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Rassegna stampa Alcol e guida del 7 novembre del 2007

A cura di Alesandro Sbarbarda e Roberto Argenta

IL SECOLO XIX

Alcol e droga, dati choc

Daniele Grillo

La droga, l’alcol, gli abusi, non sono storia passata, anzi le cifre aumentano e il crescere dell’attenzione per gli incidenti stradali causati da automobilisti in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti non fa che accendere nuove luci su un mondo ancora da conoscere a fondo e in continua mutazione.

I dati

Centoventi cittadini di Genova e provincia, ogni giorno, vengono sottoposti a controlli per capire se facciano ancora uso di droghe o alcol. Perché in cura per uscire dalla tossicodipendenza, perché “beccati” al volante ubriachi. Sette anni fa erano il 25% in meno, e da quattro mesi a questa parte - a seguito del crescere degli episodi e dell’attenzione mediatica sull’argomento - i controlli per l’uso di alcol sono aumentati del 4%. «Effettuiamo annualmente 35 mila campioni per verificare l’utilizzo di droghe, e a questi vanno aggiunte 4.300 persone controllate dopo il ritiro della patente - spiega il primario del Dipartimento di Chirurgia Clinica dell’Asl 3 Luigi Bottaro - numeri così alti non vengono registrati da tutti i laboratori come il nostro sparsi per il paese». Il laboratorio del Dipartimento di Patologia Clinica dell’Asl 3 genovese, appartenente all’Unità Operativa “Ponente 1” ma con sede alla Colletta di Arenzano, è uno dei tre centri riconosciuti, a livello regionale, per la verifica - successiva al ritiro della patente - degli eventuali “abusi di ritorno”. E poi si occupa dei casi cronici di abuso: tossicodipendenti segnalati dal Sert, dai medici di famiglia, dalle comunità di recupero o dalle case circondariali. In ultima battuta, il laboratorio svolge parte dei controlli “d’urgenza” che arrivano dagli ospedali, quelli che vengono eseguiti su persone che causano o sono vittime di incidenti stradali (esami che vengono svolti anche al San Martino e al Galliera).

Le patenti

La Commissione Patenti chiede la verifica, prima di decidere sulla restituzione di un documento ritirato, per 4.300 persone ogni anno. Dietro a ciascuna c’è un incidente stradale, un semplice etilometro, una segnalazione, o comunque una sospensione del documento che da diritto a guidare un’auto, un camion, un autobus o una due ruote; 800 di queste persone arrivano per aver violato l’articolo 187 del Codice della Strada, quello relativo ad abusi per l’uso di droghe. Al ciascun controllo per la verifica di nuova idoneità alla guida - ne vengono eseguiti diversi - bisogna arrivare senza aver assunto stupefacenti. «Nel 4% dei casi gli automobilisti ci ricascano - spiega Anna Morando, responsabile del laboratorio di analisi - significa che non riescono a fare a meno di assumere stupefacenti nel periodo in cui dovrebbero farlo per riottenere indietro la patente». I casi aumentano per gli “articolo 186”, positività all’alcol. «Qui - dice la Morando - a risultare positivi nei controlli successivi al ritiro sono molti di più. Uno su cinque risulta aver bevuto alcol oltre il consentito nei 15 giorni precedenti il prelievo di sangue».

Le “urgenze”

A fare il test arrivano in questo centro anche le persone che causano incidenti. Anzi, non solo chi investe o tampona, ma anche le sue eventuali vittime (il pedone o un altro automobilista coinvolto). Il centro del Ponente genovese analizza 800 casi su base annua. Le positività all’alcol, secondo i dati del laboratorio, riguardano il 30% dei controllati. Mentre, altro dato inquietante, sotto effetto di droghe risulta l’8,25% (il 50% di questi per uso di cannabinoidi, il 18% per cocaina e il 10% per oppiacei).

L’uso di droghe

Il grosso del lavoro che arriva a questo laboratorio continua a essere, purtroppo, quello di verifica dei pazienti in cura per tossicodipendenza: 35 mila i campioni effettuati, ma per ognuno quasi sempre viene richiesto più di un controllo specifico (test) su un tipo particolare di sostanza, e la quota dei marcatori da ricercare arriva a 160 mila. «Si tratta di pazienti con una storia di abusi di lunga data, in cura al Sert o presso comunità di recupero. Molte volte accettano di seguire un percorso autonomamente, altre volte lo devono fare obbligatoriamente. Le sostanze maggiormente presenti, al controllo, sono la cannabis (18%), la cocaina (6%) e gli oppiacei (12%). Non si tratta di ragazzi da “Zoo di Berlino”, ma di persone di ogni età che usano spesso droghe differenti dall’eroina. «L’epoca del buco è finita, o comunque è in fortissimo calo - spiega Bottaro - oggi si consuma in compenso più cocaina. Considerata a torto una droga “pulita”. Ma i cui effetti sono devastanti». Quello che emerge, alla fine, è che l’utilizzo smodato di droghe e alcol, a Genova, è tutt’altro che un fenomeno da sottovalutare. «Consideriamo il fatto che fuori dal nostro lavoro ci sono i molti consumatori occasionali o coloro che non vengono mai fermati dalla polizia. Un mondo che nessuno potrà mai indagare fino in fondo».


EMERGENZA ALCOLISMO (tratto da ILQUOTIDIANO.IT)

Alcool e giovani: un rapporto sempre più precoce

San Benedetto Del Tronto. Il primo assaggio a 10 anni. Il consumo e talvolta l’abuso a 16. Questi sono i dati che emergono dal “Servizio risposte alcologiche del comune di San Benedetto del Tronto”.

di Cristian Ciarrocchi

Da un’analisi condotta su scala nazionale sembra che il nostro paese, primo produttore di vino in Europa, sia quello in cui si consuma più alcool e dove il "battesimo" con questa sostanza, che senza moralismi inutili si deve considerare una vera e propria droga, avviene sempre più precocemente.

La nostra piccola città sembra seguire questa nociva moda.

Da uno studio del "Servizio risposte alcologiche del comune di San Benedetto del Tronto" è emerso che il primo assaggio avviene intorno ai 10 anni in famiglia durante occasioni speciali come festività e feste e che il consumo fisso di alcool avviene intorno ai 16 anni.

I motivi secondo cui il consumo di bevande alcoliche si sta così diffondendo nella società italiana e soprattutto nelle fasce dei minori sono da ricercare nel nostro modello culturale, nelle operazioni di marketing sempre più aggressive e raffinate, ma anche nel piacere che questa sostanza infonde.

A San Benedetto del Tronto l’80% dei ragazzi intorno ai 16 anni consumano abitualmente alcol, specialmente nel fine settimana. Il 77% di questi ha dichiarato che lo fa per gusto e per piacere. Il 16% ha ammesso di consumare sostanze alcoliche per poter percepire la realtà in maniera più leggera.

Nonostante le statistiche mostrino che i ragazzi consumano più alcool, sembra che le loro coetanee siano in netto aumento con modalità simili a quelle maschili.

La Dottoressa Sabrina Vici, responsabile del "Centro risposte alcologiche del Comune di San Benedetto del Tronto" spiega che uno dei modi per evitare il problema dell’alcolismo nei giovani è quello di parlare con i figli, poiché l’alcool può essere un serio problema e che bisogna tenere i canali sempre aperti senza essere però troppo invadenti nella vita privata dei ragazzi.


GRAZIA.BLOG.IT

Se un automobilista ubriaco uccide è giusto che vada in prigione
Mettereste in prigione l’automobilista che uccide in stato d’ubriachezza o sotto l’effetto di stupefacenti? Conoscendo le condizioni delle carceri, sono molto prudente sull’opportunità di mandarci gente, magari incensurata, che potrebbe averne un ricordo incancellabile. Ma, in casi come questi, un annetto di prigione può essere utile. E può essere utile anche nel caso che un incidente mortale che coinvolga più persone sia dovuto a un abnorme eccesso di velocità. Attualmente questi reati sono considerati omicidi colposi, cioè avvenuti senza alcuna volontà da parte di chi li ha commessi. Non mi sembra corretto utilizzare i miei ormai lontani studi giuridici, ma a mio avviso se io guido l’auto dopo essermi ubriacato (o drogato), o se guido a 200 chilometri l’ora, debbo mettere nel conto che possa accadere anche a me qualcosa di irreparabile. Chi uccide una persona con un pugno viene condannato per omicidio preterintenzionale: voleva colpirla, non ucciderla. Perché è soltanto “colposo” l’omicidio di chi uccide in una delle condizioni che abbiamo appena esposto? Perché i parenti dei quattro ragazzi travolti in aprile ad Appignano, nelle Marche, da un rom ubriaco debbono essere offesi dal vederlo prendere il sole in casa? L’opinione pubblica è impressionata dall’incremento di incidenti provocati da persone irresponsabili, che spesso non si fermano nemmeno a soccorrere la vittima. Ma poiché noi stessi - che per il fatto stesso di essere noi stessi tendiamo a considerarci persone ragionevoli - possiamo trovarci in situazioni incresciose, è bene rivedere alcune abitudini. In televisione ho fatto la prova dell’etilometro. Dopo due bicchieri di vino rosso piuttosto corposo sia l’apparecchio fai-da-te che si compra in farmacia, sia quello professionale della Polizia Stradale non davano segnali allarmanti. A metà del terzo bicchiere ero fuori legge. Amo il buon vino, mi piace bere poco e bene, ma capisco che in una bella cena al ristorante sia difficile non superare i limiti di legge. Dunque, chi guida non beva. (*) E, se si è in coppia, si beva poco: in fondo, due buoni bicchieri ben dosati possono accompagnare perfettamente ogni pasto. Non vale dire: «Io non avrei mai un incidente». Una percentuale elevata di sinistri coinvolge persone che hanno bevuto troppo. I controlli sulle strade si sono moltiplicati: nell’intero 2006 erano stati 180 mila, nei primi nove mesi di quest’anno sono saliti a 490 mila. È venuto fuori che 36 mila persone sono risultate positive all’etilometro e ben 3368 guidavano sotto l’effetto di stupefacenti. È molto allarmante che nei primi nove mesi di quest’anno siano state ritirate 22 mila patenti a persone che guidavano ubriache, contro le 14 mila dell’intero 2006. Si sa che la polizia riesce a intercettare una quantità ridottissima di persone che delinquono. Siamo dunque un polo di ubriaconi irresponsabili? Restare senza patente è un deterrente significativo. Il fermo o il sequestro dell’automobile nei casi più gravi è un ottimo deterrente. E gli effetti si vedono. Nei mesi di agosto e settembre sono morte sulle strade 573 persone, trentasei in meno dell’anno scorso. Nello stesso periodo gli incidenti sono stati 1600 in meno. Va bene, ma si muore ancora troppo. Le fatalità sono un conto, l’incoscienza un altro.

Bruno Vespa

(*) Nota: per convincere i guidatori a non bere non basta una semplice raccomandazione. Come informazione televisiva, ci vorrebbero un numero di trasmissioni, (tra cui alcune di “Porta a porta”), almeno pari a quelle in cui hanno glorificato il vino in tutte le sue possibili declinazioni.


ALCOLISMO

SVIZZERA
Tcs e Acs bocciano lo zero per mille

Gazzola: la patente a due fasi non avrebbe più senso. Abate: con quella proposta si spara soltanto nel mucchio Favorevoli Autotrasportatori e Upi. Kandemir Bordoli (Radix): più prevenzione. Intraina (Ingrado): più controlli
Leuenberger vuole introdurre i limiti che vigevano negli ex stati comunisti », afferma il segretario generale della sezione ticinese del Touring club svizzero Renato Gazzola. « Si sta sparando nel mucchio senza mirare alle vere cause del problema », rincara la dose il presidente cantonale dell’Automobile club svizzero Carletto Abate.
Alcol al volante: Tcs e Acs bocciano dunque lo zero per mille per gli automobilisti freschi di patente e per i conducenti professionisti. Una proposta che il ministro federale dei trasporti Moritz Leuenberger aveva formulato già un paio d’anni fa: il governo l’aveva però rigettata. Ma Leuenberger non demorde e dalle colonne del ‘SonntagsBlick’ di domenica ha fatto sapere di voler riproporre la misura dopo i recenti tragici incidenti sulle strade elvetiche.
Il ‘no’ dei due club « Con l’introduzione dello 0,5 per mille (in vigore dal primo gennaio 2005, ndr) la Svizzera ha armonizzato la propria normativa alla legislazione europea – osserva Gazzola –. Ora si vorrebbe addirittura diventare i primi della classe, senza peraltro conoscere bene i risultati ottenuti con il primo abbassamento del limite e con l’introduzione della patente a due fasi » . Adottando nuove misure repressive, prosegue il segretario cantonale del Tcs, verrebbe meno il lavoro di educazione e prevenzione effettuato durante i corsi della seconda fase per il conseguimento della licenza di condurre definitiva. Questo perché « se c’è già lo zero per mille è inutile sprecare fiato e far spendere ai ragazzi 700 franchi ». Secondo Abate è sì indispensabile fare qualcosa per diminuire ulteriormente gli incidenti « ma non bisogna farlo colpendo tutti gli automobilisti, compresi quelli che si comportano correttamente ». Per il presidente dell’Acs Ticino andrebbero quindi introdotte « sanzioni dure per chi non rispetta nulla », come « il ritiro della patente per cinque anni a coloro che causano incidenti gravi ». Ridurre l’alcolemia allo zero invece « non risolve il problema, dal momento che i giovani che provocano disastri non sempre hanno bevuto. Bisognerebbe piuttosto impedire loro di guidare auto eccessivamente potenti ».
Astag favorevole Favorevoli alla misura invece gli autotrasportatori. « In Svizzera già da diversi anni chi guida autobus per professione o circola con merce pericolosa non può bere in servizio e nelle sei ore precedenti », premette il presidente dell’Associazione svizzera trasportatori stradali (Astag) Waldo Bernasconi. La cosiddetta tolleranza zero non sarebbe dunque penalizzante... « Anzi, migliorerebbe sicuramente la situazione. Quando si guida per professione bisognerebbe già sapere che l’alcol deve restare nella bottiglia. Una regola cui si attengono molti camionisti elvetici ».
« Assolutamente d’accordo » con lo zero per mille per i neopatentati e i conducenti professionisti il delegato per il Ticino dell’Ufficio svizzero prevenzione infortuni (Upi), Bruno Bernasconi.
« Nonostante la situazione sia in parte migliorata col passaggio dallo 0,8 allo 0,5 per mille, siamo ancora lontani dall’obiettivo che Upi e Dipartimento federale dei trasporti si sono dati con la nuova politica di sicurezza stradale denominata ‘Via sicura’ e cioè zero morti sulle strade. Un obiettivo difficile se non impossibile da con- ma quello che conta – sottolinea Bernasconi – è tendervi. Ecco allora la patente a due fasi, le campagne di sensibilizzazione... . In questo discorso rientra la misura che Leuenberger vuole riproporre, una misura che dovrebbe ridurre ulteriormente il numero delle disgrazie sulle nostre strade. Ricordo che il 30 per cento circa degli incidenti che coinvolgono giovani conducenti, fra i 18 e i 27 anni, è dovuto all’alcol. E sono ancora troppi gli autisti di mezzi pesanti che durante i controlli vengono trovati con un tasso alcolemico elevato ».
Dice alla "RegioneTicino" Pelin Kandemir Bordoli, a capo dei progetti di Radix Svizzera italiana, associazione attiva nella promozione della salute e nella prevenzione delle dipendenze: « Secondo me, quella di Leuenberger è una proposta che può stare in piedi. Attenti però: i limiti possono essere utilissimi ma non sono la panacea, bisogna che siano accompagnati da altre misure ». È dunque « necessario – continua Kandemir Bordoli – fare anche un lavoro di prevenzione e di educazione alla salute, ricordandoci inoltre che fra i giovani l’abuso di alcol è all’origine non solo di incidenti della circolazione ma pure di risse ». E nel campo della prevenzione « ognuno deve fare la sua parte: un esercizio pubblico per esempio non dovrebbe più servire alcol a un giovane che ne fa richiesta ma che è già in uno stato alterato ». Avverte a sua volta Daniele Intraina, direttore di Ingrado, servizio ticinese di cura dell’alcolismo e altre dipendenze: « Lo zero per mille va bene purché nel contempo si faccia di più sul piano della prevenzione e su quello della repressione.
Quindi da un lato occorre investire maggiormente nella formazione degli aspiranti conducenti, nelle campagne di sensibilizzazione a una guida sicura e nella cultura del bere sano, dall’altro servono più controlli di polizia sulle strade, perché costituiscono un deterrente ». Controlli, aggiunge Intraina, « non sporadici ma frequenti ». Prevenzione e repressione, insomma. « È perfettamente inutile decidere un giro di vite se poi – evidenzia il direttore di Ingrado – lo Stato non attua controlli, verificando così l’applicazione della norma, perché non dispone, o vi rinuncia per motivi di risparmio, dei mezzi e delle risorse umane necessarie: è una questione di coerenza. Ricordo infine che il problema dell’elevata alcolemia al volante non concerne unicamente l’universo giovanile ». L.B./A.MA.


LA NAZIONE

Vino, birra e aperitivi Ai ragazzi piace abusare

Il Comune lancia un campagna sui rischi dell’alcol

NON SO LO DROGA . Giovani e, purtroppo, giovanissimi sono sempre più vittime dell’alcol. Una male endemico per la generazione degli under, qui come altrove. Di rimedi sembrano non esserci, perché sinora tutti i divieti (compreso quello di smettere con la somministrazione degli alcolici in discoteca dopo le due di notte) sono risultati vani. I ragazzi sono abilissimi ad aggirare ogni paletto che viene messo sulla strada fra il loro mondo e quello della bevuta. Così ogni occasione diventa buona per trasformare una serata in una sbornia.

L’AMMINISTRAZIONE comunale senese è ben consapevole del fenomeno e del suo dilagare e, ieri mattina in consiglio comunale, l’assessore con delega al sociale, Maria Teresa Fabbri, rispondendo a un’interrogazione delle liste civiche proprio sull’abuso del consumo di alcolici, ha annunciato l’avvio di un progetto mirato alla prevenzione e all’informazione sui rischi di birra, vino e cocktail.

«IL NOSTRO PROGETTO — ha detto la Fabbri — è stato approvato dalla Regione e ha ottenuto un finanziamento di 30mila euro, il massimo concedibile per iniziative del genere. Si tratta — va avanti l’assessore — di coinvolgere l’amministrazione comunale, le scuole e la Usl in una grande iniziativa che sappia da una parte sensibilizzare e dall’altra informare gli studenti delle superiori sui rischi dell’alcol».

SCUOLE , ma anche Contrade. Perché a Siena buona parte della vita sociale avviene nei rioni. Interpellato in proposito, il Magistrato — riferisce ancora la Fabbri — ha fatto sapere che il problema è maggiore perché spesso i giovani arrivano alle cene di Contrada «già alticci». «La questione — osserva l’assessore — è dunque quello dell’aperitivo, un costume abbastanza diffuso anche a Siena, ma di cui qualcuno abusa». L’obiettivo del progetto è proprio quello di insegnare ai giovani un uso corretto dell’alcol. Conoscere gli effetti benefici, ma anche quelli dannosi di vino, birra e via discorrendo, è il primo passo per affrontare un problema il cui peso sociale è sempre più difficile da sostenere.


IL GAZZETTINO

«Quel festino di diseducazione e illegalità»
Da Verona a Treviso e ritorno, la domenica in cui si è svolta Ombralonga: un’esperienza da dimenticare per Maria Teresa Canal, veronese di 55 anni che ha scritto una lettera al sindaco Gobbo invitandolo a prendere in considerazione l’ipotesi di cancellare la manifestazione.
Venuta a Treviso per trovare degli amici, solo una volta arrivata si è resa conto di essere capitata il giorno dell’Ombralonga: "Alle 10.30 c’erano già gruppi di persone che bevevano e giovani che giravano con taniche e bottiglie di plastica piene di vino", scrive la signora Canal. "Alle 15.30 le scene di persone, anche molto giovani nettamente alterate per l’alcol si sono moltiplicate. Una signora ha chiamato il 118 perché un ragazzo stava male ma i suoi amici lo hanno trascinato via per evitare che fosse portato via con l’ambulanza". Non sono mancati i disagi al rientro in treno: "Mi sono ritrovata in stazione in un marasma di gente che spingeva da tutte le parti e urlava".
"Signor sindaco, che lei come primo cittadino si sia proposto come paladino di una festa dell’alcol è per me un segnale di poca civiltà e imbarbarimento storico, culturale, psicologico, sociale, economico, morale della città che lei rappresenta. L’alcol è fonte di morte, naturalmente se assunto in modo eccessivo o come palliativo di soluzioni ai problemi. Prevedo i commenti dei malpensanti di Palazzo: ma l’eccesso lo condanniamo anche noi, ma che male c’è nell’organizzare una festa semplice e popolare? Non ripetetevi: chi si lavava le mani, chi non si comprometteva, chi faceva il finto ingenuo c’era già in tempi molto lontani"
La signora Canal non mancherà di tornare a Treviso, con l’augurio che Ombralonga non ci sia più: "All’anno prossimo signor sindaco, sperando che le vostre scelte siano serie, se questa festina non si farà, o vedremo se prevarrà un proponimento accanito di diseducazione e illegalità, se la rifarete".


IL GIORNALE DI VICENZA

CONTROLLI.
Il vicesindaco Sorrentino scende in strada con i vigili

Alcol, in pattuglia ci va l’assessore

Ma in tv la birra sfugge a multe e confische La Lega polemizza sulle analisi degli spritz
Gian Marco Mancassola
C’era anche il vicesindaco Valerio Sorrentino in pattuglia con i vigili nel tardo pomeriggio di ieri per controllare il rispetto dell’ordinanza anti-alcol. L’assessore alla Pubblica sicurezza si è fatto accompagnare nei luoghi simbolo del degrado del capoluogo: via Napoli e i Giardini Salvi, viale Roma e Campo Marzo, via Bedeschi e Campo de Nane. Il risultato è stata la confisca di alcune bottiglie di alcolici, una bella dose di prevenzione e informazioni sulle nuove disposizioni comunali, e alcune multe. I verbali sono stati rifilati dietro il caffè Moresco, a Campo Marzo, dove stavano sbevazzando alcuni punkabbestia avvinazzati.
Ed evidentemente non era da bollino rosso la bibita alcolica che è stata consumata dall’inviato di Rete 4 che ha confezionato il servizio mandato in onda sabato sera nella trasmissione “Tempi Moderni”. Mentre il sindaco Enrico Hüllweck riassumeva lo spirito del provvedimento, l’inviato si è divertito a passeggiare per il centro, davanti alle pattuglie e davanti a palazzo Trissino, concludendo la bevuta indisturbato e senza multe a carico. Una robusta polemica, nel frattempo, viene innescata dalla Lega Nord, con il segretario cittadino Alessio Sandoli, che definisce una «farsa» le analisi disposte sui liquidi distribuiti durante lo spritz antiproibizionista di sabato: «Ai cittadini - afferma Sandoli - non interessano queste cose, interessa poter girare tranquilli per la città. Purtroppo, invece, la situazione sembra non essere cambiata: abbiamo conquistato qualche titolo di giornale, ma il giro di vite nelle zone degradate non si è ancora visto».


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da TUSCIAWEB)

Chiusura delle discoteche

Franceschini (Silb): "Atteggiamento sceriffesco"

“Non chiediamo clemenza, tantomeno deroghe interpretative della normativa sul divieto di vendita di alcolici nei locali di intrattenimento dopo le ore due della notte; ma semplicemente che le nostre ragioni e le nostre preoccupazioni vengano ascoltate”.

In questa maniera rompe il silenzio Fulvio Franceschini, presidente Silb, Sindacato provinciale dei locali da ballo dell’Ascom, rispetto alla retata della Polizia che ha visto ispezionati molti locali notturni nella serata di Halloween con l’emanazione dei conseguenti verbali di chiusura forzata per quattro locali.

“In questa situazione di confusione – prosegue Franceschini – non si deve parlare di ‘irresponsabilità dei gestori’, quanto di irresponsabilità di chi siede nel nostro Parlamento, visto che in maniera subdola e discutibile si è provveduto a votare una norma che di fatto, così com’è scritta, condanna alla chiusura migliaia di imprenditori che dell’intrattenimento notturno hanno fatto una scelta imprenditoriale, sostenendo investimenti e creando un interessante bacino occupazionale per centinaia di giovani.

Il paradosso che si è prodotto è che mentre il dibattito parlamentare discute sul ritiro della normativa, che pare sia passata per distrazione e con scarso approfondimento da parte di chi dovrebbe conoscere e governare i processi, a Viterbo (unico caso in Italia, informazione certificata dal Silb nazionale, che associa la quasi totalità delle strutture d’intrattenimento in Italia) si assume un atteggiamento ‘sceriffesco’ che certo non fa bene al settore, tantomeno è foriero di soluzioni al problema dell’alcolismo dilagante.

Continuiamo, infatti, a registrare avventori che fanno uso ed abuso di alcol, prima e dopo l’ingresso in discoteca, ed osserviamo come dall’entrata in vigore della normativa che ci impone di sospendere la somministrazione di alcolici dalle due di notte, si stiano affermando fenomeni di ‘movida’ verso i bar limitrofi i quali, paradossalmente, possono continuare a vendere alcolici o peggio al dilagare di improvvisati ‘bar’ abusivi all’interno dei portabagagli delle auto parcheggiate fuori dei nostri locali.

La piaga è sociale e non è un fenomeno che può essere combattuto spingendo i nostri locali ad una chiusura forzata, per questo stiamo chiedendo a gran voce un incontro col Prefetto, al fine di veicolargli il nostro punto di vista e i nostri problemi.

Speriamo che presto i nostri appelli vengano ascoltati, perché oggi ci sentiamo vittime di un pressappochismo dilagante che scaglia i propri dardi contro una categoria che sempre è stata in prima fila nella collaborazione con tutti i Governi che si sono succeduti, per la sensibilizzazione dei giovani nei riguardi dei danni che può provocare l’alcol.” (*)

(*) Nota: se i locali pubblici avessero rispettato la legge che prevede di non somministrare alcolici ai minori di 16 anni ed alle persone alterate, forse non si sarebbe sentita la necessità di intervenire per regolamentare il consumo di alcolici.


IL TRENTINO

BORGO
Baristi analcolici lezioni al White bar

BORGO. Oggi alle 20 al White Bar nel parco Alle Valli, proprio dietro alla ex caserma dei carabinieri, sarà presentato il progetto “Il giovane: white bar”. Una iniziativa realizzata da Borgo Sport Insieme nell’ambito del Piano Giovani di Zona.
Il percorso formativo è strutturato in sei distinte serate e verterà su diverse situazioni legate alla gestione del bar. Quindi gestione in senso stretto dell’esercizio, relazione col cliente, licenze, ordini e preparazione di cocktail analcolici. Iscrizioni allo 0461 753836 dalle 17 alle 21. Tutti sono invitati a partecipare. (m.c.)


IL GAZZETTINO

Udine
«Non succederà più». Il ...
«Non succederà più». Il procuratore Antonio Biancardi ha appena rilasciato il nullaosta per la sepoltura di Jitka Steruska e Alessandro Cibert, morti sabato notte sulla Napoleonica. Ha attentamente esaminato il fascicolo aperto a carico di Ennio Zampari, 45 anni, di San Vito al Tagliamento, l’uomo che ha causato l’incidente, ora indagato per duplice omicidio colposo e violazione del Codice della strada. Tutti gli atti sono stati ultimati anche in merito alla posizione del conducente sorpreso con un tasso alcolemico di 2,27 g/l alla prima misurazione e 2,17 alla seconda. Il messaggio del procuratore è molto chiaro: «Non succederà più che un automobilista ubriaco provochi un incidente così grave e non venga arrestato. Ho dato disposizione alla Polstrada che d’ora in poi in casi analoghi, valutata la situazione con il pm di turno, si proceda con l’arresto». La Procura farà la sua parte nel tentativo di educare gli automobilisti al rispetto del Codice della strada e, soprattutto, ad abbandonare la cattiva abitudine di guidare in stato di ebbrezza. Una battaglia che Biancardi sa di non poter combattere da solo. Ed è per questo che lancia un segnale ai giudici che «applicano sempre il minimo della pena».
Oggi, intanto, la comunità di Remanzacco dà l’addio ad Alessandro Cibert: il funerale sarà celebrato alle 15 nella parrocchiale. È stato fissato per domani, invece, il funerale di Jitka Steruska (alle 15 nel duomo di San Giorgio di Nogaro, partendo dal cimitero di Bertiolo).


CORRIERE ADRIATICO

Approvata in consiglio una mozione sulla vicenda. Intanto lo zingaro Ahmetovic avrebbe firmato un contratto di 50.000 euro con un’azienda che produce occhiali da sole La Regione condanna la speculazione sulla strage di Appignano
“Basta lucrare sulla tragedia”

APPIGNANO – Il caso di Appignano del Tronto è finito all’attenzione della Regione. Nel corso della seduta di ieri, infatti, il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato una risoluzione predisposta e sottoscritta (come primo firmatario) dal consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Guido Castelli, riguardante il dramma della morte dei quattro giovani di Appignano del Tronto travolti ed uccisi il 23 aprile scorso da un furgone alla cui guida c’era un Rom ubriaco.
Nel documento, approvato all’unanimità dal Consiglio, si esprime l’esecrazione dell’intera Regione nei confronti di tutti i tentativi di strumentalizzazione della tragedia per fini di lucro. Il riferimento è, evidentemente, alle notizie sempre più insistenti riguardanti iniziative editoriali e promozionali che vedrebbero protagonista (e beneficiario) il nomade, Marco Ahmetovic, responsabile della morte degli “angeli” di Appignano del Tronto.
Il documento, inoltre, rinnova la propria solidarietà alle famiglie delle vittime che, proprio in questi giorni, sono state ulteriormente mortificate dalle speculazioni ordite, a danno della memoria dei loro figli, da alcuni agenti pubblicitari di dubbia fama. A riguardo ieri pomeriggio Marco Ahmetovic avrebbe firmato un contratto di 50.000 euro con un’azienda che produce occhiali.
Sempre su iniziativa di Guido Castelli, il consiglio regionale, in occasione della prossima seduta del 13 novembre, terrà una discussione specifica e più generale sul dramma di Appignano del Tronto e sulla tematica riguardante la sicurezza del nostro territorio.
“E’ pericoloso e fuorviante” – ha detto Castelli – “alimentare lo stereotipo di una Regione simile ad un isola felice ed immune da qualsiasi rischio sul piano della sicurezza pubblica. Anche per questo sono particolarmente soddisfatto che la massima assise regionale dedichi una riflessione mirata a tutte le implicazioni che la tragedia di Appignano del Tronto sottende: integrazione, clandestinità, alcolismo, problemi connessi alla moltiplicazione degli insediamenti Rom nella nostra Regione. La guardia deve essere alzata perché i rischi - ha concluso il consigliere di Alleanza Nazionale - sono costantemente dietro l’angolo”.
“La Regione poteva pensarci prima ad una cosa del genere - è stato l’amaro sfogo di Luigi Corradetti, il padre di Davide - Ora è troppo comodo discutere di questi problemi. Quello che più mi meraviglia è il silenzio del sindaco di San Benedetto del Tronto che non ha ancora replicato alle lamentele dei cittadini che l’hanno votato. Infine voglio dire all’assessore Amagliani di pensare ai problemi delle Marche perché ai nostri ci pensiamo noi. Se ci deve attaccare per farsi pubblicità - ha concluso Luigi Corradetti - allora è meglio che stia zitto”.
MAURO GIORGI


CORRIERE ADRIATICO

Ubriaco in auto travolge un giovane: denunciato

URBINO - Ancora un incidente dovuto all’eccessivo consumo di alcol. Negli ultimi giorni, i carabinieri hanno denunciato svariate persone per guida in stato di ebrezza, un reato che negli ultimi tempi sta causando una molteplicità di incidenti.

Così, in via Cappuccini, l’altra notte, i militari del Radiomobile della Compagnia di Urbino, nel corso dei servizi di controllo del territorio, intervenivano a seguito di un incidente stradale, accertando che P.D., 19enne di Urbino, residente a Fermignano, in via Spontini, studente, alla guida della propria autovettura Peugeot 206, aveva investito il pedone S.E., 21enne, studente, originario di Iglesias, mentre percorreva la via Cappuccini, lungo il margine sinistro della carreggiata.

Nella circostanza, il pedone veniva letteralmente caricato sul cofano anteriore dell’autovettura, infrangendo il vetro parabrezza. Visitato presso il locale Ospedale Civile riportava lesioni giudicate guaribili in 20 giorni.

I militari operanti, accortisi dell’evidente stato di ebbrezza alcolica del conducente, procedevano all’accertamento del tasso alcolemico, utilizzando l’apposito apparato, che dava esito positivo. Pertanto i carabinieri de Radiomobile della Compagnia di Urbino deferivano in stato di liberta’, per guida sotto l’influenza dell’alcool, il giovanissimo conducente, al quale veniva ritirata la patente di guida e decurtati ben 10 punti ai fini della validità della patente.

Un altro episodio recentissimo che dimostra come ormai la guida in stato di ebrezza rappresenti un pericolo e un’emergenza.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da TELE1)

Due incidenti nel giro di pochi minuti

Lido Adriano : due incidenti nel giro di pochi minuti, 4 feriti, di cui uno grave

Un altro grave incidente è accaduto ieri poco prima delle 19 a Lido Adriano. Un ucraino 31enne, percorreva via dei Campeggi, a bordo di una Renault Megane Scenic, quando, dopo aver perso il controllo del mezzo, si è andato a schiantare contro un platano.

Le sue condizioni sono apparse subito disperate, trasportato all’ospedale di Ravenna, i medici si sono riservati la prognosi. Ferita gravemente, ma non in pericolo di vita, anche l’altra persona che sedeva accanto.

Secondo i primi esami, l’uomo avrebbe avuto un livello di alcol nel sangue superiore ai limite di legge.

(…)


IL TIRRENO

RUMENO VENTENNE
Guidava in stato di ebbrezza

PIOMBINO. Quell’auto che procedeva a zigzag non era sfuggita all’attenzione della volante della polizia, che alle due della notte tra sabato e domenica pattugliava l’ingresso della città. La Golf è stata fermata, l’odore all’interno non lasciava dubbi sul fatto che chi si trovava nell’auto avesse bevuto. Il guidatore, F.C., rumeno 20enne, aveva accanto un connazionale coetaneo. Non aveva con sé nessun documento e tantomeno la patente, l’auto è intestata a un italiano residente a Piombino. Per fargli il test alcolemico è stato chiesto l’intervento della Polstrada, che ha in dotazione l’apparecchio. Al test F.C. ha fatto rilevare un tasso superiore all’uno per cento, oltre il doppio del consentito. L’auto è stata sottoposta a fermo amministrativo, l’uomo è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza mentre sono in corso accertamenti sul possesso o meno della patente.


IL TIRRENO

Picchia due agenti, un anno di carcere 

Marocchino ubriaco prima di essere arrestato aveva sfasciato una vetrina 

PIOMBINO. Per farsi arrestare le ha tentate proprio tutte, e non è stato difficile riuscirci. Alla fine Mustapha Lakhoitri, marocchino di 40 anni, ha patteggiato nel processo per direttissima una condanna a un anno di carcere (senza benefici, quindi da scontare interamente da subito) dopo essere stato arrestato l’altra notte dalla polizia per violenza, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni (a due agenti), danneggiamento aggravato e atti contrari alla pubblica decenza. Per lui passare qualche notte in camera di sicurezza o in carcere non è una novità, ma nonostante i precedenti questa è la prima condanna che dovrà scontare.

Gli accertamenti fatti con le impronte inserite nel “cervellone” della polizia, hanno accertato che l’uomo negli ultimi anni sempre dichiarando un’identità diversa, è stato fermato o arrestato una quindicina di volte per furti, droga, ubriachezza molesta. A Piombino non si era mai visto, fino alla tarda serata di sabato, quando si è presentato al Kebab di via Petrarca completamente ubriaco, chiedendo ancora da bere. Il rifiuto dei gestori non è piaciuto a Lakhoitri che ha preso in mano il telefonino e l’ha scagliato contro la vetrina, mandandola in frantumi. Quindi è uscito e ha orinato sul marciapiede.

Intanto era stata avvisata la polizia, e sul posto è arrivata una volante. «Sono il Principe del Marocco, non ho bisogno del passaporto», ha urlato agli agenti che gli chiedevano i documenti. Quindi è stato portato in commissariato dove si è scatenato, aggredendo due agenti con calci e pugni (entrambi hanno 5 giorni di prognosi) prima di essere bloccato e rinchiuso in camera di sicurezza. Poi il carcere, il processo e l’immediato ritorno alle Sughere dove sconterà un anno di pena.


IL TIRRENO

FIRENZE
Ubriaco e col pitbull molesta i passanti

Ubriaco, ha molestato i passanti a Firenze e ha costretto il proprio cane, un pitbull senza museruola, a salire su una macchina parcheggiata in via della Scala, graffiandola. Il giovane, un 39enne originario di Alessandria, è stato denunciato per danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale dagli agenti di una volante. La polizia ha anche posto sotto sequestro il pitbull, portato poi al canile. Il 39enne, poco prima, aveva anche afferrato due paletti di delimitazione di un albergo scaraventandoli in strada.


IL GAZZETTINO

TORREANO
Dolore, ma anche polemiche dopo la morte di Daniele Manfrin, colpito da un amico durante una battuta 

I cacciatori: «Non siamo criminali» 

Il direttore della riserva, Claudio Sabbadini, replica alla Lav: «L’alcoltest per chi beve e guida»

Torreano «Stiamo esagerando e farneticando. Il direttore della riserva di caccia di Torreano, Claudio Sabbadini, difende i cacciatori dagli attacchi della Lav dopo la tragica morte di Daniele Manfrin, ucciso involontariamente dal colpo di fucile di un amico domenica scorsa sul monte Vorsic. «I cacciatori non sono criminali né malviventi. L’incidente accaduto a
Giovedì, 08 Novembre 2007
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