L’ARENA
CARLO BOSSI «Più della cocaina ci fa paura l’alcol» «Non c’è nulla di nuovo: il consumo di cannabis, cocaina e
di altri stupefacenti sul nostro territorio è sempre esistito. La grande novità
sta semmai nel fatto che, col passare degli anni, si è ampliato e si è
progressivamente abbassata l’età degli assuntori che già a 14-15 anni fumano
spinelli quando un tempo la prima trasgressione era costituita dalla
sigaretta». Così Carlo Bossi, direttore del Servizio dipendenze dell’Ulss 21
competente per 16 Comuni della Bassa, commenta il fenomeno riesploso in città a
margine delle recenti operazioni anti-droga condotte dai carabinieri. L’hashish è ancora
lo stupefacente più in voga tra i giovanissimi? In base ad una ricerca condotta dal nostro Servizio tra i
giovani dai 14 ai 34 anni è al secondo posto mentre al terzo c’è la cocaina. La prima droga è
rappresentata, invece, dall’alcol che spesso viene combinato con altre sostanze
psicoattive per ricercare lo sballo specie nei fine settimana. Il problema è
che questa forma di dipendenza rimane spesso sommersa e che gli alcolici non
vengono considerati una sostanza nociva quando invece due birre o un paio di
cocktail equivalgono ad uno spinello. Con l’effetto che i rischi si
moltiplicano ed emergono più avanti con l’età. Tant’è che negli
ultimi cinque anni gli alcoldipendenti in cura al Serd sono lievitati del 50
per cento con oltre 120 casi seguiti nel 2006. Le recenti indagini
hanno evidenziato anche un forte incremento della cocaina. I dati statistici lo
confermano? Certamente. Mentre negli ultimi otto anni gli assuntori di
cannabinoidi e di eroina seguiti nei nostri programmi di recupero sono rimasti
pressochè costanti - rispettivamente 27 e 205 casi trattati nei primi 10 mesi
di quest’anno contro i 35 e i 203 del 2000 - i cocainomani sono addirittura
quintuplicati: sono balzati, infatti, dagli 8 del 2000 ai 42 dello scorso
ottobre. Tra i
tossicodipendenti segnalati al Serd dalla Prefettura come assuntori abituali
qual è invece la droga più diffusa? In base alle 112 segnalazioni pervenute quest’anno alla
nostra struttura cannabinoidi e cocaina si equivalgono. Sono stati registrati,
infatti, 46 consumatori di cannabis, con un’età media di 26 anni, contro 44
cocainomani, di cui 38 maschi al di sopra dei 30 anni. Altri 19 fanno, invece,
uso di eroina e tre di ecstasi. Di questi sono una piccola percentuale si
rivolge a noi per iniziare un percorso di disintossicazione in quanto, in base
alle nuove leggi, presentarsi al Serd non è più obbligatorio. Quindi i
cannabinoidi non conoscono crisi? Quella da cannabinoidi resta una dipendenza rilevante che,
al pari dell’abuso di alcol, non va trascurata. Invitiamo, perciò, gli
assuntori a contattarci: la cannabis è una droga a tutti gli effetti, che
consumata a dosaggi elevati può produrre gravi danni.
L’ARENA
SICUREZZA. Il
prefetto Fortunati e il presidente della Provincia Mosele a confronto con un
gruppo di primi cittadini e con le forze dell’ordine Alcol e incidenti, si punta alla strategia degli orari I sindaci chiedono
al comitato per l’ordine pubblico che la chiusura di bar e discoteche di paesi
vicini avvenga alla stessa ora Non c’è alcun dato allarmante ma vogliamo avere
un presidio sul territorio
ITALIA FORTUNATI PREFETTO DI VERONA Camilla Madinelli Incontrare i sindaci e gli amministratori locali della
Provincia per fare il punto su sicurezza e ordine pubblico. Quali sono i
problemi più diffusi sul territorio provinciale, da verificare e risolvere grazie
alla collaborazione tra forze dell’ordine e amministratori? Per cominciare a
dare qualche risposta a questa domanda generale e anche ad altre questioni più
specifiche da individuare insieme, il prefetto Italia Fortunati in accordo con
il presidente della Provincia Elio Mosele ha indetto ieri pomeriggio il primo
degli incontri tra Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e
sindaci della provincia (gli altri sono previsti il 23 e 27 novembre). Al tavolo del prefetto gli amministratori dei primi dieci
comuni scelti per omogeneità demografica e tematica: i primi cittadini di
Negrar Alberto Mion, di Sant’Ambrogio Nereo Destri, di Grezzana Mauro
Bellamoli, di San Giovanni Lupatoto Fabrizio Zerman e di San Martino Buon
Albergo Valerio Avesani, e assessori di Caprino, Lavagno, San Bonifacio, San
Giovanni Ilarione e San Pietro in Cariano. «Non è emergenza e non c’è nessun dato allarmante», ha
tranquillizzato il prefetto Fortunati. «L’incontro fa parte del lavoro di
routine che svolgiamo ogni giorno per avere un presidio sul territorio il più
possibile mirato. Si tratta di avere un proficuo scambio d’informazioni con chi
il territorio lo governa alla base e conosce da vicino le problematiche che
vanno affrontate e risolte, in un ottica di prevenzione e contrasto dei diversi
fenomeni criminali». Ma la novità c’è. Per la prima volta, infatti, sindaci e
amministratori si sono ritrovati in gruppo e non singolarmente in Prefettura
per focalizzare insieme il presente e decidere in accordo le strategie da
attuare per il futuro sotto molteplici punti di vista. Un aspetto di
collegialità e confronto che è stato molto apprezzato dagli amministratori
locali, che si sono detti soddisfatti del primo incontro unitario sul tema
sicurezza e ordine pubblico. Tra le questioni più concrete su cui hanno discusso
Comitato e comuni c’è quella dell’auspicabile coordinamento degli orari di
chiusura dei locali notturni in aree limitrofe. Una esigenza molto sentita
dagli amministratori e messa sul tavolo subito, come rivela il sindaco di
Negrar Mion, «per evitare lo spostamento dei giovani alla ricerca di luoghi
d’incontro ancora aperti, prevenire l’abuso di alcolici e conseguenti incidenti
stradali». Per quanto riguarda Negrar, il primo cittadino ha
ricordato le ultime iniziative prese in fatto di sicurezza, come
l’installazione di una decina di telecamere in vari punti. E la necessità di
tenere conto di un senso di insicurezza dilagante tra la popolazione, anche se
la situazione non è così preoccupante. «Bisogna evitare differenze tra comuni e prendere
decisioni che si rafforzino a vicenda», ha affermato il presidente della
Provincia Elio Mosele. «Comunque, il quadro generale che è emerso da questo
incontro con i primi comuni scelti è che la situazione, pur nelle diverse realtà,
non è così grave. Va però tenuta monitorata costantemente e in stretto contatto
con le realtà locali».
IL GAZZETTINO (Rovigo)
ACAT E SERT Secondo incontro per promuovere la lotta all’abuso di
alcol (e.g.) Questa sera alle 20.30, alla cooperativa Delta
Padano a Scardovari, si terrà il secondo dei tre incontri organizzati dal
Comune e dal Sert per parlare e mettere in atto iniziative contro l’abuso di
alcolici. «Con questa iniziativa - spiega l’assessore Vilfrido Gilberto Siviero
- vogliamo dare gli strumenti per comprendere e affrontare un fenomeno che non
riguarda solo i giovani, ma tocca un po’ tutta la società». Al primo incontro
hanno partecipato le associazioni Solidarietà Delta, Luce sul mare e Avsi,
delle cooperative pescatori Delta Padano e Po, della società sportiva
Scardovari, del Comitato fiera, catechiste e insegnanti, questa sera e lunedì
26 tutti potranno partecipare. Relatori i dottori Andrea Finessi e Caterina
Forza (Sert) e Guglielmo Marangoni (Acat).
IL GAZZETTINO
Che cosa succede se un automobilista ... Che cosa succede se un automobilista si oppone
all’alcoltest? L’incidenza è bassa, non arriva al 5 per cento, eppure gli
agenti della Polstrada qualche volta si trovano a redigere verbali per coloro
che rifiutano di sottoporsi all’etilometro. Non ci sono conseguenze penali.
Scatta invece una sanzione di 2500 euro e il fermo amministrativo del veicolo
nel caso sia di proprietà della persona controllata. Se il conducente non vuole
"soffiare" dopo un incidente stradale, la sanzione sale a 3000 euro,
con la pena accessoria del ritiro della patente per sei mesi e il fermo
dell’auto (sempre se è di proprietà). Può anche capitare che i poliziotti procedano con la
segnalazione all’autorità giudiziaria. Questo avviene quando il soggetto è in
evidente stato d’ebbrezza e presenta determinati sintomi: non si regge in
piedi, ha l’alito che sa di alcol, farfuglia, risulta alterato. E se
l’automobilista è da solo, non ha nessuno che possa guidare al suo posto e
magari comincia a diventare aggressivo? Sono quelle situazioni in cui il
poliziotto, per tutelare l’incolumità altrui, deve valutare se procedere con il
sequestro preventivo della vettura, in modo tale da prevenire eventuali
incidenti stradali.
CORRIERE ADRIATICO
Una vasta operazione dei carabinieri di Novafeltria Caccia agli automobilisti ubriachi Una raffica di multe e
denunce NOVAFELTRIA - I carabinieri della Compagnia di Novafeltria
sono stati recentemente impegnati in un servizio di controllo della
circolazione stradale finalizzato a contrastare il fenomeno delle “stragi del
sabato sera”: una persona denunciata, una multata per ubriachezza, 7 oggetto di
contravvenzione al Codice della strada, 21 punti decurtati sulla patente. Questo è il risultato dei servizi svolti nel 3° weekend di
novembre dai militari nelle tre valli del Marecchia, Foglia e Conca. In questa
vasta operazione sono state impegnate le stazioni carabinieri ed il Nucleo
operativo e Radiomobile della Compagnia. Nel corso dei controlli i militari
hanno denunciato a piede libero A.L., un 23enne di San Leo, sorpreso a
Novafeltria alla guida della propria autovettura Renault Clio in stato di
ebbrezza alcolica, riscontrata dai militari del Radiomobile mediante l’utilizzo
dell’apparato etilometrico (tasso alcolico pari a 2,07 g/l). La patente di
guida, ovviamente, gli è stata ritirata. E’ stato poi sanzionato
amministrativamente S.M., 24enne di Bagno di Romagna perchè nei pressi di un
bar di Sant’Agata Feltria è stato sorpreso in evidente stato di ubriachezza dai
militari della locale stazione dei carabinieri; inoltre sono state come detto
elevate 7 contravvenzioni al codice della strada con il ritiro di 1 patente e 2
carte di circolazione. Nel corso del servizio effettuato, i carabinieri della
Compagnia di Novafeltria hanno controllato 250 mezzi e 300 persone. Il servizio
sarà presto replicato.
IL SECOLO XIX
Bimbo accoltellato dal padre ubriaco l’uomo è già tornato
in libertà Ferito per difendere
la mamma aggredita dal marito dopo l’ennesima scenata di gelosia Albenga. «Tua moglie fa la prostituta». Lui torna a casa
ubriaco, aggredisce la consorte e a farne le spese è il figlioletto di dieci
anni che nel tentativo di difendere la madre dalla furia del padre rimedia una
coltellata a una mano. La drammatica vicenda, conclusasi con l’arresto del
marito violento, è avvenuta tra domenica e lunedì in via dell’Agricoltura, una
delle zone della città dove è più numerosa la presenza extracomunitaria, spesso
con condizioni di vita estremamente precarie. Qualche tempo fa Mohammed el Ajiouri aveva ricevuto una
telefonata anonima, che accusava la moglie trentottenne di esercitare la più
antica professione del mondo. La telefonata, secondo alcuni vicini e
conoscenti, ascoltati dai carabinieri, aveva risvegliato la gelosia dell’uomo che
da allora avrebbe avuto più volte comportamenti aggressivi nei confronti della
moglie. Lunedì sera Mohammed el Ajiouri deve avere alzato il gomito più del
solito, ed è arrivato a casa attorno alla mezzanotte in preda a un
inarrestabile furore. Una violenta litigata con la moglie ha indotto qualche
vicino ad avvisare i carabinieri che si sono precipitati sul posto riuscendo a
placare, almeno per il momento, le ire dell’extracomunitario. Tutto sembrava
rientrato nei binari di una normale vita domestica, anche se magari con qualche
incomprensione. Nel pomeriggio di martedì, però, la situazione è precipitata. I
due coniugi hanno ricominciato a litigare furiosamente davanti ai figli di 13 e
10 anni. Verso l’ora di cena la lite è degenerata, l’uomo ha cominciato a
spintonare la moglie, mentre la donna si è accorta che il marito nascondeva un
coltello da cucina ed ha tentato di disarmarlo e tranquillizzarlo. La cosa,
però, anziché indurre l’uomo a miti consigli lo ha irritato ancor più,
scatenando una violenta colluttazione. I due figlioletti, vedendo la madre in
pericolo, hanno tentato di mettersi in mezzo per difenderla. Il minore ha
ricevuto un fendente, probabilmente involontario, a una mano. Una ferita che i
medici del pronto soccorso hanno medicato e giudicato guaribile in tre
settimane. Fortunatamente il coltello è sfuggito di mano all’uomo ed è finito a
terra. La più svelta ad impossessarsene è stata la figlia maggiore, che poi ha
cercato rifugio in casa dei vicini, seguita dalla madre e dal fratellino ferito.
La prontezza di riflessi della ragazzina ha probabilmente evitato che la
vicenda assumesse contorni più drammatici e permesso alla madre di uscire
illesa dalla lite con il marito. Ovviamente nel frattempo qualcuno ha avvertito i
carabinieri e sul posto si è presentata una pattuglia della stazione di
Ceriale, che ha sorpreso l’uomo mentre bussava violentemente contro le porte
dei vicini, danneggiandone alcune, nel tentativo di raggiungere la moglie.
L’arrivo dei militari non è stato sufficiente a tranquillizzare l’uomo, che
anzi ha strattonato i carabinieri nel tentativo di fuggire e ha continuato a
inveire contro la moglie, minacciandola ripetutamente di morte. A quel punto per lui sono scattate le manette, con
l’accusa di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo l’arresto
l’uomo ha accusato un malore, causato da problemi di pressione uniti
probabilmente all’eccesso di alcol, ed è stato ricoverato all’ospedale di
Albenga dove è rimasto per alcune ore piantonato dai carabinieri. Ieri mattina Mohammed el Ajiouri è comparso davanti ai
giudici, assistito dal legale Giuseppe Maiello. I giudici hanno convalidato
l’arresto e disposto la scarcerazione dell’uomo in considerazione dell’assenza
di precedenti penali. Così l’uomo ha fatto ritorno a casa in attesa del processo
(il suo legale ha chiesto i termini a difesa, rifiutando quindi il rito
abbreviato). A quanto pare la moglie sarebbe intenzionata a perdonare le
intemperanze del marito, anche se probabilmente adesso i vicini di casa
resteranno con le orecchie dritte e le forze dell’ordine circoleranno con più
frequenza nella zona per verificare che non ci siano ulteriori sviluppi
negativi per la famiglia. Luca Rebagliati
IL GAZZETTINO (Belluno)
VALLADA Ha
patteggiato il camionista russo che un anno fa, ubriaco, uccise un’anziana
ferendo figlia e nipote Distrusse una famiglia: 20 mesi L’uomo era accusato
di omicidio e lesioni colpose. Ora scatta la causa per il risarcimento Vallada (si.p.) Ha patteggiato un anno e otto mesi di
reclusione per omicidio e lesioni colposi e guida in stato di ebbrezza il
camionista russo che, nel pomeriggio del 6 novembre 2006, travolse una famiglia
agordina uccidendo una anziana e causando gravissime ferite alla figlia e al
suo bambino. L’iter penale di questa drammatica vicenda si è concluso ieri
davanti al giudice per le indagini preliminari Federico Montalto, che ha
sospeso la patente all’uomo per un anno. Un documento peraltro non ancora
ritirato dal camionista russo. Il giudice ha anche liquidato le spese di
costituzione in parte civile per i familiari che però dovranno ora affrontare
una lunga battaglia civilistica per ottenere il giusto risarcimento ai danni
subiti. Un danno non ancora quantificato ma che si preannuncia a dir poco
milionario. In quel drammatico pomeriggio di un anno fa infatti, il camion
condotto da Alexander Annenkov, 45 anni, russo di Volgograd, difeso
dall’avvocato pordenonese Giorgio Baldasso, sbandò al Casonetto di Feltre,
travolgendo la Peugeot 107 condotta da Tiziana Lorenzi, consigliere comunale a
Vallada da due mandati, e con a bordo il figlioletto Emilio e la madre Flora
Manfroi. Quest’ultima, che aveva 81 anni, morì sul colpo. La figlia, oggi
49enne, ha subito l’amputazione della gamba destra. Anche il piccolo, 10 anni,
fu ricoverato a lungo in rianimazione. La donna, con il marito Riccardo De Dea,
titolare del ristorante Val Biois, e con la sorella, si è costituita parte
civile appoggiandosi all’avvocato Stefano Bettiol. Per ottenere il
risarcimento, a meno di un accordo con l’assicurazione, sarà necessaria una
causa civile. L’ente preposto non ha però ancora nominato l’agenzia italiana
che dovrà intermediare con quella da cui risulta coperto il camion, National
Bureau of Bulgarian. (*) (*) Nota: al danno subito, alle vittime della strada, si
aggiunge spesso la beffa di una giustizia che non tutela a sufficienza i
soggetti deboli, o non lo fa in tempi adeguati. È già difficile accettare delle
condanne irrilevanti, ancora più difficile lo è tollerare la sostanziale
impossibilità che alle vittime venga riconosciuta l’indennità del danno subito.
IL TIRRENO
Due ragazzi morirono sulla Senese L’uomo al volante aveva
bevuto GROSSETO. Mentre la politica si azzuffa sulle colpe dei
ritardi per l’ammodernamento della Grosseto-Siena, sulla Grosseto-Siena si
continua a morire. E nei tribunali continua la mesta processione di fascicoli
aperti sulle tragedie della statale 223. Storie sempre dolorose, a volte
terribili. Terribili come quella di Eduart Pepkolaj e Vladimir Ndou, morti il
29 giugno del 2006 sull’asfalto della Senese, in località Cerreta, a Civitella. Vladimir aveva 23
anni, Eduart 21: due ragazzi albanesi giunti in Italia in cerca di fortuna.
Stavano a Poggi del Sasso (Cinigiano), dove lavoravano come operai, dall’alba
alla sera, infaticabili e bene inseriti nella piccola comunità. Quella notte
erano a bordo di un’Audi 80, di ritorno da una cena a Siena. Superato il bivio
di Civitella l’auto sbandò nell’affrontare una curva. L’auto si schiantò contro
il guard rail dalla parte opposta della carreggiata, chiudendo in una trappola
senza scampo i due giovani: uno morì sul colpo, l’altro subito dopo il
trasporto al Misericordia. L’unico sopravvissuto è Gezim Ndou, oggi 37enne,
residente a Manciano, fratello maggiore di Vladimir. Gezim era al volante
dell’Audi, quella notte. E tragedia nella tragedia, è lui a dover rispondere in
Tribunale della morte del fratello e di Eduart Pepkolaj. Gezim, accertarono le
analisi, si era messo al volante dopo aver bevuto troppo. E l’incidente fu
causato dalla velocità eccessiva, circa 95 chilometri l’ora, con la quale
affrontò quella curva maledetta. Accusato
di duplice omicidio colposo, l’uomo ha chiesto al giudice dell’udienza
preliminare, dottor Molino, il patteggiamento della pena: un anno otto mesi di
reclusione, pena sospesa.
LA PADANIA
Bologna, romeni ubriachi picchiano agenti. Arrestati Non solo si sono rifiutati di sottoporsi ai controlli, ma
hanno anche minacciato e colpito gli agenti del 113 di Bologna. Per questo un romeno di 27 anni e una sua connazionale di
18 sono finiti in manette nella tarda serata di lunedì. Verso le 21 un passante
ha attirato l’attenzione di una volante che percorreva viale Pietramellara
spiegando che nei pressi di piazzetta VII Novembre tre individui ubriachi
stavano infastidendo due ragazze. Sul posto la polizia ha trovato solo i tre che hanno
colpito gli agenti con calci, pugni e sputi e hanno dato delle testate alla
vettura degli agenti. La 18enne ha anche crepato un vetro delle celle in
questura. I due sono stati arrestati per resistenza a pubblico
ufficiale, lesioni finalizzate alla resistenza, minacce gravi e danneggiamento
aggravato. E’ stato solo denunciato per resistenza, minacce gravi e rifiuto di
fornire la propria identità il romeno di 28 anni che era con loro. Cinque
poliziotti sono invece dovuti ricorrere alle cure dei sanitari: 4 sono stati
giudicati guaribili in 7 giorni e uno in 3.
LA NAZIONE
IN VIA NOVELLI Ubriaco disturba i passeggeri e blocca autobus al
capolinea Denunciato dalla
polizia un ungherese 60enne per interruzione di pubblico servizio. L’uomo aveva
bloccato un autobus che si trovava fermo al capolinea in via Novelli
disturbando i passeggeri che scendevano e salivano sul mezzo Firenze, - Ubriaco, ha molestato a più riprese i
passeggeri che scendevano e salivano su un autobus fermo al capolinea di via
Novelli. Denunciato un ungherese di 60 anni per interruzione di pubblico
servizio. L’uomo, in evidente stato di ebbrezza, agitava due
bottiglie di liquore che teneva in mano, e già da un’ora disturbava i
passeggeri, impedendo loro di salire sul mezzo e all’autobus di ripartire. A
seguito di richiesta di intervento al 113 è intervenuta una volante. L’episodio
è avvenuto lunedì 19 novembre intorno alle 20,30.
IL GAZZETTINO
Scrive col sangue "ti amo" alla ex (m.a.) Un amore irrimediabilmente finito. Un uomo che non
si rassegna. Una storia come tante che sfiora un tragico finale e che cambia il
copione scritto col sangue grazie all’intervento della polizia. Quando gli agenti delle volanti arrivano nell’appartamento
di via Rossini, l’aspirante suicida, un trentacinquenne rumeno, ha già
fracassato un lampadario: al suo posto c’è appeso il cappio al quale intende
impiccarsi. Ad avvertire il 113 è un amico italiano preoccupato dallo
stato di prostrazione psicologica di M.C.: «Ho tentato di calmarlo ma ora non
riesco più a mettermi in contatto con lui. Ho paura che stia facendo una
pazzia». Lo aveva visto poco prima in stato confusionale, un occhio pesto, i
pantaloni sporchi di sangue e con il suo sangue sulle pareti aveva scritto
delle frasi d’amore rivolte alla ex compagna moldava: «Non riesco ad accettare
che la nostra relazione sia finita - confida disperato - io senza di lei non
posso vivere». Alla porta d’ingresso nessuna risposta, poi dalla finestra si
affaccia un individuo visibilmente alterato: «Andate via, lasciatemi in pace,
via». Per entrare nell’abitazione è necessario l’intervento dei vigili del
fuoco. Ma non appena i poliziotti tentano di varcare la soglia il
rumeno li aggredisce verbalmente dicendo loro che non hanno alcun diritto di
intromettersi in una vicenda che non li riguarda e cerca di impedirne
l’accesso: «Non voglio il vostro aiuto». Ha una vistosa ferita da taglio all’avambraccio ed è
ubriaco fradicio, in preda a una crisi isterica. M.C., suo malgrado, viene
soccorso e una volta medicato, i sanitari ne dispongono il ricovero in
psichiatria.
IL GAZZETTINO
INSEGUITO E BLOCCATO UN UBRIACO Cordenons (sdz) -Mezz’ora di inseguimento e tre pattuglie, sabato
pomeriggio, per bloccare un ubriaco che rischia di investire ciclisti e pedoni.
Il mezzo, che è sfrecciato a folle velocità per le strade di Cordenons fino a
raggiungere il centro di Pordenone, ha seminato il panico. Erano circa le 13.40
quando un agente della polizia municipale di Cordenons ha intercettato un’auto
che procedeva zigzagando prima via Bellasio e poi via delle Fornaci. Qui, senza
rendersi conto di essere seguito dalla pattuglia, il conducente ha
improvvisamente bloccato l’auto tanto da consentire all’agente di Polizia di
avvicinarsi e invitarlo ad accostare. Intimato il segnale di alt il guidatore,
60enne pordenonese, non si è fermato e, anzi, ha accelerato rischiando di
investire l’agente. Quindi ha proseguito la corsa imboccando la strada statale
13 nel tentativo di dileguarsi. A fermare il folle guidatore, che nel frattempo
aveva imboccato il ring a Pordenone, è intervenire anche la polizia. È scattata
la denuncia, il ritiro della patente per sette mesi, oltre alla perdita di 23
punti e al sequestro del mezzo.
IL GAZZETTINO
ASOLO Il processo dopo il doppio incidente con fuga Castelfranco Sarà celebrato il 21 dicembre il processo nei confronti
del romeno Ioan Sorin Buzura di 29 anni, protagonista sabato notte di un
investimento con fuga e successivo inseguimento da parte degli agenti della
Polstrada di Castelfranco, finendo per provocare un altro incidente. Il Giudice
ieri mattina ha disposto per l’uomo l’obbligo di firma ogni giorno alle 19 alla
stazione dei carabinieri di Asolo fino al giorno del processo. Il romeno è
accusato di guida in stato di ebbrezza (il valore dell’alcotest era di 2.55),
omissione di soccorso, fuga e resistenza pubblico ufficiale. L’uomo infatti
sabato notte viaggiava ubriaco ed ha investito a Casella d’Asolo un ciclista
mandandolo all’ospedale con 60 giorni di prognosi. Intercettato da una
pattuglia della Polstrada ha tentato di fuggire dagli agenti ingaggiando una
folle corsa che ha prodotto un altro incidente nell’innesto con la strada
provinciale 667 montebellunese distruggendo un’altra auto e ferendo il
conducente. Prima di essere definitivamente fermato ha anche tentato di
sfuggire agli agenti, senza però riuscirci. Merita di essere segnalato un
particolare: gli agenti della Polstrada di Castelfranco sono stati molto
impegnati negli ultimi giorni soprattutto con le omissioni di soccorso
dimostrando però un altro grado di professionalità perchè sono riusciti a
rintracciare i responsabili. Qualche giorno fa infatti sono riusciti ad
individuare l’autore di un incidente con omissione di soccorso avvenuto in
Borgo Padova a Castelfranco una decina di giorni orsono: protagonista un
marocchino. Sabato sera inoltre, sono riusciti ad intercettarlo subito e
fermarlo dopo un avventuroso e spettacolare inseguimento. G.Z.
IL GIORNALE DI VICENZA
PATENTE RITIRATA. Una donna fermata dai vigili in
quartiere Prè Alcol sette volte oltre il limite Era da poco passato mezzogiorno di lunedì, quando una
pattuglia della polizia locale ha notato l’anomalo procedere di una Ford Mondeo
berlina, che percorreva via Quartiere Prè diretta verso Cartigliano. L’auto
zigzagava e a un certo punto la guidatrice, al termine di un breve e ripido
tratto in discesa, ha svoltato a sinistra per imboccare lo snodo che immette
sulla superstrada, verso Trento. La manovra è stata però molto mal eseguita: la Ford, che
stava quasi per finire sull’aiuola, ha arrestato improvvisamente la sua corsa.
I vigili hanno deciso immediatamente di effettuare un controllo dal quale è
emersa una situazione parecchio sconfortante. Al volante della Mondeo c’era una donna di 47 anni,
M.T.B., residente a Bassano, la quale una volta uscita dall’abitacolo ha
cominciato a barcollare e a rispondere alle domande della pattuglia in modo
assai confuso. L’alito tradiva dore di alcol. La donna avrebbe ammesso di aver
bevuto e la polizia dopo aver chiamato un congiunto al quale affidare l’auto,
l’ha condotta al comando per sottoporla all’esame alcolimetro che ha dato un
risultato elevato, di quasi 7 volte superiore al limite consentito. Ovviamente è scattata la denuncia penale per guida in
stato di ebbrezza. Le è pure stata ritirata la patente e le sono stati tolti 10
punti. L.Z.
IL GAZZETTINO
«Il vigile che ha fatto l’incidente in stato di ebbrezza
passerà il resto della carriera in ufficio a passar carte» (*) Montegrotto (ri.ba.) "E’ ancora presto per parlare di
licenziamento ma di certo sono disposto a prendere provvedimenti disciplinari
seri perché quel giorno era già stato richiamato una volta". Non deve
dormire sonni tanto tranquilli il vigile urbano di Montegrotto che sabato sera
ha fatto un incidente perché si trovava al volante della sua auto in evidente
stato di ebbrezza. Più di due grammi di alcol per litro di sangue secondo le analisi
fatte al pronto soccorso dell’ospedale di Padova, il che non è proprio un
semplice "bicchiere di troppo" visto che il limite per legge è
fissato a 0,5. Ciò che è certo è che quella notte brava gli sta costando caro.
Ora in dubbio è la sua carriera di vigile urbano. Di certo quando tornerà al
lavoro gli sarà impedito di svolgere attività per strada. Non solo perché i suo
colleghi vigili padovani che hanno rilevato l’incidente gli hanno ritirato la
patente ma anche per precisa volontà del sindaco Luca Claudio. Ed in effetti mettere lo stesso vigile magari proprio a
multare automobilisti per guida in stato di ebbrezza non sarebbe proprio una
bella immagine. Bene che gli vada il vigile passerà il resto della sua carriera
in ufficio a smistare pratiche e scartoffie. "Ha avuto un comportamento
molto scorretto - ha sottolineato il sindaco Luca Claudio - ognuno della sua
vita fa quello che vuole ma quando è stato trovato ubriaco era in divisa e
aveva appena staccato dal lavoro. Se il licenziamento sarà l’epilogo di questa
vicenda io di certo non mi opporrò. Per il momento abbiamo aperto un fascicolo
e stiamo a vedere". Il vigile si trovava alla guida della sua auto sabato
sera quando, a causa dei fumi dell’alcol, è andato a scontrarsi contro il
guard-rail della tangenziale di Padova. Per lui, oltre ai provvedimenti
disciplinari presi a seguito dei risultati dell’alcol test, anche una settimana
di prognosi per le contusioni. (*) Nota: di fronte a diagnosi infauste c’è solitamente un
forte ritegno a togliere ogni speranza agli interessati. Un po’ perché non si
sa mai, un po’ perché la speranza stessa ha una valenza terapeutica. I problemi
correlati all’alcol sono forse gli unici per i quali vengono emesse prognosi
senza speranza. Questo nonostante che le possibilità di sostanziali
miglioramenti siano relativamente alte, (molto più ad esempio che con le droghe
illegali). In alcuni casi la rinuncia avviene addirittura prima che siano state
provate tutte le opportunità terapeutiche. È il retaggio di una concezione che
vede l’alcolismo come vizio. Concezione che porta a credere che le punizioni
abbiano un effetto terapeutico.
IL TRENTINO
di Silvia Conotter Pub nello spot anti-alcol «Denuncio la Provincia» Trasmesso al cinema
giovane si ubriaca al Tetley’s e poi muore TRENTO. Effetti speciali al cinema non solo durante i
film, ma anche nelle pubblicità prima dei trailers. Capita così che il pub
Tetley’s di via degli Orti appaia, all’insaputa dei titolari, nello spot
realizzato da Provincia e Comune per sensibilizzare i giovani contro l’abuso
dell’alcol. «E’ grave associare questo posto alla morte di un ragazzo che ha
bevuto troppo», dichiara Andrea Puzzanghera, che annuncia di voler procedere
per vie legali contro chi gli ha rovinato l’immagine. Sono stati i clienti a
dire al titolare che al cinema c’era uno spot che lo riguardava. «Ma lo sapete che
al cinema proiettano uno spot sociale girato nel vostro pub?». Andrea
Puzzanghera e il padre Rosario si guardano sbalorditi: nessuno dei due ha mai
dato l’autorizzazione per effettuare delle riprese simili. Così decidono di
andare in una sala cinematografica a vedere di cosa si tratta, ma arrivano un
attimo prima dell’inizio della proiezione e non riescono a vedere quelle
immagini. Nei giorni seguenti più di un cliente fa accenno a quello che ha
visto proiettato sul grande schermo, finché Andrea decide di informarsi meglio
e scopre che lo spot in questione ha come protagonista un ragazzo che beve per
tutta la sera al suo bancone e poi, ubriaco, prende il motorino per schiantarsi
subito dopo. (*) In alcune delle
scene proiettate si vede chiaramente la facciata del Tetley’s così come si
legge perfettamente il nome del pub sulla porta mentre il ragazzo esce per
dirigersi a casa. «Mi sembra grave ciò che è accaduto, sia perché noi non ne
eravamo al corrente ma soprattutto perché si dà un’immagine sbagliata del
locale», protesta. Puzzanghera racconta infatti che la politica del pub è
sempre stata orientata ad allontanare chi beve troppo: «E’ successo anche
domenica sera, un gruppo di ragazzi ha ordinato ancora dei superalcolici, dopo
averne già bevuti quattro a testa. Noi glieli abbiamo negati, costringendoli ad
andarsene». Nessun problema nemmeno con i vicini. Ma com’è possibile
che l’ente pubblico sia entrato in possesso di quelle immagini e le abbia
utilizzato senza pensare alle conseguenze di tanta evidenza? «L’unica volta che
sono entrate nel locale delle telecamere è stato due anni fa - ricorda il
titolare - erano dei ragazzini che dovevano effettuare un lavoro per scuola». La campagna di
sensibilizzazione di Provincia e Comune in realtà si compone di diversi spot,
che a rotazione sono presenti nelle sale cinematografiche della città. E
potrebbe essere che siano state girate proprio dagli studenti, in un’ottica
partecipativa. «Avrebbero dovuto comunque chiedere l’autorizzazione per
utilizzarle per lo spot - commenta Puzzanghera - io certamente non gliela avrei
data. Vorrei vedere quale gestore lo farebbe». L’intenzione dei
titolari è ora quella di rivolgersi agli avvocati. «Hanno danneggiato
l’immagine del locale, chissà quante persone avranno visto lo spot traendo
delle conclusioni sbagliate - sostengono - comunque da Provincia e Comune ci
aspettiamo in primo luogo delle pubbliche scuse». (*) Nota: gli interventi di prevenzione sono tanto più
efficaci quanto più offrono la possibilità di identificarsi con la situazione
presentata. Un po’ di realismo non guasta. Non ci sono però solo giovani da
sensibilizzare. Sarebbe utile che anche i gestori dei locali che somministrano
alcolici si identificassero come soggetti che hanno un ruolo nella prevenzione.
La prevenzione nei giovani non fa presa quando credono che siano gli altri a
rischio. Nei baristi quando sono convinti che siano gli alcolici venduti dagli
altri a far male.
IL MATTINO
I titolari del Femina (multato per aver venduto alcolici
dopo le due di notte) stasera offrono gratis ai clienti una tazza di brodo di
polpo. I titolari del Femina (multato per aver venduto alcolici
dopo le due di notte) stasera offrono gratis ai clienti una tazza di brodo di
polpo. È la provocatoria iniziativa del locale di via Chiatamone. Ai tavoli,
quindi, sarà servita una prelibatezza della cucina popolare napoletana. «La
contravvenzione dei vigili - spiega Emilio Magliano, addetto stampa del Femina
- può andar bene per le discoteche e i bar, che lavorano tutto il giorno, ma
non per un night che ha una clientela di età matura, che ha l’interesse
economico a consumare il meno possibile e che, soprattutto, comincia a lavorare
non prima dell’una. Ai nostri clienti offriremo, quindi, dopo le due di notte,
una salutare tazza di «’brore ’e purpo».
KATAWEBNEWS Rugby, All
Blacks: ‘Sanzione appropriata’ per Howlett ubriaco Doug Howlett, ala
degli All Blacks, ha ricevuto “una sanzione adeguata” per il comportamento
tenuto dopo l’eliminazione della Nuova Zelanda dalla Coppa del Mondo di rugby. 21/11/2007 - Dopo la sconfitta nei quarti di finale contro
la Francia, Howlett è stato arrestato all’aeroporto londinese di Heathrow:
ubriaco, era saltato su due auto in sosta. Il giocatore, che con 49 segnature
detiene il primato di mete realizzate tra i ‘tutti neri’, ha provveduto
personalmente a risarcire le persone danneggiate. La federazione neozelandese
(NZRU) ha tenuto conto del curriculum del 29enne prima di adottare il
provvedimento disciplinare: nessun dettaglio sull’entità della sanzione,
definita solo “appropriata”. (Spr)
LA NAZIONE
Tutti astemi alla mensa dell’ospedale L’Asl vieta vino e
birra: rischio infortuni
IL SECOLO XIX
Bimbo accoltellato dal padre ubriaco
L’UNIONE SARDA
Il Comune: vietato bere alcolici all’aperto Musica e alcol, due locali nei guai
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
Alcol e cocaina nel sangue, nei guai l’autista della
Fiesta
CORRIERE DELLA SERA
Adriano in Brasile: l’alcol non c’entra tornerò a giocare
CORRIERE VENETO
Alcol e luci rosse, ogni giorno una multa nella città dei
divieti
L’ADIGE
Pugni al cassiere per il liquore
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