LA NAZIONE
STOP ALL’ALCOL, RISPARMIATA UNA VITA OGNI NOTTE MENO SCHIANTI SULLE
STRADE DOPO LE SERATE IN DISCOTECA NEGLI ULTIMI SEI WEEK-END. CALANO VITTIME E
FERITI di MASSIMO PANDOLFI ROMA IERI i telegiornali, i politici, persino i preti, ci hanno
fatto una testa così: “Lottiamo tutti
contro le stragi sulle strade” il messaggio a diffusione mondiale che ci è
stato trasmesso. Bene, ma -con tutto il rispetto- anche ovvio: e chi volete
che non sia d’accordo? Il problema vero è un altro e cioè: cosa si può fare?
Già: cosa si può fare nel concreto per fermare questa catena di lutti? Anche i
principali telegiornali italiani si sono sbizzarriti e hanno cominciato a
sparare numeri, spesso a casaccio; ma in realtà si sono dimenticati di fornire
i dati più importanti, quelli che magari possono anche accendere una fiammella
di speranza per il futuro. Quelli che ci possono far dire: sì, si può davvero
fare qualcosa per fermare questa strage. QUESTI numeri
vogliamo darvelo oggi noi: da quaranta giorni, da quando cioè è stato
introdotto il divieto di vendere bevande alcoliche nei locali notturni dopo le
due di notte, sono morte nei week-end, a causa di incidenti stradali, 41
persone in meno rispetto al 2006: 157 contro 198. Praticamente un morto in meno
al giorno, un ragazzo ancora in vita in più. (*) I numeri che vengono meticolosamente raccolti dall’Asaps
(Associazione Amici Polstrada, un ente in qualche modo privato che sta facendo
le veci anche dello Stato, spesso assente) prendono come riferimento i sei
week-end trascorsi da quando è stata introdotta una legge contestatissima che
proprio in queste settimane, in Commissione Trasporti, i parlamentari presi per
la giacca da mille lobby proveranno a cambiare. Intendiamoci: come
spesso succede in Italia, quella partorita il 4 ottobre dal nostro Parlamento è
una legge fatta un po’ a papocchio, confusa e troppo severa con le discoteche;
non si capisce bene il motivo per cui alle due e un minuto non puoi più bere al
ballo, mentre puoi sbronzarti senza problemi al bar di fronte; se poi ti metti
al volante sono comunque guai seri, o no? Però c’è un dato di fatto, inconfutabile. Da quaranta
giorni, di notte, si beve di meno, nonostante i mille trucchi inventati per
eludere la norma. Lo hanno detto un po’ tutti i rappresentanti delle principali
aziende che vendono alcol: “ C’è stato
un calo del 30-40%”: E bevendo di meno- sarà un caso? (**) Decidetelo voi-
si muore anche di meno sulle strade. E forse non è neanche troppo
proibizionista chiedere alla gente di rinunciare a una birra alle tre del
mattino. Anzi, non si deve neanche rinunciare: uno può bersela tranquillamente
a casa sua, prima di andare a letto. SI DICEVA: in Commissione Trasporti si sta provando a
cambiare questa contestatissima norma. Sono già stati presentati un centinaio
di emendamenti e probabilmente della materia si discuterà all’inizio del 2008.
Ci sono quelli della line “dura e pura” (esempio: Carlo Giovanardi dell’Udc) che vogliono estendere il divieto a qualunque
locale che non sia…casa propria. Agli antipodi ci sono dei parlamentari( anche
di centro-destra, come Giovanardi) che spinti dal Silb, il sindacato dei locali
da ballo, puntano semplicemente a tornare al pre-4 ottobre. “abbiamo raccolto
decine di migliaia di firme nelle discoteche di tutta Italia, forse centinaia
di migliaia di firme” dice Antonio Flamini, vice presidente del Silb. “In
quaranta giorni, in termini di incassi, ci abbiamo rimesso tra il 40 e il 60%”.
Altri ancora vorrebbero demandare la materia ai singoli
comuni, e in questo caso si rischierebbe un mezzo far west, con città
confinanti che potrebbero anche scegliere orari opposti: qui bevi fino alle 2
di là fino alle 6. E C’E’ ANCORA chi -vedi Asso-Intrattenimenti, l’altro
sindacato dei locali da ballo che non si riconosce nel Silb- che è pronto anche
ad accettare un orario di stop-alcol, ma pone una condizione:”Se noi non
vendiamo più alcol dalle 2, ristoranti e pub devono fermarsi a mezzanotte”. Si rischia di non capirci nulla, in fondo hanno tutti un
po’ di ragione. Ma non dimentichiamoci di quei due numeretti che vi abbiamo
fornito all’inizio: in quaranta giorni abbiamo salvato 41 persone che un anno
fa morivano schiantati sulle strade. E allora ci permettiamo di suggerire a chi ci governa: prima che agli affari,
pensate alla vita. Si può fare qualcosa. VITE SPEZZATE- Sono 41 i morti e 718 i feriti in meno
registrati sulle strade negli ultimi sei weekend nei quali è vietata la vendita
di alcol nelle discoteche dopo le 2. BILANCIO-Nei weekend dal 6 ottobre all’11 novembre si sono
registrati nel 2006 198 morti 5.757 feriti, nel 2007 si sono avuti 157 morti e
5.039 feriti. POSTI DI BLOCCO- Nell’ultimo fine settimana carabinieri e
polizia stradale hanno impiegato 36.665 pattuglie che hanno contestato 20.647
violazioni al codice. (*) Nota: 41
persone sono ancora vive grazie a quaranta giorni di applicazione della legge
sulla limitazione degli alcolici. Chi sono non lo sapremo mai. Ma 41 persone
possono ancora respirare, fare progetti, sperare, lamentarsi del tempo, e via
dicendo. A 41 famiglie è stata evitata una evitabile e crudele sofferenza.
Essere vittima di un incidente stradale causato dagli alcolici può accadere ad
ognuno di noi. Un pezzo di queste vite guadagnate appartiene a tutti: allo
sconosciuto che ci passa accanto per strada, così come a coloro che amiamo e,
infine, a noi stessi. (**) Nota: non fidandoci delle dichiarazione degli
esercenti, non sappiamo se il calo dei consumi sia esattamente quello
denunciato. Considerate tuttavia le veementi proteste contro questa legge, un
calo dei consumi deve esserci stato veramente.
CORRIERE DELLA SERA
Indagine choc della
Società di Pediatria sulle teenager italiane, tra amore, alcol e fumo Le ragazzine e il sesso: a 12 anni senza limiti Alla domanda «Cosa
vuoi fare da grande?» al primo posto la velina, al secondo «Non so» ROMA — 20 novembre 2007 - L’allarme è stato come un fascio
di luce che acceca: ci sono baby squillo sulle strade. Ce l’hanno messe i loro
coetanei, per pagare debiti del gioco d’azzardo. Giuliano Amato, ministro
dell’Interno, ha lanciato un sasso, l’altro giorno. E adesso rischia di venire
giù una montagna. Perché quella del titolare del Viminale è la punta
dell’iceberg. Ma basta fermarsi un attimo e scoprire che l’infanzia più
tradizionale, ormai, non riesce a superare le classi elementari. Perché:
c’erano una volta i bambini. E le bambine che giocavano con le bambole. Avevano
dodici-tredici anni. E la Società italiana di pediatria (la Sip) li interrogava
con domande tipo: che giornali girano in casa tua? Usi il computer? Qual è
l’avvenimento che ti ha colpito di più quest’anno? L’ultima ricerca fatta così
è datata 2003: non serviva più a niente. Non di certo a fotografare la realtà.
E adesso a leggere l’ultima ricerca della Società dei pediatri presieduta da
Pasquale Di Pietro, quella del 2006, vengono i brividi. Proprio oggi che anche
in Italia celebriamo la Giornata dell’Infanzia. Il campione: 1.251 bambini tra
i 12 e i 14 anni. Una domanda. Una delle tante del questionario: «Hai mai visto
un tuo amico ubriaco?». Sì, dice il 37,4% del campione. Non solo, l’8,4%
aggiunge: spesso. Un’altra domanda: conosci qualcuno tra i tuoi amici che ha
fumato una canna? E questa volta è quasi uno su due (44,3%) a rispondere un
tondo: sì. Un altro esempio? Tre ragazzini su quattro non esitano a confessare
di fare cose che loro stessi definiscono rischiose, come ubriacarsi, appunto,
bere liquori, prendere farmaci, uscire da soli la sera tardi, avere rapporti
sessuali non protetti. Già: hanno rapporti sessuali frequenti, i nostri ex
bambini. Modelli educativi Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra dell’età
evolutiva, non ha dubbi: «L’anticipazione
delle tappe dello sviluppo è dovuta ai modelli educativi. Come dire? Sono stati
mamma e papà che hanno voluto che succedesse, si sono dati da fare per
diversificare il modello culturale che loro avevano ricevuto. Hanno accelerato
le capacità di socializzazione dei loro figli. Hanno tolto loro il senso di
colpa, il senso della paura. Basta provare, per credere. Basta entrare in una
qualsiasi seconda media d’Italia e capire che è impossibile far sentire in
colpa questi ragazzi o mettere loro in qualche modo paura». (*) Succede
così anche nella seconda media statale di Gela, Sicilia? «I ragazzi sono molto
decisi, è vero», garantisce Ela Aliosta, preside della scuola media alle soglie
della pensione. Sono quarant’anni che la signora Aliosta ha a che fare con i
ragazzi delle medie. Dice adesso: «Sono cambiati. E molto. Fisicamente, prima
di tutto: un tempo le femmine arrivavano ragazzine in terza media. Oggi
assomigliano a donne già quando entrano in prima. Soprattutto per come si
vestono, si truccano, si pettinano i capelli. Con la complicità dei genitori, è
ovvio». «Faccio la velina» Oppure la cubista, la show girl, la ballerina. Alla più
tradizionale delle domande: «Cosa vuoi fare da grande?», le bambine
intervistate dalla Società dei pediatri hanno infatti messo al primo posto:
voglio fare il «personaggio famoso». E fino a qui non sarebbe una scoperta
sensazionale. È che però, tolta questa prospettiva, rimane il vuoto: al secondo
posto delle preferenze delle bambine c’è, infatti, un disarmante: «Non lo so». (**)
«Ho dodici anni faccio la cubista mi chiamano principessa», è il titolo del
libro di Marida Lombardo Pijola, una giornalista-mamma che non a caso ha
gettato scompiglio tra mamme e papà. Ha scoperchiato il mondo delle discoteche
pomeridiane, lasciando disorientati nugoli di genitori davanti a frasi di bambine
come: «Se fai la cubista sei una donna. Non più una ragazzina. Con i clienti
della disco treschi soltanto se ti va. E puoi farti pagare...». Non è fantasia.
È qualcosa che da noi è arrivato da pochissimi anni, probabilmente importato
ancora una volta dagli Stati Uniti. Era del 2003 «Thirteen, 13 anni», il
film-choc ambientato a Los Angeles con protagoniste due ragazzine (tredicenni,
appunto) che vivono vite sempre più pericolose tra sesso promiscuo, droga,
fumo, alcol, piccoli furti, accenni di lesbismo. «Sono vent’anni che insegno
nella scuola media di Centocelle, a Roma», dice Margherita D’Onofri, insegnante
di scienze. E spiega: «Soltanto negli ultimi anni, però, ho visto cambiare gli
atteggiamenti durante i campi scuola, ovvero quelle gite che consentono ai
ragazzi di dormire fuori dalla propria città. Adesso anche nelle prime classi
stanno svegli tutta la notte e si mescolano dentro le stanze. Fino a poco tempo
fa non succedeva». Alessandra Arachi (*) Nota: questa
considerazione ci mette di fronte ai limiti degli interventi di prevenzione
basati solamente sull’informazione. Se il valore dei comportamenti viene
misurato in base alle emozioni che suscitano, andare a dire che gli alcolici
sono rischiosi può venire interpretato in modo molto diverso da come gli adulti
vorrebbero. (**) Nota: perché stupirci di queste risposte? Una velina
guadagna più di un premio Nobel. E deve studiare molto meno.
IL GAZZETTINO (Venezia)
IL DIRETTORE DEI MUSEI CIVICI «Idee valide, ma troppi festini» Romanelli: le norme
vieteranno la somministrazione di bevande (r. br.) «Solo chi non ha responsabilità può prendersi il
lusso di condividere quello che hanno fatto questi giovani...». Il direttore
dei musei civici, Giandomenico Romanelli, commenta così la notizia che una
fetta consistente di professori dell’Accademia di Belle Arti non solo condivide
il lavoro del gruppo Sale, ma critica anche la decisione di presidente e
direttore di presentare una denuncia per occupazione abusiva del magazzino
numero 3. Eppure Romanelli, a metà ottobre, quando rientrò la prima occupazione
del magazzino, aveva speso parole di elogio per il programma culturale
presentato da questo gruppo vicino ai centri sociali. «Quello che ci è stato
presentato da questo gruppo è molto interessante, sembrerà strano ma lo trovo
serio» aveva dichiarato ipotizzando già una sorta di «campus allungato della
contemporaneità, che dai Giardini di Castello arriva a San Basilio». Ora i toni
sono riveduti e corretti, alla luce di un mese di attività culturali, ma soprattutto
di tanti festini (non autorizzati) a base di birra. «I modi della gestione,
vedi la birra e il vino, vanno tutti a detrimento della proposta culturale.
Questo è evidente - commenta Romanelli -. Che questi modi poi facciano parte di
un certo stile, questo è altrettanto evidente. Io mi ero speso, a suo tempo,
per lasciare spazio alla creatività giovanile, ma ora mi dissocio completamente
da questi metodi». Ma parlando di
qualità artistica, come giudica quelli del Sale? «Hanno delle potenzialità indubbie. Perché studiano,
perché sperimentano, perché hanno tutta la dinamicità del metodo
laboratoriale... Bisogna lasciar perdere gli aspetti pittoreschi, come i bagni
chimici in fondamenta». Le feste con tanto
di bar, però, non sono solo un aspetto pittoresco. «Sono d’accordo. Infatti nella bozza di regolamento con i
criteri per l’utilizzo del magazzino numero 2, che dovrà essere approvata
dall’apposita commissione (quella composta da Comune, Iuav, Accademia e
Fondazione Bevilacqua La Masa, ndr.) lo si dice chiaramente: non sarà
consentita la somministrazione di cibi e bevande e tutte le regole dovranno
essere accettate». I giovani, però,
sostengono che con rigidi limiti si uccide un’esperienza come il Sale. «Non sono convinto che chiudere alle 21, piuttosto che
alle 2 di notte, uccida la creatività. E comunque si media. Non è accettabile
essere messi di fronte al fatto compiuto. Personalmente sono disposto a
riaprire un credito, ma deve esserci un pieno rispetto dei patti dall’altra
parte».
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da CITYCORRIERE.IT)
Alcol, dopo le 2 è vietato ma in
disco scorre a fiumiSuccede anche a Torino: alcolici e
birre nascoste nelle auto, chioschetti e ambulanti pronti a vendere ogni tipo
di bevanda. Sono le conseguenze della discussa legge che vieta alle discoteche
di vendere gli alcolici dopo le 2 notte.Dopo la "pausa sigaretta" diventa così di moda
la "pausa bevuta", che costringe i ragazzi che vogliono rifornirsi di
alcol ad uscire dalle discoteche per andare al bar o chiosco più vicino, o più
semplicemente, a brindare nei parcheggi prima di tornare sotto la pioggia di
luci e musica. Per questo, da un mese e mezzo (la legge è entrata in vigore il
3 ottobre) i bar del Lungo Po fanno affari d’oro, a scapito delle discoteche
dei Murazzi. E, ancora, gli ambulanti che prima vendevano i mazzi di rose ora
girano ai Muri e all’Imbarchino con casse di birra.
Regole solo per qualcunoLa Drogheria, il Lab, il Caffè 21 sono tra i locali che
più hanno beneficiato della legge, perché molti scelgono i "locali da
aperitivo" e i pub per rifornirsi o imbottirsi di alcol in vista della
discoteca. Per non parlare delle vinerie del Quadrilatero, che prima vendevano
bicchieri di vino da consumare all’interno del locale, mentre adesso vendono
bottiglie "che i ragazzi si portano fuori". Fatta la legge, insomma,
ecco spuntare vari modi per "aggirarla". La norma vieta infatti la
somministrazione di bevande alcoliche solo nei locali "dove si svolgono
spettacoli e altre forme di intrattenimento". In parole povere: le discoteche.
Non i bar nè i ristoranti, ma nemmeno gli autogrill (alla faccia della
prevenzione alla guida in stato di ebbrezza), o le enoteche.
Tutti vogliono bereLe discoteche lamentano un netto calo nella vendita di
bevande, ma prima delle 2 anche lì si fanno affari d’oro. Ciò che prima si
vendeva in 3/4 ore, adesso va dall’1 alle 2. "Ragazzi, affrettatevi!
Mancano solo 20 minuti" viene urlato dai microfoni del
"Centralino" (ma non solo), e la "corsa" con ressa ai
banconi coinvolge tutti. C’è anche chi acquista bottiglie di spumante e le
nasconde sotto i cuscini dei divanetti e chi, ancora, porta con sé delle
"fiaschette" di superalcolici da tenere in tasca.
Il nomadismo
Una delle conseguenze più evidenti
della legge è il proliferare del "nomadismo notturno": tutti in giro,
in auto, a cercare chi vende alcol di sottobanco o un pub aperto anche a notte
inoltrata. Quanto al problema della guida in stato di ebbrezza, pochi problemi:
l’unico incentivo a non bere è dato dai controlli della polizia. Quanto
all’etilometro messo a disposizione dalle discoteche, nessuno, in 60 giorni, ne
ha fatto richiesta.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Fonderia, folla e bevute fuori legge Oltre 500 persone in
più fra l’Amami e l’Havana, che rischia anche la chiusura per un mese La cittadella del divertimento esaurita in ogni ordine di
posto. Fin troppo: oltre cinquecento persone oltre la normale capienza. Tante
ne sono state contate sabato notte all’Amami e all’Havana Club, due dei locali
che di notte animano la Fonderia, durante un blitz orchestrato dalla Questura,
e al quale hanno preso parte Guardia di finanza, Polizia locale e Vigili del
fuoco. Blitz scaturito anche dalle lamentele e dagli esposti piovuti sul tavolo
del questore Filippo Lapi, sottoscritti dai residenti che ormai si vedono
costretti a condividere, malvolentieri, gli eccessi degli habitué della
Fonderia.Controlli doverosi, dunque. Sulla scia di un’attività che, come
sottolineato dallo stesso Lapi «non intende perseguitare nessuno, perché non
faremo eccezioni: si tratta solo di attenersi a regole e regolamenti». Che,
sabato, evidentemente sono stati disattesi, alla luce dei riscontri svolti
dalla "amministrativa" della Questura, unitamente ai vigili della
sezione annonaria. E fra le irregolarità, una potrebbe costare cara ai gestori
dell’Havana: quella di aver servito da bere bevande alcoliche oltre le 2, un
"peccato" che prevede, legge Bianchi alla mano, la sospensione
dell’attività da un minimo di una settimana ad un massimo di un mese. Controlli da un lato, l’Amami, e controlli dall’altro,
l’Avana. Nel primo caso, è stata accertata un sovraffollamento
rispetto alla capienza massima obbligatoria: oltre 300 persone (da 440
consentite, il locale ha aperto a 740); inoltre, è stato rilevato che un’uscita
di sicurezza era bloccata (nel senso del suo funzionamento). Non solo: la
Guardia di Finanza sta effettuando accertamenti sull’impiego di tre addetti
alla sicurezza, che però esulano dalle competenze del locale, che si è
semplicemente affidato ad una ditta specializzata, ed è quest’ultima, adesso,
oggetto di verifica. Anche nel secondo caso, quello dell’Havana Club, la
capienza era stata abbondantemente sforata: 250 volte (le persone presenti
erano 1.078 rispetto alle 850 consentite). Con l’aggravante della
somministrazione di bevande alcoliche oltre l’orario consentito, sia pure
avvenuta una sola volta. Sufficiente però a far scattare il procedimento
prefettizio. In questi ultimi controlli, inoltre, i cani antidroga hanno
fiutato la presenza di sostanze stupefacenti, addosso a tre avventori: le
Fiamme gialle hanno recuperato rispettivamente un grammo di cocaina, uno e due
di hashish, ed il terzetto verrà segnalato alla Prefettura. La Polizia amministrativa ha anche rilevato una cattiva
gestione dei sistemi di sicurezza (dalle porte tagliafuoco, ai divanetti che
ostruivano uscite essenziali in caso di allarme). Nel frattempo, il lavoro non mancava nemmeno alla Polizia
locale, perché l’intera area era caratterizzata da un parcheggio selvaggio, che
ha obbligato i vigili a contravvenzionare un centinaio di automobilisti.
Tornando al capitolo alcol, va segnalato un unico caso di ubriachezza, rilevato
dall’etilometro. «Controlleremo a tappeto tutti i locali - ha ribadito il
questore Lapi - senza perseguitare nessuno: e il monito ai gestori è quello di
attenersi alle leggi, senza poi scaricare le colpi verso altri. Quanto ai
frequentatori, trovo giuste le rivendicazioni dei residenti che si sentono
assediati da auto parcheggiate senza criterio: basterebbe sapersi limitare nei
comportamenti». G.D’A
IL GAZZETTINO
Nasce la sezione
locale dell’associazione Papillon, enogastronomia per fare aggregazione (*) Marostica È nata nel comprensorio Marostica Bassano la sezione del
club Papillon, l’associazione culturale enogastronomica sorta ufficialmente nel
1992 che conta già 50 sedi in Italia. L’inaugurazione è avvenuta sabato alla
Tavernetta di via Roma 26 a Marostica durante la quale il giornalista Paolo
Massobrio, milanese di origine monferrine, ha presentato la sua ultima
pubblicazione dal titolo Adesso: 366 giorni da vivere con gusto. Massobrio, che
da 20 anni si occupa di economia enogastronomica, ha spiegato agli ospiti del
vernissage lo scopo di Papillon. Papillon vuole dare importanza al gusto,
elemento importante in ogni dieta ha detto come pure allo stare a tavola,
insieme, perché momento fondamentale di aggregazione. Nell’ americanizzazione
propugnata dalla tv viene fatta fuori l’importanza del pasto a tavola, si
mangia da soli a qualsiasi ora, viene sorpassato il momento dello stare
insieme. Papillon propone un riscoprire dei sapori tradizionali con programmi
che si rivolgono a tutti per diffondere e riscoprire le tradizioni enologiche,
agricole e culinarie italiane. Tra le iniziative del club, anche le cosiddette
Giornate di resistenza umana, percorsi che propongono una giornata di
attenzione alle produzioni che resistono alla massificazione e rimangono di
qualità. L’ultimo lavoro del giornalista è una raccolta di consigli e pillole di
saggezza per la bellezza in famiglia, che raccontano come cucinare, come
coltivare un fiore, come organizzare una festa; tre piccoli suggerimenti per
ogni giorno dell’anno. Del vostro territorio apprezzo soprattutto la
conformazione fisica dei paesi, piccoli, con la piazza, le viuzze, adatti a
favorire l’incontro tra le persone ha aggiunto Massorbio parlando del Bassanese
ma puree le specialità culinarie di qualità, tra cui prediligo il baccalà alla
vicentina con un buon vino rosso. Per informazioni www.clubpapillon.it. Arianna Zen (*) Nota: l’aggregazione enogastronomia a volte finisce in
rissa. Anche manifestazioni con una impronta fortemente culturale, con inviti
alla moderazione, alla tradizione, richiami al territorio, ecc., provocano, a
volte, dei “danni collaterali”. Il mondo dell’enogastronomia gode però di una
buona stampa. In molti casi, si assiste ad una vera e propria censura.
Eventuali disordini non vengono messi in relazione all’evento enogastronomico,
oppure gli ubriachi vengono considerati estranei al mondo del vino, oppure non
se ne parla proprio.
L’ARENA
SICUREZZA STRADALE.
I carabinieri sabato notte hanno controllato 500 automobilisti Ubriachi, l’Arma ritira 32 patenti Il prefetto
Fortunati: «Difficile far cambiare la mentalità alla gente, ma i controlli
continueranno e saranno intensificati» L’orario più a rischio è compreso tra le
due e le quattro del mattino Continuano ad essere allarmanti i risultati dei controlli
sugli automobilisti ubriachi al volante. Su 500 persone controllate sabato
notte, quelle risultate positive sono state 32. Una percentuale troppo alta
come ammette lo stesso maggiore dei carabinieri Antonio Sergi, della compagnia
di Peschiera, i cui uomini sono stati in strada fino alle sei del mattino di domenica
Tra le patenti ritirate ce ne sono anche due che
appartenevano ad automobilisti che sono stati trovati in possesso di droga e
sotto l’effetto di stupefacenti. L’orario che incide è quello che sta a cavallo
tra le due e le quattro del mattino e l’età è orientata soprattutto oltre i 32
anni. I tassi alcolemici vanno da oltre l’uno a più del doppio consentito per
più del cinquanta per cento dei positivi. La dozzina di pattuglie impegnate sul
territorio in una sola notte ha battuto la strada regionale 11 da San Bonifacio
a Bussolengo, fino a Villafranca. Otto le patenti ritirate nel sanbonifacese, le altre tutte
tra Verona e Bussolengo. «Il numero delle patenti ritirate resta ancora troppo
alto», ha detto il maggiore Sergi, «credo che ancora molti automobilisti non
sappiano quanto sono state inasprite le pene. Del giro di vite i media s’erano
occupati un paio di giorni, ma forse non tutti hanno capito che andando in giro
ubriachi rischiano di restare senza patente anche per un anno», ha detto
l’ufficiale dell’Arma ricordando che le pene variano. Fino a 0.50 microgrammi
di alcol nel sangue la patente resta sospesa da sei mesi a un anno. Oltre, e
sabato notte, sono stati il 50 per cento gli automobilisti con tassi alcolici
superiori, la patente resta sospesa anche un anno. Questo significa rischiare
di perdere anche il lavoro perché sono molte le persone che con l’automobile
non soltanto si recano al lavoro, ma ci lavorano proprio. Alla sospensione si
accompagna la multa e si tratta di cifre consistenti. «I nostri servizi,
disposti dal comando provinciale in accordo con la prefettura continueranno»,
ha concluso il maggiore Sergi, «soprattutto perché crediamo nella prevenzione.
E puntiamo a evitare che accadano incidenti stradali, anche con esisti permanenti
o addirittura fatali». Il prefetto Italia Fortunati ha sottolineato che pur
sapendo che non è facile cambiare la mentalità delle persone, i controlli
continueranno e si amplieranno per verificare che non vi siano persone drogate
alla guida grazie alla collaborazione con tutte le forze dell’ordine e delle
nuove dotazioni che permettono di fare verifiche in strada. A.V.
IL GAZZETTINO (Venezia)
WEEKEND DI CONTROLLI I carabinieri presidiano il territorio e il popolo della
notte: nove patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza e quattro arresti (m.a.) Quattro arresti e nove denunce per guida in stato
di ebbrezza: questo il bilancio dei controlli effettuati in città dai
carabinieri nel fine settimana. Monitoraggio della circolazione stradale mirato
in particolare alla prevenzione delle cosiddette "stragi del sabato
sera" e repressione dei reati contro il patrimonio, gli obiettivi
perseguiti dai militari in servizio di pattugliamento sul territorio. Sono
tutti fra i 37 e 25 anni gli automobilisti che si sono visti ritirare la
patente per essere stati sorpresi al volante con un tasso alcolico superiore
alla soglia dello 0,50 g/l previsto dalla legge: per alcuni l’alcolimetro ha
segnato addirittura percentuali quattro volte più alte del consentito, fra 1,95
e 2,01. Sono stati intercettati sulla rotonda dell’Auchan o sulle rampe
d’accesso alla tangenziale o sulle strade che comunque conducono fuori Mestre,
quasi sempre in prossimità di locali gettonati dal popolo della notte. Per
loro, lo stesso iter: dopo la contestazione e il ritiro della patente, il
rilascio di un permesso di guida limitato al percorso di rientro a casa.
Manette ai polsi invece due italiani, un senegalese e un rumeno. I primi due
bloccati nei pressi del Panorama a Marghera: M.M. e L.M coetanei di 38 anni
erano stati sorpresi all’interno del centro commerciale dopo che avevano rubato
generi alimentari per un conto di 400 euro. Riusciti a oltrepassare le casse
indenni e con la spesa gratis pensavano, sbagliando, di averla fatta franca.
L’africano invece è stato tradito dal nervosismo alla vista delle divise degli
uomini del Nucleo operativo radiomobile: portato in caserma per
l’identificazione è risultato pendere sul suo capo l’esecuzione di un ordine di
carcerazione emesso dal tribunale di Venezia in quanto lo scorso settembre era
finito nei guai per resistenza a pubblico ufficiale. Ha diciannove anni,
infine, il rumeno che ha tentato di rinnovarsi il guardaroba sgraffignando un
giubbotto da 250 euro nel negozio "Zanchetta" di Marcon.
IL TIRRENO
Ubriaco prende i vicini a bottigliate Lo hanno portato in
caserma e poi ha ricominciato in un bar E’ successo a Cambiano. Il protagonista
è un trentenne che più volte ha provocato disagi nella strada dove abita.
Chiesto l’intervento del Comune CASTELFIORENTINO. Ha scaraventato una decina di bottiglie
di vetro contro i vicini di casa. Poi, dopo essere stato portato in caserma, è
tornato alla casa del popolo del paese e ha dato in escandescenze contro il
titolare e alcuni clienti. È successo a Cambiano, in via Niccoli. Un senegalese
sulla trentina, che aveva alzato troppo il gomito, dal secondo piano della sua
abitazione ha avuto una discussione con una ragazza, che con il passare dei
minuti ha coinvolto altri vicini. Non è la prima
volta che si verificava una situazione del genere, ma pochi giorni fa
l’extracomunitario ha davvero esagerato: dal terrazzo della sua abitazione in
affitto ha iniziato a lanciare recipienti di vetro. Circa una decina. E solo
per miracolo nessuno si è ferito. Sono stati chiamati i carabinieri che hanno
portato l’uomo - sposato e con un figlio di otto mesi - alla stazione. Una
volta rientrato a Cambiano, il senegalese è entrato nel circolo della frazione. Ha chiesto da bere.
Il banconiere si è reso conto che l’uomo aveva già bevuto troppo e lo ha
invitato a smettere, a farla finita. L’africano è andato su tutte le furie ed è
stato necessario chiamare nuovamente i carabinieri. Alcune auto davanti alla
casa del popolo sono state trovate con le gomme tagliate ma non ci sono prove
che sia stato il senegalese. Non è la prima
volta che il giovane extracomunitario perde la testa e si scaglia contro i
vicini. «Non ne possiamo più - dice il proprietario della casa dove abita la
famiglia dell’uomo - e chiediamo che il Comune si muova per occuparsi di questo
ragazzo e della sua famiglia. È da mesi che non mi paga l’affitto, ma sono
pronto a non chiedergli i soldi arretrati a patto che lasci libero
l’appartamento. E lasci in pace chi abita in questa zona». Dunque, proprietario
e residenti lanciano un appello all’amministrazione comunale. «Noi abbiamo
cercato di aiutarlo - dicono - ma ora tocca al sindaco fare qualcosa e dargli
una nuova sistemazione. Non vorremmo intraprendere azioni legali contro lui e
la sua famiglia». Mario Moscadelli
IL GIORNALE DI VICENZA
SCATENATO: IN CELLA PRENDE A CALCI UN’AUTO E REAGISCE AI POLIZIOTTI L’ivoriano Fulbert Kouakou Kouadio, 32 anni, clandestino,
è stato arrestato dalle volanti. Domenica alle 14.40, ubriaco, aveva preso a
calci una Seat Ibiza in sosta in corso S. Felice. Il proprietario ha chiamato
il 113 e Kouadio ha reagito con violenza anche ai poliziotti. Da giorni
l’africano è scatenato. (…)
CORRIERE ADRIATICO
Era stato incaricato
di andare a riempire i recipienti del carburante necessario per i mezzi da
lavoro Ora dovrà rispondere al magistrato di guida in stato d’ebbrezza e senza
patente Sorpreso dalle forze dell’ordine due volte in 24 ore. E’ stato
denunciato Ubriaco con l’auto carica di benzina ASCOLI - Presso la Procura della Repubblica del tribunale
di Ascoli è stata presentata dalla Polizia Stradale una denuncia nei confronti
di un uomo originario della provincia di Perugia, ma attualmente residente, per
motivi di lavoro, a Valle Castellana. Dovrà rispondere al magistrato di guida in stato
d’ebbrezza e successivamente, dopo che gli era stata sospesa la patente, per
guida sprovvisto di patente. Due fatti che sono collegati fra loro, ma che sono
avvenuti a distanza di 24 ore circa l’uno dall’altro. Sabato pomeriggio una pattuglia della Polstrada di Ascoli
stava effettuando un servizio di controllo lungo la Salaria Superiore. All’altezza del bivio per la frazione Ponte d’Arli gli
agenti hanno fermato una Renault Tingo alla guida della quale si trovava un
uomo di 45 anni, A. B.. Nell’abitacolo del mezzo c’erano alcune taniche piene
di benzina e di diesel. A. B. lavora presso un’impresa di costruzioni di Ascoli
ed era stato incaricato di andare a riempire i recipienti del carburante
necessario per i mezzi di lavoro. La legge prevede che se ne possa trasportare 330 litri,
quanti ne erano contenuti nelle varie taniche. Il comportamento e le risposte che l’operaio stava
fornendo, però, ha insospettito gli agenti che lo hanno sottoposto al test
alcolimetro che ha confermato i sospetti: era superiore al limite imposto dalla
legge. Guidare in stato di ebbrezza con tanto carburante
nell’abitacolo era stata una grave imprudenza. Soprattutto pensando che nel
caso d’incidente il liquido avrebbe potuto prendere fuoco e causare danni
inimmaginabili alle persone. In applicazione della legge 186, ad A.B. è stata
ritirata la patente di guida e, siccome non era in condizione di poter guidare,
l’auto gli è stata sequestrata ed affidata in custodia ad un’officina
convenzionata. Domenica mattina un conoscente che era stato incaricato
dall’operaio si è presentato in caserma per ritirare il mezzo. Gli è stata
quindi consegnata l’autorizzazione per riprenderla. Nel pomeriggio dello stesso giorno, poi, il secondo
episodio. Una pattuglia della Polstrada in servizio nella zona di Acquasanta ha
fermato lungo la Salaria Superiore, all’altezza della frazione di Santa Maria,
una Renault Tingo alla guida della quale si trovava A. B. il quale era privo
della patente di guida in quanto gli era stata ritirata il giorno precedente. Per l’uomo ora la situazione si è messa piuttosto
maluccio. Oltre ad una pesantissima sanzione pecuniaria, gli verrà ritirata per
un lungo periodo, almeno un anno, il documento per guidare con la relativa
confisca dell’auto su cui viaggiava. E’ stato altresì sottoposto al test
dell’alcol nel sangue di cui non si conosce ancora l’esito. SANDRO CONTI
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da ABRUZZOREPORT)
Guida in stato d’ebbrezza: 6 mesiUn uomo di 30 anni residente a Pescara, ma originario di
Foggia, e’ stato arrestato dalla Guardia di Finanza mentre scorazzava per le
vie el centro cittadino completamente ubriaco. Le fiamme gialle stavano
effettuando die controlli di routine all’incrocio tra via Venezia e corso
Vittorio Emanuele quando si e’ materializzata la audi guidata dal giovane in
stato di ebbrezza. Bloccato e identificato l’uomo e’ stato sottoposto alla
prova dell’etilometro risultando il tasso alcolemico di gran lunga superiore al
consentito. L’uomo e’ stato ammanettato con le accuse di violenza e resistenza
a pubblico ufficiale e staqto di ebbrezza, la sua auto posta sotto sequestro.
Con questo intervento la Guardia di Finanza di Pescara ricorda che ’chi guida
in stato di ebbrezza rischia l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda fino a 6
mila euro nonche’ la sospensione della patente da uno a due anni, con una
detrazione di 10 punti sulla patente’.
IL TIRRENO
TIRRENIA- SCAZZOTTATA DI NOTTE DAVANTI AL “PEPILA”.
INTERVENTO DEI CARABINIERI BUTTAFUORI E CLIENTE UBRIACO FINISCONO ALL’OSPEDALE E’ DI DUE feriti, per fortuna in modo non grave, il bilancio di una
scazzotata avvenuta intorno alle 3 della notte tra sabato e domenica tra due
persone davanti la discoteca “Pepila” di Tirrenia. Al pronto soccorso dell’ospedale
di Livorno sono stati medicati e subito dimessi i due contendenti: un
buttafuori del locale notturno e una persona che, seppur visibilmente in stato
di ebbrezza alcolica, pretendeva di entrare all’interno della nota discoteca
tirreniese. Si tratta di due pisani, rispettivamente, il ventisettenne S.D.V.,
che se la caverà in otto giorni, e il trentottenne F.P., giudicato guaribile in
una decina di giorni. Sul posto sono intervenuti i militari di autopattuglia
del nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri.
IL TEMPO
Castelbottaccio Direttissima e multa per un ubriaco CAMPOBASSO 20/11/2007 - 3800 euro di multa e remissione in
libertà. Questa la decisione presa ieri dai giudici di Campobasso nei confronti
di M.G., 30enne pregiudicato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico
ufficiale. I fatti lo scorso sabato sera a Castelbottaccio quando i Carabinieri
della Stazione di Lucito e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia
di Larino lo hanno tratto in arresto.Home Molise Il 30enne uscito da un bar in evidente stato di ebbrezza,
aveva infatti infastidito alcuni cittadini e poi i militari intervenuti per
sedarlo.
IL GAZZETTINO
BASE DI AVIANO Il generale impone il coprifuoco dall’una alle 4.30 di
notte contro la guida in stato di ebbrezza Pordenone NOSTRO SERVIZIO Alla Base Usaf di Aviano è scattato il coprifuoco. Il
provvedimento non è dovuto al conflitto in corso in Medio Oriente, né alla
segnalazione di eventuali attentati terroristici, bensì si tratta dell’ultima
(estrema) contromisura mirante a contenere la piaga degli incidenti stradali
causati da guida in stato di ebbrezza, circostanza di cui si rendono
ciclicamente protagonisti avieri dell’Air Force di stanza all’aeroporto
"Pagliano e Gori" di Aviano. Per questa ragione il comandante
statunitense, generale Craig Franklin, ha deciso di istituire il coprifuoco (a
tempo indeterminato) da applicarsi a tutti i coscritti del 31esimo Fighter
Wing. Tutti gli "airmen" di ogni ordine e grado devono
rimanere confinati a casa (se abitano fuori dalla base) o in dormitorio
(all’interno del recinto aeroportuale Usaf) a partire dall’una di notte e sino
alle quattro e mezza del mattino. «È mia responsabilità assicurare la salute, la sicurezza e
il benessere del personale presente ad Aviano» giustifica il generale Franklin
sulle pagine del periodico della Base, il Vigileer. A essere esentati dal coprifuoco sono i
"turnisti", ovvero il personale addetto alle emergenze, nonché coloro
che in quegli orari effettuano arrivi/partenze o altrimenti autorizzati.
Apposite ronde composte da ufficiali e sottufficiali vigilano a che l’ordinanza
sia rispettata. Per gli avieri che venissero eventualmente colti a trasgredire
il coprifuoco, si dichiara che il relativo comandante di squadrone comminerà le
appropriate azioni disciplinari. Un tempo, rimembra ancora qualche vecchio pordenonese, in
città transitavano apposite jeep della Military Police a "spazzare"
le strade da militi ubriachi. La situazione
attuale relativa alla guida in stato di ebbrezza degli americani di stanza
nella base della Pedemontana non è poi così drammatica. Sono i correlati
sinistri stradali (a volte col contorno di feriti e vittime) a renderla
gravosa. (*) Secondo
le statistiche ufficiali del 31.mo Fighter Wing, nei primi quattro mesi del
2006 si erano registrati 18 casi; ad aprile di quest’anno solo sette (il 61% in
meno). E nel 2007 è stato stabilito il "primato" di 68
giorni senza incidenti, anche se le autorità desiderano infrangere il record
storico di 104. Gli avieri che vanno più a "rischio" sono quelli
sotto i 26 anni, negli orari tra mezzanotte e le due, nonché tra le 4 e le 6
del mattino. Ecco quindi come si spiega la scelta della fascia oraria adottata
dall’attuale "coprifuoco" imposto ai militari americani. Dario Furlan (*) Nota: forse non ho capito bene. “La situazione attuale relativa alla guida in stato di ebbrezza degli
americani di stanza nella base della Pedemontana non è poi così drammatica.
Sono i correlati sinistri stradali (a volte col contorno di feriti e vittime) a
renderla gravosa”. Come dire che il problema non è la
guida in stato di ebbrezza, ma gli incidenti. Come se non ci fosse relazione
tra essi. Quando lo sciatore principiante si lamenta che gli scarponi gli fanno
male, il maestro di sci di solito se la cava rispondendo: “l’importante è che
non ti facciano male i piedi”.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
MONTEGROTTO. INCIDENTE IN TANGENZIALE Vigile brillo, patente ritirata Montegrotto (Ri.Ba.) Per una volta tanto è stato lui ad essere multato
invece che a multare. Anzi nel suo caso è stato anche necessario il ritiro
della patente. Non ha dato proprio il buon esempio un vigile di Montegrotto che
sabato sera si è schiantato contro il guard-rail di via Primo Maggio, a Padova.
Una fatalità, una distrazione, si potrebbe pensare. Nulla di vero. Quando sul
posto è arrivata un’ambulanza e un’auto dei suoi "colleghi" della
polizia municipale patavina gli è stato praticato l’alcol-test. Più di due
grammi di alcol per litro di sangue, il che, se si considera che il limite per
legge è fissato a 0,5, non è proprio poco. L’uomo, 43 anni, dopo aver concluso
il turno di lavoro, ancora in divisa, aveva ben pensato di concludere la
giornata con un bicchiere tra amici prima di tornare a casa. Ma con tutta
probabilità quel brindisi innocente si è trasformato in due, tre o quattro
bicchieri in breve tempo. Così, annebbiato dai fumi dell’alcol, mentre stava
percorrendo la tangenziale ha imboccato erroneamente una delle uscite laterali,
andando a finire contro il guard-rail. Nessuna conseguenza dell’incidente. Se
non il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. Ora
l’amministrazione sampietrina potrebbe chiedere "il conto" per il
danno d’immagine arrecato dal vigile. Certo, anche lui è un uomo come tutti, si
potrebbe dire, ma viene da chiedersi cosa ne penserà la gente quando lo troverà
per le strade, magari proprio intento a multare qualche automobilista
indisciplinato per guida in stato di ebbrezza.
VIRGILIO NOTIZIE
Gb, consumo birra in crisi nei pub A livello piu’ basso
da 80 anni, vino prende piede LONDRA, 20 NOV - Nei pub inglesi il consumo di birra e’ in
crisi nera e le vendite sono attualmente al loro livello piu’ basso dagli anni
Trenta. Il vino sta invece prendendo sempre piu’ piede. Lo rivela
l’Associazione britannica dei pub, stando alla quale rispetto al 1979, anno in
cui la popolarita’ della birra era ancora all’apice, il numero di ’pinte’
servite e’ sceso del 49%. Rispetto al vino, si calcola che nel 2010, in Gran
Bretagna i consumi saranno superiori a quelli di Italia e Francia.
IL RESTO DEL CARLINO
In tre alla guida ubriachi Un quarto era drogato I giovani
tornavano da discoteche: patenti ritirate
LA TRIBUNA DI TREVISO
alcol e ressa: amami e havana fuorilegge
LA NUOVA FERRARA
Giovani, è di moda lo sballo
GIORNALE DI VIMERCATE
Malmenati due tedeschi ubriachi
IL GIORNALE DI MERCATE
Neopatentato ubriaco: perde 40 punti
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