Domenica 22 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Rassegna stampa 14/11/2007

Rassegna stampa sulla tragica morte di Gabriele Sandri

Da “aprileonline.info” del 12 novembre 2007

Il giorno dopo l’omicidio del tifoso laziale e gli scontri di Roma e Milano, sembra aggravarsi la posizione dell’agente della Polstrada.

Il Viminale vieta le trasferte, mentre il mondo del calcio e della politica si fermano a riflettere sul da farsi.

Ma per quanto?

Due colpi, di cui uno ad altezza uomo. Il secondo ha colpito un ragazzo di 28 anni, il primo è ricaduto sul mondo del calcio.

Il giorno dopo l’omicidio di Badia Al Pino la posizione di Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada già indagato per omicidio colposo, potrebbe aggravarsi. Lo suggerisce un testimone (un agente di commercio romano che ha visto il poliziotto sparare "a braccia tese"), ma lo conferma a bocca stretta anche il questore di Arezzo, che ipotizza un’ "evoluzione" dell’accusa ad omicidio volontario. "Mirare alle gomme", come ipotizzato dai vertici della polizia, ad una carreggiata di distanza non scagiona l’agente, 32 anni, di cui dieci trascorsi in polizia e due nella stradale. Il resto è cronaca, interviste, reazioni, dolore di parenti e amici della vittima.

Ma il proiettile della Beretta 92s d’ordinanza (l’ogiva è stata recuperata questa mattina) che ieri ha lasciato per terra Gabriele Sandri, ha ferito gravemente anche il calcio. Senza uccidere, infliggendo l’ennesimo colpo che solo gli interessi economici legati alle partite riescono miracolosamente-ogni volta- a suturare. Così, a tenere banco per tutta la giornata successiva alla morte del giovane Gabriele e ai violenti scontri di Roma e Milano, è il balletto delle proposte sulla sorte del Campionato più bello (?) del mondo, in attesa di una decisione dei vertici di Federcalcio. L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive istituito dal ministero dell’Interno ha preso nel pomeriggio la decisione di vietare le trasferte di massa delle tifoserie violente. Sempre dal Viminale, giunge l’ipotesi che i fermati di ieri possano essere accusati del reato di "terrorismo". Notizie di rilievo, che vengono seguite dalla richiesta del ministro Melandri e indirizzata alla Fgic di prendere iniziative in grado di dare un’esempio. "I valori del calcio sono stati colpiti due volte", ha detto la Melandri. Che ha aggiunto: "ho chiesto allo sport di valutare anche la possibilità di sospendere i campionati nelle prossime settimane". Una proposta che trova d’accordo il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero. Accanto alle logiche tribali delle tifoserie ultras, per Ferrero emerge "un disagio nei confronti di un mondo del calcio che appare sempre più dominato dagli interessi del mercato e lontano dai valori della partecipazione e dello sport popolare". Per questo, spiega il ministro, "fermare il campionato dopo la morte del giovane in autostrada sarebbe il minimo".
A Montecitorio, ai due ministri fanno eco i parlamentari della maggioranza che chiedono una "pausa di riflessione". Tra i contrari alla proposta della Melandri, segnaliamo il colorito Francesco Nucara. Per il segretario del Pri, la sospensione del Campionato è una "autentica cretinata". Perché? "Il tragico incidente -sottolinea Nucara- non c’entra niente con il calcio ed è un gravissimo problema di ordine pubblico. Lo ha capito meglio del ministro Melandri il calciatore Seedorf rifiutandosi di mettere il lutto al braccio".

Nei dintorni del Parlamento, dalle Istituzioni arrivano parole più misurate. Il presidente Napolitano, dal Qatar, cerca di ristabilire il buon senso ed il buon nome del Paese: "E’ bene che non si confonda con l’Italia qualcosa di molto negativo come ciò che è accaduto ieri", ha dichiarato ai giornalisti che lo intervistavano. D’altronde, l’inquilino del Quirinale si è trovato ad inaugurare la mostra dell’ "italian style" a Doha con un morto e la successiva guerriglia urbana sul passaporto. Il presidente del Senato Marini ha commentato gli eventi di ieri ricordando il lavoro difficile, duro e pieno di rischio che le forze dell’ordine compiono quotidianamente: "Un fatto così drammatico non può essere pretesto per le violenze compiute nella giornata di ieri negli stadi e nelle strade delle nostre città". A sbilanciarsi leggermente, sull’episodio dell’uccisione del ragazzo, è il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che chiede un diverso approccio alle armi da fuoco. "L’uso delle armi da fuoco deve essere diversamente sorvegliato", ha affermato Bertinotti, dichiarando di non capire "in base alla dinamica dei fatti noti", come si sia potuta utilizzare un’arma.

La parola, sul futuro a breve termine del campionato spetta dunque ora alla Figc, riunita in consiglio. E se Domenica prossima le partite di serie A sarebbero comunque state rinviate causa impegni della nazionale, dalla serie B arriva un segnale a voce del presidente dell’Assoallenatori Ulivieri, che ha dichiarato: "Domenica non si dovrebbe giocare". Segnali discordanti, stretti tra la prova di forza con gli ultras e le logiche di mercato. Appena questa mattina il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete definiva "improprie ed azzardate" le previsioni su una possibile serrata del calcio, sottolineando come, a parte gli episodi di violenza, "in altre 41 città" il pubblico del calcio abbia "rispettato le forze dell’ordine e le decisioni prese". Il presidente di Federcalcio ha difeso le decisioni prese ieri dai vertici di Federazione e Viminale, ribadendo inoltre la sua contrarietà al blocco totale (già deciso) sulle trasferte. E dimostrando prudenza sulla sospensione del campionato: "Al di là delle decisioni che verranno -ha dichiarato Abete- il problema va oltre i 5, 10 o 15 giorni". Ne siamo sicuri? Forse occorre chiederlo agli sponsor.


Da “Il Mattino” del 12 novembre 2007
Omaggio della Polstrada al feretro

Omaggio della polizia stradale al giovane tifoso della Lazio tragicamente ucciso dal colpo partito dalla pistola di un agente. Il gesto che non solo ha voluto attenuare le tensioni della giornata è stato compiuto dal dirigente del compartimento Polstrada della Toscana, Sergio Tinti, insieme con il dirigente della sezione polizia stradale di Arezzo, Carmine Tabarro. I funzionari hanno reso omaggio alla salma di Gabriele Sandri, presso il centro di medicina legale dell’ospedale di Arezzo. Tinti, attraverso l’avvocato ed il fratello della vittima - rende noto la polizia di Stato - ha espresso il cordoglio a tutti i familiari del giovane che nel pomeriggio sono stati accolti presso gli uffici della polizia stradale. Il fratello del giovane tifoso colto dal dolore aveva accusato la polizia di aver deliberatamente ucciso Gabriele. Così come pure aveva fatto il legale della famiglia Tinti, giunto ad Arezzo insieme ai familiari della vittima, anch’essi sconvolti per la tragedia.


Da “Il Mattino” del 12 novembre 2007
Veterano, da dodici anni nella Stradale: incomprensibile reazione
ELENA ROMANAZZI

A lungo è stato ascoltato dal pm Giuseppe Ledda, alla presenza del suo legale, un penalista di Prato. L’agente, da dodici anni in polizia, ad Arezzo da poco più di due anni, un passato di lavoro anche a Palermo, avrebbe riferito di aver sparato un colpo per aria. Il secondo colpo, avrebbe spiegato, sarebbe partito accidentalmente mentre riponeva la pistola nella fondina. Una fatalità drammatica. Un incidente, nessun tiro al bersaglio. Eppure, secondo i primi rilievi effettuati dalla scientifica, il proiettile che ha ucciso Gabriele Sandri, sarebbe stato sparato, anche se involontariamente, quasi ad altezza d’uomo. II giovane agente, 35 anni, una moglie e una figlia, è incredulo. La sua carriera non ha una macchia, mai un richiamo, mai un eccesso. Per questo gli amici della Polstrada di Battifolle escludono che possa aver preso la mira e sparato così a casaccio con il rischio di causare un incidente stradale visto che il proiettile ha attraversato l’A1, quattro carreggiate in tutto. Qualcuno l’ha chiamato, subito dopo l’incidente «Rambo», ma non è così. I colleghi lo descrivono come una persona tranquilla, mai un eccesso, nulla. «Si trova bene alla Polstrada - spiegano - con noi lavora da poco più di due anni, ha contribuito ad arrestare molte persone». Lo conferma anche il questore, Vincenzo Giacobbe, che tiene a precisare che «arrestano più persone quelli della polizia stradale che noi». Eppure qualcosa ieri mattina non ha funzionato. Poco prima delle quattro di pomeriggio la scientifica ha effettuato i rilievi nella stazione di servizio di Badia del Pino est, all’altezza del cartello con la scritta «FI», posto vicino alla rampa. Lo stesso lavoro di ricerca l’hanno fatto sul versante opposto, da dove sono stati esplosi i proiettili. Ma la ricerca è stata vana. In questura tengono a precisare che si sta facendo tutto il possibile per far luce su quanto è accaduto lavorando a stretto contatto con gli inquirenti. Nessuno, spiegano, vuole insabbiare quanto è accaduto. Il dirigente della Polstrada della Toscana, Sergio Tinti, insieme a Carmine Tabarro, responsabile della polizia stradale di Arezzo, in serata ha reso omaggio alla salma di Gabriele Sandri, presso il centro di medicina legale del nosocomio aretino, affrontando anche i familiari del giovane romano che attraverso il loro legale, Luigi Conti, hanno fatto sapere che per loro si tratta di omidicio volontario. Con molta probabilità l’agente sarà accusato di omicidio colposo. Ieri sera, malgrado le indiscrezioni che circolavano in Procura, Roberto Sgalla, portavoce del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ha tenuto a sottolineare che per il momento non c’è alcun indagato.


Da “La Provincia di Como” 12 del novembre 2007

Tafferugli all’autogrill fra tifosi La polizia spara, morto un giovane

Due i colpi sparati in aria da un agente, un proiettile ammazza il ragazzo sulla sua auto

Il fratello: è omicidio volontario

La polizia: «Ci prenderemo le nostre responsabilità»

Roma

È morto ammazzato sull’auto che lo stava portando, insieme a quattro amici, a Milano, per vedere la sua Lazio giocare. Ucciso «sembrerebbe per un tragico errore di un agente» intervenuto per tafferugli tra tifosi, spiega il ministro dell’Interno Giuliano Amato. Che sottolinea anche: «Si sta ancora verificando l’esatta dinamica dei fatti». Intanto, non è ancora stata disposta l’autopsia sul corpo di Gabriele Sandri. I magistrati della Procura hanno anche interrogato l’agente che secondo la ricostruzione avrebbe sparato due colpi di pistola: l’agente è stato interrogato solo in qualità di persona informata dei fatti e al momento non è stato aperto alcun fascicolo e nessuno risulta indagato. Il capo della Polizia Antonio Manganelli , in serata, ieri, ha voluto esprimere «tanto dolore alla famiglia del giovane ucciso, mi sento di assicurare che la Polizia saprà assumersi le proprie responsabilità e senza reticenze fornirà massima collaborazione alla magistratura incaricata dell’accertamento dei fatti». I fatti, quindi. Tutto accade, secondo le ricostruzioni fornite dagli inquirenti, intorno alle 9.10, nell’area di servizio Badia al Pino, lungo la carreggiata nord dell’A1, pochi chilometri prima di Arezzo. È lì che si ferma una Renault Scenic con cinque tifosi laziali, tra cui Gabriele Sandri, 26 anni, romano, negoziante e dj, la vittima. Ed è lì che, secondo la polizia, si verifica «una violenta rissa tra gli occupanti di tre auto», tra cui quella con a bordo Sandri. A notarla sono gli agenti di due pattuglie della polstrada aretina di Battifolle, che stanno dall’altra parte dell’A1, fermi a fare controlli in un’area di servizio opposta a quella di Sandri. I poliziotti accendono le sirene delle loro auto, si avvicinano alla carreggiata. Uno degli agenti poi spara, due colpi, «al fine di indurre i partecipanti a desistere». Uno di quei due colpi potrebbe aver colpito Sandri, ma, è stato sottolineato dal questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe, per saperlo con certezza bisognerà attendere gli accertamenti balistici. Sull’auto di Sandri, riferisce un amico dei tifosi laziali coinvolti, estraneo però all’accaduto, non si accorgono subito di cosa è accaduto. «Erano in auto e stavano uscendo dall’area di servizio - ha raccontato l’amico, riferendo un colloquio avuto con una delle persone che erano in auto con Gabriele Sandri - quando hanno sentito un rumore. Hanno pensato a una sassata, poi hanno visto Gabriele che stava male, perdeva sangue. Non comprendendo subito la gravità di quanto accaduto, e anche per lo choc, hanno continuato, per fermarsi al casello di Arezzo. Lì li ha fermati poi la polizia». Anche la polizia spiega che, dopo quanto accaduto all’area di servizio, l’auto dei tifosi laziali ha proseguito il suo viaggio verso Arezzo dove è stato richiesto l’intervento del 118, rivelatosi però inutile. Nessuna indicazione invece delle altre due auto che sarebbero state coinvolte nei tafferugli. Sembra che si siano allontanate. L’auto con la salma di Sandri viene portata alla caserma della polizia stradale di Battifolle dove arrivano anche gli investigatori della squadra mobile, il questore, la polizia scientifica. Il corpo del tifoso viene rimosso intorno alle 13.30. L’auto è posta sotto sequestro. Gli amici che erano con lui in auto sono portati in questura per essere ascoltati. Per il poliziotto scatta l’interrogatorio da parte del pm Giuseppe Ledda. La polizia nega che sia indagato. La caserma diventa anche meta di altri ultrà della Lazio, partiti da Roma dopo aver saputo della morte di Gabriele. Sono loro i primi ad accusare la polizia di quanto accaduto e negano gli scontri. «Non ci sono stati tafferugli, ma solo una piccola scaramuccia tra due auto di tifosi laziali e juventini. Il nostro amico è stato ucciso mentre era in macchina, l’auto che stava uscendo dal’area di servizio. Gli hanno sparato i poliziotti». Alla caserma arrivano poi anche Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, e il padre del giovane. «Me lo hanno ammazzato con una pistola. Ora le istituzioni facciano la loro parte, con tutti i decreti di urgenza che hanno fatto me lo hanno ammazzato», dice Cristiano. L’avvocato Luigi Conti, amico della famiglia, afferma: «È stato un omicidio volontario, voglio vedere se avete il coraggio di mettervi contro la polizia». Il padre di Gabriele abbraccia a lungo il figlio Cristiano, piange e urla, accasciandosi a terra. Intanto, dopo la tragica morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri e la giornata di scontri e violenze in diverse città italiane, Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, ha convocato un vertice per oggi alle 17 a Roma, in via Allegri, con i vice presidenti federali Gussoni, Tavecchio e Albertini, il presidente della Lega calcio Matarrese e i dirigenti delle Leghe e delle Associazioni di categoria di allenatori e calciatori.


Da “Il Gazzettino” del 12 novembre 2007

Morto ammazzato sull’auto
Arezzo

È morto ammazzato sull’auto che lo stava portando, insieme a quattro amici, a Milano, per vedere la sua Lazio giocare. Ucciso «per un tragico errore di un agente» intervenuto per tafferugli tra tifosi, spiega il ministro dell’Interno Giuliano Amato. Che sottolinea anche: «Si sta ancora verificando l’esatta dinamica dei fatti». Più tardi il capo della polizia, Antonio Manganelli, precisa: «Nell’esprimere tanto dolore alla famiglia del giovane ucciso, mi sento di assicurare che la polizia saprà assumersi le proprie responsabilità e senza reticenze fornirà massima collaborazione alla magistratura incaricata dell’accertamento dei fatti».

Tutto accade, secondo le ricostruzioni fornite dagli inquirenti, intorno alle 9.10, nell’area di servizio Badia al Pino, lungo la carreggiata nord dell’A1, pochi chilometri prima di Arezzo. È lì che si ferma una Renault Scenic con cinque tifosi laziali, tra cui cui Gabriele Sandri, 26 anni, romano, negoziante e dj, la vittima. Ed è lì che, secondo la polizia, si verifica «una violenta rissa tra gli occupanti di tre auto», tra cui quella quella con a bordo Sandri. A notarla sono gli agenti di due pattuglie della polstrada aretina di Battifolle, che stanno dall’altra parte dell’A1, fermi a fare controlli in un’area di servizio opposta a quella di Sandri. I poliziotti accendono le sirene delle loro auto, si avvicinano alla carreggiata. Uno degli agenti poi spara, due colpi, «al fine di indurre i partecipanti a desistere». Uno di quei due colpi potrebbe aver colpito Sandri, ma, è stato sottolineato dal questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe, per saperlo con certezza bisognerà attendere gli accertamenti balistici.

Sull’auto di Sandri, riferisce un amico dei tifosi laziali coinvolti, estraneo però all’accaduto, non si accorgono subito di cosa è accaduto. «Erano in auto e stavano uscendo dall’area di servizio - ha raccontato l’amico, riferendo un colloquio avuto con una delle persone che erano in auto con Gabriele Sandri - quando hanno sentito un rumore. Hanno pensato a una sassata, poi hanno visto Gabriele che stava male, perdeva sangue. Non comprendendo subito la gravità di quanto accaduto, e anche per lo choc, hanno continuato, per fermarsi al casello di Arezzo. Lì li ha fermati poi la polizia».

Anche la polizia spiega che, dopo quanto accaduto all’area di servizio, l’auto dei tifosi laziali ha proseguito il suo viaggio verso Arezzo dove è stato richiesto l’intervento del 118, rivelatosi però inutile. Nessuna indicazione invece delle altre due auto che sarebbero state coinvolte nei tafferugli. Sembra che si siano allontanate.

L’auto con la salma di Sandri viene portata alla caserma della polizia stradale di Battifolle dove arrivano anche gli investigatori della squadra mobile, il questore, la polizia scientifica. Il corpo del tifoso viene rimosso intorno alle 13.30. L’auto è posta sotto sequestro. Gli amici che erano con lui in auto sono portati in questura per essere ascoltati. Per il poliziotto scatta l’interrogatorio da parte del pm Giuseppe Ledda. La polizia nega che sia indagato. Lo ha confermato ieri sera Roberto Sgalla, responsabile per le relazioni esterne della polizia parlando con i giornalisti. Sgalla ha aggiunto che un poliziotto è stato ascoltato dal pm, ma senza l’assistenza di un avvocato.

La caserma diventa anche meta di altri ultrà della Lazio, partiti da Roma dopo aver saputo della morte di Gabriele. Sono loro i primi ad accusare la polizia di quanto accaduto e negano gli scontri. «Non ci sono stati tafferugli, ma solo una piccola scaramuccia tra due auto di tifosi laziali e juventini. Il nostro amico è stato ucciso mentre era in macchina, l’auto che stava uscendo dal’area di servizio. Gli hanno sparato i poliziotti».

Alla caserma arrivano poi anche Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, e il padre del giovane. «Me lo hanno ammazzato con una pistola. Ora le istituzioni facciano la loro parte, con tutti i decreti di urgenza che hanno fatto me lo hanno ammazzato», dice Cristiano. L’avvocato Luigi Conti, amico della famiglia, afferma: «È stato un omicidio volontario, voglio vedere se avete il coraggio di mettervi contro la polizia».

Il padre di Gabriele abbraccia a lungo il figlio Cristiano, piange e urla, accasciandosi a terra


 Da “Rainews24” del 12 novembre 2007
"Colpo sparato a braccia tese".

Stop agli ultras in trasferta e ai campionati.

Primi arresti

Le trasferte di massa delle tifoserie violente non saranno più consentite. E’ quanto ha deciso l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, al termine di una riunione che si e’ tenuta oggi al Viminale, durata oltre cinque ore. Il presidente della federcalcio Giancarlo Abete ha annunciato "lo stop di tutti i campionati professionistici di Serie B e C per il prossimo weekend". L’unico campionato a non fermarsi sara’ pero’ proprio quello di serie A, che nel weekend osserva un turno di sosta per l’impegno della nazionale contro la Scozia nel girone di qualificazione ad Euro 2008. La decisione è stata assunta questa sera dalla Figc al termine di un vertice tenuto in via Allegri a Roma.

Sette arresti sono stati eseguiti nel tardo pomeriggio e in serata da polizia e carabinieri di Bergamo per gli scontri di ieri pomeriggio dentro e fuori lo stadio
Comunale.
Ogni domenica, si legge in una nota diffusa dall’Osservatorio, "specifiche restrizioni" verranno "fissate di volta in volta dall’Osservatorio, riguardanti sia il settore ospiti che la vendita dei tagliandi, finalizzate a rafforzare lo spirito della norma sempre piu’ spesso aggirato con l’acquisto on-line di biglietti a gruppo".
I questori saranno sensibilizzati a disporre il non inizio o la sospensione delle gare ogni qualvolta si verificano incidenti, anche lontano dallo stadio e sulle vie di trasporto.
L’obiettivo della misura, spiega l’Osservatorio, è quello di adottare provvedimenti "tesi ad indebolire ulteriormente la forza dei gruppi, che si manifesta prevalentemente in occasione delle trasferte". La misura sarà mantenuta fino all’ adozione della ’tessera del tifoso’, una sorta di carta che identifica l’appassionato. Il divieto delle trasferte di massa delle tifoserie violente sarà adottato con specifiche restrizioni da fissare di volta in volta dall’ Osservatorio, riguardanti sia il settore ospiti sia la vendita di tagliandi. L’obiettivo è rafforzare, spiega l’Osservatorio, "lo spirito della norma, sempre piu’ spesso aggirato con l’acquisto on-line di biglietti a gruppo".

L’Osservatorio analizzerà ciascuna gara alla luce di queste disposizioni, valutando la possibilità di autorizzare le trasferte per quelle tifoserie che hanno dato prova di sportività e correttezza.

Le procedure per l’adozione della ’tessera del tifoso’, stabilisce l’organismo, dovranno essere snellite al massimo, "al fine di creare al piu’ presto una nuova configurazione delle tifoserie, quali ufficiali rappresentanti delle rispettive squadre".

Il testimone che avrebbe visto il poliziotto sparare a braccia tese provocando la morte di Gabriele Sandri nella serata di ieri si è presentato negli uffici del commissariato Prati nei pressi di viale Mazzini, a Roma.
L’agente della polizia stradale che ieri all’autogrill di Arezzo ha ucciso il giovane tifoso laziale rischia di essere incriminato per omicidio volontario. A confermarlo oggi in conferenza stampa è stato il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe. "Per il momento - ha affermato - l’ipotesi è di omicidio colposo ma sono in atto attività investigative che stanno avendo una certa evoluzione"; la situazione, quindi, potrebbe "avere un peggioramento", ovvero trasformarsi in omicidio preterintenzionale o addirittura in omicidio volontario. Si starebbe profilando, insomma, la situazione prospettata dall’avvocato della famiglia Sandri nelle ore immediatamente successive alla tragedia. "Si tratta di omicidio volontario, vedremo se stavolta avrete il coraggio di attaccare le forze dell’ordine", aveva detto il legale rivolgendosi ai giornalisti. Le prime testimonianze su quanto è accaduto nella piazzola dell’autogrill aretino, del resto, tendono ad aggravare la posizione dell’agente: "Ha sparato impugnando la pistola con entrambe le mani e le braccia erano tese. Non mi sembra sparasse in aria", ha affermato, ad esempio, un testimone che ieri mattina si trovava nei pressi delle due pattuglie della stradale. "Uno dei due colpi è stato sparato ad altezza uomo", ha confermato il questore, aggiungendo che Spaccatorella potrebbe aver "mirato alle gomme". Nel qual caso, ha continuato Giacobbe, il poliziotto "avrebbe preso un rischio enorme".
Il questore di Arezzo, inoltre, respinge le accuse per la gestione dell’emergenza: "Abbiamo detto la verità fin dall’inizio e siamo, però, stati inseguiti da notizie false e surreali. Dobbiamo - ha aggiunto - fare mea culpa, ha sbagliato un poliziotto, se fossimo infallibili non saremmo qui a parlarne". Il questore non ha voluto fornire il nome dell’agente perché "potremmo metterlo in serio pericolo".
Il ministro per lo Sport e le Politiche Giovanili, Giovanna Melandri, al termine dell’incontro con i presidenti del Coni, Gianni Petrucci, della Figc, Giancarlo Abete, e della Lega Calcio, Antonio Matarrese, ha reso noto di aver "esplicitato la richiesta di un gesto forte, ossia la sospensione del campionato".


Da “Adnkronos” 12 del novembre 2007

Domani la camera ardente, mercoledì i funerali

Tifoso ucciso, l’agente indagato per omicidio colposo

Ma rischia l’accusa di omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri, colpito da un proiettile domenica mattina sull’A1.

Un testimone: ’’L’ho visto sparare a braccio teso’’.

Il poliziotto si difende: "Non ho mirato a nessuno. Ho sparato in aria".

Mercoledì i funerali a Roma.

L’ultimo saluto degli amici a ’Gabbodj’.

Arezzo

E’ indagato per omicidio colposo Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada che domenica ha sparato due colpi di pistola ferendo a morte il 28enne Gabriele Sandri, dopo una rissa tra tifosi sull’A1. La magistratura, "nel nominare il consulente tecnico per gli accertamenti irripetibili durante l’autopsia, ha notificato all’operatore di polizia il reato di omicidio colposo", sottolinea la questura di Arezzo rilevando che si tratta di "una prima conclusione giudiziaria a seguito della ricostruzione dei fatti iniziata nel pomeriggio di ieri e protrattasi fino a tarda notte". In attesa degli ulteriori sviluppi delle indagini, l’agente "è stato destinato ad attività interna".
Ma il poliziotto, nato a Varese 31 anni fa e di origine calabrese, rischia un’accusa più grave. "Ci dispiace molto, ma la rubricazione del reato colposo potrebbe avere una evoluzione diversa, peggiorativa", ha spiegato il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe, nel corso di una conferenza stampa. L’agente potrebbe essere accusato di omicidio volontario. Infatti "da elementi testimoniali, visto che per quelli balistici è ancora presto - ha detto - uno dei due colpi sarebbe stato sparato orizzontalmente sul terreno, ad altezza d’uomo". Ad aggravare la posizione dell’agente c’è infatti la testimonianza di un uomo che afferma di aver visto il poliziotto sparare a braccio teso dall’altra parte dell’aiuola nell’area di servizio sull’A1 ’Badia al Pino’ (Arezzo).
E’ ’’probabile’’, secondo Giacobbe, che l’agente volesse mirare alle gomme dell’auto su cui viaggiava Gabriele Sandri. "Se è così - ha però aggiunto - l’agente ha preso un rischio enorme". Tra l’altro i colleghi ’’hanno confermato che è stato l’agente a sparare".
Gabriele Sandri si trovava "in macchina quando è stato colpito - ha affermato il questore - Ma non sappiamo se precedentemente la vittima fosse fuori" dall’auto, cioè se Gabriele Sandri abbia partecipato alla rissa tra tifosi biancocelesti e juventini, che ha causato l’intervento del poliziotto. Nell’area di servizio dell’A1, nei pressi di Arezzo, dove è stato colpito il giovane tifoso laziale "sono stati ritrovati oggetti forse atti a offendere, ombrelli, coltelli, qualche biglia e qualche sasso". ’’E’ vero che in tasca la vittima aveva qualche sasso?’’, hanno chiesto i cronisti. "Non lo so", ha risposto il questore.
E’ stata ritrovata, poi, l’ogiva del proiettile che ha ucciso il giovane. "L’attività tecnica svolta - ha spiegato Giacobbe - ha dato un’ogiva compatibile con il carico delle nostre pistole, nell’ispezione cadaverica di ieri sera; è stato trovato uno dei due bossoli, si cerca il secondo".
Intanto il poliziotto, interrogato dal magistrato avrebbe detto che il secondo colpo gli è partito accidentalmente, mentre correva, e di non aver mirato a nessuno. Il primo colpo lo ha invece esploso in aria, a scopo intimidatorio, per sedare la rissa tra i tifosi laziali e juventini: "Non ho mirato a nessuno, accidenti a me. Ho sparato un colpo in aria e poi mi è partito un secondo colpo mentre correvo".
Chiuso per lutto oggi il negozio di abbigliamento della famiglia di Gabriele. Sulla vetrina della boutique, che si trova in via Friggeri, alla Balduina, c’è un foglio bianco scritto al computer. Poche parole per esprimere una rabbia che non conosce misura: ’’Ieri un bastardo schifoso ha assassinato mio figlio - si legge - Che tu sia maledetto per sempre’’.
Parenti, amici e semplici cittadini potranno dare l’ultimo saluto alla salma di Gabriele Sandri domani, a partire dalle ore 10.30, presso la Sala Santa Rita in Piazza Campitelli. Il sindaco di Roma Walter Veltroni, d’intesa con la famiglia Sandri, ha dato incarico alle idonee strutture capitoline di procedere all’allestimento della camera ardente. I funerali si terranno con ogni probabilità mercoledì tra le 11 e le 12 nella parrocchia San Pio X, nel quartiere capitolino della Balduina.


Da “Il Quotidiano” del 12 novembre 2007

IL TIFOSO UCCISO ALL’AUTOGRILL

’’Ha sparato ad altezza d’uomo’’
L’agente rischia l’omicidio volontario
Ritrovato il proiettile fatale

Trovato il bossolo: il colpo è stato sparato ad altezza d’uomo.

Il questore ’Possibile che abbia mirato alle gomme.

Il poliziotto: "Correvo, non ho mirato a nessuno".

Il capo della polizia Manganelli: "Ci assumeremo le nostre responsabilità".

Oggi l’autopsia sul corpo di Gabriele Sandri

ROMA

E’ stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati Luigi S. - l’agente che ha sparato e ucciso Gabriele Sandri - per il reato di omicidio colposo. Il pm ha quindi creduto alla versione del poliziotto, che parla di ’incidente’. Ma l’agente potrebbe essere accusato di omicidio volontario.

Lo ha spiegato il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe, affermando, durante una conferenza stampa: "Ci dispiace molto ma la rubricazione del reato colposo potrebbe avere una evoluzione diversa, peggiorativa. Al momento l’accusa e’ questa - ha poi aggiunto il Questore - ma potrebbe peggiorare in omicidio volontario se i prossimi risultati tecnici dimostreranno che ha sparato ad altezza uomo. Cosa possibile".

L’agente al momento è indagato per omicidio colposo, ma a quanto risulta da "elementi testimoniali, visto che per quelli balistici è ancora presto, uno dei due colpi sarebbe stato sparato orizzontalmente sul terreno, ad altezza d’uomo".

Giacobbe ritiene che sia ’’probabile’’ che l’agente che ha sparato abbia mirato alle gomme, ma ha aggiunto che se e’ cosi’ ha preso un rischio enorme.

E’ stata intanto trovata l’ogiva del proiettile che ha ucciso Sandri, e tale ogiva e’ compatibile con quelle delle pallottole utilizzate dalla polizia. L’ogiva e’ stata trovata addosso al cadavere del tifoso laziale. ’’L’ogiva - ha spiegato Giacobbe - e’ stata trovata addosso al corpo, nell’ispezione cadaverica di ieri. E’ entrata nel collo ed e’ compatibile con le nostre pistole. Abbiamo trovato un bossolo, ne stiamo cercando un secondo’’.

Nella macchina in cui viaggiava Sandri, «sono stati ritrovati oggetti forse atti a offendere, ombrelli, coltelli, qualche biglia e qualche sasso». Lo ha detto il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe, nel corso della conferenza stampa convocata in Questura. «È vero che in tasca la vittima aveva qualche sasso?», hanno chiesto i cronisti. «Non lo so», ha risposto il questore.

Giacobbe ha lamentato il diffondersi di "notizie false, alcune surreali" sul caso: "Abbiamo detto la verità fin dall’inizio", ha sottolineato. "Dobbiamo fare mea culpa - ha aggiunto - ha sbagliato un poliziotto: se fossimo infallibili non sarebbe qui a parlarne". Giacobbe non ha voluto confermare le generalità dell’agente, rese note da alcune testate: "Non diamo il nome perché potremmo metterlo in pericolo".

PARLA UN TESTIMONE

’’Ha sparato impugnando la pistola con entrambe le mani e le braccia erano tese. Non mi sembra sparasse in aria, anzi...’’. E’ quel che ha detto il rappresentante di commercio che ieri mattina era sulla stessa piazzola dell’autosole dove si trovavno le due pattuglie della stradale. La testimonianza e’ stata resa alla polizia, a Roma, ieri sera quando l’uomo e’ rientrato nella capitale.

IL POLIZIOTTO IN LACRIME

"Non ho mirato a nessuno, accidenti a me". Così l’agente della polizia stradale che ieri ha sparato il colpo mortale che ha ucciso Gabriele Sandri tifoso laziale di 28 anni, in lacrime, si è giustificato davanti al magistrato che lo interrogava.

"Ho sparato un colpo in aria e poi, mentre correvo, mi è partito un altro colpo". Intanto in procura il pm Giuseppe Ledda che coordina le indagini fa sapere di non voler incontrare la stampa.

Si chiama Luigi S. l’agente della Polizia Stradale dalla cui arma risulta essere partito il colpo che e’ costato la vita a Gabriele Sandri. Il Corriere della Sera riporta le parole del poliziotto che sarebbe il responsabile della morte del tifoso della Lazio: "Non ho mirato a niente, non ho puntato nessuno. Ero almeno a duecento metri, come avrei potuto? Il primo colpo l’ho sparato in aria e il secondo m’e’ partito mentre correvo, accidenti a me. Adesso lo so, sono rovinato. Cosi’ ho distrutto due famiglie, quella del ragazzo e la mia..."

IL CAPO DELLA POLIZIA

"La Polizia si assumera’ le proprie responsabilita’". Parola di Antonio Manganelli. "Senza alcuna reticenza - ha detto il capo della Polizia- collaborera’ con i magistrati per accertare come siano andati i fatti" in occasione della morte di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente.

"Voglio anche esprimere alla famiglia della vittima il mio dolore e quello della Polizia. E’ una morte assurda. Per mano di un poliziotto che era li’ non per portare morte e lutto- ha spiegato ancora Manganelli- Tutto questo mi inquieta. Devo anche constatare, pero’, come dei sostenitori di due squadre di calcio si siano ancora una volta scontrati in nome di un tifo becero".

"L’AGENTE E’ DISTRUTTO"

’’Ci siamo guardati negli occhi, non siamo riusciti a parlare, e’ addolorato’’, dice dell’agente che ha sparato Carlo Tabarro, responsabile della polstrada di Arezzo. Ai cronisti che gli hanno chiesto informazioni sull’agente, ha risposto: ’’E’ una vicenda drammatica in un contesto tragico. E’ un ragazzo tranquillo, un collega con molti anni di servizio alle spalle, un padre di famiglia’’. A chi gli chiedeva se l’agente sia pentito, Tabarro ha risposto: ’’Questa e’ l’ultima domanda che mi aspettavo’’.

OGGI L’AUTOPSIA

E’ prevista per oggi pomeriggio l’autopsia sul corpo di Gabriele Sandri: nell’arco della giornata proseguira’ la ricostruzione della vicenda da parte degli investigatori, in attesa anche degli esiti delle perizie balistiche e dei rilievi svolti dalla polizia scientifica nell’area di servizio.
Ieri l’agente di polizia era stato ascoltato per tutto il giorno dal pm che conduce le indagini, Giuseppe Ledda. Ascoltati anche i quattro tifosi laziali che si trovavano in auto con la vittima.


© asaps.it
Mercoledì, 14 Novembre 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK