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Rassegna stampa Alcol e guida del 13 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

ENOTIME.IT

GIAPPONE: IN GALERA ANCHE CHI VIAGGIA IN AUTO CON UN UBRIACO!
Inasprimento delle norme antialcol: pene anche per chi vende alcol o fornisce l’auto a persone già alterate
A poco più di un mese dall’entrata in vigore della legge che inasprisce le pene per la guida in stato d’ebbrezza (19 settembre), in Giappone si fanno i primi conti. Secondo i dati diffusi dall’Agenzia nazionale di polizia, gli incidenti stradali causati da guidatori ubriachi o con concentrazioni di alcol nel sangue oltre i limiti consentiti sono stati 350, in calo del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Di questi, 17 sono stati mortali contro i 26 dello stesso periodo del 2006, mentre i guidatori fermati dalla polizia in stato di ebbrezza alcolica più o meno acuta sono risultati in calo del 35%, pari a 5.652.
La nuova legge prevede pene più severe non solo per chi guida, ma estende le sanzioni anche a chi, pur sapendo delle condizioni precarie del guidatore, salga lo stesso a bordo della sua auto. In una sorta di percorso retroattivo, poi, vengono puniti anche coloro che vendono alcol e forniscono o prestano la macchina a persone ubriache.
Per fare qualche esempio delle pene, il passeggero che non riesca a dimostrare di non essersi reso conto delle condizioni del guidatore è passibile di pena fino a tre anni di carcere e una multa di 4.000 dollari. Ai fini della colpevolezza, non rileva se abbia o meno la patente, perché dai 14 anni in su sono tutti punibili. Il possessore di un’auto che lasci guidare un ubriaco rischia invece fino a cinque anni di galera e 8.000 dollari di sanzione.
Per quanto riguarda le sanzioni per i guidatori, per concentrazioni di alcol nel sangue pari o superiori a 0,8 grammi/litro la nuova legge ha innalzato la pena massima da tre a cinque anni di prigione o una multa di 8.800 dollari, mentre per concentrazioni da 0,3 a 0,79 la sanzione massima è di tre anni di carcere o una multa fino a 4.400 dollari. Per chi rifiuta la prova del palloncino, i mesi di carcere sono tre o una multa di 4.400 dollari.
Tornando alle statistiche relative al primo mese di applicazione delle norme, tra i 5.652 fermati per guida in stato di ebbrezza, il numero di arresti per ubriachezza manifesta è stato pari a 65; 436 sono finiti in galera per “ebbrezza moderata” e 27 per rifiuto della prova del palloncino. La polizia ha arrestato anche altre sette persone, di cui due ristoratori per aver dato alcol e una per aver prestato l’auto a individui già ubriachi e quattro per essersi sedute a bordo con un guidatore in stato d’ebbrezza pur sapendo del suo stato.
“I numeri sono incoraggianti, ma vogliamo essere ancora più severi per ridurre al minimo gli effetti della guida in stato d’ebbrezza”, ha commentato un rappresentante della polizia.

L’inasprimento delle pene per la guida in stato d’ebbrezza era stato richiesto a furor di popolo ad agosto dell’anno scorso, quando la nazione rimase scioccata alla notizia che tre bambini che viaggiavano con i genitori sono affogati dopo che la loro macchina, speronata da un’altra auto su un ponte, era finita in mare. Il conducente era risultato completamente ubriaco. (*)
Fonte: FocusWine
(*) Nota: i giapponesi fanno sul serio. “A furor di popolo”.
Quasi come in Italia: leggete il prossimo articolo…


TRENTINO

Durnwalder ricorre alla Corte: «I locali li chiudiamo solo noi» 
Alcol, Provincia contro polizia 
Il presidente rivendica la competenza. E attacca sui troppi controlli 

BOLZANO. Ora la Provincia di Bolzano vuole essere padrona di decidere, senza interferenza alcuna, anche sulla chiusura di locali ed esercizi pubblici. Lo ha affermato ieri il presidente Luis Durnwalder preannunciando un ricorso alla Corte Costituzionale, a seguito della decisione della Questura di sospendere la licenza del Club Lounge Riva di Merano lo scorso 28 settembre. Durnwalder sostiene che lo Statuto di autonomia parla chiaro.
«In base allo Statuto - ha affermato infatti il governatore - la Provincia ha competenza legislativa concorrente sugli esercizi pubblici e la relativa potestà amministrativa. Il rilascio e la sospensione della licenza spetta, quindi, a me». La Polizia, ha aggiunto, «ha facoltà di eseguire i controlli ed il questore può proporre la revoca qualora vengano riscontrate irregolarità».
Per ora la Questura ha scelto la linea della prudenza, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale. «Prendiamo atto - ha spiegato il vice questore aggiunto Giorgio Augusto Porroni - della decisione della Provincia di ricorrere alla Corte Costituzionale, ma non intendiamo entrare nel merito della questione». Ad indurre la Provincia ad uscire dall’impasse è stata la decisione della Questura di chiudere l’ex discoteca Marinara, per 5 giorni a seguito di una situazione intollerabile per tutto il vicinato. I clienti si intrattenevano in strada oltre l’orario di chiusura, si registravano ripetuti atti vandalici ed è stata rilevata la presenza di pregiudicati. Un provvedimento, dunque, giustificato da ragioni di pubblica sicurezza. Durnwalder, pur spendendo parole di elogio nei confronti del questore Piero Innocenti e della Polizia in generale, ha spiegato di voler ricorrere alla Corte Costituzionale per non creare un precedente.
Sempre in tema di alcol Durnwalder si è espresso anche in merito ai recenti controlli sulla somministrazione di alcolici nei locali dopo le 2 annunciando che intende intervenire presso gli organi competenti a Roma. «Quella intrapresa dallo Stato - ha detto Durnwalder - non è la strada giusta. Non sono i divieti dopo una certa ora a ridurre il consumo di alcolici. I giovani, infatti, li ordinano prima del limite orario imposto e li assumono dopo». (*) A questo riguardo Durnwalder ha ricordato le iniziative di sensibilizzazione poste in essere dalla Provincia, che saranno riassunte in un elenco che redigerà l’assessore Thomas Widmann, e ne ha preannunciate altre. «Qualche bicchiere in più si può bere - ha continuato il presidente - ma senza perdere l’autocontrollo» (**). Durnwalder si è spinto oltre e ha fatto intendere di aver avuto, nell’ultimo periodo, una serie di segnalazioni che non gli sono piaciute. Ha raccontato di alcuni altoatesini fatti scendere dal taxi e multati per ubriachezza molesta. «Se quanto mi è stato riferito rispondesse a verità saremmo di fronte a comportamenti vessatori e comunque sbagliati. Non è così, infatti, che si educano i ragazzi».
Le forze dell’ordine, per ora, si limitano ad applicare la legge, sia per quanto attiene le verifiche all’interno dei locali che per quanto riguarda gli automobilisti sorpresi con un tasso alcolico sopra quello consentito, senza rispondere agli attacchi che provengono ora dal presidente e prima dall’assessore Widmann. Nessun accanimento, dunque. «Non facciamo controlli straordinari - conferma il capitano dei carabinieri Marco Lunardi - ma verifiche nella norma».
(*) Nota: è chiaro che chi vuole proprio bere una strada per farlo la trova, ma ci sono anche moltissimi giovani che rispettano la disposizione di legge: secondo i primi dati questa legge ha già drasticamente diminuito gli incidenti notturni.
(**) Nota: “in più” di quanti?
Prendiamo la migliore delle ipotesi – in più di uno solo - e supponiamo, per stare scarsi, che con “qualche bicchiere” il Presidente intendesse per esempio due. 2+1=3.
Il Presidente afferma che si può bere come minimo tre bicchieri, una dose già estremamente pericoloso per la salute, certamente in grado di fare già perdere una buona dose di autocontrollo, nonché di superarare il tasso di alcolemia consentito per guidare.

Che messaggio veicola un “Presidente” di Provincia quando fa un’affermazione del genere?
Pare esagerato chiedere le dimissioni di questo signore?

Scrivete il vostro parere a Presidenza@provincia.bz.it e a trento@trentinocorrierealpi.it , oltre che a Sbarbada e Argenta per la pubblicazione in rassegna stampa.


IL TIRRENO

Ubriaco alla guida autista di ambulanze 
Negli ultimi tre anni aveva già avuto due sospensioni della patente 
Alcol quattro volte oltre il limite: nel 2004 era stato condannato per omicidio colposo 

PRATO. C’è chi impara dai propri errori e chi non ne vuol proprio sapere, a costo di fare del male agli altri. Il pistoiese di 55 anni fermato domenica sera dalla polizia in viale Galilei a Prato appartiene certamente alla seconda categoria, con l’aggravante di essere più volte recidivo. Il soggetto in questione è stato trovato alla guida di una Ford Fiesta con un tasso di alcol nel sangue ben quattro volte superiore a quello consentito dalla legge. Forse sperando di alleggerire la sua posizione, forse perché ancora sotto l’effetto dell’abbondante libagione, non ha trovato di meglio per giustificarsi che spiegare di aver preso la patente di guida per condurre le ambulanze della Croce Rossa, e di aver svolto regolarmente servizi di emergenza.
Una circostanza, questa, che rende ancora più imbarazzante la sua posizione. Immaginare un autista di ambulanza dal bicchierino facile non tranquillizza certo i malcapitati che dovessero trovarsi ad aver bisogno del suo aiuto. (*)
Ma la vicenda del conducente ubriaco è resa ancor più singolare dalla storia personale dell’uomo se è vero che, come risulta alla polizia, l’uomo è stato condannato non più di tre anni fa, il 14 dicembre del 2004, a dieci mesi di reclusione per omicidio colposo.
La Ford Fiesta condotta dal pistoiese cinquantacinquenne è stata intercettata dalla polizia di Prato in viale Galilei perché qualcuno aveva visto l’auto procedere a forte velocità e ha chiamato il 113. Viale Galilei, tra l’altro, è una strada tristemente nota per gli incidenti mortali, tanto che il Comune ha dovuto mettere più di uno spartitraffico per rallentare la circolazione. Una volante della polizia ci ha messo pochi minuti per rintracciare l’auto sospetta e il conducente è subito apparso alticcio. Impressione poi confermata dall’esame dell’etilometro, che ha accertato un tasso alcolico di quattro volte superiore a quello consentito.
I poliziotti si sono incuriositi e sono andati a ricostruire la storia personale del conducente. Intanto hanno scoperto che la patente di guida gli era scaduta da qualche giorno (per questo è stato denunciato, oltre che per la guida in stato di ebbrezza). Poi è saltato fuori che l’uomo era già stato denunciato per guida in stato di ebbrezza nel 2005 e che la patente gli era stata sospesa per due volte, nel 2005 e nel 2006. Infine è emersa quella condanna per omicidio colposo, un incidente stradale mortale, arrivata il 14 dicembre 2004 per un episodio accaduto anni prima. Se c’è qualcuno in Italia a cui andrebbe tolta la patente, il conducente della Fiesta è in pole position.

Il fatto di guidare o aver guidato un’ambulanza è solo un’aggravante.
(*) Nota: eppure di conducenti di ambulanze ebbri abbiamo parlato altre volte in questa rassegna.
La sensazione è che chi dovrebbe essere maggiormente soggetto a controlli con etilometro non lo sia praticamente mai.


VARESENEWS

Cuasso al Monte - Il fatto avvenuto lungo la provinciale. Ritiro immediato della patente per il conducente
Scuolabus troppo lento: alla guida l’autista è ubriaco

Guidava molto piano perchè era ubriaco: non la sua auto, ma lo scuolabus. Troppo lento il mezzo e i carabinieri, si sono insospettiti non per le lancette del contachilometri bruciate dal piede pesante dell’autista, ma per l’eccessiva lentezza che viaggiava verso Cuasso al Monte sulla strada provinciale 29 attorno alle 15 di oggi, 12 novembre. I militari del nucleo radiomobile di Varese, dopo aver osservato il pulmino procedere a passo di lumaca, hanno intimato l’alt all’autista. E qui la sorpresa: l’uomo alla guida del mezzo, un cinquantatreenne da circa un anno impiegato in una ditta privata alla quale il Comune ha appaltato il servizio, è risultato positivo ai controlli alcolemici. Il valore di alcool nel sangue superava di ben tre volte la soglia consentita per legge. Risultato: ritiro immediato della patente. Al momento del controllo, per fortuna, lo scuolabus era vuoto.


VARESENEWS

Cuveglio - Alla guida del mezzo un trentaduenne ubriaco.
Quindici giorni di prognosi per il ferito
Investe pedone in carrozzina e si costituisce

Investe un portatore di handicap in carrozzina e poi si costituisce. L’uomo, un cittadino marocchino di 32 anni, O.A. le iniziali, si è reso responsabile dell’incidente nella serata di sabato scorso, il 10 novembre. Il fatto è avvenuto a Cuveglio lungo la via Milano, una strada secondaria che attraversa la parte vecchia del paese. Il trentaduenne era in quel momento alla guida di una Volvo 460 che verso le 21.30 ha investito il pedone che stava attraversando sulle strisce pedonali per darsi alla fuga subito dopo. L’uomo evidentemente capisce che i carabinieri sono sulle sue tracce e fa ritorno verso Cuveglio andando alla caserma dei carabinieri di Cuvio per costituirsi. Di fronte ai carabinieri, poi, la sorpresa: è ubriaco. Per lui oltre al ritiro della patente di guida, la denuncia per omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e lesioni colpose. Lo sfortunato pedone è stato portato all’ospedale: se la caverà con 15 giorni di prognosi.
Nella notte tra sabato 10 e Domenica 11 novembre gli uomini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Varese hanno effettuato un controllo straordinario sulla viabilità varesina per cercare di frenare il fenomeno della guida in stato di ebbrezza.
Sono state ben 6 le persone sorprese alla guida con tassi alcolemici di gran lunga superiori al consentito.
Quello della guida in stato di ebbrezza è un fenomeno che anche nella nostra provincia sta assumendo aspetti sempre più allarmanti. Sembra quasi che i continui richiami delle istituzioni e dei media sortiscano un effetto contrario al punto che le violazioni accertate stanno gradualmente aumentando
. (*)
(*) Nota: è probabile che aumentino le violazioni accertate perché aumentano i controlli, non perché si sta aggravando il fenomeno.


REPUBBLICA.IT

LITUANIA: AGENTE UBRIACO UCCIDE BIMBI,SI DIMETTE MINISTRO
Il ministro dell’Interno e il capo della polizia della Lituania si sono dimessi in seguito all’incidente in cui un poliziotto ubriaco ha investito e ucciso tre bambini di 10 anni
.
Il ministro Raimondas Sukys ha rimesso il mandato dopo le polemiche scoppiate per l’incidente avvenuto la settimana scorsa in una regione dell’ovest del piccolo Stato baltico. Contro l’agente ubriaco, uscito illeso dall’incidente, si era abbattuta la rabbia dell’opinione pubblica. Il premier Gediminas Kirkilas aveva sollecitato le dimissioni del capo della polizia, Vytautas Grigaravicius, che inizialmente aveva esitato a presentarle. Ma dopo che il ministro Sukys ha lasciato l’incarico, a Grigaravicius non e’ rimasto altro da fare che imitarlo.


VIVIAMOLAVITA

Comunicato stampa 12/ 11 / 07
Martedì 6 Novembre , su invito del Sindaco di Mondovì Dr. Viglione Stefano , alcuni amministratori del monregalese , presso la sala Consiliare del Municipio, hanno incontrato i rappresentanti dell’ Associazione “ Viviamolavita “ di Magliano Alpi.
Durante l’ incontro gli esponenti dell’ Associazione hanno ribadito la necessità di anticipare l’ apertura e la chiusura dei locali notturni alle ore 1 per andare incontro alle esigenze educative ,di sensibilizzazione , prevenzione e di controllo al fine di salvaguardare l’ incolumità fisica e morale dei nostri giovani .
Per raggiungere tale obbiettivo l’ Associazione ha proposto una regolarizzazione e graduale riduzione dell’ orario attuale così da evitare i ventilati esodi da parte dei giovani, e dare la possibilità agli esercenti di organizzare le proprie attività.
Gli amministratori presenti hanno dimostrato interesse e sensibilità pur ritenendo fondamentale un coinvolgimento a più ampio raggio.
A tal fine il Sindaco di Mondovì , si è fatto promotore di un nuovo incontro con gli amministratori della provincia e in un secondo tempo con tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria.


QUOTIDIANO.NET

MARGHERA
Cadavere di donna nel bagagliaio, arrestato
Dopo un controllo, è stato rinvenuto nel portabagagli del veicolo guidato da un cittadino straniero il cadavere di una donna accoltellata

Venezia, 13 novembra 2007 - Un cittadino straniero, ucraino, è stato arrestato questa mattina nella zona industriale di Porto Marghera (Venezia). Nell’auto che stava guidando, dopo un controllo, è stato rinvenuto nel portabagagli il cadavere di una donna accoltellata. Secondo le prime informazioni, l’uomo si era perso nel dedalo delle vie della grande zona industriale di Porto Marghera, fermandosi alla portineria di una fabbrica per chiedere informazioni.
Gli addetti alla sicurezza si sono insospettiti e sono stati fatti degli accertamenti anche sull’auto dell’ucraino. Con grande sorpresa, aperto il bagagliaio, è stato trovato il cadavere di una donna.
Emerge una storia dai contorni inquietanti e cruenti. L’episodio è avvenuto questa mattina nella zona industriale di Porto Marghera: un’auto ha cercato di entrare da una delle entrate controllate del Petrolchimico. Gli addetti alla sicurezza l’hanno bloccata immediatamente e hanno cominciato a discutere con il conducente della macchina, un cittadino dell’Est, probabilmente ucraino, che sembrava ubriaco. L’uomo, infatti, ha detto ai sorveglianti di guardare nel portabagagli dell’auto e poi ha accennato a una fuga ma è stato subito bloccato.
In seguito, temendo un attentato, sono stati chiamati gli artificieri e dal bagagliaio della macchina è spuntato un cadavere di donna, probabilmente una cittadina tedesca, con evidenti segni di coltellate. Nel portabagagli è stato trovato anche il coltello usato sicuramente per l’omicidio. L’uomo, ancora in stato confusionale, è stato arrestato ed ora si sta cercando di accertare se sia anche l’autore dell’omicidio.


LIBERTA.IT

Non siamo una generazione alcolizzata
Non lesina di certo energie e sforzi, il Romagnosi, per formare dei cittadini provetti. Nell’ambito del progetto "Educare alla convivenza", infatti, tutte le classi, dalla prima alla quinta, sono state coinvolte in attività interdisciplinari sulle basi della coesistenza civica. Iniziativa di sicuro interesse, nella quale la relazione della Croce Bianca nell’ambito del progetto di sensibilizzazione TVB è stata una parte importante. Ma cosa ne pensano, i ragazzi, della "macchina" che sta dietro al soccorso? Droga e alcol sono, per loro, una minaccia? Lo abbiamo chiesto a qualche studente in platea, ieri, durante l’insolita lezione. Per tutti o quasi, c’è armonia di pensiero: no a stupefacenti e troppe birre, ma no anche al percorso di volontariato.
Un’esperienza di vita che, per i giovani del secondo anno, non sembra avere molto appeal. «E’ stato un momento utile - spiega Andrea Dellatorre -, anche se le cose sull’abuso di droga e alcol le sapevo già. Operatore in una P.A.? Forse, ma dovrei valutare attentamente». Nemmeno troppo entusiasta Valeria Zaia: «No, mi interessa molto fare la volontaria - dice -, anche se l’incontro è stato istruttivo». L’alcol è uno "spauracchio"? «Mi è capitato ogni tanto di alzare il gomito - confida -, essere un po’ brilla, come succede a tutti, ma mai oltre». Della stessa idea Michela Valentini, di Pontenure, esempio virtuoso: non beve e non fuma. «Ci vuole troppo impegno per mettersi a disposizione degli altri - chiosa -, anche se questa mattina (ieri per chi legge, ndc) è stata molto positiva». «E’ giusto che sappiamo cosa ci circonda - le fa eco Brigida Brizzolara, di Carpaneto -, e come affrontare le emergenze. A me, però, non è mai capitato di chiamare il 118». «Ci sono state dette cose che io già sapevo - rileva Sara Dal Ciello, anch’ella di Carpaneto - già alle medie avevo affrontato questi temi». Dà qualche consiglio "didattico", invece, Giulia Molina: «Devono dare - sottolinea - più indicazioni "pratiche", su come effettuare i primi soccorsi, invece che parlare degli stupefacenti, i cui effetti dannosi già conosciamo». Sono rimaste affascinate, d’altra parte, dalle spiegazione degli operatori della Croce Bianca - le classi sono anche state portate all’esterno per un "visita" all’autoambulanza -, Valentina De Bernardi e Cristina Prazzoli. «Mi piacerebbe dare una mano - glossa la prima - proprio nel campo del soccorso». «Gli argomenti - dice Cristina, di Roveleto - sono stati importanti, in compagnia c’è qualche amico che beve, ma sempre con moderazione». Gli apocalittici che vedono le nuove generazione ubriacone e tossicodipendenti, al Romagnosi, rimangono delusi. Pochi gli appassionati all’universo volontario, però. «Ma sono ancora piccoli, tra breve ne capiranno l’importanza» si auspica Caterina Martino, referente dell’iniziativa "Educhiamo alla convivenza".

Alessandro Rovellini


TRENTINO

Sondaggio: il 27% ha già «fumato» 
Alcol e cannabis allarme under 15

BOLZANO. Sono l’alcol e la cannabis le sostanze che creano dipendenza più diffuse in Alto Adige tra i giovanissimi. Lo rivela un sondaggio (presentato dalla Sovrintendenza scolastica) condotto su 4.016 ragazzi tra gli 11 e i 15 anni delle scuole italiane e tedesche. I risultati sono impressionanti: il 27% degli undicenni ha già fatto uso di alcolici. E il 27% degli under 15 ha già fumato la prima canna. Solo il 13% dei quindicenni dichiara di non aver mai bevuto. Il 45% dei ragazzi intervistati, inoltre, dichiara di bere alcolici con cadenza settimanale ed il 5,5%, addirittura, si concede almeno un bicchiere al giorno. «L’alcol nella nostra provincia è sempre stato considerato un problema del mondo tedesco, ma questi numeri sfatano anche questo tabù - dicono dalla Sovrintendenza - All’interno del 5,5% dei ragazzi che bevono ogni giorno, infatti, la maggioranza è nella scuola italiana». Sempre più precoce anche l’approccio alla cannabis.


ROMAGNA OGGI

CESENA - Alcol e Lavoro. La rilevanza sociale ed il rischio lavorativo 
CESENA - Diffondere negli operatori del mondo della sanità romagnola una maggior consapevolezza sui danni causati dall’alcol e al contempo ridurre gli incidenti e gli infortuni sul lavoro dovuti all’assunzione di bevande alcoliche. E’ l’obiettivo del corso di formazione “Alcol e Lavoro, la rilevanza sociale ed il rischio lavorativo”, in programma martedì 13 novembre 2007, dalle ore 8.30 alle 17.30, nella sala convegni Bufalini. Un fenomeno quello dell’abuso di alcol che sta assumendo un’importanza sempre maggiore. Nel territorio dell’Ausl di Cesena si stima che il 20% degli adulti nella fascia di età 18-69 anni abbia abitudini di consumo considerabili “a rischio” (Studio Passi 2005).
Organizzato dall’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di lavoro e dal Ser.T dell’Azienda USL di Cesena, il corso è rivolto in particolare agli operatori delle Aziende Sanitarie di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini.
I consumatori abituali di alcol, infatti, durante l’attività lavorativa possono incorrere in infortuni, provocare danni a terzi, avere incidenti stradali (infortuni in itinere), peggiorare il proprio stato di salute con frequenti assenze sul lavoro per malattia, alterare i rapporti con i colleghi con inevitabile disagio nell’ambito lavorativo.
Tra gli argomenti al centro dell’incontro, verranno trattati in particolare gli ambiti applicativi della norma di riferimento sull’alcool (legge 125 del 30 marzo 2001), le implicazioni operative per i servizi di prevenzione ed i possibili percorsi condivisibili con la figura del medico competente aziendale. Gli aspetti più inerenti alla sfera sociale che l’uso dell’alcool comporta, saranno illustrati dagli operatori del SERT.
L’iniziativa rientra nel progetto alcol e lavoro che la Regione Emilia Romagna ha avviato in conformità al piano europeo di sensibilizzazione ai rischi connessi all’assunzione di bevande alcoliche.


ASAPS.IT

Svizzera
“Serie nera” sulle strade: 11 giovanissimi uccisi in incidenti nel giro di pochi giorni
Prende nuovo vigore il programma “Via Sicura”, 56 regole per cambiare le sorti
Tasso alcolico zero, patente rinnovabile, corsi di guida sicura obbligatori

(ASAPS) BERNA, 13 novembre 2007 – La Svizzera sta attraversando un periodo critico, sul fronte della sicurezza stradale. Il mese di ottobre è stato infatti caratterizzato da una lunga “serie nera” di incidenti mortali, nel corso dei quali 11 giovani – tutti di età inferiore a 25 anni – sono morti nello spazio di nemmeno 20 giorni. È un record negativo per il paese dei cantoni, che sembra vanificare, almeno per l’opinione pubblica, gli eccezionali risultati conseguiti nella lotta alla violenza sulle strade. L’effetto è stato comunque quello di rilanciare il dibattito sulla quantità e la qualità delle contromisure da adottare. In Svizzera esiste da tempo un programma federale di sicurezza stradale, che si chiama “Via Sicura”, che prevede 56 misure destinate a far scendere sotto quota 300 – almeno nelle intenzioni dei suoi ispiratori – il numero delle vittime della strada, ed a 3000 quello dei feriti, il tutto entro il 2010. Si tratta, insomma, della risposta elvetica alla carta europea della sicurezza stradale, che chiede a tutti gli stati membri di dimezzare – entro lo stesso termine – la mortalità. Nel corso del 2006, il bollettino della sinistrosità si è attestato a 371 uccisi e 5.075 feriti gravi. Le misure sono semplici: tra queste il tasso alcolico zero per i conducenti professionali ed i neopatentati e introduzione di una scadenza della validità della patente di guida, ma anche – e qui siamo alle ultime novità – obbligo per motociclisti ed automobilisti di seguire corsi di perfezionamento nella guida. Come dire: la patente non basta, serve “imparare” a guidare davvero. L’idea, che costa molto, prevede l’impegno di risorse per quasi mezzo miliardo di euro da qui ed i prossimi 15 anni. Troppi? Dipende, ovviamente, dai punti di vista. Il consiglio che possiamo dare, è quello di scegliere una scuola di guida sicura, tra quelle più serie ed accreditate, ed investire qualche soldo nell’apprendimento (teorico e pratico) di norme di comportamenti in grado di salvare la vita. Non sarebbe male se, in Italia, le assicurazioni RCA proponessero sgravi alle proprie tariffe in cambio di una certificata partecipazione a corsi seri, presso centri specificatamente accreditati. (ASAPS)


IL GAZZETTINO (Treviso)

LA CONDANNA 
Tre anni e mezzo all’uomo che picchiò e rapinò l’amico

Tre anni e sei mesi sono stati ieri la condanna per Franco Zacco, 49 anni, che abita in Borgo Mestre, per aver sfondato con una spallata la porta di casa di un amico (che ha 72 anni, lui 49) in borgo Mazzini. Non è stato tutto: l’uomo aveva bevuto, l’altro voleva che andasse via, e Zacco così l’ha inseguito fino alla Pescheria, gli ha strappato la catenina d’oro con un ciondolo a serpente e l’ha buttata nel Sile.
Franco Zacco - noto per la sua passione per l’alcool - era stato interrogato dal giudice Gianluigi Zulian e gli era stato vietato di mettere piede a Treviso. Il fatto era avvenuto il 24 giugno di quest’anno: Zacco è recidivo e a suo carico le accuse erano di lesioni, violazione di domicilio, rapina.
Ma Zacco non è in carcere che dovrebbe stare: arrestato fin dal ’92 perchè respinto da un’abitazione, voleva far saltare in aria una palazzina, era finito in psichiatria. Poi se l’era presa con le infermiere, di anno in anno, da un delirio all’altro.


L’ADIGE

«Per lavorare noi rischiamo tutti i giorni»
di GIANPIERO LUI
Anche a Rovereto ed in Vallagarina c’è voglia di sicurezza, questo è quanto emerso nel corso del seminario dal titolo "Gli operatori economici incontrano le forze dell’ordine", promosso dall’Unione commercio e turismo, che ieri ha riunito presso la sede di via Pedroni i suoi associati (presenti soprattutto titolari di pubblici esercizi), in collaborazione con la Polizia di Stato (Questura di Trento). Roberto Giacomelli, dirigente della squadra mobile, ha lanciato un appello: «La cosa più importante è il dialogo tra di noi, il contatto diretto tra gli operatori economici e la polizia perché siamo perfettamente consapevoli che fondamentale è la prevenzione. Noi abbiamo il quadro generale della sicurezza pubblica in Trentino e vogliamo avere un contatto diretto con chi è sempre al contatto con il pubblico; il nostro ruolo è quello di risolvere i problemi non certo di crearli». «Ogni giorno che passa il nostro lavoro diventa sempre più difficile - così Giorgio Buratti, presidente dei pubblici esercizi del Trentino - i pubblici esercenti sono direttamente a contatto con furti, rapine, minacce, atti vandalici, aggressioni. Non è vero che il Trentino è un’isola felice, per la violenza di tali episodi, fino a qualche anno fa assolutamente inimmaginabili per la nostra provincia. Ogni giorno rischiamo di vederci sfondare la vetrina per aver rifiutato di servire da bere, essere malmenati per aver sorpreso dei ladri nel proprio esercizio. La nostra associazione sta promuovendo iniziative e corsi ma dev’essere la politica a dare risposte concrete». Problematico il mantenimento del silenzio e della quiete in orario notturno ma non sempre - è stato evidenziato - la colpa è del gestore del bar, quando schiamazzi ed urla avvengono in strada, magari ad esercizio pubblico già chiuso. Il vicequestore aggiunto Francesco Pippa ha parlato di "alcol e minori", una vera e propria piaga sociale, evidenziando come si tratti di un problema culturale e che, dopo le famiglie che dovrebbero assicurare l’educazione dei giovani, il ruolo degli operatori è molto importante. Buratti ha ricordato come il Parlamento abbia varato una legge che impedisce agli esercizi commerciali di vendere alcolici e superalcolici ai minori di 16 anni. Il problema dell’alcol tocca anche gli incidenti stradali, che comunque fanno osservare un trend di incidenti mortali in calo (dai 58 morti del 2001 ai 42 del 2006 fino ai 18 dei primi 10 mesi di quest’anno). L’ispettore Degasperi ha fornito i dati sulle violazioni più frequenti riscontrate durante l’attività di controllo: sforamento dell’orario di chiusura dei pubblici esercizi (l’intervento viene sollecitato dai vicini di casa decisamente poco tolleranti), spettacoli danzanti eseguiti senza le dovute licenze, sale fumatori non in regola con la normativa. Numeri importanti quelli presentati dal Commissariato sull’attività di pubblica sicurezza nei primi dieci mesi del 2007: 16 persone denunciate a piede libero per lesioni dolose e due arrestate; 11 persone denunciate per minacce, 8 per ingiurie. Quindici le persone coinvolte in furti, delle quali 3 arrestate. Una persona denunciata per furto in abitazione, sei negli esercizi commerciali (tre denunciate e tre arrestate), un denunciato per furto in un’auto in sosta, tre per ricettazione, un arrestato per rapina in pubblica via. Tre denunciati per truffe e frodi informatiche, 14 per danneggiamenti. Nel campo degli stupefacenti si è registrata una denuncia per traffico e un arresto per spaccio mentre un altro arrestato per il reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. In totale, contando anche la voce "altri delitti" (81 denunce e 13 arresti) si arriva a 149 persone denunciate a piede libero e 21 arrestate relativamente al periodo 1° gennaio-5 novembre 2007. Nel medesimo periodo sono stati effettuati 1473 controlli, che hanno interessato 1689 persone, 1045 veicoli e 71 documenti. Tra i denunciati 115 sono di nazionalità italiana (i comunitari sono 126 in totale) e 60 extracomunitari; tra gli arrestati 6 italiani, 2 stranieri comunitari e 10 extracomunitari.


L’ADIGE

Convalidato l’arresto di Argento. Espulso dallo studentato di S.Bartolomeo
Tentata violenza, resta in carcere

Resta in carcere Giuseppe Argento, il trentenne napoletano arrestato sabato con l’accusa di tentata violenza. L’uomo, uno studente domiciliato presso il campus di San Bartolomeo, avrebbe inseguito e aggredito una diciottenne in viale Verona: «Mi ha afferrato per un braccio, mi impediva di andare avanti, sono riuscita a liberarmi. Era al centro della strada con i pantaloni abbassati e mi faceva cenno di andare con lui», ha raccontato la vittima alla polizia. Qualche ora prima, sotto l’effetto dell’alcol, lo studente aveva anche minacciato con un coltello da cucina la sua ex fidanzata e altri universitari all’interno della sala cucina di via Malpensada. Ieri mattina si è svolto l’interrogatorio in carcere ed il gip Marco La Ganga ha convalidato l’arresto. E sempre ieri, in occasione della programmata seduta del Consiglio di amministrazione, il presidente Fulvio Zuelli ha comunicato «che l’Opera Universitaria ha deciso la revoca del posto alloggio e la sospensione della Borsa di studio allo studente protagonista del riprovevole episodio di venerdì sera presso lo Studentato di S. Bartolameo, in applicazione del regolamento che prevede comportamenti di civile convivenza all’interno delle strutture dell’ente».


EMERGENZA ALCOLISMO

Alcol, debolezza femminile
La donna è fisiologicamente e biologicamente più vulnerabile dell’uomo agli effetti dell’alcol. Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui le donne rischiano intossicazioni più gravi bevendo minori quantità di alcol, sviluppano patologie più severe in tempi più brevi, e faticano a controllare, dopo aver bevuto, i processi cognitivi e quelli corporei, con maggiore pericolo di rimanere vittime di incidenti e violenze. Motivo di questa diversità la loro differente struttura corporea e, quindi, una ridotta capacità di metabolizzare l’etanolo, che si diffonde tramite l’acqua e che viene ossidato da un enzima, l’alcol deidrogenasi (ADH).
I ricercatori dell’ISS hanno condotto un esperimento su un gruppo di uomini e donne con differente indice di massa corporea. Con identiche modalità e alla stessa ora del giorno è stata loro somministrata un’unica dose di superalcolico associata a un piccolo pasto. Negli uomini la concentrazione massima di alcol riscontrata nel sangue è stata di circa 20mg/100ml, un valore capace, inoltre, di scendere rapidamente a zero. Le donne, invece, hanno raggiunto una concentrazione alcolemica di circa 80mg/100ml, livello che rimaneva pressoché invariato anche a due ore dall’assunzione. Questo perché le donne, confrontate agli uomini, possiedono una quantità minore di acqua nel corpo, per cui bevendo allo stesso modo, possono contare su un volume minore di distribuzione dell’alcol. Inoltre, la funzionalità dell’ADH nel loro corpo risulta di gran lunga minore, fattore questo che favorisce il passaggio diretto dell’alcol al fegato e un’alta probabilità di danni epatici.

Mirella Taranto

Istituto Superiore di Sanità
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CORRIERE ADRIATICO

Dei 52.700 quintali d’uva solo una piccolissima parte sono stati impiegati per produrre le 6.000 bottiglie
Vino novello, in forte calo i consumi in tutto il Piceno

ASCOLI - E’ l’ora del “vino novello”, l’avanguardia del comparto vitivinicolo, perchè arriverà sugli scaffali dei negozi e sulle nostre tavole. C’è chi n’esalta la novità, mentre altri sostengono che si tratta di una moda, nata sull’onda del successo ottenuto in Francia dal Beaujolais nouveau. Nella nostra regione, purtroppo, a differenza delle altre, i consumi di novello sono scesi notevolmente. “Il vino nuovo di un tempo – spiega Pio Ionni, direttore commerciale della Cantina Sociale di Castignano - é stato sostituito dal vino “Novello”: elegante, vivace, molto fresco e di facile bevibilità, dagli ampi profumi e con aromi di frutta, piacevole al palato, di colore rosso rubino intenso, ottenuto prevalentemente da uve Sangiovese e lavorate con il sistema della macerazione carbonica. Nella nostra zona, è un vino dai consumi in forte calo, anche se ancora non è stato divulgato ufficialmente. Ho potuto constatare che la tendenza a consumare il novello si è ristretta alle prime due settimane successive al sei novembre, accertato che le vendite, dopo tale data, sono del tutto insignificanti. Dei 52.700 quintali d’uva, conferiti dai soci alla cantina, solo una piccolissima parte sono stati impiegati per produrre le 6.000 bottiglie di novello, un quantitativo molto ridotto rispetto agli anni passati, bottiglie che saranno vendute a 3,50 euro cadauna”. “Parlando dell’uva in generale - riferisce Adamo Castelli, titolare dell’Azienda “Agrobiologia Cartofaro” di Campolungo - se sul fronte quantitativo i dati hanno evidenziato una riduzione totale d’uva del 30-40%, con un costo che oscillava tra i 30-35 euro il quintale, sul dato qualitativo il particolare andamento climatico, che ha caratterizzato tutto il ciclo vegetativo, ha portato, tra alti e bassi, ad una qualità eterogenea ed interessante per le varietà precoci, buona e ottima per le altre. Per il novello, la legislazione italiana prevede l’utilizzo di almeno il 30% dell’uva lavorata mediante la macerazione carbonica; una gradazione alcolica minima dell’11%; la commercializzazione, non prima del 6 novembre; l’imbottigliamento entro il 31 dicembre dello stesso anno della vendemmia”. Una ditta tra le più importanti del Piceno, che fin dagli inizi ha puntato alla qualità è senza dubbio l’azienda vitivinicola Cocci Grifoni Guido & C., di Ripatransone, 41 ettari di vigneto specializzato, produttrice di circa 4.000 mila bottiglie di novello, nata oltre trentasette anni or sono col proposito di realizzare un’attività moderna, sulla scia di una tradizione familiare. “Sono reduce dal Banco d’assaggio dei vini novelli - spiega Paola Cocci Grifoni, Vice Presidente dell’Associazione Enologi Enotecnici Sezione Marche e produttore dell’omonima azienda vitivinicola, con sede in Contrada Messieri di Ripatransone – ed in quella sede, ho avuto la conferma che nella Regione Marche il novello sta attraversando un momento di crisi, per la rilevante riduzione dei consumi. La nostra azienda ha dimezzato la produzione di novello, imbottigliando circa 4.000 pezzi che saranno venduti a 4,50 euro l’uno, visto che l’interesse per il nuovo prodotto non si protrae oltre la festa di San Martino”.


GAZZETTA DI MANTOVA

Lettere
GUIDARE UBRIACHI
Signori ministri, una legge seria

Gentilissimi ministri, siamo stanchi di leggere sui giornali e sentire alla televisione: ubriaco uccide un motociclista, ritirata la patente dalla Polizia, poi si sente: patente rilasciata ed è libero. Ubriaco al volante uccide una ragazza sulle strisce pedonali, ritiro della patente. Poi ubriaco libero, patente rilasciata. Ubriaco al volante uccide una famiglia. Patente ritirata poi rilasciata, è libero di circolare. Ubriaco al volante tampona ed uccide un motociclista. Patente ritirata per un anno. Poi, patente rilasciata. Ubriaco al volante uccide un neonato, ecc. Questa è una follia da combattere! Da combattere con ritiri della patente a vita!
Ci son giovani che non scontano nemmeno il ritiro della patente di un anno come stabilito dal giudice perchè ricorrono in appello, ricorrono in Cassazione e non pagano nulla! Chi sono le persone che pagano veramente? Sono le vittime, sono le famiglie. Sono le assicurazioni che pagano sempre poco! Chi uccide non paga mai!
Gentili signori ministri, fate una legge che faccia pagare di tasca propria queste persone. Il Gip, omicidio colposo, non volontario. E’ volontario! Togliete la patente a queste persone che sanno benissimo cosa succede se si mettono al volante in quelle condizioni. Sanno anche benissimo che non gli faranno nulla, perciò continueranno a fare quello che si sente. Non serve a nulla vietare la vendita di alcol nei locali pubblici alle due del mattino quando all’una e quaranta ci sono giovani che comprano le bottiglie e le scolano fuori dai locali o in macchina. Siamo stanchi di morti sulle strade, voi no? Fermate queste stragi! Fermatele con il ritiro della patente almeno di un anno. Colgo l’occasione per comunicare che domenica 25 novembre 2007 è la giornata europea delle vittime della strada. Nella basilica di San Luigi Gonzaga a Castiglione verrà celebrata una santa messa alle ore 10.30. Tutti coloro che vorranno comunicare il nome del proprio defunto possono telefonare al n° 347/0004998 dopo le ore 14.00.

Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada - onlus


L’ADIGE

Ruben Frizzera, una morte improvvisa
Giornalista e scrittore l’ultimo libro sull’orso

Una morte che ha colto tutti di sorpresa, lasciando sgomenti i familiari e gli amici più cari. Ruben Frizzera, 53 anni, giornalista e scrittore, si è spento all’improvviso l’altra sera. «Era solo in casa quando si è sentito male - racconta Fabio Lucchi, compagno fraterno dai tempi del liceo - ha fatto appena in tempo a telefonare a un amico medico, ma quando è arrivato non c’era più niente da fare. È stato uno shock per tutti, una cosa davvero sconvolgente, un dolore immenso». Nato a Rovereto nel 1954, figlio della scrittrice Sandra Frizzera, sposato con Gloria Grotti, una figlia diciottenne Silvia, Ruben Frizzera viveva e lavorava a Trento. Dopo gli studi classici al liceo Prati, si era laureato in giurisprudenza a Padova. Aveva poi fatto il segretario comunale a Zuclo e Bolbeno, prima di ricoprire incarichi dirigenziali all’Esat, all’Istituto agrario di San Michele e all’Itea. Ma la sua vera passione, coltivata fin dagli anni della scuola, era la scrittura. Ha pubblicato tre romanzi «L’unica vita possibile» (Solfanelli, 1993), «Ritratto di donna» (Uct, 1997), e recentemente con la Casa editrice Il Margine «Bruno e gli altri orsi. Storie di caccia e di amore». Degli anni della gioventù, Fabio Lucchi ricorda la comune passione per il calcio («era un roccioso stopper»), quella per la moto («aveva un Ringo con cui amava andare nei boschi»), e quella mai tradita per i cavalli. «È sempre stato una persona ricca di entusiasmi, un amante dei viaggi poco convenzionali, un curioso della natura, dell’ambiente, dei popoli indigeni - continua Lucchi - e un intellettuale nel senso migliore del termine, cioè una persona che amava elaborare, senza mai perdere la capacità di cogliere gli aspetti umoristici della vita». «Un raffinato intellettuale, un viaggiatore della letteratura, un uomo dedito alla meditazione che amava molto Gandhi, amava conversare sulle religioni ed era quasi buddhista - dice un altro caro amico Danilo Curti -, una persona libera di mente, di grandissima sensibilità che del mondo di oggi non sopportava la stupidità». Paolo Ghezzi, allora direttore dell’Adige, scoprì Ruben Frizzera proprio grazie alla segnalazione di Danilo Curti, che lo conosceva da anni. Ecco come Ghezzi ricorda gli anni della collaborazione con il giornale: «In breve tempo divenne una firma di punta, perché il suo punto di vista era molto personale e inusuale: pur essendo inserito professionalmente come giurista nella macchina della Provincia, era agli antipodi del burocrate e del "trentinista". Il suo sguardo era ampio e generoso, abbracciava il mondo e soprattutto le terre e i popoli che conservavano un’anima primitiva, non ancora rovinata dalla civiltà industriale o dal consumismo post-industriale che detestava appassionatamente. Il suo sguardo era quello di un filosofo, di un romantico, di un poeta. Quando viaggiava, i suoi occhi non erano quelli del turista-collezionista di ricordi, ma dell’esploratore: di foreste, animali, anime. Amava appassionatamente l’orso, a cui ha dedicato il suo ultimo, bellissimo libro, perché era l’incarnazione di una natura non ancora addomesticata, perché era un mistero - come amava dire - elusivo. Ruben, un utopista, nei suoi scritti ha amato e inseguito l’innocenza e la bellezza, e insieme ha difeso gli umili e i perdenti. Come gli alcolisti a cui ha dedicato, sull’Adige, dei ritratti pieni di umanità e di compassione non pietistica. Era una persona rara, capace di uno sguardo puro, la cui assenza oggi ci rende più soli e più poveri». I funerali di Ruben Frizzera si terranno domani alle 14, al cimitero di Trento. Sarà una funzione laica, con un ricordo affidato a Paolo Ghezzi e un momento musicale.
R.B.


WINENEWS.IT

VIENE DAL CUORE E FA BENE AL CUORE: LA FONDAZIONE NO PROFIT COLOGNI DEI MESTIERI D’ARTE E L’AZIENDA CABANON PRESENTANO “CORVITIS” ROSSO RISERVA 2005
Non poteva che scaturire un rosso “del cuore” dall’unione della fondazione no profit “Cologni dei Mestieri d’ Arte”(info@fondazionecologni.it ), attiva nella promozione dell’artigianato d’eccellenza e l’azienda vinicola Cabanon di Elena Mercandelli (info@cabanon.it ), che da sempre professa la viticoltura come mestiere d’arte.
“Corvitis” Riserva 2005 è un vino che celebra la vita e i suoi ritmi solari: una produzione limitata e millesimata di un vino che manifesta tutte le sue più pregiate proprietà organolettiche anche dopo un periodo di affinamento relativamente breve e senza nessun passaggio in barrique, ma solo botti di rovere. Il ricavato della vendita servirà a promuovere le attività della Fondazione Cologni per i Mestieri d’Arte.
Corvitis vanta il riconoscimento “Top Hundred” 2006 conferito ai 100 migliori vini italiani da “Il Golosario” di Paolo Massobrio. Il commento? “... L’assaggio è stato emozionante. La sorpresa di un grande vino italiano, nello stile e nel solco storico di questa azienda, un vino pieno, corposo, fresco, setoso (*) ed elegante”.
(*) Nota: permettetemi di giocare un po’, per una volta.
Mi piacerebbe un giorno chiedere conto ad un sommelier di come parla.
Cosa distingue un vino “elegante” da uno trasandato?
Un vino “pieno” da uno vuoto?
Uno “fresco” da uno caldo, beh, meno male, quello lo so anch’io. O no?
Ma “setoso”???
Dal Dizionario della Lingua Italiana De Mauro: “setoso” = setoloso, peloso.
Un vino peloso?
Dal Dizionario della Lingua Italiana “Sabatini Coletti”: “setoso” = simile alla seta per aspetto e consistenza. Ma che vino è? Di stoffa?
Al “Thesaurus” di Word, “setoso” non esiste nemmeno.

So di essere un ignorante in materia: nel linguaggio dei sommelier (evidentemente ignoto anche a chi scrive i dizionari) “setoso” avrà certamente un qualche significato.
Secondo voi deriverà da seta o da… “sete”?


IL CENTRO

l’investitore ubriaco chiede perdono

non volevo uccidere: chiedo perdono

rabbia e smarrimento in paese il sindaco: comunità sotto shock

Mercoledì, 14 Novembre 2007
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