In fondo alla rassegna potete
leggere un’ulteriore risposta al presidente della provincia di Bolzano, di cui
abbiamo pubblicato una intervista il 13 novembre scorso. Continuate a scrivete il vostro
parere. Presidenza@provincia.bz.it e a trento@trentinocorrierealpi.it , oltre
che a Sbarbada e Argenta per la pubblicazione in rassegna stampa. ******** EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
PROVINCIABZ.IT) Campagna contro l’abuso di alcolici (20 novembre) Bolzano - Martedì 20
novembre, alle ore 10,30, nella sala stampa della Giunta provinciale a Palazzo
Widmann, l’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard
Theiner, illustrerà la campagna di prevenzione contro l’abuso di alcol “Tutto
chiaro?”. (*) La campagna di prevenzione, già
avviata l’anno scorso, si arricchisce di un ulteriore manifesto che sarà
affisso lungo le strade provinciali nel quale spiccherà la scritta “Don’t Drink
and Drive” contro l’uso di alcolici da parte di coloro che si mettono al
volante. La campagna promossa
dall’Assessorato alla sanità ed alle politiche sociali sarà sostenuta da un
concorso di idee sul tema “L’alcol nella nostra società” sviluppato in
collaborazione con il Forum prevenzione. L’iniziativa viene organizzata
sotto l’egida del presidente della Provincia. (*) Nota:
qualche giorno fa il presidente della provincia di Bolzano ha fatto delle
affermazioni sconcertanti in merito al problema alcol. La stessa provincia, in
questi giorni, organizza una campagna di prevenzione alcologica dal titolo
“Tutto chiaro?” Non dovranno fare molta strada per porre a ragion veduta questa
domanda. ALCOLISMO Minori. Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro: adolescenti,
alcol e amori occasionali Diversa rispetto ai bambini la
condizione degli adolescenti italiani ai quali i genitori trasmettono
sicuramente molto affetto e la loro indiscussa presenza a questi ragazzi, che,
di contro, sono consapevoli di essere in molti casi viziati. Tuttavia ci sono
cose di loro che i genitori non sanno. Il 26,4% degli adolescenti, infatti, non
ha mai detto ai genitori che scarica musica e film illegalmente, il 14,6% gioca
di nascosto con videogiochi violenti e il 10,4% ha installato sul pc un
software pirata. Il 26,3% chatta di nascosto anche con sconosciuti e il 15,9%
non ha riferito di aver chattato con persone che gli hanno fatto domande a
sfondo sessuale. Inoltre il 17,5% dei ragazzi gioca on line con altre persone e
il 12% naviga nei siti per adulti. Ammette di aver fatto filmini con il
telefonino e di averli messi in Rete il 3,9% del campione, invece, il 50,9% usa
il telefonino dove non si dovrebbe e il 20,8% non sopporta le continue chiamate
dei genitori. Il 60,2% degli adolescenti guarda programmi contrassegnati dal
bollino rosso di nascosto dai genitori. Il 34,7% dichiara di restare davanti
alla Tv anche se i genitori non sono d’accordo. E’ tra gli adolescenti che prende
largo la piaga dell’alcol. Quasi la metà degli adolescenti beve alcolici
qualche volta (49,3%), l’11,3% lo fa spesso, all’1,8% capita tutti i giorni e
solo al 29,8% non succede mai. Bevono soprattutto in occasione di feste o
ricorrenze (39,6%), ma anche quando sono in compagnia (30,6%) o semplicemente
perché ne hanno voglia (15,2%). Il 93,1% dei ragazzi beve alcolici solo qualche
volta in occasione di feste o ricorrenze, quando è in compagnia (70,4%) o
durante i pasti (66,7%). La percentuale più alta di chi afferma di bere spesso
(32,4%) lo fa senza semplicemente quando ne ha voglia, così come il 10,1% di
chi beve tutti i giorni. Il 41,3% dei ragazzi tra i 16 e 19 anni beve
soprattutto in occasione di feste e ricorrenze rispetto al 37,1% degli
adolescenti tra i 12 e i 15 anni. Il 38,8% dei ragazzi dai 16 anni in su
rispetto al 18,1% degli adolescenti tra i 12 e 15 anni afferma di bere quando è
in compagnia. Per il 45,4% degli adolescenti il
primo approccio con l’alcol è avvenuto tra gli 11 e i 14 anni, mentre il 17,5%
lo ha fatto a meno di 11 anni. Il 21,7% ha bevuto il primo bicchiere dopo i 15
anni, ma solo il 2,9% sostiene di non aver mai bevuto. Il 24,5% dei ragazzi ha
bevuto il primo bicchiere prima di compiere 11 anni contro il 13,8% delle
ragazze. Il 67,4% dei giovani sostiene di
non aver mai guidato dopo aver bevuto. L’8,2% sostiene di averlo fatto solo
raramente, mentre il 7,2% dice di farlo qualche volta o spesso (4,9%). Le
ragazze sono più prudenti: l’80,6% dichiara di non aver mai guidato il motorino
o l’auto dopo aver bevuto, contro il 42% dei coetanei maschi. Il 59,2% non ha
mai viaggiato come passeggero su un’auto o un motorino il cui guidatore aveva
bevuto. Al 14,8% è capitato raramente, al 12% qualche volta, mentre il 5%
spesso. La "prima volta". Il
57,2% degli adolescenti non ha ancora sperimentato la sua "prima
volta". Il 4% afferma di averlo fatto tra gli 11 e i 13 anni. La maggior
parte dei ragazzi sperimenta per la prima volta il sesso tra i 15 e i 17 anni
(19,3%). I maschi sono più precoci: il 3,5%, infatti, ha avuto il suo primo
rapporto tra gli 11 e i 12 anni (di cui il 2,2% a 11 anni); mentre, per le
ragazze della stessa fascia d’età solo lo 0,9%. Le ragazze sperimentano il
sesso per la maggior parte tra i 15 (8,2%) e i 16 anni (11%). Ma quale ricordo
conservano del loro primo rapporto gli adolescenti? Il 39,1% ha un bel ricordo
e il 16,1% lo ha abbastanza positivo. Il 4,1% conserva un ricordo abbastanza
negativo e solo il 2% un brutto ricordo. Il 40,9% degli adolescenti ha fatto
questa esperienza con una persona con cui ha avuto (o ha ancora) una storia
importante e il 13,3% l’ha vissuto con una persona con cui ha avuto una storia,
seppur breve. Il 6,6% ha avuto il primo rapporto con una conoscenza
occasionale. Il 33,5% non ha risposto. Il 31,7% utilizza sempre il preservativo
e il 14,3% spesso. Solo il 12,4% dichiara di
utilizzarlo qualche volta e il 7,7% mai. L’utilizzo del preservativo appare in
diminuzione rispetto al passato: nel 2005, il 45,8% dei ragazzi lo usava sempre
(nel 2002 erano ben il 53%) e il 19,4% spesso (nel 2002 erano il 18,1%). Il
40,1% dei ragazzi non ha mai avuto un rapporto occasionale senza protezione, ma
non bisogna trascurare quel 13,4% a cui qualche volta è capitato di non farne
uso. Il 2,7% afferma di non utilizzarlo abitualmente, mentre l’1,8% non prende
mai precauzioni. Nel 2002 il 54% dei ragazzi affermava di non aver mai fatto
sesso occasionale a rischio, mentre nel 2005 erano il 47,7%. Addio amore
romantico? Gli adolescenti sembrano essere meno sognatori. Infatti, se il 49,1%
vede la sessualità come l’espressione dell’amore, il 14,8% lo considera
un’esigenza naturale e l’11,3% un’attrazione tra due persone. Quindi il 32,7%
dei giovani ha un approccio pragmatico con il sesso. Sono le ragazze ad essere
ancorate alla visione romantica del sesso: il 63,2% contro il 22,6% dei maschi.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
MANFREDONIA.NET) Giovani,
’attenti all’alcol’ Chiusa positivamente la campagna di informazione condotta da
personale Asl nelle discoteche più frequentate in estate. Su 1500 contatti
oltre 1000 test del palloncino sono risultati positivi Si è conclusa con successo la
campagna di informazione condotta durante l’estate nell’area Gargano Sud da un
gruppo di operatori del Dipartimento per le Dipendenze Patologiche di
Manfredonia per la lotta all’abuso di alcol. L’iniziativa, sostenuta dall’Asl
Fg, è stata patrocinata dalla Provincia e dai Comuni di Manfredonia, Monte
Sant’Angelo e Mattinata. Alcuni medici e psicologi,
coadiuvati da giovani volontari che avevano seguito un corso formativo presso
il sert di Manfredonia, al sabato sera si sono recati nei locali e nelle
discoteche più in voga e alle manifestazioni e concerti con forte presenza di
ragazzi, allestendo appositi gazebo dove i giovani, avvicinandosi
spontaneamente, potevano ritirare materiale, chiedere informazioni e,
conservando l’anonimato, effettuare il test del palloncino per l’analisi rapida
del tasso alcolemico (per poter guidare non deve superare lo 0,5 g/l). Il direttore del Dipartimento,
dottor Matteo Giordano, esprime soddisfazione per i risultati ottenuti
dall’iniziativa estiva denominata “Attenti all’alcol”. “Il riscontro –dichiara
il dottor Giordano- è stato notevole. I giovani sono rimasti molto incuriositi
dall’iniziativa ed in 1500 hanno affrontato senza problemi la prova del
palloncino. Purtroppo 1100 sono risultati positivi. Comunque sono stati
sensibilizzati, ma ancora fanno fatica a capire quali sono i limiti e i rischi.
I ragazzi sanno che l’alcol finisce nel sangue, ma non conoscono la quantità
oltre la quale si corrono seri pericoli”. Secondo le stime del Dipartimento
tra le persone che assumo alcol di età compresa tra i 14 e i 30 anni, il 5% dei
maschi è un bevitore problematico, contro l’1% delle ragazze. Il dato si
mantiene stabile negli ultimi due anni. Per finanziare la campagna
“Attenti all’alcol” sono stati spesi soltanto 5000 euro. In totale sono state
predisposte 17 postazioni tenute aperte per l’intero arco della serata,
dall’apertura del locale fino alla sua chiusura all’alba. “Un’’annotazione
positiva -rileva Giordano- è per i gestori dei locali che, aderendo e
collaborando all’iniziativa, hanno voluto dimostrare che il loro maggiore
interesse non è vendere alcol ma far divertire i ragazzi senza dover per questo
correre rischi quando fanno rientro a casa”. Il progetto non si ferma
all’estate. Il dottor Giordano annuncia infatti che, chiudendo tutte le
strutture all’aperto, si sta pensando sia di intervenire presso le discoteche
più grandi del territorio provinciale dove l’afflusso dei ragazzi è consistente,
e sia di sensibilizzare i gestori dei pub affinché non somministrino bevande
alcoliche ai minori di 16 anni. Nei ragazzi sotto i 16 anni bere
sostanze alcoliche può produrre effetti sul sistema nervoso centrale e
sull’intero organismo. Non esiste una quantità "sicura" per il
consumo di alcol: si può solo parlare di quantità a basso rischio, ma i rischi
esistono per qualsiasi livello di consumo. Le ricerche condotte
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità provano che l’uso di alcol è visto
spesso dagli adolescenti come un rituale finalizzato a creare legami e quindi
permettere interazioni più distese: in sostanza, a sentirsi adulti, che l’abuso
di alcol può essere la spia di condizioni psicopatologiche sottostanti, che
spesso la mera proibizione rivolta ad un adolescente ottiene un effetto
contrario a quello voluto e che bere più bevande alcoliche, in genere nel fine
settimana, è un nuovo stile di consumo sempre più diffuso tra i giovani. “Un’altra attività che intendiamo
svolgere –aggiunge- riguarda le autoscuole che stiamo coinvolgendo grazie
all’intervento e alla collaborazione della dottoressa Potenza. La nostra idea è
quella di tenere noi stessi alcune lezioni all’interno del corso di formazione
automobilistica con il duplice scopo di passare informazioni direttamente agli
utenti, ai futuri automobilisti, e di sensibilizzare i gestori delle autoscuole
affinché essi stessi sensibilizzino i formatori”. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
MENTELOCALE.IT) No
sbronza, no party? Vizi e virtù del decreto Bianchi. Chi guida
ubriaco rischia grosso, niente alcol dopo le due in disco. Ma serve? Parola a
gestori e ragazzi Secondo i dati forniti dal
Ministero della Salute, in Italia oltre ventimila persone l’anno muoiono per
abuso di alcol o problemi collegati, e circa la metà degli incidenti stradali
mortali sono causati dalla guida in stato di ebbrezza. Se si considera che gli
incidenti stradali sono la principale causa di morte sotto i 40 anni, si
capisce l’urgenza di adottare politiche socio-sanitarie che mirino alla
diminuzione dell’utilizzo di alcol, soprattutto nei più giovani. Le patologie legate all’abuso di
alcol sono innumerevoli, e non riguardano solo l’aspetto fisico. Oltre ai danni
al fegato, ai disturbi renali e alle malfunzioni cardiache, l’abuso di alcol
provoca un notevole rallentamento dei riflessi, una diminuzione della capacità
di concentrazione e di attenzione. Questi sintomi sono la causa principale
degli incidenti stradali, degli infortuni sui posti di lavoro, ma anche di
comportamenti violenti. Le sostanze alcoliche usate in
eccesso provocano stati d’ansia, generano sensazioni di paura immotivata e
crescente che con il tempo sfociano in veri e propri attacchi di panico. Le
crisi depressive sono strettamente legate all’alcol e sono dovute all’insieme
dei danni provocati al cervello unitamente ai cambiamenti sociali (problemi di
comunicazione, diminuzione dell’autostima e della capacità di giudizio)
derivanti dall’alcolismo. Questo, a mio avviso, è il dato più allarmante sul
quale riflettere, ed è confermato da uno studio dell’università La Sapienza di
Roma, in cui si illustra come l’uso di alcolici sotto i 35 anni sia finalizzato
all’instaurazione ed alla gestione dei rapporti interpersonali, piuttosto che
alla necessità di bere. Diciamoci la verità, quante di
queste informazioni arrivano realmente ai ragazzi? Di solito tendono a credere
che queste cose succedano agli altri... Arriviamo al famigerato decreto
Bianchi, approvato in Parlamento lo scorso ottobre, che inasprisce le pene per
chi guida in stato di alterazione e vieta la vendita di bevande alcoliche nei
locali di intrattenimento e ballo dopo le due di notte. Di primo acchito, il
tentativo può anche essere ammirevole, indubbiamente nobile. Certo, molti locali hanno già
trovato l’escamotage dei mignon: piccole bottigliette di bevanda alcolica pura
vendute prime delle due, con le quali più tardi si corregge i drink analcolici.
Certo, c’è chi si porterà in borsa direttamente la bottiglia di whisky, chi
uscirà dal locale da ballo per andare a bere qualcosa in macchina, o dal primo
venditore ambulante, piuttosto di chi berrà il doppio prima delle fatidiche due
di notte. Insomma, chi vorrà devastarsi, continuerà a farlo. D’altra parte, a tutti quelli che
non avevano un rapporto viscerale con l’alcol, che avrebbero potuto fare a meno
di quel bicchiere in più, la legge non potrà che avere effetti positivi.
Sicuramente ci sarà una riduzione dei casi di persone alla guida in stato di
ebbrezza, visto che molte avranno il tempo di smaltire gli effetti prima della
chiusura dei locali. Ma quante sono in percentuale
queste persone? E i locali da ballo non si riempiranno di venditori ambulanti
davanti ai parcheggi? Perché colpire soltanto le discoteche? Secondo un dato
statistico infatti, la maggior parte degli incidenti mortali per guida in stato
di ebbrezza avviene tra le ore 18 e le 22, durante l’ora dell’aperitivo.
Insomma, questo mini-proibizionismo, può essere una risoluzione definitiva? Diamo la parola ad alcuni
esercenti, addetti ai lavori, nonché avventori delle discoteche genovesi. Bruno
- titolare della Locanda in Salita Pollaiuoli - dice: «Il proibizionismo non ha
mai portato a grandi risultati, anzi. Vietare la vendita di alcolici alle 2
potrebbe essere un invito, anche per chi non ha mai provato, ad usare
stupefacenti. In ogni caso non è possibile chiudere una strada senza offrirne
una alternativa. Ci sono modelli che funzionano benissimo in Europa, come in
Germania e in Inghilterra e basterebbe copiare quelli. Essenzialmente sono
basati su due punti: tolleranza zero nel week end, ovvero chi guida non deve
aver bevuto. Ma soprattutto grande efficienza dei mezzi pubblici e costi bassi
per i Taxi. In questi paesi i ragazzi si muovono con i Taxi che hanno costi
ridottissimi. In Italia per uscire e tornare con il taxi servono almeno 30
euro. Certo per una simile operazione bisognerebbe che il Governo disegni un
piano di legge concordano un piano economico con i taxisti stessi». Massimo Mortello, gestore del
club ZeroDieci di piazza Embriace la pensa così: «Prima di tutto, una
discriminazione tra diversi tipi di esercizi pubblici rende inefficace la
norma. Non capisco come si possa credere che basti vietare la vendita dentro
una discoteca, se sarà possibile prendere da bere in qualsiasi bar che fa
orario notturno o dai venditori ambulante. Inoltre, i ragazzi che vogliono bere
potrebbero riempirsi le macchine di bottiglie, insomma mi sembra un
provvedimento che fa tornare indietro di ottant’anni. La vera soluzione è di
rafforzare i controlli e le pene e soprattutto di educare i giovani a bere con
intelligenza, attraverso un percorso che deve partire dalla famiglia, nelle
scuole e nelle università». C’è anche il lato economico,
oltre a quello morale. Per Alessio Parodi, da anni PR nei maggiori locali
genovesi e toscani: «è vergognosa questa imposizione, si tornerà come negli
anni del proibizionismo in america degli anni 30: alcolici dati sottobanco,
scorte di alcol in macchina. Nei nostri locali, la maggior parte della gente
arriva verso le due, dopo aver fatto qualche tappa nei vari pub e discobar. Con
questa legge, economicamente può essere un disastro per le aziende, la gente
che ci lavora che potrebbe perdere il posto, soprattutto i baristi. Sembra che
vengano puniti più i gestori dei locali che non i cittadini rei di mettersi
alla guida ubriachi. Bisogna intensificare i controlli sulle strade e fuori dai
locali. Per esempio mettendo una persona delle forze dell’ordine all’uscita dei
locali più importanti, che si occupi di controllare se una persona può mettersi
alla guida o meno». Stefano Gerbi, psicologo e
frequentatore di locali nel weekend è invece favorevole: «I commercianti si
rendano conto che non tutto è profitto. Si accontentino del prezzo del
biglietto di entrata in discoteca, già di per sè molto caro. Mentre i pub
scommetto che triplicheranno gli affari, vedo già le resse ai banconi alla
disperata bevuta prima che scatti l’ora X. Tranquilli commercianti, ci
perderete davvero poco, e i cittadini saranno un poco (ma solo un poco) più
sicuri. Inoltre è una legge che aiuta i gestori, che potrebbero sentirsi in
difficoltà a rifiutare una bevuta a chi è già abbastanza carico. Insomma può
essere una soluzione minima rispetto al problema, ma se dovesse già salvare una
vita soltanto, sarebbe già qualcosa io credo». Sorgono anche dubbi
sull’applicabilità del decreto, che presenta enormi paradossi. Fabio, studente
della Facoltà di Lettere e Filosofia di Genova, dice incredulo: «Ieri sera sono
stato in una discoteca in Versilia e al ritorno non ho trovato una pattuglia
della Polizia Stradale in autostrada e nemmeno ho visto l’ombra di posti di
blocco. In compenso l’Autogrill alle 4.30 del mattino vendeva birra ceres
(tasso alcol 7,7%) e bottiglie di vino (tasso alcol 12%). Ho visto parecchi
ragazzi che insieme al panino bevevano la birra. Penso che tutto questo sia
assurdo». Evelina, studentessa di 22 anni,
si trovava in un noto locale del basso Piemonte e ci racconta di aver assistito
ad una scena molto simile a quelle del supermercato, dove si reca con sua madre
per fare la spesa: «verso le due meno dieci, il DJ ha preso il microfono, un
po’ come al supermercato lo speaker invita ad avviarsi alle casse, ed ha
invitato tutti i clienti della discoteca a comprare direttamente le bottiglie,
prima che scattasse l’ora del divieto. E così tra mignon e bottiglie ai tavoli,
tutto è andato avanti come sempre...». A quasi tutti, dunque, questa
legge appare semplicistica e non certo risolutiva. I nostri intervistati
sembrano uniti sul rafforzare e incrementare i controlli sulle strade, punire
in modo molto più severo chi guida ubriaco. Ma la prevenzione è fondamentale:
insegnare nelle scuole e nelle università la cultura del bere senza eccessi.
Questa è l’unica via efficace, si basa sul buon senso e sulla consapevolezza
che soltanto noi stessi siamo custodi e responsabili della nostra integrità
fisica. IL GIORNALE Uno studente su 10 ubriaco due volte al mese di Redazione - venerdì 16
novembre 2007, - Dipendenze, altre preoccupanti conferme. Droghe, alcol e
«pasticche», l’età cosiddetta critica si abbassa e gli studenti ammettono di
non farsi mancare «esperienze» che in qualche caso aprono le porte a veri e
propri futuri drammi. I dati delle ricerche non confortano. Secondo un nuovo
rapporto, stilato dal Laboratorio salute sociale (tre gli istituti presi a
campione in città e hinterland) oltre la metà dei ragazzi ha fatto uso almeno
una volta di droghe, seppur leggere. Per la prima volta «va forte» la marijuana.
Ritornata purtroppo l’eroina, sniffata o inalata. Stupefacenti a parte
preoccupa anche il dilagare delle sbronze giovanili. Sempre la ricerca sostiene
che uno studente su dieci è ubriaco almeno due volte al mese. «La fase
pericolosa - afferma il direttore regionale scolastico, Anna Maria Dominici -
inizia a 12 anni. Dunque bisogna intervenire subito, fare opera di prevenzione
coinvolgendo prof e docenti». Fondamentali le collaborazioni tra gli enti del
territorio, dalle Asl ai Comuni. Già partiti progetti in 100 scuole medie. ALCOLISMO Spagna, indagine choc.Troppi tossici al volante di LORENZO BORSELLI Consigliere Nazionale Asaps, associazione amici
polizia stradale Sono anni che si parla della
stretta correlazione tra sinistrosità stradale ed assunzione, da parte dei
conducenti, di sostanze psicoattive come l’alcol. Ma abbiamo un’effettiva idea
di quanto incida la droga nella violenza stradale? In Italia, infatti, non esiste di
fatto la possibilità di verificare - anche con strumenti di tipo precursore -
la presenza di sostanze psicotrope. Esistono i cosiddetti "stick", ma
la loro distribuzione agli equipaggi di Polizia Stradale e Carabinieri è
rimasta de facto limitata ad alcuni esperimenti, tanto che, ad oggi,
l’accertamento delle violazioni previste dall’articolo 187 del codice della
strada (guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze
stupefacenti) è limitata all’intervento di sanitari con prelievo di sangue, in
larga parte in occasione di sinistri stradali. Quindi, a conti fatti, è
possibile affermare che in Italia non esista la possibilità di prevenire eventi
di questo tipo attraverso la Vigilanza Stradale o il Controllo del Territorio:
è, semplicemente, un accertamento di Polizia Giudiziaria. Una recente indagine condotta in
Spagna su iniziativa della DGT (Direzione Generale del Traffico), di cui si
parlava l’8 novembre sul quotidiano El Mundo in un articolo di Maria Vila
Salgado, ha cercato di fare il punto della situazione, mobilitando nelle
province di Badajoz e Saragozza una task force di militari della Guardia Civil
- che in Spagna espleta servizio specialistico di polizia stradale - con lo
scopo di monitorare l’incidenza droga nella guida nel primo weekend di
novembre. Il risultato, che non aveva
precedenti nella penisola iberica, è a dir poco scioccante: l’8% dei conducenti
sottoposti a screening è risultato sotto l’effetto di sostanze psicotrope. Gli agenti sono stati dotati di
un semplice stick da inumidire con la saliva, sfregato nella mucosa di ben 411
persone, 32 delle quali spedite in ospedale per la conferma del risultato
preliminare, a carico delle quali è poi scattata la sanzione penale: per coloro
che si sono rifiutati, due persone in tutto, è scattata invece una semplice
sanzione amministrativa, consistente nella sospensione della patente di guida,
la decurtazione di 6 punti (in Spagna il credito totale è di 12) ed una multa
di 600 euro. La riforma del Codice penale, in
fase di approvazione, prevede l’introduzione di conseguenze penali anche per
questa fattispecie, risolvendo così un vuoto normativo molto simile a quello
che esiste in Italia. Queste prove hanno svelato che la
percentuale di conducenti risultati assuntori di sostanze psicotrope è
addirittura superiore a quella di conducenti ebbri per alcol, ferma al 2,47%
del totale. Facendo i compiuti calcoli, la DGT stima che le droghe siano in
qualche modo responsabili del 10% degli incidenti stradali senza conseguenze
per le persone. Per quanto riguarda invece
l’incidenza sulla sinistrosità letale, i dati sono del tutto diversi. Nel corso
del 2006, infatti, le prove alcolemiche effettuate in concomitanza di sinistri
stradali - in tutto 89.757 - hanno evidenziato l’ebrietà di 6.039 conducenti
coinvolti, il 6,37%, ma nella mortalità il numero di ubriachi è spaventoso,
tanto da aver superato - nel 2005 - la soglia del 36%. Un dato questo che conferma le
stime di molti stati europei, secondo le quali 3 incidenti su 10 sarebbero in
qualche modo alcol-correlati, e che non viene affatto sottovalutata, visto che
nel 2006 ben 3milioni ed 860mila persone hanno soffiato nell’etilometro. Il codice penale in fase di
approvazione, prevede che la persona in stato di ebrietà da sostanza
stupefacente, in caso di coinvolgimento in incidente stradale senza conseguenze
per le persone, sarà affidato ai servizi sociali. "Abbiamo previsto per
loro - dice Bartolomé Vargas, del dipartimento Sicurezza Stradale - lavori
socialmente utili in centri di riabilitazione per paraplegici o in strutture di
assistenza per persone afflitte da lesioni cerebrali traumatiche, in maniera
tale che possano comprendere le conseguenze del loro comportamento". IL TRENTINO Anche un
concorso nelle scuole per la lotta all’alcol Dal «Comitato salute e sicurezza» serie di proposte legate alla
prevenzione TIONE. Si è riunito il Comitato
salute e sicurezza del C8 per fare il punto sulla situazione in particolare sull’uso
di alcol nelle feste estive, e sui progetti educativi nelle scuole. Era
presente il sindaco di Tione Zubani in veste di presidente di Comitato di
Distretto, organo che ha elaborato alcune linee guida perché venissero
approvate nei singoli consigli comunali della valle. I punti principali del testo fissano il divieto di intitolare le
manifestazioni appoggiate dai Comuni a prodotti alcolici, tipo festa della
birra ecc; divieto di somministrare superalcolici, sospensione un’ora prima del
termine della festa a fornire alcolici, effettuare una giornata libera da alcol
quando la manifestazione dura più giorni, non fare sconti sui prezzi degli
alcolici, predisporre un “Punto no alcol” in cui si servono solo analcolici e
si danno informazioni sui danni dell’alcol. Zubani, che ha messo in atto quanto sopra descritto nel corso
della recente Ecofiera, ha osservato che mancano manifesti, cartelloni, e
materiale in genere per sensibilizzare sull’argomento. A tale proposito si è deciso
di lanciare un concorso di idee per nuovi manifesti coinvolgendo gli studenti
delle scuole superiori e gli esercenti della zona, per stimolare la riflessione
su questo tema. Nella prossima riunione del Comitato di Distretto verrà chiesto
anche un piccolo contributo finanziario ai Comuni, per sostenere l’iniziativa.
Per le feste campestri della estate, le pro loco avevano ricevuto l’invito a
seguire linee responsabili. Si è registrato il confronto con quella di Ragoli,
il cui presidente avrebbe voluto fare, con più tempo disponibile, una sezione
non alcolica al bancone con l’offerta di nuovi cocktails analcolici e
accattivanti. Sarebbe bello coinvolgere l’Enaip, nella sezione alberghiera, per
inventare appunto nuove bevande senza alcol per i giovani da proporre alle
feste. Sarà attivato nelle scuole superiori il progetto “Stili di vita” nelle
classi prime, e “Alcol e guida” nelle terze e quarte, cercando di rendere
protagonisti i ragazzi stessi per una maggior efficacia dell’intervento. Al termine dell’incontro, in base ad alcune informazioni dei
rappresentanti delle Forze dell’Ordine presenti, Zubani si è impegnato a
coinvolgere l’assessore provinciale competente sulle modalità operative nei
casi di incidenti in cui è previsto l’accertamento obbligatorio dell’assunzione
di alcol o stupefacenti. Attualmente infatti non è chiaro chi debba coprire le
spese di tali accertamenti, né l’iter da seguire. IL GAZZETTINO (Rovigo) SOROPTIMIST CLUB Gallimberti ai giovani: «L’alcol produce danni celebrali» Informare i giovani sui danni
dell’alcol non li porta a cambiare abitudini. Coinvolgerli in un programma
comunicativo, come costruire la sceneggiatura di uno spot tv che Canale Italia
girerà nei prossimi giorni e che sarà trasmesso da dicembre, ha portato invece
a positivi risultati. Chi restava abitualmente sotto le
5 unità di alcool alla settimana (ogni unità sono 10 grammi di alcool,
equivalenti a un bicchiere di vino o a una birra) ha scelto di bere meno. Al
contrario, chi superava le 5 unità alla settimana, ha continuato sulla stessa strada
perché l’alcool produce danni cerebrali che aprono la strada della dipendenza,
ha spiegato il professor Luigi Gallimberti, ospite del Soroptimis club di
Rovigo. Gallimberti è intervenuto insieme
al presidente dell’Ordine dei medici di Rovigo Francesco Noce, per raccontare i
progetti "Che piacere..." ed "Epicuro": il primo di
prevenzione primaria, diretta a ridurre il consumo di alcool tra gli studenti a
Padova; il secondo su scala regionale e attivo attraverso i medici di base,
nella prevenzione alle droghe con la verifica periodica (durata 3 mesi)
affidata ai test di screening rapido attraverso le urine, su giovani che
risultavano positivi all’iniziale test di prova a cui avevano accettato di
sottoporsi nello studio del medico accompagnati dai genitori. Il progetto
"Che piacere..." ha coinvolto quest’anno 2.100 studenti di 25
istituti superiori e medie padovane, ha spiegato Gallimberti, direttore di
Tossicologia clinica dell’università cittadina. «L’indagine ci ha detto - ha
raccontato - che il 12,5 per cento dei dodicenni beve abitualmente una unità di
alcol alla settimana». Percentuale che sale al 65 per cento tra i
diciassettenni: due conferme dei dati dell’Oms, che hanno messo l’Italia al
primo posto nel consumo regolare di alcol tra i giovani d’età compresa tra 11 e
13 anni. "Che piacere...", promosso dal Rotary club e sostenuto dalla
Provincia di Padova, ha previsto due interventi: informare i giovani sui danni
dell’alcol al cervello; coinvolgerli attraverso la "peer system activation".
Gli studenti, cioè, hanno analizzato tra loro lo spot tv di una bevanda
alcolica: individuati i messaggi subliminali, hanno realizzato un contro-spot.
«Ci sarà un passaggio a livello, abbassato davanti a un giovane che era salito
in auto ubriaco. Dall’altra parte del passaggio a livello si vedrà passare
davanti, senza raggiungerle, tutte le cose belle della vita che si sta
perdendo». I risultati del progetto Epicuro saranno esposti dettagliatamente da
Francesco Noce nella 17. giornata del Medico polesano, che sabato 24 novembre
celebrerà nella cittadella sociosanitaria la cerimonia annuale del giuramento
d’Ippocrate. Nicola Astolfi IL GAZZETTINO (Belluno) Dal vertice tenutosi ieri tra i sindaci del centro Cadore escono le
prime proposte per la sicurezza del territorio Alcol test gratuito fuori dei locali L’iniziativa rientrerebbe nel servizio di sorveglianza notturno da
attivarsi ogni fine settimana Pieve Sindaci a confronto sul problema alcol. Ha sollevato un vero e proprio
polverone istituzionale la notizia, di alcuni giorni fa, dell’arresto di un
giovane 26enne cadorino per aver opposto resistenza al carabiniere e alle due
agenti della polizia locale che lo avevano pizzicato alla guida della propria
auto in evidente stato di ubriachezza. Accadde la notte di Halloween a
Pieve nell’ambito di un servizio anti alcol. Da allora è stato un susseguirsi
di confronti tra i politici locali, perchè quell’episodio era la chiara spia di
un malessere. Si è preoccupata della situazione che sempre più grave si
presenta nei territori di montagna il prefetto di Belluno, Provvidenza Delfina
Raimondo, che pochi giorni dopo ha ricevuto nei propri uffici il sindaco di
Pieve, Maria Antonia Ciotti. Ieri mattina si sono incontrati i
sindaci dei comuni di Lozzo, Mario Manfreda, Domegge, Lino Paolo Fedon,
Calalzo, Piermaio Fop e lo stesso primo cittadino di Pieve, che ha riportato ai
colleghi i suggerimenti e le linee proposte dal prefetto per sollevare il
territorio dal pericoloso cerchio di alcol e disordine in cui sembra essere
caduto. All’ordine del giorno c’era, in
primo luogo, la definizione di un piano di prevenzione in collaborazione con
gli agenti che fanno parte della convenzione di vigilanza tra i comuni
centrocadorini. Ne illustra i dettagli il sindaco
Ciotti «Abbiamo stabilito alcune regole sul servizio di vigilanza notturno che
vorremmo istituire tutti i fine settimana. Sarebbe nostra volontà poter contare
su due agenti che nelle ore notturne diano ai nostri cittadini la garanzia di
sicurezza e protezione che meritano. Ovviamente non spetta a noi la decisione
finale. Questa, ripeto, è la nostra volontà, e sarà portata ai vigili che ne
valuteranno la fattibilità insieme al loro sindacato». Sarebbe già un passo avanti, ma
al territorio servono anche altre misure preventive. «E’ stato lo stesso
Prefetto - prosegue il sindaco Ciotti - a sollecitare una nostra attivazione in
questo senso. Cercheremo di avviare un dialogo con il Sert per l’attivazione di
alcune misure di prevenzione da mettere ai atto all’uscita dei principali
locali. Pensiamo ad un alcot test gratuito cui si potranno sottoporre
volontariamente tutti coloro che, messa mano alla propria coscienza, vogliono
capire se è il caso di mettersi alla guida. Le limitazioni imposte dalla legge
sono assai ristrette e basta veramente poco per superare la soglia». I sindaci hanno condiviso la
linea d’azione e auspicano che in tempi stretti possa partire almeno il
servizio di vigilanza notturno. «Da queste cose - conclude il primo cittadino
pievese - si può evincere ancora una volta l’importanza della convenzione che
unisce i nostri vigili. Da solo un comune non potrebbe mai sognarsi di attivare
servizi di questo tipo. Insieme, dialogando e cercando di superare gli ostacoli
che si incontrano, si riescono a dare risposte concrete ai cittadini».Eleonora
Riva IL GIORNALE DI BRESCIA Automobilisti
ubriachi e incidenti stradali Sono un alcolista. Le scrivo per
condividere con i lettori le mie perplessità sul tema delle ubriacature e dei
relativi incidenti provocati da automobilisti ubriachi. - Mi sembra che
ultimamente si identifichi come problema principale il pericolo della guida
sotto effetto di alcol mentre, secondo me, questa è solo una conseguenza di un
problema ben più grande che è l’abuso di alcolici. - Si dice che i controlli
siano triplicati ma che gli incidenti continuano ad aumentare, si sono
inasprite le pene e gli etilometri continuano a trovare persone con valori
fuori dal consentito. - Sono certo di non avere la risposta in tasca, ma credo
che tutto questo dimostri che la risposta al problema è incompleta. La gente
dice che uno che beve è un irresponsabile e che non è in grado di ragionare ma,
allo stesso tempo, dice che dovrebbe capire di non essere nelle condizioni di
guidare. - Non le sembra un controsenso? - Da ventiquattro anni io non bevo più
grazie ad Alcolisti Anonimi ma se prima di allora mi avessero chiesto di fare
l’alcoltest prima di mettermi al volante mi sarei messo a ridere pensando «mai
stato così bene, mai stato così presente, queste cose sono per gli ubriaconi e
io non lo sono, io bevo qualche bicchiere e niente di più», pur essendo
estremamente convinto di ciò che pensavo spesso tornavo a casa ubriaco e con il
passare del tempo le sere in cui succedeva si facevano sempre più frequenti.
Con questo non voglio scusare o assolvere chi si trova ancora nel baratro
dell’alcolismo ma solo cercare di spiegare che le minacce e le forzature non
sono mai servite per farmi capire che avessi un problema. - Non riuscivo a
capire cosa rendesse diverso il mio rapporto con l’alcol da quello delle altre
persone e credetemi avrei pagato qualsiasi cosa per poter bere come tutti gli
altri, ma non ci riuscivo e tutto questo mi rendeva ancora più pieno di rancore
e di risentimento nei miei confronti. Tante volte ho pregato di morire per
porre fine alla situazione in cui mi trovavo che mi faceva far del male a me
stesso e agli altri perché da solo non ne vedevo una via d’uscita. - Poi,
tramite mia moglie, ho avuto un contatto con un Alcolista Anonimo, sobrio, che
mi ha raccontato cosa provava quando beveva, le stesse sensazioni che io stavo
ancora provando, e quanto stava bene ora che aveva smesso. Mi disse che
l’alcolismo è una malattia, che è il primo bicchiere a fare male e non l’ultimo
come si dice solitamente. È proprio quel bicchiere che fa scattare quella che
noi in A.A. chiamiamo compulsione ovvero l’impossibilità a smettere. - Se
dovessi bere qualcosa di alcolico non sarei più in grado di bere normalmente,
sono un alcolista e lo sarò per tutta la vita, ma grazie al Programma dei
Dodici Passi di Alcolisti Anonimi vivo una vita serena. - Per la mia esperienza
credo che se ai tavoli a cui si fanno programmi e progetti per trovare
soluzioni a questo problema si invitassero anche tutte quelle associazioni che
se ne occupano con successo potremmo avvicinarci un po’ di più alla soluzione. LETTERA FIRMATA LA REPUBBLICA Una tabella, indicativa, per
calcolare il proprio tasso alcolimetrico e non incorrere nelle sanzioni
previste dall’ultimo decreto legge Ecco l’etilometro di Repubblica.it per bere e guidare a norma
di legge Ma rimane la regola d’oro: dopo qualche brindisi
meglio non mettersi al volante di GIOVANNI GAGLIARDI "Avrò bevuto troppo?".
Quante volte dopo un pranzo, una cena o una serata in birreria con gli amici vi
siete chiesti se per l’etilometro avevate alzato troppo il gomito? Per la
sicurezza di tutti speriamo spesso. E nel dubbio c’è il nostro sito che arriva
in vostro soccorso. Comunque ci auguriamo che, nell’incertezza, abbiate
lasciato la guida al sobrio del gruppo, evitando in questo modo di far parte
dei 35.620 automobilisti che nei primi nove mesi del 2007 sono risultati
positivi al test. Ma se volete la conferma e non avete sottomano il test
fai-da-te o il telefonino-etilometro, e in attesa che arrivi in commercio
l’auto che non parte in caso di ’fiatata alcolica’, idea già adottata da un
paio di aziende, potete affidarvi all’etilometro di Repubblica.it. Tenendo ben presente che si
tratta di esempi esemplificativi, potete facilmente capire quanto si può alzare
il gomito e a cosa corrisponde il famoso limite di legge di 0,5. Diciamolo
subito: non è molto. Per i più disinvolti, si tratta effettivamente di
quantitativi da Esercito della salvezza. Partiamo. Il test, innanzitutto,
vi chiede di inserire le vostre caratteristiche fisiche e anagrafiche. Si passa
poi alle dimensioni del recipiente. Per intenderci prendiamo in esame i
bicchieri tradizionali: quello classico da vino (sempre semplificando, non ce
ne vogliano gli intenditori) contiene fra i 30 e i 40cl, anche se solitamente
in enoteca vengono riempiti fra i 10 e i 20cl. Il flute, il bicchiere lungo da
spumante o champagne, può arrivare a contenere 20-25cl, ma anche in questo caso
dipende dalla generosità dell’addetto alla mescita. Alcuni dati per gli amanti della
birra: una lattina, piccola, contiene 33cl. La pinta, unità di misura
utilizzata in paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Irlanda, equivale a mezzo
litro, ovvero 50cl. Una birra piccola di solito va dai 25 ai 40cl, a seconda
del bicchiere. Il boccalone da Oktober Fest, poi, di birra ne contiene un
litro. Infine, se la vostra passione è il whisky, l’amaro o il limoncello, il
bicchierino oscilla fra i 5cl e i 15cl. Cerchiamo di fare un esempio
pratico. Un ometto di 45 anni, alto un metro e 67, per 73 chili di peso, può
permettersi di bere poco più di un bicchiere di 20cl di un vino a 11 gradi
alcolici. L’etilometro, infatti, ci spiega che già con pochi sorsi il tasso
alcolico del nostro bevitore è a 0,35 (il limite, lo ricordiamo, è di 0,5). Va
meglio con la birra, in questo caso il bevitore in questione può permettersi
ben due lattine di birra, da 33cl, ma a patto che il contenuto non superi i 4,5
gradi alcolici, perché già a 5 il semaforo dell’etilometro diventa rosso.
Infine attenzione al cicchetto: basta un solo bicchierino da 10cl, con un
liquore a 32 gradi per arrivare al limite di legge. A questo punto agli incauti che
decidono di mettere la repentaglio la propria e l’altrui incolumità, non rimane
che ricordare i termini del decreto legge del 3 agosto: le multe partono da 500
euro ma, a seconda del tasso alcolemico, possono arrivare fino a 6.000 euro.
Nei casi più gravi è anche previsto l’arresto fino a sei mesi e la sospensione
della patente da uno a due anni. Oppure, ed è uno dei nodi irrisolti della
legge, se siete ancora abbastanza lucidi, agli agenti potete opporre un netto
’no’ alla richiesta di sottoporvi al test, ma preparatevi a mettere mano al portafogli
per pagare una multa salata e a rinunciare all’auto per qualche mese. http://voti.kataweb.it/etilometro/index.php,
IL GAZZETTINO (Pordenone) Dati diffusi dall’Agenzia delle entrate Il cinque per mille premia 500 enti
Risorse pari a 2,1 milioni di euro Udine (lm) Sono circa cinquecento le
realtà del Friuli Venezia Giulia che godranno dei benefici derivati dalla
possibilità, per i contribuenti, di destinare il 5 per mille delle proprie
imposte a una qualche associazione od organizzazione senza scopo di lucro. Ieri l’Agenzia regionale delle
entrate ha diramato, su internet, l’elenco della distribuzione delle scelte e
degli importi - relativi al 2006 - per gli enti del volontariato ammessi al
beneficio. Poco meno di duecento i soggetti
esclusi, per mancanza dei requisiti richiesti per il riconoscimento di Onlus.
In prevalenza, si tratta di società sportive dilettantistiche, ma anche pro
loco, cooperative sociali, associazioni di volontariato e culturali che
avrebbero potuto godere complessivamente di circa 164mila euro, che andranno
invece ripartiti tra le realtà riconosciute come aventi diritto. In totale sono stati oltre
749mila i contribuenti che hanno espresso la scelta di destinare la loro quota
in progetti e attività di solidarietà, per un importo di due milioni e 102mila
euro. Di questi, oltre 69mila hanno fornito un’indicazione precisa, destinando
risorse per un milione e 956mila euro. Le attività spaziano dai campi più
disparati, con una predilizione per gli enti operanti nel campo socio
assistenziale e culturale. Ecco la fondazione del teatro lirico Giuseppe Verdi
di Trieste preferita da 1620 soggetti (oltre 67mila euro), mentre
l’associazione per i Bambini chirurgici del Burlo ha ottenuto 2117 scelte
(64mila euro). All’Associazione friulana donatori di sangue sono andati 43mila
euro grazie alla firma, nella dichiarazione dei redditi, di 2147 persone. Meglio ha fatto l’Associazione
Via di Natale, che da 3847 "donazioni" ha ricavato oltre 100mila
euro. In 2467 hanno scelto di destinare 62mila euro all’associazione Genitori
malati emopatici neoplastici Fvg, mentre in 893 hanno destinato al Collegio del
mondo unito oltre 50mila euro. Alla Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo,
Hrovatin per i bambini di guerra verranno destinati da oltre mille
contribuenti, circa 33mila euro. Andranno 43mila euro (grazie a 1233 scelte)
alla Fondazione Bambini e autismo,mentre 37mila (897 indicazioni)
all’International adoption di Tarcento. All’onlus
che si occupa di alcolisti in trattamento hanno pensato in 1652 (per 38mila
euro). Nell’elenco anche alcune
associazioni animaliste, come La cuccia, associazione monfalconese degli Amici
degli animali (845 indicazioni per più di 21mila euro totali), mentre i Nostri
amici lebbrosi, grazie a 406 scelte, potranno incamerare quasi 13mila euro. IL GAZZETTINO (Padova) Ubriaco in Bmw contro una Ka, abbatte un semaforo e litiga
coi carabinieri: arrestato Montagnana (F.G.) Serata da non dimenticare,
quella di mercoledì per un rumeno di 23 anni residente a Cinto Euganeo, che è
stato arrestato dai militari per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il
fatto è accaduto verso le 23.30, all’incrocio fra via Circonvallazione e via XX
Settembre, a Montagnana, dove il ventitreenne stava transitando in direzione di
Legnago. Macassoi Cristian Marius, questo
il nome del giovane non ha rispettato il rosso del semaforo ed è andato a
sbattere con la sua Bmw 318 contro una Ford Ka che proveniva dalla parte
opposta. La Bmw è letteralmente schizzata via ed è andata a schiantarsi con
estrema violenza contro l’impianto semaforico, abbattendolo, per poi finire la
propria corsa nel vicino fossato. Il guidatore è uscito dall’auto
ridotta a un rottame e se ne è andato. Una pattuglia dei carabinieri di Este
l’ha scorto, poco dopo, mentre camminava sul ciglio della strada: il ragazzo
era alterato e ubriaco. C’è stata una breve colluttazione, poi i carabinieri sono
riusciti a immobilizzarlo e a portarlo all’ospedale per i controlli di rito.
Qui il rumeno ha tentato di ferirsi con dei cocci di vetro, senza troppo
successo, infine è stato condotto nella camera di sicurezza del comando
atestino. Ieri mattina non ricordava nulla, ma il giudice ha convalidato
l’arresto. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
TARGATOCN) Cherasco: provoca incidente e fugge Ubriaco e
senza patente E’ stato arrestato dai militari dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Bra – coordinati dal Ten. Ribaudi - in flagranza di reato perchè responsabile di omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza alcolica. Si tratta di un 50enne braidese che, nella tarda serata di mercoledì in frazione Roreto di Cherasco, nei pressi del centro commerciale ’Montello’, alla guida di un furgone ha tamponato violentemente un’autovettura, facendola finire fuori strada. Dopo l’urto il 50enne si Sabato, 17 Novembre 2007
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