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Rassegna stampa Alcol e guida del 16 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

In fondo alla rassegna potete leggere un’ulteriore risposta al presidente della provincia di Bolzano, di cui abbiamo pubblicato una intervista il 13 novembre scorso.

Continuate a scrivete il vostro parere.

Presidenza@provincia.bz.it e a trento@trentinocorrierealpi.it , oltre che a Sbarbada e Argenta per la pubblicazione in rassegna stampa.

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EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da PROVINCIABZ.IT)

Campagna contro l’abuso di alcolici (20 novembre)

Bolzano - Martedì 20 novembre, alle ore 10,30, nella sala stampa della Giunta provinciale a Palazzo Widmann, l’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, illustrerà la campagna di prevenzione contro l’abuso di alcol “Tutto chiaro?”. (*)

La campagna di prevenzione, già avviata l’anno scorso, si arricchisce di un ulteriore manifesto che sarà affisso lungo le strade provinciali nel quale spiccherà la scritta “Don’t Drink and Drive” contro l’uso di alcolici da parte di coloro che si mettono al volante.

La campagna promossa dall’Assessorato alla sanità ed alle politiche sociali sarà sostenuta da un concorso di idee sul tema “L’alcol nella nostra società” sviluppato in collaborazione con il Forum prevenzione. L’iniziativa viene organizzata sotto l’egida del presidente della Provincia.

(*) Nota: qualche giorno fa il presidente della provincia di Bolzano ha fatto delle affermazioni sconcertanti in merito al problema alcol. La stessa provincia, in questi giorni, organizza una campagna di prevenzione alcologica dal titolo “Tutto chiaro?” Non dovranno fare molta strada per porre a ragion veduta questa domanda.


ALCOLISMO

Minori. Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro: adolescenti, alcol e amori occasionali

Diversa rispetto ai bambini la condizione degli adolescenti italiani ai quali i genitori trasmettono sicuramente molto affetto e la loro indiscussa presenza a questi ragazzi, che, di contro, sono consapevoli di essere in molti casi viziati. Tuttavia ci sono cose di loro che i genitori non sanno. Il 26,4% degli adolescenti, infatti, non ha mai detto ai genitori che scarica musica e film illegalmente, il 14,6% gioca di nascosto con videogiochi violenti e il 10,4% ha installato sul pc un software pirata. Il 26,3% chatta di nascosto anche con sconosciuti e il 15,9% non ha riferito di aver chattato con persone che gli hanno fatto domande a sfondo sessuale. Inoltre il 17,5% dei ragazzi gioca on line con altre persone e il 12% naviga nei siti per adulti. Ammette di aver fatto filmini con il telefonino e di averli messi in Rete il 3,9% del campione, invece, il 50,9% usa il telefonino dove non si dovrebbe e il 20,8% non sopporta le continue chiamate dei genitori. Il 60,2% degli adolescenti guarda programmi contrassegnati dal bollino rosso di nascosto dai genitori. Il 34,7% dichiara di restare davanti alla Tv anche se i genitori non sono d’accordo.

E’ tra gli adolescenti che prende largo la piaga dell’alcol. Quasi la metà degli adolescenti beve alcolici qualche volta (49,3%), l’11,3% lo fa spesso, all’1,8% capita tutti i giorni e solo al 29,8% non succede mai. Bevono soprattutto in occasione di feste o ricorrenze (39,6%), ma anche quando sono in compagnia (30,6%) o semplicemente perché ne hanno voglia (15,2%). Il 93,1% dei ragazzi beve alcolici solo qualche volta in occasione di feste o ricorrenze, quando è in compagnia (70,4%) o durante i pasti (66,7%). La percentuale più alta di chi afferma di bere spesso (32,4%) lo fa senza semplicemente quando ne ha voglia, così come il 10,1% di chi beve tutti i giorni. Il 41,3% dei ragazzi tra i 16 e 19 anni beve soprattutto in occasione di feste e ricorrenze rispetto al 37,1% degli adolescenti tra i 12 e i 15 anni. Il 38,8% dei ragazzi dai 16 anni in su rispetto al 18,1% degli adolescenti tra i 12 e 15 anni afferma di bere quando è in compagnia.

Per il 45,4% degli adolescenti il primo approccio con l’alcol è avvenuto tra gli 11 e i 14 anni, mentre il 17,5% lo ha fatto a meno di 11 anni. Il 21,7% ha bevuto il primo bicchiere dopo i 15 anni, ma solo il 2,9% sostiene di non aver mai bevuto. Il 24,5% dei ragazzi ha bevuto il primo bicchiere prima di compiere 11 anni contro il 13,8% delle ragazze.

Il 67,4% dei giovani sostiene di non aver mai guidato dopo aver bevuto. L’8,2% sostiene di averlo fatto solo raramente, mentre il 7,2% dice di farlo qualche volta o spesso (4,9%). Le ragazze sono più prudenti: l’80,6% dichiara di non aver mai guidato il motorino o l’auto dopo aver bevuto, contro il 42% dei coetanei maschi. Il 59,2% non ha mai viaggiato come passeggero su un’auto o un motorino il cui guidatore aveva bevuto. Al 14,8% è capitato raramente, al 12% qualche volta, mentre il 5% spesso.

La "prima volta". Il 57,2% degli adolescenti non ha ancora sperimentato la sua "prima volta". Il 4% afferma di averlo fatto tra gli 11 e i 13 anni. La maggior parte dei ragazzi sperimenta per la prima volta il sesso tra i 15 e i 17 anni (19,3%). I maschi sono più precoci: il 3,5%, infatti, ha avuto il suo primo rapporto tra gli 11 e i 12 anni (di cui il 2,2% a 11 anni); mentre, per le ragazze della stessa fascia d’età solo lo 0,9%. Le ragazze sperimentano il sesso per la maggior parte tra i 15 (8,2%) e i 16 anni (11%). Ma quale ricordo conservano del loro primo rapporto gli adolescenti? Il 39,1% ha un bel ricordo e il 16,1% lo ha abbastanza positivo. Il 4,1% conserva un ricordo abbastanza negativo e solo il 2% un brutto ricordo. Il 40,9% degli adolescenti ha fatto questa esperienza con una persona con cui ha avuto (o ha ancora) una storia importante e il 13,3% l’ha vissuto con una persona con cui ha avuto una storia, seppur breve. Il 6,6% ha avuto il primo rapporto con una conoscenza occasionale. Il 33,5% non ha risposto. Il 31,7% utilizza sempre il preservativo e il 14,3% spesso.

Solo il 12,4% dichiara di utilizzarlo qualche volta e il 7,7% mai. L’utilizzo del preservativo appare in diminuzione rispetto al passato: nel 2005, il 45,8% dei ragazzi lo usava sempre (nel 2002 erano ben il 53%) e il 19,4% spesso (nel 2002 erano il 18,1%). Il 40,1% dei ragazzi non ha mai avuto un rapporto occasionale senza protezione, ma non bisogna trascurare quel 13,4% a cui qualche volta è capitato di non farne uso. Il 2,7% afferma di non utilizzarlo abitualmente, mentre l’1,8% non prende mai precauzioni. Nel 2002 il 54% dei ragazzi affermava di non aver mai fatto sesso occasionale a rischio, mentre nel 2005 erano il 47,7%. Addio amore romantico? Gli adolescenti sembrano essere meno sognatori. Infatti, se il 49,1% vede la sessualità come l’espressione dell’amore, il 14,8% lo considera un’esigenza naturale e l’11,3% un’attrazione tra due persone. Quindi il 32,7% dei giovani ha un approccio pragmatico con il sesso. Sono le ragazze ad essere ancorate alla visione romantica del sesso: il 63,2% contro il 22,6% dei maschi.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da MANFREDONIA.NET)

Giovani, ’attenti all’alcol’

Chiusa positivamente la campagna di informazione condotta da personale Asl nelle discoteche più frequentate in estate. Su 1500 contatti oltre 1000 test del palloncino sono risultati positivi

Si è conclusa con successo la campagna di informazione condotta durante l’estate nell’area Gargano Sud da un gruppo di operatori del Dipartimento per le Dipendenze Patologiche di Manfredonia per la lotta all’abuso di alcol. L’iniziativa, sostenuta dall’Asl Fg, è stata patrocinata dalla Provincia e dai Comuni di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e Mattinata.

Alcuni medici e psicologi, coadiuvati da giovani volontari che avevano seguito un corso formativo presso il sert di Manfredonia, al sabato sera si sono recati nei locali e nelle discoteche più in voga e alle manifestazioni e concerti con forte presenza di ragazzi, allestendo appositi gazebo dove i giovani, avvicinandosi spontaneamente, potevano ritirare materiale, chiedere informazioni e, conservando l’anonimato, effettuare il test del palloncino per l’analisi rapida del tasso alcolemico (per poter guidare non deve superare lo 0,5 g/l).

Il direttore del Dipartimento, dottor Matteo Giordano, esprime soddisfazione per i risultati ottenuti dall’iniziativa estiva denominata “Attenti all’alcol”. “Il riscontro –dichiara il dottor Giordano- è stato notevole. I giovani sono rimasti molto incuriositi dall’iniziativa ed in 1500 hanno affrontato senza problemi la prova del palloncino. Purtroppo 1100 sono risultati positivi. Comunque sono stati sensibilizzati, ma ancora fanno fatica a capire quali sono i limiti e i rischi. I ragazzi sanno che l’alcol finisce nel sangue, ma non conoscono la quantità oltre la quale si corrono seri pericoli”.

Secondo le stime del Dipartimento tra le persone che assumo alcol di età compresa tra i 14 e i 30 anni, il 5% dei maschi è un bevitore problematico, contro l’1% delle ragazze. Il dato si mantiene stabile negli ultimi due anni.

Per finanziare la campagna “Attenti all’alcol” sono stati spesi soltanto 5000 euro. In totale sono state predisposte 17 postazioni tenute aperte per l’intero arco della serata, dall’apertura del locale fino alla sua chiusura all’alba. “Un’’annotazione positiva -rileva Giordano- è per i gestori dei locali che, aderendo e collaborando all’iniziativa, hanno voluto dimostrare che il loro maggiore interesse non è vendere alcol ma far divertire i ragazzi senza dover per questo correre rischi quando fanno rientro a casa”.

Il progetto non si ferma all’estate. Il dottor Giordano annuncia infatti che, chiudendo tutte le strutture all’aperto, si sta pensando sia di intervenire presso le discoteche più grandi del territorio provinciale dove l’afflusso dei ragazzi è consistente, e sia di sensibilizzare i gestori dei pub affinché non somministrino bevande alcoliche ai minori di 16 anni.

Nei ragazzi sotto i 16 anni bere sostanze alcoliche può produrre effetti sul sistema nervoso centrale e sull’intero organismo. Non esiste una quantità "sicura" per il consumo di alcol: si può solo parlare di quantità a basso rischio, ma i rischi esistono per qualsiasi livello di consumo.

Le ricerche condotte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità provano che l’uso di alcol è visto spesso dagli adolescenti come un rituale finalizzato a creare legami e quindi permettere interazioni più distese: in sostanza, a sentirsi adulti, che l’abuso di alcol può essere la spia di condizioni psicopatologiche sottostanti, che spesso la mera proibizione rivolta ad un adolescente ottiene un effetto contrario a quello voluto e che bere più bevande alcoliche, in genere nel fine settimana, è un nuovo stile di consumo sempre più diffuso tra i giovani.

“Un’altra attività che intendiamo svolgere –aggiunge- riguarda le autoscuole che stiamo coinvolgendo grazie all’intervento e alla collaborazione della dottoressa Potenza. La nostra idea è quella di tenere noi stessi alcune lezioni all’interno del corso di formazione automobilistica con il duplice scopo di passare informazioni direttamente agli utenti, ai futuri automobilisti, e di sensibilizzare i gestori delle autoscuole affinché essi stessi sensibilizzino i formatori”.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da MENTELOCALE.IT)

No sbronza, no party?

Vizi e virtù del decreto Bianchi. Chi guida ubriaco rischia grosso, niente alcol dopo le due in disco. Ma serve? Parola a gestori e ragazzi

Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, in Italia oltre ventimila persone l’anno muoiono per abuso di alcol o problemi collegati, e circa la metà degli incidenti stradali mortali sono causati dalla guida in stato di ebbrezza. Se si considera che gli incidenti stradali sono la principale causa di morte sotto i 40 anni, si capisce l’urgenza di adottare politiche socio-sanitarie che mirino alla diminuzione dell’utilizzo di alcol, soprattutto nei più giovani.

Le patologie legate all’abuso di alcol sono innumerevoli, e non riguardano solo l’aspetto fisico. Oltre ai danni al fegato, ai disturbi renali e alle malfunzioni cardiache, l’abuso di alcol provoca un notevole rallentamento dei riflessi, una diminuzione della capacità di concentrazione e di attenzione. Questi sintomi sono la causa principale degli incidenti stradali, degli infortuni sui posti di lavoro, ma anche di comportamenti violenti.

Le sostanze alcoliche usate in eccesso provocano stati d’ansia, generano sensazioni di paura immotivata e crescente che con il tempo sfociano in veri e propri attacchi di panico. Le crisi depressive sono strettamente legate all’alcol e sono dovute all’insieme dei danni provocati al cervello unitamente ai cambiamenti sociali (problemi di comunicazione, diminuzione dell’autostima e della capacità di giudizio) derivanti dall’alcolismo. Questo, a mio avviso, è il dato più allarmante sul quale riflettere, ed è confermato da uno studio dell’università La Sapienza di Roma, in cui si illustra come l’uso di alcolici sotto i 35 anni sia finalizzato all’instaurazione ed alla gestione dei rapporti interpersonali, piuttosto che alla necessità di bere.

Diciamoci la verità, quante di queste informazioni arrivano realmente ai ragazzi? Di solito tendono a credere che queste cose succedano agli altri...

Arriviamo al famigerato decreto Bianchi, approvato in Parlamento lo scorso ottobre, che inasprisce le pene per chi guida in stato di alterazione e vieta la vendita di bevande alcoliche nei locali di intrattenimento e ballo dopo le due di notte. Di primo acchito, il tentativo può anche essere ammirevole, indubbiamente nobile.

Certo, molti locali hanno già trovato l’escamotage dei mignon: piccole bottigliette di bevanda alcolica pura vendute prime delle due, con le quali più tardi si corregge i drink analcolici. Certo, c’è chi si porterà in borsa direttamente la bottiglia di whisky, chi uscirà dal locale da ballo per andare a bere qualcosa in macchina, o dal primo venditore ambulante, piuttosto di chi berrà il doppio prima delle fatidiche due di notte. Insomma, chi vorrà devastarsi, continuerà a farlo.

D’altra parte, a tutti quelli che non avevano un rapporto viscerale con l’alcol, che avrebbero potuto fare a meno di quel bicchiere in più, la legge non potrà che avere effetti positivi. Sicuramente ci sarà una riduzione dei casi di persone alla guida in stato di ebbrezza, visto che molte avranno il tempo di smaltire gli effetti prima della chiusura dei locali.

Ma quante sono in percentuale queste persone? E i locali da ballo non si riempiranno di venditori ambulanti davanti ai parcheggi? Perché colpire soltanto le discoteche? Secondo un dato statistico infatti, la maggior parte degli incidenti mortali per guida in stato di ebbrezza avviene tra le ore 18 e le 22, durante l’ora dell’aperitivo. Insomma, questo mini-proibizionismo, può essere una risoluzione definitiva?

Diamo la parola ad alcuni esercenti, addetti ai lavori, nonché avventori delle discoteche genovesi. Bruno - titolare della Locanda in Salita Pollaiuoli - dice: «Il proibizionismo non ha mai portato a grandi risultati, anzi. Vietare la vendita di alcolici alle 2 potrebbe essere un invito, anche per chi non ha mai provato, ad usare stupefacenti. In ogni caso non è possibile chiudere una strada senza offrirne una alternativa. Ci sono modelli che funzionano benissimo in Europa, come in Germania e in Inghilterra e basterebbe copiare quelli. Essenzialmente sono basati su due punti: tolleranza zero nel week end, ovvero chi guida non deve aver bevuto. Ma soprattutto grande efficienza dei mezzi pubblici e costi bassi per i Taxi. In questi paesi i ragazzi si muovono con i Taxi che hanno costi ridottissimi. In Italia per uscire e tornare con il taxi servono almeno 30 euro. Certo per una simile operazione bisognerebbe che il Governo disegni un piano di legge concordano un piano economico con i taxisti stessi».

Massimo Mortello, gestore del club ZeroDieci di piazza Embriace la pensa così: «Prima di tutto, una discriminazione tra diversi tipi di esercizi pubblici rende inefficace la norma. Non capisco come si possa credere che basti vietare la vendita dentro una discoteca, se sarà possibile prendere da bere in qualsiasi bar che fa orario notturno o dai venditori ambulante. Inoltre, i ragazzi che vogliono bere potrebbero riempirsi le macchine di bottiglie, insomma mi sembra un provvedimento che fa tornare indietro di ottant’anni. La vera soluzione è di rafforzare i controlli e le pene e soprattutto di educare i giovani a bere con intelligenza, attraverso un percorso che deve partire dalla famiglia, nelle scuole e nelle università».

C’è anche il lato economico, oltre a quello morale. Per Alessio Parodi, da anni PR nei maggiori locali genovesi e toscani: «è vergognosa questa imposizione, si tornerà come negli anni del proibizionismo in america degli anni 30: alcolici dati sottobanco, scorte di alcol in macchina. Nei nostri locali, la maggior parte della gente arriva verso le due, dopo aver fatto qualche tappa nei vari pub e discobar. Con questa legge, economicamente può essere un disastro per le aziende, la gente che ci lavora che potrebbe perdere il posto, soprattutto i baristi. Sembra che vengano puniti più i gestori dei locali che non i cittadini rei di mettersi alla guida ubriachi. Bisogna intensificare i controlli sulle strade e fuori dai locali. Per esempio mettendo una persona delle forze dell’ordine all’uscita dei locali più importanti, che si occupi di controllare se una persona può mettersi alla guida o meno».

Stefano Gerbi, psicologo e frequentatore di locali nel weekend è invece favorevole: «I commercianti si rendano conto che non tutto è profitto. Si accontentino del prezzo del biglietto di entrata in discoteca, già di per sè molto caro. Mentre i pub scommetto che triplicheranno gli affari, vedo già le resse ai banconi alla disperata bevuta prima che scatti l’ora X. Tranquilli commercianti, ci perderete davvero poco, e i cittadini saranno un poco (ma solo un poco) più sicuri. Inoltre è una legge che aiuta i gestori, che potrebbero sentirsi in difficoltà a rifiutare una bevuta a chi è già abbastanza carico. Insomma può essere una soluzione minima rispetto al problema, ma se dovesse già salvare una vita soltanto, sarebbe già qualcosa io credo».

Sorgono anche dubbi sull’applicabilità del decreto, che presenta enormi paradossi. Fabio, studente della Facoltà di Lettere e Filosofia di Genova, dice incredulo: «Ieri sera sono stato in una discoteca in Versilia e al ritorno non ho trovato una pattuglia della Polizia Stradale in autostrada e nemmeno ho visto l’ombra di posti di blocco. In compenso l’Autogrill alle 4.30 del mattino vendeva birra ceres (tasso alcol 7,7%) e bottiglie di vino (tasso alcol 12%). Ho visto parecchi ragazzi che insieme al panino bevevano la birra. Penso che tutto questo sia assurdo».

Evelina, studentessa di 22 anni, si trovava in un noto locale del basso Piemonte e ci racconta di aver assistito ad una scena molto simile a quelle del supermercato, dove si reca con sua madre per fare la spesa: «verso le due meno dieci, il DJ ha preso il microfono, un po’ come al supermercato lo speaker invita ad avviarsi alle casse, ed ha invitato tutti i clienti della discoteca a comprare direttamente le bottiglie, prima che scattasse l’ora del divieto. E così tra mignon e bottiglie ai tavoli, tutto è andato avanti come sempre...».

A quasi tutti, dunque, questa legge appare semplicistica e non certo risolutiva. I nostri intervistati sembrano uniti sul rafforzare e incrementare i controlli sulle strade, punire in modo molto più severo chi guida ubriaco. Ma la prevenzione è fondamentale: insegnare nelle scuole e nelle università la cultura del bere senza eccessi. Questa è l’unica via efficace, si basa sul buon senso e sulla consapevolezza che soltanto noi stessi siamo custodi e responsabili della nostra integrità fisica.


IL GIORNALE

Uno studente su 10 ubriaco due volte al mese

di Redazione - venerdì 16 novembre 2007, - Dipendenze, altre preoccupanti conferme. Droghe, alcol e «pasticche», l’età cosiddetta critica si abbassa e gli studenti ammettono di non farsi mancare «esperienze» che in qualche caso aprono le porte a veri e propri futuri drammi. I dati delle ricerche non confortano. Secondo un nuovo rapporto, stilato dal Laboratorio salute sociale (tre gli istituti presi a campione in città e hinterland) oltre la metà dei ragazzi ha fatto uso almeno una volta di droghe, seppur leggere. Per la prima volta «va forte» la marijuana. Ritornata purtroppo l’eroina, sniffata o inalata. Stupefacenti a parte preoccupa anche il dilagare delle sbronze giovanili. Sempre la ricerca sostiene che uno studente su dieci è ubriaco almeno due volte al mese. «La fase pericolosa - afferma il direttore regionale scolastico, Anna Maria Dominici - inizia a 12 anni. Dunque bisogna intervenire subito, fare opera di prevenzione coinvolgendo prof e docenti». Fondamentali le collaborazioni tra gli enti del territorio, dalle Asl ai Comuni. Già partiti progetti in 100 scuole medie.


ALCOLISMO

Spagna, indagine choc.Troppi tossici al volante

di LORENZO BORSELLI Consigliere Nazionale Asaps, associazione amici polizia stradale

Sono anni che si parla della stretta correlazione tra sinistrosità stradale ed assunzione, da parte dei conducenti, di sostanze psicoattive come l’alcol. Ma abbiamo un’effettiva idea di quanto incida la droga nella violenza stradale?

In Italia, infatti, non esiste di fatto la possibilità di verificare - anche con strumenti di tipo precursore - la presenza di sostanze psicotrope. Esistono i cosiddetti "stick", ma la loro distribuzione agli equipaggi di Polizia Stradale e Carabinieri è rimasta de facto limitata ad alcuni esperimenti, tanto che, ad oggi, l’accertamento delle violazioni previste dall’articolo 187 del codice della strada (guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti) è limitata all’intervento di sanitari con prelievo di sangue, in larga parte in occasione di sinistri stradali.

Quindi, a conti fatti, è possibile affermare che in Italia non esista la possibilità di prevenire eventi di questo tipo attraverso la Vigilanza Stradale o il Controllo del Territorio: è, semplicemente, un accertamento di Polizia Giudiziaria.

Una recente indagine condotta in Spagna su iniziativa della DGT (Direzione Generale del Traffico), di cui si parlava l’8 novembre sul quotidiano El Mundo in un articolo di Maria Vila Salgado, ha cercato di fare il punto della situazione, mobilitando nelle province di Badajoz e Saragozza una task force di militari della Guardia Civil - che in Spagna espleta servizio specialistico di polizia stradale - con lo scopo di monitorare l’incidenza droga nella guida nel primo weekend di novembre.

Il risultato, che non aveva precedenti nella penisola iberica, è a dir poco scioccante: l’8% dei conducenti sottoposti a screening è risultato sotto l’effetto di sostanze psicotrope.

Gli agenti sono stati dotati di un semplice stick da inumidire con la saliva, sfregato nella mucosa di ben 411 persone, 32 delle quali spedite in ospedale per la conferma del risultato preliminare, a carico delle quali è poi scattata la sanzione penale: per coloro che si sono rifiutati, due persone in tutto, è scattata invece una semplice sanzione amministrativa, consistente nella sospensione della patente di guida, la decurtazione di 6 punti (in Spagna il credito totale è di 12) ed una multa di 600 euro.

La riforma del Codice penale, in fase di approvazione, prevede l’introduzione di conseguenze penali anche per questa fattispecie, risolvendo così un vuoto normativo molto simile a quello che esiste in Italia.

Queste prove hanno svelato che la percentuale di conducenti risultati assuntori di sostanze psicotrope è addirittura superiore a quella di conducenti ebbri per alcol, ferma al 2,47% del totale. Facendo i compiuti calcoli, la DGT stima che le droghe siano in qualche modo responsabili del 10% degli incidenti stradali senza conseguenze per le persone.

Per quanto riguarda invece l’incidenza sulla sinistrosità letale, i dati sono del tutto diversi. Nel corso del 2006, infatti, le prove alcolemiche effettuate in concomitanza di sinistri stradali - in tutto 89.757 - hanno evidenziato l’ebrietà di 6.039 conducenti coinvolti, il 6,37%, ma nella mortalità il numero di ubriachi è spaventoso, tanto da aver superato - nel 2005 - la soglia del 36%.

Un dato questo che conferma le stime di molti stati europei, secondo le quali 3 incidenti su 10 sarebbero in qualche modo alcol-correlati, e che non viene affatto sottovalutata, visto che nel 2006 ben 3milioni ed 860mila persone hanno soffiato nell’etilometro.

Il codice penale in fase di approvazione, prevede che la persona in stato di ebrietà da sostanza stupefacente, in caso di coinvolgimento in incidente stradale senza conseguenze per le persone, sarà affidato ai servizi sociali. "Abbiamo previsto per loro - dice Bartolomé Vargas, del dipartimento Sicurezza Stradale - lavori socialmente utili in centri di riabilitazione per paraplegici o in strutture di assistenza per persone afflitte da lesioni cerebrali traumatiche, in maniera tale che possano comprendere le conseguenze del loro comportamento".


IL TRENTINO

Anche un concorso nelle scuole per la lotta all’alcol

Dal «Comitato salute e sicurezza» serie di proposte legate alla prevenzione

TIONE. Si è riunito il Comitato salute e sicurezza del C8 per fare il punto sulla situazione in particolare sull’uso di alcol nelle feste estive, e sui progetti educativi nelle scuole. Era presente il sindaco di Tione Zubani in veste di presidente di Comitato di Distretto, organo che ha elaborato alcune linee guida perché venissero approvate nei singoli consigli comunali della valle.

 I punti principali del testo fissano il divieto di intitolare le manifestazioni appoggiate dai Comuni a prodotti alcolici, tipo festa della birra ecc; divieto di somministrare superalcolici, sospensione un’ora prima del termine della festa a fornire alcolici, effettuare una giornata libera da alcol quando la manifestazione dura più giorni, non fare sconti sui prezzi degli alcolici, predisporre un “Punto no alcol” in cui si servono solo analcolici e si danno informazioni sui danni dell’alcol.

 Zubani, che ha messo in atto quanto sopra descritto nel corso della recente Ecofiera, ha osservato che mancano manifesti, cartelloni, e materiale in genere per sensibilizzare sull’argomento. A tale proposito si è deciso di lanciare un concorso di idee per nuovi manifesti coinvolgendo gli studenti delle scuole superiori e gli esercenti della zona, per stimolare la riflessione su questo tema.

 Nella prossima riunione del Comitato di Distretto verrà chiesto anche un piccolo contributo finanziario ai Comuni, per sostenere l’iniziativa. Per le feste campestri della estate, le pro loco avevano ricevuto l’invito a seguire linee responsabili. Si è registrato il confronto con quella di Ragoli, il cui presidente avrebbe voluto fare, con più tempo disponibile, una sezione non alcolica al bancone con l’offerta di nuovi cocktails analcolici e accattivanti.

 Sarebbe bello coinvolgere l’Enaip, nella sezione alberghiera, per inventare appunto nuove bevande senza alcol per i giovani da proporre alle feste. Sarà attivato nelle scuole superiori il progetto “Stili di vita” nelle classi prime, e “Alcol e guida” nelle terze e quarte, cercando di rendere protagonisti i ragazzi stessi per una maggior efficacia dell’intervento.

 Al termine dell’incontro, in base ad alcune informazioni dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine presenti, Zubani si è impegnato a coinvolgere l’assessore provinciale competente sulle modalità operative nei casi di incidenti in cui è previsto l’accertamento obbligatorio dell’assunzione di alcol o stupefacenti. Attualmente infatti non è chiaro chi debba coprire le spese di tali accertamenti, né l’iter da seguire.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

SOROPTIMIST CLUB 

Gallimberti ai giovani: «L’alcol produce danni celebrali»

Informare i giovani sui danni dell’alcol non li porta a cambiare abitudini. Coinvolgerli in un programma comunicativo, come costruire la sceneggiatura di uno spot tv che Canale Italia girerà nei prossimi giorni e che sarà trasmesso da dicembre, ha portato invece a positivi risultati.

Chi restava abitualmente sotto le 5 unità di alcool alla settimana (ogni unità sono 10 grammi di alcool, equivalenti a un bicchiere di vino o a una birra) ha scelto di bere meno. Al contrario, chi superava le 5 unità alla settimana, ha continuato sulla stessa strada perché l’alcool produce danni cerebrali che aprono la strada della dipendenza, ha spiegato il professor Luigi Gallimberti, ospite del Soroptimis club di Rovigo.

Gallimberti è intervenuto insieme al presidente dell’Ordine dei medici di Rovigo Francesco Noce, per raccontare i progetti "Che piacere..." ed "Epicuro": il primo di prevenzione primaria, diretta a ridurre il consumo di alcool tra gli studenti a Padova; il secondo su scala regionale e attivo attraverso i medici di base, nella prevenzione alle droghe con la verifica periodica (durata 3 mesi) affidata ai test di screening rapido attraverso le urine, su giovani che risultavano positivi all’iniziale test di prova a cui avevano accettato di sottoporsi nello studio del medico accompagnati dai genitori. Il progetto "Che piacere..." ha coinvolto quest’anno 2.100 studenti di 25 istituti superiori e medie padovane, ha spiegato Gallimberti, direttore di Tossicologia clinica dell’università cittadina. «L’indagine ci ha detto - ha raccontato - che il 12,5 per cento dei dodicenni beve abitualmente una unità di alcol alla settimana». Percentuale che sale al 65 per cento tra i diciassettenni: due conferme dei dati dell’Oms, che hanno messo l’Italia al primo posto nel consumo regolare di alcol tra i giovani d’età compresa tra 11 e 13 anni. "Che piacere...", promosso dal Rotary club e sostenuto dalla Provincia di Padova, ha previsto due interventi: informare i giovani sui danni dell’alcol al cervello; coinvolgerli attraverso la "peer system activation". Gli studenti, cioè, hanno analizzato tra loro lo spot tv di una bevanda alcolica: individuati i messaggi subliminali, hanno realizzato un contro-spot. «Ci sarà un passaggio a livello, abbassato davanti a un giovane che era salito in auto ubriaco. Dall’altra parte del passaggio a livello si vedrà passare davanti, senza raggiungerle, tutte le cose belle della vita che si sta perdendo». I risultati del progetto Epicuro saranno esposti dettagliatamente da Francesco Noce nella 17. giornata del Medico polesano, che sabato 24 novembre celebrerà nella cittadella sociosanitaria la cerimonia annuale del giuramento d’Ippocrate.

Nicola Astolfi


IL GAZZETTINO (Belluno)

Dal vertice tenutosi ieri tra i sindaci del centro Cadore escono le prime proposte per la sicurezza del territorio  

Alcol test gratuito fuori dei locali 

L’iniziativa rientrerebbe nel servizio di sorveglianza notturno da attivarsi ogni fine settimana

Pieve

Sindaci a confronto sul problema alcol.

Ha sollevato un vero e proprio polverone istituzionale la notizia, di alcuni giorni fa, dell’arresto di un giovane 26enne cadorino per aver opposto resistenza al carabiniere e alle due agenti della polizia locale che lo avevano pizzicato alla guida della propria auto in evidente stato di ubriachezza.

Accadde la notte di Halloween a Pieve nell’ambito di un servizio anti alcol. Da allora è stato un susseguirsi di confronti tra i politici locali, perchè quell’episodio era la chiara spia di un malessere. Si è preoccupata della situazione che sempre più grave si presenta nei territori di montagna il prefetto di Belluno, Provvidenza Delfina Raimondo, che pochi giorni dopo ha ricevuto nei propri uffici il sindaco di Pieve, Maria Antonia Ciotti.

Ieri mattina si sono incontrati i sindaci dei comuni di Lozzo, Mario Manfreda, Domegge, Lino Paolo Fedon, Calalzo, Piermaio Fop e lo stesso primo cittadino di Pieve, che ha riportato ai colleghi i suggerimenti e le linee proposte dal prefetto per sollevare il territorio dal pericoloso cerchio di alcol e disordine in cui sembra essere caduto.

All’ordine del giorno c’era, in primo luogo, la definizione di un piano di prevenzione in collaborazione con gli agenti che fanno parte della convenzione di vigilanza tra i comuni centrocadorini.

Ne illustra i dettagli il sindaco Ciotti «Abbiamo stabilito alcune regole sul servizio di vigilanza notturno che vorremmo istituire tutti i fine settimana. Sarebbe nostra volontà poter contare su due agenti che nelle ore notturne diano ai nostri cittadini la garanzia di sicurezza e protezione che meritano. Ovviamente non spetta a noi la decisione finale. Questa, ripeto, è la nostra volontà, e sarà portata ai vigili che ne valuteranno la fattibilità insieme al loro sindacato».

Sarebbe già un passo avanti, ma al territorio servono anche altre misure preventive. «E’ stato lo stesso Prefetto - prosegue il sindaco Ciotti - a sollecitare una nostra attivazione in questo senso. Cercheremo di avviare un dialogo con il Sert per l’attivazione di alcune misure di prevenzione da mettere ai atto all’uscita dei principali locali. Pensiamo ad un alcot test gratuito cui si potranno sottoporre volontariamente tutti coloro che, messa mano alla propria coscienza, vogliono capire se è il caso di mettersi alla guida. Le limitazioni imposte dalla legge sono assai ristrette e basta veramente poco per superare la soglia».

I sindaci hanno condiviso la linea d’azione e auspicano che in tempi stretti possa partire almeno il servizio di vigilanza notturno. «Da queste cose - conclude il primo cittadino pievese - si può evincere ancora una volta l’importanza della convenzione che unisce i nostri vigili. Da solo un comune non potrebbe mai sognarsi di attivare servizi di questo tipo. Insieme, dialogando e cercando di superare gli ostacoli che si incontrano, si riescono a dare risposte concrete ai cittadini».Eleonora Riva


IL GIORNALE DI BRESCIA

Automobilisti ubriachi e incidenti stradali

Sono un alcolista. Le scrivo per condividere con i lettori le mie perplessità sul tema delle ubriacature e dei relativi incidenti provocati da automobilisti ubriachi. - Mi sembra che ultimamente si identifichi come problema principale il pericolo della guida sotto effetto di alcol mentre, secondo me, questa è solo una conseguenza di un problema ben più grande che è l’abuso di alcolici. - Si dice che i controlli siano triplicati ma che gli incidenti continuano ad aumentare, si sono inasprite le pene e gli etilometri continuano a trovare persone con valori fuori dal consentito. - Sono certo di non avere la risposta in tasca, ma credo che tutto questo dimostri che la risposta al problema è incompleta. La gente dice che uno che beve è un irresponsabile e che non è in grado di ragionare ma, allo stesso tempo, dice che dovrebbe capire di non essere nelle condizioni di guidare. - Non le sembra un controsenso? - Da ventiquattro anni io non bevo più grazie ad Alcolisti Anonimi ma se prima di allora mi avessero chiesto di fare l’alcoltest prima di mettermi al volante mi sarei messo a ridere pensando «mai stato così bene, mai stato così presente, queste cose sono per gli ubriaconi e io non lo sono, io bevo qualche bicchiere e niente di più», pur essendo estremamente convinto di ciò che pensavo spesso tornavo a casa ubriaco e con il passare del tempo le sere in cui succedeva si facevano sempre più frequenti. Con questo non voglio scusare o assolvere chi si trova ancora nel baratro dell’alcolismo ma solo cercare di spiegare che le minacce e le forzature non sono mai servite per farmi capire che avessi un problema. - Non riuscivo a capire cosa rendesse diverso il mio rapporto con l’alcol da quello delle altre persone e credetemi avrei pagato qualsiasi cosa per poter bere come tutti gli altri, ma non ci riuscivo e tutto questo mi rendeva ancora più pieno di rancore e di risentimento nei miei confronti. Tante volte ho pregato di morire per porre fine alla situazione in cui mi trovavo che mi faceva far del male a me stesso e agli altri perché da solo non ne vedevo una via d’uscita. - Poi, tramite mia moglie, ho avuto un contatto con un Alcolista Anonimo, sobrio, che mi ha raccontato cosa provava quando beveva, le stesse sensazioni che io stavo ancora provando, e quanto stava bene ora che aveva smesso. Mi disse che l’alcolismo è una malattia, che è il primo bicchiere a fare male e non l’ultimo come si dice solitamente. È proprio quel bicchiere che fa scattare quella che noi in A.A. chiamiamo compulsione ovvero l’impossibilità a smettere. - Se dovessi bere qualcosa di alcolico non sarei più in grado di bere normalmente, sono un alcolista e lo sarò per tutta la vita, ma grazie al Programma dei Dodici Passi di Alcolisti Anonimi vivo una vita serena. - Per la mia esperienza credo che se ai tavoli a cui si fanno programmi e progetti per trovare soluzioni a questo problema si invitassero anche tutte quelle associazioni che se ne occupano con successo potremmo avvicinarci un po’ di più alla soluzione.

LETTERA FIRMATA


LA REPUBBLICA

Una tabella, indicativa, per calcolare il proprio tasso alcolimetrico e non incorrere nelle sanzioni previste dall’ultimo decreto legge

Ecco l’etilometro di Repubblica.it per bere e guidare a norma di legge

Ma rimane la regola d’oro: dopo qualche brindisi meglio non mettersi al volante

di GIOVANNI GAGLIARDI

"Avrò bevuto troppo?". Quante volte dopo un pranzo, una cena o una serata in birreria con gli amici vi siete chiesti se per l’etilometro avevate alzato troppo il gomito? Per la sicurezza di tutti speriamo spesso. E nel dubbio c’è il nostro sito che arriva in vostro soccorso. Comunque ci auguriamo che, nell’incertezza, abbiate lasciato la guida al sobrio del gruppo, evitando in questo modo di far parte dei 35.620 automobilisti che nei primi nove mesi del 2007 sono risultati positivi al test. Ma se volete la conferma e non avete sottomano il test fai-da-te o il telefonino-etilometro, e in attesa che arrivi in commercio l’auto che non parte in caso di ’fiatata alcolica’, idea già adottata da un paio di aziende, potete affidarvi all’etilometro di Repubblica.it.

Tenendo ben presente che si tratta di esempi esemplificativi, potete facilmente capire quanto si può alzare il gomito e a cosa corrisponde il famoso limite di legge di 0,5. Diciamolo subito: non è molto. Per i più disinvolti, si tratta effettivamente di quantitativi da Esercito della salvezza.

Partiamo. Il test, innanzitutto, vi chiede di inserire le vostre caratteristiche fisiche e anagrafiche. Si passa poi alle dimensioni del recipiente. Per intenderci prendiamo in esame i bicchieri tradizionali: quello classico da vino (sempre semplificando, non ce ne vogliano gli intenditori) contiene fra i 30 e i 40cl, anche se solitamente in enoteca vengono riempiti fra i 10 e i 20cl. Il flute, il bicchiere lungo da spumante o champagne, può arrivare a contenere 20-25cl, ma anche in questo caso dipende dalla generosità dell’addetto alla mescita.

Alcuni dati per gli amanti della birra: una lattina, piccola, contiene 33cl. La pinta, unità di misura utilizzata in paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Irlanda, equivale a mezzo litro, ovvero 50cl. Una birra piccola di solito va dai 25 ai 40cl, a seconda del bicchiere. Il boccalone da Oktober Fest, poi, di birra ne contiene un litro. Infine, se la vostra passione è il whisky, l’amaro o il limoncello, il bicchierino oscilla fra i 5cl e i 15cl.

Cerchiamo di fare un esempio pratico. Un ometto di 45 anni, alto un metro e 67, per 73 chili di peso, può permettersi di bere poco più di un bicchiere di 20cl di un vino a 11 gradi alcolici. L’etilometro, infatti, ci spiega che già con pochi sorsi il tasso alcolico del nostro bevitore è a 0,35 (il limite, lo ricordiamo, è di 0,5). Va meglio con la birra, in questo caso il bevitore in questione può permettersi ben due lattine di birra, da 33cl, ma a patto che il contenuto non superi i 4,5 gradi alcolici, perché già a 5 il semaforo dell’etilometro diventa rosso. Infine attenzione al cicchetto: basta un solo bicchierino da 10cl, con un liquore a 32 gradi per arrivare al limite di legge.

A questo punto agli incauti che decidono di mettere la repentaglio la propria e l’altrui incolumità, non rimane che ricordare i termini del decreto legge del 3 agosto: le multe partono da 500 euro ma, a seconda del tasso alcolemico, possono arrivare fino a 6.000 euro. Nei casi più gravi è anche previsto l’arresto fino a sei mesi e la sospensione della patente da uno a due anni. Oppure, ed è uno dei nodi irrisolti della legge, se siete ancora abbastanza lucidi, agli agenti potete opporre un netto ’no’ alla richiesta di sottoporvi al test, ma preparatevi a mettere mano al portafogli per pagare una multa salata e a rinunciare all’auto per qualche mese.

http://voti.kataweb.it/etilometro/index.php,


 

IL GAZZETTINO (Pordenone)

Dati diffusi dall’Agenzia delle entrate 

Il cinque per mille premia 500 enti 

Risorse pari a 2,1 milioni di euro

Udine

(lm) Sono circa cinquecento le realtà del Friuli Venezia Giulia che godranno dei benefici derivati dalla possibilità, per i contribuenti, di destinare il 5 per mille delle proprie imposte a una qualche associazione od organizzazione senza scopo di lucro.

Ieri l’Agenzia regionale delle entrate ha diramato, su internet, l’elenco della distribuzione delle scelte e degli importi - relativi al 2006 - per gli enti del volontariato ammessi al beneficio.

Poco meno di duecento i soggetti esclusi, per mancanza dei requisiti richiesti per il riconoscimento di Onlus. In prevalenza, si tratta di società sportive dilettantistiche, ma anche pro loco, cooperative sociali, associazioni di volontariato e culturali che avrebbero potuto godere complessivamente di circa 164mila euro, che andranno invece ripartiti tra le realtà riconosciute come aventi diritto.

In totale sono stati oltre 749mila i contribuenti che hanno espresso la scelta di destinare la loro quota in progetti e attività di solidarietà, per un importo di due milioni e 102mila euro. Di questi, oltre 69mila hanno fornito un’indicazione precisa, destinando risorse per un milione e 956mila euro. Le attività spaziano dai campi più disparati, con una predilizione per gli enti operanti nel campo socio assistenziale e culturale. Ecco la fondazione del teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste preferita da 1620 soggetti (oltre 67mila euro), mentre l’associazione per i Bambini chirurgici del Burlo ha ottenuto 2117 scelte (64mila euro). All’Associazione friulana donatori di sangue sono andati 43mila euro grazie alla firma, nella dichiarazione dei redditi, di 2147 persone.

Meglio ha fatto l’Associazione Via di Natale, che da 3847 "donazioni" ha ricavato oltre 100mila euro. In 2467 hanno scelto di destinare 62mila euro all’associazione Genitori malati emopatici neoplastici Fvg, mentre in 893 hanno destinato al Collegio del mondo unito oltre 50mila euro. Alla Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin per i bambini di guerra verranno destinati da oltre mille contribuenti, circa 33mila euro. Andranno 43mila euro (grazie a 1233 scelte) alla Fondazione Bambini e autismo,mentre 37mila (897 indicazioni) all’International adoption di Tarcento. All’onlus che si occupa di alcolisti in trattamento hanno pensato in 1652 (per 38mila euro).

Nell’elenco anche alcune associazioni animaliste, come La cuccia, associazione monfalconese degli Amici degli animali (845 indicazioni per più di 21mila euro totali), mentre i Nostri amici lebbrosi, grazie a 406 scelte, potranno incamerare quasi 13mila euro.


IL GAZZETTINO (Padova)

Ubriaco in Bmw contro una Ka, abbatte un semaforo e litiga coi carabinieri: arrestato

Montagnana

(F.G.) Serata da non dimenticare, quella di mercoledì per un rumeno di 23 anni residente a Cinto Euganeo, che è stato arrestato dai militari per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il fatto è accaduto verso le 23.30, all’incrocio fra via Circonvallazione e via XX Settembre, a Montagnana, dove il ventitreenne stava transitando in direzione di Legnago.

Macassoi Cristian Marius, questo il nome del giovane non ha rispettato il rosso del semaforo ed è andato a sbattere con la sua Bmw 318 contro una Ford Ka che proveniva dalla parte opposta. La Bmw è letteralmente schizzata via ed è andata a schiantarsi con estrema violenza contro l’impianto semaforico, abbattendolo, per poi finire la propria corsa nel vicino fossato.

Il guidatore è uscito dall’auto ridotta a un rottame e se ne è andato. Una pattuglia dei carabinieri di Este l’ha scorto, poco dopo, mentre camminava sul ciglio della strada: il ragazzo era alterato e ubriaco. C’è stata una breve colluttazione, poi i carabinieri sono riusciti a immobilizzarlo e a portarlo all’ospedale per i controlli di rito. Qui il rumeno ha tentato di ferirsi con dei cocci di vetro, senza troppo successo, infine è stato condotto nella camera di sicurezza del comando atestino. Ieri mattina non ricordava nulla, ma il giudice ha convalidato l’arresto.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da TARGATOCN)

Cherasco: provoca incidente e fugge

Ubriaco e senza patente

E’ stato arrestato dai militari dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Bra – coordinati dal Ten. Ribaudi - in flagranza di reato perchè responsabile di omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza alcolica. Si tratta di un 50enne braidese che, nella tarda serata di mercoledì in frazione Roreto di Cherasco, nei pressi del centro commerciale ’Montello’, alla guida di un furgone ha tamponato violentemente un’autovettura, facendola finire fuori strada. Dopo l’urto il 50enne si

Sabato, 17 Novembre 2007
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