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Notizie brevi 09/11/2007

Da Repubblica.it - Tagli alla Polizia Stradale
E’ polemica sulla sicurezza

Stanno per essere chiusi 43 distaccamenti della Polizia Stradale (in totale sono 200) e per 15 la decisione è già stata presa
Il tutto con una carenza di organico di almeno 1000 agenti

Sorpresa: il tanto sbandierato potenziamento dei controlli su strada, elemento cardine del nuovo Dl sulla sicurezza stradale, è una bufala. Almeno per ora: stanno per essere chiusi 43 distaccamenti della Polizia stradale (in totale sono 200) e per 15 la decisione è già stata presa. Manca solo di conoscere i nomi delle zone interessare ma oggi, in giornata, sapremo quali di questi importanti presidi saranno cancellati.
Il "distaccamento" è un ufficio periferico molto importante per gli interventi su strada, ma al Ministero dell’interno sostengono che la scelta è inevitabile per razionalizzare le energie e accorpare i reparti. In realtà si tratta di un forte ridimensionamento dell’operatività degli agenti perché nel cosiddetto "accorpamento" dovrà essere accontentato il personale. In pratica solo alcuni agenti verranno riposizionati su altri reparti della Stradale: chi andrà nel Commissariato della stessa cittadina, chi nella più vicina Questura e nessun automobilista rivedrà mai più sulla strada questi agenti.
In più questa decisione va incidere su una situazione già al limite. Di questi 200 distaccamenti infatti circa la metà sono già stati chiusi dalle 20 alle 8 del mattino. Senza dimenticare poi i problemi di organico della Polizia Stradale stessa: un decreto Ministeriale del 1989 lo fissava in 13.500 fra funzionari e agenti. Ma ancora oggi sono circa 12.500 mila.
Da qui numeri impressionanti sulla mancanza di controlli: nel 1960 in Italia - quando circolavano meno di due milioni di auto - c’erano 8.321 uomini in forza alla stradale, che effettuavano 545.424 pattuglie in un anno. Oggi, con 33.500.000 macchine in giro la stradale ha pochi uomini in più, ma riesce a mettere in piedi solo 513.016 pattuglie di cui 226.359 in autostrada (44%). Ecco il motivo per cui i 6.400 km di autostrade e gli oltre 30.000 km di statali e strade principali sono praticamente sguarnite da controlli di ogni tipo.
Certo, è vero che non esiste solo la Polizia Stradale e che tutte le polizie dello stato e tutte le polizie locali svolgono spesso controlli sul campo in favore della sicurezza stradale. Ma più che un vantaggio questo finisce per essere un altro problema perché ancora oggi manca un reale coordinamento delle pattuglie dislocate sulle varie tipologie di strade: manca una sala operativa comune e spesso ci sono sovrapposizioni su alcune strade e totali vuoti di vigilanza in altre.
Durissima la presa di posizione dell’Asaps, associazione amici della polizia stradale: "Si vanno a chiudere - spiega il presidente Giordano Biserni - dei distaccamenti che, notoriamente, hanno competenze proprio sulle statali e provinciali, vale a dire il segmento a più alto tasso di sinistrosità (la media in Italia è di 2,4 incidenti mortali ogni 100 rilevati. Sulle statali e provinciali questa media tocca quota 6,3%).
La storia - continua Biserni - ci ha insegnato che quando si chiude un reparto, solo nella fase iniziale scatta la copertura con quello più vicino, poi col tempo le divise col Sagittario Alato su quelle statali e provinciali spariranno. Così aumenteranno solo le lenzuola bianche stese sull’asfalto".
Nel frattempo, mentre impazza la polemica sul tema dei controlli, proprio ieri il Ministro dei Trasporti ha anticipato il nuovo piano generale della mobilità che sarà presentato entro la fine del 2008. Un piano che punta all’integrazione tra reti nazionali, tra le diverse modalità di trasporto e tra livelli di mobilità.
"La finalità assunta dal Ministero dei Trasporti fin dal momento della sua costituzione come dicastero autonomo nel maggio 2006 - ha sottolineato il Ministro - è stata quella di riportare la politica dei trasporti al centro dell’azione del Governo, invertendo la tendenza a concentrare l’attenzione sulla realizzazione di opere infrastrutturali al di fuori di un pre-definito scenario programmatico e del relativo quadro di concertazione istituzionale. Questo era il senso ultimo della Legge Obiettivo. Di qui - ha aggiunto il Ministro - è scaturita la decisione di avviare l’elaborazione di un nuovo Piano".

di Vincenzo Borgomeo

Da Repubblica.it/Motori



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Venerdì, 09 Novembre 2007
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