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Notizie brevi 18/11/2007

Caso Sandri, Manganelli: "Pietre o no non cambiano le colpe della polizia"

Per il capo della polizia, la morte di Gabriele richiede "una risposta chiara alla domanda di verità e giustizia" Il giovane romano è stato "vittima involontaria di una leggerezza imperdonabile"

BOLOGNA - Gabriele Sandri è stato "vittima di una leggerezza imperdonabile" quindi questa vicenda chiede "una risposta tempestiva e trasparente". Inoltre, il fatto che la vittima avesse o meno una pietra in tasca "non cambia assolutamente le colpe della polizia". Il prefetto Antonio Manganelli parla della morte del 28enne romano ucciso da un poliziotto l’11 novembre alla stazione di servizio di Badia al Pino. E ribadisce il dolore per quella morte e l’intenzione ferma di assicurare alla famiglia del giovane verità e giustizia per quanto accaduto. Le indagini proseguono. E Repubblica raccoglie la testimonianza di uno dei tifosi juventini presenti all’autogrill, che rafforzerebbe l’ipotesi dell’aggressione compiuta dai tifosi della Lazio ai danni dei supporter bianconeri.
Dalle parole del capo della polizia emerge un’immagine "di forza dell’ordine che risponde al Paese, ed è trasparente": questo il commento di Romano Prodi, che con Manganelli ha inaugurato, a Bologna, il nuovo Polo tecnico funzionale della polizia di Stato intitolato alla memoria di Emanuele Petri, ucciso nel 2003 nel conflitto a fuoco sul treno Roma-Firenze che portò all’arresto della terrorista Nadia Desdemona Lioce.
"E’ questo anche il momento della memoria - dice il capo della polizia - e il pensiero va in queste ore ai poliziotti che non ci sono più, silensiosi protagonisti degli atti di quotidiano eroismo di cui va fiero il nostro Paese". Ma il pensiero va "anche a Gabriele, vittima involontaria di una leggerezza imperdonabile, della quale oggi questa istituzione porta il peso e io la sofferenza, consapevole del dovere di una risposta tempestiva, completa e trasparente alla domanda di verità e di giustizia che viene dalla collettività".

Quanto accaduto a Gabriele Sandri "è una ferita che ci portiamo dentro", ha aggiunto Manganelli. E le strade per evitare che, in futuro, si verifichino episodi analoghi, sono due: intanto, come si diceva, "una risposta completa alla domanda di verità. Poi, comportarsi bene sulla strada, facendo il proprio dovere come fece Emanuele Petri. Noi cerchiamo di fare il meglio nel momento della formazione, dell’aggiornamento professionale, anche se quanto accaduto nell’area di servizio di Arezzo non ha nulla a che fare con la formazione: sono quegli eventi assolutamente imprevedibili, quegli errori inescusabili che non si scongiurano".
Il legale dei Sandri, Michele Monaco, fa sapere che i familiari di Gabriele si dicono "soddisfatti" delle parole del capo della polizia. "E’ bello che le istituzioni si stringano alle parti offese. Si tratta di affermazioni in linea con quanto detto dal presidente della Repubblica ai familiari di Gabriele. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha dato certezze di trasparenza e l’intervento di oggi di Manganelli dimostra che si intende seguire quella strada. Tutto ciò - conclude il legale - è molto bello e positivo".


Fonte: Repubblica.it
Domenica, 18 Novembre 2007
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