(ASAPS) PARIGI, 21 novembre 2007 – La Francia, non ci
stancheremo mai di ripeterlo, è oggi uno dei modelli nella lotta alla violenza
stradale. I suoi brillanti risultati sono stati ottenuti certamente dalla ferma
decisione dei suoi vertici di combattere, con la Tolleranza Zero, la
trasgressione da parte dell’utenza, e di ottenere la condivisione della gente
con una poderosa serie di campagne di sensibilizzazione. Nel contempo la norma
è stata pesantemente modificata con l’inserimento della patente a punti e di
nuove norme aggiunte al Codice della Strada. Ma tutto questo messo insieme, non
avrebbe mai potuto consentire risultati così lusinghieri – e lo diciamo noi in
qualità di osservatori – se tutto l’insieme di disposti e strategie non fosse
continuamente messo in discussione da un’analisi scientifica dei risultati. In
questo frangente, l’Osservatorio Nazionale – istituito presso il Dipartimento
Interministeriale della Sicurezza Stradale – ha un ruolo di primordine,
passando in rassegna, in tempo reale, tutti i dati provenienti dalla strada:
numero di vittime, tipologia e localizzazione dei sinistri, tipo di veicoli
coinvolti, e – per finire – la trasgressione in tutte le sue forme. La
velocità, che condivide assieme alla guida in stato di ebbrezza ed alla
distrazione lo spettro eziologico delle cause di sinistrosità, è stata oggetto
di una sorta di question-time tra gli
analisti del dipartimento, che hanno recentemente elaborato le statistiche
contravvenzionali relative al secondo quadrimestre (maggio/agosto) dell’anno,
giudicate particolarmente importanti perché attestanti l’andamento dei mesi
estivi. Secondo le analisi, l’11,7% dei conducenti multati, superava il limite
di velocità di oltre 10 km/h, facendo registrare un sensibile miglioramento
rispetto al primo quadrimestre dell’anno, quando il dato aveva evidenziato una
percentuale più alta (13,4%). Purtroppo, autotrasportatori e motociclisti hanno
invece mostrato un’attenzione decisamente minore rispetto al limite. Ma la
ritrovata virtù degli automobilisti, che trova conferma nella diminuzione della
velocità media sulle autostrade peri-cittadine e nei centri urbani (-2 km/h),
non è la stessa in altri contesti viari: la velocità medie delle auto sulle
strade statali, quelle con almeno 2 corsie di marcia, è aumentata di 0,7 km/h,
e questo potrebbe giustificare la lieve recrudescenza registrata nei primi mesi
dell’anno. C’è dunque una falla nel sistema di repressione? Secondo
l’Osservatorio, e questo è un dato di cui si deve tener conto, le infrazioni
aumentano con il volume di traffico, segno che nei brevi tratti di strada
libera i conducenti tendono ad andare velocissimi, come se quelle brucianti
accelerazioni potessero fare loro risparmiare tempo. Niente di più sbagliato,
lo sappiamo, ma tant’è. A questo i ricercatori aggiungono che le postazioni di
radar fisse sono state ormai “memorizzate” dalla gente, che spesso preferisce
strade meno trafficate e comunque non abituali, dove però si deve fare i conti
con i dispositivi mobili. L’aumento considerevole dei verbali di contestazione
ne è una diretta conferma. A tal riguardo, nel primo semestre di quest’anno
erano funzionanti, in Francia, 1.539 radar, di cui 923 fissi e 616 mobili: l’anno
precedente gli autovelox erano invece 1.121. Le violazioni in ordine alla
velocità sono aumentate del 37,3 %, ma la maggior parte delle rilevazioni sono
avvenute con dispositivi mobili (+ 55,6 %), mentre le postazioni fisse hanno
lavorato meno, pur evidenziando un tasso di continua crescita (+ 27,3 %).
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