Mercoledì 20 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 23 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

ALCOLISMO

Ma la fede aiuta nella guarigione?

Molte le ricerche sui poteri della spiritualità sulla salute. Ottimi i risultati contro l’alcolismo

La maggioranza dei medici americani è convinta che nel processo di guarigione la religione eserciti un’influenza positiva e, per oltre la metà di essi, l’intervento di un’entità superiore può essere determinante. È il risultato di un sondaggio condotto dai ricercatori dell’Università di Chicago e pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine. Duemila medici di età inferiore ai 65 anni sono stati intervistati sulle loro convinzioni religiose e sulla loro opinione circa l’influenza, positiva o negativa, della religione sulla salute dei malati.

L’intervento divino

Se l’85% dei medici interpellati è convinto che la spiritualità eserciti un effetto benefico sulla salute dei pazienti, il 54% ammette la possibilità di un intervento divino e il 6% si spinge fino a sostenere che la religione è in grado di modificare i risultati clinici. In netta minoranza i medici non convinti dell’effetto terapeutico degli aspetti spirituali dell’esistenza: il 7% attribuisce alla religione la capacità di indurre nel paziente emozioni negative, come ansia e senso di colpa, il 4% ritiene che la religiosità possa fornire ai pazienti un alibi per non occuparsi seriamente della propria salute, il 2% teme che alcune convinzioni religiose possano spingere, in alcuni casi i malati a rifiutare le cure.

Conta il credo personale

Tutti i medici intervistati concordano sul fatto che i pazienti attingano alle loro risorse spirituali per affrontare meglio la malattia; se ciò possa apportare o meno un reale beneficio in termini di guarigione clinica, però, è una questione aperta, e le differenti opinioni in merito riflettono le convinzioni personali dei medici. Questo aspetto del problema è stato approfondito dagli stessi ricercatori dell’Università di Chicago in uno studio, pubblicato su Psychiatric Services, che confrontava le convinzioni religiose di un campione di psichiatri con quelle di altri medici specialisti; agli intervistati veniva inoltre chiesto, dopo avergli illustrato il quadro clinico di un paziente con sintomi psichiatrici, se ritenessero opportuno inviarlo a un sacerdote o ad uno specialista.

Non sottovalutare la psiche

Gli psichiatri sono risultati meno religiosi degli altri medici, e più inclini a considerarsi "spirituali" ma non "religiosi"; d’altra parte, i medici religiosi non psichiatri sono apparsi più propensi a consigliare a una persona con problemi psicologici un incontro con un sacerdote, piuttosto che con un professionista. La psichiatria e la religione appaiono dunque quasi divise da una tensione dialettica, che può avere importanti ricadute sul tipo di aiuto che viene offerto ai pazienti. Se la mancanza di un corretto trattamento può avere conseguenze gravi, anche sottovalutare le risorse spirituali a disposizione di un individuo può essere un errore. A tale proposito una ricerca del Dipartimento di Psichiatria degli Hôpitaux Universitaires di Ginevra ha sottolineato il ruolo protettivo della religione nei confronti del suicidio, mentre uno studio del Centro di Ricerca sulle Dipendenze dell’Università del Michigan ha evidenziato che, in un gruppo di pazienti in trattamento per dipendenza alcolica, l’aumento delle esperienze spirituali e la sensazione di avere uno scopo nella vita sono positivamente associate con la capacità di mantenersi lontani dall’alcol.

Più spiritualità meno alcol

Questo effetto positivo della spiritualità è stato utilizzato dagli operatori del Dipartimento di Medicina della Famiglia e della Comunità del Baylor College of Medicine di Houston (Texas), che hanno associato all’usuale programma di trattamento dell’alcolismo un percorso, della durata di sette settimane per potenziare la spiritualità dei partecipanti. Risultato: più attenzione agli aspetti spirituali facilita l’astinenza dall’alcol.

Se pregare non serve

Ma è possibile "misurare" l’effetto di una pratica spirituale, come ad esempio la preghiera, sulla salute? I ricercatori dell’Hertford College di Oxford (Regno Unito) ci hanno provato, analizzando i risultati di dieci studi clinici che avevano testato l’efficacia terapeutica della preghiera, volta a ottenere benefici in per la salute. Dopo aver esaminato i dati relativi di 7600 persone, gli studiosi inglesi sono giunti a conclusioni contraddittorie: le preghiere hanno mostrato un effetto benefico in pazienti ad elevato rischio di vita e in un campione di donne sottoposte a tecniche di fecondazione assistita; d’altro canto in un gruppo di pazienti chirurgici, si è osservata una maggiore incidenza di complicanze post-operatorie in coloro che erano a conoscenza del fatto di essere oggetto di preghiere, rispetto a chi non riceveva preghiere.

Francesco Cro - Psichiatra, Serv. Psichiatrico Diagnosi e Cura, Viterbo


ALCOLISMO

Savona - Prevenzione incidenti per uso alcool

Alcol: un problema a cui l’ASL2 da tempo offre una risposta. Da qualche anno, all’interno del Dipartimento per le Dipendenze è attivo un gruppo di lavoro (Struttura Semplice Alcologia) che si occupa delle problematiche legate al consumo patologico della sostanza legale più diffusa in assoluto: l’alcol.

Il gruppo, formato da figure professionali preparate quali medici, educatori professionali, assistenti sociali, infermieri e psicologi, prende in carico quanti vivono un problema con l’alcol, siano essi pervenuti su segnalazione da parte di medici (ospedalieri, specialisti, PS o MMG), famiglie, datori di lavoro, amici o per consapevolezza individuale.

Il servizio è gratuito, aperto cinque giorni la settimana, e con sedi di cura e terapia allocate sul territorio (Cairo, Savona, Finale, Albenga).

Ma chi accede al servizio? Persone di fascia d’età, ceto e professione diversi, con storie familiari eterogenee. Comunque soggetti che si rivolgono all’ASL per avere una risposta che dia sollievo a un comportamento che troppe volte viene considerato un "vizio", tralasciando un elemento importantissimo: il consumo patologico dell’alcol (in forma di uso cronico inadeguato o abuso occasionale) è una malattia e come tale è stata classificata dal punto di vista nosografico nel DSM IV R. I sintomi sono molteplici ed i criteri per la diagnosi ci aiutano a classificarla: tolleranza, astinenza, assunzione per lunghi periodi o in quantità maggiori di quelle che il soggetto aveva previsto di assumere. Ma anche il desiderio di smettere o di ridurre che si scontra con fallimenti ripetuti, la riduzione o la paralisi di attività importanti, come il lavoro, o lo sfilacciamento delle relazioni sociali e famigliari fanno parte del quadro complesso del "problema alcol".

Alcol e lavoro: perché occuparsene?

Nell’esperienza di questo gruppo di lavoro è risultato evidente che la persona che si rivolge al Servizio non è la "malattia", ma ha una storia personale, e dentro questa storia c’è anche una appartenenza professionale, che, talune volte, è disarmonica con quegli stili di vita che dovrebbero aiutare a curarsi. Pensiamo a chi lavora nei locali pubblici come bar e cucine dei ristoranti, per cui l’alcol rappresenta un "compagno di lavoro", chi lavora all’aperto e con fatica come i lavoratori edili dove l’alcol apparentemente diventa un aiuto alla stanchezza o al freddo, chi fa lavori ripetitivi o insoddisfacenti. Nessuna categoria lavorativa in realtà è esente da rischi (dal bancario alla casalinga), ma alcune lo sono maggiormente di altre.

Alla legge 125 del 2001 doveva far seguito un regolamento che prevedeva le categorie ad "alcol zero", cioè professioni che devono essere svolte da lavoratori che non abbiano assunto alcol. L’elenco, definito nel marzo del 2006, fa parte di un’Intesa Stato Regioni ed è stato oggetto di attente valutazioni ed è un punto di partenza.

Per altro da alcuni anni era attivo un Progetto nazionale avente come tema "alcol e lavoro", che si è posto l’obiettivo di comprendere quale fosse, nel mondo del lavoro la percezione del rischio a seguito di assunzione di alcolici. Sono state fatti numerosi monitoraggi sul territorio nazionale, e i contesti lavorativi sono stati i più vari: dal settore manifatturiero e alimentare a quello sanitario e dei trasporti

Infatti l’alcol rappresenta un importante fattore di rischio sia generico che specifico.

Non dimentichiamo che La Carta Europea sull’alcol (1995) evidenzia la necessità di "Promuovere ambienti pubblici, privati e lavorativi protetti da incidenti, violenza e da altre conseguenze negative derivanti dal consumo di bevande alcoliche;" l’ European Alcohol Action Plan 2000-2004 contenuto nell’HEALTH 21, dell’OMS, tra gli Obiettivi Generali evidenzia la necessità di "Ridurre i rischi di problemi alcolcorrelati che possono verificarsi in una serie di ambienti quali la casa, il luogo di lavoro, la comunità o contesti in cui l’alcol viene consumato."

L’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (ILO) afferma che il 10-12% di tutti i lavoratori con età maggiore di 16 anni ha problemi legati all’abuso e alla dipendenza da alcol. Una recente ricerca dell’Associazione Dirigenti Risorse Umane (GIDP-HRD) stima che il 45% dei manager presenta un abuso occasionale o continuativo di alcol. Per quanto riguarda il rischio di infortuni stradali a seguito dell’assunzione di alcolici, questa fattispecie rappresenta più dell’11% dei circa 940.000 infortuni sul lavoro all’anno e questi possono essere legati sia al percorso casa-lavoro (infortunio in itinere) che a spostamenti nell’ambito dell’orario di lavoro.

In Italia, ogni anno, vengono denunciati all’INAIL poco meno di un milione di infortuni sul lavoro con durata di inabilità superiore alle tre giornate. Di questi circa il 51% accadono con modalità quali ad esempio: "ha urtato contro…", ha messo "un piede in fallo", è "caduto dall’alto…", o "in piano…., o "in profondità…", ha avuto un incidente "a bordo di…", o "alla guida di…". Questi non accadono a causa del consumo di bevande alcoliche, ma l’assunzione di alcol può influire pesantemente sul loro verificarsi.

Alcuni studi valutano che gli infortuni dovuti all’abuso di alcol siano il 10-20% di tutti gli infortuni. Altri studi, che hanno misurato l’alcolemia subito dopo l’infortunio sul lavoro, evidenziano che circa il 4% dei lavoratori infortunati presenta livelli elevati nel sangue di alcol. Prendendo in considerazione questi dati è possibile affermare che il 4-20% degli infortuni lavorativi è alcol correlato. Dunque dei 940.000 infortuni denunciati da 37.000 a 188.000 hanno come causa il consumo di alcolici: l’assunzione di bevande alcoliche rappresenta sempre un "rischio aggiuntivo", rispetto ad un rischio lavorativo preesistente, che deve essere sempre ridotto al minimo.

Con queste premesse l’UO di alcologia del Dipartimento per le Dipendenze dell’ASL2 presentò lo scorso anno un progetto specifico alla regione Liguria. Tale progetto venne appoggiato e finanziato in alcune sue parti, e attualmente si sta portando a compimento, anche grazie ai preziosi suggerimenti che la U.O. PSAL dell’ASL2 ha saputo fornirci.

Progetto: "Sicurezza nei cantieri edili"

Il progetto "Sicurezza nei cantieri" mira a sensibilizzare i lavoratori del settore edile sui rischi correlati al consumo di bevande alcoliche in relazione alle attività svolte.

Per una azione sinergica, come evidenziato più avanti, è stato necessario correlarsi con soggetti istituzionali presenti sul territorio aventi specifici ruoli e competenze.

L’accoglienza è stata, sin dalla prima ora, assai attenta e ha espresso, nelle intenzioni e nei fatti, la piena disponibilità, segno che il tema del progetto è risultato significativo.

Infatti tutti i Partner hanno collaborato con disponibilità di personale e risorse (e che cogliamo l’occasione per ringraziare da queste pagine), anche per la pubblicazione di un apposito libretto, "alcol e lavoro", che verrà distribuito all’interno dei luoghi di lavoro e di formazione del settore edile, i cui costi sono stati assunti dal CPT di Savona.

Destinatari

Il Progetto "Sicurezza nei Cantieri" è rivolto al mondo del lavoro, variegato e multietnico, che opera nel campo dell’edilizia.

Gli interlocutori privilegiati sono quei soggetti istituzionali che hanno ruoli e compiti di formazione professionale e promozione della sicurezza: l’Ente Scuola Edile di Savona, la Provincia di Savona e il Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro.

Attraverso questi soggetti, è stato infatti possibile promuovere momenti formativi specifici per gli addetti al mondo dell’edilizia.

I destinatari ultimi del progetto saranno gli operatori del settore presenti nel mondo del lavoro da molti anni, e/o che aggiornano periodicamente la propria professionalità, ovvero si specializzano, così come studenti in formazione.

Finalità

Promuovere stili di vita più salubri e una maggiore sicurezza sul posto di lavoro il cui risultato porta alla riduzione degli infortuni sul lavoro in relazione alle problematiche alcol-correlate.

Obiettivi

• Rilevare le opinioni, e le conoscenze rispetto ai rischi alcol correlati nei luoghi di lavoro, anche in forma strutturata la fine di avviare una banca dati.

• Sensibilizzare i corsisti rispetto ai rischi connessi al consumo di bevande alcoliche sia durante le attività lavorative che extra-lavorative, nell’ottica di migliorare la qualità della vita individuale e collettiva

• Favorire la riduzione del rischio di degli infortuni sul lavoro, e l’insorgere o l’aggravarsi di patologie correlate all’uso di alcol.

• Facilitare l’accesso ai servizi dei lavoratori con problematiche alcol-correlate e dei loro famigliari rendendo visibili le risorse in campo alcologico presenti sul territorio.

• Promuovere un ampliamento delle conoscenze in relazione alla legislazione vigente

Metodologia

Ricerca dati

• Somministrazione di un questionario strutturato sull’autopercezione della salute, sui consumi dell’alcol, nonché su opinioni, conoscenze, pregiudizi rispetto al tema alcol e lavoro, alcol e legislazione, alcol e guida.

• "Lezioni", incontri di sensibilizzazione e formazione rivolti sia ai formatori (docenti), studenti, lavoratori ma anche agli operatori della sicurezza.

• Distribuzione materiale informativo


IL TRENTINO

Una settimana di mobilitazione per sconfiggere l’abuso di alcol

VAL DI SOLE Problema diffuso tra i giovani

MALE’. In occasione della giornata “Oggi alcol? No, grazie!” fissata anche quest’anno per oggi, importante settimana di mobilitazione in tutta la valle di Sole contro l’abuso di alcol: un problema, purtroppo, oggi sempre più diffuso tra i giovani. Diverse le iniziative per informare e sensibilizzare messe in atto dalle scuole, dal poliambulatorio e dal club degli alcolisti in trattamento della valle.

 Oggi, a partire dalle ore 22, al bar Sixtus Treff di Croviana l’associazione di giovani volontari “Stente sani friends” organizza un concerto “analcolico” col dj Roby. Ma l’attenzione è rivolta anche a tutti gli altri aspetti attraverso cui si manifesta il disagio giovanile.

 Per questo, della possibilità di orientare i più giovani verso scelte di stili di vita sani e del ruolo fondamentale che, lavorando assieme, possono giocare in questo senso la famiglia, la scuola, le istituzioni e le varie associazioni di volontariato e non, si discuterà in un convegno in programma domani al teatro comunale di Dimaro, a partire dalle ore 14, con l’intervento del sottosegretario alla Pubblica istruzione Letizia De Torre, dell’assessore provinciale alle Politiche per la salute Remo Andreolli, del direttore generale dell’ Azienda provinciale sanitaria Carlo Favaretti e dell’assessore alle Politiche sociali del Comprensorio della valle di Sole Michele Bontempelli.

 Il convegno è organizzato dall’Azienda sanitaria, distretto Valle di Sole, e dai due Istituti comprensivi della valle. Sempre sabato, infine, a partire dalle ore 20.30, nell’aula magna della scuola media di Malé, serata di presentazione del Piano giovani di zona con un concerto nel quale si esibiranno tre gruppi musicali (f.ve.).


IL GAZZETTINO (Belluno)

Stop all’alcol di notte ma spaghetti gratis 

Dopo le ultime normative sulla mescita di bevande alcoliche e la levata di scudi con il ritiro da parte del Silb, sindacato locali bar e dell’Ascom dalla collaborazione con il Sert per le azioni di prevenzione su tutto il territorio provinciale, qualcuno lancia una sfida. Alcuni gestori non la pensano infatti come le associazioni di categoria in questione e tra questi c’è Marco Cecchet, della "Locanda" di Belluno, che da questa sera mette in azione un progetto pensato insieme al Sert dell’Ulss 1 in collaborazione con Comune e Provincia di Belluno, Radio Belluno e Autoscuola Girasole e che ha fatto slogan della domanda "Se lo sai ci sei. Vuoi vedere che non riusciamo a dire stop all’alcol in nome della sicurezza senza rinunciare alla festa?" E così il gong che stabilirà la fine della somministrazione di alcolici risuonerà alle 24 e 30 dei venerdì a partire da questa sera offrendo in cambio musica, un party di pastasciutta gratis, prove con etilometro, picometro e di abilità su scooter per la guida sicura. Si attende la risposta dei giovani; 800 sms sono stati inviati ai ragazzi da parte della Provincia e 800 e-mail sono partite dall’Informagiovani di Belluno "E’ un modo - afferma Paolo Bello del Sert - non di proibire, ma di rendere consapevoli della possibilità di alternative mediante un nuovo approccio».

Cristina Orsega


IL GAZZETTINO (Rovigo)

ALLARME SOCIALE 

Alcolismo fra i giovani Rovigo con Milano sopra la media nazionale

Roma

Sei ragazzini, fra i 14 ed i 16 anni, su cento hanno problemi di alcoolismo. Lo denuncia la sen. Maria Burani Procaccini, responsabile nazionale famiglie e minori di Forza Italia.«Si tratta di un dato agghiacciante - afferma la Burani Procaccini - che coinvolge tutta la penisola, pure se Milano e Rovigo, secondo i dati forniti dalle unità di alcologia afferenti ai Sert, presentano i dati più spiccati, con punte che toccano l’8%». Per la parlamentare «non è possibile fare finta di niente e non intervenire pesantemente con protocolli di prevenzione, ma anche con strumenti di repressione, individuando limiti precisi, ma chiari e seri, all’assunzione indiscriminata di bevande alcoliche». La Burani Procaccini accusa la scuola italiana di «fare finta di non vedere l’ampiezza di un fenomeno che si espande a macchia d’olio e si lega con l’assunzione di altre sostanze pericolose che minano ulteriormente la salute dei nostri adolescenti».


IL TRENTINO

L’alcoltest arriva al ristorante

Al Pedavena si soffia nella cannuccia dopo la cena

TRENTO. Si inserisce un euro, si prende la cannuccia trasparente e si soffia forte per alcuni secondi. Così chi va a bersi una birra al Pedavena, prima di uscire dal locale, potrà verificare il proprio tasso alcolemico nel sangue: è approdato anche nella birreria di Trento l’alcoltest. L’accattivante macchinetta, posizionata nella sala grande del locale di Andrea Ghesla all’entrata dei bagni, è stata allestita una settimana fa e già un centinaio di ragazzi ha soffiato. Lo scopo della ditta che la proposta, la «Safe Drive» di Bolzano, è di promuovere un’azione preventiva. Per il corretto funzionamento dell’alcooltest, si legge, bisogna soffiare venti minuti dopo l’assunzione dell’ultimo boccale di birra. «Molti soffiano per curiosità, altri perché effettivamente vogliono controllare il proprio stato d’ebbrezza prima di mettersi alla guida», spiega Andrea Ghesla. Se il cursore segnala un valore uguale o superiore ai 0,50, è il caso di aspettare all’interno del locale prima di mettersi «in moto», in caso contrario si può partire. «È uno strumento utile e l’ho voluta installare per dare un servizio in più ai miei clienti», conclude Ghesla. Per ora questa è l’unica macchina presente a Trento città, ma la «Safe Drive» di recente ha installato l’alcooltest anche alla discoteca «Number one» di Pergine, allo «Studio 1» in Bondone, allo «Shuttle» di Andalo e al «Fanum» di Mori. Tutte discoteche insomma, il «Pedavena» è la prima birreria nella quale è stato sistemato l’alcooltest e sta dando risultati maggiori (in termine monetari) rispetto ai locali da ballo. (m.b.)


CORRIERE DELLA SERA

Sul mercato Da 2 a 300 euro, ne esistono di vari tipi più o meno affidabili

L’etilometro diventa un gadget

Caccia al modello tascabile Vendite quadruplicate, il boom è previsto per Natale

MILANO, 23 novembre 2007 - Non bastavano i telefonini, le chiavette ubs, le micromacchine fotografiche digitali e altre diavolerie tecnologiche simili per ingrossare borse e tasche. No. Ora al nutrito gruppo si aggiunge anche l’etilometro. Sì, proprio quell’oggetto che serve per misurare il tasso alcolico (0,5% di alcol per litro di sangue il limite) e sapere se ci si può mettere alla guida oppure è meglio cedere il volante. Quello che viene comunemente chiamato «palloncino» non è più un’esclusiva di vigili e poliziotti. Piuttosto, si va diffondendo la caccia (e l’acquisto) all’etilometro tascabile anche tra i privati. «Per un autocontrollo» spiega chi lo produce e lo vende, ma anche come regalo tra amici. E c’è chi già prevede (e spera) in un boom natalizio. (*)

In effetti il boom è già in corso. Nell’ultimo anno si sono moltiplicate le vendite degli etilometri da tasca. Lo conferma Paola Matera, amministratore unico della Veritest Srl ( www.alco-control.it, ) che li vende ed è tra i principali fornitori di molte polizie municipali. «Rispetto allo scorso anno — dice — solo per la nostra azienda le richieste sono quadruplicate, non solo da parte dei soggetti più istituzionali, ma anche da parte dei privati». Sarà perché, spiega ancora la Matera, «dopo gli ultimi gravi incidenti stradali causati dall’eccesso di alcol, è aumentata molto la sensibilità sull’argomento ». E perché, aggiunge Paolo Vullo, amministratore delegato della Pectrol, altra azienda produttrice, «i controlli sulle strade sono talmente pochi che sono le singole persone a volersi autocontrollare». (**)

In più, l’articolo 6 della nuova legge 117 del 2007 obbliga «tutti i titolari e i gestori di locali ove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento» a «esporre all’entrata, all’interno e all’uscita dei locali» le tabelle con «le quantità, espresse in centimetri cubici, delle bevande alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso alcolemico per la guida in stato di ebbrezza », pena la chiusura del locale da 7 a 30 giorni. Perciò molti gestori di ristoranti, discoteche, pub hanno ordinato etilometri da piazzare nel proprio locale. Così che «ogni avventore possa responsabilmente controllare il proprio tasso alcolico», spiega Vullo che nel 2003 ha lanciato il «Soffia e sai» ( www.soffiaesai.it, ), etilometro monouso in vendita a un euro e 90 in quasi 6 mila farmacie italiane. Ma il suo «palloncino » è stato acquistato anche da molti comuni italiani, come Como, Salerno, Caserta, Rimini, che l’hanno dato alla polizia municipale per i controlli sulle strade. «Il mio obiettivo però — dice Vullo — è renderlo disponibile soprattutto nei locali di divertimento ».

Gli etilometri in commercio sono molti, di diverso livello, di variabile affidabilità. Si trovano in farmacia, in alcune discoteche, ma soprattutto su Internet, dove la scelta è infinita. Ci sono i monouso: sono i cosiddetti «palloncini», si soffia dentro e un colore segnala il tasso alcolico. Ma i migliori sono quelli con un sensore elettrochimico, spiega Paola Matera: «Il margine di errore è pari al 3-5% e sono realizzati con un software così sofisticato da distinguere tra fumo, residui di caffè o Coca-Cola».

 Il loro prezzo è ancora piuttosto alto, intorno ai 300 euro per un modello affidabile. Poi ci sono gli altri, quelli con un sensore semiconduttore: «Il livello di precisione — riflette la Matera — dipende dalla qualità del sensore e dal microchip interno». E qui l’offerta è ricchissima, per tutte le tasche. Dai pochi euro per i modelli che arrivano dall’Asia, chiamati «gadget» dagli addetti ai lavori che li snobbano e li sconsigliano, a quelli più tecnologici e quindi più affidabili e più costosi, dai 100 euro in su. La caccia è appena cominciata. (***)

Claudia Voltattorni

(*) Nota: la diffusione degli etilometri per uso personale si presta a diverse considerazioni. Se si parte dal presupposto che nessun livello di alcolemia va associata alla guida, il loro uso diventa superfluo, se non addirittura pericoloso. Sapere di essere nei limiti legali può indurre un falso senso di sicurezza. L’uso dell’etilometro può tuttavia essere un primo momento di informazione, rivolto a quelle persone che in ogni caso non rinunciano a bere alcolici. A volte il desiderio di trasgressione o la pseudocultura enologica danno all’uso degli alcolici valori e significati che non possono esser messi in discussione in breve tempo. L’uso dell’etilometro per evitare una contravvenzione può essere un primo messaggio semplice e accettabile. (Roberto Argenta)

(**) Nota: strana teoria questa. Come se il conoscere la propria alcolemia fosse un bisogno soggettivo non adeguatamente soddisfatto dagli etilometri della polizia. Mi sembra più logico credere che più aumenta il timore di incappare in controlli, più cresce il desiderio di conoscere la propria condizione.

(***) Nota: gli etilometri elettronici per uso personale non sono affidabili. Forse lo è qualcuno nella fascia alta di prezzo, sicuramente non sono attendibili quelli a basso costo. La diffusione di etilometri non sicuri può aumentare il rischio e la confusione.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da CORRIERE.IT)

Alcol test gratuito: «Non buttate via la vita»

Al tecnico Feltrinelli mille palloncini per «non giocarsi la vita». «Cerchiamo di fare prevenzione contro le stragi del sabato sera»

Ci pensava da tempo. Da mesi rimuginava su quella sua convinzione: «Noi educatori dobbiamo combattere le stragi del sabato sera». Alla fine, Crocetta Calabrese, preside dell’istituto tecnico Feltrinelli, ha deciso di intervenire. Ha alzato il telefono e ordinato mille etilometri da regalare ai suoi 700 studenti per le vacanze di Natale. Un alcol test «per festeggiare senza correre rischi». Un dono «responsabile». Che nei prossimi giorni sarà distribuito a tutti gli iscritti dell’Itis di piazza Tito Lucrezio Caro. Sulla confezione c’è il logo della scuola e uno slogan: «Nelle feste non giocarti la vita ». Altro aforisma che piace alla preside: «In vacanza con il cervello». «E con l’anno nuovo — promette — avremo nell’atrio anche un distributore di test etilici». I kit, monouso, saranno venduti a prezzo politico. «Tutti potranno acquistarli prima del weekend».

Combattere l’alcol subito, sui banchi di scuola. «La scorsa settimana — racconta ancora la dirigente — ho invitato gli studenti organizzare la festa di Natale. Dopo le risate di chi suggeriva grandi bevute, ho pensato di correre ai ripari. Perché è inutile prendersi in giro: con le vacanze i più grandi andranno a ballare. E, inevitabilmente, alzeranno il gomito. (*) Per questo ho pensato di responsabilizzarli». Mille etilometri — «che mi sono costati quanto spostare venti banchi dalla sede centrale alla succursale» — e un anno per discutere di abusi e dipendenze. Le tappe del progetto: lo psicologo della scuola illustrerà agli iscritti i rischi dell’alcol, un esperto dell’Asl sarà invitato a un’assemblea, il padre di un ragazzo morto sulle strade incontrerà tutta la popolazione studentesca. Ma la vera novità è questo palloncino confezionato in una busta blu, arrivato da una ditta francese e atteso da tutti i ragazzi. Soprattutto da quelli del serale. Sono loro i più a rischio, dicono i docenti. Giovani tra i venti e i venticinque anni che di giorno lavorano, la sera vanno a scuola e di notte frequentano le discoteche di tutta la Regione.

Daniele, che ha 19 anni e frequenta il Feltrinelli dopo una giornata in officina, è entusiasta: «La scorsa settimana — racconta — sono stato fermato dalla Polstrada. Mi sono spaventato. Per fortuna il test era negativo, ma ho capito l’importanza di questa iniziativa». Proposito per l’anno nuovo: «Quando avremo il distributore, regalerò i kit agli amici».

Forse qualcosa si sta muovendo. «Anche se — ammettono i docenti — il venerdì sera, fuori da scuola si vedono troppo bicchieri, troppe bottiglie». Tutta colpa dell’happy hour. E della voglia di sballare, di stordirsi. Secondo le ultime statistiche, l’uso (e abuso) di bevande alcoliche inizia intorno ai tredici-quattordici anni. «Per questo — ribadisce la preside — vogliamo fare la nostra parte. La scuola non può stare ferma a guardare questi ragazzini che rovinano le loro vite».

(*) Nota: perché inevitabilmente? Inevitabilmente perché non è possibile trovare un posto dove far festa senza ritrovarsi in bar, pub o discoteche con consumazione obbligatoria. Inevitabilmente perché dei 300 milioni di euro che i produttori di alcolici spendono in pubblicità, una buona parte è usata per indurre nei giovani l’associazione di idee festa=alcol. Inevitabilmente perché gli adulti non sanno proporre un modo di stare assieme che non sia mediato dall’alcol. Inevitabilmente perché anche nelle feste scolastiche non si fa niente per limitare il consumo di alcolici per timore di apparire proibizionisti e poco giovanili. Inevitabilmente perché la scuola ha rinunciato ad trasmettere una educazione estetica, la capacità di godere delle meraviglie della vita e di acuire quelle sfumature sensoriali che permettono di scoprire (gratuitamente) le emozioni dentro di sé.


GAZZETTA DI MANTOVA

Lettere

La giustizia qui e in Inghilterra

Leggendo lunedì la triste notizia di Guidizzolo mi vengono in mente altre due notizie ricevute quando due settimane fa mi sono recato in Inghilterra per trovare mia madre.

La prima era che un giovane sottoministro (di grandi speranze) è stato condannato in un Tribunale per aver usato un cellulare quando guidava. Risultato? Una multa di 100 sterline più spese, più 15 sterline da versare in un fondo per vittime della strada, più tre punti tolti dalla patente. Potrebbe succedere qui?

La seconda notizia era di gran lunga più triste e rilevante.

Una mattina di due anni fa un autista di furgone ha ucciso quattro componenti su cinque di una famiglia in un incidente stradale. Era stato ad una festa la notte precedente, aveva bevuto e aveva dormito solo tre ore prima di andare al lavoro il mattino dopo, con questo tragico risultato. Adesso quest’autista ha cominciato a scontare sette anni di galera. Potrebbe succedere qui?

Non posso fare a meno di pensare non solo all’incidente di Guidizzolo, ma anche ad un altro, qui a Mantova, circa due o tre anni fa, quando un giovane, dopo aver bevuto e preso droga, ha provocato la morte di due giovani donne in una violentissima collisione. La sua pena? Se mi ricordo bene, qualcosa di simile a una squalifica e una multa. Non faccio altri commenti.

C.M. Brewerton


CORRIERE DELLA SERA – FORUM ITALIANS

Erasmus non è solo sbronza+discoteca

Hola Italians,

volevo parlarvi dell’articolo uscito su Perugia, «La Ibiza degli stranieri». Sinceramente penso che sia allarmistico e infondato, o meglio, ciò che è stato descritto è stato esagerato. Il fatto che i ragazzi bevano non mi sembra così scandaloso; i festini a base di coca e sesso riguardano sicuramente una parte molto marginale della popolazione studentesca. Mi sembra sbagliato parlare dei giovani e dei loro problemi, ingrandendoli, «solo» perché ci è scappato il morto. Io non sono di Perugia, però sono stato un anno in Erasmus a Valencia, e l’alcol e il fumo girano un sacco, ma poi in realtà il 98% dei ragazzi li usa con molta moderazione, nel senso che magari ci scappa la sbronza+discoteca, però non mi sembra che finisca il mondo (se non si guida). Se poi si vuole dire che tutti i ragazzi sono tossici e pervertiti, o lo si dice in malafede per fare un articolo «bomba» oppure si è 40-50enni bacchettoni che pensano che i figli saranno verginelli fino al matrimonio e che ai pub prendono la Coca Cola. In ogni caso complimenti al Corriere, e in particolar modo a Italians.

Un saluto a tutti,

Antonio Torretta, antoniotorretta@hotmail.it


LA SICILIA

Otto mesi a un «pirata» naccio 

Ubriaco investe con l’auto un uomo a Naro e fugge: condannato e rimesso in libertà

Guidava ubriaco ed ha investito un uomo appena uscito dalla casa dei suoceri. Protagonista della vicenda è un cittadino venezuelano da anni residente nel comune di Naro.

Ieri, nell’aula penale della sede distaccata di Canicattì del tribunale di Agrigento, il giudice monocratico Luca D’Addario, ha letto il dispositivo contenente la sentenza di condanna dell’imputato, Carlos Jesus Cimulè 35 anni di origine venezuelana, a 8 mesi di reclusione più 600 euro di ammenda.

I fatti si riferiscono all’ottobre del 2005. L’imputato, secondo quanto emerge dagli atti giudiziari dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo si sarebbe messo alla guida della sua autovettura, una Punto investendo P.C. di Naro che insieme alla moglie stava uscendo dalla casa dei suoceri.

La vittima, ha riportato diverse escoriazioni al viso e al tronco. Condotto all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, il personale sanitario ha stilato una prognosi di 10 giorni.

L’imputato, dopo l’incidente, si sarebbe allontanato senza prestare alcun soccorso. La vittima ha però sporto denuncia presso la locale caserma dei carabinieri. I militari dell’Arma, si sono messi sulle tracce del venezuelano e dopo alcune perlustrazioni lo hanno rintracciato nel territorio di Naro. Sulla parte anteriore dell’auto c’erano ancora i segni di un urto recente. I carabinieri, dal suo modo di esprimersi hanno intuito che era ubriaco e così lo hanno sottoposto a sua volta all’alcoltest, che sarebbe risultato positivo. Per lui è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso. Il giudice D’Addario, dopo aver esaminato gli atti e ascoltato le conclusioni della difesa, ha condannato l’uomo alla pena di otto mesi di reclusione, pena sospesa, più un’ammenda di ottocento euro.

Davide Difazio


IL GAZZETTINO (Pordenone)

UBRIACO ALLA GUIDA DELLA SUPERCAR 

Azzano Decimo

Ha tentato di eludere il controllo dei Carabinieri, non fermandosi all’alt: un ventitreenne di Gruaro è finito nei guai avendo più del triplo del consentito di alcol in corpo, mentre si trovava alla guida. È accaduto la scorsa notte al confine regionale tra Veneto e Friuli, lungo la statale 251 Portogruaro - Pordenone. Il giovane, verso le 3.30, si trovava alla guida di una potente Mercedes 500 SL, quando ad Azzano Decimo è incappato nel controllo dei Carabinieri della locale stazione. All’ alt degli uomini in divisa però il gruarese ha pensato male di accelerare. Non è servito l’immediato inseguimento dei militari per bloccarlo. È bastata infatti la segnalazione via radio ai colleghi della Compagnia di Portogruaro che lo hanno aspettato. E infatti pochi minuti dopo i Carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno individuato la Mercedes segnalata, ad una stazione di servizio di Cinto Caomaggiore. Sul posto sono giunti così i militari di Azzano che hanno provveduto all’ alcol test, che è risultato positivo. Ben 1.70 milligrammi per litro, più del triplo di quanto previsto dal codice stradale. Evidentemente il tentativo del giovane automobilista era quello di eludere il controllo etilometrico. Una manovra che gli potrebbe costare una multa salata. Intanto l’aver bevuto abbondantemente gli ha procurato la denuncia penale, il ritiro della patente nonché la segnalazioni al Prefetto.


IL MATTINO

Guida un tir ubriaco ritiro patente

Capodrise. Ritiro della patente, tremila euro di multa e fermo amministrativo del tir per sei mesi. M.S., 37 anni, al volante di un’autoarticolato proveniente da Alessandria, lungo viale Carlo III, l’altra sera è stato fermato dalla polizia municipale di Capodrise perché in stato di ebbrezza. Il test alcolemico eseguito dai medici del 118, chiamati dagli stessi agenti, ha poi confermato il sospetto. M.S., qualche minuti prima dell’intervento dei vigili urbani, aveva tamponato una vettura, per fortuna senza gravi conseguenze. cl.lo.


IL TIRRENO

Guidavano ubriachi, denunciati e ritiro della patente di guida 

ARCIDOSSO. Due patenti ritirate dai carabinieri del Norm della Compagnia di Arcidosso per guida in stato di ebbrezza.

Nella serata tra martedì e mercoledì, intorno alle 20, i militari hanno fermato un’auto, una Ford Mondeo, che procedeva a zig zag in uscita dal centro di Arcidosso. Un percorso che doveva inequivocabilmente far insospettire l’Arma. Alla guida c’era un cittadino polacco di 42 anni risultato positivo all’etilometro: ben 2 grammi per litro, quando il limite è di 0,50. L’uomo, che era da solo, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza.

Stessa sorte per un italiano di 20 anni, nativo di Castel del Piano ma residente ad Abbadia San Salvatore, fermato alle 3,40 di notte nel centro di Arcidosso, alla guida di una Fiat Stilo: anche per lui l’etilometro segnava 2, quattro volte tanto il limite (per la precisione 2,07).

Nella stessa notte i carabinieri hanno proceduto anche al controllo di un 19enne grossetano, trovato (nel centro di Castel del Piano) in possesso di 7,3 grammi di hashish che teneva addosso e che ha poi consegnato ai militari. Il fatto era accaduto poco dopo la mezzanotte.

Il giovane è stato denunciato alla magistratura a piede libero.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da MODENA2000)

Picchia moglie e deruba suocera e cognato

Bologna - Un pluripregiudicato campano di 37 anni - in regime di sorveglianza speciale - agendo sotto l’effetto dell’alcol, ha picchiato la moglie e poi ha derubato suocera e cognato. Il fatto è avvenuto a Molinella.

Dopo una lite con la moglie per futili motivi, l’uomo ha derubato la madre della donna sotto la minaccia di un coltello e poi è fuggito a bordo di un’auto rubata al cognato. I carabinieri lo hanno rintracciato ed arrestato per rapina, furto, maltrattamenti in famiglia e inosservanza degli obblighi previsti dal regime di sorveglianza speciale.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da GOSSIPBLOG.IT)

Eric Clapton non riusciva a resistere all’alcol e al sesso

23/11/07 - Eric Clapton ha rivelato di non aver mai fatto sesso da sobrio se non dopo aver superato i 30 anni d’età. In un’intervista recentemente rilasciata al South Bank Shows l’artista si confessa:

“La prima volta che sono uscito dalla clinica per disintossicarmi dall’alcol non riuscivo ad avere rapporti con mia moglie. Non mi era mai successo prima di fare sesso senza essere sbronzo.”

Il musicista 62enne, soprannominato Slow Hand per il suo stile chitarristico, ha inoltre rivelato di aver appeso la bottiglia “al chiodo” durante un tour in Australia nel 1987 dopo aver pensato seriamente di togliersi la vita.


ALTO ADIGE

Seminario degli alcolisti anonimi

IL SECOLO XIX

Adolescenti a rischio a dodici anni già alcolisti

IL MESSAGGERO (Pesaro)

Stordito come il batacchio di una campana a causa dell’alcol ha iniziato a infastidire tutti i...

GAZZETTA DI REGGIO

Ubriaco in manette

CORRIERE DELLE ALPI

La locanda sfida l’alcol


© asaps.it
Sabato, 24 Novembre 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK