deciso che i nostri vigili urbani,
più volte feriti, venissero dotati di manganelli per difendersi più
agevolmente, mica per aggredire». Il timore di apparire
razzisti, o di innescare derive xenofobe e violente non tocca il sindaco: «Sono certo che questo lavoro straordinario ci
consentirà anche di tener testa a sentimenti razzisti e xenofobi: una città
sicura percepita come tale diventa anche una città più tollerante.
Se si mette ordine nelle strade e nei mercatini rionali la gente avrà una
considerazione diversa degli stranieri. Non ce la prendiamo con i Romeni, ma
sappiamo che i rom possono creare difficoltà alla convivenza civile. Alla fine
chi rispetta la legge e viene qui per lavorare non sarà mai considerato come un
delinquente comune». Tanto lavoro sul piano dell’irrigidimento delle misure di
sicurezza non nasconderà la faccia più gentile e solidale della città
dell’accoglienza? «Anche su questo versante c’è da dire che la cultura e le
iniziative che progettiamo e mettiamo in campo su questi temi, vanno di pari
passo con il lavoro sul mantenimento dell’ordine. Una città vivibile deve
essere sicura. Se arrivano i turisti devono trovare condizioni accettabili di
sicurezza e di visibilità e tanto vale anche per i cafoni e i fracassoni che
rovinano le serate a chi va nella movida o vive al centro storico. Cafoni sono anche coloro che tengono gli stranieri
in tuguri e si fanno pagare affitti esosissimi in nero. Ecco, noi perseguiamo
questa parte della città che non ci piace, che non piace
all’Italia. Abbiamo avuto il coraggio di guardare in faccia a questi fenomeni,
di chiamarli con il loro nome e quindi siamo impegnati a rispondere a richieste
che vengono dai nostri cittadini: Salerno sicura nell’ordine e nel rispetto
delle leggi conviene a tutti».
IL MATTINO (Salerno)
SARNO Minaccia i familiari per la droga e l’alcol
arrestato e internato in una casa di cura ANTONIO ORZA Sarno. Costringeva
i genitori con maltrattamenti e violenze a farsi dare i soldi per comprarsi le
sostanze stupefacenti e gli alcolici. Finché non è intervenuta
la polizia che ha arrestato il responsabile, Massimo Mancuso, trentotto anni, tossicodipendente e alcolista con precedenti penali.
Gli agenti del commissariato della
polizia di Stato, diretti dal dottor Francesco Mainardi, sono arrivati in via Nuova Lavorate, proprio mentre
l’uomo, in preda a una crisi maniacale violenta, stava aggredendo, con una
bombola del gas vuota, i familiari. Solo il tempestivo
intervento della volante ha impedito all’aggressore di infierire, con
conseguenze gravi, sui familiari. L’uomo è stato bloccato e trasportato con
un’ambulanza prima al centro di igiene mentale di Sarno e poi al reparto
psichiatrico dell’ospedale ex Umberto I° di Nocera Inferiore, dove è stato
sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. Successivamente, su
disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nocera
Inferiore, Sergio De Luca (che ha firmato il provvedimento di misura di
sicurezza detentiva), Mancuso è stato
ricoverato presso il manicomio giudiziario di Aversa (*), dove
verranno monitorate le sue condizioni e l’eventuale persistenza della sua
pericolosità sociale, con rapporti informativi periodici all’autorità
giudiziaria. Mancuso non è nuovo a comportamenti violenti. Già in altre
occasioni si era reso responsabile di minacce e di violenze nei confronti dei
propri genitori, rendendosi colpevole anche di aggressioni nei confronti dei
vicini di casa. In uno dei suoi
raptus di follia, minacciò di provocare una strage facendo esplodere la casa,
ma fu bloccato grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine. Un
soggetto pericoloso per sé e per gli altri che ieri solo grazie al tempestivo
intervento degli agenti della polizia di Stato ha evitato di commettere qualche
reato ben più grave. (*) Nota: “manicomio”???
IL GAZZETTINO (Udine)
Due comunità sconvolte per la tragica fine dei due
giovani a Bertiolo San Giorgio di N. Si dovrebbero svolgere con ogni probabilità nel pomeriggio
di mercoledì i funerali di Jitka Steruska, la 53enne della Repubblica Ceka morta
sabato sera nell’incidente stradale sulla Statale Napoleonica a Bertiolo. La
Procura della Repubblica ha rilasciato il nulla osta alle onoranze funebri
Fabello per la sepoltura, dalla Polonia è già rientrato il marito Paolo e i
familiari sono in attesa che rientri il figlio della scomparsa sempre
all’estero. La donna come si ricorderà si trovava sulla Renault Clio condotta
da Alessandro Cibert, tamponata da un automobilista di San Vito al tagliamento risultato positivo all’alcool test e con valori quattro
volte superiori al consentito. La donna che viveva a S. Giorgio
di Nogaro in via Giacomo Matteotti si trovava sui sedili posteriori del veicolo
finito dopo l’impatto in un fossato. Nell’urto era rimasta gravemente ferita
Giorgia Zanon di 21 anni, la figlia e il fidanzato di quest’ultima, Cibert
morto tre ore più tardi all’ospedale civile di Udine. Non è ancora stata resa
nota la data delle esequie di Alessandro Cibert. D.P.
ILQUOTIDIANO.IT
Alcool e giovani: un rapporto sempre più precoce San Benedetto Del Tronto |Il primo assaggio a 10 anni. Il consumo e talvolta l’abuso a 16. Questi sono i dati che emergono dal “Servizio
risposte alcologiche del comune di San Benedetto del Tronto”. di Cristian Ciarrocchi Da un’analisi condotta su scala nazionale sembra che il
nostro paese, primo produttore di vino in Europa, sia quello in cui si consuma
più alcool e dove il "battesimo" con questa sostanza, che senza moralismi inutili si deve considerare una
vera e propria droga, avviene sempre più precocemente. La nostra piccola città sembra seguire questa nociva moda. Da uno studio del "Servizio risposte alcologiche del
comune di San Benedetto del Tronto" è emerso che il primo assaggio avviene
intorno ai 10 anni in famigliadurante
occasioni speciali come festività e feste e che il consumo fisso di alcool
avviene intorno ai 16 anni. I motivi secondo cui il consumo di bevande alcoliche si
sta così diffondendo nella società italiana e soprattutto nelle fasce dei
minori sono da ricercare nel nostro modello culturale, nelle operazioni di
marketing sempre più aggressive e raffinate, ma anche nel piacere che questa
sostanza infonde. A San Benedetto del Tronto l’80% dei ragazzi intorno ai 16
anni consumano abitualmente alcol, specialmente nel fine settimana. Il 77% di
questi ha dichiarato che lo fa per gusto e per piacere. Il 16% ha ammesso di
consumare sostanze alcoliche per poter percepire la realtà in maniera più
leggera. Nonostante le statistiche mostrino che i ragazzi consumano
più alcool, sembra che le loro coetanee siano in netto aumento con modalità
simili a quelle maschili. La Dottoressa Sabrina Vici, responsabile del "Centro
risposte alcologiche del Comune di San Benedetto del Tronto" spiega che
uno dei modi per evitare il problema dell’alcolismo nei giovani è quello di
parlare con i figli, poiché l’alcool può essere un serio problema e che bisogna
tenere i canali sempre aperti senza essere però troppo invadenti nella vita
privata dei ragazzi.
IL TEMPO
Il commento abuso d’alcol cosa dire ai ragazzi Desta sempre più allarme sociale l’(ab)uso di
sostanze alcoliche da parte dei giovani(ssimi).(*)I dati pubblicati dall’Organizzazione mondiale della sanità dimostrano
come sia sempre più diffuso il "binge drinking", ovvero la pratica
del bere cinque o più bevande alcoliche in un’unica occasione, lontano dai
pasti ed al fine di ’sballarsi’. Il portale del Governo italiano, www.governo.it
, ’pubblica’, nella sezione "Il Governo informa", ed ivi in quella
dedicata ai Dossier, due guide, i cui destinatari sono i genitori ed i ragazzi.
I consigli, redatti dall’Ospedale bambino Gesù di Roma, forniscono risposte
alle domande più frequenti, quali: come e perché bevono i ragazzi; quali sono
gli effetti; quanto si può bere; e, soprattutto, cosa può fare un genitore.
Vediamo, allora, come il miglior modo di affrontare il problema sia attraverso
un confronto dialettico maturo, che spieghi
ai ragazzi: la differenza tra uso e abuso (**); i limiti
dell’organismo del giovanissimo (organicamente incapace di smaltire l’alcol);
l’inutilità di atteggiamenti, inizialmente emulativi, ma poi singolarmente
condizionanti rispetto all’intento di essere meglio in grado di socializzare.
Per coloro che guidano, è già operativo un divieto che è sicuramente meno dialogico
rispetto al maturo confronto con il genitore. Le sanzioni del Codice della
strada, recentemente inasprite, restano, infatti, un punto fermo, inderogabile
e sicuramente disincentivante un comportamento senza appello pericoloso ed
antisociale. (*) Nota: un curios(issim)o m(et)odo di (sotto)titolare. (**) Nota: pare strano che un genitore, mediamente
informato e sensibilizzato sulla questione, sia in grado di spiegare la
differenza tra “uso” e “abuso”, in tema di alcol, dal momento che i maggiori
esperti internazionali del settore non sono in grado di farlo. Si tratta di una
terminologia scientificamente superata da molto tempo. I concetti di uso e di abuso non hanno significato quando
si parla di una droga, anche se legale. Ma un giorno forse ci proverò, a spiegare a mia figlia
questo concetto, e magari le dirò che “uso” è adoperare l’alcol come sostanza
per fare le pulizie in casa, “abuso” è ingerirlo per via orale tramite una
bevanda alcolica.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
Lettere VICENZA-BASSANO Trovo giusto vietare gli alcolici Io scrivo da Genova ma ho seguito con interesse la vicenda
della legge restrittiva del consumo di alcolici in Veneto e dell’ordinanza del
sindaco di Vicenza. E’ giusto che dopo una certa ora non vengano più
somministrati gli spritz, visti poi gli incidenti che succedono per le strade e
non solo al sabato sera. Quindi è giusta la legge emanata dalla Regione. I gestori dei locali non si lamentino. Quando si
vedono dei ragazzi di 18 anni ubriachi fino all’inverosimile perechè continuare
a somministrare alcolici quando esiste già una legge che lo vieta? E se
succedono incidenti, come responsabili, oltre ai diretti interessati,
potrebbero essere tirati in causa anche i baristi che continuano a
somministrare bevande alcoliche. Sono spesso a Bassano e noto
queste cose ecco perche me la sento di commentare. Johnny Musciansè
TRENTINO
Barman sorpresi dopo le 2: Rise e Mirò, rischio
chiusura fino a 30 giorni Alcol, discoteche multate Ma l’Unione albergatori ha già raccolto ventimila
firme contro la legge BOLZANO. Il
Rise ed il Mirò, le due discoteche bolzanine sorprese dalla Polizia a
somministrare alcol dopo le 2, ora dovranno fare i conti con una chiusura da 7
a 30 giorni, come prevede la nuova legge sulla sicurezza stradale.
Sarà la Provincia a stabilire l’entità della sanzione. Al Mirò i poliziotti
hanno rilevato l’infrazione alle 2.07, quando il barista ha somministrato due
cocktail con vodka, mentre al Rise uno dei barman è stato sorpreso verso le
2.30. «Non ho ancora visto il verbale - commenta Vincenzo
Galasso, titolare del Rise - ma è un
rischio più o meno calcolato. Se non ci si comporta così c’è il fondato
pericolo di dover chiudere. Ora stiamo a vedere come si
comporta la Provincia. Naturalmente ci riserviamo di fare tutte le controdeduzioni
del caso». A effettuare i controlli sono stati gli agenti della
polizia amministrativa assieme alla squadra volante. Sono stati controllati,
nelle ore notturne, 6 locali cittadini, 2 dei quali sono stati sanzionati. E,
proprio alla luce dell’esito di queste prime verifiche, è probabile che nelle
prossime settimane si assista a un ulteriore giro di vite. «La legge sulla sicurezza è a dir poco
proibizionista - sottolinea Galasso - e sono convinto che sarà cambiata a breve.
Mi ricorda un po’ il clima che regnava nell’America anni Venti. Siccome non si
può sapere a priori chi si mette al volante il legislatore, per ora, ha
preferito colpire nel mucchio». E proprio per cambiare la legge l’Unione albergatori
di Bolzano ha già raccolto ventimila firme. Secondo Galasso, a fronte
dell’attuale situazione normativa, si
sta assistendo a una vera e propria corsa agli alcolici prima delle due.
«Parliamoci chiaramente - rimarca il gestore del Rise - il problema non è stato risolto e il fenomeno degli
ubriachi alla guida non si è nemmeno attenuato (*). In questo
momento molti giovani arrivano in discoteca già “cotti“, perchè hanno fatto
incetta di bevande alcoliche nei pub. Ditemi voi se questa può essere definita
una legge equa». Galasso sottolinea come il Rise, quanto a
prevenzione, non possa essere considerato secondo a nessuno. «Abbiamo lanciato
la campagna “Lascia che beva solo il suo motore”, mettiamo a disposizione
autobus da 50 posti da piazza Domenicani alla zona industriale per i nostri
clienti e rimborsiamo le corse dei taxi di coloro che arrivano in discoteca in
4». Certo, una
serie di buone iniziative, che non servirà ad evitare la chiusura. La legge,
infatti, parla chiaro e le due discoteche devono ora mettere in conto un
periodo di chiusura tra i 7 e i 30 giorni. I gestori non se la
potranno cavare con una semplice sanzione. A fare fede sono i commi 2 e 3
dell’articolo 6 della legge 160 del 2 ottobre 2007. «Tutti i titolari e i
gestori di locali dove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi
orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento, congiuntamente
all’attività di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche, devono
interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 di notte ed
assicurarsi che all’uscita del locale sia possibile effettuare, in maniera
volontaria da parte dei clienti, una rilevazione del tasso alcolemico». L’inosservanza delle disposizioni - recita la norma
- comporta la sanzione della chiusura del locale da 7 fino a 30, secondo la
valutazione dell’autorità competente. (*) Nota: non è vero. Come abbiamo visto i giorni scorsi,
i primi dati sono molto incoraggianti, e sembrano dimostrare una efficacia di
questa legge (che certamente è da migliorare, estendendo il divieto notturno a
tutti i rivenditori).
IL GAZZETTINO (Venezia)
JESOLO Parte dalla cittadina balneare la petizione
per bloccare la normativa sulla restrizione di orari e vendita di liquori e
bevande nelle discoteche Azione Giovani contro la legge antialcol «Per combattere la guida in stato di ebbrezza più
mezzi alle forze dell’ordine e altre misure» Jesolo Parte da Jesolo la petizione popolare nel Veneto di Azione
Giovani contro la legge regionale e nazionale sulla restrizione degli orari e
della vendita di alcolici nei locali da ballo e di intrattenimento. Nel
documento di cui si chiede la firma alla gente, si spiegano i motivi per cui,
secondo Azione Giovani la legge sarebbe inidonea e discriminatoria. "Pur
essendo diffusamente condivisa l’esigenza di prevedere interventi mirati al
contenimento delle note e gravi conseguenze del fenomeno della guida in stato
di ebbrezza, una politica di
repressione e sanzione esclusivamente diretta a vincolare l’attività dei locali
di svago appare inidonea o insufficiente a contrastare detto fenomeno; il
fenomeno può e deve piuttosto contrastarsi incrementando i controlli delle
forze di polizia (allo stato deficitari per numero e frequenza), anche
locale, dotando la stessa degli strumenti necessari a provvedere agli
accertamenti del caso (etilometri, ad oggi non disponibili a tutte le forze
di polizia che esercitano controlli stradali), sanzionando effettivamente le
condotte di guida poste in essere in violazione di legge, e soprattutto sviluppando
e favorendo iniziative di prevenzione ed educazione" (*).Di
qui la richiesta di modificare la normativa, "introducendo una
regolamentazione uniforme e maggiormente conciliabile in materia; promuovendo
opportune leggi e normative prevedendo, anche in collaborazione con i locali di
svago, campagne pubblicitarie e/o informative o comunque misure volte a
diffondere tra gli avventori di detti locali la cognizione dei gravissimi
rischi conseguenti alla guida in stato di ebbrezza; in particolare, si rendano
interlocutori e favoriscano, anche prevedendo apposite agevolazioni, la stipula
di convenzioni tra gestori di locali di svago e cooperative di gestione di
servizio taxi; incrementando organico e strutture delle forze dell’ordine
deputate al controllo del territorio, dotando i corpi interessati e tutte le
pattuglie incaricate dei controlli medesimi delle attrezzature necessarie ad
effettuare gli accertamenti e le verifiche dell’eventuale stato di ebbrezza dei
soggetti sottoposti a controllo". F.Cib. (*) Nota: d’accordo, tutte queste cose vanno fatte. In
aggiunta, e non in alternativa, a questa legge. Per avere meno problemi è necessario che si beva di meno,
e questo necessariamente comporta per qualcuno una perdita economica.
L’ADIGE
Oggi nuova udienza a carico del gioielliere Renato
Comper per la morte di Daniele Ferrigolli L’assicurazione «incolpa» la vittima Responsabilità al 50%, risarcimento dimezzato È sempre più concreta la prospettiva del giudizio con rito
abbreviato (e non quindi l’ipotesi del patteggiamento) nel procedimento a
carico di Renato Comper, il gioielliere roveretano accusato di omicidio colposo e guida in stato di
ebbrezzain seguito al tragico investimento che la sera del 15 dicembre scorso
costò la vita a Daniele Ferrigolli, travolto e ucciso in piazza
Suffragio mentre in compagnia di un amico si stava recando ad una festa di
compleanno. Questa mattina è in calendario una nuova udienza davanti al gup
Michele Cuccaro. La partita al momento si gioca soprattutto sul piano del
risarcimento ai familiari della vittima, un aspetto che potrebbe alleggerire la
posizione di Comper ma che al momento non sembra prospettare sbocchi favorevoli
ad entrambe le parti in causa. Al legale di fiducia della famiglia Ferrigolli,
l’avvocato Francesca Iori di Ponte Arche, è arrivata una sola proposta per
transare ed evitare la costituzione di parte civile, oltre che ovviamente far
vedere che c’è stato un risarcimento e di conseguenza alleviare le conseguenze
di un’eventuale condanna a carico di Comper. Una proposta che al momento viene
giudicata offensiva prima ancora che insufficiente sotto il profilo economico. Perché nessuna cifra potrà mai restituire ai
coniugi Ferrigolli il loro amato Daniele. Ma sentirsi dire che quella tragedia
è stata causata in parte anche dalla condotta della stessa vittima, fa
sicuramente peggio che ricevere una cifra giudicata inadeguata alla vita di un
ragazzo di trent’anni. La tesi portata dall’assicurazione di
Renato Comper, la Carige di Verona, è semplice: Daniele Ferrigolli quella sera
è sceso dal marciapiedi e assieme all’amico ha camminato per qualche metro
sulla sede stradale, prima di essere investito dall’Nissan Terraneo di Comper.
Una condotta che per l’assicurazione configura una corresponsabilità nel
sinistro da parte della vittima. E che in termini prettamente economici comporta
una decurtazione del 50% del risarcimento del danno in favore dei soli
genitori. In base alle tabelle alle quali si fa riferimento in casi come
questo, per la morte di Daniele l’assicurazione quantifica il risarcimento in
170 mila euro. Che decurtati del 50% a causa della presunta corresponsabilità
della vittima, significa una cifra finale di 85 mila euro, poco più di 40 mila
euro a genitori. Fermo restando che l’assicurazione nulla intende riconoscere
agli zii e alla nonna, come invece richiesto in prima istanza dalla parte
civile che per la morte di Daniele aveva chiesto un risarcimento danni
complessivo di poco inferiore ai 900 mila euro. Quella sera di dicembre Daniele
Ferrigolli, trentenne operaio della Cartiera di Villalagarina, stava andando ad
una festa di compleanno in compagnia di un amico quando venne travolto e ucciso
dalla Nissan Terraneo di Renato Comper che si fermò circa duecento metri dopo il punto d’impatto. Il gioielliere
a suo tempo si difese sostenendo che la macchina era guasta, che l’acceleratore
si era bloccato e che questo gli aveva impedito di frenare ed evitare
l’ostacolo. Ma la perizia d’ufficio disposta dal pm Valerio
Davico dimostrò che la Nissan Terraneo era a posto e l’acceleratore era
perfettamente funzionante. In una delle precedenti udienze il gup di Rovereto
aveva deciso il non luogo a procedere e quindi l’assoluzione a carico
dell’altro imputato, un automobilista di Riva del Garda, indagato dalla procura
per concorso in omicidio colposo avendo
parcheggiato il proprio fuoristrada sul marciapiedi di piazza Suffragio (in
evidente divieto di sosta) e costringendo la vittima a scendere sulla sede
stradale, sulla quale poi trovò la morte. P.L.
TICINONEWS.CH
Franchini: "Le stragi devono insegnare
qualcosa" Gazzola: "Fuga in avanti". Bignasca:
"Leuenberger vaffa’...". Kandemir: "Proposta di buonsenso" Basta con gli incidenti dovuti all’alcol: il
consigliere federale Moritz Leuenberger è tornato alla carica per chiedere
l’introduzione del limite dello zero per mille per i neopatentati e per gli
autisti professionisti. Il ministro
dei trasporti si è detto scioccato dalla serie di lutti che nelle ultime
settimane hanno visto coinvolti molti giovani sulle strade. Lo Stato deve fare
qualcosa, ha detto. Non è la prima volta che Leuenberger propone questo tipo
di misure - lo aveva già fatto due anni or sono, quando il Consiglio federale
non lo aveva seguito - ma non mancano già le reazioni negative. Il consigliere
nazionale e autotrasportatore Ulrich Giezendanner (UDC/AG) si è detto decisamente
contrario: "E il solito trucco
già usato in passato - ha detto alla televisione SF -; dapprima si introduce una misura per certe
categorie di conducenti, poi essa viene estesa a tutti. È la tattica del
salame", ha sintetizzato l’ex esponente del partito degli automobilisti. Le reazioni dal Ticino "Sono due proposte che condivido", ci dice
Alvaro Franchini, responsabile della sezione tecnica Polstrada di Camorino.
"Per quanto riguarda gli autisti professionali perché trasportano e hanno
nelle loro mani la vita di altre persone. In caso di professionismo ci vuole un cambiamento di mentalità: se
guido, non bevo niente di alcolico". "Per i giovani invece - aggiunge Franchini - il
discorso è educativo. Siamo all’inizio della formazione alla guida. E nei tre anni di licenza provvisoria vedo bene una
misura che limiti del tutto il consumo di alcool. Bisogna formare una cultura
della sicurezza". "I giovani - conclude Franchini -
devono mettersi un freno. Le stragi di questi ultimi weekend devono insegnare qualcosa.
Facciamo si che questi giovani non siano morti invano". "La solita fuga in avanti", ci dice Renato
Gazzola del TCS. "Dopo l’armonizzazione con l’Europa, ora si vuol fare i
primi della classe. Prima di tutto ci vuole istruzione e prevenzione". "Leuenberger vaffa’..", questo il semplice
commento del leader della Lega dei ticinesi Giuliano Bignasca. Una reazione che
non ha bisogno di ulteriori commenti. "Sembra una proposta di buonsenso" ci dice da
parte sua la responsabile dei progetti di Radix Pelin Kandemir. "Ma non
sono sufficienti questi limiti, da soli, per abbassare il consumo alcolico.
Questi limiti devono essere accompagnati da misure di prevenzione strutturate
sul lungo termine". joe.p. http://new.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=3726&rubrica=2
ADNKRONOS
Alcol: Mix Alcolici-Energy Drink Come Mischiare
Cocaina Ed Eroina Roma, 5 nov. (Adnkronos Salute) - Mischiare vodka ed energy drink equivale ad
’’assumere un mix di cocaina ed eroina’’. Con micidiali effetti sulla salute.
A mettere in guardia dalle conseguenze di cocktail a base di alcolici e bevande
energizzanti, l’ultima tendenza dei giovani per ubriacarsi nei week end, è un
esperto britannico, Don Serrat, fondatore del centro di recupero LifeWorks,
alla luce dei risultati di uno studio americano sulle abitudini alcoliche degli
studenti universitari. La ricerca della Wake Forest University, la prima mai
condotta di questo tipo e illustrata al congresso della Società americana di
salute pubblica, ha coinvolto 4.271 studenti di 10 atenei negli Sati Uniti. I ragazzi che mischiavano energizzanti e
superalcolici, ’Red Bull’ e vodka per esempio, correvano il doppio dei rischi
di sentirsi male tanto da richiedere l’aiuto del medico e di ritrovarsi in
macchina con un guidatore ubriaco, ma anche di avere rapporti sessuali non
protetti.
Non solo. In una serata tipo, gli amanti dei cocktail ’up and down’ bevevano il
36% in più degli altri studenti e riferivano il doppio di sbornie settimanali. Ubriacarsi con alcolici e bibite a base di caffeina
’’è una ’moda’ diffusa fra i giovani, come viene fuori parlando
con gli studenti o leggendo blog e siti internet - commenta la principale
autrice dello studio, Mary Claire O’Brien - Lo fanno per bere di più e più a lungo. Ma siamo rimasti davvero sorpresi di quanto sia
alto il rischio di conseguenze serie e potenzialmente letali’’. Perché
mischiare alcol e caffeina è come ’’salire in macchina e premere il pedale
dell’acceleratore e del freno contemporaneamente’’. Dalla ’Red Bull’, energy drink fra i più famosi, non
commentano i risultati dello studio, ma si limitano a dire ’’quello che diciamo
sempre: bevete responsabilmente’’.
BRESCIAOGGI
TRA SALUTE E TERRITORIO. Presentato ieri pomeriggio
alla Facoltà di medicina dell’Università di Brescia lo studio su longevità e
prodotti tipici della Valcamonica Formaggio e vino elisir di lunga vita Mercoledì, 07 Novembre 2007
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