Sabato 02 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Editoriali 22/11/2007

Chiusura dei Distaccamenti - Pubblichiamo la lettera inviata dall’Asaps al prefetto Luciano Rosini
Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato

15910

Forlì, 12 novembre 2007 








Gentile signor Prefetto,

mi permetto di esprimere tutto il mio sconcerto e il mio rammarico per il progetto - finalmente portato allo scoperto – della chiusura di una serie di Distaccamenti della Polizia Stradale e Posti Polfer.

Mi soffermo a parlare dei primi per ovvie ragioni. Dopo l’iniziale programma di chiusura di 43 reparti, la Direzione Centrale si sarebbe riposizionata su una più modesta cifra di 13 uffici predestinati alla soppressione.

Il mio rammarico è innanzi tutto scaturito dal metodo adottato e deriva dal fatto che l’Amministrazione, a qualsiasi livello, non ha sentito la necessità di informare preliminarmente anche l’Asaps di questa deludente decisione.

D’accordo che l’associazione non è un sindacato e quindi non ricade nell’obbligo di informazione riservato alle sigle che rappresentano il personale. Tuttavia non mi pare che viga neppure un divieto in tal senso. Rivendico all’Asaps questo diritto di “considerazione” se non altro per il fatto che pur nella sua veste di associazione culturale e professionale tesa in via prioritaria al perseguimento di una più elevata sicurezza stradale, il sodalizio è pur sempre un ente altamente esponenziale e ricettore di un larghissimo consenso nelle file della Specialità. Consenso - per altro ampiamente noto al Dipartimento - certificato da una adesione che sfiora il totale degli appartenenti alla Polizia Stradale. Rammarico che scaturisce, se non per altro, almeno per il tradizionale spirito altamente collaborativo che ha contraddistinto i rapporti fra l’Amministrazione ed Asaps nei suoi quasi 17 anni di vita.

Il mio sconcerto e quello di tanti, tantissimi, appartenenti alla Stradale e comuni cittadini, deriva dal fatto che la decisione presa dal Dipartimento non è assolutamente convincente e le spiego perché.

Innanzi tutto dalla sua intervista resa al portale di Repubblica emerge un quadro quasi idilliaco della situazione e della resa operativa dell’attività della Polstrada nel contrasto alla sinistrosità. Situazione che - mi permetta di dire - corrisponde veramente poco alla realtà che è fatta di invece di un forte decadimento della dotazione strutturale di mezzi e apparecchiature, che se è pervasiva di tutta la Polizia lo è ancor di più nella Specialità, notoriamente connotata da una forte esigenza di movimento e di strumentazioni di fine tecnologia. E’ poi considerevolmente calato lo spirito di appartenenza degli operatori col sagittario alato nello scudetto, oggi ormai sentito più come un dovere verso la società civile e verso la comunità. Infatti questo sentimento, espressione di una radicata tradizione, è ormai avvertito come lontano ed irrecuperabile. Gli uomini e le donne della Stradale sentono sulle spalle il fiato di un incerto futuro per un disinteresse sostanziale dell’Amministrazione, disinteresse - ma oserei dire quasi ostilità - che è nelle cose, nei fatti e nelle decisioni assunte e che io le ho puntualmente illustrato nel nostro incontro del 27 agosto scorso e che quindi lei conosce.

Mi ha impressionato in questa circostanza la vocazione di sottofondo, evidenziata nell’intervista e anche nelle affermazioni raccolte nei corridoi, tesa a correre al risparmio economico dettato dalla recente legge finanziaria. Quasi come se la chiusura di 13 Distaccamenti potesse apportare chissà quale significativa risorsa. Trovo strano che questa forte istanza al soccorso delle esauste casse dello Stato sia sentita in modo così impellente proprio nei confronti delle Specialità della Polizia di Stato fino a dettare la chiusura di uffici. Tutto questo mentre altri corpi di polizia e la stessa P.d.S. stanno attivando nuove direzioni, nuove centrali operative, nuovi riposizionamenti sul territorio.

Ma lo sconcerto più grande deriva dall’adozione di questo provvedimento partendo da una analisi che è a dir poco sconfortante per la sua scarsa capacità interpretativa del fenomeno sicurezza stradale. Ammesso ovviamente che questo aspetto interessi.

Andiamo con ordine.

Il provvedimento che si vuole adottare parla di chiusura di Distaccamenti nei centri dove ha già sede un Commissariato e non di accorpamento nella stessa sede. Un provvedimento che avrebbe potuto avere un senso.

A questo proposito vorrei fare l’esempio del Distaccamento di Viareggio, uno dei reparti indicati per la chiusura. Ci scrive un agente: «Il Distaccamento di Viareggio, è stato reso esangue e ridotto ad 8 persone, una sola delle quali effettua servizio di piantone con orario 08/14 mentre le restanti 7 a turno, comandante compreso, escono di pattuglia e svolgono attività burocratica. Questo, in un contesto come la Versilia che per la sua popolarità e quindi il grande flusso di persone necessita della presenza delle forze di polizia ed in particolare di Polizia Stradale nelle ore notturne, dove le strade sono un vero rodeo, ha portato ottimi risultati da parte degli 8 operatori che se potenziati potrebbero svolgere i loro compiti istituzionali con maggiore efficacia. Inoltre il Distaccamento è inserito nello stesso stabile del commissariato quindi alcun risparmio porterà la sua chiusura perché gli Uffici che attualmente occupa passeranno agli uomini del commissariato. Allora con quale criterio si chiude un reparto? Perché c’è una sottosezione autostradale le cui pattuglie non possono abbandonare il territorio di competenza? Perché c’è un Commissariato con volanti che non riescono nemmeno a coprire i loro interventi? Così si ammazza la sicurezza, altro che pacchetto. Una volta dicevano che eravamo il fiore all’occhiello, ora ci considerano un ramo secco.»

Mi associo alle osservazioni dell’agente e Le domando anche io: dove sarebbe il risparmio in questo caso? Si è andati a verificare quali sono i risultati dell’impegno di quegli 8 uomini in particolare nel contrasto alla guida in stato di ebbrezza? Sono risultati veramente significativi.

Partiamo da una premessa. Il Dipartimento crede veramente che i controlli per la sicurezza stradale sarebbero poi svolti dal personale dei Commissariati che già oggi non riescono a coprire il ventaglio di interventi istituzionali a loro richiesti?

Ma andiamo avanti con altri 2 esempi che dimostrano l’assoluta superficialità dei tecnici che hanno selezionato i reparti da chiudere sulla base della presenza sulla stessa città di un Commissariato.

Fra i 13 condannati alla chiusura ci sono anche Faenza, 56.000 abitanti, capitale dell’industria della ceramica in Italia e conosciuta nel mondo e Lugo, 35.000 abitanti, posizionata su un importante snodo di statali. Bene i due reparti sono gli unici della Sezione di Ravenna, città industriale con uno dei porti merci più importanti d’Italia. Una domanda: ma chi ha deciso la chiusura degli unici due Distaccamenti di quella provincia è a conoscenza del tasso di mortalità per incidenti stradali di quel territorio? I tecnici sanno che i due reparti sono allo snodo fra le statali delle province di Bologna – Forlì-Cesena e Ferrara, cioè nell’epicentro del tasso di sinistrosità del Paese? Inoltre il Dipartimento è a conoscenza che a Faenza è già stato predisposto dal comune un nuovo stabile che potrà contenere gli uffici del Commissariato e quelli della Polizia Stradale?

Un altro esempio. Si vuole chiudere il Distaccamento di Portoferraio, l’unico presidio di Polizia Stradale dell’Isola d’Elba, una delle più belle mete turistiche d’Italia con 8 comuni, 170 km di strade asfaltate e una densità di traffico estivo da paralisi. Chi effettuerà poi servizio di Polizia Stradale in quell’importante isola?

La risposta è semplice: nessuno perché non credo che si faranno traghettare le pattuglie da Livorno.

Faccio anche osservare che i Distaccamenti che si vogliono chiudere (sicuramente l’inizio di una lunga serie) sono tutti collocati lungo statali ed ex statali, vale a dire quelle strade che fanno segnare il più alto tasso di mortalità. Penso Le sia noto, signor Prefetto, che il tasso di mortalità medio è di 2,4 morti ogni 100 incidenti rilevati, 1,4 nelle strade urbane, 4,1 sulla rete autostradale mentre schizza a 6,3 incidenti mortali ogni 100 rilevati proprio sulle statali ex statali e provinciali.

Si è poi pensato alla circolazione dei veicoli pesanti? Al trasporto di merci pericolose? Non si crederà che sia facile sopperire alla qualificata funzione della Polizia Stradale? Oggi è già difficile per la Specialità svolgere al meglio l’attività della Stradale…

Mi si risponderà che il controllo della rete stradale dove insistevano i reparti in chiusura sarà esteso con l’intervento delle Sezioni e reparti vicini. Stia certo, gliel’ho già detto in agosto, che questo avverrà solo per qualche mese nella fase iniziale, poi le divise della Stradale spariranno per sempre da quelle strade. Le dissi anche, il 27 agosto, che la verifica di questa scommessa purtroppo l’avremmo dovuta fare con qualche suo successore.

Lei mi disse signor Prefetto che conosceva benissimo l’impegno e il duro sacrificio degli uomini e delle donne della Polizia Stradale, vedendoli sudati in estate in servizi di viabilità e rilievi e si dichiarò come il primo e più grande amico della Specialità, suscitando le mie perplessità - che Le espressi – per il fatto che mi consideravo, come presidente e uno dei fondatori dell’Asaps, almeno un valido concorrente al primato nella classifica dell’amicizia verso la Specialità. Oggi, di fronte a queste scelte, da Lei condivise, credo proprio di doverle dire che questo primato spetta di diritto se non a me, certamente all’Asaps.

Concludo signor Prefetto riservandomi di fornire, se ritenuto utile, copioso materiale di valutazione.

L’Asaps, Le è noto, si è opposta e, stia certo, si opporrà con tutte le sue energie a questo progetto di basso profilo e - così come pensato - di nessun pregio strategico per la sicurezza stradale e per la stessa Polizia Stradale. Fortunatamente la pensano come noi tanti operatori di polizia, larga parte dell’opinione pubblica e del mondo della politica.

Cordiali saluti.

 Giordano Biserni
Presidente Asaps

© asaps.it
Giovedì, 22 Novembre 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK