Sorpresa: il tanto sbandierato potenziamento dei controlli
su strada, elemento cardine del nuovo Dl sulla sicurezza stradale, è una
bufala. Almeno per ora: stanno per essere chiusi 43 distaccamenti della Polizia
stradale (in totale sono 200) e per 15 la decisione è già stata presa. Manca
solo di conoscere i nomi delle zone interessare ma oggi, in giornata, sapremo
quali di questi importanti presidi saranno cancellati.
Il "distaccamento" è un ufficio periferico molto importante per gli interventi
su strada, ma al Ministero dell’interno sostengono che la scelta è inevitabile
per razionalizzare le energie e accorpare i reparti. In realtà si tratta di un
forte ridimensionamento dell’operatività degli agenti perché nel cosiddetto
"accorpamento" dovrà essere accontentato il personale. In pratica
solo alcuni agenti verranno riposizionati su altri reparti della Stradale: chi
andrà nel Commissariato della stessa cittadina, chi nella più vicina Questura e
nessun automobilista rivedrà mai più sulla strada questi agenti.
In più questa decisione va
incidere su una situazione già al limite. Di questi 200 distaccamenti infatti
circa la metà sono già stati chiusi dalle 20 alle 8 del mattino. Senza
dimenticare poi i problemi di organico della Polizia Stradale stessa: un
decreto Ministeriale del 1989 lo fissava in 13.500 fra funzionari e agenti. Ma
ancora oggi sono circa 12.500 mila.
Da qui numeri impressionanti sulla mancanza di controlli: nel 1960 in Italia -
quando circolavano meno di due milioni di auto - c’erano 8.321 uomini in forza
alla stradale, che effettuavano 545.424 pattuglie in un anno. Oggi, con
33.500.000 macchine in giro la stradale ha pochi uomini in più, ma riesce a
mettere in piedi solo 513.016 pattuglie di cui 226.359 in autostrada (44%).
Ecco il motivo per cui i 6.400 km di autostrade e gli oltre 30.000 km di
statali e strade principali sono praticamente sguarnite da controlli di ogni
tipo.
Certo, è vero che non esiste solo la Polizia Stradale e che tutte le polizie
dello stato e tutte le polizie locali svolgono spesso controlli sul campo in
favore della sicurezza stradale. Ma più che un vantaggio questo finisce per
essere un altro problema perché ancora oggi manca un reale coordinamento delle
pattuglie dislocate sulle varie tipologie di strade: manca una sala operativa
comune e spesso ci sono sovrapposizioni su alcune strade e totali vuoti di
vigilanza in altre.
Durissima la presa di posizione dell’Asaps, associazione amici della polizia
stradale: "Si vanno a chiudere - spiega il presidente Giordano Biserni -
dei distaccamenti che, notoriamente, hanno competenze proprio sulle statali e
provinciali, vale a dire il segmento a più alto tasso di sinistrosità (la media
in Italia è di 2,4 incidenti mortali ogni 100 rilevati. Sulle statali e
provinciali questa media tocca quota 6,3%).
La storia - continua Biserni - ci ha insegnato che quando si chiude un reparto,
solo nella fase iniziale scatta la copertura con quello più vicino, poi col
tempo le divise col Sagittario Alato su quelle statali e provinciali
spariranno. Così aumenteranno solo le lenzuola bianche stese
sull’asfalto".
Nel frattempo, mentre impazza la polemica sul tema dei controlli, proprio ieri
il Ministro dei Trasporti ha anticipato il nuovo piano generale della mobilità
che sarà presentato entro la fine del 2008. Un piano che punta all’integrazione
tra reti nazionali, tra le diverse modalità di trasporto e tra livelli di
mobilità.
"La finalità assunta dal Ministero dei Trasporti fin dal momento della sua
costituzione come dicastero autonomo nel maggio 2006 - ha sottolineato il
Ministro - è stata quella di riportare la politica dei trasporti al centro
dell’azione del Governo, invertendo la tendenza a concentrare l’attenzione
sulla realizzazione di opere infrastrutturali al di fuori di un pre-definito
scenario programmatico e del relativo quadro di concertazione istituzionale.
Questo era il senso ultimo della Legge Obiettivo. Di qui - ha aggiunto il
Ministro - è scaturita la decisione di avviare l’elaborazione di un nuovo
Piano".
di Vincenzo Borgomeo
Da Repubblica.it/Motori
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