Sabato 21 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 19 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL GAZZETTINO

Un gruppo di lavoro composto da medici, tecnici e magistrati studia provvedimenti per arginare l’emergenza. Prima di tutto, coinvolgere le famiglie 
«Veneto, niente alcol ai minori di 21 anni»
Metà dei minorenni si ubriaca una volta al mese. E la Regione vuole innalzare l’età limite per il divieto di vendita
Venezia
Bevono tanto, ma soprattutto cominciano sempre più giovani. Nel Veneto la media di iniziazione al vino è a 14 anni, che per i superalcolici arriva a 14.8. Ma il peggio è che il 48 per cento dei giovani sotto la maggiore età, "interrogato" dall’Osservatorio regionale sulle Dipendenze, ammette candidamente di essersi ubriacato almeno un volta nell’ultimo mese, il 41,3 per cento degli studenti di 15 anni. Al Servizi per le dipendenze sono arrivati sedicenni che hanno ammesso di riuscire ad assumere anche 15-20 bevande alcoliche per sera.
Un quadro che il dottor Giovanni Serpelloni, responsabile dell’Osservatorio, ritiene essere quanto meno allarmante, soprattutto se si tiene conto che sia per l’alcol sia per le droghe i genitori vengono a sapere della dipendenza dai 4 agli 8 anni dopo l’insorgenza.
È da questo allarme che è nata la necessità di predisporre manovre che non siano di facciata, ma che affrontino radicalmente il problema e che siano condivise anche da altre regioni. «Abbiamo creato un gruppo di lavoro misto composto da medici, tecnici, magistrati per mettere appunto un pacchetto che ci aiuti a fronteggiare l’emergenza - spiega Giovanni Serpelloni - La prima cosa che intendiamo fare è chiedere l’innalzamento del divieto di vendita di alcolici a 21 anni (ora è 16). (*) E il motivo è molto semplice: è stato dimostrato che prima di quell’età è meno facile smaltire l’alcol per questioni biologiche. Stiamo lavorando con un centro di ricerca di San Francisco, l’Ernest Gallo Clinic Research, dove sono impegnati anche due premi Nobel, per studiare appunto gli aspetti genetici legati all’uso dell’alcol. E questa proposta, che partirà dal Veneto, sarà accompagnata da iniziative che in via sperimentale qui sono già in atto».
La prima chiama in causa la famiglia. È stato infatti dimostrato che nel Veneto i genitori vengono a conoscenza delle dipendenze dei figli con anni di ritardo, quando ormai il fenomeno è consolidato e i danni sono evidenti. Il progetto, sul quale stanno lavorando soprattutto giuristi, prevede un codice di intervento che sia standardizzato e che parta da un ammonimento verbale ai genitori quando il minore viene "scoperto" ubriaco. Alla terza ammonizione "scatta" l’avviso ai servizi sociali. «Del resto - sottolinea Serpelloni - il coinvolgimento della famiglia è diventato indispensabile. E proprio in questo ambito stiamo sperimentando un protocollo che prevede di aiutare coloro, anche garantendo l’anonimato, che decidono di "denunciare" la presenza all’interno di un gruppo di ragazzi di chi spaccia droga o alza troppo spesso il gomito».
Il Veneto è la seconda regione in Italia dopo la Lombardia con la più alta percentuale di incidenti per guida in stato di ebbrezza e rappresenta il 17 per cento degli incidenti in Italia per questo tipo di causa. Incidenti che si concentrano soprattutto nei fine settimana. E non si può più rimanere a guardare.
Nel Veneto poi il 38 per cento dei conducenti responsabili di incidenti legati all’uso di alcol ha una età compresa tra i 18 e i 30 anni; il 42 per cento dei feriti degli incidenti legati all’uso di alcol ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. Nell’ultimo anno i segnalati per guida sotto l’influenza dell’alcol che afferiscono alle Commissioni medico legale patenti di guida sono stati nel solo Veneto 19mila 300 e rappresentano il 36,7 per cento dei controlli.
Per quanto riguarda le province dove l’abuso di alcolici è più elevato, queste sono: Treviso (50 per cento dei controllati è risultato fuori norma), Verona (46 per cento); le più basse Padova (22 per cento) e Rovigo (24 per cento). Il Veneto resta la regione in Italia con la percentuale più elevata di consumatori di alcolici ogni giorno (76,2 per cento della popolazione contro la media nazionale del 69,7). Un primato che si conferma sia per i maschi (84,7 per cento) sia per le femmine (68 per cento).
Per quanto riguarda i controlli sia sull’abuso di alcolici sia sull’uso di droghe il Veneto è all’avanguardia con un protocollo che prevede un percorso "riservato" dedicato a minori. I genitori possono portare i ragazzi nelle strutture dedicate e anonimamente ottenere sia consulenza sia i controlli, l’esito dei quali viene comunicato in forma riservata ai genitori.
Ma è anche previsto l’arrivo a domicilio di un medico per le situazioni più delicate. «Stiamo valutando i costi e l’impegno del personale - spiega Serpelloni - Ma ci siamo resi conto che ci sono moltissimi ragazzi che i genitori ritengono essere indenni da qualsiasi vizio, che a controlli risultano poi essere dediti all’uso di droghe o di alcol».
Inoltre, è prevista la richiesta di controlli mirati con gli alcolimetri fuori dalle discoteche non tanto quando i giovani escono, ma piuttosto quando arrivano. «La moda degli spritz sta alimentando in maniera esponenziale l’alcolismo - denuncia Serpelloni - Un bicchiere di bevanda alcolica. spritz o altro, costa 1 o 2 euro e ci sono ragazzi minorenni che arrivano ai nostri servizi dopo aver bevuto litri di bevande alcoliche alla frutta. Questo è il vero problema. Lanciamo pertanto un appello a chi amministra affinchè dia un giro di vite alla vendita di sostanze alcoliche ai ragazzi, prevedendo anche sanzioni pesanti a chi sgarra».
Daniela Boresi
(*) Nota: nell’articolo c’è un errore. Non la vendita, ma la somministrazione è vietata ai minori di sedici anni. Così come esposto non si capisce se la proposta di divieto riguarda la vendita o la somministrazione. Probabilmente la somministrazione.


IL GAZZETTINO

VERONA 
Una nuova ordinanza estende il divieto di bere

Il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi, ha firmato nei giorni scorsi una ordinanza con la quale estende anche al quartiere di Veronetta il divieto di consumare bevande alcoliche di qualsiasi gradazione, e di abbandonare in luogo pubblico i contenitori vuoti di vetro di bevande di qualsiasi genere.
«L’entrata in vigore del precedente provvedimento, per altre zone della città, ha portato buoni risultati - spiega il primo cittadino - con la riduzione del fenomeno dell’abuso di sostanze alcoliche nelle zone indicate nell’ordinanza, con la diminuzione dei fenomeni di degrado e di microcriminalità e un miglioramento della percezione di sicurezza nella cittadinanza».
Come per il precedente provvedimento, l’ordinanza firmata da Falvio Tosi prevede per i contravventori una sanzione minima compresa tra 25 e 500 euro e l’obbligo di rimuovere eventuali rifiuti prodotti.


BRESCIAOGGI

«Copiamo gli inglesi: certezza della pena»
Domenico Musicco, il legale dell’Associazione italiana famigliari e vittime della strada, sulla certezza della pena vuole essere chiaro: non è possibile che quando un ubriaco uccide qualcuno in automobile finisca fuori dal carcere il giorno dopo. «Basterebbe - osserva - adottare il modello inglese: tre mesi di carcere obbligatorio e quattro anni di sospensione della patente. In pochi anni sono riusciti a portare il numero di incidenti mortali da 10 mila a 2 mila all’anno. Un risultato non da poco». A mancare, ricorda Musicco, sono anche i controlli alcolemici sulle strade: in Italia sono 400 mila all’anno, in Francia sono 10 milioni.
LA PROPOSTA DI LEGGE italiana di trasformare l’omicidio colposo in volontario è «lodevole», ma rischia di diventare un boomerang: «A quel punto le assicurazioni si tirerebbero fuori e non pagherebbero - afferma -, per i familiari delle vittime sarebbe una beffa ulteriore». Meglio, quindi, fare proposte più concrete ed effettive. Già ora i processi durano troppo a lungo e si perdono nei meandri di una giustizia troppo lenta. Se, in alcuni casi, si prevedesse una corsia preferenziale, qualche risultato potrebbe essere ottenuto. TH.B.


L’ARENA

BORGO ROMA/2. Quattro serate tra informazione e prevenzione Ragazzi al centro per evitare rischi
Alcol, droghe: dati allarmanti. Ma anche un mondo di sentimenti tutto da esplorare
Caterina Ugoli
Comportamenti a rischio alla guida, tipologie di contratti di lavoro, sentimenti a confronto, danni e pericoli derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti. Sono questi i temi che, secondo gli educatori del Centro di Aggregazione Giovanile di Borgo Roma, necessitano di un «obbligo di svolta».
È questo lo slogan che darà il titolo a un ciclo di quattro incontri che gli educatori, in collaborazione con l’assessorato alle politiche giovanili, hanno organizzato per i 174 giovani iscritti al Centro, ma anche per gli adolescenti e gli adulti del quartiere e che inizierà martedì 20 novembre alle 21, nella sala del Centro di aggregazione in via Benetti.
Si tratta di quattro serate dedicate all’informazione e alla prevenzione grazie al contributo e all’intervento di esperti. «L’idea nasce in seguito a un’ampia indagine, tra i giovani della zona, che abbiamo effettuato attraverso un questionario relativo ad alcune tematiche di rilevanza sociale come la formazione professionale, le risorse presenti nel quartiere ma anche i divertimenti e l’uso di droghe e alcol», spiega Mattia Scapini, operatore della cooperativa "L’albero" e coordinatore del Centro che collabora al progetto con l’educatore Rocco Girelli e la psicologa Alessandra Mozzo.
Tra gli oltre duecento ragazzi intervistati, di età tra i 17 e i 28 anni, è risultato che il 60 per cento di loro si mette alla guida anche dopo aver assunto alcol, e il 50 ha risposto di essersi trovato coinvolto in un incidente stradale e di essere stato alla guida del mezzo danneggiante. Quanto all’uso di droghe, invece, il 20 per cento dei ragazzi ammette di esserne venuto a contatto per le prima volta negli ambienti scolastici.
«Dati allarmanti», sottolinea Mattia Scapini, «che rilevano la mancanza di consapevolezza e di responsabilità da parte dei giovani che, da quanto è emerso, tengono in scarsa considerazione risorse come i consultori o i centri di ascolto, mentre hanno come punto di riferimento i Centri di aggregazione e gli impianti sportivi. Proprio per questo abbiamo pensato di invitare degli esperti proprio dove i giovani si incontrano abitualmente”.
Sarà su questi temi che martedì si confronteranno l’ispettore Stefano Bertelè e gli agenti della Polizia municipale nella serata dedicata ai comportamenti alla guida. Mentre «Impara a leggere» sarà il titolo dell’incontro sulle tipologie di contratti di lavoro che si terrà lunedì 26 novembre alle 21 e vedrà l’intervento di Deborah Biazzi operatrice di Città di Arte e Mestieri. «A cuore aperto» è, invece, il titolo della serata di martedì 4 dicembre dedicata ai sentimenti a confronto e coordinata dalla dottoressa Micaela Gusella della cooperativa "L’Albero". A chiudere il ciclo sarà «Sballo allo sbando», un incontro previsto per martedì 11 dicembre in cui si affronterà il tema delle sostanze stupefacenti grazie all’intervento del medico del Ser.T., Francesco Bricolo.


IL GAZZETTINO

LA TENDENZA 
Lo "sparo" per arrivare in discoteca già ubriachi
Si chiama "shottino" (lo "sparo") ed è la tendenza che sta dilagando fra i giovani. Si tratta di un superalcolico puro, assunto per stordirsi immediatamente. Si beve prima di entrare nelle discoteche in modo da arrivare già ubriachi, dopo un giro nei bar, sulla pista da ballo. Lo sottolinea il rapporto annuale di Eurispes-Telefono Azzurro. L’assunzione di questo mix di alcolici, specie nelle lunghe serate in discoteca, è pericoloso perché dà energia ed euforia.
In Italia, si sta inoltre diffondendo la consuetudine (proveniente dalla Spagna), chiamata "botellon"; in pratica si tratta di ritrovarsi in una piazza della città con una bottiglia di vino o di altri alcolici e formare un gruppo che condivide, oltre alle bevute, anche giochi, musica improvvisata e chiacchiere. Gli appuntamenti si diffondono con il passaparola, spesso su Internet. A Milano, alcune riunioni hanno raggiunto persino i 30 mila partecipanti.


IL MATTINO

«Vedo tanti giovanissimi bere tranquilli fino all’alba»
«Superalcolici dopo le due? Capita spesso di vederli serviti, anche a clienti giovanissimi. A Chiaia, in particolare, dove si concentrano locali notturni e attività ricettive aperte ai giovani». L’avvocato Marco Campora, tesoriere della Camera penale, è un habitué della movida partenopea. Ed è da osservatore che guarda con attenzione alla vendita di alcolici dopo l’orario consentito. Avvocato, quanto viene rispettata l’ordinanza antialcolici? «C’è una degenerazione che riguarda molti locali pubblici. Non entro nel merito di episodi specifici, faccio un discorso in generale: guai a tollerare ancora, si rischiano gravi conseguenze». Lei cosa suggerisce? «Per me, alle due di notte, alcuni locali dovrebbero chiudere, sarebbe la soluzione migliore». Quanto è diffusa la vendita di alcolici dopo le due di notte? «Mi capita di vedere tanti ragazzi che consumano superalcolici, anche perché la legge in questo senso offre molte scappatoie». In che senso? «Basta acquistare al tavolo due o tre bottiglie di vodka cinque minuti prima delle due e poi consumare gli alcolici nel corso della notte. Così il popolo della notte si ”sballa” fino all’alba».


LA STAMPA

Nella valle dei suicidi
Il cuore malato della Valtellina, prima per benessere e depressione
BRUNO VENTAVOLI
SONDRIO
Sì, da quel ponte la gente si butta giù. Lo confermano tutti con discrezione, con un’ombra di mestizia nello sguardo. Il ponte varca il torrente Valfontana vicino a Castionetto, sotto rocce e acqua gelida. Un ragazzo del paese, più o meno 2000 anime, campi e bestiame, ricorda ancora il giorno di qualche anno fa quando una ragazzina andò lì in bicicletta e si lanciò nel vuoto, forse per paura di una brutta pagella. Altre volte sono stati amori andati male, magagne del lavoro, o l’insopportabile banalità della vita quotidiana a spingere gente qualunque, d’ogni età, a togliersi la vita. E di viadotti così, come quello sul Mallero, all’entrata di Sondrio, o spunzoni di roccia che si protendono verso il nulla, ce ne sono parecchi in Valtellina. Perché questa zona detiene il primato in Italia per densità di suicidi. Nel 2005 sono stati 10 su 100mila, negli anni prima 16, 19, 30. Contro una media nazionale intorno ai 6. Quindi anche cinque volte tanto. Come in Ungheria, nel grande Nord, o in Russia, se non peggio.
E pensare che la Valtellina, e Sondrio, il suo capoluogo, ogni anno sono anche ai primi posti nelle classifiche di benessere, qualità della vita, tranquillità sociale. Naturalmente i numeri e le classifiche non sempre riescono a fotografare la complessità della vita e le ferite dell’animo. Mario Ballantini, direttore del Dipartimento di Psichiatria nell’azienda ospedaliera Valtellina e Valchiavenna, dice di prendere le statistiche con le molle. E che è vano cercare i moventi di questa epidemia silenziosa nell’ambiente. «Il suicidio è un fenomeno complesso, non c’è mai una causalità lineare - spiega -, e men che meno ragioni ambientali. Alla base c’è la solitudine, la depressione, e anche l’alcolismo, un fattore trascurato ma devastante. In queste zone si beve moltissimo, un tempo l’abitudine al vino era socialmente integrata, correlata allo sforzo fisico, alla comunicazione tra gli esseri umani. Ora la bottiglia è spesso un facile tentativo per sfuggire alla depressione». (*)
La fatica dei monti, la lotta impari con la natura matrigna, sembrano appartenere a un lontano passato. Vedi serpentoni di Suv e macchinoni per le strade, case nuove che s’inerpicano sui pendii come mirtilli, sequenze infinite di capannoni industriali sul fondo valle, stazioni sciistiche famose. Qui la montagna non muore di povertà. E’ diversa la malattia che la corrode dall’interno. Se alzi gli occhi al cielo le vette sono bellissime, i prati, le foreste, la neve. Se abbassi lo sguardo, le opere dell’uomo sono orrende. Come se fossero sorte per rispondere a un’improvvisa fame di ricchezza, di operosità, senza un progetto comune, senza armonia con la natura. La modernità ha stuprato il paesaggio. E forse in quest’opulenza superficiale e aggressiva si riverbera il disagio muto degli esseri umani, con la loro solitudine irrisolta.
Giovanna Bellandi fa parte di un’associazione, l’Asis, che gira le valli ad assistere famigliari che hanno avuto un lutto, a spiegare che la depressione si può curare. «Non credo che le montagne spingano al suicidio, come talvolta si dice. E’ un falso mito. Al suicidio si arriva per lucida disperazione. Noi andiamo nei paesi invitando i superstiti di un lutto a sedare il dolore, a discutere, a rivolgersi a medici e specialisti. Ma il dialogo è la cosa più ardua, l’introversione è un carattere costituivo di questa gente. Sono abituati da secoli a tenersi dentro problemi, fatiche, disperazioni. Ogni tanto questo peso interiore esplode, e si traduce in un gesto estremo di rifiuto del vivere».
La maggior parte dei suicidi sono uomini, adulti. Ma il fenomeno cresce tra giovani e adolescenti, i figli di questa società ricca e moderna. E’ la spia di un inedito allarme sociale? Sondrio e la Valtellina, fortunatamente, non conoscono ancora i problemi e le violenze delle grandi metropoli. Non ci sono gang, la droga è limitata, il bullismo quasi inesistente. Qui il problema è forse opposto. L’emergenza è la quiete, il silenzio, il torpore della provincia. Sondrio ha 22mila abitanti, due banche ricche e influenti, centrali idroelettriche, solida maggioranza leghista. Ma se giri per le strada la sera non c’è nulla. Solo tantissimi bar. Non c’è un cinema, neanche un teatro. Le mode paiono sempre arrivare un anno dopo. I giovani, ovviamente, s’annoiano, vogliono spostarsi, migrare altrove. «Ma non è solo questione di divertimento, c’è il disagio di nuove generazioni che non sanno più a che futuro guardare» dice Ivan Fassin, ex preside di liceo, antropologo, ricercatore presso il centro studi della Cisl. «I giovani per esempio studiano mediamente più di quello che è richiesto. Molti frequentano l’università e poi non trovano posti adeguati alle loro conoscenze. Il mercato del lavoro è regolato più dalle conoscenze famigliari che dalla competenza. E questo provoca disagio. Sondrio, e ancor più le valli, soffrono la modernità. Qui la ricchezza è arrivata a palate, ma si è dispersa in mille rivoli, anche per inadempienza della classe dirigente. Manca una cultura civica, tutto si ferma al particolare. E questa atmosfera può essere molto soffocante per le nuove generazioni. Il disagio giovanile cresce in maniera allarmante. E in certi casi il suicidio può essere una estrema di fuga. Non mi stupirei che molte delle cosiddette stragi del sabato sera, gli incidenti a 200 km all’ora sui macchinoni del papà, non siano criptosuicidi mascherati».
(*) Nota: (1) - Un terzo dei suicidi (33,3%) risultano positivi ai test alcologici.
Studio dell’U.S. Centers for Disease Control and Prevention Toxicology Testing and Results for Suicide Victims. Pubblicato sul numero di novembre di Morbidity and Mortality Weekly Report.
(2) - Alcol e suicidio. L’associazione tra alcol e suicidio nella popolazione è legato anche a fattori culturali. Infatti nei paesi in cui l’intossicazione dovuta all’uso d’alcol è vissuta come un divertimento e uno sfogo sociale, il numero dei suicidi aumenta. (Tratto da NUOVOVIVEREOGGI.IT - Gabriela Lotto)


L’ADIGE

Lettere

Sull’alcol troppe contraddizioni

Da qualche tempo compaiono quasi quotidianamente sui nostri giornali, trafiletti con la notizia del ritiro di patenti a guidatori risultati positivi all’alcoltest. Sembra così che circa mille trentini perdano patente e punti, per aver guidato ubriachi. L’occasione mi permette di fare alcune considerazioni che mi piace condividere con i lettori, per cercare di fare un po’ di chiarezza sulla questione. È noto a tutti che il limite di legge per mettersi alla guida è di 0,5 gr per litro di sangue, quello che è difficile capire è quanto è possibile bere per non superarlo. Per fortuna degli automobilisti, i controlli sono percentualmente così pochi, che la stragrande maggioranza non verrà fermata, ma mettiamo che come viene controllata la velocità con sistemi fissi, fosse anche rilevato il tasso alcolico; molti sarebbero multati senza aver avuto la sensazione di aver superato il limite e ancor meno di essere ubriaco. In effetti, per superare la soglia è sufficiente andare in un ristorante e ordinare un quarto di vino e concludere con un amaro. E qui stanno le contraddizioni, perché corrisponde più o meno alla quantità di alcol che molti medici consigliano giornalmente alla popolazione. Non è utile dare da una parte un messaggio che due bicchieri fanno bene e dall’altra con gli stessi due bicchieri rischi di essere additato come un delinquente. La cultura del bere e gli interessi economici che girano attorno, impediscono di affermare che l’alcol è droga, sia che se ne usi poco o tanto, se differenza c’è, sta nel fatto che è legale. È deludente pensare che la nostra Provincia, attraverso i suoi finanziamenti, sostiene il consumo con circa tre milioni di euro annui e con molto meno sostiene chi si dedica a contrastarne gli effetti. Forse dimentica che il 10% del costo sanitario riguarda i problemi legati all’uso di bevande alcoliche (100 milioni di euro) e che questo viene pagato da tutti attraverso le tasse. Tutto è mercato e se facciamo due conti, vediamo che i problemi legati all’uso di alcol riguardano circa 20.000 trentini e le loro famiglie, coinvolgendo in sofferenze gratuite e ingiuste almeno 10.000 minori, ma significano per l’industria dell’alcol un fatturato garantito giornaliero di 100.000 euro, una bella cifra che giustifica qualsiasi silenzio e commistione. I soldi, si sa, non hanno odore, per questo basta rimandare la responsabilità a chi ne fa uso e il gioco è fatto. Siamo capaci di stracciarci le vesti quando sentiamo che in altri stati si coltivano le droghe, magari per sopravvivere, che da noi fanno circa mille morti l’anno e non facciamo una piega nei confronti dell’alcol che di morti ne provoca almeno 30.000, nel nostro Trentino una al giorno, ma non fanno notizia. E che dire del fumo con lo stato venditore esclusivo, che a fronte di 80.000 decessi, se la cava scrivendo sui pacchetti «il fumo uccide», e incassa cifre da capogiro. Bisogna avere il coraggio di cambiare una cultura del bere, che silenziosamente è causa di tanti problemi nelle famiglie, le generazioni future e i nostri ragazzi ne avrebbero un grosso vantaggio, assumendo stili di vita e valori positivi e sani.

Luigi Vinante - Tesero Servitore insegnante nei Club delle famiglie con problemi alcolcorrelati


IL CORRIERE DELLA SERA

Le analisi: sue le tracce trovate sulla vittima
Meredith, a Milano le tracce del sospetto
L’ivoriano ricercato ha 21 anni e un’ossessione per le ragazze anglosassoni. I testi: spesso ubriaco (*)
DAL NOSTRO INVIATO
PERUGIA — L’ultima volta il suo cellulare ha squillato una settimana fa. La chiamata è rimasta senza risposta, ma il tabulato ha svelato che si trovava a Milano. È lì che adesso si cerca R.H., l’ivoriano accusato di concorso nell’omicidio di Meredith Kercher. Gli amici interrogati in questi giorni hanno raccontato che lui aveva annunciato la partenza il 2 novembre: «Vado su a ballare». La sera prima, sostiene l’accusa, R.H. era a casa di Meredith. Secondo le analisi della Scientifica, con lei «ha avuto un rapporto sessuale. L’impronta del suo pollice è rimasta impressa sul cuscino macchiato del sangue della vittima. Le sue feci erano nel water ».
Per i bagni l’ivoriano di 21 anni sembra avere quasi un’ossessione. Come per le giovani straniere. «È fissato con inglesi e americane», hanno spiegato i testimoni. È in Italia da quando era piccolo, a Lodi vivono alcuni parenti. Nessuno l’ha visto, ma la convinzione di chi indaga è che sia ancora in Italia. A lui gli uomini della squadra mobile e dello Sco, il servizio centrale operativo, sono risaliti esaminando i verbali riempiti dai giovani che a Perugia frequentavano le due straniere. In particolare gli inquilini del piano di sotto. Uno di loro, Stefano Bonassi, il 4 novembre dichiara: «Frequentava la nostra casa un ragazzo soprannominato il barone, palestrato, di origine sudafricana. Una sera l’ho trovato a casa mia con i miei amici. Era molto ubriaco e ha dormito sul water. Aveva un’attrazione fisica per Amanda».
Cominciano controlli più accurati. Si scopre che gioca a basket nel campetto di piazza Grimana, dove Amanda dice di aver incontrato Patrik Lumumba la sera del delitto. Si decide allora di confrontare l’impronta sul cuscino con quelle archiviate dall’ufficio stranieri di Perugia dove il giovane è registrato come regolare. E arriva il riscontro positivo. Combacia anche con la traccia trovata sulla carta igienica. Non solo. Il cromosoma «y» trovato nei residui organici è compatibile con le tracce rilevate negli organi genitali di Meredith. E questo convince gli investigatori che sia stato proprio lui a costringerla ad un rapporto sessuale. Quando il quadro accusatorio è delineato vengono messi sotto controllo i suoi due cellulari. L’ultima chiamata la riceve a Milano, poi più nulla. Nessun contatto e questo fa presumere che li abbia buttati. Con Amanda si erano conosciuti alla discoteca «Domus», qualche volta si sarebbero incontrati anche a «Le Chic», il pub di Patrik. Ma nessun legame è emerso, al momento, tra i due uomini.
Il movente dell’omicidio rimane misterioso, come la dinamica. Non si sa che cosa avvenne in quella casa, né chi c’era. Raffaele Sollecito ha negato di essere entrato, ma sul suo coltello c’era il Dna di Meredith e quello di Amanda. «Sono stato tutta la sera al computer», ha affermato. I primi accertamenti lo smentiscono: la connessione Wi-fi era attivata, ma il programma Safari che consente la navigazione in Internet sugli Apple non sarebbe stato acceso.
(*) Nota: di fronte a fatti di cronaca nera, cerchiamo di allontanare l’orrore che suscitano in noi attribuendone la colpa a situazioni estranee al nostro mondo. In realtà la maggior parte del fatti di sangue avviene tra le mura domestiche e per opera di persone “conosciute e normali”. L’alcol è spesso protagonista dei fatti di cronaca nera, ma proprio perché “conosciuto e normale” il suo ruolo è ampiamente sottovalutato.


CORRIERE ADRIATICO

Ubriachi al volante, sequestro record: 19 patenti
CIVITANOVA - Sono 16 le patenti di guida ritirate l’altra notte scorsa dalla polizia stradale di Macerata e Porto Recanati, nell’ambito dei controlli condotti nei pressi delle discoteche per prevenire le stragi del sabato sera. Tutti e 16 i giovani automobilisti sottoposti al test dell’etilometro avevano bevuto troppo. I controlli della polizia stradale si sono concentrati lungo la costa, in particolare sulla statale nel tratto compreso fra Civitanova e Porto Recanati, quello più battuto da chi si reca nei locali da ballo. Ma anche la parte interna della provincia è stata tenuta d’occhio, in questo caso dai carabinieri. Massicci controlli sono stati rivolti alla circolazione stradale mediante posti di blocco in prossimità dei locali notturni e lungo le maggiori arterie di comunicazione del territorio. In questo caso hanno portato al ritiro della patente di guida nei confronti di tre automobilisti in stato di ebbrezza, in alcuni casi con valori molto superiori alla soglia consentita. Di questi, un ventiquattrenne di Treia e un venticinquenne di Montecassiano sono risultati positivi alla prova eseguita con l’etilometro, nel corso di un posto di controllo eseguito a Macerata, mentre un terzo giovane, macedone di ventisei anni, rifiutatosi di sottoporsi all’accertamento è stato multato per il rifiuto, ai sensi della nuova normativa in materia, ma è stato comunque deferito all’autorità giudiziaria per la guida in stato di ebbrezza. La segnalazione scatta anche se si appare ubriachi ma non ci si vuole sottoporre al test.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da IRPINIANEWS)

Muore dopo essere stato investito

Giovane di Mirabella nei guai

Mortale incidente a San Giorgio del Sannio. Germano Vignali di Morcone in provincia di Benevento, mentre stava attraversando la strada verso le 23.30 all’uscita da una pizzeria di San Giorgio del Sannio è stato investito da una Ford Focus con alla guida S. C. di Mirabella Eclano. Il 31enne sannita nell’impatto è stato sbalzato su un’altra auto per poi cadere a terra. Trasferito all’Ospedale Rummo di Benevento è deceduto durante la notte. I carabinieri prontamente intervenuti hanno chiesto all’investitore di sottoporsi al test alcolemico, ricevendone un rifiuto. Per questo motivo, si è proceduto ai sensi del Codice della strada, al ritiro della patente e denunciato per omicidio colposo.


IL TIRRENO

In moto a 310, folle corsa sull’A11
La domanda: «Arriveremo a Pisa?». La risposta: «Ha importanza?» Un’altra scorribanda, stavolta su uno scooter, impressa in video 
PISA. In moto a 310 all’ora, in macchina a 170. Sono le ultime scorribande in autostrada pubblicate su Youtube dagli stessi autori, per lo più ragazzi, che hanno documentato le proprie imprese folli sulla Firenze-Mare verso Pisa. Uno dei video comincia con le immagini del guidatore dell’auto che, per nulla preoccupato, spiega: «Con questa nebbia non si vede niente...cos’è questa? È la morte!» «Ma arriveremo a Pisa?» gli fa eco un compagno. «Perché, ha importanza?».
Qui termina il primo degli agghiaccianti filmati che documentano le scorribande in auto compiute da ragazzi che sicuramente non superano la trentina d’anni, e che non sembrano preoccuparsi né di fare ritorno incolumi a casa, poiché si vantano di riuscire a guidare ad alta velocità sebbene ci sia una fitta nebbia, né di causare danni o provocare panico nelle auto che incontrano lungo il loro tragitto. Per completare il quadro già agghiacciante, sono gli stessi protagonisti a confessare di essere in preda ai fumi dell’alcool intitolando il video “due temerari e molti litri d’alcool.” Il secondo filmato è più eloquente: né la macchina né il conducente sono identificabili, ma il contachilometri, inquadrato sempre dalla videocamera di un cellulare, arriva a segnare in una manciata di tempo 310 km orari. Il terzo incredibile video riprende un ragazzo che, trovata una lunga fila in autostrada, non si perita ad inserire la retromarcia cercando così di raggiungere l’uscita sorpassata da qualche chilometro. Da questo filmato è facilissimo risalire a molti altri video in cui è con le moto che si compiono le manovre più folli e pericolose: il guidatore arriva alla velocità di 310 km/h percorrendo la corsia di sorpasso. È costretto ad inchiodare quando davanti a sé trova un’altra auto che sta compiendo il sorpasso: per poco non cade, poi riprende il controllo della moto cominciando ad usare gli abbaglianti per mettere fretta all’automobilista e costringerlo a rientrare nella corsia di marcia. Liberatosi dell’auto, il motociclista riprende una velocità di 300 km/h cominciando a schivare le macchine e compiere pericolosissimi slalom tra le due corsie. Un ulteriore video è inserito da un ragazzo di 18 anni. Il titolo è “Velocità massima, in due sul motorino: lo scooter è di modello comunissimo la cui velocità, senza modifiche illegali, non dovrebbe superare i 50 orari. I due giovani si spingono, però, ben oltre gli 85, e la sorpresa più terribile è negli istanti finali della ripresa, quando i ragazzi si fermano, affannati e sorridenti, e salutano la telecamera: sono entrambi senza casco. L’unico aspetto rincuorante della vicenda è rappresentato dai commenti lasciati dagli utenti di Youtube sotto al video, pubblicato dagli autori nella speranza di ricevere un plauso alle loro folli imprese: «Siete dei pazzi» commenta una ragazza. «La cosa più triste è che per la vostra stupidità ci rimettono sempre gli innocenti», aggiunge un altro utente. Ma c’è anche chi afferma di «poter fare ancora meglio, andare ancora più veloce». (*) E promette che, appena compiuta “l’impresa”, pubblicherà un video che lo testimoni.
Elisa Cecchi 
(*) Nota: la differenza tra un genio e uno stupido è che il genio ha dei limiti.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da ESTENSE.COM)

Alcol, rischia il coma etilico a 16 anni

Ancora alcol tra gli adolescenti, ma questa volta l’ultimo episodio che vede protagonista un minore rischia di lanciare un vero e proprio allarme tra i giovanissimi. È stata ricoverata nel pomeriggio di domenica scorsa al pronto soccorso una ragazza di appena 16 anni in uno stato di intossicazione. Quando i sanitari dell’astanteria hanno soccorso la 16enne hanno temuto addirittura che potesse cadere in stato di coma etilico.
La minorenne è stata portata nel reparto di Pediatria per gli esami del caso, che fortunatamente hanno scongiurato quest’ultima ipotesi e, dopo la prova dell’alcolemia e le prime cure prestate da medici e infermieri, la ragazza è stata dimessa.
A quanto si apprende, al suo arrivo in corso Giovecca era in preda a una situazione psicofisica di pressoché totale obnubilamento. Dopo qualche tempo ha dato i primi segnali di ripresa ed è riuscita a raccontare al personale sanitario che aveva bevuto “qualche” bicchiere di troppo di superalcolici in compagnia di amici.
Sembra che la ragazza si trovasse in una discoteca vicino a Ferrara, aperta la domenica per i pomeriggi dedicati ai più giovani, per organizzare il party musicale. Durante i preparativi ha iniziato a bere ed evidentemente ha continuato fino a sentirsi male. Il seguito ha visto la corsa in ospedale per un epilogo fortunatamente senza gravi conseguenze.
Un episodio preoccupante, sia perché la giovanissima protagonista che per l’orario inconsueto (le prime ore del pomeriggio), che non fa che rinfocolare la preoccupazione attorno al problema dei giovani che assumono alcol.
Un problema le cui dimensioni nella nostra provincia, per rendere l’idea, erano state tratteggiate l’anno scorso da un’indagine di Promeco relativa al 2006, che vedeva a livello nazionale più della metà dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni bere il sabato sera e il 31% di quelli tra i 15 e i 19 anni abusare di alcol almeno una volta al mese.
Per quanto riguarda invece la situazione locale, a Ferrara, in un campione di 950 ragazzi di 15 anni, il 74% beve birra; il 60,6% superalcolici; 1 su 3 si è ubriacato almeno una volta; 1 su 10 si ubriaca una o più volte alla settimana. Tra chi esagera con l’alcol è molto più frequente l’uso di cannabis e di tutte le altre droghe illegali.

LA NAZIONE

Ubriaca finisce contro una recinzione, denunciata
La donna aveva un tasso alcolemico del sangue di quattro volte superiore a quello consentito. Le è stata anche ritirata la patente
Firenze - Guidava con un tasso alcolemico nel sangue di quattro volte superiore a quello consentito: fermata da carabinieri e denunciata una bolognese di 29 anni, residente a Pontassieve.
La donna stava rientrando a casa, la notte scorsa, e mentre percorreva la via Aretina ha perso il controllo dell’auto finendo contro la recinzione di una casa privata. Sottoposta a controllo con l’etilometro le e’ stato riscontrato un tasso alcolemico pari a 1,93 g/l. Oltre alla denuncia, le e’ stata ritirata la patente.


AGI

ACCOLTELLA GIOVANE PER FUTILI MOTIVI A COMO, ARRESTATO 30ENNE
Como, 19 nov. - Il Sostituto procuratore Daniela Meliota ha formalmente chiesto stamani al Gip del Tribunale di Como la convalida dell’arresto di Giuseppe Pugliese, il 30enne di Cernobbio fermato ieri notte in casa sua dalla Polizia con l’accusa di lesioni personali dolose e aggravate per aver accoltellato qualche ora prima un giovane all’esterno di un pub di Tavernola, alla periferia del capoluogo lariano. Alla base del fatto di sangue vi sarebbero futili motivi dettati anche da un abbondante uso di alcolici da entrambe le parti. Il ferito, un coetaneo residente a Maslianico, non e’ mai stato in gravi condizioni tanto che ha raggiunto da solo il Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’Anna di Como dove lo hanno giudicato guaribile in una ventina di giorni. E’ stato lui ha raccontare quanto accaduto e a fare il nome del presunto aggressore, ora rinchiuso al ’Bassone’ in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Al Gip, probabilmente gia’ domani, Pugliese potra’ raccontare la sua versione dei fatti.


NUOVOMOLISE

Arrestato un 30enne per resistenza a pubblico ufficiale
A Castelbottaccio ubriaco aveva infastidito alcuni passanti
19/11/2007 - I carabinieri della stazione di Lucito hanno arrestato un 30enne, M.G. di Castelbottaccio, che dopo essersi intrattenuto in un locale pubblico, in evidente stato di ebbrezza, nell’uscire in strada infastidiva alcuni passanti. Intervenuti i carabinieri l’uomo li aggrediva con frasi ingiuriose. Il 30enne è stata arrestato per i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.


CORRIERE ADRIATICO

Aggredito il gestore, interviene la polizia
Botte in un bar del centro con due tunisini ubriachi
FABRIANO – Momenti di tensione e di panico in un bar del centro. E’ successo sabato scorso, alle tre di mattina, al “Caffè Ideal”, quando è scoppiata una rissa tra il barista ed alcuni clienti completamente ubriachi. “All’Ideale” (come viene chiamato dai fabrianesi; ndr) è ora di chiudere quando due uomini di nazionalità tunisina rimangono all’interno del locale e chiedono un’altra bevuta. Il barista spiega loro che ormai il locale è chiuso e che debbono andarsene. I due però non ne vogliono proprio sapere e iniziano a inveire nei confronti del dipendente del bar. Qualche commento troppo pesante sulla ragazza al lavoro dietro il bancone, qualche spinta e qualche provocazione ed ecco che subito dalle parole si passa alle mani. Schiaffi, calci, e pugni per una aggressione che viene placata solo dall’arrivo della polizia. Uno dei due ubriachi scappa mentre l’altro viene subito fermato dagli agenti. Fuga breve per il tunisino fuggito via correndo, che viene subito riacciuffato da un poliziotto. Il barista viene invece portato al pronto soccorso. Ha i segni della lotta sulle mani e gli vengono prescritti alcuni giorni di prognosi. Una volta in commissariato la polizia scopre poi che uno dei due fermati era già stato segnalato diverse volte. Sulla sua fedina sono presenti infatti 10 denuncie per ubriachezza molesta. Una valanga di multe a cui si aggiunge quest’ultima, con i suoi 102 euro di sanzione. Niente carcere quindi, ma solo una contravvenzione per i due aggressori che sono tornati subito a piede libero.
Continuano gli episodi di violenza in città. Sempre più spesso scoppiano risse nei bar dovute agli effetti dell’ubriachezza. Non smette insomma di far parlare di se il problema dell’alcolismo a Fabriano. Già altre volte la polizia era dovuta intervenire in risse create da clienti che avevano alzato troppo il gomito. E’ abitudine infatti che nei vari bar della città si riuniscano piccoli gruppi di stranieri. Una birra tira l’altra e si fa sera mentre l’ubriachezza sale. In queste condizioni basta davvero una qualche parola capita male ed è subito violenza . Non solo l’alcool, però, perchè ultimamente hanno fatto parlare di se anche le sostanze stupefacenti. Risale infatti a solo poche settimane fa una serie di arresti di piccoli e grandi spacciatori che tenevano in piedi a Fabriano un vero e proprio giro di droga. Una vera rete di vendita di hashish e pasticche che ha visto protagonisti anche molti minorenni. La popolazione chiede così più attenzione anche all’amministrazione comunale, “che si deve far carico della risoluzione del problema o almeno cercare di arginarne il più possibile le conseguenze negative”.


WINENEWS

Milano - 19 Novembre 2007
ETILOMETRO FAI DA TE: DILAGA NEI LOCALI NOTTURNI E NELLE DISCOTECHE MILANESI IL KIT PER MISURARE DA SOLI IL PROPRIO TASSO ALCOLICO
Prima bevi, poi ti misuri da solo il tasso alcolico: è l’ultima tendenza, a metà tra gioco e prescrizione di legge, in voga nei locali notturni e nelle discoteche milanesi. Dai Navigli a Brera, da Corso Como all’Arco della Pace, dopo il divieto di servire alcolici dopo le due di notte i gestori si sono attrezzati per fornire ai propri clienti di tutte le età gli strumenti per la rilevazione del tasso alcolemico. Ci sono locali, come lo “Shangai Cafè” ed il “Black Hole”, in cui sono distribuiti gratuitamente i kit acquistati in farmacia (il costo è di 2 euro), ma c’è anche chi si è attrezzato con appositi etilometri a muro, come l’“Old Fashion”, dove l’attrezzatura è fornita dalla Alcoolix, una delle ditte che hanno per prime fiutato il business. Si tratta di apparecchi, rigorosamente omologati, che possono funzionare sia gratis, sia attraverso l’inserimento di una moneta.


CORRIERE DELLA SERA

Pillole al rosso per vivere di più

In America

Pillole al vino rosso per vivere più a lungo. È l’ultima moda negli Stati Uniti. La vendita degli integratori a base di uno dei “principi attivi” del vino è aumentata del 300 per cento solo nell’ultimo anno. Il vino in pillole, in vendita anche in Italia, deve la sua popolarità a diversi studi che mostravano i benefici del resveratrolo, una molecola contenuta nell’acino dell’uva da vino. Secondo le ricerche, i topi alimentati con alte dosi di resveratrolo vivono più a lungo, con possibili effetti “scudo” anche contro malattie quali i tumori e l’Alzheimer. La Food and Drug Administration aspetta di conoscere i dati su eventuali effetti collaterali prima di pronunciarsi.

(*) Nota: il vino non ha niente a che fare con queste pillole, così come il resveratrolo ha poco a che fare con il vino. David Sinclair, lo scopritore del resveratrolo, nella pubblicazione che ne descrive le proprietà non nomina mai il vino. Il contenuto di resveratrolo nel vino va da 0,2 a 5,8 mg per litro, molto lontano da un dosaggio utile, (almeno 50 mg). Il resveratrolo contenuto nei farmaci in commercio è estratto da un erba perenne: il Polygonum cuspidatum.


LE PARISIEN

FRANCIA.
Il ministro del interno Michelle Alliot-Marie

19.11.2007 - Il ministro del interno Michelle Alliot-Marie vuole sanzionare pesantemente i trafficanti di punti della patente di guida, la droga e l’alcol alla guida. Lo afferma il quotidiano Le Parisien- Aujourd’hui en France.
Tra le nuove sanzioni previste nel nuovo progetto di legge della sicurezza interna, troviamo, tra altro, il sequestro dei veicoli dei recidivi e la applicazione di una pena di 3 anni di carcere per chi compra, vende o da i suoi punti di patente.

In oltre, la signora Alliot-Marie ha chiesto la generalizzazione del test della saliva che permette di provare la guida sotto l’effetto di alcol o droga.
In caso di alcolemia superiore a 0,8 grammi per litro, il guidatore sarebbe obbligato ad installare sulla sua vettura un etilometro eletronica


VIRGILIO NOTIZIE

CINEMA/ ATTORE RHYS MEYERS ARRESTATO A DUBLINO PER STATO EBBREZZA
L’interprete di "Match Point" dà in escandescenza ad

Martedì, 20 Novembre 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK