IL SECOLO XIX
Alcol e droga, dati chocDaniele Grillo La droga, l’alcol, gli abusi, non sono storia passata,
anzi le cifre aumentano e il crescere dell’attenzione per gli incidenti
stradali causati da automobilisti in stato di ebbrezza o sotto effetto di
stupefacenti non fa che accendere nuove luci su un mondo ancora da conoscere a
fondo e in continua mutazione.
I dati Centoventi cittadini di Genova e provincia, ogni giorno,
vengono sottoposti a controlli per capire se facciano ancora uso di droghe o
alcol. Perché in cura per uscire dalla tossicodipendenza, perché “beccati” al
volante ubriachi. Sette anni fa erano il 25% in meno, e da quattro mesi a
questa parte - a seguito del crescere degli episodi e dell’attenzione mediatica
sull’argomento - i controlli per l’uso di alcol sono aumentati del 4%.
«Effettuiamo annualmente 35 mila campioni per verificare l’utilizzo di droghe,
e a questi vanno aggiunte 4.300 persone controllate dopo il ritiro della
patente - spiega il primario del Dipartimento di Chirurgia Clinica dell’Asl 3
Luigi Bottaro - numeri così alti non vengono registrati da tutti i laboratori
come il nostro sparsi per il paese». Il laboratorio del Dipartimento di
Patologia Clinica dell’Asl 3 genovese, appartenente all’Unità Operativa
“Ponente 1” ma con sede alla Colletta di Arenzano, è uno dei tre centri
riconosciuti, a livello regionale, per la verifica - successiva al ritiro della
patente - degli eventuali “abusi di ritorno”. E poi si occupa dei casi cronici
di abuso: tossicodipendenti segnalati dal Sert, dai medici di famiglia, dalle
comunità di recupero o dalle case circondariali. In ultima battuta, il
laboratorio svolge parte dei controlli “d’urgenza” che arrivano dagli ospedali,
quelli che vengono eseguiti su persone che causano o sono vittime di incidenti
stradali (esami che vengono svolti anche al San Martino e al Galliera).
Le patenti La Commissione Patenti chiede la verifica, prima di
decidere sulla restituzione di un documento ritirato, per 4.300 persone ogni
anno. Dietro a ciascuna c’è un incidente stradale, un semplice etilometro, una
segnalazione, o comunque una sospensione del documento che da diritto a guidare
un’auto, un camion, un autobus o una due ruote; 800 di queste persone arrivano
per aver violato l’articolo 187 del Codice della Strada, quello relativo ad
abusi per l’uso di droghe. Al ciascun controllo per la verifica di nuova
idoneità alla guida - ne vengono eseguiti diversi - bisogna arrivare senza aver
assunto stupefacenti. «Nel 4% dei casi gli automobilisti ci ricascano - spiega
Anna Morando, responsabile del laboratorio di analisi - significa che non
riescono a fare a meno di assumere stupefacenti nel periodo in cui dovrebbero
farlo per riottenere indietro la patente». I casi aumentano per gli “articolo
186”, positività all’alcol. «Qui - dice la Morando - a risultare positivi nei
controlli successivi al ritiro sono molti di più. Uno su cinque risulta aver
bevuto alcol oltre il consentito nei 15 giorni precedenti il prelievo di
sangue».
Le “urgenze” A fare il test arrivano in questo centro anche le persone
che causano incidenti. Anzi, non solo chi investe o tampona, ma anche le sue
eventuali vittime (il pedone o un altro automobilista coinvolto). Il centro del
Ponente genovese analizza 800 casi su base annua. Le positività all’alcol,
secondo i dati del laboratorio, riguardano il 30% dei controllati. Mentre,
altro dato inquietante, sotto effetto di droghe risulta l’8,25% (il 50% di
questi per uso di cannabinoidi, il 18% per cocaina e il 10% per oppiacei).
L’uso di droghe Il grosso del lavoro che arriva a questo laboratorio
continua a essere, purtroppo, quello di verifica dei pazienti in cura per
tossicodipendenza: 35 mila i campioni effettuati, ma per ognuno quasi sempre
viene richiesto più di un controllo specifico (test) su un tipo particolare di
sostanza, e la quota dei marcatori da ricercare arriva a 160 mila. «Si tratta
di pazienti con una storia di abusi di lunga data, in cura al Sert o presso
comunità di recupero. Molte volte accettano di seguire un percorso
autonomamente, altre volte lo devono fare obbligatoriamente. Le sostanze
maggiormente presenti, al controllo, sono la cannabis (18%), la cocaina (6%) e
gli oppiacei (12%). Non si tratta di ragazzi da “Zoo di Berlino”, ma di persone
di ogni età che usano spesso droghe differenti dall’eroina. «L’epoca del buco è
finita, o comunque è in fortissimo calo - spiega Bottaro - oggi si consuma in
compenso più cocaina. Considerata a torto una droga “pulita”. Ma i cui effetti
sono devastanti». Quello che emerge, alla fine, è che l’utilizzo smodato di
droghe e alcol, a Genova, è tutt’altro che un fenomeno da sottovalutare.
«Consideriamo il fatto che fuori dal nostro lavoro ci sono i molti consumatori
occasionali o coloro che non vengono mai fermati dalla polizia. Un mondo che
nessuno potrà mai indagare fino in fondo».
EMERGENZA ALCOLISMO (tratto da ILQUOTIDIANO.IT)
Alcool e giovani: un rapporto
sempre più precoceSan Benedetto Del Tronto. Il primo
assaggio a 10 anni. Il consumo e talvolta l’abuso a 16. Questi sono i dati che
emergono dal “Servizio risposte alcologiche del comune di San Benedetto del
Tronto”.di Cristian CiarrocchiDa un’analisi condotta su scala nazionale sembra che il
nostro paese, primo produttore di vino in Europa, sia quello in cui si consuma
più alcool e dove il "battesimo" con questa sostanza, che senza
moralismi inutili si deve considerare una vera e propria droga, avviene sempre
più precocemente.La nostra piccola città sembra seguire questa nociva moda.Da uno studio del "Servizio risposte alcologiche del
comune di San Benedetto del Tronto" è emerso che il primo assaggio avviene
intorno ai 10 anni in famiglia durante occasioni speciali come festività e
feste e che il consumo fisso di alcool avviene intorno ai 16 anni.I motivi secondo cui il consumo di bevande alcoliche si
sta così diffondendo nella società italiana e soprattutto nelle fasce dei
minori sono da ricercare nel nostro modello culturale, nelle operazioni di
marketing sempre più aggressive e raffinate, ma anche nel piacere che questa
sostanza infonde.A San Benedetto del Tronto l’80% dei ragazzi intorno ai 16
anni consumano abitualmente alcol, specialmente nel fine settimana. Il 77% di
questi ha dichiarato che lo fa per gusto e per piacere. Il 16% ha ammesso di
consumare sostanze alcoliche per poter percepire la realtà in maniera più
leggera. Nonostante le statistiche mostrino che i ragazzi consumano
più alcool, sembra che le loro coetanee siano in netto aumento con modalità
simili a quelle maschili.La Dottoressa Sabrina Vici, responsabile del "Centro
risposte alcologiche del Comune di San Benedetto del Tronto" spiega che
uno dei modi per evitare il problema dell’alcolismo nei giovani è quello di
parlare con i figli, poiché l’alcool può essere un serio problema e che bisogna
tenere i canali sempre aperti senza essere però troppo invadenti nella vita
privata dei ragazzi.
GRAZIA.BLOG.IT
Se un automobilista ubriaco uccide
è giusto che vada in prigione Mettereste in prigione l’automobilista che uccide in stato
d’ubriachezza o sotto l’effetto di stupefacenti? Conoscendo le condizioni delle
carceri, sono molto prudente sull’opportunità di mandarci gente, magari
incensurata, che potrebbe averne un ricordo incancellabile. Ma, in casi come
questi, un annetto di prigione può essere utile. E può essere utile anche nel
caso che un incidente mortale che coinvolga più persone sia dovuto a un abnorme
eccesso di velocità. Attualmente questi reati sono considerati omicidi colposi,
cioè avvenuti senza alcuna volontà da parte di chi li ha commessi. Non mi
sembra corretto utilizzare i miei ormai lontani studi giuridici, ma a mio
avviso se io guido l’auto dopo essermi ubriacato (o drogato), o se guido a 200
chilometri l’ora, debbo mettere nel conto che possa accadere anche a me
qualcosa di irreparabile. Chi uccide una persona con un pugno viene condannato
per omicidio preterintenzionale: voleva colpirla, non ucciderla. Perché è
soltanto “colposo” l’omicidio di chi uccide in una delle condizioni che abbiamo
appena esposto? Perché i parenti dei quattro ragazzi travolti in aprile ad
Appignano, nelle Marche, da un rom ubriaco debbono essere offesi dal vederlo
prendere il sole in casa? L’opinione pubblica è impressionata dall’incremento
di incidenti provocati da persone irresponsabili, che spesso non si fermano
nemmeno a soccorrere la vittima. Ma poiché noi stessi - che per il fatto stesso
di essere noi stessi tendiamo a considerarci persone ragionevoli - possiamo
trovarci in situazioni incresciose, è bene rivedere alcune abitudini. In
televisione ho fatto la prova dell’etilometro. Dopo due bicchieri di vino rosso
piuttosto corposo sia l’apparecchio fai-da-te che si compra in farmacia, sia
quello professionale della Polizia Stradale non davano segnali allarmanti. A
metà del terzo bicchiere ero fuori legge. Amo il buon vino, mi piace bere poco
e bene, ma capisco che in una bella cena al ristorante sia difficile non
superare i limiti di legge. Dunque, chi guida non beva. (*) E, se si è in
coppia, si beva poco: in fondo, due buoni bicchieri ben dosati possono
accompagnare perfettamente ogni pasto. Non vale dire: «Io non avrei mai un
incidente». Una percentuale elevata di sinistri coinvolge persone che hanno
bevuto troppo. I controlli sulle strade si sono moltiplicati: nell’intero 2006
erano stati 180 mila, nei primi nove mesi di quest’anno sono saliti a 490 mila.
È venuto fuori che 36 mila persone sono risultate positive all’etilometro e ben
3368 guidavano sotto l’effetto di stupefacenti. È molto allarmante che nei
primi nove mesi di quest’anno siano state ritirate 22 mila patenti a persone
che guidavano ubriache, contro le 14 mila dell’intero 2006. Si sa che la
polizia riesce a intercettare una quantità ridottissima di persone che
delinquono. Siamo dunque un polo di ubriaconi irresponsabili? Restare senza
patente è un deterrente significativo. Il fermo o il sequestro dell’automobile
nei casi più gravi è un ottimo deterrente. E gli effetti si vedono. Nei mesi di
agosto e settembre sono morte sulle strade 573 persone, trentasei in meno
dell’anno scorso. Nello stesso periodo gli incidenti sono stati 1600 in meno.
Va bene, ma si muore ancora troppo. Le fatalità sono un conto, l’incoscienza un
altro. Bruno Vespa (*) Nota: per convincere i guidatori a non bere non basta
una semplice raccomandazione. Come informazione televisiva, ci vorrebbero un
numero di trasmissioni, (tra cui alcune di “Porta a porta”), almeno pari a
quelle in cui hanno glorificato il vino in tutte le sue possibili declinazioni.
ALCOLISMO
SVIZZERA Tcs e Acs bocciano lo zero per
mille Gazzola: la patente a due fasi non avrebbe più senso.
Abate: con quella proposta si spara soltanto nel mucchio Favorevoli
Autotrasportatori e Upi. Kandemir Bordoli (Radix): più prevenzione. Intraina
(Ingrado): più controlli Leuenberger vuole introdurre i limiti che vigevano negli
ex stati comunisti », afferma il segretario generale della sezione ticinese del
Touring club svizzero Renato Gazzola. « Si sta sparando nel mucchio senza
mirare alle vere cause del problema », rincara la dose il presidente cantonale
dell’Automobile club svizzero Carletto Abate. Alcol al volante: Tcs e Acs bocciano dunque lo zero per
mille per gli automobilisti freschi di patente e per i conducenti
professionisti. Una proposta che il ministro federale dei trasporti Moritz
Leuenberger aveva formulato già un paio d’anni fa: il governo l’aveva però
rigettata. Ma Leuenberger non demorde e dalle colonne del ‘SonntagsBlick’ di
domenica ha fatto sapere di voler riproporre la misura dopo i recenti tragici
incidenti sulle strade elvetiche. Il ‘no’ dei due club « Con l’introduzione dello 0,5 per
mille (in vigore dal primo gennaio 2005, ndr) la Svizzera ha armonizzato la
propria normativa alla legislazione europea – osserva Gazzola –. Ora si
vorrebbe addirittura diventare i primi della classe, senza peraltro conoscere
bene i risultati ottenuti con il primo abbassamento del limite e con
l’introduzione della patente a due fasi » . Adottando nuove misure repressive,
prosegue il segretario cantonale del Tcs, verrebbe meno il lavoro di educazione
e prevenzione effettuato durante i corsi della seconda fase per il
conseguimento della licenza di condurre definitiva. Questo perché « se c’è già
lo zero per mille è inutile sprecare fiato e far spendere ai ragazzi 700 franchi
». Secondo Abate è sì indispensabile fare qualcosa per diminuire ulteriormente
gli incidenti « ma non bisogna farlo colpendo tutti gli automobilisti, compresi
quelli che si comportano correttamente ». Per il presidente dell’Acs Ticino
andrebbero quindi introdotte « sanzioni dure per chi non rispetta nulla », come
« il ritiro della patente per cinque anni a coloro che causano incidenti gravi
». Ridurre l’alcolemia allo zero invece « non risolve il problema, dal momento
che i giovani che provocano disastri non sempre hanno bevuto. Bisognerebbe
piuttosto impedire loro di guidare auto eccessivamente potenti ». Astag favorevole Favorevoli alla misura invece gli
autotrasportatori. « In Svizzera già da diversi anni chi guida autobus per
professione o circola con merce pericolosa non può bere in servizio e nelle sei
ore precedenti », premette il presidente dell’Associazione svizzera
trasportatori stradali (Astag) Waldo Bernasconi. La cosiddetta tolleranza zero
non sarebbe dunque penalizzante... « Anzi, migliorerebbe sicuramente la
situazione. Quando si guida per professione bisognerebbe già sapere che l’alcol
deve restare nella bottiglia. Una regola cui si attengono molti camionisti
elvetici ». « Assolutamente d’accordo » con lo zero per mille per i
neopatentati e i conducenti professionisti il delegato per il Ticino
dell’Ufficio svizzero prevenzione infortuni (Upi), Bruno Bernasconi. « Nonostante la situazione sia in parte migliorata col
passaggio dallo 0,8 allo 0,5 per mille, siamo ancora lontani dall’obiettivo che
Upi e Dipartimento federale dei trasporti si sono dati con la nuova politica di
sicurezza stradale denominata ‘Via sicura’ e cioè zero morti sulle strade. Un
obiettivo difficile se non impossibile da con- ma quello che conta – sottolinea
Bernasconi – è tendervi. Ecco allora la patente a due fasi, le campagne di
sensibilizzazione... . In questo discorso rientra la misura che Leuenberger
vuole riproporre, una misura che dovrebbe ridurre ulteriormente il numero delle
disgrazie sulle nostre strade. Ricordo che il 30 per cento circa degli
incidenti che coinvolgono giovani conducenti, fra i 18 e i 27 anni, è dovuto
all’alcol. E sono ancora troppi gli autisti di mezzi pesanti che durante i
controlli vengono trovati con un tasso alcolemico elevato ». Dice alla "RegioneTicino" Pelin Kandemir
Bordoli, a capo dei progetti di Radix Svizzera italiana, associazione attiva
nella promozione della salute e nella prevenzione delle dipendenze: « Secondo
me, quella di Leuenberger è una proposta che può stare in piedi. Attenti però:
i limiti possono essere utilissimi ma non sono la panacea, bisogna che siano
accompagnati da altre misure ». È dunque « necessario – continua Kandemir
Bordoli – fare anche un lavoro di prevenzione e di educazione alla salute,
ricordandoci inoltre che fra i giovani l’abuso di alcol è all’origine non solo
di incidenti della circolazione ma pure di risse ». E nel campo della
prevenzione « ognuno deve fare la sua parte: un esercizio pubblico per esempio
non dovrebbe più servire alcol a un giovane che ne fa richiesta ma che è già in
uno stato alterato ». Avverte a sua volta Daniele Intraina, direttore di
Ingrado, servizio ticinese di cura dell’alcolismo e altre dipendenze: « Lo zero
per mille va bene purché nel contempo si faccia di più sul piano della
prevenzione e su quello della repressione. Quindi da un lato occorre investire maggiormente nella
formazione degli aspiranti conducenti, nelle campagne di sensibilizzazione a
una guida sicura e nella cultura del bere sano, dall’altro servono più
controlli di polizia sulle strade, perché costituiscono un deterrente ».
Controlli, aggiunge Intraina, « non sporadici ma frequenti ». Prevenzione e
repressione, insomma. « È perfettamente inutile decidere un giro di vite se poi
– evidenzia il direttore di Ingrado – lo Stato non attua controlli, verificando
così l’applicazione della norma, perché non dispone, o vi rinuncia per motivi
di risparmio, dei mezzi e delle risorse umane necessarie: è una questione di
coerenza. Ricordo infine che il problema dell’elevata alcolemia al volante non
concerne unicamente l’universo giovanile ». L.B./A.MA.
LA NAZIONE
Vino, birra e aperitivi Ai ragazzi
piace abusare
Il Comune lancia un campagna sui
rischi dell’alcolNON SO LO DROGA . Giovani e, purtroppo, giovanissimi sono
sempre più vittime dell’alcol. Una male endemico per la generazione degli
under, qui come altrove. Di rimedi sembrano non esserci, perché sinora tutti i
divieti (compreso quello di smettere con la somministrazione degli alcolici in
discoteca dopo le due di notte) sono risultati vani. I ragazzi sono abilissimi
ad aggirare ogni paletto che viene messo sulla strada fra il loro mondo e
quello della bevuta. Così ogni occasione diventa buona per trasformare una
serata in una sbornia.L’AMMINISTRAZIONE comunale senese è ben consapevole del
fenomeno e del suo dilagare e, ieri mattina in consiglio comunale, l’assessore
con delega al sociale, Maria Teresa Fabbri, rispondendo a un’interrogazione
delle liste civiche proprio sull’abuso del consumo di alcolici, ha annunciato
l’avvio di un progetto mirato alla prevenzione e all’informazione sui rischi di
birra, vino e cocktail.«IL NOSTRO PROGETTO — ha detto la Fabbri — è stato
approvato dalla Regione e ha ottenuto un finanziamento di 30mila euro, il
massimo concedibile per iniziative del genere. Si tratta — va avanti
l’assessore — di coinvolgere l’amministrazione comunale, le scuole e la Usl in
una grande iniziativa che sappia da una parte sensibilizzare e dall’altra
informare gli studenti delle superiori sui rischi dell’alcol». SCUOLE , ma anche Contrade. Perché a Siena buona parte
della vita sociale avviene nei rioni. Interpellato in proposito, il Magistrato
— riferisce ancora la Fabbri — ha fatto sapere che il problema è maggiore
perché spesso i giovani arrivano alle cene di Contrada «già alticci». «La
questione — osserva l’assessore — è dunque quello dell’aperitivo, un costume
abbastanza diffuso anche a Siena, ma di cui qualcuno abusa». L’obiettivo del
progetto è proprio quello di insegnare ai giovani un uso corretto dell’alcol.
Conoscere gli effetti benefici, ma anche quelli dannosi di vino, birra e via
discorrendo, è il primo passo per affrontare un problema il cui peso sociale è
sempre più difficile da sostenere.
IL GAZZETTINO
«Quel festino di diseducazione e illegalità» Da Verona a Treviso e ritorno, la domenica in cui si è
svolta Ombralonga: un’esperienza da dimenticare per Maria Teresa Canal,
veronese di 55 anni che ha scritto una lettera al sindaco Gobbo invitandolo a
prendere in considerazione l’ipotesi di cancellare la manifestazione. Venuta a Treviso per trovare degli amici, solo una volta
arrivata si è resa conto di essere capitata il giorno dell’Ombralonga:
"Alle 10.30 c’erano già gruppi di persone che bevevano e giovani che
giravano con taniche e bottiglie di plastica piene di vino", scrive la
signora Canal. "Alle 15.30 le scene di persone, anche molto giovani
nettamente alterate per l’alcol si sono moltiplicate. Una signora ha chiamato
il 118 perché un ragazzo stava male ma i suoi amici lo hanno trascinato via per
evitare che fosse portato via con l’ambulanza". Non sono mancati i disagi
al rientro in treno: "Mi sono ritrovata in stazione in un marasma di gente
che spingeva da tutte le parti e urlava". "Signor sindaco, che lei come primo cittadino si sia
proposto come paladino di una festa dell’alcol è per me un segnale di poca
civiltà e imbarbarimento storico, culturale, psicologico, sociale, economico,
morale della città che lei rappresenta. L’alcol è fonte di morte, naturalmente
se assunto in modo eccessivo o come palliativo di soluzioni ai problemi.
Prevedo i commenti dei malpensanti di Palazzo: ma l’eccesso lo condanniamo
anche noi, ma che male c’è nell’organizzare una festa semplice e popolare? Non
ripetetevi: chi si lavava le mani, chi non si comprometteva, chi faceva il
finto ingenuo c’era già in tempi molto lontani" La signora Canal non mancherà di tornare a Treviso, con
l’augurio che Ombralonga non ci sia più: "All’anno prossimo signor
sindaco, sperando che le vostre scelte siano serie, se questa festina non si
farà, o vedremo se prevarrà un proponimento accanito di diseducazione e
illegalità, se la rifarete".
IL GIORNALE DI VICENZA
CONTROLLI. Il vicesindaco Sorrentino scende
in strada con i vigili Alcol, in pattuglia ci va l’assessore Ma in tv
la birra sfugge a multe e confische La Lega polemizza sulle analisi degli
spritz Gian Marco Mancassola C’era anche il vicesindaco Valerio Sorrentino in pattuglia
con i vigili nel tardo pomeriggio di ieri per controllare il rispetto
dell’ordinanza anti-alcol. L’assessore alla Pubblica sicurezza si è fatto
accompagnare nei luoghi simbolo del degrado del capoluogo: via Napoli e i
Giardini Salvi, viale Roma e Campo Marzo, via Bedeschi e Campo de Nane. Il
risultato è stata la confisca di alcune bottiglie di alcolici, una bella dose
di prevenzione e informazioni sulle nuove disposizioni comunali, e alcune
multe. I verbali sono stati rifilati dietro il caffè Moresco, a Campo Marzo, dove
stavano sbevazzando alcuni punkabbestia avvinazzati. Ed evidentemente non era da bollino rosso la bibita
alcolica che è stata consumata dall’inviato di Rete 4 che ha confezionato il
servizio mandato in onda sabato sera nella trasmissione “Tempi Moderni”. Mentre
il sindaco Enrico Hüllweck riassumeva lo spirito del provvedimento, l’inviato
si è divertito a passeggiare per il centro, davanti alle pattuglie e davanti a
palazzo Trissino, concludendo la bevuta indisturbato e senza multe a carico.
Una robusta polemica, nel frattempo, viene innescata dalla Lega Nord, con il
segretario cittadino Alessio Sandoli, che definisce una «farsa» le analisi
disposte sui liquidi distribuiti durante lo spritz antiproibizionista di
sabato: «Ai cittadini - afferma Sandoli - non interessano queste cose,
interessa poter girare tranquilli per la città. Purtroppo, invece, la
situazione sembra non essere cambiata: abbiamo conquistato qualche titolo di
giornale, ma il giro di vite nelle zone degradate non si è ancora visto».
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da TUSCIAWEB)
Chiusura delle discoteche
Franceschini (Silb):
"Atteggiamento sceriffesco"“Non chiediamo clemenza, tantomeno deroghe interpretative
della normativa sul divieto di vendita di alcolici nei locali di
intrattenimento dopo le ore due della notte; ma semplicemente che le nostre
ragioni e le nostre preoccupazioni vengano ascoltate”. In questa maniera rompe il silenzio Fulvio Franceschini,
presidente Silb, Sindacato provinciale dei locali da ballo dell’Ascom, rispetto
alla retata della Polizia che ha visto ispezionati molti locali notturni nella
serata di Halloween con l’emanazione dei conseguenti verbali di chiusura
forzata per quattro locali. “In questa situazione di confusione – prosegue
Franceschini – non si deve parlare di ‘irresponsabilità dei gestori’, quanto di
irresponsabilità di chi siede nel nostro Parlamento, visto che in maniera
subdola e discutibile si è provveduto a votare una norma che di fatto, così
com’è scritta, condanna alla chiusura migliaia di imprenditori che
dell’intrattenimento notturno hanno fatto una scelta imprenditoriale,
sostenendo investimenti e creando un interessante bacino occupazionale per
centinaia di giovani. Il paradosso che si è prodotto è che mentre il dibattito
parlamentare discute sul ritiro della normativa, che pare sia passata per
distrazione e con scarso approfondimento da parte di chi dovrebbe conoscere e
governare i processi, a Viterbo (unico caso in Italia, informazione certificata
dal Silb nazionale, che associa la quasi totalità delle strutture
d’intrattenimento in Italia) si assume un atteggiamento ‘sceriffesco’ che certo
non fa bene al settore, tantomeno è foriero di soluzioni al problema
dell’alcolismo dilagante.Continuiamo, infatti, a registrare avventori che fanno uso
ed abuso di alcol, prima e dopo l’ingresso in discoteca, ed osserviamo come
dall’entrata in vigore della normativa che ci impone di sospendere la
somministrazione di alcolici dalle due di notte, si stiano affermando fenomeni
di ‘movida’ verso i bar limitrofi i quali, paradossalmente, possono continuare
a vendere alcolici o peggio al dilagare di improvvisati ‘bar’ abusivi
all’interno dei portabagagli delle auto parcheggiate fuori dei nostri locali. La piaga è sociale e non è un fenomeno che può essere
combattuto spingendo i nostri locali ad una chiusura forzata, per questo stiamo
chiedendo a gran voce un incontro col Prefetto, al fine di veicolargli il
nostro punto di vista e i nostri problemi. Speriamo che presto i nostri appelli vengano ascoltati,
perché oggi ci sentiamo vittime di un pressappochismo dilagante che scaglia i
propri dardi contro una categoria che sempre è stata in prima fila nella
collaborazione con tutti i Governi che si sono succeduti, per la
sensibilizzazione dei giovani nei riguardi dei danni che può provocare
l’alcol.” (*)(*) Nota: se i locali pubblici avessero rispettato la
legge che prevede di non somministrare alcolici ai minori di 16 anni ed alle
persone alterate, forse non si sarebbe sentita la necessità di intervenire per
regolamentare il consumo di alcolici.
IL TRENTINO
BORGO Baristi analcolici lezioni al
White bar BORGO. Oggi alle 20 al White Bar nel parco Alle Valli,
proprio dietro alla ex caserma dei carabinieri, sarà presentato il progetto “Il
giovane: white bar”. Una iniziativa realizzata da Borgo Sport Insieme
nell’ambito del Piano Giovani di Zona. Il percorso
formativo è strutturato in sei distinte serate e verterà su diverse situazioni
legate alla gestione del bar. Quindi gestione in senso stretto dell’esercizio,
relazione col cliente, licenze, ordini e preparazione di cocktail analcolici.
Iscrizioni allo 0461 753836 dalle 17 alle 21. Tutti sono invitati a
partecipare. (m.c.)
IL GAZZETTINO
Udine «Non succederà più». Il ... «Non succederà più». Il procuratore Antonio Biancardi ha
appena rilasciato il nullaosta per la sepoltura di Jitka Steruska e Alessandro
Cibert, morti sabato notte sulla Napoleonica. Ha attentamente esaminato il
fascicolo aperto a carico di Ennio Zampari, 45 anni, di San Vito al
Tagliamento, l’uomo che ha causato l’incidente, ora indagato per duplice
omicidio colposo e violazione del Codice della strada. Tutti gli atti sono
stati ultimati anche in merito alla posizione del conducente sorpreso con un
tasso alcolemico di 2,27 g/l alla prima misurazione e 2,17 alla seconda. Il
messaggio del procuratore è molto chiaro: «Non succederà più che un
automobilista ubriaco provochi un incidente così grave e non venga arrestato.
Ho dato disposizione alla Polstrada che d’ora in poi in casi analoghi, valutata
la situazione con il pm di turno, si proceda con l’arresto». La Procura farà la
sua parte nel tentativo di educare gli automobilisti al rispetto del Codice
della strada e, soprattutto, ad abbandonare la cattiva abitudine di guidare in
stato di ebbrezza. Una battaglia che Biancardi sa di non poter combattere da
solo. Ed è per questo che lancia un segnale ai giudici che «applicano sempre il
minimo della pena». Oggi, intanto, la comunità di Remanzacco dà l’addio ad
Alessandro Cibert: il funerale sarà celebrato alle 15 nella parrocchiale. È
stato fissato per domani, invece, il funerale di Jitka Steruska (alle 15 nel
duomo di San Giorgio di Nogaro, partendo dal cimitero di Bertiolo).
CORRIERE ADRIATICO
Approvata in consiglio una mozione sulla vicenda. Intanto
lo zingaro Ahmetovic avrebbe firmato un contratto di 50.000 euro con un’azienda
che produce occhiali da sole La Regione condanna la speculazione sulla strage
di Appignano “Basta lucrare sulla tragedia” APPIGNANO – Il caso di Appignano del Tronto è finito
all’attenzione della Regione. Nel corso della seduta di ieri, infatti, il
Consiglio Regionale delle Marche ha approvato una risoluzione predisposta e
sottoscritta (come primo firmatario) dal consigliere regionale di Alleanza
Nazionale, Guido Castelli, riguardante il dramma della morte dei quattro
giovani di Appignano del Tronto travolti ed uccisi il 23 aprile scorso da un
furgone alla cui guida c’era un Rom ubriaco. Nel documento, approvato all’unanimità dal Consiglio, si
esprime l’esecrazione dell’intera Regione nei confronti di tutti i tentativi di
strumentalizzazione della tragedia per fini di lucro. Il riferimento è,
evidentemente, alle notizie sempre più insistenti riguardanti iniziative
editoriali e promozionali che vedrebbero protagonista (e beneficiario) il
nomade, Marco Ahmetovic, responsabile della morte degli “angeli” di Appignano
del Tronto. Il documento, inoltre, rinnova la propria solidarietà alle
famiglie delle vittime che, proprio in questi giorni, sono state ulteriormente
mortificate dalle speculazioni ordite, a danno della memoria dei loro figli, da
alcuni agenti pubblicitari di dubbia fama. A riguardo ieri pomeriggio Marco
Ahmetovic avrebbe firmato un contratto di 50.000 euro con un’azienda che produce
occhiali. Sempre su iniziativa di Guido Castelli, il consiglio
regionale, in occasione della prossima seduta del 13 novembre, terrà una
discussione specifica e più generale sul dramma di Appignano del Tronto e sulla
tematica riguardante la sicurezza del nostro territorio. “E’ pericoloso e fuorviante” – ha detto Castelli –
“alimentare lo stereotipo di una Regione simile ad un isola felice ed immune da
qualsiasi rischio sul piano della sicurezza pubblica. Anche per questo sono
particolarmente soddisfatto che la massima assise regionale dedichi una
riflessione mirata a tutte le implicazioni che la tragedia di Appignano del
Tronto sottende: integrazione, clandestinità, alcolismo, problemi connessi alla
moltiplicazione degli insediamenti Rom nella nostra Regione. La guardia deve
essere alzata perché i rischi - ha concluso il consigliere di Alleanza
Nazionale - sono costantemente dietro l’angolo”. “La Regione poteva pensarci prima ad una cosa del genere -
è stato l’amaro sfogo di Luigi Corradetti, il padre di Davide - Ora è troppo
comodo discutere di questi problemi. Quello che più mi meraviglia è il silenzio
del sindaco di San Benedetto del Tronto che non ha ancora replicato alle
lamentele dei cittadini che l’hanno votato. Infine voglio dire all’assessore
Amagliani di pensare ai problemi delle Marche perché ai nostri ci pensiamo noi.
Se ci deve attaccare per farsi pubblicità - ha concluso Luigi Corradetti -
allora è meglio che stia zitto”. MAURO GIORGI
CORRIERE ADRIATICO
Ubriaco in auto travolge un
giovane: denunciato URBINO - Ancora un incidente dovuto all’eccessivo consumo
di alcol. Negli ultimi giorni, i carabinieri hanno denunciato svariate persone
per guida in stato di ebrezza, un reato che negli ultimi tempi sta causando una
molteplicità di incidenti.Così, in via Cappuccini, l’altra notte, i militari del
Radiomobile della Compagnia di Urbino, nel corso dei servizi di controllo del
territorio, intervenivano a seguito di un incidente stradale, accertando che
P.D., 19enne di Urbino, residente a Fermignano, in via Spontini, studente, alla
guida della propria autovettura Peugeot 206, aveva investito il pedone S.E.,
21enne, studente, originario di Iglesias, mentre percorreva la via Cappuccini,
lungo il margine sinistro della carreggiata.Nella circostanza, il pedone veniva letteralmente caricato
sul cofano anteriore dell’autovettura, infrangendo il vetro parabrezza.
Visitato presso il locale Ospedale Civile riportava lesioni giudicate guaribili
in 20 giorni.I militari operanti, accortisi dell’evidente stato di ebbrezza
alcolica del conducente, procedevano all’accertamento del tasso alcolemico,
utilizzando l’apposito apparato, che dava esito positivo. Pertanto i
carabinieri de Radiomobile della Compagnia di Urbino deferivano in stato di
liberta’, per guida sotto l’influenza dell’alcool, il giovanissimo conducente,
al quale veniva ritirata la patente di guida e decurtati ben 10 punti ai fini
della validità della patente. Un altro episodio recentissimo che dimostra come ormai la
guida in stato di ebrezza rappresenti un pericolo e un’emergenza.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da TELE1)
Due incidenti nel giro di pochi
minuti
Lido Adriano : due incidenti nel
giro di pochi minuti, 4 feriti, di cui uno graveUn altro grave incidente è accaduto ieri poco prima delle
19 a Lido Adriano. Un ucraino 31enne, percorreva via dei Campeggi, a bordo di
una Renault Megane Scenic, quando, dopo aver perso il controllo del mezzo, si è
andato a schiantare contro un platano. Le sue condizioni sono apparse subito disperate,
trasportato all’ospedale di Ravenna, i medici si sono riservati la prognosi.
Ferita gravemente, ma non in pericolo di vita, anche l’altra persona che sedeva
accanto.Secondo i primi esami, l’uomo avrebbe avuto un livello di
alcol nel sangue superiore ai limite di legge.(…)
IL TIRRENO
RUMENO VENTENNE Guidava in stato di ebbrezza PIOMBINO. Quell’auto che procedeva a zigzag non era
sfuggita all’attenzione della volante della polizia, che alle due della notte
tra sabato e domenica pattugliava l’ingresso della città. La Golf è stata
fermata, l’odore all’interno non lasciava dubbi sul fatto che chi si trovava
nell’auto avesse bevuto. Il guidatore, F.C., rumeno 20enne, aveva accanto un
connazionale coetaneo. Non aveva con sé nessun documento e tantomeno la
patente, l’auto è intestata a un italiano residente a Piombino. Per fargli il
test alcolemico è stato chiesto l’intervento della Polstrada, che ha in
dotazione l’apparecchio. Al test F.C. ha fatto rilevare un tasso superiore
all’uno per cento, oltre il doppio del consentito. L’auto è stata sottoposta a
fermo amministrativo, l’uomo è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza
mentre sono in corso accertamenti sul possesso o meno della patente.
IL TIRRENO
Picchia due agenti, un anno di
carcere Marocchino ubriaco prima di essere arrestato aveva
sfasciato una vetrina PIOMBINO. Per farsi arrestare le ha tentate proprio tutte,
e non è stato difficile riuscirci. Alla fine Mustapha Lakhoitri, marocchino di
40 anni, ha patteggiato nel processo per direttissima una condanna a un anno di
carcere (senza benefici, quindi da scontare interamente da subito) dopo essere
stato arrestato l’altra notte dalla polizia per violenza, resistenza a pubblico
ufficiale, lesioni (a due agenti), danneggiamento aggravato e atti contrari
alla pubblica decenza. Per lui passare qualche notte in camera di sicurezza o
in carcere non è una novità, ma nonostante i precedenti questa è la prima
condanna che dovrà scontare.Gli accertamenti
fatti con le impronte inserite nel “cervellone” della polizia, hanno accertato
che l’uomo negli ultimi anni sempre dichiarando un’identità diversa, è stato
fermato o arrestato una quindicina di volte per furti, droga, ubriachezza
molesta. A Piombino non si era mai visto, fino alla tarda serata di sabato,
quando si è presentato al Kebab di via Petrarca completamente ubriaco,
chiedendo ancora da bere. Il rifiuto dei gestori non è piaciuto a Lakhoitri che
ha preso in mano il telefonino e l’ha scagliato contro la vetrina, mandandola
in frantumi. Quindi è uscito e ha orinato sul marciapiede.Intanto era stata
avvisata la polizia, e sul posto è arrivata una volante. «Sono il Principe del
Marocco, non ho bisogno del passaporto», ha urlato agli agenti che gli chiedevano
i documenti. Quindi è stato portato in commissariato dove si è scatenato,
aggredendo due agenti con calci e pugni (entrambi hanno 5 giorni di prognosi)
prima di essere bloccato e rinchiuso in camera di sicurezza. Poi il carcere, il
processo e l’immediato ritorno alle Sughere dove sconterà un anno di pena.
IL TIRRENO
FIRENZE Ubriaco e col pitbull molesta i
passanti Ubriaco, ha molestato i passanti a Firenze e ha costretto
il proprio cane, un pitbull senza museruola, a salire su una macchina parcheggiata
in via della Scala, graffiandola. Il giovane, un 39enne originario di
Alessandria, è stato denunciato per danneggiamento aggravato e resistenza a
pubblico ufficiale dagli agenti di una volante. La polizia ha anche posto sotto
sequestro il pitbull, portato poi al canile. Il 39enne, poco prima, aveva anche
afferrato due paletti di delimitazione di un albergo scaraventandoli in strada.
IL GAZZETTINO
TORREANO Dolore, ma anche polemiche dopo la
morte di Daniele Manfrin, colpito da un amico durante una battuta
I cacciatori: «Non siamo
criminali» Il direttore della riserva,
Claudio Sabbadini, replica alla Lav: «L’alcoltest per chi beve e guida» Torreano «Stiamo esagerando e farneticando. Il direttore
della riserva di caccia di Torreano, Claudio Sabbadini, difende i cacciatori
dagli attacchi della Lav dopo la tragica morte di Daniele Manfrin, ucciso
involontariamente dal colpo di fucile di un amico domenica scorsa sul monte
Vorsic. «I cacciatori non sono criminali né malviventi. L’incidente accaduto a
Giovedì, 08 Novembre 2007
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