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Rassegna stampa Alcol e guida del 15 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

In fondo alla rassegna potete leggere altre risposte al presidente della provincia di Bolzano, di cui abbiamo pubblicato una intervista il 13 novembre scorso.
Continuate a scrivete il vostro parere.
Presidenza@provincia.bz.it e a trento@trentinocorrierealpi.it , oltre che a Sbarbada e Argenta per la pubblicazione in rassegna stampa.

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ASCA

MINORI: IN AUMENTO IL CONSUMO DI ALCOLICI. BEVE 49% ADOLESCENTI
Roma, 15 nov - Continua ad essere in aumento il consumo di alcolici fra gli adolescenti italiani secondo i dati del Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro su infanzia e adolescenza. Quasi la meta’ degli adolescenti beve alcolici qualche volta (49,3%), l’11,3% lo fa spesso, all’1,8% capita tutti i giorni e solo al 29,8% non succede mai. Bevono soprattutto in occasione di feste o ricorrenze (39,6%), ma anche quando sono in compagnia (30,6%) o semplicemente perche’ ne hanno voglia (15,2%). Il 93,1% dei ragazzi beve alcolici solo qualche volta in occasione di feste o ricorrenze, quando e’ in compagnia (70,4%) o durante i pasti (66,7%). La percentuale piu’ alta di chi afferma di bere spesso (32,4%) lo fa senza semplicemente quando ne ha voglia, cosi’ come il 10,1% di chi beve tutti i giorni. Il 41,3% dei ragazzi tra i 16 e 19 anni beve soprattutto in occasione di feste e ricorrenze rispetto al 37,1% degli adolescenti tra i 12 e i 15 anni. Il 38,8% dei ragazzi dai 16 anni in su rispetto al 18,1% degli adolescenti tra i 12 e 15 anni afferma di bere quando e’ in compagnia. Per il 45,4% degli adolescenti il primo approccio con l’alcol e’ avvenuto tra gli 11 e i 14 anni, mentre il 17,5% lo ha fatto a meno di 11 anni. Il 21,7% ha bevuto il primo bicchiere dopo i 15 anni, ma solo il 2,9% sostiene di non aver mai bevuto.
Quanto al rischio di incidenti stradali correlati con l’alcol, il 24,5% dei ragazzi ha bevuto il primo bicchiere prima di compiere 11 anni contro il 13,8% delle ragazze. Il 67,4% dei giovani sostiene di non aver mai guidato dopo aver bevuto. L’8,2% sostiene di averlo fatto solo raramente, mentre il 7,2% dice di farlo qualche volta o spesso (4,9%). Le ragazze sono piu’ prudenti: l’80,6% dichiara di non aver mai guidato il motorino o l’auto dopo aver bevuto, contro il 42% dei coetanei maschi. Il 59,2% non ha mai viaggiato come passeggero su un’auto o un motorino il cui guidatore aveva bevuto. Al 14,8% e’ capitato raramente, al 12% qualche volta, mentre il 5% lo fa spesso.
res-mpd/cam/sr


LA REPUBBLICA

MINORI: TRA 16 E 19 ANNI IL 13% PER CENTO BEVE "SPESSO"
Il 13,1 per cento dei ragazzi tra i 16 e i 19 anni dichiara di assumere alcool "spesso" o "tutti i giorni". Il dato e’ contenuto nell’8° rapporto Eurspes-Telefono Azzurro sulla condizione dei bambini e degli adolescenti, presentato oggi a Roma. Il 49,3% degli adolescenti dichiara di assumere alcool "qualche volta", mentre il 17,5% afferma di aver cominciato a consumare alcool all’eta’ di 11 anni. "Importata dalla Spagna, dove con il termine ’botellon’ si indica la tradizione in uso fra i giovani di ritrovarsi in piazza con una bottiglia di vino o altri alcoolici e li’ formare un gruppo che condivide, oltre alle bevute, giochi, musica improvvisata e chiacchiere, anche in Italia si sta diffondendo l’abitudine di riunirsi in strada e bere insieme", si legge nel rapporto, secondo il quale "a Milano, come in Spagna, alcune riunioni hanno raggiunto persino i 30mila partecipanti, al punto che le autorita’ sono intervenute per evitare disordini e hanno addirittura chiuso le piazze". Un altro trend recentissimo e’ quello dello "shottino", lo "sparo", il superalcoolico assunto puro e d’un fiato per affrontare la notte senza timori e gia’ predisposti allo "sballo". "I ragazzi dicono che ’lo fanno tutti’. Chi non beve, non si ’cala’, non si sballa, non riesce a divertirsi come il resto del gruppo", si legge nel rapporto; in discoteca si arriva gia’ "fatti".
Consigli ai genitori sull’alcol
di Maurizio Paganelli
Bere per ubriacarsi, o binge drinking, è il nuovo stile di consumo che sta diventando popolare tra i giovani ed è in crescita secondo i dato Oms: così scrive Valeria Zanna, neuropsichiatra infantile, nell’ultimo aggiornamento delle "Pillole di Pediatria" sul portale del Bambino Gesù di Roma, guida online per genitori e ragazzi sull’abuso di alcol http://www.ospedalebambinogesu.it/portale/opbg.asp?iditem=3528&idon=128,
Piccoli consigli ai genitori: solo proibire può avere un effetto contrario a quello voluto, occorre parlarne e favorire lo sviluppo della responsabilità personale e insegnare ai figli a capire i propri limiti e la differenza tra uso e abuso. Si tratta degli effetti dell’alcol al di sotto dei 16 anni sul sistema nervoso centrale, di danni sull’organismo; di quantità e confronti (una lattina di birra, un aperitivo, un bicchierino di superalcolico o un bicchiere di vino hanno stessa quantità di alcol: 12 grammi circa; il limite giornaliero per un adulto è di 20 grammi per una donna e 20/40 per un uomo e 10 per un anziano).
Esiste inoltre, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità un telefono verde alcol (dal lunedì al venerdì, ore 10-16) allo 800632000 che fa parte dell’Osservatorio Fumo, alcol e Droga. Informazioni e dati scientifici su www.iss.it/ofad,

IL TRENTINO

Valsugana. Il tavolo di lavoro ha definito le linee guida del programma di contrasto agli abusi. Ma serve l’ok dei 21 Comuni

Alcol alle feste pubbliche, nuove regole

Ad associazioni ed enti “virtuosi” andranno maggiori contributi

MARIKA CAUMO

BORGO. Alcool, problema in crescita anche in Valsugana, soprattutto tra giovani e giovanissimi. I dati parlano chiaro. Per contrastare il fenomeno il settore socio - assistenziale del Comprensorio ha proposto nel maggio scorso la costituzione di un Tavolo di lavoro che, partendo da un lavoro di rete e di comunità, consentisse di aiutare a monitorare il problema.

L’obiettivo è arrivare a pianificare politiche, interventi ed iniziative a livello locale, a tutela della salute e del benessere dei cittadini.

Del “tavolo” fanno parte i rappresentanti di diverse istituzioni e “agenzie” sociali: gli assessori del Comprensorio Mario Dandrea e Claudio Pellegrini, la responsabile del settore socio - assistenziale Maria Angela Zadra e il suo staff, il Servizio di alcologia, le forze dell’ordine, gli istituti scolastici del territorio, il Club Alcolisti in trattamento, un rappresentante dei decanati, un referente del Piano giovani di zona, un medico ed i rappresentanti dei pubblici esercenti.

A fine ottobre sono state approvate dalla giunta comprensoriale le Linee guida, elaborate dal gruppo di lavoro, da adottare nelle manifestazioni, al fine di ridurre il consumo di alcolici. Le manifestazioni promosse, patrocinate o sostenute dal C3 non potranno intitolarsi a bevande alcoliche (ad esempio, festa della birra o del vino), non si potrà distribuire bevande superalcoliche, le bevande alcoliche andranno sospese un’ora prima della chiusura della manifestazione mentre i loro prezzi non potranno essere inferiori rispetto a quelli applicati nei pubblici esercizi, per limitarne il consumo. Al contrario il prezzo delle bibite analcoliche non dovrà superare quello delle bevande alcoliche mentre è prevista una maggiorazione del contributo finanziario per associazioni, enti e soggetti che somministrino, durante gli eventi, solo bevande alcoliche con gradazione inferiore ai 6 gradi, che prevedano progetti od attività di sensibilizzazione ai temi di alcool, fumo e droghe e che utilizzino materiali biodegradabili, per una maggior tutela ambientale.

Nei giorni scorsi le linee guida sono state sottoposte a tutti i sindaci della valle, affinché valutino la possibilità di approvarle a loro volta nell’ambito delle rispettive amministrazioni comunali. Solo l’approvazione da parte di tutti i 21 Comuni darebbe forza all’intero progetto. In primavera sarà inoltre organizzato un ciclo di incontri informativi, rivolti ai genitori.


EMERGENZA ALCOLISMO

Alcol e volante: connubio da spezzare

Domenica 18 novembre al parco commerciale Il Diamante “Cambio…direzione!” Alcol e volante: connubio da spezzare, a partire dalle giovani generazioni
Una domenica tutta dedicata alla sensibilizzazione dei giovani sulle conseguenze della guida in stato d’ebbrezza. A proporla, il prossimo 18 novembre, tra iniziative informative e di intrattenimento, è il parco commerciale Il Diamante che, in collaborazione con la Circoscrizione Zona Nord Ovest, ha coinvolto, con lo slogan “Cambio…direzione!”, il servizio Area Giovani del Comune di Ferrara, Promeco, l’Unità di strada del Sert azienda Usl e le forze dell’ordine: Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia municipale.
L’iniziativa è stata presentata stamani in conferenza stampa dalla presidente della Circoscrizione Nord Ovest Paola Boldrini e dal direttore del Diamante Simone Meneghin, entrambi soddisfatti per la disponibilità dimostrata dagli altri partner del progetto e in particolare dalle forze dell’ordine, che parteciperanno all’appuntamento con il proprio personale e i propri mezzi. A partire dalle 16, gli uomini e le donne in divisa saranno a disposizione di giovani e meno giovani per offrire informazioni sui rischi dell’alcol e consigli su come evitarli, proponendo dimostrazioni di test con l’etilometro.
In programma, nel corso del pomeriggio, anche esibizioni di gruppi musicali e di writer, performance di skate board e sport di strada e un momento di intrattenimento, alle 17, con il comico Andrea Poltronieri. Il tutto corredato dalla distribuzione di kit usa e getta per l’alcol test. “Quella di domenica – ha precisato Paola Boldrini – non vuole essere una manifestazione proibizionistica, ma piuttosto un’occasione per sensibilizzare i giovani a un corretto utilizzo delle bevande alcoliche, invitandoli a riflettere sui comportamenti da tenere per evitare di incorrere in incidenti stradali”.

IL GAZZETTINO (Rovigo)

ULSS 19 
Un ambulatorio esterno per spingere i giovani ad ammettere l’uso di droga e alcol
I comportamenti a rischio in età adolescenziale sono al centro di una serie di incontri che il direttore del Dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 19, Andrea Finessi, ha tenuto ad Adria e Porto Viro. Gli appuntamenti, rivolti agli adulti, si prefiggevano di illustrare come si manifesta oggi e com’è cambiato rispetto al passato l’uso delle droghe nei giovani. Oggi vi è la tendenza a usare più sostanze, alcol, cocaina, cannabis ed ecstasi, in forma alternata o integrata. Il loro uso appare determinato dalla ricerca dell’effetto di quella sostanza in funzione del contesto di vita frequentato. Un tale uso di diverse droghe allontana poi il tempo della dipendenza fisica, ma rende più forte quella psicologica, nel senso che la persona dipende dagli effetti che danno le sostanze nei diversi contesti di vita. Quest’apparente compatibilità fra droghe e vita relativamente normale rappresenta l’aspetto più pericoloso, rispetto al passato, in quanto la persona non ha la percezione di fare uso di droghe e non ritiene di dover affrontare i problemi che ne derivano: poco interesse per la progettualità della vita scolastica o lavorativa, incidenti sulla strada e sul lavoro, coinvolgimento in risse e aggressioni, impoverimento delle relazioni e assenza del bisogno di chiedere aiuto o rivolgersi ai servizi per le tossicodipendenze. Questi ultimi motivi hanno indotto il Dipartimento ad attivare, in collaborazione con l’associazione Solidarietà Delta e nell’ambito dei progetti finanziati con il fondo regionale per la lotta alla droga, un ambulatorio al di fuori dei servizi per le dipendenze, perché le persone possano rivolgersi con minor ritrosia. Le persone o i familiari che hanno un problema con l’uso di droghe possono rivolgersi al Servizio tossicodipendenze (telefono 0426/660555) o avere una prima consulenza da un professionista esperto telefonando al numero 340/5873912.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

L’INIZIATIVA 
Allo Studio 16 debutta il progetto per il divertimento senza rischi
Proibizionismo o educazione? Meglio promuovere comportamenti consapevoli che si tramutino in un abbassamento del livello di rischio o vietare con provvedimenti coercitivi magari seguiti da severe punizioni per i trasgressori? Un dilemma destinato a trovare soluzione in tempi rapidi, per di più ora che pendono le decisioni del legislatore sia regionale che statale, per norme drastiche e fortemente penalizzanti per la categorie degli operatori dell’intrattenimento.
Un tentativo di prevenire i rischi insiti nella frenesia da divertimento che spesso accompagna le serate in discoteca, rivolto alla massima attenzione verso il cliente, soprattutto se questo è giovane e meno dotato di autocontrollo, sarà offerto dalla collaborazione tra lo Studio 16, nota discoteca del capoluogo, e Aprosir, l’associazione di cui è responsabile Valentino Roma. Domani notte debutta nel locale rodigino la "camera di decompressione", ambiente relativamente ampio nel quale i clienti che avvertono un’ebbrezza eccessiva possono rilassarsi e smaltire l’abuso alcolico. Ma il dispositivo messo a punto da Roma e che d’ora in avanti rappresenterà un plus valore dell’offerta commerciale dello Studio 16, è solo una delle componenti di un processo virtuoso per elevare il grado di sicurezza delle serate in discoteca e scongiurare sulle strade i drammatici effetti del rientro a casa. Lo Studio 16 infatti farà da apri-pista per quello che potrebbe diventare un requisito indispensabile dei locali da intrattenimento, una volta che i paletti proibizionisti delle ultime leggi contro la vendita di alcol in ore notturne diventeranno operativi a tutti gli effetti. Nella discoteca rodigina verrà messa a disposizione dei clienti una vera e propria "rete" con forze dell’ordine, strutture sanitarie compresa la Croce rossa, scuole e le stesse famiglie. L’Aprosir sta formando a Padova un certo numero di nuovi operatori da discoteca, i cosiddetti "steward", che aiuteranno i ragazzi con tecniche di rilassamento e assistenza per far loro riprendere uno stato psicofisico ottimale prima dell’uscita. C’è anche un cd di fonoterapia che il conducente può ascoltare tornando a casa a completamento del processo di "decompressione" iniziato in discoteca. I locali non dotati di spazi per la "camera di decompressione", potranno diventare "Los-Dis" (locale sicuro divertimento sano) mettendo a disposizione steward, etilometri e personale sanitario. Domani notte allo Studio 16 sarà presente anche la psicoterapeuta Antonella Baiocchi che è consulente del progetto. «Puntiamo a ottenere deroghe sui diktat delle leggi proibizioniste per Le discoteche dotate di camera di decompressione - ha spiegato Roma - Potrebbero continuare a servire alcolici anche oltre i divieti imposti. Sarebbe la consacrazione del valore del nostro progetto». (*)
Franco Pavan
(*) Nota: la “camera di decompressione” è una metodica complessa che può essere messa a disposizione di un numero limitato di persone. È indicata per quelle persone che non rinunciano agli alcolici. Questo non significa che si debba desistere dal proporre delle alternative al bere e che tutte le problematiche connesse all’uso degli alcolici possano essere superate con questo sistema. L’obbiettivo principale rimane la riduzione del consumi di alcolici; poi, per chi beve comunque, ben vengano interventi che mirano a ridurre i danni.
La pratica della riduzione del danno ha avuto un certo successo con le droghe illegali. A fronte però di tutta una serie di condizioni. Così come per le droghe illegali, anche per l’alcol la riduzione del danno andrebbe attuata dopo aver fatto tutto il possibile per evitarne l’uso. È sbagliato partire dal presupposto che l’uso dell’alcol è inevitabile. L’impegno di proporre alternative al bere è irrinunciabile. Questo però non avviene. Si cerca di limitare i danni del bere senza proporre prima alcuna alternativa. Alcuni si scandalizzano per le cosiddette “stanze del buco”, dove viene data la possibilità di usare eroina in condizioni di minor rischio. Cosa altro sono: discoteche, pub e feste con fiumi di birra, se non porti franchi, in cui si capitola a qualsiasi tentativo di prevenzione primaria per consentire, a chi piace bere, di farlo? Ci sono però importanti differenze: chi gestisce le “stanze del buco” non guadagna vendendo eroina e nessuno mai le proporrebbe ad un diciottenne.


IL GAZZETTINO (Padova)

La proposta delle associazioni studentesche per aprire spazi di aggregazione alternativi a piazza delle Erbe dove trovarsi e socializzare

Lo spritz si gestisce con l’autoresponsabilità

Riqualificare l’ex macello di via Cornaro e decentrare il rito dell’aperitivo nei quartieri accomunando offerta di cultura
Appena nata, ma già molto attiva. È l’associazione "Studenti Per", che dopo avere lanciato la "Controguida all’università 2008", ieri è tornata a far sentire la propria voce annunciando le sue proposte per cercare di risolvere il problema-spritz. Nel nuovo progetto, accanto agli universitari di "Studenti per", ci sono anche le associazioni degli studenti delle scuole medie-superiori che fanno riferimento a "Studentipuntonet" e alla "Rete degli studenti". La volontà dei ragazzi è quella di proporre spazi di aggregazione alternativi a piazza delle Erbe, e per questo lanciano due idee: da una parte la riqualificazione dell’ex macello di via Cornaro, dall’altra una micro delocalizzazione dello sprtitz in più zone della città con la collaborazione dei consigli di quartiere per affiancare all’aperitivo anche l’offerta di momenti artistici e culturali quali mostre, concerti, videoproiezioni.
«Il nostro obiettivo è quello di cercare di far nascere e sviluppare altri luoghi in cui i giovani, studenti e non, possano ritrovarsi e socializzare - spiega Massimo Bettin, rappresentante dell’associazione "Studenti Per" - senza far diventare piazza delle Erbe una sorta di "feticcio" dell’aggregazione e del divertimento dei ragazzi padovani».
«Da qui dunque deriva la voglia di inventare una nuova socializzazione - continua Bettin - proponendo la riqualificazione dell’ex macello di via Cornaro, ma chiedendo anche all’amministrazione comunale e all’università di incrementare lo stanziamento dei fondi sia per le associazioni giovanili che per garantire un maggior numero di eventi in città. Pensiamo infatti che in questo modo potrebbe avvenire la tanto invocata responsabilizzazione "dal basso" dei giovani che oggi, soprattutto per quanto riguarda il fenomeno-spritz, continuano invece ad essere additati come l’unica causa del degrado delle piazza, in particolare il mercoledì».
«Inoltre - interviene Serena Capodicasa, coordinatrice della "Rete degli studenti" - l’amministrazione comunale dovrebbe dialogare maggiormente con le associazioni studentesche, specie per quanto riguarda il problema dell’abuso di sostanza alcoliche. I nostri amministratori potrebbero venire a confrontarsi all’interno della consulta provinciale degli studenti. E per quanto concerne lo spritz militarizzare la piazza chiedendo maggiore polizia, come è stato fatto qualche mese fa da altri nostri coetanei nel progetto con cui si è chiusa la "Scuola di educazione civica" ci sembra una sconfitta per la nostra generazione».
Ora, dopo una prima stesura, le proposte verranno ulteriormente confrontate all’interno dell’università, delle scuole e anche tra i "ragazzi dello spritz", sottoponendole ad una raccolta firme, per poi farle arrivare alla Giunta o al Consiglio comunale, ma anche al Rettorato. Intanto all’iniziativa è giunto il plauso della Cgil che attraverso il segretario generale di Padova, Ilario Simonaggio, sottolinea: «Ci convince molto la scommessa di far crescere autoresponsabilità "dal basso" e investire nei giovani attraverso l’apertura di spazi sociali e culturali che facciano argine positivo alle cattive abitudini e ai cattivi maestri di vita».
Matteo Bernardini
 

IL GIORNALE DI VICENZA

LA TRASMISSIONE. “Vicenza in Auto”

Alcoltest in diretta e TvA imita Vespa

Cena in tv con “prova del palloncino”: apprezzata la serata sui rischi della guida in stato di ebbrezza
Il “format” l’aveva lanciato Porta a Porta, l’altra sera l’ha ripreso TvA nella diretta di “Vicenza in auto”: tavola imbandita nello studio, cibo e vino serviti come in una cena al ristorante e alla fine l’alcoltest per vedere fino a dove ci si può spingere senza farsi ritirare la patente. E soprattutto senza mettere a rischio la vita propria e altrui.
Con Luca Faietti a vestire i panni del Bruno Vespa, il test è stato replicato e potenziato. Due le tavole imbandite: cena completa dall’antipasto al dolce, da un lato; accoppiata pizza-birra, dall’altro. Al gioco-test si sono “sacrificati” con ironia, tra gli altri, i consiglieri comunali Livia Coppola, An, e Antonio Dalla Pozza, Pd. Con la giornalista Elisa Santucci hanno consumato meno di mezzo litro di vino ciascuno (3-4 calici) in circa due ore di cena. Poi via a soffiare nel palloncino. Risultato?
Tutti “regolari”, con una concentrazione di alcol nel sangue inferiore al limite di 0,5 g/l. Incredibile e misterioso, però, è stato il risultato per la Coppola: 0,0 grammi per litro, pur avendo bevuto vino al pari degli altri. L’unico a sforare, con la birra, è stato Tommaso Marcato, giovane stagista a TvA, con 0,64.
«Molto dipende dal momento in cui si fa il test - ha spiegato Loris Schiavo, vicecommissario della polizia locale - il corpo necessita di alcuni minuti per metabolizzare l’alcol». (*) Tutti gli ospiti hanno invitato alla cautela: «A qualsiasi quantità di alcol assunto si guida a rischio, ci possono essere alterazioni nei tempi di reazione», dicono il gastroenterologo Mario Salvagnini e il direttore sanitario Eugenio Fantuz.
Soddisfatto della serata, che «ha affrontato con tono leggero ma senza banalizzarlo un tema molto serio», è l’assessore alla Mobilità Claudio Cicero. Tanti gli spunti interessanti, ma anche i quesiti aperti. Su tutti il “giallo-Coppola”. Per chiarirlo la consigliera ha accettato di sottoporsi alle analisi del sangue: il risultato, 0,12, non è lontano dallo 0 del palloncino. Per lo stupore della consigliera stessa. Morale? «Non esistono ricette valide per tutti - conclude Schiavo - ognuno metabolizza l’alcol a modo suo. Quindi, serve cautela».
M.SC.
(*) Nota: l’uso dell’etilometro in diretta male si adatta ai tempi televisivi. Se non si è a digiuno, il picco di alcolemia si verifica dopo più di un’ora. Un test con l’etilometro effettuato prima da un risultato inferiore alla massima alcolemia indotta. Anche a “Porta a Porta” era stato commesso lo stesso errore. C’è il rischio i dare informazioni sbagliate.
 


IL GAZZETTINO (Belluno)

La risposta dei responsabili di Gs Castionese e Gruppo Pantera Rosa che gestiscono i chioschi sotto porta Dante 
«Alcol ai giovani? Accuse ingiuste»

«Pronti a smettere. Perché queste polemiche dopo 15 anni che offriamo il servizio?»
«Accuse ingiuste. Soprattutto a chi da anni fa questo servizio per la città in modo volontario. Vogliamo un incontro con il sindaco per spiegare com’è andata». Amareggiati e irritati, i responsabili del Gs Castionese e del Gruppo "Pantera Rosa", accusati di aver dato da bere in modo leggero, anche ai minorenni. «Domenica c’era tantissima gente - attacca Bruno Patente del Gs Castionese - non potevamo chiedere la carta d’identità a tutti. E comunque non abbiamo visto nessuno ubriaco, tantomeno ragazzini. E neppure ci risulta che nessuno sia stato fermato dalla polizia o sia stata ritirata alcuna patente di guida». Bruno Patente rispedisce al mittente le affermazioni del comandante dei vigili urbani Danilo Salmaso. E rilancia. «Se davvero hanno ravvisato problemi lì attorno, perché non sono intervenuti? Lo stesso assessore Passuello è passata più volte presso il nostro stand e non ha evidenziato alcuna irregolarità». Gs Castionese e Pantera Rosa vogliono replicare anche sulla questione "pulizia". Domenica sera abbiamo chiuso alle 21 e ci era impossibile pulire per terra, perché transitava ancora tanta gente. Ma l’abbiamo fatto prontamente lunedì mattina alle 8. E due ore dopo il pavimento era lustro come uno specchio. Quel che più amareggia i responsabili dei due sodalizi è il trattamento subito dal Comune dopo anni di lavoro. «Forse non si ricordano che un tempo Palazzo Rosso chiamava un gruppo di Combai, pagandolo profumatamente. E noi prestavamo loro il tendone e pulivamo al termine della manifestazione. Noi lo facciamo gratis da 15 anni. Perché la polemica nasce solo ora?». D’accordo anche il presidente del Gs Pantera Rosa Stefano Zannantonio. «Siamo stati un richiamo anche per i turisti in visita alla mostra di Tiziano, facendo assaggiare castagne, vino e pastìn. Ma questo nessuno ce lo riconosce». Ora i sodalizi stanno pensando davvero di rinunciare a tutto questo. «Discuteremo tra noi se continuare il prossimo anno. Perché per noi è un sacrificio - afferma Patente - che facciamo per contribuire alle spese dei tanti ragazzi che praticano sci di fondo, corsa e ski roll. Questo è quello che diamo ai nostri giovani, altro che bicchieri di vino». Un ultimo sfogo sulle autorizzazioni. «Le avevamo chieste ad ottobre, il Comune ce le ha date il giorno prima di iniziare. Ma noi abbiamo fatto i salti mortali per essere presenti con il nostro stand. Ora ci chiediamo il perché».M.D.


BRESCIAOGGI

RIFLESSIONI Il pericolo di droga e alcol

«Alla salute» «Santé!» «Zavashe Zdorouye!» in Italia, Francia, Russia, e Vietnam questo è l’augurio che si pronuncia nel fare un brindisi con gli amici. Paradossalmente, milioni di persone in tutto il mondo bevono fino a rimetterci la vita. (*) Fiumi di inchiostro sono stati versati su molti giornali, compreso Bresciaoggi, non solo da esperti e da medici, ma anche da chi ha subìto gli effetti collaterali dell’alcol e della droga. Bere bevande alcoliche presenta due aspetti contrastanti: uno positivo e l’altro negativo. L’uso moderato dell’alcol può rallegrare il cuore dell’uomo, contrariamente l’abuso dell’alcol può essere nocivo o addirittura fatale. Priva la persona di dignità. Il saggio scrittore di proverbi fa un quadro vivido e scientificamente accurato degli effetti dell’abuso di alcolici e avverte: «Chi ha guai? Chi ha preoccupazioni? Chi ha ferite senza ragione? Chi ha occhi offuscati? Quelli che stanno molto tempo col vino, non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nel calice. Alla fine morde proprio come un serpente e secerne veleno come una vipera. I tuoi propri occhi vedranno cose strane e il tuo proprio cuore pronuncerà cose perverse». Benché scritte circa duemila anni fa queste parole sembrano una relazione di oggi. Non è difficile capire le conseguenze che l’abuso di alcol ha sulla società. La parola, la vista, le coordinazioni, il pensiero, il comportamento sono tutte cose strettamente legate a una serie di reazioni chimiche straordinariamente complesse che avvengono nei neuroni, le unità fondamentali del sistema nervoso. Ecco perché se si beve troppo si fatica ad articolare le parole, la vista si offusca e i movimenti diventano lenti, si perde il controllo e si ha una diminuzione «delle inibizioni» (pensieri e desideri normalmente repressi verranno esternati). Comunque stanno le cose nessuno che usa sostanze che creano dipendenza - quale sia la causa - è fisicamente ed emotivamente condannato. «Si può ricevere aiuto». Per prima cosa deve ammettere che i suoi problemi nascono dall’abuso di alcol e che l’astinenza migliorerà la sua vita. Come dice un periodico medico il suo modo di ragionare deve cambiare da «Bevo perché mia moglie mi ha lasciato e ho perso il lavoro» a «Mia moglie mi ha lasciato e ho perso il lavoro perché bevo» (Medicine Générale). Un altro prezzo che la società paga sono i «I ragazzi e la droga», non meraviglia che l’ex segretario dell’Onu Kofi Annan abbia detto: «La droga sta lacerando la nostra società, facendo proliferare la criminalità diffondendo malattie come l’Aids e uccidendo la nostra gioventù e il nostro futuro». La bellezza dei giovani è la loro potenza, sembra però che alcuni credano che la potenza non abbia limiti. E se pensiamo che la nostra famiglia sia immune, riconsideriamo la cosa. La droga non è un problema unicamente dei poveri, delle minoranze o dei ghetti cittadini. I tossicodipendenti provengono da ogni classe sociale e da ogni parte del Paese. È un problema che riguarda tutti. Se ci rendiamo conto che anche i nostri stessi figli potrebbero essere in pericolo e prima che sia troppo tardi, sarebbe saggio «rinsaldare i vincoli familiari», il nucleo familiare è come un ombrello protettivo per i figli. Oggi in molti luoghi questo ombrello è pieno di buchi mentre in altri viene chiuso e riposto nell’armadio. I programmi televisivi presentano spesso i padri come degli sciocchi, le madri come le più intelligenti dei padri e i figli come quelli che la sanno più lunga. L’infedeltà coniugale è all’ordine del giorno, il numero dei divorzi aumenta vertiginosamente e le famiglie con un solo genitore si moltiplicano. Il sesso normale è anormale. Con la scomparsa della famiglia tradizionale i primi a rimetterci sono i figli. Mi domando quale eredità lascia la società ai suoi figli? Un sistema per distruggere una società è quello di corrompere i bambini, e oggi questo avviene in misura straordinaria. Si parla molto di delinquenza minorile, si dovrebbe parlare di più di delinquenza degli adulti. Varie componenti della società specie i mass media, personaggi e industria dello spettacolo, componenti che traggono profitto dall’assecondare l’aspetto peggiore della natura umana, vomitano sesso, violenza, corruzione contribuendo alla degradazione dei giovani e allo sfacelo delle famiglie. La giovinezza può essere uno dei periodi più felici della vita. È quindi importante essere convinti dell’erroneità di queste pratiche e sviluppare un vero «odio» per esse. Così facendo daremo «onore» a Colui che ci ha messo su questa bella terra. Non siamo sviati: Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà. Lucia Grazioli

(*) Nota: Ho tanto bevuto alla salute degli altri che ho finito con il perdere la mia. (W.C. Fields)


L’ARENA

Presentato l’annuale dossier sullo stato sociale di città e provincia dove emergono dati positivi e fenomeni inquietanti

Alcol e droga, giovani a rischio

I figli bevono più dei loro genitori, che sono convinti che la cannabis non faccia male. Mancano servizi per la terza età Ci sono sempre più anziani: vanno considerati una risorsa non pesi
DON MICHELE PAGLIALUNGA CURIA VERONESE
Elena Cardinali
Il malessere è profondo è arriva sempre più presto. Già a 14 anni, quando fin quasi al giorno prima ci si divertiva con i cartoni animati, si allunga la mano verso l’ecstasy, la marijuana e le bottiglie di birra. E la cosa peggiore è che gli stessi genitori, in molti casi, considerano «non dannoso per la salute» l’uso di cannabis. A esserne convinti, in Italia, sono nove milioni di persone. A Verona la situazione non cambia molto, come rileva un’indagine dell’anno scorso dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze. I dati sono contenuti nel XIII Rapporto su Verona elaborato dalla Curia diocesana con i contributi di 19 esperti nei settori della demografia, della Sanità, del lavoro, dei servizi sociali, della scuola.
LA SOCIETÀ. Il quadro che ne esce è di una società dove si vive più a lungo (anche se poi gli anziani si trovano a dover affrontare molti problemi, a partire dalla mancanza di servizi adeguati alle loro necessità), dove nascono più bambini, soprattutto grazie alle famiglie degli immigrati, ma dove i giovani sono sempre più assediati dagli spacciatori di sostanze stupefacenti e sempre più inclini al consumo di alcol, più ancora dei loro genitori, e dove il mercato del lavoro si fa sempre più rigido, con un numero crescente di lavoratori precari o a tempo determinato.
GIOVANI, ALCOL E DROGA. I dati dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze, elaborati dal dottor Maurizio Gomma, dirigente medico corresponsabile del Sert 1 dell’Ulss 20, riferiti al 2006 e relativi a un campione di 4917 giovani, (età media 16 anni) e su 975 genitori (età media 40 anni), rivelano che alcol e cannabis sono le sostanze più attraenti per i giovani: ne accetterebbero l’offerta rispettivamente il 74 per cento e il 23 per cento degli intervistati.
L’età di prima sperimentazione è tra i 15 e i 17 anni e il 15 per cento dei giovani l’ha sperimentata almeno una volta. Un dato allarmante riguarda il consumo di superalcolici da parte dei giovani che supera quello dei genitori: circa un giovane su due ne fa uso abitualmente e l’età d’inizio è piuttosto precoce, sui 14-15 anni.
Per quanto riguarda la birra, l’età media di prima sperimentazione è di 14 anni, e così pure per il vino. Lo studio Espad 2004 rivela che nel Veneto il 41,3 per cento degli studenti di 15 anni ha già sperimentato almeno un’ubriacatura, dato che aumenta nei giovani di 19 anni fino al 75 per cento. Anche la cocaina è molto diffusa: l’hanno provata almeno una volta nella vita il 4 per cento dei genitori e giovani e, attualmente, persistono nel consumo l’1,8 per cento dei giovani. Inoltre poco meno della metà dei giovani è poco o nulla informato sugli effetti negativi delle sostanze stupefacenti.

ENOTIME

VINO E SALUTE DELL’UOMO: CONVEGNO IN VATICANO PROMOSSO DALL’ACCADEMIA DELLA VITE E DEL VINO
Vino e alcol sono molto diversi tra loro: lo hanno ribadito ricercatori ed ecclesiastici, sottolineando la moderazione

Ha avuto luogo il 27 ottobre scorso in Vaticano il Convegno “Vino e Salute dell’Uomo” organizzato dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino. L’Accademia Italiana della Vite e del Vino è stata costituita il 30 luglio 1949 dal Comitato Nazionale Vitivinicolo con decreto firmato dall’allora Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, ed eretta a Ente Morale il 25 luglio 1952. L’Accademia attualmente comprende 555 membri, divisi tra Onorari, Ordinari, Corrispondenti italiani, Corrispondenti stranieri e Soprannumero. Ciascuna categoria è a numero chiuso e si può accedere solo se presentati da un membro che già fa parte dell’Accademia.
Tornando al convegno in Vaticano, dopo una prolusione del Cardinale Giovanni Battista Re che ha tracciato una storia del rapporto tra il vino e la religione, i lavori sono stati aperti dal professor Antonio Calò, presidente dell’Accademia. La tematica è stata sviluppata dal punto di vista biologico, da Alberto Bertelli (Università di Milano), sotto il profilo della fisiologia clinica da Maria-Isabel Covas (Università di Barcellona) ed, infine, in relazione alle evidenze epidemiologiche e cliniche da Giovanni de Gaetano (Università di Campobasso).
Due i dati più significativi emersi dal dibattito: il primo è che dal punto di vista salutistico è stato posto in evidenza come vino e alcool siano profondamente differenti tra loro. Infatti determinati aspetti benefici derivanti da un consumo moderato (per esempio in campo cardiovascolare) sono riconducibili solo al vino, inteso come prodotto complesso, e non all’alcool in sé stesso. L’altro dato significativo è la nozione di moderazione nel consumo: l’effetto di un alimento varia infatti in misura decisiva a seconda della quantità dell’assunzione, Ma non solo: sono importanti anche i tempi e i modi in cui si consuma il vino (al pasto, in piccole quantità quotidiane, come usa nei paesi produttori dell’Europa meridionale, piuttosto che nel fine settimana, come momento di svago, come è abitudine nei paesi unicamente consumatori dell’Europa centrale e settentrionale) e la qualità (i diversi vitigni presentano composizioni molto differenti tra loro di molte sostanze utili come il famoso resveratrolo o i polifenoli che possiedono entrambi riconosciuta attività antiossidante).
Nel pomeriggio ha avuto luogo una Tavola Rotonda sul Consumo Consapevole nella Pratica Medica, con interventi di Alberto Bertelli, Maria-Isabel Covas, Giovanni de Gaetano, Paolo Brunetti (Università di Perugia), Francesco Orlandi (Università delle Marche), Giovanni Battista Panata (Università di Ferrara), Luigi Pavan (Università di Padova), Antonio Solvetti (Università di Pisa), Calogero Surrenti (Università di Firenze).
Nel corso della discussione, sono stati messi a fuoco i termini del problema, partendo dalla definizione stessa di “moderazione” nel consumo, mettendo in evidenza come gli ordini di grandezza proposti sono diversi da paese a paese.
(*) Nota: il mondo del vino non sa più a che santo votarsi. In relazione al consumo di vino si parlava di moderazione già nei secoli avanti Cristo, se servisse a qualcosa, qualche risultato avremmo già dovuto vederlo. Il clero dovrebbe sapere che dalle esortazioni, (comprese quelle dei preti) non derivano sempre comportamenti corretti, (compresi quelli dei preti).


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da TICINONEWS)

Alcol: giornata dedicata al tema delle ricadute

Una Giornata nazionale sui problemi legati all’alcol è organizzata oggi in Svizzera. Essa è dedicata al tema della ricaduta, cui spesso vanno incontro coloro che cercano di liberarsi dalla dipendenza.

In Ticino un convegno sul tema "La ricaduta, rischi ed opportunità" è in programma nell’aula magna del Conservatorio della svizzera italiana a Lugano-Besso, si legge sul sito internet degli organizzatori (www.journee-problemes-alcool.ch). Informazioni sui problemi legati all’alcol si trovano sul sito ticinese www.ingrado.ch,
La crisi va affrontata come un’opportunità di imparare a meglio proteggersi, afferma in un comunicato l’Istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (ISPA). A questo proposito diverse associazioni attive nel settore faranno opera di sensibilizzazione della popolazione: è stato pubblicato anche un opuscolo informativo.
Gli specialisti che si occupano della terapia e della consulenza agli alcoldipendenti - spiega l’ISPA - sanno che le ricadute sono frequenti. Nei singoli casi, però, i diretti interessati e i loro famigliari vivono la cosa come una pesante sconfitta, se non come una catastrofe: tendono a nascondersi per la vergogna, restando soli con la loro sensazione di fallimento, e quindi rischiano di peggiorare ulteriormente la loro situazione.
"Vogliamo incoraggiare i diretti interessati a cercare aiuto al più presto", afferma Sabine Dobler dell’ISPA. "Chi sa che cos’è una ricaduta e come si manifesta non si scoraggia tanto facilmente. Una ricaduta non significa che tutti gli sforzi sono stati vani e che si debba ricominciare da zero, anzi, dimostra che si sta imparando".
Secondo Dobler, quindi, le ricadute non sono solo momenti di crisi, ma anche opportunità, a patto che se ne approfitti per riesaminare la strada fatta fino a quel momento e per trarne una lezione. A tale scopo, i gruppi di autoaiuto o gli specialisti possono rappresentare un grande sostegno.

VIRGILIO NOTIZIE

Australia - Donne aborigene contro la vendita di alcolici

15-11-2007 - Autorevoli esponenti donne della comunità aborigena australiana stanno protestando per chiedere al governo misure restrittive della vendita degli alcolici. La manifestazione, che si è svolta nel centro di Alice Springs, punta a contrastare la piaga dell’alcolismo tra gli aborigeni, un fenomeno che sta anche alla radice delle violenze sui minori. All’interno delle comunità la vendita di alcolici è già proibita, ma le donne chiedono che sia impedita per due giorni alla settimana anche nelle città.


IL CORRIERE DELLE ALPI

una serata su alcol e droga
non abbiamo dato vino a ragazzi e ubriachi

LA NUOVA FERRARA

etilometri in pizzeria per poter guidare sicuri

L’UNIONE SARDA

Contromano sulla 131: l’autista era ubriaca

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Delle due una: o il presidente è piuttosto ignorante in materia di alcol e manda messaggi strampalati alla popolazione che nulla hanno a che vedere con le normali attenzione che ogni cittadino responsabile, ancor di più se guidatore, dovrebbe avere ,(difficile crederlo considerando l’intelligenza politica del presidente)
oppure il presidente utilizza i temi di salute pubblica per inviare messaggi basati su un "finto buon senso" a quanti ancora nella popolazione mantengono una posizione di esclusiva difesa di interessi economici, di superficilità, di irresponsabilità e acritica difesa della cultura del bere alcolici.
Insomma, da politico estremamente abile un colpo al cerchio e un colpo alla botte, pensando sempre al consenso.
Tuttavia il tema alcol in generale e il tema alcol e incidenti stradali in particolare, per la sua drammaticità e i suoi costi umani e sociali,dovrebbero forse essere affrontati con maggior trasparenza, anche in Alto Adige dove le cose a riguardo non vanno poi così bene.
cordiali saluti

Pellegrini Luigino

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Venerdì, 16 Novembre 2007

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