ENOTIME.IT
GIAPPONE: IN GALERA
ANCHE CHI VIAGGIA IN AUTO CON UN UBRIACO! Inasprimento delle
norme antialcol: pene anche per chi vende alcol o fornisce l’auto a persone già
alterate A poco più di un
mese dall’entrata in vigore della legge che inasprisce le pene per la guida in
stato d’ebbrezza (19 settembre), in Giappone si fanno i primi conti. Secondo i
dati diffusi dall’Agenzia nazionale di polizia, gli incidenti stradali causati
da guidatori ubriachi o con concentrazioni di alcol nel sangue oltre i limiti
consentiti sono stati 350, in calo del 40% rispetto allo stesso periodo
dell’anno scorso.
Di questi, 17 sono stati mortali contro
i 26 dello stesso periodo del 2006, mentre i guidatori fermati dalla
polizia in stato di ebbrezza alcolica più o meno acuta sono risultati in calo
del 35%, pari a 5.652. La nuova legge
prevede pene più severe non solo per chi guida, ma estende le sanzioni anche a
chi, pur sapendo delle condizioni precarie del guidatore, salga lo stesso a
bordo della sua auto. In una sorta di percorso retroattivo, poi, vengono puniti
anche coloro che vendono alcol e forniscono o prestano la macchina a persone
ubriache. Per fare qualche esempio delle pene, il passeggero che non riesca a dimostrare di non essersi reso conto
delle condizioni del guidatore è passibile di pena fino a tre anni di carcere e
una multa di 4.000 dollari. Ai fini della colpevolezza, non rileva se abbia
o meno la patente, perché dai 14 anni in su sono tutti punibili. Il possessore di un’auto che lasci guidare
un ubriaco rischia invece fino a cinque anni di galera e 8.000 dollari di
sanzione. Per quanto riguarda le sanzioni per i guidatori, per concentrazioni di alcol nel sangue pari
o superiori a 0,8 grammi/litro la nuova legge ha innalzato la pena
massima da tre a cinque anni di prigione o una multa di 8.800 dollari, mentre
per concentrazioni da 0,3 a 0,79 la sanzione massima è di tre anni di
carcere o una multa fino a 4.400 dollari. Per chi rifiuta la prova del palloncino,
i mesi di carcere sono tre o una multa di 4.400 dollari. Tornando alle statistiche relative al primo mese di
applicazione delle norme, tra i 5.652 fermati per guida in stato di ebbrezza,
il numero di arresti per ubriachezza manifesta è stato pari a 65; 436 sono
finiti in galera per “ebbrezza moderata” e 27 per rifiuto della prova del
palloncino. La polizia ha arrestato
anche altre sette persone, di cui due ristoratori per aver dato alcol e una per
aver prestato l’auto a individui già ubriachi e quattro per essersi sedute a
bordo con un guidatore in stato d’ebbrezza pur sapendo del suo stato. “I numeri sono incoraggianti, ma vogliamo essere ancora
più severi per ridurre al minimo gli effetti della guida in stato
d’ebbrezza”, ha commentato un rappresentante della polizia. L’inasprimento
delle pene per la guida in stato d’ebbrezza era stato richiesto a furor di
popolo ad
agosto dell’anno scorso, quando la nazione rimase scioccata alla notizia che
tre bambini che viaggiavano con i genitori sono affogati dopo che la loro
macchina, speronata da un’altra auto su un ponte, era finita in mare. Il
conducente era risultato completamente ubriaco. (*) Fonte: FocusWine (*) Nota: i giapponesi fanno sul serio. “A furor di
popolo”. Quasi come in Italia: leggete il prossimo articolo…
TRENTINO
Durnwalder ricorre
alla Corte: «I locali li chiudiamo solo noi» Alcol, Provincia
contro polizia Il presidente
rivendica la competenza. E attacca sui troppi controlli BOLZANO. Ora la
Provincia di Bolzano vuole essere padrona di decidere, senza interferenza
alcuna, anche sulla chiusura di locali ed esercizi pubblici. Lo ha affermato
ieri il presidente Luis Durnwalder preannunciando un ricorso alla Corte
Costituzionale, a seguito della decisione della Questura di sospendere la
licenza del Club Lounge Riva di Merano lo scorso 28 settembre. Durnwalder
sostiene che lo Statuto di autonomia parla chiaro. «In base allo
Statuto - ha affermato infatti il governatore - la Provincia ha competenza
legislativa concorrente sugli esercizi pubblici e la relativa potestà
amministrativa. Il rilascio e la sospensione della licenza spetta, quindi, a
me». La Polizia, ha aggiunto, «ha facoltà di eseguire i controlli ed il
questore può proporre la revoca qualora vengano riscontrate irregolarità». Per ora la Questura
ha scelto la linea della prudenza, in attesa del pronunciamento della Corte
Costituzionale. «Prendiamo atto - ha spiegato il vice questore aggiunto Giorgio
Augusto Porroni - della decisione della Provincia di ricorrere alla Corte Costituzionale,
ma non intendiamo entrare nel merito della questione». Ad indurre la Provincia
ad uscire dall’impasse è stata la decisione della Questura di chiudere l’ex
discoteca Marinara, per 5 giorni a seguito di una situazione intollerabile per
tutto il vicinato. I clienti si intrattenevano in strada oltre l’orario di
chiusura, si registravano ripetuti atti vandalici ed è stata rilevata la
presenza di pregiudicati. Un provvedimento, dunque, giustificato da ragioni di
pubblica sicurezza. Durnwalder, pur spendendo parole di elogio nei confronti
del questore Piero Innocenti e della Polizia in generale, ha spiegato di voler
ricorrere alla Corte Costituzionale per non creare un precedente. Sempre in tema di alcol Durnwalder si è
espresso anche in merito ai recenti controlli sulla somministrazione di
alcolici nei locali dopo le 2 annunciando che intende intervenire presso gli
organi competenti a Roma. «Quella intrapresa dallo Stato - ha detto Durnwalder
- non è la strada giusta. Non sono i divieti dopo una certa ora a ridurre il
consumo di alcolici. I giovani, infatti, li ordinano prima del limite orario
imposto e li assumono dopo». (*) A questo riguardo Durnwalder ha ricordato
le iniziative di sensibilizzazione poste in essere dalla Provincia, che saranno
riassunte in un elenco che redigerà l’assessore Thomas Widmann, e ne ha
preannunciate altre. «Qualche
bicchiere in più si può bere - ha continuato il presidente - ma senza perdere
l’autocontrollo» (**). Durnwalder si è spinto oltre e ha fatto
intendere di aver avuto, nell’ultimo periodo, una serie di segnalazioni che non
gli sono piaciute. Ha raccontato di alcuni altoatesini fatti scendere dal taxi
e multati per ubriachezza molesta. «Se quanto mi è stato riferito rispondesse a
verità saremmo di fronte a comportamenti vessatori e comunque sbagliati. Non è
così, infatti, che si educano i ragazzi». Le forze dell’ordine, per ora, si limitano
ad applicare la legge, sia per quanto attiene le verifiche all’interno dei
locali che per quanto riguarda gli automobilisti sorpresi con un tasso alcolico
sopra quello consentito, senza rispondere agli attacchi che provengono ora dal
presidente e prima dall’assessore Widmann. Nessun accanimento, dunque. «Non
facciamo controlli straordinari - conferma il capitano dei carabinieri Marco
Lunardi - ma verifiche nella norma». (*) Nota: è chiaro che chi vuole proprio bere una strada
per farlo la trova, ma ci sono anche moltissimi giovani che rispettano la
disposizione di legge: secondo i primi dati questa legge ha già drasticamente
diminuito gli incidenti notturni. (**) Nota: “in più” di quanti? Prendiamo la migliore delle ipotesi – in più di uno solo
- e supponiamo, per stare scarsi, che
con “qualche bicchiere” il Presidente intendesse per esempio due. 2+1=3. Il Presidente afferma che si può bere come minimo tre bicchieri, una dose già estremamente
pericoloso per la salute, certamente in grado di fare già perdere una buona
dose di autocontrollo, nonché di superarare il tasso di alcolemia consentito
per guidare. Che messaggio
veicola un “Presidente” di Provincia quando fa un’affermazione del genere? Pare esagerato
chiedere le dimissioni di questo signore? Scrivete il vostro parere a Presidenza@provincia.bz.it
e a trento@trentinocorrierealpi.it
, oltre che a Sbarbada e Argenta per la pubblicazione in rassegna stampa.
IL TIRRENO
Ubriaco alla guida
autista di ambulanze Negli ultimi tre
anni aveva già avuto due sospensioni della patente Alcol quattro volte
oltre il limite: nel 2004 era stato condannato per omicidio colposo PRATO. C’è chi
impara dai propri errori e chi non ne vuol proprio sapere, a costo di fare del
male agli altri. Il pistoiese di 55 anni fermato domenica sera dalla polizia in
viale Galilei a Prato appartiene certamente alla seconda categoria, con
l’aggravante di essere più volte recidivo. Il soggetto in questione è stato
trovato alla guida di una Ford Fiesta con un tasso di alcol nel sangue ben
quattro volte superiore a quello consentito dalla legge. Forse sperando di
alleggerire la sua posizione, forse perché ancora sotto l’effetto
dell’abbondante libagione, non ha
trovato di meglio per giustificarsi che spiegare di aver preso la patente di guida
per condurre le ambulanze della Croce Rossa, e di aver svolto regolarmente
servizi di emergenza. Una circostanza, questa, che rende ancora più
imbarazzante la sua posizione. Immaginare un autista di ambulanza dal
bicchierino facile non tranquillizza certo i malcapitati che dovessero trovarsi
ad aver bisogno del suo aiuto. (*) Ma la vicenda del
conducente ubriaco è resa ancor più singolare dalla storia personale dell’uomo
se è vero che, come risulta alla polizia, l’uomo
è stato condannato non più di tre anni fa, il 14 dicembre del 2004, a dieci
mesi di reclusione per omicidio colposo. La Ford Fiesta
condotta dal pistoiese cinquantacinquenne è stata intercettata dalla polizia di
Prato in viale Galilei perché qualcuno aveva visto l’auto procedere a forte
velocità e ha chiamato il 113. Viale Galilei, tra l’altro, è una strada
tristemente nota per gli incidenti mortali, tanto che il Comune ha dovuto
mettere più di uno spartitraffico per rallentare la circolazione. Una volante
della polizia ci ha messo pochi minuti per rintracciare l’auto sospetta e il
conducente è subito apparso alticcio. Impressione poi confermata dall’esame
dell’etilometro, che ha accertato un tasso alcolico di quattro volte superiore
a quello consentito. I poliziotti si
sono incuriositi e sono andati a ricostruire la storia personale del
conducente. Intanto hanno scoperto che la patente di guida gli era scaduta da
qualche giorno (per questo è stato denunciato, oltre che per la guida in stato
di ebbrezza). Poi è saltato fuori che l’uomo era già stato denunciato per guida
in stato di ebbrezza nel 2005 e che la patente gli era stata sospesa per due
volte, nel 2005 e nel 2006. Infine è emersa quella condanna per omicidio
colposo, un incidente stradale mortale, arrivata il 14 dicembre 2004 per un
episodio accaduto anni prima. Se c’è
qualcuno in Italia a cui andrebbe tolta la patente, il conducente della Fiesta
è in pole position. Il fatto di guidare o aver guidato
un’ambulanza è solo un’aggravante. (*) Nota: eppure di conducenti di ambulanze ebbri abbiamo
parlato altre volte in questa rassegna. La sensazione è che chi dovrebbe essere maggiormente
soggetto a controlli con etilometro non lo sia praticamente mai.
VARESENEWS
Cuasso al Monte - Il
fatto avvenuto lungo la provinciale. Ritiro immediato della patente per il
conducente Scuolabus troppo
lento: alla guida l’autista è ubriaco Guidava molto piano perchè era ubriaco: non la sua auto,
ma lo scuolabus. Troppo lento il mezzo e i carabinieri, si sono insospettiti
non per le lancette del contachilometri bruciate dal piede pesante
dell’autista, ma per l’eccessiva lentezza che viaggiava verso Cuasso al Monte
sulla strada provinciale 29 attorno alle 15 di oggi, 12 novembre. I militari
del nucleo radiomobile di Varese, dopo aver osservato il pulmino procedere a
passo di lumaca, hanno intimato l’alt all’autista. E qui la sorpresa: l’uomo
alla guida del mezzo, un cinquantatreenne da circa un anno impiegato in una
ditta privata alla quale il Comune ha appaltato il servizio, è risultato
positivo ai controlli alcolemici. Il valore di alcool nel sangue superava di
ben tre volte la soglia consentita per legge. Risultato: ritiro immediato della
patente. Al momento del controllo, per
fortuna, lo scuolabus era vuoto.
VARESENEWS
Cuveglio - Alla
guida del mezzo un trentaduenne ubriaco. Quindici giorni di
prognosi per il ferito Investe pedone in
carrozzina e si costituisce Investe un portatore di handicap in carrozzina e poi si
costituisce. L’uomo, un cittadino marocchino di 32 anni, O.A. le iniziali, si è
reso responsabile dell’incidente nella serata di sabato scorso, il 10 novembre.
Il fatto è avvenuto a Cuveglio lungo la via Milano, una strada secondaria che
attraversa la parte vecchia del paese. Il trentaduenne era in quel momento alla
guida di una Volvo 460 che verso le 21.30 ha investito il pedone che stava attraversando sulle strisce
pedonali per darsi alla fuga subito dopo. L’uomo evidentemente capisce che i carabinieri sono sulle sue tracce e
fa ritorno verso Cuveglio andando alla caserma dei carabinieri di Cuvio per
costituirsi. Di fronte ai carabinieri,
poi, la sorpresa: è ubriaco. Per lui oltre al ritiro della patente di
guida, la denuncia per omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e
lesioni colpose. Lo sfortunato pedone è stato portato all’ospedale: se la
caverà con 15 giorni di prognosi. Nella notte tra sabato 10 e Domenica 11 novembre gli
uomini del Comando Provinciale dei
Carabinieri di Varese hanno effettuato un controllo straordinario sulla
viabilità varesina per cercare di frenare il fenomeno della guida in stato di
ebbrezza. Sono state ben 6 le persone sorprese alla guida con tassi
alcolemici di gran lunga superiori al
consentito. Quello della guida
in stato di ebbrezza è un fenomeno che anche nella nostra provincia sta
assumendo aspetti sempre più allarmanti. Sembra quasi che i continui richiami
delle istituzioni e dei media sortiscano un effetto contrario al punto che le
violazioni accertate stanno gradualmente aumentando. (*) (*) Nota: è probabile che aumentino le violazioni
accertate perché aumentano i controlli, non perché si sta aggravando il
fenomeno.
REPUBBLICA.IT
LITUANIA: AGENTE
UBRIACO UCCIDE BIMBI,SI DIMETTE MINISTRO Il ministro dell’Interno
e il capo della polizia della Lituania si sono dimessi in seguito all’incidente
in cui un poliziotto ubriaco ha investito e ucciso tre bambini di 10 anni. Il ministro Raimondas Sukys ha
rimesso il mandato dopo le polemiche scoppiate per l’incidente avvenuto la
settimana scorsa in una regione dell’ovest del piccolo Stato baltico. Contro
l’agente ubriaco, uscito illeso dall’incidente, si era abbattuta la rabbia
dell’opinione pubblica. Il premier Gediminas Kirkilas aveva sollecitato le
dimissioni del capo della polizia, Vytautas Grigaravicius, che inizialmente
aveva esitato a presentarle. Ma dopo che il ministro Sukys ha lasciato
l’incarico, a Grigaravicius non e’ rimasto altro da fare che imitarlo.
VIVIAMOLAVITA
Comunicato stampa 12/ 11 / 07 Martedì 6 Novembre , su invito del Sindaco di Mondovì Dr.
Viglione Stefano , alcuni amministratori del monregalese , presso la sala
Consiliare del Municipio, hanno incontrato i rappresentanti dell’ Associazione
“ Viviamolavita “ di Magliano Alpi. Durante l’ incontro gli
esponenti dell’ Associazione hanno ribadito la necessità di anticipare l’
apertura e la chiusura dei locali notturni alle ore 1 per andare incontro alle
esigenze educative ,di sensibilizzazione , prevenzione e di controllo al fine
di salvaguardare l’ incolumità fisica e morale dei nostri giovani . Per raggiungere tale obbiettivo l’ Associazione ha
proposto una regolarizzazione e graduale
riduzione dell’ orario attuale così da evitare i ventilati esodi da parte dei
giovani, e dare la possibilità agli esercenti di organizzare le proprie
attività. Gli amministratori presenti hanno dimostrato
interesse e sensibilità pur ritenendo
fondamentale un coinvolgimento a più ampio raggio. A tal fine il Sindaco di Mondovì , si è fatto promotore di
un nuovo incontro con gli amministratori della provincia e in un secondo tempo
con tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria.
QUOTIDIANO.NET
MARGHERA Cadavere di donna
nel bagagliaio, arrestato Dopo un controllo, è
stato rinvenuto nel portabagagli del veicolo guidato da un cittadino straniero
il cadavere di una donna accoltellata Venezia, 13 novembra 2007 - Un cittadino straniero,
ucraino, è stato arrestato questa mattina nella zona industriale di Porto
Marghera (Venezia). Nell’auto che stava guidando, dopo un controllo, è stato
rinvenuto nel portabagagli il cadavere di una donna accoltellata. Secondo le prime informazioni, l’uomo si
era perso nel dedalo delle vie della grande zona industriale di Porto Marghera,
fermandosi alla portineria di una fabbrica per chiedere informazioni. Gli addetti alla
sicurezza si sono insospettiti e sono stati fatti degli accertamenti anche
sull’auto dell’ucraino. Con grande sorpresa, aperto il bagagliaio, è stato
trovato il cadavere di una donna. Emerge una storia dai contorni inquietanti e cruenti.
L’episodio è avvenuto questa mattina nella zona industriale di Porto Marghera:
un’auto ha cercato di entrare da una delle entrate controllate del
Petrolchimico. Gli addetti alla sicurezza l’hanno bloccata immediatamente e
hanno cominciato a discutere con il conducente della macchina, un cittadino
dell’Est, probabilmente ucraino, che sembrava
ubriaco. L’uomo, infatti, ha detto ai sorveglianti di guardare nel
portabagagli dell’auto e poi ha accennato a una fuga ma è stato subito bloccato.
In seguito, temendo un attentato, sono stati chiamati gli
artificieri e dal bagagliaio della macchina è spuntato un cadavere di donna,
probabilmente una cittadina tedesca, con evidenti segni di coltellate. Nel
portabagagli è stato trovato anche il coltello usato sicuramente per
l’omicidio. L’uomo, ancora in stato
confusionale, è stato arrestato ed ora si sta cercando di accertare se sia
anche l’autore dell’omicidio.
LIBERTA.IT
Non siamo una
generazione alcolizzata Non lesina di certo energie e sforzi, il Romagnosi, per
formare dei cittadini provetti. Nell’ambito del progetto "Educare alla
convivenza", infatti, tutte le classi, dalla prima alla quinta, sono state
coinvolte in attività interdisciplinari sulle basi della coesistenza civica. Iniziativa
di sicuro interesse, nella quale la relazione della Croce Bianca nell’ambito
del progetto di sensibilizzazione TVB è stata una parte importante. Ma cosa ne
pensano, i ragazzi, della "macchina" che sta dietro al soccorso?
Droga e alcol sono, per loro, una minaccia? Lo abbiamo chiesto a qualche
studente in platea, ieri, durante l’insolita lezione. Per tutti o quasi, c’è armonia di pensiero: no a stupefacenti e troppe
birre, ma no anche al percorso di volontariato. Un’esperienza di vita che, per i giovani del secondo anno,
non sembra avere molto appeal. «E’ stato un momento utile - spiega Andrea
Dellatorre -, anche se le cose sull’abuso di droga e alcol le sapevo già.
Operatore in una P.A.? Forse, ma dovrei valutare attentamente». Nemmeno troppo
entusiasta Valeria Zaia: «No, mi interessa molto fare la volontaria - dice -,
anche se l’incontro è stato istruttivo». L’alcol
è uno "spauracchio"? «Mi è capitato ogni tanto di alzare il gomito -
confida -, essere un po’ brilla, come succede a tutti, ma mai oltre». Della
stessa idea Michela Valentini, di Pontenure, esempio virtuoso: non beve e non
fuma. «Ci vuole troppo impegno per mettersi a disposizione degli altri - chiosa
-, anche se questa mattina (ieri per chi legge, ndc) è stata molto positiva». «E’
giusto che sappiamo cosa ci circonda - le fa eco Brigida Brizzolara, di
Carpaneto -, e come affrontare le emergenze. A me, però, non è mai capitato di
chiamare il 118». «Ci sono state dette cose che io già sapevo - rileva Sara Dal
Ciello, anch’ella di Carpaneto - già alle medie avevo affrontato questi temi».
Dà qualche consiglio "didattico", invece, Giulia Molina: «Devono dare
- sottolinea - più indicazioni "pratiche", su come effettuare i primi
soccorsi, invece che parlare degli stupefacenti, i cui effetti dannosi già
conosciamo». Sono rimaste affascinate, d’altra parte, dalle spiegazione degli
operatori della Croce Bianca - le classi sono anche state portate all’esterno
per un "visita" all’autoambulanza -, Valentina De Bernardi e Cristina
Prazzoli. «Mi piacerebbe dare una mano - glossa la prima - proprio nel campo
del soccorso». «Gli argomenti - dice Cristina, di Roveleto - sono stati
importanti, in compagnia c’è qualche
amico che beve, ma sempre con moderazione». Gli apocalittici che vedono le nuove generazione ubriacone e
tossicodipendenti, al Romagnosi, rimangono delusi. Pochi gli appassionati
all’universo volontario, però. «Ma sono ancora piccoli, tra breve ne capiranno
l’importanza» si auspica Caterina Martino, referente dell’iniziativa
"Educhiamo alla convivenza". Alessandro Rovellini
TRENTINO
Sondaggio: il 27% ha
già «fumato» Alcol e cannabis
allarme under 15 BOLZANO. Sono l’alcol e la cannabis le sostanze che
creano dipendenza più diffuse in Alto Adige tra i giovanissimi. Lo rivela
un sondaggio (presentato dalla Sovrintendenza scolastica) condotto su 4.016
ragazzi tra gli 11 e i 15 anni delle scuole italiane e tedesche. I risultati sono impressionanti: il 27%
degli undicenni ha già fatto uso di alcolici. E il 27% degli under 15 ha già
fumato la prima canna. Solo il 13% dei quindicenni dichiara di non aver mai
bevuto. Il 45% dei ragazzi intervistati, inoltre, dichiara di bere alcolici
con cadenza settimanale ed il 5,5%, addirittura, si concede almeno un bicchiere
al giorno. «L’alcol nella nostra provincia è sempre stato considerato un
problema del mondo tedesco, ma questi numeri sfatano anche questo tabù - dicono
dalla Sovrintendenza - All’interno del
5,5% dei ragazzi che bevono ogni giorno, infatti, la maggioranza è nella scuola
italiana». Sempre più precoce anche l’approccio alla cannabis.
ROMAGNA OGGI
CESENA - Alcol e
Lavoro. La rilevanza sociale ed il rischio lavorativo CESENA - Diffondere
negli operatori del mondo della sanità romagnola una maggior consapevolezza sui
danni causati dall’alcol e al contempo ridurre gli incidenti e gli infortuni
sul lavoro dovuti all’assunzione di bevande alcoliche. E’ l’obiettivo del corso
di formazione “Alcol e Lavoro, la rilevanza sociale ed il rischio lavorativo”,
in programma martedì 13 novembre 2007, dalle ore 8.30 alle 17.30, nella sala
convegni Bufalini. Un fenomeno quello dell’abuso di alcol che sta assumendo
un’importanza sempre maggiore. Nel
territorio dell’Ausl di Cesena si stima che il 20% degli adulti nella fascia di
età 18-69 anni abbia abitudini di consumo considerabili “a rischio” (Studio
Passi 2005). Organizzato dall’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza
degli ambienti di lavoro e dal Ser.T dell’Azienda USL di Cesena, il corso è
rivolto in particolare agli operatori delle Aziende Sanitarie di Cesena, Forlì,
Ravenna e Rimini. I consumatori abituali di alcol, infatti, durante
l’attività lavorativa possono incorrere in infortuni, provocare danni a terzi,
avere incidenti stradali (infortuni in itinere), peggiorare il proprio stato di
salute con frequenti assenze sul lavoro per malattia, alterare i rapporti con i
colleghi con inevitabile disagio nell’ambito lavorativo. Tra gli argomenti al centro dell’incontro, verranno
trattati in particolare gli ambiti applicativi della norma di riferimento
sull’alcool (legge 125 del 30 marzo 2001), le implicazioni operative per i
servizi di prevenzione ed i possibili percorsi condivisibili con la figura del
medico competente aziendale. Gli aspetti più inerenti alla sfera sociale che
l’uso dell’alcool comporta, saranno illustrati dagli operatori del SERT. L’iniziativa rientra nel progetto alcol e lavoro che la
Regione Emilia Romagna ha avviato in conformità al piano europeo di
sensibilizzazione ai rischi connessi all’assunzione di bevande alcoliche.
ASAPS.IT
Svizzera “Serie nera” sulle
strade: 11 giovanissimi uccisi in incidenti nel giro di pochi giorni Prende nuovo vigore
il programma “Via Sicura”, 56 regole per cambiare le sorti Tasso alcolico zero,
patente rinnovabile, corsi di guida sicura obbligatori (ASAPS) BERNA, 13 novembre 2007 – La Svizzera sta
attraversando un periodo critico, sul fronte della sicurezza stradale. Il mese
di ottobre è stato infatti caratterizzato da una lunga “serie nera” di
incidenti mortali, nel corso dei quali 11 giovani – tutti di età inferiore a 25
anni – sono morti nello spazio di nemmeno 20 giorni. È un record negativo per
il paese dei cantoni, che sembra vanificare, almeno per l’opinione pubblica,
gli eccezionali risultati conseguiti nella lotta alla violenza sulle strade.
L’effetto è stato comunque quello di rilanciare il dibattito sulla quantità e
la qualità delle contromisure da adottare. In Svizzera esiste da tempo un
programma federale di sicurezza stradale, che si chiama “Via Sicura”, che
prevede 56 misure destinate a far scendere sotto quota 300 – almeno nelle
intenzioni dei suoi ispiratori – il numero delle vittime della strada, ed a
3000 quello dei feriti, il tutto entro il 2010. Si tratta, insomma, della
risposta elvetica alla carta europea della sicurezza stradale, che chiede a
tutti gli stati membri di dimezzare – entro lo stesso termine – la mortalità.
Nel corso del 2006, il bollettino della sinistrosità si è attestato a 371
uccisi e 5.075 feriti gravi. Le misure
sono semplici: tra queste il tasso alcolico zero per i conducenti professionali
ed i neopatentati e introduzione di una scadenza della validità della
patente di guida, ma anche – e qui siamo alle ultime novità – obbligo per
motociclisti ed automobilisti di seguire corsi di perfezionamento nella guida.
Come dire: la patente non basta, serve “imparare” a guidare davvero. L’idea,
che costa molto, prevede l’impegno di risorse per quasi mezzo miliardo di euro
da qui ed i prossimi 15 anni. Troppi? Dipende, ovviamente, dai punti di vista.
Il consiglio che possiamo dare, è quello di scegliere una scuola di guida
sicura, tra quelle più serie ed accreditate, ed investire qualche soldo
nell’apprendimento (teorico e pratico) di norme di comportamenti in grado di
salvare la vita. Non sarebbe male se, in Italia, le assicurazioni RCA
proponessero sgravi alle proprie tariffe in cambio di una certificata
partecipazione a corsi seri, presso centri specificatamente accreditati.
(ASAPS)
IL GAZZETTINO (Treviso)
LA CONDANNA Tre anni e mezzo
all’uomo che picchiò e rapinò l’amico Tre anni e sei mesi sono stati ieri la condanna per Franco
Zacco, 49 anni, che abita in Borgo Mestre, per aver sfondato con una spallata
la porta di casa di un amico (che ha 72 anni, lui 49) in borgo Mazzini. Non è
stato tutto: l’uomo aveva bevuto,
l’altro voleva che andasse via, e Zacco così l’ha inseguito fino alla
Pescheria, gli ha strappato la catenina d’oro con un ciondolo a serpente e l’ha
buttata nel Sile. Franco Zacco - noto
per la sua passione per l’alcool - era stato interrogato dal giudice
Gianluigi Zulian e gli era stato vietato di mettere piede a Treviso. Il fatto
era avvenuto il 24 giugno di quest’anno: Zacco
è recidivo e a suo carico le accuse erano di lesioni, violazione di domicilio,
rapina. Ma Zacco non è in carcere che dovrebbe stare: arrestato fin dal ’92 perchè respinto da
un’abitazione, voleva far saltare in aria una palazzina, era finito in
psichiatria. Poi se l’era presa con le infermiere, di anno in anno, da un
delirio all’altro.
L’ADIGE
«Per lavorare noi
rischiamo tutti i giorni» di GIANPIERO LUI Anche a Rovereto ed in Vallagarina c’è voglia di
sicurezza, questo è quanto emerso nel corso del seminario dal titolo "Gli
operatori economici incontrano le forze dell’ordine", promosso dall’Unione
commercio e turismo, che ieri ha riunito presso la sede di via Pedroni i suoi
associati (presenti soprattutto titolari di pubblici esercizi), in
collaborazione con la Polizia di Stato (Questura di Trento). Roberto
Giacomelli, dirigente della squadra mobile, ha lanciato un appello: «La cosa
più importante è il dialogo tra di noi, il contatto diretto tra gli operatori
economici e la polizia perché siamo perfettamente consapevoli che fondamentale
è la prevenzione. Noi abbiamo il quadro generale della sicurezza pubblica in
Trentino e vogliamo avere un contatto diretto con chi è sempre al contatto con
il pubblico; il nostro ruolo è quello di risolvere i problemi non certo di
crearli». «Ogni giorno che passa il nostro lavoro diventa sempre più difficile
- così Giorgio Buratti, presidente dei pubblici esercizi del Trentino - i
pubblici esercenti sono direttamente a contatto con furti, rapine, minacce,
atti vandalici, aggressioni. Non è vero che il Trentino è un’isola felice, per
la violenza di tali episodi, fino a qualche anno fa assolutamente
inimmaginabili per la nostra provincia. Ogni
giorno rischiamo di vederci sfondare la vetrina per aver rifiutato di servire
da bere, essere malmenati per aver sorpreso dei ladri nel proprio
esercizio. La nostra associazione sta promuovendo iniziative e corsi ma
dev’essere la politica a dare risposte concrete». Problematico il mantenimento
del silenzio e della quiete in orario notturno ma non sempre - è stato
evidenziato - la colpa è del gestore del bar, quando schiamazzi ed urla
avvengono in strada, magari ad esercizio pubblico già chiuso. Il vicequestore
aggiunto Francesco Pippa ha parlato di
"alcol e minori", una vera e propria piaga sociale, evidenziando come
si tratti di un problema culturale e che, dopo le famiglie che dovrebbero
assicurare l’educazione dei giovani, il ruolo degli operatori è molto
importante. Buratti ha ricordato come il Parlamento abbia varato una legge che
impedisce agli esercizi commerciali di vendere alcolici e superalcolici ai
minori di 16 anni. Il problema dell’alcol tocca anche gli incidenti stradali,
che comunque fanno osservare un trend di incidenti mortali in calo (dai 58
morti del 2001 ai 42 del 2006 fino ai 18 dei primi 10 mesi di quest’anno). L’ispettore
Degasperi ha fornito i dati sulle violazioni più frequenti riscontrate durante
l’attività di controllo: sforamento dell’orario di chiusura dei pubblici
esercizi (l’intervento viene sollecitato dai vicini di casa decisamente poco
tolleranti), spettacoli danzanti eseguiti senza le dovute licenze, sale
fumatori non in regola con la normativa. Numeri importanti quelli presentati
dal Commissariato sull’attività di pubblica sicurezza nei primi dieci mesi del
2007: 16 persone denunciate a piede libero per lesioni dolose e due arrestate;
11 persone denunciate per minacce, 8 per ingiurie. Quindici le persone
coinvolte in furti, delle quali 3 arrestate. Una persona denunciata per furto
in abitazione, sei negli esercizi commerciali (tre denunciate e tre arrestate),
un denunciato per furto in un’auto in sosta, tre per ricettazione, un arrestato
per rapina in pubblica via. Tre denunciati per truffe e frodi informatiche, 14
per danneggiamenti. Nel campo degli stupefacenti si è registrata una denuncia
per traffico e un arresto per spaccio mentre un altro arrestato per il reato di
sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. In totale, contando anche
la voce "altri delitti" (81 denunce e 13 arresti) si arriva a 149
persone denunciate a piede libero e 21 arrestate relativamente al periodo 1°
gennaio-5 novembre 2007. Nel medesimo periodo sono stati effettuati 1473
controlli, che hanno interessato 1689 persone, 1045 veicoli e 71 documenti. Tra
i denunciati 115 sono di nazionalità italiana (i comunitari sono 126 in totale)
e 60 extracomunitari; tra gli arrestati 6 italiani, 2 stranieri comunitari e 10
extracomunitari.
L’ADIGE
Convalidato
l’arresto di Argento. Espulso dallo studentato di S.Bartolomeo Tentata violenza,
resta in carcere Resta in carcere Giuseppe Argento, il trentenne napoletano
arrestato sabato con l’accusa di tentata violenza. L’uomo, uno studente
domiciliato presso il campus di San Bartolomeo, avrebbe inseguito e aggredito
una diciottenne in viale Verona: «Mi ha afferrato per un braccio, mi impediva
di andare avanti, sono riuscita a liberarmi. Era al centro della strada con i
pantaloni abbassati e mi faceva cenno di andare con lui», ha raccontato la
vittima alla polizia. Qualche ora prima, sotto
l’effetto dell’alcol, lo studente aveva anche minacciato con un coltello da
cucina la sua ex fidanzata e altri universitari all’interno della sala cucina
di via Malpensada. Ieri mattina si è svolto l’interrogatorio in carcere ed il
gip Marco La Ganga ha convalidato l’arresto. E sempre ieri, in occasione della
programmata seduta del Consiglio di amministrazione, il presidente Fulvio
Zuelli ha comunicato «che l’Opera Universitaria ha deciso la revoca del posto
alloggio e la sospensione della Borsa di studio allo studente protagonista del
riprovevole episodio di venerdì sera presso lo Studentato di S. Bartolameo, in
applicazione del regolamento che prevede comportamenti di civile convivenza
all’interno delle strutture dell’ente».
EMERGENZA ALCOLISMO
Alcol, debolezza
femminile La donna è
fisiologicamente e biologicamente più vulnerabile dell’uomo agli effetti dell’alcol. Lo dimostra uno studio condotto
dai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui le donne rischiano intossicazioni più gravi
bevendo minori quantità di alcol, sviluppano patologie più severe in tempi più
brevi, e faticano a controllare, dopo aver bevuto, i processi cognitivi e
quelli corporei, con maggiore pericolo di rimanere vittime di incidenti e
violenze. Motivo di questa diversità la loro differente struttura corporea
e, quindi, una ridotta capacità di metabolizzare l’etanolo, che si diffonde
tramite l’acqua e che viene ossidato da un enzima, l’alcol deidrogenasi (ADH). I ricercatori dell’ISS hanno condotto un esperimento su un
gruppo di uomini e donne con differente indice di massa corporea. Con identiche
modalità e alla stessa ora del giorno è stata loro somministrata un’unica dose
di superalcolico associata a un piccolo pasto. Negli uomini la concentrazione massima di alcol riscontrata nel sangue
è stata di circa 20mg/100ml, un valore capace, inoltre, di scendere
rapidamente a zero. Le donne, invece,
hanno raggiunto una concentrazione alcolemica di circa 80mg/100ml, livello che
rimaneva pressoché invariato anche a due ore dall’assunzione. Questo perché
le donne, confrontate agli uomini,
possiedono una quantità minore di acqua nel corpo, per cui bevendo allo stesso
modo, possono contare su un volume minore di distribuzione dell’alcol. Inoltre,
la funzionalità dell’ADH nel loro corpo risulta di gran lunga minore, fattore
questo che favorisce il passaggio diretto dell’alcol al fegato e un’alta
probabilità di danni epatici. Mirella Taranto
Istituto Superiore di Sanità Viale Regina Elena 299 00161 - Roma (I) Telefono: 06 4990 2950 Fax: 06 49 38 71 54 ufficio.stampa@iss.it
CORRIERE ADRIATICO
Dei 52.700 quintali
d’uva solo una piccolissima parte sono stati impiegati per produrre le 6.000
bottiglie Vino novello, in
forte calo i consumi in tutto il Piceno ASCOLI - E’ l’ora del “vino novello”, l’avanguardia del
comparto vitivinicolo, perchè arriverà sugli scaffali dei negozi e sulle nostre
tavole. C’è chi n’esalta la novità, mentre altri sostengono che si tratta di
una moda, nata sull’onda del successo ottenuto in Francia dal Beaujolais
nouveau. Nella nostra regione, purtroppo, a differenza delle altre, i consumi
di novello sono scesi notevolmente. “Il vino nuovo di un tempo – spiega Pio
Ionni, direttore commerciale della Cantina Sociale di Castignano - é stato
sostituito dal vino “Novello”: elegante, vivace, molto fresco e di facile
bevibilità, dagli ampi profumi e con aromi di frutta, piacevole al palato, di
colore rosso rubino intenso, ottenuto prevalentemente da uve Sangiovese e
lavorate con il sistema della macerazione carbonica. Nella nostra zona, è un
vino dai consumi in forte calo, anche se ancora non è stato divulgato
ufficialmente. Ho potuto constatare che la tendenza a consumare il novello si è
ristretta alle prime due settimane successive al sei novembre, accertato che le
vendite, dopo tale data, sono del tutto insignificanti. Dei 52.700 quintali
d’uva, conferiti dai soci alla cantina, solo una piccolissima parte sono stati
impiegati per produrre le 6.000 bottiglie di novello, un quantitativo molto
ridotto rispetto agli anni passati, bottiglie che saranno vendute a 3,50 euro
cadauna”. “Parlando dell’uva in generale - riferisce Adamo Castelli, titolare
dell’Azienda “Agrobiologia Cartofaro” di Campolungo - se sul fronte
quantitativo i dati hanno evidenziato una riduzione totale d’uva del 30-40%,
con un costo che oscillava tra i 30-35 euro il quintale, sul dato qualitativo
il particolare andamento climatico, che ha caratterizzato tutto il ciclo
vegetativo, ha portato, tra alti e bassi, ad una qualità eterogenea ed
interessante per le varietà precoci, buona e ottima per le altre. Per il
novello, la legislazione italiana prevede l’utilizzo di almeno il 30% dell’uva
lavorata mediante la macerazione carbonica; una gradazione alcolica minima
dell’11%; la commercializzazione, non prima del 6 novembre; l’imbottigliamento
entro il 31 dicembre dello stesso anno della vendemmia”. Una ditta tra le più
importanti del Piceno, che fin dagli inizi ha puntato alla qualità è senza
dubbio l’azienda vitivinicola Cocci Grifoni Guido & C., di Ripatransone, 41
ettari di vigneto specializzato, produttrice di circa 4.000 mila bottiglie di
novello, nata oltre trentasette anni or sono col proposito di realizzare
un’attività moderna, sulla scia di una tradizione familiare. “Sono reduce dal
Banco d’assaggio dei vini novelli - spiega Paola Cocci Grifoni, Vice Presidente
dell’Associazione Enologi Enotecnici Sezione Marche e produttore dell’omonima
azienda vitivinicola, con sede in Contrada Messieri di Ripatransone – ed in
quella sede, ho avuto la conferma che
nella Regione Marche il novello sta attraversando un momento di crisi, per la
rilevante riduzione dei consumi. La nostra azienda ha dimezzato la
produzione di novello, imbottigliando circa 4.000 pezzi che saranno venduti a
4,50 euro l’uno, visto che l’interesse per il nuovo prodotto non si protrae
oltre la festa di San Martino”.
GAZZETTA DI MANTOVA
Lettere GUIDARE UBRIACHI Signori ministri,
una legge seria Gentilissimi ministri, siamo stanchi di leggere sui
giornali e sentire alla televisione: ubriaco uccide un motociclista, ritirata
la patente dalla Polizia, poi si sente: patente rilasciata ed è libero. Ubriaco
al volante uccide una ragazza sulle strisce pedonali, ritiro della patente. Poi
ubriaco libero, patente rilasciata. Ubriaco al volante uccide una famiglia.
Patente ritirata poi rilasciata, è libero di circolare. Ubriaco al volante
tampona ed uccide un motociclista. Patente ritirata per un anno. Poi, patente
rilasciata. Ubriaco al volante uccide un neonato, ecc. Questa è una follia da combattere! Da combattere con ritiri della
patente a vita! Ci son giovani che non scontano nemmeno il ritiro della
patente di un anno come stabilito dal giudice perchè ricorrono in appello,
ricorrono in Cassazione e non pagano nulla! Chi sono le persone che pagano veramente? Sono le vittime, sono le
famiglie. Sono le assicurazioni che pagano sempre poco! Chi uccide non paga
mai! Gentili signori ministri, fate una legge che faccia pagare
di tasca propria queste persone. Il Gip, omicidio colposo, non volontario. E’
volontario! Togliete la patente a queste persone che sanno benissimo cosa
succede se si mettono al volante in quelle condizioni. Sanno anche benissimo
che non gli faranno nulla, perciò continueranno a fare quello che si sente. Non
serve a nulla vietare la vendita di alcol nei locali pubblici alle due del
mattino quando all’una e quaranta ci sono giovani che comprano le bottiglie e
le scolano fuori dai locali o in macchina. Siamo stanchi di morti sulle strade,
voi no? Fermate queste stragi! Fermatele con il ritiro della patente almeno di
un anno. Colgo l’occasione per comunicare che domenica 25 novembre 2007 è la
giornata europea delle vittime della strada. Nella basilica di San Luigi
Gonzaga a Castiglione verrà celebrata una santa messa alle ore 10.30. Tutti
coloro che vorranno comunicare il nome del proprio defunto possono telefonare
al n° 347/0004998 dopo le ore 14.00. Associazione Europea
Familiari e Vittime della Strada - onlus
L’ADIGE
Ruben Frizzera, una
morte improvvisa Giornalista e
scrittore l’ultimo libro sull’orso Una morte che ha colto tutti di sorpresa, lasciando
sgomenti i familiari e gli amici più cari. Ruben Frizzera, 53 anni, giornalista
e scrittore, si è spento all’improvviso l’altra sera. «Era solo in casa quando
si è sentito male - racconta Fabio Lucchi, compagno fraterno dai tempi del
liceo - ha fatto appena in tempo a telefonare a un amico medico, ma quando è
arrivato non c’era più niente da fare. È stato uno shock per tutti, una cosa
davvero sconvolgente, un dolore immenso». Nato a Rovereto nel 1954, figlio
della scrittrice Sandra Frizzera, sposato con Gloria Grotti, una figlia
diciottenne Silvia, Ruben Frizzera viveva e lavorava a Trento. Dopo gli studi
classici al liceo Prati, si era laureato in giurisprudenza a Padova. Aveva poi
fatto il segretario comunale a Zuclo e Bolbeno, prima di ricoprire incarichi
dirigenziali all’Esat, all’Istituto agrario di San Michele e all’Itea. Ma la
sua vera passione, coltivata fin dagli anni della scuola, era la scrittura. Ha
pubblicato tre romanzi «L’unica vita possibile» (Solfanelli, 1993), «Ritratto
di donna» (Uct, 1997), e recentemente con la Casa editrice Il Margine «Bruno e
gli altri orsi. Storie di caccia e di amore». Degli anni della gioventù, Fabio
Lucchi ricorda la comune passione per il calcio («era un roccioso stopper»),
quella per la moto («aveva un Ringo con cui amava andare nei boschi»), e quella
mai tradita per i cavalli. «È sempre stato una persona ricca di entusiasmi, un
amante dei viaggi poco convenzionali, un curioso della natura, dell’ambiente, dei
popoli indigeni - continua Lucchi - e un intellettuale nel senso migliore del
termine, cioè una persona che amava elaborare, senza mai perdere la capacità di
cogliere gli aspetti umoristici della vita». «Un raffinato intellettuale, un
viaggiatore della letteratura, un uomo dedito alla meditazione che amava molto
Gandhi, amava conversare sulle religioni ed era quasi buddhista - dice un altro
caro amico Danilo Curti -, una persona libera di mente, di grandissima
sensibilità che del mondo di oggi non sopportava la stupidità». Paolo Ghezzi,
allora direttore dell’Adige, scoprì Ruben Frizzera proprio grazie alla
segnalazione di Danilo Curti, che lo conosceva da anni. Ecco come Ghezzi
ricorda gli anni della collaborazione con il giornale: «In breve tempo divenne
una firma di punta, perché il suo punto di vista era molto personale e
inusuale: pur essendo inserito professionalmente come giurista nella macchina
della Provincia, era agli antipodi del burocrate e del "trentinista".
Il suo sguardo era ampio e generoso, abbracciava il mondo e soprattutto le
terre e i popoli che conservavano un’anima primitiva, non ancora rovinata dalla
civiltà industriale o dal consumismo post-industriale che detestava
appassionatamente. Il suo sguardo era quello di un filosofo, di un romantico,
di un poeta. Quando viaggiava, i suoi occhi non erano quelli del
turista-collezionista di ricordi, ma dell’esploratore: di foreste, animali,
anime. Amava appassionatamente l’orso, a cui ha dedicato il suo ultimo,
bellissimo libro, perché era l’incarnazione di una natura non ancora
addomesticata, perché era un mistero - come amava dire - elusivo. Ruben, un utopista, nei suoi scritti ha
amato e inseguito l’innocenza e la bellezza, e insieme ha difeso gli umili e i
perdenti. Come gli alcolisti a cui ha dedicato, sull’Adige, dei ritratti pieni
di umanità e di compassione non pietistica. Era una persona rara, capace di
uno sguardo puro, la cui assenza oggi ci rende più soli e più poveri». I
funerali di Ruben Frizzera si terranno domani alle 14, al cimitero di Trento.
Sarà una funzione laica, con un ricordo affidato a Paolo Ghezzi e un momento
musicale. R.B.
WINENEWS.IT
VIENE DAL CUORE E FA
BENE AL CUORE: LA FONDAZIONE NO PROFIT COLOGNI DEI MESTIERI D’ARTE E L’AZIENDA
CABANON PRESENTANO “CORVITIS” ROSSO RISERVA 2005 Non poteva che scaturire un rosso “del cuore” dall’unione
della fondazione no profit “Cologni dei Mestieri d’ Arte”(info@fondazionecologni.it
), attiva nella promozione dell’artigianato d’eccellenza e l’azienda vinicola
Cabanon di Elena Mercandelli (info@cabanon.it ), che da sempre professa
la viticoltura come mestiere d’arte. “Corvitis” Riserva 2005 è un vino che celebra la vita e i suoi ritmi solari: una produzione
limitata e millesimata di un vino che manifesta tutte le sue più pregiate
proprietà organolettiche anche dopo un periodo di affinamento relativamente
breve e senza nessun passaggio in barrique, ma solo botti di rovere. Il
ricavato della vendita servirà a promuovere le attività della Fondazione
Cologni per i Mestieri d’Arte. Corvitis vanta il riconoscimento “Top Hundred” 2006
conferito ai 100 migliori vini italiani da “Il Golosario” di Paolo Massobrio.
Il commento? “... L’assaggio è stato emozionante. La sorpresa di un grande vino
italiano, nello stile e nel solco storico di questa azienda, un vino pieno,
corposo, fresco, setoso (*) ed
elegante”. (*) Nota: permettetemi di giocare un po’, per una volta. Mi piacerebbe un giorno chiedere conto ad un sommelier di come parla. Cosa distingue un vino “elegante” da uno trasandato? Un vino “pieno” da uno vuoto? Uno “fresco” da uno caldo, beh, meno male, quello lo so
anch’io. O no? Ma “setoso”??? Dal Dizionario della Lingua Italiana De Mauro: “setoso” = setoloso, peloso. Un vino peloso? Dal Dizionario della Lingua Italiana “Sabatini Coletti”:
“setoso” = simile alla seta per aspetto e
consistenza. Ma che vino è? Di stoffa? Al “Thesaurus” di Word, “setoso” non esiste nemmeno. … So di essere un ignorante in materia: nel linguaggio dei
sommelier (evidentemente ignoto anche a chi scrive i dizionari) “setoso” avrà
certamente un qualche significato. Secondo voi deriverà da seta o da… “sete”?
IL CENTRO
l’investitore ubriaco chiede
perdono
non volevo uccidere: chiedo
perdono
rabbia e smarrimento in paese il
sindaco: comunità sotto shock
Mercoledì, 14 Novembre 2007
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