IL MESSAGGERO
Chieti, parcheggia l’auto per andare in discoteca ma viene
investito e ucciso da un coetaneo ubriaco CHIETI (11 novembre) - Ancora una volta è stato l’alcool a
fare vittime sulle strade. Un 27enne è morto nelle prime ore di stamani, a
Lanciano, investito da un’autovettura guidata da un coetaneo ubriaco. La
vittima, Orazio De Fanis, di Atessa (Chieti), è stato travolto e sbalzato per
40 metri, finendo su un’auto in sosta, mentre stava andando a piedi, con altri
quattro amici, in discoteca. Aveva appena parcheggiato la sua auto e si stava
dirigendo verso l’ingresso del locale. Marco Valenti, di Lanciano, arrestato con le accuse di
omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza, aveva un tasso alcolico nel
sangue di tre volte superiore al consentito. Era alla guida di un’Audi A 4 e,
secondo i primi accertamenti, procedeva a forte velocità.
IL TIRRENO
Il Comune fa una campagna per la sicurezza stradale Auto sfasciate con
una bottiglia di alcolici sul tetto per ricordare di non bere al volante LUCCA. Le auto sfasciate, con una grossa bottiglia di
alcolici legata sul tetto, abbandonate fuori dalle porte della città non sono i
resti di qualche incidente, bensì i messaggi visivi di una campagna per la
sicurezza stradale, voluta dal Comune, che ha preso il via in questi giorni. «Hanno sicuramente colpito nel segno - sottolinea
l’assessore alle politiche giovanili, Letizia Bandoni - e sono il primo
capitolo di un progetto per la sensibilizzazione contro la guida in stato di
ebbrezza, che ha preso il via in concomitanza con Lucca Comics and Games, ma
che non si esaurisce qui, ed entrerà nel vivo nei prossimi mesi». Il Comune infatti ha
già collaborato, nei giorni dei Comics, all’iniziativa “Alla vita non darla a
bere”, organizzata dall’Acat (associazione club alcolisti in trattamento) con
la Croce verde di Lucca e l’associazione “Il Mondo di Claudio Marchini Onlus” e
ringrazia per la collaborazione l’Opera delle Mura e il Garage Blefari che ha
procurato i mezzi. «In particolare - aggiunge l’assessore Elio Cappellini -
proseguiremo con l’attivazione della polizia municipale che si è impegnata
nella prevenzione degli incidenti stradali con particolare attenzione all’uso
di sostanze alcoliche. Anche nei prossimi mesi, quindi, gli agenti della
polizia municipale saranno attivi contro le stragi del sabato sera». «L’intento - ribadisce l’assessore Bandoni - è quello di
coinvolgere giovani e adulti perché si può fare “festa in modo responsabile” e
aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei rischi connessi al consumo di
bevande alcoliche. Per raggiungere questo scopo coinvolgeremo anche alcuni
testimonial di eccezione che verranno a Lucca per darci una mano».
BRESCIAOGGI
PROVAGLIO D’ISEO. Un
ciclo che inizia stasera Stupefacenti e alcol Incontri per capire A partire da oggi,
Provaglio d’Iseo farà da sfondo a tre incontri dedicati all’analisi dei
problemi connessi al consumo e all’abuso di sostanze stupefacenti e di alcool. Il titolo del primo
confronto, in calendario alle 20.30 nei locali dell’oratorio, è «È tutta colpa
di Baudelaire»: sul tavolo dei relatori Edo Polidori, medico del Servizio
tossidodipendenze di Forlì. Il secondo appuntamento, in scaletta martedì 27 novembre
sempre alle 20.30 ma nel teatro di Provezze, affronterà il tema «Tra distanze e
sostanze: il dialogo possibile adulti-ragazzi», e vedrà la partecipazione di
don Piero Verzeletti e del dottor Massimo Ruggeri. Il terzo e ultimo incontro,
in programma martedì 11 dicembre alle 20.30 nella sala civica di Fantecolo, porta
il titolo «E se noi non siamo come voi - Riconoscersi nelle differenze», e
vedrà l’intervento di Massimo Serra della cooperativa «Il Tornasole». Il ciclo di approfondimenti che prende il via questa sera
è stato promosso dal «Tavolo delle politiche giovanili»: una iniziativa che si
deve all’amministrazione comunale di Provaglio d’Iseo. F.S.
BRESCIAOGGI
IL VIDEO. Si intitola «La scala» ed è stato realizzato dal
cfp «Don Bosco» con Provincia, Associazione familiari e vittime della Strada e
Centro nazionale opere salesiane Alcol e guida: la prevenzione a scuola Un «corto» da 13
minuti per sensibilizzare sui rischi che si corrono mettendosi al volante dopo
aver bevuto Andrea Podestani In una cella del carcere di Verziano un uomo, nella notte,
si sveglia di soprassalto e vede un bambino che chiede insistentemente di poter
salire al secondo piano del letto a castello nella stanza. Ma manca la scala, e
il piccolo resta a terra. Inizia così il cortometraggio di 13 minuti realizzato
dai ragazzi del centro di formazione professionale «Don Bosco» per
sensibilizzare i giovani sui pericoli derivanti dalla guida in stato di
ebbrezza. Ad impersonare l’uomo è don Adriano Porrini, direttore del
Cfp, mentre il bambino è il giovane Michele Bertoncini. Entrambi sono i protagonisti
de «La scala», il corto nel quale il primo è un automobilista in carcere perchè
responsabile della morte di un giovane - che poi si rivelerà essere il bimbo -
a causa di un incidente mortale provocato da una guida alterata dall’alcol. Un
rapporto, quello tra i due personaggi del cortometraggio, sempre in bilico tra
la finzione e la realtà, giocato su un dialogo fatto di incomprensioni e
significati nascosti, che sfociano poi in una drammatica rivelazione finale. La
produzione, realizzata con il patrocinio dell’assessorato alla pubblica
istruzione della Provincia, in collaborazione con l’Associazione familiari e
vittime della strada e con il centro nazionale opere salesiane (Cnosfap), «assume
un doppio valore, didattico e sociale - sottolinea l’assessore alla Pubblica
Istruzione, Giampaolo Mantelli - per le profonde finalità educative e sociali.
Il video vuole entrare nelle scuole per sondare il disagio dei giovani a
contatto con alcol e droga, principali responsabili di molti incidenti
stradali». Don Rossano Sala, direttore dell’istituto salesiano Don
Bosco, parla chiaro: «Gli incidenti sono evitabili. Come uomini dediti alla
formazione secondo lo stile di Don Bosco, crediamo nel lento e faticoso cammino
di formazione della coscienza. È necessario prevenire se non si vuole
reprimere, e la prevenzione chiama in causa la formazione delle giovani
generazioni».
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da CATANIAOMNIA)
Abuso dell’alcol tra i giovani:
sballo e droga
L’Unione Europea rappresenta la regione con più il alto consumo di alcol
nel mondo. Subito dopo il tabacco e la caffeina, l’alcol è la sostanza
psicoattiva maggiormente usata anche dai giovani italiani. Ma tutte le evidenze
scientifiche hanno dimostrato che al di sotto dei 15 anni c’è una scarsa
capacità metabolica di trasformare l’alcol, una maggiore facilità a cadere
nella dipendenza, un maggiore rischio di provocare patologie croniche.
La sub-cultura del bere attualmente più popolare tra i giovani è orientata
verso il “binge drinking”, cioè verso l’abuso concentrato in determinate
occasioni, finalizzato al “bere per ubriacarsi”, consumando 6 o più bevande
alcoliche di seguito. Ciò in netto contrasto con le sane abitudini
“mediterranee” che enfatizzavano l’uso frequente, ma moderato ed ai pasti, di
bevande non superalcoliche, privilegiando soprattutto il vino.
Quindi birra e superalcolici vengono sempre più usati come droghe con le
quali ricercare lo sballo. I Paesi del Nord dai quali abbiamo mutuato queste
recenti abitudini, hanno però da sempre adottato misure molto restrittive, se
non francamente proibitive, nei confronti dei soggetti minorenni. Le stragi
legate a guida incontrollata a causa dell’alcol sono concentrate, ma non sono
più esclusive del “sabato sera”.
Dati nazionali dimostrano che nella fascia d’età fra i 15 ed i 18 anni i
maschi che consumano quotidianamente alcol aumentano progressivamente fino all’
11,7%, mentre le femmine raggiungono circa il 3%. Il fenomeno del “bere per
ubriacarsi” è stato osservato nel 5,2% nell’età compresa tra gli 11 ed i 18
anni.
Il consumo di alcol in Italia è peraltro un fenomeno in continua
evoluzione. Dal 1998 al 2003 tra i 14-16enni sono aumentate, per entrambi i
sessi, le prevalenze dei consumatori di superalcolici (+24,4%), di aperitivi
alcolici (+46,1%), dei consumi fuori pasto (+50%).
In aumento, in particolare fra gli universitari, l’uso di bevande
alcoliche “mixate” con energy drink: quindi cocktail di superalcolici, uniti a
bibite a base di taurina e caffeina. Un’indagine tra gli studenti di Medicina
(sic!) dell’Università di Messina ha rilevato che ben il 27% degli studenti ha
questa abitudine di sballo, finalizzata a “mascherare” la sonnolenza
conseguente soprattutto all’uso di superalcolici, quali: rhum, vodka, gin.
Purtroppo i mass-media e le pubblicità continuano ad enfatizzare la
correlazione di immagini di successo e di piacere, concomitanti al consumo di
alcol. Dovrebbe essere rese obbligatorie le avvertenze contro l’abuso, le
informazioni sui danni, così come si è realizzato con il fumo di tabacco.
Il cosiddetto “pacchetto sicurezza” dovrebbe quanto meno introdurre pene
decisamente più severe nei riguardi della guida in stato di ebbrezza.
Si dovrebbero informare in maniera martellante le famiglie sugli effetti
pericolosi dell’alcol sulla psiche: comportamenti sessuali a rischio, violenza
contro se stessi e contro gli altri, ecc.
I danni fisici sono soprattutto legati all’abuso cronico e possono
interessare tutti gli organi ed apparati. Ricordiamo tra tutti: i problemi
pancreatici, epatici che possono portare alla cirrosi, gastrointestinali,
cardiovascolari, neurologici, a carico degli organi genitali e del sistema
riproduttivo.
L’insorgenza di tumori viene facilitata sia dall’azione diretta
dell’alcol, sia dalle patologie e dalle flogosi croniche da esso provocate.
IL GAZZETTINO (Padova)
ORSAGO Ubriachi alla guida: sette denunce Tre patenti ritirate
per eccesso di velocità e 7 denunce per guida in stato di ebbrezza. Insomma un sabato sera come tanti sulla Pontebbana: è
questo il bilancio dei controlli della Polizia stradale di Vittorio Veneto. Gli
agenti hanno effettuato il normale pattugliamento del week-end contro le stragi
del sabato sera, sulla statale 13 nel comune di Orsago. Per 3 automobilisti che
superavano di oltre 40 chilometri all’ora il limite consentito (che in quel
tratto è di 50) è scattato il ritiro patente. Per ben 7 persone invece è
scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza. Si tratta principalmente
di giovani tra i 20 e i 25 anni, maschi. Tra i multati però anche una ragazza
di Colle Umberto di soli 25 anni, che si era messa alla guida avendo bevuto
parecchio: il test ha evidenziato infatti un tasso alcolemico di ben due volte
superiore il massimo consentito. Ma sono state in tutto 29 le infrazioni al codice della
strada, accertare dalla Polstrada di Vittorio: in cinque casi si trattava di
automobilisti che si erano "dimenticati" di indossare le cinture.
ROMAGNAOGGI
Guida in stato d’ebbrezza, ritirate dodici patenti RIMINI – Sono complessivamente 12 le patenti ritirate dai
Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Rimini per guida in stato
d’ebbrezza nella nottata di sabato e domenica. I trasgressori sono tutti
uomini. Il più ebbro è risultato un foggiano di 39 anni sorpreso
al volante con un tasso alcolemico pari a 1.79 gr/lt (il limite consentito
dalla legge è 0.50).
BRESCIAOGGI
IL CASO In via Vallecamonica
sabato notte un moldavo senza documenti ha perso il controllo di un Cherokee ed
ha abbattuto una colonnina dell’area di servizio Ip Ubriaco, devasta distributore L’insolito incidente
è accaduto alle 23.30 L’uomo è stato bloccato da due pattuglie dei carabinieri
del Nucleo Radiomobile Nell’abitacolo rinvenuta una bottiglia vuota di vodka
Non si esclude l’ipotesi della gara Franco Mondini Un banale incidente legato alle condizioni psicofisiche
del conducente del «Cherokee» o qualcosa di più? Lo stanno appurando i
carabinieri della Compagnia di Brescia intervenuti con tre auto sabato notte,
alle 23.30, all’area di servizio «Ip» di via Vallecamonica, dopo che una
colonnina per l’erogazione del carburante era stata completamente divelta. Quel
fuoristrada, forse dopo aver affrontato una rotonda a velocità eccessiva, ha tirato
dritto abbattendo la struttura situata alle porte della città. I danni all’area
di servizio sono ingenti, quantificabili in alcune di migliaia di euro. L’IPOTESI che l’automobilista - un giovane moldavo
risultato ubriaco e senza alcun documento d’identità - fosse inseguito da
un’altra vettura impegnato in una gara improvvisata è stata presa in esame dai
carabinieri che stanno cercando testimoni e dovranno analizzare le
registrazioni delle telecamere puntate su via Vallecamonica e sull’area di
servizio «Ip» per stabilire se ci sia stato o meno un inseguimento. I carabinieri di Brescia ipotizzano per ora l’incidente
stradale legato «solo» alle condizioni anomale di chi guidava. Il moldavo ieri
sera doveva essere ancora identificato con esattezza attraverso le impronte
digitali e il nominativo fornito in caserma dopo che in parte gli era passata
la sbornia. DA ACCERTARE anche se sia o meno in regola con il permesso
di soggiorno e di chi fosse quel fuoristrada bianco che ha subito seri danni
alla parte anteriore destra. I carabinieri hanno sottoposto il guidatore a
fermo di identificazione e lo hanno accompagnato in caserma, alla «Masotti» di
piazza Tebaldo Brusato. Da stabilire anche se l’immigrato dell’est europeo
abbia o meno precedenti in Italia. Certo è che verrà denunciato per guida in
stato di ebbrezza alcolica e che gli verrà tolta la patente. L’INTERVENTO dei carabinieri che si trovavano per
controlli nella zona di via Milano e della Mandolossa è stato immediato dopo la
segnalazione al 112 di un incidente alla «Ip» di via Vallecamonica. Sul posto è
intervenuta anche un’auto della guardia di finanza. Il moldavo è stato bloccato prima che potesse allontanarsi
mentre veniva accertato che non c’era pericolo di fuoriuscita di carburante
dalla pompa di benzina andata distrutta. La prima preoccupazione era che
potessero verificarsi incendi o esplosioni, ma il sistema d’emergenza ha
interrotto l’erogazione del carburante subito dopo l’impatto con i fuoristrada.
LA BOTTIGLIA. Nel controllare la vettura al fine di
accertarne la proprietà un carabiniere ha notato sul tappetino una bottiglia
vuota di Vodka. Non viene escluso che il conducente avesse bevuto mentre era
alla guida del fuoristrada.
LA SICILIA
Incidente in piazza
dei martiri angolo con via dusmet In motorino ubriaco, romeno in pericolo di vita In seguito a un incidente stradale, un cittadino romeno di
21 anni, Floren Tucano, versa in gravissime condizioni all’ospedale Garibaldi,
per un trauma cranico, in seguito a un incidente stradale. E un suo
connazionale di 26 anni, Bogdan Lacatus, si trova invece ricoverato
all’ospedale Cannizzaro per la frattura di un femore. L’incidente è accaduto ieri pomeriggio in piazza dei
Martiri, all’altezza di via Dusmet. I due cittadini stranieri - da quel che sembra -
viaggiavano ubriachi fradici, e senza indossare il casco di protezione,
zigzagando a bordo di un ciclomotore in direzione della pescheria fino a quando
non si sono andati a schiantare contro un’auto guidata da una donna che non ha
potuto evitare l’impatto. Sul luogo del sinistro si sono recati i soccorritori del
118 e una pattuglia di agenti della polizia municipale che ha eseguito i
rilievi. I due mezzi coinvolti sono stati preventivamente posti sotto sequestro
e messi a disposizione dell’autore.
IL TIRRENO
Rissa con catene e bastoni alla fiera Tre giovani si sono
picchiati in centro, uno ha un trauma cranico FUCECCHIO. E’ scoppiata una rissa l’altra notte poco prima
di mezzanotte in centro, esattamente in piazza Aldo Moro. Tre giovani si sono picchiati con catene e bastoni
probabilmente per banali motivi. E sono rimasti tutti feriti: uno, il più
grave, ha riportato un trauma cranico. E’ successo verso le 23,30: i tre, due di origine indiana
e l’altro nepalese, hanno avuto un diverbio durante la fiera che si sta
svolgendo nel centro di Fucecchio. Ma dalle parole sono passati abbastanza alla svelta ai
fatti. A far scattare la violenza ha concorso anche l’alcol visto
che i tre erano ubriachi. I due indiani e il nepalese si sono affrontati con catene
e bastoni fino a quando i passanti hanno dato l’allarme e sono intervenuti i
carabinieri della stazione. Dopo aver calmato gli animi, i militari hanno sequestrato
i bastoni e le catene. I tre immigrati sono stati portati al pronto soccorso
del San Pietro Igneo dove si trovano ancora ricoverati con prognosi che vanno
dai sette ai quattordici giorni. Uno dei giovani indiani è il più grave perché ha riportato
un trauma cranico, comunque non commotivo. I tre sono stati denunciati per rissa. I due indiani, uno
di quaranta e uno di 27 anni, sono stati denunciati anche per inosservanza alle
norme sull’immigrazione. Sono clandestini e sono stati inviati in Questura, a
Firenze, per regolarizzare la loro posizione.
BRESCIAOGGI
A SAREZZO. In
arresto un senegalese, «alterato», che chiedeva da bere Picchia al bar padre e figlio Poi aggredisce i carabinieri Entrato in un bar alle 22.10, ha chiesto da bere. Ma era
già su di giri, e così Modou Fall, senegalese di 42 anni domiciliato a
Polaveno, si è visto rifiutare il bicchiere da chi si trovava dietro al
bancone. Quel no gli avrebbe fatto saltare i nervi. L’immigrato ha dato in escandescenze - hanno ricostruito i
carabinieri di Gardone Valtrompia - e iniziato a infastidire gli avventori del
bar «Calagò» di Ponte Zanano di Sarezzo. Il barista Sergio Beleri, di 63 anni, ha invitato l’uomo a
lasciare il bar, perché dava fastidio ai suoi clienti. In tutta risposta, il
barista ha rimediato una testata al naso. Sabato alle 22.50 nella frazione di Sarezzo sono stati
vissuti momenti di tensione, con l’intervento di una pattuglia dei carabinieri
del Radiomobile di Gardone Valtrompia. Neppure alla vista dei carabinieri il senegalese si è
tranquillizzato. Mentre lo stavano accompagnando verso l’auto che doveva
portalo in caserma per l’identificazione ha colpito con un ceffone il figlio
del barista, intervenuto in aiuto del padre che era rimasto ferito. Cristian Beleri, 30 anni, non ha rimediato gravi
conseguenze per quel ceffone. Il senegalese ha pure cercato di aggredire i militari, che
sono stati costretti a richiedere rinforzi per riportare la calma all’esterno
del bar di Ponte Zanano, dato che gli animi si erano surriscaldati. Il senegalese una volta in auto con un calcio ha distrutto
il lunotto posteriore dell’Alfetta, colpendo successivamente i carabinieri, che
hanno rimediato leggere contusioni agli arti. Anche in caserma l’uomo ha dato sfogo alla sua rabbia.
Alla fine è stato rinchiuso in cella di sicurezza prima di essere accompagnato
ieri mattina a Canton Mombello, una volta conclusa l’identificazione e
compilato il verbale d’arresto. Modou Fal è accusato di lesioni, danneggiamento, violenza
a pubblico ufficiale. Denunciato anche perché era in stato di ubriachezza
molesta. Il senegalese si trova da ieri in carcere in attesa della
convalida dell’arresto da parte del gip e dell’interrogatorio del pm. Il barista di Sarezzo, che ha perso parecchio sangue dal
naso, si è fatto medicare al pronto soccorso ed è stato giudicato guaribile in
una settimana. F.MO.
LA GAZZETTA DI PARMA
Arriva la Juventus, niente alcol IN PREVISIONE ANCHE L’«ISOLA ALLARGATA» E CONTROLLI A
TAPPETO Arriva la Juventus e, come sempre succede in occasione dei
big-match con i bianconeri, è «allarme rosso» sul fronte dell’ordine pubblico.
Anche se il Tardini non registrerà molto probabilmente il «tutto esaurito »,
gli spalti saranno comunque gremiti come mai in questa stagione, visto che a
ieri sera erano stati già venduti circa 10mila biglietti, cui probabilmente se
ne aggiungerà qualche altro migliaio oggi. Una presenza massiccia che farà
dunque scattare oggi il piano di «massima allerta » da parte delle forze
dell’ordine. continua...
CORRIERE ADRIATICO
Il padre di Luciani
in tv ha puntato il dito contro la concessione dei domiciliari al rom Gli
inquilini del residence Seaside protestano per mancanza di tranquillità e
sicurezza “Ahmetovic non è un killer spietato” Il manager Sundas
replica alle accuse del sindaco Agostini ASCOLI - “Non sono io ad aver creato il personaggio
Ahmetovic, ma l’interesse del pubblico. Non ho mai voluto nuocere al ragazzo,
né tanto meno fare di lui un divo: ho solo cercato di dare l’opportunità a
Marco Ahmetovic, descritto da tutti come un mostro, di dire la sua per mezzo
del suo libro. Stesso intento positivo avevo per ciò che riguarda la campagna
anti - alcol: voglio evitare che simili stragi avvengano ancora”. Così l’agente
toscano Alessio Sundas ha risposto al sindaco di Appignano del Tronto, Maria
Nazzarena Agostini, che nei giorni scorsi ha dichiarato che avrebbe voluto
spedire una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
affinché si ponesse fine alle speculazioni riguardo la strage del 23 aprile
scorso. “Spesso accade che siano proprio i media ad esaltare e
distorcere le figure di chi è indagato o già condannato - si legge nella
lettera di Sundas - Credo che il sindaco di Appignano del Tronto abbia ben
presente personaggi come Erica ed Omar, Alberto Stasi, Annamaria Franzoni, i
coniugi di Erba ed adesso i ragazzi di Perugia. Il mio assistito - prosegue il
documento del manager toscano - si è trovato, suo malgrado, in questo bailamme
di ingannevole informazione. La differenza tra Marco Ahmetovic e i personaggi
già citati è che Marco non è il killer spietato che viene descritto, la sua
colpa è di aver provocato un grave incidente con quattro vittime in seguito ad
un comportamento leggero: fatalità ha voluto che nel momento in cui era ubriaco
sia stato abbagliato dai fari di una macchina e non potendo vedere i motorini
dei 4 ragazzi non sia riuscito a reagire in tempo utile per evitare la strage,
anche a causa dell’alto tasso alcolico nel suo sangue. Non ritengo di essere un
diavolo: ho sempre detto che volevo che i proventi del libro andassero ai
familiari dei quattro ragazzi, e loro non solo non hanno apprezzato il mio
gesto, ma mi hanno criticato pesantemente. Ritengo
sinceramente che una campagna anti-alcol - precisa nella sua lettera Alessio
Sundas - possa essere utile, e non vedo quale potrebbe essere il mio tornaconto
personale in tutto questo; è ormai dal 1989 che faccio questo lavoro e non ho
certo bisogno di farmi pubblicità sfruttando una tragedia. (*) Se la
signora Agostini mi permetterà, sarò lieto di parlare direttamente con lei e
con l’occasione portarle il libro di Ahmetovic, in modo che - conclude nella
sua lettera il manager toscano - possa valutare da sola la sincerità del
pentimento del ragazzo”. A proposto della strage di Appignano del Tronto, il caso è
stato discusso nel corso della puntata di ieri di Buona Domenica. Il padre di
Alex Luciani, Timoteo, ha puntato nuovamente il dito contro la pena inflitta a
Marco Ahmetovic e soprattutto contro il fatto che al rom siano stati concessi
gli arresti domiciliari in un residence di Porto D’Ascoli. A riguardo non si
placa la protesta degli inquilini del palazzo, dove da settembre il giovane rom
è ai domiciliari, che si sono riuniti presso l’ufficio del ragionier Renato
Leli, amministratore del condominio, per parlare davanti ad un legale di
“turbativa della tranquillità e della propria sicurezza”, ma soprattutto della
loro volontà di portare avanti un esposto e un’azione risarcitoria nei
confronti di Fabiani. (*) Nota: siamo tutti
scandalizzati di fronte a persone che vogliono speculare sul dolore altrui. Ma
il tentativo di usare la vicenda di Ahmetovic per un servizio fotografico da
vendere al miglior offerente o per una campagna pubblicitaria anti-alcol, è
perfettamente in sintonia con un sistema che trasforma le persone in immagini
con un prezzo e dove conta solo ciò che passa in televisione. Manca solo che il
format pubblicitario venga acquistato da un produttore di alcolici e poi il
cerchio si chiude! Chi guadagna somministrando alcolici ha ancora più
responsabilità nelle tragedie giovanili di chi specula vendendo immagini. C’è
molta più gente che guadagna sugli alcolici di quanti vivono di pubblicità.
Vendere l’icona di una tragedia e vendere gli alcolici che causano la tragedia
stessa è funzionale alla nostra società. Si fa di tutto per rendere gli
individui incapaci di trarre delle emozioni dalle meraviglie della vita, e poi
si vendono le emozioni sotto forma di stupefacenti, alcol o immagini. Con la
differenza che per i venditori di immagini e stupefacenti riusciamo a
indignarci, per gli alcolici non ancora.
CORRIERE DELLA SERA
«Alcol, fumo e stress azzerano le difese contro i tumori»
CORRIERE VENETO
Alcol e droga, 2655 patenti ritirare in dieci mesi
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