ALCOLISMO Ma la fede aiuta nella guarigione? Molte le ricerche sui poteri della spiritualità sulla salute. Ottimi i
risultati contro l’alcolismo La maggioranza dei medici
americani è convinta che nel processo di guarigione la religione eserciti
un’influenza positiva e, per oltre la metà di essi, l’intervento di un’entità
superiore può essere determinante. È il risultato di un sondaggio condotto dai
ricercatori dell’Università di Chicago e pubblicato sulla rivista Archives of
Internal Medicine. Duemila medici di età inferiore ai 65 anni sono stati intervistati
sulle loro convinzioni religiose e sulla loro opinione circa l’influenza,
positiva o negativa, della religione sulla salute dei malati. L’intervento divino Se l’85% dei medici interpellati
è convinto che la spiritualità eserciti un effetto benefico sulla salute dei
pazienti, il 54% ammette la possibilità di un intervento divino e il 6% si
spinge fino a sostenere che la religione è in grado di modificare i risultati
clinici. In netta minoranza i medici non convinti dell’effetto terapeutico
degli aspetti spirituali dell’esistenza: il 7% attribuisce alla religione la
capacità di indurre nel paziente emozioni negative, come ansia e senso di
colpa, il 4% ritiene che la religiosità possa fornire ai pazienti un alibi per
non occuparsi seriamente della propria salute, il 2% teme che alcune
convinzioni religiose possano spingere, in alcuni casi i malati a rifiutare le
cure. Conta il credo personale Tutti i medici intervistati
concordano sul fatto che i pazienti attingano alle loro risorse spirituali per
affrontare meglio la malattia; se ciò possa apportare o meno un reale beneficio
in termini di guarigione clinica, però, è una questione aperta, e le differenti
opinioni in merito riflettono le convinzioni personali dei medici. Questo
aspetto del problema è stato approfondito dagli stessi ricercatori
dell’Università di Chicago in uno studio, pubblicato su Psychiatric Services,
che confrontava le convinzioni religiose di un campione di psichiatri con
quelle di altri medici specialisti; agli intervistati veniva inoltre chiesto,
dopo avergli illustrato il quadro clinico di un paziente con sintomi
psichiatrici, se ritenessero opportuno inviarlo a un sacerdote o ad uno
specialista. Non sottovalutare la psiche Gli psichiatri sono risultati
meno religiosi degli altri medici, e più inclini a considerarsi
"spirituali" ma non "religiosi"; d’altra parte, i medici
religiosi non psichiatri sono apparsi più propensi a consigliare a una persona
con problemi psicologici un incontro con un sacerdote, piuttosto che con un
professionista. La psichiatria e la religione appaiono dunque quasi divise da
una tensione dialettica, che può avere importanti ricadute sul tipo di aiuto
che viene offerto ai pazienti. Se la mancanza di un corretto trattamento può
avere conseguenze gravi, anche sottovalutare le risorse spirituali a
disposizione di un individuo può essere un errore. A tale proposito una ricerca
del Dipartimento di Psichiatria degli Hôpitaux Universitaires di Ginevra ha
sottolineato il ruolo protettivo della religione nei confronti del suicidio,
mentre uno studio del Centro di Ricerca sulle Dipendenze dell’Università del
Michigan ha evidenziato che, in un gruppo di pazienti in trattamento per
dipendenza alcolica, l’aumento delle esperienze spirituali e la sensazione di
avere uno scopo nella vita sono positivamente associate con la capacità di
mantenersi lontani dall’alcol. Più spiritualità meno alcol Questo effetto positivo della
spiritualità è stato utilizzato dagli operatori del Dipartimento di Medicina
della Famiglia e della Comunità del Baylor College of Medicine di Houston
(Texas), che hanno associato all’usuale programma di trattamento dell’alcolismo
un percorso, della durata di sette settimane per potenziare la spiritualità dei
partecipanti. Risultato: più attenzione agli aspetti spirituali facilita
l’astinenza dall’alcol. Se pregare non serve Ma è possibile
"misurare" l’effetto di una pratica spirituale, come ad esempio la
preghiera, sulla salute? I ricercatori dell’Hertford College di Oxford (Regno
Unito) ci hanno provato, analizzando i risultati di dieci studi clinici che
avevano testato l’efficacia terapeutica della preghiera, volta a ottenere
benefici in per la salute. Dopo aver esaminato i dati relativi di 7600 persone,
gli studiosi inglesi sono giunti a conclusioni contraddittorie: le preghiere
hanno mostrato un effetto benefico in pazienti ad elevato rischio di vita e in
un campione di donne sottoposte a tecniche di fecondazione assistita; d’altro
canto in un gruppo di pazienti chirurgici, si è osservata una maggiore incidenza
di complicanze post-operatorie in coloro che erano a conoscenza del fatto di
essere oggetto di preghiere, rispetto a chi non riceveva preghiere. Francesco Cro - Psichiatra,
Serv. Psichiatrico Diagnosi e Cura, Viterbo ALCOLISMO Savona - Prevenzione incidenti per uso alcool Alcol: un problema a cui l’ASL2
da tempo offre una risposta. Da qualche anno, all’interno del Dipartimento per
le Dipendenze è attivo un gruppo di lavoro (Struttura Semplice Alcologia) che
si occupa delle problematiche legate al consumo patologico della sostanza
legale più diffusa in assoluto: l’alcol. Il gruppo, formato da figure
professionali preparate quali medici, educatori professionali, assistenti
sociali, infermieri e psicologi, prende in carico quanti vivono un problema con
l’alcol, siano essi pervenuti su segnalazione da parte di medici (ospedalieri,
specialisti, PS o MMG), famiglie, datori di lavoro, amici o per consapevolezza
individuale. Il servizio è gratuito, aperto
cinque giorni la settimana, e con sedi di cura e terapia allocate sul
territorio (Cairo, Savona, Finale, Albenga). Ma chi accede al servizio?
Persone di fascia d’età, ceto e professione diversi, con storie familiari
eterogenee. Comunque soggetti che si rivolgono all’ASL per avere una risposta
che dia sollievo a un comportamento che troppe volte viene considerato un
"vizio", tralasciando un elemento importantissimo: il consumo
patologico dell’alcol (in forma di uso cronico inadeguato o abuso occasionale)
è una malattia e come tale è stata classificata dal punto di vista nosografico
nel DSM IV R. I sintomi sono molteplici ed i criteri per la diagnosi ci aiutano
a classificarla: tolleranza, astinenza, assunzione per lunghi periodi o in
quantità maggiori di quelle che il soggetto aveva previsto di assumere. Ma anche
il desiderio di smettere o di ridurre che si scontra con fallimenti ripetuti,
la riduzione o la paralisi di attività importanti, come il lavoro, o lo
sfilacciamento delle relazioni sociali e famigliari fanno parte del quadro
complesso del "problema alcol". Alcol e lavoro: perché occuparsene? Nell’esperienza di questo gruppo
di lavoro è risultato evidente che la persona che si rivolge al Servizio non è
la "malattia", ma ha una storia personale, e dentro questa storia c’è
anche una appartenenza professionale, che, talune volte, è disarmonica con
quegli stili di vita che dovrebbero aiutare a curarsi. Pensiamo a chi lavora
nei locali pubblici come bar e cucine dei ristoranti, per cui l’alcol
rappresenta un "compagno di lavoro", chi lavora all’aperto e con fatica
come i lavoratori edili dove l’alcol apparentemente diventa un aiuto alla
stanchezza o al freddo, chi fa lavori ripetitivi o insoddisfacenti. Nessuna
categoria lavorativa in realtà è esente da rischi (dal bancario alla
casalinga), ma alcune lo sono maggiormente di altre. Alla legge 125 del 2001 doveva
far seguito un regolamento che prevedeva le categorie ad "alcol
zero", cioè professioni che devono essere svolte da lavoratori che non
abbiano assunto alcol. L’elenco, definito nel marzo del 2006, fa parte di
un’Intesa Stato Regioni ed è stato oggetto di attente valutazioni ed è un punto
di partenza. Per altro da alcuni anni era
attivo un Progetto nazionale avente come tema "alcol e lavoro", che
si è posto l’obiettivo di comprendere quale fosse, nel mondo del lavoro la
percezione del rischio a seguito di assunzione di alcolici. Sono state fatti
numerosi monitoraggi sul territorio nazionale, e i contesti lavorativi sono
stati i più vari: dal settore manifatturiero e alimentare a quello sanitario e dei
trasporti Infatti l’alcol rappresenta un
importante fattore di rischio sia generico che specifico. Non dimentichiamo che La Carta
Europea sull’alcol (1995) evidenzia la necessità di "Promuovere ambienti
pubblici, privati e lavorativi protetti da incidenti, violenza e da altre
conseguenze negative derivanti dal consumo di bevande alcoliche;" l’
European Alcohol Action Plan 2000-2004 contenuto nell’HEALTH 21, dell’OMS, tra
gli Obiettivi Generali evidenzia la necessità di "Ridurre i rischi di
problemi alcolcorrelati che possono verificarsi in una serie di ambienti quali
la casa, il luogo di lavoro, la comunità o contesti in cui l’alcol viene
consumato." L’Organizzazione Internazionale
per il Lavoro (ILO) afferma che il 10-12% di tutti i lavoratori con età
maggiore di 16 anni ha problemi legati all’abuso e alla dipendenza da alcol.
Una recente ricerca dell’Associazione Dirigenti Risorse Umane (GIDP-HRD) stima
che il 45% dei manager presenta un abuso occasionale o continuativo di alcol.
Per quanto riguarda il rischio di infortuni stradali a seguito dell’assunzione
di alcolici, questa fattispecie rappresenta più dell’11% dei circa 940.000
infortuni sul lavoro all’anno e questi possono essere legati sia al percorso
casa-lavoro (infortunio in itinere) che a spostamenti nell’ambito dell’orario
di lavoro. In Italia, ogni anno, vengono
denunciati all’INAIL poco meno di un milione di infortuni sul lavoro con durata
di inabilità superiore alle tre giornate. Di questi circa il 51% accadono con
modalità quali ad esempio: "ha urtato contro…", ha messo "un
piede in fallo", è "caduto dall’alto…", o "in piano…., o
"in profondità…", ha avuto un incidente "a bordo di…", o
"alla guida di…". Questi non accadono a causa del consumo di bevande
alcoliche, ma l’assunzione di alcol può influire pesantemente sul loro
verificarsi. Alcuni studi valutano che gli
infortuni dovuti all’abuso di alcol siano il 10-20% di tutti gli infortuni.
Altri studi, che hanno misurato l’alcolemia subito dopo l’infortunio sul
lavoro, evidenziano che circa il 4% dei lavoratori infortunati presenta livelli
elevati nel sangue di alcol. Prendendo in considerazione questi dati è
possibile affermare che il 4-20% degli infortuni lavorativi è alcol correlato.
Dunque dei 940.000 infortuni denunciati da 37.000 a 188.000 hanno come causa il
consumo di alcolici: l’assunzione di bevande alcoliche rappresenta sempre un
"rischio aggiuntivo", rispetto ad un rischio lavorativo preesistente,
che deve essere sempre ridotto al minimo. Con queste premesse l’UO di
alcologia del Dipartimento per le Dipendenze dell’ASL2 presentò lo scorso anno
un progetto specifico alla regione Liguria. Tale progetto venne appoggiato e
finanziato in alcune sue parti, e attualmente si sta portando a compimento,
anche grazie ai preziosi suggerimenti che la U.O. PSAL dell’ASL2 ha saputo
fornirci. Progetto: "Sicurezza nei cantieri edili" Il progetto "Sicurezza nei
cantieri" mira a sensibilizzare i lavoratori del settore edile sui rischi
correlati al consumo di bevande alcoliche in relazione alle attività svolte. Per una azione sinergica, come
evidenziato più avanti, è stato necessario correlarsi con soggetti
istituzionali presenti sul territorio aventi specifici ruoli e competenze. L’accoglienza è stata, sin dalla
prima ora, assai attenta e ha espresso, nelle intenzioni e nei fatti, la piena
disponibilità, segno che il tema del progetto è risultato significativo. Infatti tutti i Partner hanno
collaborato con disponibilità di personale e risorse (e che cogliamo
l’occasione per ringraziare da queste pagine), anche per la pubblicazione di un
apposito libretto, "alcol e lavoro", che verrà distribuito
all’interno dei luoghi di lavoro e di formazione del settore edile, i cui costi
sono stati assunti dal CPT di Savona. Destinatari Il Progetto "Sicurezza nei
Cantieri" è rivolto al mondo del lavoro, variegato e multietnico, che
opera nel campo dell’edilizia. Gli interlocutori privilegiati
sono quei soggetti istituzionali che hanno ruoli e compiti di formazione professionale
e promozione della sicurezza: l’Ente Scuola Edile di Savona, la Provincia di
Savona e il Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione infortuni,
l’igiene e l’ambiente di lavoro. Attraverso questi soggetti, è
stato infatti possibile promuovere momenti formativi specifici per gli addetti
al mondo dell’edilizia. I destinatari ultimi del progetto
saranno gli operatori del settore presenti nel mondo del lavoro da molti anni,
e/o che aggiornano periodicamente la propria professionalità, ovvero si
specializzano, così come studenti in formazione. Finalità Promuovere stili di vita più
salubri e una maggiore sicurezza sul posto di lavoro il cui risultato porta
alla riduzione degli infortuni sul lavoro in relazione alle problematiche
alcol-correlate. Obiettivi • Rilevare le opinioni, e le
conoscenze rispetto ai rischi alcol correlati nei luoghi di lavoro, anche in
forma strutturata la fine di avviare una banca dati. • Sensibilizzare i corsisti
rispetto ai rischi connessi al consumo di bevande alcoliche sia durante le
attività lavorative che extra-lavorative, nell’ottica di migliorare la qualità
della vita individuale e collettiva • Favorire la riduzione del
rischio di degli infortuni sul lavoro, e l’insorgere o l’aggravarsi di
patologie correlate all’uso di alcol. • Facilitare l’accesso ai servizi
dei lavoratori con problematiche alcol-correlate e dei loro famigliari rendendo
visibili le risorse in campo alcologico presenti sul territorio. • Promuovere un ampliamento delle
conoscenze in relazione alla legislazione vigente Metodologia Ricerca dati • Somministrazione di un
questionario strutturato sull’autopercezione della salute, sui consumi
dell’alcol, nonché su opinioni, conoscenze, pregiudizi rispetto al tema alcol e
lavoro, alcol e legislazione, alcol e guida. • "Lezioni", incontri
di sensibilizzazione e formazione rivolti sia ai formatori (docenti), studenti,
lavoratori ma anche agli operatori della sicurezza. • Distribuzione materiale informativo IL TRENTINO Una settimana di mobilitazione per sconfiggere l’abuso di alcol VAL DI SOLE Problema diffuso tra i giovani MALE’. In occasione della
giornata “Oggi alcol? No, grazie!” fissata anche quest’anno per oggi,
importante settimana di mobilitazione in tutta la valle di Sole contro l’abuso
di alcol: un problema, purtroppo, oggi sempre più diffuso tra i giovani.
Diverse le iniziative per informare e sensibilizzare messe in atto dalle
scuole, dal poliambulatorio e dal club degli alcolisti in trattamento della
valle. Oggi, a partire dalle ore 22, al bar Sixtus Treff di Croviana
l’associazione di giovani volontari “Stente sani friends” organizza un concerto
“analcolico” col dj Roby. Ma l’attenzione è rivolta anche a tutti gli altri
aspetti attraverso cui si manifesta il disagio giovanile. Per questo, della possibilità di orientare i più giovani verso
scelte di stili di vita sani e del ruolo fondamentale che, lavorando assieme,
possono giocare in questo senso la famiglia, la scuola, le istituzioni e le
varie associazioni di volontariato e non, si discuterà in un convegno in
programma domani al teatro comunale di Dimaro, a partire dalle ore 14, con
l’intervento del sottosegretario alla Pubblica istruzione Letizia De Torre,
dell’assessore provinciale alle Politiche per la salute Remo Andreolli, del
direttore generale dell’ Azienda provinciale sanitaria Carlo Favaretti e
dell’assessore alle Politiche sociali del Comprensorio della valle di Sole
Michele Bontempelli. Il convegno è organizzato dall’Azienda sanitaria, distretto Valle
di Sole, e dai due Istituti comprensivi della valle. Sempre sabato, infine, a
partire dalle ore 20.30, nell’aula magna della scuola media di Malé, serata di
presentazione del Piano giovani di zona con un concerto nel quale si esibiranno
tre gruppi musicali (f.ve.). IL GAZZETTINO (Belluno) Stop all’alcol di notte ma spaghetti gratis Dopo le ultime normative sulla
mescita di bevande alcoliche e la levata di scudi con il ritiro da parte del
Silb, sindacato locali bar e dell’Ascom dalla collaborazione con il Sert per le
azioni di prevenzione su tutto il territorio provinciale, qualcuno lancia una
sfida. Alcuni gestori non la pensano infatti come le associazioni di categoria
in questione e tra questi c’è Marco Cecchet, della "Locanda" di
Belluno, che da questa sera mette in azione un progetto pensato insieme al Sert
dell’Ulss 1 in collaborazione con Comune e Provincia di Belluno, Radio Belluno
e Autoscuola Girasole e che ha fatto slogan della domanda "Se lo sai ci
sei. Vuoi vedere che non riusciamo a dire stop all’alcol in nome della
sicurezza senza rinunciare alla festa?" E così il gong che stabilirà
la fine della somministrazione di alcolici risuonerà alle 24 e 30 dei venerdì a
partire da questa sera offrendo in cambio musica, un party di pastasciutta
gratis, prove con etilometro, picometro e di abilità su scooter per la guida
sicura. Si attende la risposta dei giovani; 800 sms sono stati inviati ai
ragazzi da parte della Provincia e 800 e-mail sono partite dall’Informagiovani di
Belluno "E’ un modo - afferma Paolo Bello del Sert - non di proibire, ma
di rendere consapevoli della possibilità di alternative mediante un nuovo
approccio». Cristina Orsega IL GAZZETTINO (Rovigo) ALLARME SOCIALE Alcolismo fra i giovani Rovigo con Milano sopra la media nazionale Roma Sei ragazzini, fra i 14 ed i 16
anni, su cento hanno problemi di alcoolismo. Lo denuncia la sen. Maria Burani
Procaccini, responsabile nazionale famiglie e minori di Forza Italia.«Si tratta
di un dato agghiacciante - afferma la Burani Procaccini - che coinvolge tutta
la penisola, pure se Milano e Rovigo, secondo i dati forniti dalle unità di
alcologia afferenti ai Sert, presentano i dati più spiccati, con punte che
toccano l’8%». Per la parlamentare «non è possibile fare finta di niente e non
intervenire pesantemente con protocolli di prevenzione, ma anche con strumenti
di repressione, individuando limiti precisi, ma chiari e seri, all’assunzione
indiscriminata di bevande alcoliche». La Burani Procaccini accusa la scuola
italiana di «fare finta di non vedere l’ampiezza di un fenomeno che si espande
a macchia d’olio e si lega con l’assunzione di altre sostanze pericolose che
minano ulteriormente la salute dei nostri adolescenti». IL TRENTINO L’alcoltest arriva al ristorante Al Pedavena si soffia nella cannuccia dopo la cena TRENTO. Si inserisce un euro, si
prende la cannuccia trasparente e si soffia forte per alcuni secondi. Così chi
va a bersi una birra al Pedavena, prima di uscire dal locale, potrà verificare
il proprio tasso alcolemico nel sangue: è approdato anche nella birreria di
Trento l’alcoltest. L’accattivante macchinetta, posizionata nella sala grande
del locale di Andrea Ghesla all’entrata dei bagni, è stata allestita una
settimana fa e già un centinaio di ragazzi ha soffiato. Lo scopo della ditta
che la proposta, la «Safe Drive» di Bolzano, è di promuovere un’azione
preventiva. Per il corretto funzionamento dell’alcooltest, si legge, bisogna
soffiare venti minuti dopo l’assunzione dell’ultimo boccale di birra. «Molti
soffiano per curiosità, altri perché effettivamente vogliono controllare il
proprio stato d’ebbrezza prima di mettersi alla guida», spiega Andrea Ghesla. Se
il cursore segnala un valore uguale o superiore ai 0,50, è il caso di aspettare
all’interno del locale prima di mettersi «in moto», in caso contrario si può
partire. «È uno strumento utile e l’ho voluta installare per dare un servizio
in più ai miei clienti», conclude Ghesla. Per ora questa è l’unica macchina
presente a Trento città, ma la «Safe Drive» di recente ha installato
l’alcooltest anche alla discoteca «Number one» di Pergine, allo «Studio 1» in
Bondone, allo «Shuttle» di Andalo e al «Fanum» di Mori. Tutte discoteche
insomma, il «Pedavena» è la prima birreria nella quale è stato sistemato
l’alcooltest e sta dando risultati maggiori (in termine monetari) rispetto ai
locali da ballo. (m.b.) CORRIERE DELLA SERA Sul mercato Da 2 a 300 euro, ne
esistono di vari tipi più o meno affidabili L’etilometro diventa un gadget Caccia al modello tascabile Vendite quadruplicate, il boom è previsto
per Natale MILANO, 23 novembre 2007 - Non
bastavano i telefonini, le chiavette ubs, le micromacchine fotografiche digitali
e altre diavolerie tecnologiche simili per ingrossare borse e tasche. No. Ora
al nutrito gruppo si aggiunge anche l’etilometro. Sì, proprio quell’oggetto che
serve per misurare il tasso alcolico (0,5% di alcol per litro di sangue il
limite) e sapere se ci si può mettere alla guida oppure è meglio cedere il
volante. Quello che viene comunemente chiamato «palloncino» non è più
un’esclusiva di vigili e poliziotti. Piuttosto, si va diffondendo la caccia (e
l’acquisto) all’etilometro tascabile anche tra i privati. «Per un
autocontrollo» spiega chi lo produce e lo vende, ma anche come regalo tra
amici. E c’è chi già prevede (e spera) in un boom natalizio. (*) In effetti il boom è già in
corso. Nell’ultimo anno si sono moltiplicate le vendite degli etilometri da
tasca. Lo conferma Paola Matera, amministratore unico della Veritest Srl ( www.alco-control.it, ) che li vende ed è tra i
principali fornitori di molte polizie municipali. «Rispetto allo scorso anno —
dice — solo per la nostra azienda le richieste sono quadruplicate, non solo da
parte dei soggetti più istituzionali, ma anche da parte dei privati». Sarà
perché, spiega ancora la Matera, «dopo gli ultimi gravi incidenti stradali
causati dall’eccesso di alcol, è aumentata molto la sensibilità sull’argomento
». E perché, aggiunge Paolo Vullo, amministratore delegato della Pectrol, altra
azienda produttrice, «i controlli sulle strade sono talmente pochi che sono le
singole persone a volersi autocontrollare». (**) In più, l’articolo 6 della nuova
legge 117 del 2007 obbliga «tutti i titolari e i gestori di locali ove si
svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre
forme di intrattenimento» a «esporre all’entrata, all’interno e all’uscita dei
locali» le tabelle con «le quantità, espresse in centimetri cubici, delle
bevande alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso
alcolemico per la guida in stato di ebbrezza », pena la chiusura del locale da
7 a 30 giorni. Perciò molti gestori di ristoranti, discoteche, pub hanno
ordinato etilometri da piazzare nel proprio locale. Così che «ogni avventore
possa responsabilmente controllare il proprio tasso alcolico», spiega Vullo che
nel 2003 ha lanciato il «Soffia e sai» ( www.soffiaesai.it,
), etilometro monouso in vendita a un euro e 90 in quasi 6 mila farmacie
italiane. Ma il suo «palloncino » è stato acquistato anche da molti comuni
italiani, come Como, Salerno, Caserta, Rimini, che l’hanno dato alla polizia
municipale per i controlli sulle strade. «Il mio obiettivo però — dice Vullo —
è renderlo disponibile soprattutto nei locali di divertimento ». Gli etilometri in commercio sono
molti, di diverso livello, di variabile affidabilità. Si trovano in farmacia,
in alcune discoteche, ma soprattutto su Internet, dove la scelta è infinita. Ci
sono i monouso: sono i cosiddetti «palloncini», si soffia dentro e un colore
segnala il tasso alcolico. Ma i migliori sono quelli con un sensore
elettrochimico, spiega Paola Matera: «Il margine di errore è pari al 3-5% e
sono realizzati con un software così sofisticato da distinguere tra fumo,
residui di caffè o Coca-Cola». Il loro prezzo è ancora piuttosto alto, intorno ai 300 euro per un
modello affidabile. Poi ci sono gli altri, quelli con un sensore
semiconduttore: «Il livello di precisione — riflette la Matera — dipende dalla
qualità del sensore e dal microchip interno». E qui l’offerta è ricchissima,
per tutte le tasche. Dai pochi euro per i modelli che arrivano dall’Asia,
chiamati «gadget» dagli addetti ai lavori che li snobbano e li sconsigliano, a
quelli più tecnologici e quindi più affidabili e più costosi, dai 100 euro in
su. La caccia è appena cominciata. (***) Claudia Voltattorni (*) Nota: la diffusione degli etilometri per uso personale si
presta a diverse considerazioni. Se si parte dal presupposto che nessun livello
di alcolemia va associata alla guida, il loro uso diventa superfluo, se non
addirittura pericoloso. Sapere di essere nei limiti legali può indurre un falso
senso di sicurezza. L’uso dell’etilometro può tuttavia essere un primo momento
di informazione, rivolto a quelle persone che in ogni caso non rinunciano a
bere alcolici. A volte il desiderio di trasgressione o la pseudocultura
enologica danno all’uso degli alcolici valori e significati che non possono
esser messi in discussione in breve tempo. L’uso dell’etilometro per evitare
una contravvenzione può essere un primo messaggio semplice e accettabile. (Roberto
Argenta) (**) Nota: strana teoria questa. Come se il conoscere la propria
alcolemia fosse un bisogno soggettivo non adeguatamente soddisfatto dagli
etilometri della polizia. Mi sembra più logico credere che più aumenta il timore
di incappare in controlli, più cresce il desiderio di conoscere la propria
condizione. (***) Nota: gli etilometri
elettronici per uso personale non sono affidabili. Forse lo è qualcuno nella
fascia alta di prezzo, sicuramente non sono attendibili quelli a basso costo.
La diffusione di etilometri non sicuri può aumentare il rischio e la
confusione. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
CORRIERE.IT) Alcol test gratuito: «Non buttate via la vita» Al tecnico Feltrinelli mille
palloncini per «non giocarsi la vita». «Cerchiamo di fare prevenzione contro le
stragi del sabato sera» Ci pensava da tempo. Da mesi
rimuginava su quella sua convinzione: «Noi educatori dobbiamo combattere le
stragi del sabato sera». Alla fine, Crocetta Calabrese, preside dell’istituto
tecnico Feltrinelli, ha deciso di intervenire. Ha alzato il telefono e ordinato
mille etilometri da regalare ai suoi 700 studenti per le vacanze di Natale. Un
alcol test «per festeggiare senza correre rischi». Un dono «responsabile». Che
nei prossimi giorni sarà distribuito a tutti gli iscritti dell’Itis di piazza
Tito Lucrezio Caro. Sulla confezione c’è il logo della scuola e uno slogan:
«Nelle feste non giocarti la vita ». Altro aforisma che piace alla preside: «In
vacanza con il cervello». «E con l’anno nuovo — promette — avremo nell’atrio anche
un distributore di test etilici». I kit, monouso, saranno venduti a prezzo
politico. «Tutti potranno acquistarli prima del weekend». Combattere l’alcol subito, sui
banchi di scuola. «La scorsa settimana — racconta ancora la dirigente — ho invitato
gli studenti organizzare la festa di Natale. Dopo le risate di chi suggeriva
grandi bevute, ho pensato di correre ai ripari. Perché è inutile prendersi in
giro: con le vacanze i più grandi andranno a ballare. E, inevitabilmente,
alzeranno il gomito. (*) Per questo ho pensato di responsabilizzarli». Mille
etilometri — «che mi sono costati quanto spostare venti banchi dalla sede
centrale alla succursale» — e un anno per discutere di abusi e dipendenze. Le
tappe del progetto: lo psicologo della scuola illustrerà agli iscritti i rischi
dell’alcol, un esperto dell’Asl sarà invitato a un’assemblea, il padre di un
ragazzo morto sulle strade incontrerà tutta la popolazione studentesca. Ma la
vera novità è questo palloncino confezionato in una busta blu, arrivato da una
ditta francese e atteso da tutti i ragazzi. Soprattutto da quelli del serale.
Sono loro i più a rischio, dicono i docenti. Giovani tra i venti e i
venticinque anni che di giorno lavorano, la sera vanno a scuola e di notte
frequentano le discoteche di tutta la Regione. Daniele, che ha 19 anni e
frequenta il Feltrinelli dopo una giornata in officina, è entusiasta: «La
scorsa settimana — racconta — sono stato fermato dalla Polstrada. Mi sono
spaventato. Per fortuna il test era negativo, ma ho capito l’importanza di
questa iniziativa». Proposito per l’anno nuovo: «Quando avremo il distributore,
regalerò i kit agli amici». Forse qualcosa si sta muovendo.
«Anche se — ammettono i docenti — il venerdì sera, fuori da scuola si vedono
troppo bicchieri, troppe bottiglie». Tutta colpa dell’happy hour. E della
voglia di sballare, di stordirsi. Secondo le ultime statistiche, l’uso (e
abuso) di bevande alcoliche inizia intorno ai tredici-quattordici anni. «Per
questo — ribadisce la preside — vogliamo fare la nostra parte. La scuola non
può stare ferma a guardare questi ragazzini che rovinano le loro vite». (*) Nota: perché inevitabilmente?
Inevitabilmente perché non è possibile trovare un posto dove far festa senza
ritrovarsi in bar, pub o discoteche con consumazione obbligatoria.
Inevitabilmente perché dei 300 milioni di euro che i produttori di alcolici
spendono in pubblicità, una buona parte è usata per indurre nei giovani
l’associazione di idee festa=alcol. Inevitabilmente perché gli adulti non sanno
proporre un modo di stare assieme che non sia mediato dall’alcol.
Inevitabilmente perché anche nelle feste scolastiche non si fa niente per
limitare il consumo di alcolici per timore di apparire proibizionisti e poco
giovanili. Inevitabilmente perché la scuola ha rinunciato ad trasmettere una
educazione estetica, la capacità di godere delle meraviglie della vita e di
acuire quelle sfumature sensoriali che permettono di scoprire (gratuitamente)
le emozioni dentro di sé. GAZZETTA DI MANTOVA Lettere La giustizia qui e in Inghilterra Leggendo lunedì la triste notizia
di Guidizzolo mi vengono in mente altre due notizie ricevute quando due
settimane fa mi sono recato in Inghilterra per trovare mia madre. La prima era che un giovane
sottoministro (di grandi speranze) è stato condannato in un Tribunale per aver
usato un cellulare quando guidava. Risultato? Una multa di 100 sterline più
spese, più 15 sterline da versare in un fondo per vittime della strada, più tre
punti tolti dalla patente. Potrebbe succedere qui? La seconda notizia era di gran
lunga più triste e rilevante. Una mattina di due anni fa un
autista di furgone ha ucciso quattro componenti su cinque di una famiglia in un
incidente stradale. Era stato ad una festa la notte precedente, aveva bevuto e
aveva dormito solo tre ore prima di andare al lavoro il mattino dopo, con
questo tragico risultato. Adesso quest’autista ha cominciato a scontare sette
anni di galera. Potrebbe succedere qui? Non posso fare a meno di pensare
non solo all’incidente di Guidizzolo, ma anche ad un altro, qui a Mantova,
circa due o tre anni fa, quando un giovane, dopo aver bevuto e preso droga, ha
provocato la morte di due giovani donne in una violentissima collisione. La sua
pena? Se mi ricordo bene, qualcosa di simile a una squalifica e una multa. Non
faccio altri commenti. C.M. Brewerton CORRIERE DELLA SERA – FORUM
ITALIANS Erasmus non è solo sbronza+discoteca Hola Italians, volevo parlarvi dell’articolo
uscito su Perugia, «La Ibiza degli stranieri». Sinceramente penso che sia
allarmistico e infondato, o meglio, ciò che è stato descritto è stato
esagerato. Il fatto che i ragazzi bevano non mi sembra così scandaloso; i
festini a base di coca e sesso riguardano sicuramente una parte molto marginale
della popolazione studentesca. Mi sembra sbagliato parlare dei giovani e dei
loro problemi, ingrandendoli, «solo» perché ci è scappato il morto. Io non sono
di Perugia, però sono stato un anno in Erasmus a Valencia, e l’alcol e il fumo
girano un sacco, ma poi in realtà il 98% dei ragazzi li usa con molta
moderazione, nel senso che magari ci scappa la sbronza+discoteca, però non mi
sembra che finisca il mondo (se non si guida). Se poi si vuole dire che tutti i
ragazzi sono tossici e pervertiti, o lo si dice in malafede per fare un
articolo «bomba» oppure si è 40-50enni bacchettoni che pensano che i figli
saranno verginelli fino al matrimonio e che ai pub prendono la Coca Cola. In
ogni caso complimenti al Corriere, e in particolar modo a Italians. Un saluto a tutti, Antonio Torretta, antoniotorretta@hotmail.it LA SICILIA Otto mesi a un «pirata» naccio
Ubriaco investe con l’auto un uomo a Naro e fugge: condannato e rimesso
in libertà Guidava ubriaco ed ha investito
un uomo appena uscito dalla casa dei suoceri. Protagonista della vicenda è un
cittadino venezuelano da anni residente nel comune di Naro. Ieri, nell’aula penale della sede
distaccata di Canicattì del tribunale di Agrigento, il giudice monocratico Luca
D’Addario, ha letto il dispositivo contenente la sentenza di condanna
dell’imputato, Carlos Jesus Cimulè 35 anni di origine venezuelana, a 8 mesi di
reclusione più 600 euro di ammenda. I fatti si riferiscono
all’ottobre del 2005. L’imputato, secondo quanto emerge dagli atti giudiziari dopo
aver bevuto qualche bicchiere di troppo si sarebbe messo alla guida della sua
autovettura, una Punto investendo P.C. di Naro che insieme alla moglie stava
uscendo dalla casa dei suoceri. La vittima, ha riportato diverse
escoriazioni al viso e al tronco. Condotto all’ospedale Barone Lombardo di
Canicattì, il personale sanitario ha stilato una prognosi di 10 giorni. L’imputato, dopo l’incidente, si
sarebbe allontanato senza prestare alcun soccorso. La vittima ha però sporto
denuncia presso la locale caserma dei carabinieri. I militari dell’Arma, si
sono messi sulle tracce del venezuelano e dopo alcune perlustrazioni lo hanno
rintracciato nel territorio di Naro. Sulla parte anteriore dell’auto c’erano
ancora i segni di un urto recente. I carabinieri, dal suo modo di esprimersi
hanno intuito che era ubriaco e così lo hanno sottoposto a sua volta
all’alcoltest, che sarebbe risultato positivo. Per lui è scattata la denuncia
per guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso. Il giudice D’Addario,
dopo aver esaminato gli atti e ascoltato le conclusioni della difesa, ha
condannato l’uomo alla pena di otto mesi di reclusione, pena sospesa, più
un’ammenda di ottocento euro. Davide Difazio IL GAZZETTINO (Pordenone) UBRIACO ALLA GUIDA DELLA SUPERCAR
Azzano Decimo Ha tentato di eludere il
controllo dei Carabinieri, non fermandosi all’alt: un ventitreenne di Gruaro è
finito nei guai avendo più del triplo del consentito di alcol in corpo, mentre
si trovava alla guida. È accaduto la scorsa notte al confine regionale tra
Veneto e Friuli, lungo la statale 251 Portogruaro - Pordenone. Il giovane,
verso le 3.30, si trovava alla guida di una potente Mercedes 500 SL, quando ad
Azzano Decimo è incappato nel controllo dei Carabinieri della locale stazione.
All’ alt degli uomini in divisa però il gruarese ha pensato male di accelerare.
Non è servito l’immediato inseguimento dei militari per bloccarlo. È bastata
infatti la segnalazione via radio ai colleghi della Compagnia di Portogruaro
che lo hanno aspettato. E infatti pochi minuti dopo i Carabinieri del Nucleo
Radiomobile hanno individuato la Mercedes segnalata, ad una stazione di
servizio di Cinto Caomaggiore. Sul posto sono giunti così i militari di Azzano
che hanno provveduto all’ alcol test, che è risultato positivo. Ben 1.70
milligrammi per litro, più del triplo di quanto previsto dal codice stradale. Evidentemente
il tentativo del giovane automobilista era quello di eludere il controllo
etilometrico. Una manovra che gli potrebbe costare una multa salata. Intanto
l’aver bevuto abbondantemente gli ha procurato la denuncia penale, il ritiro
della patente nonché la segnalazioni al Prefetto. IL MATTINO Guida un tir ubriaco ritiro patente Capodrise. Ritiro della patente,
tremila euro di multa e fermo amministrativo del tir per sei mesi. M.S., 37
anni, al volante di un’autoarticolato proveniente da Alessandria, lungo viale
Carlo III, l’altra sera è stato fermato dalla polizia municipale di Capodrise
perché in stato di ebbrezza. Il test alcolemico eseguito dai medici del 118,
chiamati dagli stessi agenti, ha poi confermato il sospetto. M.S., qualche
minuti prima dell’intervento dei vigili urbani, aveva tamponato una vettura,
per fortuna senza gravi conseguenze. cl.lo. IL TIRRENO Guidavano ubriachi, denunciati e ritiro della patente di guida ARCIDOSSO. Due patenti ritirate dai carabinieri del Norm
della Compagnia di Arcidosso per guida in stato di ebbrezza. Nella serata tra martedì e
mercoledì, intorno alle 20, i militari hanno fermato un’auto, una Ford Mondeo,
che procedeva a zig zag in uscita dal centro di Arcidosso. Un percorso che
doveva inequivocabilmente far insospettire l’Arma. Alla guida c’era un
cittadino polacco di 42 anni risultato positivo all’etilometro: ben 2 grammi
per litro, quando il limite è di 0,50. L’uomo, che era da solo, è stato
denunciato per guida in stato di ebbrezza. Stessa sorte per un italiano di
20 anni, nativo di Castel del Piano ma residente ad Abbadia San Salvatore,
fermato alle 3,40 di notte nel centro di Arcidosso, alla guida di una Fiat
Stilo: anche per lui l’etilometro segnava 2, quattro volte tanto il limite (per
la precisione 2,07). Nella stessa notte i carabinieri
hanno proceduto anche al controllo di un 19enne grossetano, trovato (nel centro
di Castel del Piano) in possesso di 7,3 grammi di hashish che teneva addosso e
che ha poi consegnato ai militari. Il fatto era accaduto poco dopo la
mezzanotte. Il giovane è stato denunciato
alla magistratura a piede libero. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
MODENA2000) Picchia moglie e deruba suocera e cognato Bologna - Un pluripregiudicato
campano di 37 anni - in regime di sorveglianza speciale - agendo sotto
l’effetto dell’alcol, ha picchiato la moglie e poi ha derubato suocera e
cognato. Il fatto è avvenuto a Molinella. Dopo una lite con la moglie per
futili motivi, l’uomo ha derubato la madre della donna sotto la minaccia di un
coltello e poi è fuggito a bordo di un’auto rubata al cognato. I carabinieri lo
hanno rintracciato ed arrestato per rapina, furto, maltrattamenti in famiglia e
inosservanza degli obblighi previsti dal regime di sorveglianza speciale. EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
GOSSIPBLOG.IT) Eric Clapton non riusciva a resistere all’alcol e al sesso 23/11/07 - Eric Clapton ha
rivelato di non aver mai fatto sesso da sobrio se non dopo aver superato i 30
anni d’età. In un’intervista recentemente rilasciata al South Bank Shows
l’artista si confessa: “La prima volta che sono uscito
dalla clinica per disintossicarmi dall’alcol non riuscivo ad avere rapporti con
mia moglie. Non mi era mai successo prima di fare sesso senza essere sbronzo.” Il musicista 62enne,
soprannominato Slow Hand per il suo stile chitarristico, ha inoltre rivelato di
aver appeso la bottiglia “al chiodo” durante un tour in Australia nel 1987 dopo
aver pensato seriamente di togliersi la vita. ALTO ADIGE Seminario degli alcolisti anonimi IL SECOLO XIX Adolescenti a rischio a dodici
anni già alcolisti IL MESSAGGERO (Pesaro) Stordito come il batacchio di una
campana a causa dell’alcol ha iniziato a infastidire tutti i... GAZZETTA DI REGGIO Ubriaco in manette CORRIERE DELLE ALPI La locanda sfida l’alcol |
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