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Articoli 05/05/2005

Una giornata particolare con la polizia di New York

L’esperienza vissuta da un poliziotto italiano di pattuglia con i colleghi della Grande Mela
 

Una giornata particolare
con la polizia di New York

L’esperienza vissuta da un poliziotto italiano di pattuglia con i colleghi della Grande Mela

di Federico Maltoni *

Foto d’archivio con ancora le due Torri Gemelle

New York, New York...!!!
Non è per parafrasare la celebre canzone di Liza Minelli, ma è proprio il caso di dire New York, New York... Nei primi giorni dello scorso novembre, sono stato e New York in gita di piacere ed ho avuto modo di ammirare la grande metropoli, nella sua immensità e nella sua magnificenza. Mercoledì 3 novembre verso le 10.30 mi sono recato con la mia compagna Simona, al “POLICE ONE BUILDING” (così si chiama... altroché Questura, Commissariato o Distaccamento!!), a ridosso del ponte di Brooklyn e vicino al palazzo della Corte di Giustizia. Meravigliati dalla struttura e intimoriti dai severi controlli all’ingresso, ci siamo presentati al corpo di guardia, dove ho mostrato il tesserino di riconoscimento ed ho spiegato che ero un “collega” in visita di cortesia.
Immediatamente il sergente, responsabile del servizio, che indossava un’uniforme piena di medaglie, degna di un generale della vecchia “Armata Rossa”, ci ha accolti mettendoci a nostro agio, trattandoci come dei loro e come se ci fossimo conosciuti da sempre; gentilmente ci ha accompagnato (saltando tutti i posti di controllo) all’interno dell’edificio, dove ci ha presentato ai colleghi. Poi ci ha fatto da cicerone per una breve visita, imbarazzato dal fatto che per motivi di sicurezza, non poteva farci accedere al poligono di tiro interno e provare le loro armi ed in altre zone considerate a rischio. Cosa che prima dell’attentato alle “TWIN TAVAR” era possibile fare. Poiché avevo portato in regalo alcuni stemmi ed un “crest” della Stradale, il “collega” ci ha accompagnati allo spaccio interno dove abbiamo fatto scambio di regali. Io gli ho dato un “CENTAURO ALATO” e l’addetto dopo avere molto gradito (perché gli mancava alla collezione), mi ha dato in cambio uno stemma del N.Y.P.D., io gli ho dato uno stemma delle volanti ed in cambio mi ha dato un cappellino, e così via. Alla fine gli ho dato il “crest”; l’addetto ed il sergente non si sentivano di accettare, a loro dire un regalo così bello, perché non avevano nulla di equivalente da darci in cambio. Dopo qualche convenevole insistenza hanno accettato e ci hanno chiesto se in cambio avessimo gradito fare pattuglia con un equipaggio del N.Y.P.D..
Non potevamo certo rifiutare una simile occasione!!
Siamo quindi stati accompagnati in un ufficio enorme, dove abbiamo compilato un paio di moduli con le nostre generalità e dove abbiamo scelto dove fare “pattuglia”; fra le possibilità dei quartieri di Harlem, Bronx, Brooklyn ecc…, per ovvi motivi abbiamo scelto la zona di Manhatan sotto la giurisdizione del “Middle Tawn Police Quarter”, sulla 35 W Street.
Verso le 15,00 un po’ emozionati ed eccitati allo stesso tempo ci siamo presentati al corpo di guardia. Il responsabile, un altro sergente, sapendo del nostro arrivo ci ha accolto e ci ha detto di aspettare il cambio turno delle 15.30. Nell’attesa abbiamo reso omaggio ai 27 poliziotti eroi caduti nell’attentato del 11 settembre (molti dei quali di origine italo – americana), ricordati su di una intera parete all’ingresso, con tanto di foto e di bandiera a stelle e strisce piegata a triangolo. Diamo un occhiata alla struttura, ovviamente meno imponente del quartier generale, ma comunque in grado di garantire un servizio con 440 uomini (mica male).
Verso le 15.20 giunge un equipaggio con tre persone arrestate, che con pochi convenevoli, dopo una loro breve registrazione al corpo di guardia, vengono recluse nella prigione interna al comando. Alle ore 15.30, assieme e una sessantina di agenti assistiamo al breefing di inizio turno, tenuto dal “capo”, un uomo di colore, anch’egli con una divisa piena di medaglie, che si congeda dai propri uomini, dopo avere assegnato loro le consegne, esclamando “DIO BENEDICA L’AMERICA”.
Poco dopo il Sergente Kodish, un uomo sulla quarantina si presenta a noi e sempre con estrema gentilezza ci invita a salire in auto. Finalmente si parte!
Appena partiti il gregario apre il computer portatile, collegato con la centrale, dove è possibile fare accertamenti on-line.
Poi giungono via radio le prime chiamate di intervento… sulla 5^ una persona è entrata in un negozio con un arma alla cintura…, via si parte con una sequela incredibile di sirene con i rumori più strani e assordanti, mentre il gregario con il microfono (con altoparlante esterno all’auto) grida agli automobilisti di accostare a destra… Giungiamo sul posto, ma l’individuo aveva già fatto perdere le proprie tracce. Abbiamo quindi ripreso il giro di pattuglia e dopo poco giunge un’altra chiamata… in un negozio di dischi un ragazzo di colore si era impossessato di alcuni cd… e allora via di nuovo col carosello di sirene. Questa volta va meglio, il soggetto viene preso e portato dentro da un altro equipaggio.
Fra un intervento e l’altro trascorrono velocemente quattro ore, dove il collega ci ha raccontato molto sulla tipologia del servizio svolto, ed il trauma subito nel tragico e noto evento dal N.Y.P.D.
E anche se da allora sono cambiate per sempre alcune cose, è sempre il caso di dire New York New York…


* Assistente Capo della Polizia Stradale.

 

 

di Federico Maltoni

da "Il Centauro n. 94"
Giovedì, 05 Maggio 2005
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