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Rassegna stampa Alcol e guida del 20 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

LA NAZIONE

STOP ALL’ALCOL, RISPARMIATA UNA VITA OGNI NOTTE
MENO SCHIANTI SULLE STRADE DOPO LE SERATE IN DISCOTECA NEGLI ULTIMI SEI WEEK-END. CALANO VITTIME E FERITI
di MASSIMO PANDOLFI
ROMA
IERI i telegiornali, i politici, persino i preti, ci hanno fatto una testa così: “Lottiamo tutti contro le stragi sulle strade” il messaggio a diffusione mondiale che ci è stato trasmesso.
Bene, ma -con tutto il rispetto- anche ovvio: e chi volete che non sia d’accordo? Il problema vero è un altro e cioè: cosa si può fare? Già: cosa si può fare nel concreto per fermare questa catena di lutti? Anche i principali telegiornali italiani si sono sbizzarriti e hanno cominciato a sparare numeri, spesso a casaccio; ma in realtà si sono dimenticati di fornire i dati più importanti, quelli che magari possono anche accendere una fiammella di speranza per il futuro. Quelli che ci possono far dire: sì, si può davvero fare qualcosa per fermare questa strage.

QUESTI numeri vogliamo darvelo oggi noi: da quaranta giorni, da quando cioè è stato introdotto il divieto di vendere bevande alcoliche nei locali notturni dopo le due di notte, sono morte nei week-end, a causa di incidenti stradali, 41 persone in meno rispetto al 2006: 157 contro 198. Praticamente un morto in meno al giorno, un ragazzo ancora in vita in più. (*)
I numeri che vengono meticolosamente raccolti dall’Asaps (Associazione Amici Polstrada, un ente in qualche modo privato che sta facendo le veci anche dello Stato, spesso assente) prendono come riferimento i sei week-end trascorsi da quando è stata introdotta una legge contestatissima che proprio in queste settimane, in Commissione Trasporti, i parlamentari presi per la giacca da mille lobby proveranno a cambiare.

Intendiamoci: come spesso succede in Italia, quella partorita il 4 ottobre dal nostro Parlamento è una legge fatta un po’ a papocchio, confusa e troppo severa con le discoteche; non si capisce bene il motivo per cui alle due e un minuto non puoi più bere al ballo, mentre puoi sbronzarti senza problemi al bar di fronte; se poi ti metti al volante sono comunque guai seri, o no?
Però c’è un dato di fatto, inconfutabile. Da quaranta giorni, di notte, si beve di meno, nonostante i mille trucchi inventati per eludere la norma. Lo hanno detto un po’ tutti i rappresentanti delle principali aziende che vendono alcol: “ C’è stato un calo del 30-40%”: E bevendo di meno- sarà un caso? (**) Decidetelo voi- si muore anche di meno sulle strade. E forse non è neanche troppo proibizionista chiedere alla gente di rinunciare a una birra alle tre del mattino. Anzi, non si deve neanche rinunciare: uno può bersela tranquillamente a casa sua, prima di andare a letto.
SI DICEVA: in Commissione Trasporti si sta provando a cambiare questa contestatissima norma. Sono già stati presentati un centinaio di emendamenti e probabilmente della materia si discuterà all’inizio del 2008. Ci sono quelli della line “dura e pura” (esempio: Carlo Giovanardi dell’Udc) che vogliono estendere il divieto a qualunque locale che non sia…casa propria. Agli antipodi ci sono dei parlamentari( anche di centro-destra, come Giovanardi) che spinti dal Silb, il sindacato dei locali da ballo, puntano semplicemente a tornare al pre-4 ottobre. “abbiamo raccolto decine di migliaia di firme nelle discoteche di tutta Italia, forse centinaia di migliaia di firme” dice Antonio Flamini, vice presidente del Silb. “In quaranta giorni, in termini di incassi, ci abbiamo rimesso tra il 40 e il 60%”.
Altri ancora vorrebbero demandare la materia ai singoli comuni, e in questo caso si rischierebbe un mezzo far west, con città confinanti che potrebbero anche scegliere orari opposti: qui bevi fino alle 2 di là fino alle 6.
E C’E’ ANCORA chi -vedi Asso-Intrattenimenti, l’altro sindacato dei locali da ballo che non si riconosce nel Silb- che è pronto anche ad accettare un orario di stop-alcol, ma pone una condizione:”Se noi non vendiamo più alcol dalle 2, ristoranti e pub devono fermarsi a mezzanotte”.
Si rischia di non capirci nulla, in fondo hanno tutti un po’ di ragione. Ma non dimentichiamoci di quei due numeretti che vi abbiamo fornito all’inizio: in quaranta giorni abbiamo salvato 41 persone che un anno fa morivano schiantati sulle strade.
E allora ci permettiamo di suggerire a chi ci governa: prima che agli affari, pensate alla vita.
Si può fare qualcosa.
VITE SPEZZATE- Sono 41 i morti e 718 i feriti in meno registrati sulle strade negli ultimi sei weekend nei quali è vietata la vendita di alcol nelle discoteche dopo le 2.
BILANCIO-Nei weekend dal 6 ottobre all’11 novembre si sono registrati nel 2006 198 morti 5.757 feriti, nel 2007 si sono avuti 157 morti e 5.039 feriti.
POSTI DI BLOCCO- Nell’ultimo fine settimana carabinieri e polizia stradale hanno impiegato 36.665 pattuglie che hanno contestato 20.647 violazioni al codice.
(*) Nota: 41 persone sono ancora vive grazie a quaranta giorni di applicazione della legge sulla limitazione degli alcolici. Chi sono non lo sapremo mai. Ma 41 persone possono ancora respirare, fare progetti, sperare, lamentarsi del tempo, e via dicendo. A 41 famiglie è stata evitata una evitabile e crudele sofferenza. Essere vittima di un incidente stradale causato dagli alcolici può accadere ad ognuno di noi. Un pezzo di queste vite guadagnate appartiene a tutti: allo sconosciuto che ci passa accanto per strada, così come a coloro che amiamo e, infine, a noi stessi.
(**) Nota: non fidandoci delle dichiarazione degli esercenti, non sappiamo se il calo dei consumi sia esattamente quello denunciato. Considerate tuttavia le veementi proteste contro questa legge, un calo dei consumi deve esserci stato veramente.


CORRIERE DELLA SERA

Indagine choc della Società di Pediatria sulle teenager italiane, tra amore, alcol e fumo
Le ragazzine e il sesso: a 12 anni senza limiti
Alla domanda «Cosa vuoi fare da grande?» al primo posto la velina, al secondo «Non so»
ROMA — 20 novembre 2007 - L’allarme è stato come un fascio di luce che acceca: ci sono baby squillo sulle strade. Ce l’hanno messe i loro coetanei, per pagare debiti del gioco d’azzardo. Giuliano Amato, ministro dell’Interno, ha lanciato un sasso, l’altro giorno. E adesso rischia di venire giù una montagna. Perché quella del titolare del Viminale è la punta dell’iceberg. Ma basta fermarsi un attimo e scoprire che l’infanzia più tradizionale, ormai, non riesce a superare le classi elementari. Perché: c’erano una volta i bambini. E le bambine che giocavano con le bambole. Avevano dodici-tredici anni. E la Società italiana di pediatria (la Sip) li interrogava con domande tipo: che giornali girano in casa tua? Usi il computer? Qual è l’avvenimento che ti ha colpito di più quest’anno? L’ultima ricerca fatta così è datata 2003: non serviva più a niente. Non di certo a fotografare la realtà. E adesso a leggere l’ultima ricerca della Società dei pediatri presieduta da Pasquale Di Pietro, quella del 2006, vengono i brividi. Proprio oggi che anche in Italia celebriamo la Giornata dell’Infanzia. Il campione: 1.251 bambini tra i 12 e i 14 anni. Una domanda. Una delle tante del questionario: «Hai mai visto un tuo amico ubriaco?». Sì, dice il 37,4% del campione. Non solo, l’8,4% aggiunge: spesso. Un’altra domanda: conosci qualcuno tra i tuoi amici che ha fumato una canna? E questa volta è quasi uno su due (44,3%) a rispondere un tondo: sì. Un altro esempio? Tre ragazzini su quattro non esitano a confessare di fare cose che loro stessi definiscono rischiose, come ubriacarsi, appunto, bere liquori, prendere farmaci, uscire da soli la sera tardi, avere rapporti sessuali non protetti. Già: hanno rapporti sessuali frequenti, i nostri ex bambini.
Modelli educativi
Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra dell’età evolutiva, non ha dubbi: «L’anticipazione delle tappe dello sviluppo è dovuta ai modelli educativi. Come dire? Sono stati mamma e papà che hanno voluto che succedesse, si sono dati da fare per diversificare il modello culturale che loro avevano ricevuto. Hanno accelerato le capacità di socializzazione dei loro figli. Hanno tolto loro il senso di colpa, il senso della paura. Basta provare, per credere. Basta entrare in una qualsiasi seconda media d’Italia e capire che è impossibile far sentire in colpa questi ragazzi o mettere loro in qualche modo paura». (*) Succede così anche nella seconda media statale di Gela, Sicilia? «I ragazzi sono molto decisi, è vero», garantisce Ela Aliosta, preside della scuola media alle soglie della pensione. Sono quarant’anni che la signora Aliosta ha a che fare con i ragazzi delle medie. Dice adesso: «Sono cambiati. E molto. Fisicamente, prima di tutto: un tempo le femmine arrivavano ragazzine in terza media. Oggi assomigliano a donne già quando entrano in prima. Soprattutto per come si vestono, si truccano, si pettinano i capelli. Con la complicità dei genitori, è ovvio».
«Faccio la velina»
Oppure la cubista, la show girl, la ballerina. Alla più tradizionale delle domande: «Cosa vuoi fare da grande?», le bambine intervistate dalla Società dei pediatri hanno infatti messo al primo posto: voglio fare il «personaggio famoso». E fino a qui non sarebbe una scoperta sensazionale. È che però, tolta questa prospettiva, rimane il vuoto: al secondo posto delle preferenze delle bambine c’è, infatti, un disarmante: «Non lo so». (**) «Ho dodici anni faccio la cubista mi chiamano principessa», è il titolo del libro di Marida Lombardo Pijola, una giornalista-mamma che non a caso ha gettato scompiglio tra mamme e papà. Ha scoperchiato il mondo delle discoteche pomeridiane, lasciando disorientati nugoli di genitori davanti a frasi di bambine come: «Se fai la cubista sei una donna. Non più una ragazzina. Con i clienti della disco treschi soltanto se ti va. E puoi farti pagare...». Non è fantasia. È qualcosa che da noi è arrivato da pochissimi anni, probabilmente importato ancora una volta dagli Stati Uniti. Era del 2003 «Thirteen, 13 anni», il film-choc ambientato a Los Angeles con protagoniste due ragazzine (tredicenni, appunto) che vivono vite sempre più pericolose tra sesso promiscuo, droga, fumo, alcol, piccoli furti, accenni di lesbismo. «Sono vent’anni che insegno nella scuola media di Centocelle, a Roma», dice Margherita D’Onofri, insegnante di scienze. E spiega: «Soltanto negli ultimi anni, però, ho visto cambiare gli atteggiamenti durante i campi scuola, ovvero quelle gite che consentono ai ragazzi di dormire fuori dalla propria città. Adesso anche nelle prime classi stanno svegli tutta la notte e si mescolano dentro le stanze. Fino a poco tempo fa non succedeva».
Alessandra Arachi
(*) Nota: questa considerazione ci mette di fronte ai limiti degli interventi di prevenzione basati solamente sull’informazione. Se il valore dei comportamenti viene misurato in base alle emozioni che suscitano, andare a dire che gli alcolici sono rischiosi può venire interpretato in modo molto diverso da come gli adulti vorrebbero.
(**) Nota: perché stupirci di queste risposte? Una velina guadagna più di un premio Nobel. E deve studiare molto meno.


IL GAZZETTINO (Venezia)

IL DIRETTORE DEI MUSEI CIVICI 
«Idee valide, ma troppi festini»

Romanelli: le norme vieteranno la somministrazione di bevande
(r. br.) «Solo chi non ha responsabilità può prendersi il lusso di condividere quello che hanno fatto questi giovani...». Il direttore dei musei civici, Giandomenico Romanelli, commenta così la notizia che una fetta consistente di professori dell’Accademia di Belle Arti non solo condivide il lavoro del gruppo Sale, ma critica anche la decisione di presidente e direttore di presentare una denuncia per occupazione abusiva del magazzino numero 3. Eppure Romanelli, a metà ottobre, quando rientrò la prima occupazione del magazzino, aveva speso parole di elogio per il programma culturale presentato da questo gruppo vicino ai centri sociali. «Quello che ci è stato presentato da questo gruppo è molto interessante, sembrerà strano ma lo trovo serio» aveva dichiarato ipotizzando già una sorta di «campus allungato della contemporaneità, che dai Giardini di Castello arriva a San Basilio». Ora i toni sono riveduti e corretti, alla luce di un mese di attività culturali, ma soprattutto di tanti festini (non autorizzati) a base di birra. «I modi della gestione, vedi la birra e il vino, vanno tutti a detrimento della proposta culturale. Questo è evidente - commenta Romanelli -. Che questi modi poi facciano parte di un certo stile, questo è altrettanto evidente. Io mi ero speso, a suo tempo, per lasciare spazio alla creatività giovanile, ma ora mi dissocio completamente da questi metodi».
Ma parlando di qualità artistica, come giudica quelli del Sale?
«Hanno delle potenzialità indubbie. Perché studiano, perché sperimentano, perché hanno tutta la dinamicità del metodo laboratoriale... Bisogna lasciar perdere gli aspetti pittoreschi, come i bagni chimici in fondamenta».
Le feste con tanto di bar, però, non sono solo un aspetto pittoresco.
«Sono d’accordo. Infatti nella bozza di regolamento con i criteri per l’utilizzo del magazzino numero 2, che dovrà essere approvata dall’apposita commissione (quella composta da Comune, Iuav, Accademia e Fondazione Bevilacqua La Masa, ndr.) lo si dice chiaramente: non sarà consentita la somministrazione di cibi e bevande e tutte le regole dovranno essere accettate».
I giovani, però, sostengono che con rigidi limiti si uccide un’esperienza come il Sale.
«Non sono convinto che chiudere alle 21, piuttosto che alle 2 di notte, uccida la creatività. E comunque si media. Non è accettabile essere messi di fronte al fatto compiuto. Personalmente sono disposto a riaprire un credito, ma deve esserci un pieno rispetto dei patti dall’altra parte».


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da CITYCORRIERE.IT)

Alcol, dopo le 2 è vietato ma in disco scorre a fiumi

Succede anche a Torino: alcolici e birre nascoste nelle auto, chioschetti e ambulanti pronti a vendere ogni tipo di bevanda. Sono le conseguenze della discussa legge che vieta alle discoteche di vendere gli alcolici dopo le 2 notte.

Dopo la "pausa sigaretta" diventa così di moda la "pausa bevuta", che costringe i ragazzi che vogliono rifornirsi di alcol ad uscire dalle discoteche per andare al bar o chiosco più vicino, o più semplicemente, a brindare nei parcheggi prima di tornare sotto la pioggia di luci e musica. Per questo, da un mese e mezzo (la legge è entrata in vigore il 3 ottobre) i bar del Lungo Po fanno affari d’oro, a scapito delle discoteche dei Murazzi. E, ancora, gli ambulanti che prima vendevano i mazzi di rose ora girano ai Muri e all’Imbarchino con casse di birra.

Regole solo per qualcuno

La Drogheria, il Lab, il Caffè 21 sono tra i locali che più hanno beneficiato della legge, perché molti scelgono i "locali da aperitivo" e i pub per rifornirsi o imbottirsi di alcol in vista della discoteca. Per non parlare delle vinerie del Quadrilatero, che prima vendevano bicchieri di vino da consumare all’interno del locale, mentre adesso vendono bottiglie "che i ragazzi si portano fuori". Fatta la legge, insomma, ecco spuntare vari modi per "aggirarla". La norma vieta infatti la somministrazione di bevande alcoliche solo nei locali "dove si svolgono spettacoli e altre forme di intrattenimento". In parole povere: le discoteche. Non i bar nè i ristoranti, ma nemmeno gli autogrill (alla faccia della prevenzione alla guida in stato di ebbrezza), o le enoteche.

Tutti vogliono bere

Le discoteche lamentano un netto calo nella vendita di bevande, ma prima delle 2 anche lì si fanno affari d’oro. Ciò che prima si vendeva in 3/4 ore, adesso va dall’1 alle 2. "Ragazzi, affrettatevi! Mancano solo 20 minuti" viene urlato dai microfoni del "Centralino" (ma non solo), e la "corsa" con ressa ai banconi coinvolge tutti. C’è anche chi acquista bottiglie di spumante e le nasconde sotto i cuscini dei divanetti e chi, ancora, porta con sé delle "fiaschette" di superalcolici da tenere in tasca.

Il nomadismo

Una delle conseguenze più evidenti della legge è il proliferare del "nomadismo notturno": tutti in giro, in auto, a cercare chi vende alcol di sottobanco o un pub aperto anche a notte inoltrata. Quanto al problema della guida in stato di ebbrezza, pochi problemi: l’unico incentivo a non bere è dato dai controlli della polizia. Quanto all’etilometro messo a disposizione dalle discoteche, nessuno, in 60 giorni, ne ha fatto richiesta.


IL GAZZETTINO (Treviso)

Fonderia, folla e bevute fuori legge
Oltre 500 persone in più fra l’Amami e l’Havana, che rischia anche la chiusura per un mese
La cittadella del divertimento esaurita in ogni ordine di posto. Fin troppo: oltre cinquecento persone oltre la normale capienza. Tante ne sono state contate sabato notte all’Amami e all’Havana Club, due dei locali che di notte animano la Fonderia, durante un blitz orchestrato dalla Questura, e al quale hanno preso parte Guardia di finanza, Polizia locale e Vigili del fuoco. Blitz scaturito anche dalle lamentele e dagli esposti piovuti sul tavolo del questore Filippo Lapi, sottoscritti dai residenti che ormai si vedono costretti a condividere, malvolentieri, gli eccessi degli habitué della Fonderia.Controlli doverosi, dunque. Sulla scia di un’attività che, come sottolineato dallo stesso Lapi «non intende perseguitare nessuno, perché non faremo eccezioni: si tratta solo di attenersi a regole e regolamenti». Che, sabato, evidentemente sono stati disattesi, alla luce dei riscontri svolti dalla "amministrativa" della Questura, unitamente ai vigili della sezione annonaria. E fra le irregolarità, una potrebbe costare cara ai gestori dell’Havana: quella di aver servito da bere bevande alcoliche oltre le 2, un "peccato" che prevede, legge Bianchi alla mano, la sospensione dell’attività da un minimo di una settimana ad un massimo di un mese.
Controlli da un lato, l’Amami, e controlli dall’altro, l’Avana.
Nel primo caso, è stata accertata un sovraffollamento rispetto alla capienza massima obbligatoria: oltre 300 persone (da 440 consentite, il locale ha aperto a 740); inoltre, è stato rilevato che un’uscita di sicurezza era bloccata (nel senso del suo funzionamento). Non solo: la Guardia di Finanza sta effettuando accertamenti sull’impiego di tre addetti alla sicurezza, che però esulano dalle competenze del locale, che si è semplicemente affidato ad una ditta specializzata, ed è quest’ultima, adesso, oggetto di verifica.
Anche nel secondo caso, quello dell’Havana Club, la capienza era stata abbondantemente sforata: 250 volte (le persone presenti erano 1.078 rispetto alle 850 consentite). Con l’aggravante della somministrazione di bevande alcoliche oltre l’orario consentito, sia pure avvenuta una sola volta. Sufficiente però a far scattare il procedimento prefettizio. In questi ultimi controlli, inoltre, i cani antidroga hanno fiutato la presenza di sostanze stupefacenti, addosso a tre avventori: le Fiamme gialle hanno recuperato rispettivamente un grammo di cocaina, uno e due di hashish, ed il terzetto verrà segnalato alla Prefettura.
La Polizia amministrativa ha anche rilevato una cattiva gestione dei sistemi di sicurezza (dalle porte tagliafuoco, ai divanetti che ostruivano uscite essenziali in caso di allarme).
Nel frattempo, il lavoro non mancava nemmeno alla Polizia locale, perché l’intera area era caratterizzata da un parcheggio selvaggio, che ha obbligato i vigili a contravvenzionare un centinaio di automobilisti. Tornando al capitolo alcol, va segnalato un unico caso di ubriachezza, rilevato dall’etilometro.
«Controlleremo a tappeto tutti i locali - ha ribadito il questore Lapi - senza perseguitare nessuno: e il monito ai gestori è quello di attenersi alle leggi, senza poi scaricare le colpi verso altri. Quanto ai frequentatori, trovo giuste le rivendicazioni dei residenti che si sentono assediati da auto parcheggiate senza criterio: basterebbe sapersi limitare nei comportamenti».
G.D’A


IL GAZZETTINO

Nasce la sezione locale dell’associazione 
Papillon, enogastronomia per fare aggregazione (*)
Marostica
È nata nel comprensorio Marostica Bassano la sezione del club Papillon, l’associazione culturale enogastronomica sorta ufficialmente nel 1992 che conta già 50 sedi in Italia. L’inaugurazione è avvenuta sabato alla Tavernetta di via Roma 26 a Marostica durante la quale il giornalista Paolo Massobrio, milanese di origine monferrine, ha presentato la sua ultima pubblicazione dal titolo Adesso: 366 giorni da vivere con gusto. Massobrio, che da 20 anni si occupa di economia enogastronomica, ha spiegato agli ospiti del vernissage lo scopo di Papillon. Papillon vuole dare importanza al gusto, elemento importante in ogni dieta ha detto come pure allo stare a tavola, insieme, perché momento fondamentale di aggregazione. Nell’ americanizzazione propugnata dalla tv viene fatta fuori l’importanza del pasto a tavola, si mangia da soli a qualsiasi ora, viene sorpassato il momento dello stare insieme. Papillon propone un riscoprire dei sapori tradizionali con programmi che si rivolgono a tutti per diffondere e riscoprire le tradizioni enologiche, agricole e culinarie italiane. Tra le iniziative del club, anche le cosiddette Giornate di resistenza umana, percorsi che propongono una giornata di attenzione alle produzioni che resistono alla massificazione e rimangono di qualità. L’ultimo lavoro del giornalista è una raccolta di consigli e pillole di saggezza per la bellezza in famiglia, che raccontano come cucinare, come coltivare un fiore, come organizzare una festa; tre piccoli suggerimenti per ogni giorno dell’anno. Del vostro territorio apprezzo soprattutto la conformazione fisica dei paesi, piccoli, con la piazza, le viuzze, adatti a favorire l’incontro tra le persone ha aggiunto Massorbio parlando del Bassanese ma puree le specialità culinarie di qualità, tra cui prediligo il baccalà alla vicentina con un buon vino rosso. Per informazioni www.clubpapillon.it.
Arianna Zen
(*) Nota: l’aggregazione enogastronomia a volte finisce in rissa. Anche manifestazioni con una impronta fortemente culturale, con inviti alla moderazione, alla tradizione, richiami al territorio, ecc., provocano, a volte, dei “danni collaterali”. Il mondo dell’enogastronomia gode però di una buona stampa. In molti casi, si assiste ad una vera e propria censura. Eventuali disordini non vengono messi in relazione all’evento enogastronomico, oppure gli ubriachi vengono considerati estranei al mondo del vino, oppure non se ne parla proprio.


L’ARENA

SICUREZZA STRADALE. I carabinieri sabato notte hanno controllato 500 automobilisti
Ubriachi, l’Arma ritira 32 patenti
Il prefetto Fortunati: «Difficile far cambiare la mentalità alla gente, ma i controlli continueranno e saranno intensificati» L’orario più a rischio è compreso tra le due e le quattro del mattino
Continuano ad essere allarmanti i risultati dei controlli sugli automobilisti ubriachi al volante. Su 500 persone controllate sabato notte, quelle risultate positive sono state 32. Una percentuale troppo alta come ammette lo stesso maggiore dei carabinieri Antonio Sergi, della compagnia di Peschiera, i cui uomini sono stati in strada fino alle sei del mattino di domenica
Tra le patenti ritirate ce ne sono anche due che appartenevano ad automobilisti che sono stati trovati in possesso di droga e sotto l’effetto di stupefacenti. L’orario che incide è quello che sta a cavallo tra le due e le quattro del mattino e l’età è orientata soprattutto oltre i 32 anni. I tassi alcolemici vanno da oltre l’uno a più del doppio consentito per più del cinquanta per cento dei positivi. La dozzina di pattuglie impegnate sul territorio in una sola notte ha battuto la strada regionale 11 da San Bonifacio a Bussolengo, fino a Villafranca.
Otto le patenti ritirate nel sanbonifacese, le altre tutte tra Verona e Bussolengo.
«Il numero delle patenti ritirate resta ancora troppo alto», ha detto il maggiore Sergi, «credo che ancora molti automobilisti non sappiano quanto sono state inasprite le pene. Del giro di vite i media s’erano occupati un paio di giorni, ma forse non tutti hanno capito che andando in giro ubriachi rischiano di restare senza patente anche per un anno», ha detto l’ufficiale dell’Arma ricordando che le pene variano. Fino a 0.50 microgrammi di alcol nel sangue la patente resta sospesa da sei mesi a un anno. Oltre, e sabato notte, sono stati il 50 per cento gli automobilisti con tassi alcolici superiori, la patente resta sospesa anche un anno. Questo significa rischiare di perdere anche il lavoro perché sono molte le persone che con l’automobile non soltanto si recano al lavoro, ma ci lavorano proprio. Alla sospensione si accompagna la multa e si tratta di cifre consistenti. «I nostri servizi, disposti dal comando provinciale in accordo con la prefettura continueranno», ha concluso il maggiore Sergi, «soprattutto perché crediamo nella prevenzione. E puntiamo a evitare che accadano incidenti stradali, anche con esisti permanenti o addirittura fatali».
Il prefetto Italia Fortunati ha sottolineato che pur sapendo che non è facile cambiare la mentalità delle persone, i controlli continueranno e si amplieranno per verificare che non vi siano persone drogate alla guida grazie alla collaborazione con tutte le forze dell’ordine e delle nuove dotazioni che permettono di fare verifiche in strada. A.V.


IL GAZZETTINO (Venezia)

WEEKEND DI CONTROLLI 
I carabinieri presidiano il territorio e il popolo della notte: nove patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza e quattro arresti
(m.a.) Quattro arresti e nove denunce per guida in stato di ebbrezza: questo il bilancio dei controlli effettuati in città dai carabinieri nel fine settimana. Monitoraggio della circolazione stradale mirato in particolare alla prevenzione delle cosiddette "stragi del sabato sera" e repressione dei reati contro il patrimonio, gli obiettivi perseguiti dai militari in servizio di pattugliamento sul territorio. Sono tutti fra i 37 e 25 anni gli automobilisti che si sono visti ritirare la patente per essere stati sorpresi al volante con un tasso alcolico superiore alla soglia dello 0,50 g/l previsto dalla legge: per alcuni l’alcolimetro ha segnato addirittura percentuali quattro volte più alte del consentito, fra 1,95 e 2,01. Sono stati intercettati sulla rotonda dell’Auchan o sulle rampe d’accesso alla tangenziale o sulle strade che comunque conducono fuori Mestre, quasi sempre in prossimità di locali gettonati dal popolo della notte. Per loro, lo stesso iter: dopo la contestazione e il ritiro della patente, il rilascio di un permesso di guida limitato al percorso di rientro a casa. Manette ai polsi invece due italiani, un senegalese e un rumeno. I primi due bloccati nei pressi del Panorama a Marghera: M.M. e L.M coetanei di 38 anni erano stati sorpresi all’interno del centro commerciale dopo che avevano rubato generi alimentari per un conto di 400 euro. Riusciti a oltrepassare le casse indenni e con la spesa gratis pensavano, sbagliando, di averla fatta franca. L’africano invece è stato tradito dal nervosismo alla vista delle divise degli uomini del Nucleo operativo radiomobile: portato in caserma per l’identificazione è risultato pendere sul suo capo l’esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Venezia in quanto lo scorso settembre era finito nei guai per resistenza a pubblico ufficiale. Ha diciannove anni, infine, il rumeno che ha tentato di rinnovarsi il guardaroba sgraffignando un giubbotto da 250 euro nel negozio "Zanchetta" di Marcon.


IL TIRRENO

Ubriaco prende i vicini a bottigliate
Lo hanno portato in caserma e poi ha ricominciato in un bar E’ successo a Cambiano. Il protagonista è un trentenne che più volte ha provocato disagi nella strada dove abita. Chiesto l’intervento del Comune 
CASTELFIORENTINO. Ha scaraventato una decina di bottiglie di vetro contro i vicini di casa. Poi, dopo essere stato portato in caserma, è tornato alla casa del popolo del paese e ha dato in escandescenze contro il titolare e alcuni clienti. È successo a Cambiano, in via Niccoli. Un senegalese sulla trentina, che aveva alzato troppo il gomito, dal secondo piano della sua abitazione ha avuto una discussione con una ragazza, che con il passare dei minuti ha coinvolto altri vicini.
Non è la prima volta che si verificava una situazione del genere, ma pochi giorni fa l’extracomunitario ha davvero esagerato: dal terrazzo della sua abitazione in affitto ha iniziato a lanciare recipienti di vetro. Circa una decina. E solo per miracolo nessuno si è ferito. Sono stati chiamati i carabinieri che hanno portato l’uomo - sposato e con un figlio di otto mesi - alla stazione. Una volta rientrato a Cambiano, il senegalese è entrato nel circolo della frazione.
Ha chiesto da bere. Il banconiere si è reso conto che l’uomo aveva già bevuto troppo e lo ha invitato a smettere, a farla finita. L’africano è andato su tutte le furie ed è stato necessario chiamare nuovamente i carabinieri. Alcune auto davanti alla casa del popolo sono state trovate con le gomme tagliate ma non ci sono prove che sia stato il senegalese.
Non è la prima volta che il giovane extracomunitario perde la testa e si scaglia contro i vicini. «Non ne possiamo più - dice il proprietario della casa dove abita la famiglia dell’uomo - e chiediamo che il Comune si muova per occuparsi di questo ragazzo e della sua famiglia. È da mesi che non mi paga l’affitto, ma sono pronto a non chiedergli i soldi arretrati a patto che lasci libero l’appartamento. E lasci in pace chi abita in questa zona». Dunque, proprietario e residenti lanciano un appello all’amministrazione comunale. «Noi abbiamo cercato di aiutarlo - dicono - ma ora tocca al sindaco fare qualcosa e dargli una nuova sistemazione. Non vorremmo intraprendere azioni legali contro lui e la sua famiglia».
Mario Moscadelli


IL GIORNALE DI VICENZA

SCATENATO: IN CELLA
PRENDE A CALCI UN’AUTO E REAGISCE AI POLIZIOTTI
L’ivoriano Fulbert Kouakou Kouadio, 32 anni, clandestino, è stato arrestato dalle volanti. Domenica alle 14.40, ubriaco, aveva preso a calci una Seat Ibiza in sosta in corso S. Felice. Il proprietario ha chiamato il 113 e Kouadio ha reagito con violenza anche ai poliziotti. Da giorni l’africano è scatenato.
(…)


CORRIERE ADRIATICO

Era stato incaricato di andare a riempire i recipienti del carburante necessario per i mezzi da lavoro Ora dovrà rispondere al magistrato di guida in stato d’ebbrezza e senza patente Sorpreso dalle forze dell’ordine due volte in 24 ore. E’ stato denunciato
Ubriaco con l’auto carica di benzina
ASCOLI - Presso la Procura della Repubblica del tribunale di Ascoli è stata presentata dalla Polizia Stradale una denuncia nei confronti di un uomo originario della provincia di Perugia, ma attualmente residente, per motivi di lavoro, a Valle Castellana.
Dovrà rispondere al magistrato di guida in stato d’ebbrezza e successivamente, dopo che gli era stata sospesa la patente, per guida sprovvisto di patente. Due fatti che sono collegati fra loro, ma che sono avvenuti a distanza di 24 ore circa l’uno dall’altro.
Sabato pomeriggio una pattuglia della Polstrada di Ascoli stava effettuando un servizio di controllo lungo la Salaria Superiore.
All’altezza del bivio per la frazione Ponte d’Arli gli agenti hanno fermato una Renault Tingo alla guida della quale si trovava un uomo di 45 anni, A. B.. Nell’abitacolo del mezzo c’erano alcune taniche piene di benzina e di diesel. A. B. lavora presso un’impresa di costruzioni di Ascoli ed era stato incaricato di andare a riempire i recipienti del carburante necessario per i mezzi di lavoro.
La legge prevede che se ne possa trasportare 330 litri, quanti ne erano contenuti nelle varie taniche.
Il comportamento e le risposte che l’operaio stava fornendo, però, ha insospettito gli agenti che lo hanno sottoposto al test alcolimetro che ha confermato i sospetti: era superiore al limite imposto dalla legge.
Guidare in stato di ebbrezza con tanto carburante nell’abitacolo era stata una grave imprudenza. Soprattutto pensando che nel caso d’incidente il liquido avrebbe potuto prendere fuoco e causare danni inimmaginabili alle persone. In applicazione della legge 186, ad A.B. è stata ritirata la patente di guida e, siccome non era in condizione di poter guidare, l’auto gli è stata sequestrata ed affidata in custodia ad un’officina convenzionata.
Domenica mattina un conoscente che era stato incaricato dall’operaio si è presentato in caserma per ritirare il mezzo. Gli è stata quindi consegnata l’autorizzazione per riprenderla.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, poi, il secondo episodio. Una pattuglia della Polstrada in servizio nella zona di Acquasanta ha fermato lungo la Salaria Superiore, all’altezza della frazione di Santa Maria, una Renault Tingo alla guida della quale si trovava A. B. il quale era privo della patente di guida in quanto gli era stata ritirata il giorno precedente.
Per l’uomo ora la situazione si è messa piuttosto maluccio. Oltre ad una pesantissima sanzione pecuniaria, gli verrà ritirata per un lungo periodo, almeno un anno, il documento per guidare con la relativa confisca dell’auto su cui viaggiava. E’ stato altresì sottoposto al test dell’alcol nel sangue di cui non si conosce ancora l’esito.
SANDRO CONTI


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da ABRUZZOREPORT)

Guida in stato d’ebbrezza: 6 mesi

Un uomo di 30 anni residente a Pescara, ma originario di Foggia, e’ stato arrestato dalla Guardia di Finanza mentre scorazzava per le vie el centro cittadino completamente ubriaco. Le fiamme gialle stavano effettuando die controlli di routine all’incrocio tra via Venezia e corso Vittorio Emanuele quando si e’ materializzata la audi guidata dal giovane in stato di ebbrezza. Bloccato e identificato l’uomo e’ stato sottoposto alla prova dell’etilometro risultando il tasso alcolemico di gran lunga superiore al consentito. L’uomo e’ stato ammanettato con le accuse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e staqto di ebbrezza, la sua auto posta sotto sequestro. Con questo intervento la Guardia di Finanza di Pescara ricorda che ’chi guida in stato di ebbrezza rischia l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda fino a 6 mila euro nonche’ la sospensione della patente da uno a due anni, con una detrazione di 10 punti sulla patente’.


IL TIRRENO

TIRRENIA- SCAZZOTTATA DI NOTTE DAVANTI AL “PEPILA”. INTERVENTO DEI CARABINIERI
BUTTAFUORI E CLIENTE UBRIACO FINISCONO ALL’OSPEDALE
E’ DI DUE feriti, per fortuna in modo non grave, il bilancio di una scazzotata avvenuta intorno alle 3 della notte tra sabato e domenica tra due persone davanti la discoteca “Pepila” di Tirrenia. Al pronto soccorso dell’ospedale di Livorno sono stati medicati e subito dimessi i due contendenti: un buttafuori del locale notturno e una persona che, seppur visibilmente in stato di ebbrezza alcolica, pretendeva di entrare all’interno della nota discoteca tirreniese. Si tratta di due pisani, rispettivamente, il ventisettenne S.D.V., che se la caverà in otto giorni, e il trentottenne F.P., giudicato guaribile in una decina di giorni. Sul posto sono intervenuti i militari di autopattuglia del nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri.


IL TEMPO

Castelbottaccio
Direttissima e multa per un ubriaco
CAMPOBASSO 20/11/2007 - 3800 euro di multa e remissione in libertà. Questa la decisione presa ieri dai giudici di Campobasso nei confronti di M.G., 30enne pregiudicato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. I fatti lo scorso sabato sera a Castelbottaccio quando i Carabinieri della Stazione di Lucito e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Larino lo hanno tratto in arresto.Home Molise
Il 30enne uscito da un bar in evidente stato di ebbrezza, aveva infatti infastidito alcuni cittadini e poi i militari intervenuti per sedarlo.


IL GAZZETTINO

BASE DI AVIANO 
Il generale impone il coprifuoco dall’una alle 4.30 di notte contro la guida in stato di ebbrezza
Pordenone
NOSTRO SERVIZIO
Alla Base Usaf di Aviano è scattato il coprifuoco. Il provvedimento non è dovuto al conflitto in corso in Medio Oriente, né alla segnalazione di eventuali attentati terroristici, bensì si tratta dell’ultima (estrema) contromisura mirante a contenere la piaga degli incidenti stradali causati da guida in stato di ebbrezza, circostanza di cui si rendono ciclicamente protagonisti avieri dell’Air Force di stanza all’aeroporto "Pagliano e Gori" di Aviano. Per questa ragione il comandante statunitense, generale Craig Franklin, ha deciso di istituire il coprifuoco (a tempo indeterminato) da applicarsi a tutti i coscritti del 31esimo Fighter Wing.
Tutti gli "airmen" di ogni ordine e grado devono rimanere confinati a casa (se abitano fuori dalla base) o in dormitorio (all’interno del recinto aeroportuale Usaf) a partire dall’una di notte e sino alle quattro e mezza del mattino.
«È mia responsabilità assicurare la salute, la sicurezza e il benessere del personale presente ad Aviano» giustifica il generale Franklin sulle pagine del periodico della Base, il Vigileer.
A essere esentati dal coprifuoco sono i "turnisti", ovvero il personale addetto alle emergenze, nonché coloro che in quegli orari effettuano arrivi/partenze o altrimenti autorizzati. Apposite ronde composte da ufficiali e sottufficiali vigilano a che l’ordinanza sia rispettata. Per gli avieri che venissero eventualmente colti a trasgredire il coprifuoco, si dichiara che il relativo comandante di squadrone comminerà le appropriate azioni disciplinari.
Un tempo, rimembra ancora qualche vecchio pordenonese, in città transitavano apposite jeep della Military Police a "spazzare" le strade da militi ubriachi.

La situazione attuale relativa alla guida in stato di ebbrezza degli americani di stanza nella base della Pedemontana non è poi così drammatica. Sono i correlati sinistri stradali (a volte col contorno di feriti e vittime) a renderla gravosa. (*) Secondo le statistiche ufficiali del 31.mo Fighter Wing, nei primi quattro mesi del 2006 si erano registrati 18 casi; ad aprile di quest’anno solo sette (il 61% in meno).
E nel 2007 è stato stabilito il "primato" di 68 giorni senza incidenti, anche se le autorità desiderano infrangere il record storico di 104.
Gli avieri che vanno più a "rischio" sono quelli sotto i 26 anni, negli orari tra mezzanotte e le due, nonché tra le 4 e le 6 del mattino. Ecco quindi come si spiega la scelta della fascia oraria adottata dall’attuale "coprifuoco" imposto ai militari americani.
Dario Furlan
(*) Nota: forse non ho capito bene. “La situazione attuale relativa alla guida in stato di ebbrezza degli americani di stanza nella base della Pedemontana non è poi così drammatica. Sono i correlati sinistri stradali (a volte col contorno di feriti e vittime) a renderla gravosa”. Come dire che il problema non è la guida in stato di ebbrezza, ma gli incidenti. Come se non ci fosse relazione tra essi. Quando lo sciatore principiante si lamenta che gli scarponi gli fanno male, il maestro di sci di solito se la cava rispondendo: “l’importante è che non ti facciano male i piedi”.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

MONTEGROTTO. INCIDENTE IN TANGENZIALE 
Vigile brillo, patente ritirata
Montegrotto
(Ri.Ba.) Per una volta tanto è stato lui ad essere multato invece che a multare. Anzi nel suo caso è stato anche necessario il ritiro della patente. Non ha dato proprio il buon esempio un vigile di Montegrotto che sabato sera si è schiantato contro il guard-rail di via Primo Maggio, a Padova. Una fatalità, una distrazione, si potrebbe pensare. Nulla di vero. Quando sul posto è arrivata un’ambulanza e un’auto dei suoi "colleghi" della polizia municipale patavina gli è stato praticato l’alcol-test. Più di due grammi di alcol per litro di sangue, il che, se si considera che il limite per legge è fissato a 0,5, non è proprio poco. L’uomo, 43 anni, dopo aver concluso il turno di lavoro, ancora in divisa, aveva ben pensato di concludere la giornata con un bicchiere tra amici prima di tornare a casa. Ma con tutta probabilità quel brindisi innocente si è trasformato in due, tre o quattro bicchieri in breve tempo. Così, annebbiato dai fumi dell’alcol, mentre stava percorrendo la tangenziale ha imboccato erroneamente una delle uscite laterali, andando a finire contro il guard-rail. Nessuna conseguenza dell’incidente. Se non il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. Ora l’amministrazione sampietrina potrebbe chiedere "il conto" per il danno d’immagine arrecato dal vigile. Certo, anche lui è un uomo come tutti, si potrebbe dire, ma viene da chiedersi cosa ne penserà la gente quando lo troverà per le strade, magari proprio intento a multare qualche automobilista indisciplinato per guida in stato di ebbrezza.


VIRGILIO NOTIZIE

Gb, consumo birra in crisi nei pub
A livello piu’ basso da 80 anni, vino prende piede
LONDRA, 20 NOV - Nei pub inglesi il consumo di birra e’ in crisi nera e le vendite sono attualmente al loro livello piu’ basso dagli anni Trenta. Il vino sta invece prendendo sempre piu’ piede. Lo rivela l’Associazione britannica dei pub, stando alla quale rispetto al 1979, anno in cui la popolarita’ della birra era ancora all’apice, il numero di ’pinte’ servite e’ sceso del 49%. Rispetto al vino, si calcola che nel 2010, in Gran Bretagna i consumi saranno superiori a quelli di Italia e Francia.


IL RESTO DEL CARLINO

In tre alla guida ubriachi Un quarto era drogato I giovani tornavano da discoteche: patenti ritirate

LA TRIBUNA DI TREVISO

alcol e ressa: amami e havana fuorilegge

LA NUOVA FERRARA

Giovani, è di moda lo sballo

GIORNALE DI VIMERCATE

Malmenati due tedeschi ubriachi

IL GIORNALE DI MERCATE

Neopatentato ubriaco: perde 40 punti