Da “aprileonline.info” del 12
novembre 2007 Il Viminale vieta le trasferte, mentre il mondo del calcio e della politica si fermano a riflettere sul da farsi. Ma per quanto? Due colpi, di cui uno ad altezza uomo. Il secondo ha colpito un ragazzo di 28 anni, il primo è ricaduto sul mondo del calcio. Il giorno dopo l’omicidio di Badia Al Pino la posizione di Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada già indagato per omicidio colposo, potrebbe aggravarsi. Lo suggerisce un testimone (un agente di commercio romano che ha visto il poliziotto sparare "a braccia tese"), ma lo conferma a bocca stretta anche il questore di Arezzo, che ipotizza un’ "evoluzione" dell’accusa ad omicidio volontario. "Mirare alle gomme", come ipotizzato dai vertici della polizia, ad una carreggiata di distanza non scagiona l’agente, 32 anni, di cui dieci trascorsi in polizia e due nella stradale. Il resto è cronaca, interviste, reazioni, dolore di parenti e amici della vittima. Ma il proiettile della Beretta
92s d’ordinanza (l’ogiva è stata recuperata questa mattina) che ieri ha
lasciato per terra Gabriele Sandri, ha ferito gravemente anche il calcio. Senza
uccidere, infliggendo l’ennesimo colpo che solo gli interessi economici legati
alle partite riescono miracolosamente-ogni volta- a suturare. Così, a tenere
banco per tutta la giornata successiva alla morte del giovane Gabriele e ai
violenti scontri di Roma e Milano, è il balletto delle proposte sulla sorte del
Campionato più bello (?) del mondo, in attesa di una decisione dei vertici di
Federcalcio. L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive istituito dal
ministero dell’Interno ha preso nel pomeriggio la decisione di vietare le
trasferte di massa delle tifoserie violente. Sempre dal Viminale, giunge
l’ipotesi che i fermati di ieri possano essere accusati del reato
di "terrorismo". Notizie di rilievo, che vengono seguite
dalla richiesta del ministro Melandri e indirizzata alla Fgic di prendere
iniziative in grado di dare un’esempio. "I valori del calcio sono stati
colpiti due volte", ha detto la Melandri. Che ha aggiunto: "ho
chiesto allo sport di valutare anche la possibilità di sospendere i campionati
nelle prossime settimane". Una proposta che trova d’accordo il ministro
della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero. Accanto alle logiche tribali delle
tifoserie ultras, per Ferrero emerge "un disagio nei confronti di un mondo
del calcio che appare sempre più dominato dagli interessi del mercato e lontano
dai valori della partecipazione e dello sport popolare". Per questo,
spiega il ministro, "fermare il campionato dopo la morte del giovane in
autostrada sarebbe il minimo". Nei dintorni del Parlamento, dalle Istituzioni arrivano parole più misurate. Il presidente Napolitano, dal Qatar, cerca di ristabilire il buon senso ed il buon nome del Paese: "E’ bene che non si confonda con l’Italia qualcosa di molto negativo come ciò che è accaduto ieri", ha dichiarato ai giornalisti che lo intervistavano. D’altronde, l’inquilino del Quirinale si è trovato ad inaugurare la mostra dell’ "italian style" a Doha con un morto e la successiva guerriglia urbana sul passaporto. Il presidente del Senato Marini ha commentato gli eventi di ieri ricordando il lavoro difficile, duro e pieno di rischio che le forze dell’ordine compiono quotidianamente: "Un fatto così drammatico non può essere pretesto per le violenze compiute nella giornata di ieri negli stadi e nelle strade delle nostre città". A sbilanciarsi leggermente, sull’episodio dell’uccisione del ragazzo, è il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che chiede un diverso approccio alle armi da fuoco. "L’uso delle armi da fuoco deve essere diversamente sorvegliato", ha affermato Bertinotti, dichiarando di non capire "in base alla dinamica dei fatti noti", come si sia potuta utilizzare un’arma. La parola, sul futuro a breve
termine del campionato spetta dunque ora alla Figc, riunita in consiglio. E se
Domenica prossima le partite di serie A sarebbero comunque state rinviate causa
impegni della nazionale, dalla serie B arriva un segnale a voce del presidente
dell’Assoallenatori Ulivieri, che ha dichiarato: "Domenica non si dovrebbe
giocare". Segnali discordanti, stretti tra la prova di forza con gli
ultras e le logiche di mercato. Appena questa mattina il presidente della
Federcalcio Giancarlo Abete definiva "improprie ed azzardate" le
previsioni su una possibile serrata del calcio, sottolineando come, a parte gli
episodi di violenza, "in altre 41 città" il pubblico del calcio abbia
"rispettato le forze dell’ordine e le decisioni prese". Il presidente
di Federcalcio ha difeso le decisioni prese ieri dai vertici di Federazione e
Viminale, ribadendo inoltre la sua contrarietà al blocco totale (già deciso)
sulle trasferte. E dimostrando prudenza sulla sospensione del campionato:
"Al di là delle decisioni che verranno -ha dichiarato Abete- il problema
va oltre i 5, 10 o 15 giorni". Ne siamo sicuri? Forse occorre chiederlo
agli sponsor. Da “Il Mattino” del 12
novembre 2007 Omaggio
della polizia stradale al giovane tifoso della Lazio tragicamente ucciso dal
colpo partito dalla pistola di un agente. Il gesto che non solo ha voluto
attenuare le tensioni della giornata è stato compiuto dal dirigente del
compartimento Polstrada della Toscana, Sergio Tinti, insieme con il dirigente
della sezione polizia stradale di Arezzo, Carmine Tabarro. I funzionari hanno
reso omaggio alla salma di Gabriele Sandri, presso il centro di medicina legale
dell’ospedale di Arezzo. Tinti, attraverso l’avvocato ed il fratello della
vittima - rende noto la polizia di Stato - ha espresso il cordoglio a tutti i
familiari del giovane che nel pomeriggio sono stati accolti presso gli uffici
della polizia stradale. Il fratello del giovane tifoso colto dal dolore aveva
accusato la polizia di aver deliberatamente ucciso Gabriele. Così come pure
aveva fatto il legale della famiglia Tinti, giunto ad Arezzo insieme ai
familiari della vittima, anch’essi sconvolti per la tragedia.
Da “Il Mattino” del 12 novembre 2007 A lungo è stato ascoltato dal pm
Giuseppe Ledda, alla presenza del suo legale, un penalista di Prato. L’agente,
da dodici anni in polizia, ad Arezzo da poco più di due anni, un passato di
lavoro anche a Palermo, avrebbe riferito di aver sparato un colpo per aria. Il
secondo colpo, avrebbe spiegato, sarebbe partito accidentalmente mentre
riponeva la pistola nella fondina. Una fatalità drammatica. Un incidente,
nessun tiro al bersaglio. Eppure, secondo i primi rilievi effettuati dalla
scientifica, il proiettile che ha ucciso Gabriele Sandri, sarebbe stato sparato,
anche se involontariamente, quasi ad altezza d’uomo. II giovane agente, 35
anni, una moglie e una figlia, è incredulo. La sua carriera non ha una macchia,
mai un richiamo, mai un eccesso. Per questo gli amici della Polstrada di
Battifolle escludono che possa aver preso la mira e sparato così a casaccio con
il rischio di causare un incidente stradale visto che il proiettile ha
attraversato l’A1, quattro carreggiate in tutto. Qualcuno l’ha chiamato, subito
dopo l’incidente «Rambo», ma non è così. I colleghi lo descrivono come una
persona tranquilla, mai un eccesso, nulla. «Si trova bene alla Polstrada -
spiegano - con noi lavora da poco più di due anni, ha contribuito ad arrestare
molte persone». Lo conferma anche il questore, Vincenzo Giacobbe, che tiene a
precisare che «arrestano più persone quelli della polizia stradale che noi».
Eppure qualcosa ieri mattina non ha funzionato. Poco prima delle quattro di
pomeriggio la scientifica ha effettuato i rilievi nella stazione di servizio di
Badia del Pino est, all’altezza del cartello con la scritta «FI», posto vicino
alla rampa. Lo stesso lavoro di ricerca l’hanno fatto sul versante opposto, da
dove sono stati esplosi i proiettili. Ma la ricerca è stata vana. In questura
tengono a precisare che si sta facendo tutto il possibile per far luce su
quanto è accaduto lavorando a stretto contatto con gli inquirenti. Nessuno,
spiegano, vuole insabbiare quanto è accaduto. Il dirigente della Polstrada
della Toscana, Sergio Tinti, insieme a Carmine Tabarro, responsabile della
polizia stradale di Arezzo, in serata ha reso omaggio alla salma di Gabriele
Sandri, presso il centro di medicina legale del nosocomio aretino, affrontando
anche i familiari del giovane romano che attraverso il loro legale, Luigi
Conti, hanno fatto sapere che per loro si tratta di omidicio volontario. Con
molta probabilità l’agente sarà accusato di omicidio colposo. Ieri sera,
malgrado le indiscrezioni che circolavano in Procura, Roberto Sgalla, portavoce
del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ha tenuto a sottolineare che per il
momento non c’è alcun indagato. Da “La Provincia di Como” 12
del novembre 2007 Due i
colpi sparati in aria da un agente, un proiettile ammazza il ragazzo sulla sua
auto Il
fratello: è omicidio volontario La
polizia: «Ci prenderemo le nostre responsabilità» Roma È morto
ammazzato sull’auto che lo stava portando, insieme a quattro amici, a Milano,
per vedere la sua Lazio giocare. Ucciso «sembrerebbe per un tragico errore di
un agente» intervenuto per tafferugli tra tifosi, spiega il ministro
dell’Interno Giuliano Amato. Che sottolinea anche: «Si sta ancora verificando
l’esatta dinamica dei fatti». Intanto, non è ancora stata disposta l’autopsia
sul corpo di Gabriele Sandri. I magistrati della Procura hanno anche
interrogato l’agente che secondo la ricostruzione avrebbe sparato due colpi di
pistola: l’agente è stato interrogato solo in qualità di persona informata dei
fatti e al momento non è stato aperto alcun fascicolo e nessuno risulta
indagato. Il capo della Polizia Antonio Manganelli , in serata, ieri, ha voluto
esprimere «tanto dolore alla famiglia del giovane ucciso, mi sento di
assicurare che la Polizia saprà assumersi le proprie responsabilità e senza
reticenze fornirà massima collaborazione alla magistratura incaricata
dell’accertamento dei fatti». I fatti, quindi. Tutto accade, secondo le
ricostruzioni fornite dagli inquirenti, intorno alle 9.10, nell’area di
servizio Badia al Pino, lungo la carreggiata nord dell’A1, pochi chilometri
prima di Arezzo. È lì che si ferma una Renault Scenic con cinque tifosi
laziali, tra cui Gabriele Sandri, 26 anni, romano, negoziante e dj, la vittima.
Ed è lì che, secondo la polizia, si verifica «una violenta rissa tra gli
occupanti di tre auto», tra cui quella con a bordo Sandri. A notarla sono gli
agenti di due pattuglie della polstrada aretina di Battifolle, che stanno
dall’altra parte dell’A1, fermi a fare controlli in un’area di servizio opposta
a quella di Sandri. I poliziotti accendono le sirene delle loro auto, si
avvicinano alla carreggiata. Uno degli agenti poi spara, due colpi, «al fine di
indurre i partecipanti a desistere». Uno di quei due colpi potrebbe aver
colpito Sandri, ma, è stato sottolineato dal questore di Arezzo Vincenzo
Giacobbe, per saperlo con certezza bisognerà attendere gli accertamenti
balistici. Sull’auto di Sandri, riferisce un amico dei tifosi laziali
coinvolti, estraneo però all’accaduto, non si accorgono subito di cosa è
accaduto. «Erano in auto e stavano uscendo dall’area di servizio - ha
raccontato l’amico, riferendo un colloquio avuto con una delle persone che
erano in auto con Gabriele Sandri - quando hanno sentito un rumore. Hanno
pensato a una sassata, poi hanno visto Gabriele che stava male, perdeva sangue.
Non comprendendo subito la gravità di quanto accaduto, e anche per lo choc,
hanno continuato, per fermarsi al casello di Arezzo. Lì li ha fermati poi la
polizia». Anche la polizia spiega che, dopo quanto accaduto all’area di servizio,
l’auto dei tifosi laziali ha proseguito il suo viaggio verso Arezzo dove è
stato richiesto l’intervento del 118, rivelatosi però inutile. Nessuna
indicazione invece delle altre due auto che sarebbero state coinvolte nei
tafferugli. Sembra che si siano allontanate. L’auto con la salma di Sandri
viene portata alla caserma della polizia stradale di Battifolle dove arrivano
anche gli investigatori della squadra mobile, il questore, la polizia
scientifica. Il corpo del tifoso viene rimosso intorno alle 13.30. L’auto è
posta sotto sequestro. Gli amici che erano con lui in auto sono portati in
questura per essere ascoltati. Per il poliziotto scatta l’interrogatorio da
parte del pm Giuseppe Ledda. La polizia nega che sia indagato. La caserma
diventa anche meta di altri ultrà della Lazio, partiti da Roma dopo aver saputo
della morte di Gabriele. Sono loro i primi ad accusare la polizia di quanto
accaduto e negano gli scontri. «Non ci sono stati tafferugli, ma solo una
piccola scaramuccia tra due auto di tifosi laziali e juventini. Il nostro amico
è stato ucciso mentre era in macchina, l’auto che stava uscendo dal’area di
servizio. Gli hanno sparato i poliziotti». Alla caserma arrivano poi anche
Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, e il padre del giovane. «Me lo hanno
ammazzato con una pistola. Ora le istituzioni facciano la loro parte, con tutti
i decreti di urgenza che hanno fatto me lo hanno ammazzato», dice Cristiano.
L’avvocato Luigi Conti, amico della famiglia, afferma: «È stato un omicidio
volontario, voglio vedere se avete il coraggio di mettervi contro la polizia».
Il padre di Gabriele abbraccia a lungo il figlio Cristiano, piange e urla,
accasciandosi a terra. Intanto, dopo la tragica morte del tifoso della Lazio
Gabriele Sandri e la giornata di scontri e violenze in diverse città italiane,
Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, ha convocato un vertice per oggi
alle 17 a Roma, in via Allegri, con i vice presidenti federali Gussoni,
Tavecchio e Albertini, il presidente della Lega calcio Matarrese e i dirigenti
delle Leghe e delle Associazioni di categoria di allenatori e calciatori. Da “Il Gazzettino” del 12
novembre 2007 È morto ammazzato
sull’auto che lo stava portando, insieme a quattro amici, a Milano, per vedere
la sua Lazio giocare. Ucciso «per un tragico errore di un agente» intervenuto
per tafferugli tra tifosi, spiega il ministro dell’Interno Giuliano Amato. Che
sottolinea anche: «Si sta ancora verificando l’esatta dinamica dei fatti». Più
tardi il capo della polizia, Antonio Manganelli, precisa: «Nell’esprimere tanto
dolore alla famiglia del giovane ucciso, mi sento di assicurare che la polizia
saprà assumersi le proprie responsabilità e senza reticenze fornirà massima
collaborazione alla magistratura incaricata dell’accertamento dei fatti». Tutto accade, secondo le ricostruzioni fornite dagli inquirenti, intorno alle 9.10, nell’area di servizio Badia al Pino, lungo la carreggiata nord dell’A1, pochi chilometri prima di Arezzo. È lì che si ferma una Renault Scenic con cinque tifosi laziali, tra cui cui Gabriele Sandri, 26 anni, romano, negoziante e dj, la vittima. Ed è lì che, secondo la polizia, si verifica «una violenta rissa tra gli occupanti di tre auto», tra cui quella quella con a bordo Sandri. A notarla sono gli agenti di due pattuglie della polstrada aretina di Battifolle, che stanno dall’altra parte dell’A1, fermi a fare controlli in un’area di servizio opposta a quella di Sandri. I poliziotti accendono le sirene delle loro auto, si avvicinano alla carreggiata. Uno degli agenti poi spara, due colpi, «al fine di indurre i partecipanti a desistere». Uno di quei due colpi potrebbe aver colpito Sandri, ma, è stato sottolineato dal questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe, per saperlo con certezza bisognerà attendere gli accertamenti balistici. Sull’auto di Sandri, riferisce un amico dei tifosi laziali coinvolti, estraneo però all’accaduto, non si accorgono subito di cosa è accaduto. «Erano in auto e stavano uscendo dall’area di servizio - ha raccontato l’amico, riferendo un colloquio avuto con una delle persone che erano in auto con Gabriele Sandri - quando hanno sentito un rumore. Hanno pensato a una sassata, poi hanno visto Gabriele che stava male, perdeva sangue. Non comprendendo subito la gravità di quanto accaduto, e anche per lo choc, hanno continuato, per fermarsi al casello di Arezzo. Lì li ha fermati poi la polizia». Anche la polizia spiega che, dopo quanto accaduto all’area di servizio, l’auto dei tifosi laziali ha proseguito il suo viaggio verso Arezzo dove è stato richiesto l’intervento del 118, rivelatosi però inutile. Nessuna indicazione invece delle altre due auto che sarebbero state coinvolte nei tafferugli. Sembra che si siano allontanate. L’auto con la salma di Sandri viene portata alla caserma della polizia stradale di Battifolle dove arrivano anche gli investigatori della squadra mobile, il questore, la polizia scientifica. Il corpo del tifoso viene rimosso intorno alle 13.30. L’auto è posta sotto sequestro. Gli amici che erano con lui in auto sono portati in questura per essere ascoltati. Per il poliziotto scatta l’interrogatorio da parte del pm Giuseppe Ledda. La polizia nega che sia indagato. Lo ha confermato ieri sera Roberto Sgalla, responsabile per le relazioni esterne della polizia parlando con i giornalisti. Sgalla ha aggiunto che un poliziotto è stato ascoltato dal pm, ma senza l’assistenza di un avvocato. La caserma diventa anche meta di altri ultrà della Lazio, partiti da Roma dopo aver saputo della morte di Gabriele. Sono loro i primi ad accusare la polizia di quanto accaduto e negano gli scontri. «Non ci sono stati tafferugli, ma solo una piccola scaramuccia tra due auto di tifosi laziali e juventini. Il nostro amico è stato ucciso mentre era in macchina, l’auto che stava uscendo dal’area di servizio. Gli hanno sparato i poliziotti». Alla caserma
arrivano poi anche Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, e il padre del
giovane. «Me lo hanno ammazzato con una pistola. Ora le istituzioni facciano la
loro parte, con tutti i decreti di urgenza che hanno fatto me lo hanno
ammazzato», dice Cristiano. L’avvocato Luigi Conti, amico della famiglia,
afferma: «È stato un omicidio volontario, voglio vedere se avete il coraggio di
mettervi contro la polizia». Il padre di Gabriele abbraccia a
lungo il figlio Cristiano, piange e urla, accasciandosi a terra Da “Rainews24” del 12 novembre 2007 Stop
agli ultras in trasferta e ai campionati. Primi
arresti Le
trasferte di massa delle tifoserie violente non saranno più consentite. E’
quanto ha deciso l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, al
termine di una riunione che si e’ tenuta oggi al Viminale, durata oltre cinque
ore. Il presidente della federcalcio Giancarlo Abete ha annunciato
"lo stop di tutti i campionati professionistici di Serie B e C per il
prossimo weekend". L’unico campionato a non fermarsi sara’ pero’ proprio
quello di serie A, che nel weekend osserva un turno di sosta per l’impegno
della nazionale contro la Scozia nel girone di qualificazione ad Euro 2008. La
decisione è stata assunta questa sera dalla Figc al termine di un vertice
tenuto in via Allegri a Roma. Sette
arresti sono stati eseguiti nel tardo pomeriggio e in serata da polizia e
carabinieri di Bergamo per gli scontri di ieri pomeriggio dentro e fuori lo
stadio L’Osservatorio
analizzerà ciascuna gara alla luce di queste disposizioni, valutando la
possibilità di autorizzare le trasferte per quelle tifoserie che hanno dato
prova di sportività e correttezza. Le
procedure per l’adozione della ’tessera del tifoso’, stabilisce l’organismo,
dovranno essere snellite al massimo, "al fine di creare al piu’ presto una
nuova configurazione delle tifoserie, quali ufficiali rappresentanti delle
rispettive squadre". Il
testimone che avrebbe visto il poliziotto sparare a braccia tese provocando la
morte di Gabriele Sandri nella serata di ieri si è presentato negli
uffici del commissariato Prati nei pressi di viale Mazzini, a Roma. Da “Adnkronos” 12 del novembre 2007 Tifoso ucciso, l’agente indagato per omicidio colposo Ma rischia l’accusa di omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri, colpito da un proiettile domenica mattina sull’A1. Un testimone: ’’L’ho visto sparare a braccio teso’’. Il poliziotto si difende: "Non ho mirato a nessuno. Ho sparato in
aria". Mercoledì i funerali a Roma. L’ultimo saluto degli amici a ’Gabbodj’. Arezzo E’ indagato per omicidio colposo
Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada che domenica ha sparato due colpi
di pistola ferendo a morte il 28enne Gabriele Sandri, dopo una rissa tra tifosi
sull’A1. La magistratura, "nel nominare il consulente tecnico per gli
accertamenti irripetibili durante l’autopsia, ha notificato
all’operatore di polizia il reato di omicidio colposo",
sottolinea la questura di Arezzo rilevando che si tratta di "una prima
conclusione giudiziaria a seguito della ricostruzione dei fatti iniziata nel
pomeriggio di ieri e protrattasi fino a tarda notte". In attesa degli
ulteriori sviluppi delle indagini, l’agente "è stato destinato ad
attività interna". Da “Il Quotidiano” del 12
novembre 2007 ’’Ha sparato ad altezza d’uomo’’ Trovato il bossolo: il colpo è stato sparato ad altezza d’uomo. Il questore ’Possibile che abbia mirato alle gomme. Il poliziotto: "Correvo, non ho mirato a nessuno". Il capo della polizia Manganelli: "Ci assumeremo le nostre responsabilità". Oggi l’autopsia sul corpo di Gabriele Sandri ROMA E’ stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati Luigi S. - l’agente che ha sparato e ucciso Gabriele Sandri - per il reato di omicidio colposo. Il pm ha quindi creduto alla versione del poliziotto, che parla di ’incidente’. Ma l’agente potrebbe essere accusato di omicidio volontario. Lo ha spiegato il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe, affermando, durante una conferenza stampa: "Ci dispiace molto ma la rubricazione del reato colposo potrebbe avere una evoluzione diversa, peggiorativa. Al momento l’accusa e’ questa - ha poi aggiunto il Questore - ma potrebbe peggiorare in omicidio volontario se i prossimi risultati tecnici dimostreranno che ha sparato ad altezza uomo. Cosa possibile". L’agente al momento è indagato per omicidio colposo, ma a quanto risulta da "elementi testimoniali, visto che per quelli balistici è ancora presto, uno dei due colpi sarebbe stato sparato orizzontalmente sul terreno, ad altezza d’uomo". Giacobbe ritiene che sia ’’probabile’’ che l’agente che ha sparato abbia mirato alle gomme, ma ha aggiunto che se e’ cosi’ ha preso un rischio enorme. E’ stata intanto trovata l’ogiva del proiettile che ha ucciso Sandri, e tale ogiva e’ compatibile con quelle delle pallottole utilizzate dalla polizia. L’ogiva e’ stata trovata addosso al cadavere del tifoso laziale. ’’L’ogiva - ha spiegato Giacobbe - e’ stata trovata addosso al corpo, nell’ispezione cadaverica di ieri. E’ entrata nel collo ed e’ compatibile con le nostre pistole. Abbiamo trovato un bossolo, ne stiamo cercando un secondo’’. Nella macchina in cui viaggiava Sandri, «sono stati ritrovati oggetti forse atti a offendere, ombrelli, coltelli, qualche biglia e qualche sasso». Lo ha detto il questore di Arezzo, Vincenzo Giacobbe, nel corso della conferenza stampa convocata in Questura. «È vero che in tasca la vittima aveva qualche sasso?», hanno chiesto i cronisti. «Non lo so», ha risposto il questore. Giacobbe ha lamentato il diffondersi di "notizie false, alcune surreali" sul caso: "Abbiamo detto la verità fin dall’inizio", ha sottolineato. "Dobbiamo fare mea culpa - ha aggiunto - ha sbagliato un poliziotto: se fossimo infallibili non sarebbe qui a parlarne". Giacobbe non ha voluto confermare le generalità dell’agente, rese note da alcune testate: "Non diamo il nome perché potremmo metterlo in pericolo". PARLA UN TESTIMONE ’’Ha sparato impugnando la pistola con entrambe le mani e le braccia erano tese. Non mi sembra sparasse in aria, anzi...’’. E’ quel che ha detto il rappresentante di commercio che ieri mattina era sulla stessa piazzola dell’autosole dove si trovavno le due pattuglie della stradale. La testimonianza e’ stata resa alla polizia, a Roma, ieri sera quando l’uomo e’ rientrato nella capitale. IL POLIZIOTTO IN LACRIME "Non ho mirato a nessuno, accidenti a me". Così l’agente della polizia stradale che ieri ha sparato il colpo mortale che ha ucciso Gabriele Sandri tifoso laziale di 28 anni, in lacrime, si è giustificato davanti al magistrato che lo interrogava. "Ho sparato un colpo in aria e poi, mentre correvo, mi è partito un altro colpo". Intanto in procura il pm Giuseppe Ledda che coordina le indagini fa sapere di non voler incontrare la stampa. Si chiama Luigi S. l’agente della Polizia Stradale dalla cui arma risulta essere partito il colpo che e’ costato la vita a Gabriele Sandri. Il Corriere della Sera riporta le parole del poliziotto che sarebbe il responsabile della morte del tifoso della Lazio: "Non ho mirato a niente, non ho puntato nessuno. Ero almeno a duecento metri, come avrei potuto? Il primo colpo l’ho sparato in aria e il secondo m’e’ partito mentre correvo, accidenti a me. Adesso lo so, sono rovinato. Cosi’ ho distrutto due famiglie, quella del ragazzo e la mia..." IL CAPO DELLA POLIZIA "La Polizia si assumera’ le proprie responsabilita’". Parola di Antonio Manganelli. "Senza alcuna reticenza - ha detto il capo della Polizia- collaborera’ con i magistrati per accertare come siano andati i fatti" in occasione della morte di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente. "Voglio anche esprimere alla famiglia della vittima il mio dolore e quello della Polizia. E’ una morte assurda. Per mano di un poliziotto che era li’ non per portare morte e lutto- ha spiegato ancora Manganelli- Tutto questo mi inquieta. Devo anche constatare, pero’, come dei sostenitori di due squadre di calcio si siano ancora una volta scontrati in nome di un tifo becero". "L’AGENTE E’ DISTRUTTO" ’’Ci siamo guardati negli occhi, non siamo riusciti a parlare, e’ addolorato’’, dice dell’agente che ha sparato Carlo Tabarro, responsabile della polstrada di Arezzo. Ai cronisti che gli hanno chiesto informazioni sull’agente, ha risposto: ’’E’ una vicenda drammatica in un contesto tragico. E’ un ragazzo tranquillo, un collega con molti anni di servizio alle spalle, un padre di famiglia’’. A chi gli chiedeva se l’agente sia pentito, Tabarro ha risposto: ’’Questa e’ l’ultima domanda che mi aspettavo’’. OGGI L’AUTOPSIA E’ prevista per oggi pomeriggio l’autopsia sul corpo di Gabriele
Sandri: nell’arco della giornata proseguira’ la ricostruzione
della vicenda da parte degli investigatori, in attesa anche degli esiti delle
perizie balistiche e dei rilievi svolti dalla polizia scientifica nell’area di
servizio. |
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