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Questo Governo mi
confonde le idee Il ministro dei
Trasporti Bianchi ha rincarato le sanzioni per la guida in stato d’ebbrezza (la
multa minima è passata da 258 a 500 euro). E di recente ha dichiarato: l’anno
prossimo, 2,5 milioni di controlli con l’etilometro. Quindi, meno incidenti. Dopodiché arriva un
progettino del ministero dell’Interno. Che cosa prevede? Tenetevi forte: la
chiusura di 13 reparti della Polstrada. Obiettivo: risparmiare. Insomma, meno
spese per lo Stato. Problemuccio. I
reparti in questione trovansi sulle strade statali ed ex statali. Ma sapete che
succede su quelle strade, specie di notte e nei weekend? Si muore: incidenti
per guida in stato d’ebbrezza. Se la media nazionale è di 2,4 morti ogni 100 incidenti,
sulle strade statali si sale al 6% di sinistri mortali. E allora, che nel
Governo stesso si mettano d’accordo. Questa benedetta sicurezza stradale deve
migliorare? Con quali mezzi? Gli alcoltest aumenteranno da soli, magicamente?
IL GIORNALE DI VICENZA
TRAGEDIA DELLA
STRADA. L’investimento a Verona: Angelo Di Girolamo, 61 anni, si stava avviando
verso casa Ufficio del lavoro
in lutto Il direttore muore travolto All’incidente ha
assistito la figlia del manager, rimasta lievemente ferita Il conducente
dell’auto era ubriaco: 1.80 milligrammi di alcol nel sangue VERONA Travolto mentre attraversava la strada con la figlia. Centrato dall’auto condotta da un veronese
in stato di ebbrezza, per Angelo Di Girolamo, 61 anni, residente a Verona,
direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro di Vicenza, non c’è stato nulla
da fare. È morto davanti agli occhi della figlia Cristina. La tragedia risale alla serata di venerdì, poco dopo le
20. Di Girolamo era tornato a Verona da Vicenza in treno, finita la giornata
lavorativa. Stava passeggiando con la figlia per raggiungere l’abitazione, poco
lontana; Cristina era venuta a prenderlo perché da qualche mese il dirigente
era rimasto vedovo: un male incurabile gli aveva strappato l’amata moglie. Di Girolamo era sceso dal treno arrivato dal capoluogo
berico. Dopo aver ricoperto per anni l’incarico di direttore dell’ufficio di
Trieste, con Vicenza ad interim, dall’inizio dell’anno il ministero lo aveva
avvicinato a casa dandogli come sede principale da dirigere Vicenza, con Verona
ad interim da una decina di giorni, Guidava perciò da meno di un anno l’ufficio
di via Torino, in città. A Verona peraltro aveva già lavorato, essendo stato il
direttore della Manifattura tabacchi. «Era con noi da poco, ma lascia un vuoto incolmabile»,
hanno detto all’unisono ieri mattina i suoi collaboratori. «Perchè Di Girolamo
era una persona intelligente, capace e nobile e sapeva essere alla mano come
soltanto le persone così possono essere». Anche a Vicenza la notizia ha
suscitato sconforto e dolore, perché Di Girolamo, siciliano di origine, aveva
saputo farsi stimare come professionista e voler bene. Il dirigente è stato investito da una Nissan Micra guidata
da un veronese di mezza età. Nonostante la zona fosse illuminata, l’automobilista
non ha visto la coppia di pedoni. E forse
non l’ha vista perché, come è risultato poi dai controlli con l’alcoltest,
aveva bevuto. Aveva 1.80 microgrammi di alcol nel sangue. Dopo aver
travolto la coppia, l’automobilista ha impiegato parecchi metri a fermarsi. Di
Girolamo l’ha colpito in pieno, la figlia fortunatamente di striscio ferendola
in maniera lieve. Ora la famiglia resta in attesa di poter fissare i funerali. A. V.
L’ARENA di Verona
Fumo, fiati e
ascelle Nuove ordinanze e autobus cabriolet Silvino Gonzato Bene ha fatto il sindaco Tosi a proibire il fumo nei
parchi giochi. Era intollerabile che i bambini fumassero rischiando di
danneggiare la salute delle mamme e delle tate, costrette a respirare
passivamente il fumo delle Marlboro o, peggio, dei toscani. Da oggi in poi
fumeranno solo nei gabinetti degli asili. Nell’emettere l’ordinanza Tosi ha un
po’ copiato da Napoli dove però la Rosa Russo Iervolino ha bandito il fumo da
ogni luogo aperto, vicoli e parchi comunali compresi. Ma il fumatore dovrà buttare la cicca solo se in presenza
di lattanti, di bambini fino a 12 anni e di donne incinte. A Napoli, più che in
altre città, ci sono fumatori di 10-12 anni che potranno continuare a fumare se
non avranno vicino donne incinte e neonati o coetanei non fumatori. Così le
donne incinte incoscienti potranno continuare a fumare se non ci saranno nei
paraggi donne incinte coscienti e bambini da zero a dodici anni, sempre che il
decenne o dodicenne non fumi anche lui, caso in cui pare di capire che nessuna
delle parti in causa dovrà disfarsi della sigaretta. Perché l’ordinanza della
Iervolino abbia qualche probabilità di successo bisognerà disseminare i parchi,
e ogni altro luogo aperto, di neonati o, in subordine, di bambolotti che
sembrino neonati in carne e ossa. «Sparato ma non intossicato» è lo slogan. Si
continuerà ad ammazzare, a scippare e a spacciare droga ma nel giro di pochi
anni tutti avranno i polmoni rigenerati. A Verona per ora si è cominciato dai parchi giochi ma si
arriverà tra breve alla Bra e poi alle Torricelle. Ai parchi no perché non ce
ne sono. Ci sono i giardini pubblici dove i vecchi pensionati vanno a fumarsi
in pace il loro toscano ma sarà facile, se un giorno si volesse, organizzare
una bella retata. Bisogna bastonare i nonni per educare i nipotini. Tuttavia
Tosi, se ha davvero a cuore la salute dei cittadini, dovrebbe emettere
un’ordinanza anche sui fiati e sulle esalazioni ascellari. Verona è una città
dove si fuma sempre meno ma si beve sempre più. Certe sacche di fiati nei dintorni
di bar e ristoranti vanno transennate e bonificate in continuazione. L’alcol passivo pare non sia dannoso (*)
ma potrebbe ingenerare dipendenze: il bimbo baciato dal babbo ubriaco ricorderà
non il bacio ma il fiato e avrà sempre più bisogno di fiatate e a otto anni
sarà in piazza Erbe a farsi lo spritz. Ci sono poi i miasmi ascellari, e non solo, che siamo
costretti a inalare sugli autobus. La butto lì: perché, per esempio, non
pensare a degli autobus cabriolet? (*) Nota: l’articolo vorrebbe essere spiritoso, e non ha
senso rispondere seriamente a parole scritte per far ridere. Ma questa
affermazione sull’alcol passivo non dannoso, in una città – Verona - che
continua a piangere morti ammazzati perché travolti da autisti ubriachi, appare
francamente fastidiosa e offensiva.
IL GAZZETTINO (Belluno)
STOP ALL’ALCOL ALLE
00.30 Il progetto della
Locanda non fa il pienone. Ma il titolare proseguirà l’iniziativa (C.O.) Apprezzamenti,
sgomento e sorpresa per l’iniziativa di chiudere i battenti della
somministrazione di alcolici alle 00.30 in cambio di musica e spaghetti gratis
venerdì sera alla Locanda di Belluno. «Lavoriamo con il Sert - dichiara Marco
Cecchet gestore del locale, già dall’iniziativa "Se bevi non tira più" del 2001. Rispetto le dichiarazioni
dell’Ascom - afferma - ma la vedo in
maniera diversa, vendo e produco birra ma il problema alcol c’è, non possiamo
chiudere gli occhi. Dobbiamo cercare il modo di tornare a un bere
consapevole, diverso dal proibizionismo». Nessuna delusione da parte di Paolo
Bello del Sert in risposta a chi avrebbe dichiarato che non c’era
l’affollamento di sempre e che il tutto è stato un flop. «Gente ce n’era -
osserva Bello - certo il maltempo non ha aiutato e non abbiamo potuto fare
tutto il previsto tra cui le simulazioni di guida. Lo stop alcol - ribadisce -
ha colto di sorpresa e fatto riflettere e quello era ciò a cui si mirava.
Venerdì prossimo in accordo con Cecchet si ripeterà l’iniziativa». Dialogo anche tra le voci giovani. «Un’idea valida -
asserisce Andrea Riva dei Locusta 23 - finalmente con il coinvolgimento dei
musicisti locali. Il pubblico c’era e la serata è andata bene. Ben più difficile il discorso alcol per
ragazzi che l’hanno assorbito con l’educazione da parte di adulti che hanno
sempre lanciato invettive contro la droga ma detto altrettanto che il vino fa
bene». «Sanno tutti che gli effetti sono devastanti - ribadisce M.O. - ma la
stessa musica è ancora associata ad un buon bicchiere». Critica e spunti per il Sert da parte dei ragazzi.
«Servizio - afferma R.R. a nome della compagnia - che ha buone idee ma è visto
ancora come la presenza adulta, l’Anticristo, la voce paternalistica e non del
coetaneo. Trovare il linguaggio giusto con i giovani d’oggi è arduo. Il Sert
potrebbe avvalersi di testimonial carismatici, perché non Beppe Grillo? Credo
sarebbe efficace».
L’ARENA di Verona
ANNIVERSARIO.
Festeggiato in Fiera il «compleanno» del Corpo di pubblica sicurezza
specialista in infortunistica Nel segno della
sicurezza i 60 anni della Polstrada La sezione scaligera
conta 170 operatori: dall’inizio dell’anno hanno rilevato 1604 incidenti con 41
morti L’incremento dei
controlli sta facendo calare il numero degli infortuni stradali Elisa Pasetto Il 27 novembre del 1947 nasceva la polizia stradale. Ieri,
la sezione di Verona ha festeggiato i 60 anni a Job & Orienta. Quale
occasione migliore per chi si occupa di sicurezza stradale, per sensibilizzare
i cittadini incontrando, tutti insieme, migliaia di giovani? Ed è proprio dopo aver parlato ai ragazzi sul tema della
guida pericolosa e dei comportamenti scorretti che causano la maggior parte
degli incidenti stradali, come l’uso di sostanze stupefacenti e l’abuso di
alcol, che Daniele Giocondi, comandante della sezione veronese della polizia
stradale, ha tracciato la storia e fatto il punto sui 60 anni di vita di questo
settore specifico della Polizia di Stato. «Il servizio di polizia stradale nasce già nel 1928 come
Milizia della strada», racconta Giocondi. «Nel 1947, dopo la nascita della
Repubblica, viene militarizzata e posta alle dirette dipendenze del Ministero
dell’Interno. Da allora, lavoriamo per la prevenzione e l’accertamento dei
reati sulle strade, il rilevamento degli incidenti, ma anche come polizia
giudiziaria e abbiamo la competenza esclusiva in ambito autostradale». La sezione di Verona, infatti, con i suoi 170 operatori
suddivisi tra il centro, la sottosezione di Verona sud e i distaccamenti di
Bardolino e Legnago, ha competenza sulle due autostrade che transitano per la
provincia e le quattro province limitrofe di Mantova, Trento, Brescia e
Vicenza. Un compleanno, questo sessantesimo, davvero da
festeggiare, visto che, secondo i dati presentati dal comandante, il bilancio
del lavoro svolto è positivo. «Per quanto riguarda l’obiettivo stabilito già
nel 1997 dalla Commissione europea di ridurre del 40per cento gli incidenti
stradali entro il 2010, possiamo prevedere che, se manterremo questo trend, ce
la faremo: oggi siamo al 23 per cento». Merito anche, secondo Giocondi, della legge dello scorso
agosto, intervenuta a modificare il codice della strada con l’inasprimento
delle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di
stupefacenti, e del tavolo sulla sicurezza stradale stabilito con il prefetto,
che lavora nella stessa direzione: «I
risultati ci sono e si misurano in un calo degli incidenti, conseguenti a un
aumento dei controlli». Gli incidenti totali rilevati nel 2007 sono stati 1.604
(-3,66 per cento rispetto al 2006), quelli mortali 41 (il 14 per cento in meno
rispetto a un anno fa); le infrazioni accertate dall’inizio del 2007 stanno già
superando quelle del 2006 (oltre 24mila); 1.100 sono le patenti ritirate
quest’anno contro le 740 dello scorso, 567 i veicoli sequestrati contro 430 del
2006. E ai giovani del Job & Orienta il comandante Giocondi,
da appassionato motociclista, ha tenuto a ricordare anche i rischi che si
corrono viaggiando su due ruote: «I dati parlano chiaro», ha affermato, «visto
che la maggior parte degli incidenti, anche mortali, avviene tra aprile e
agosto, quando le strade si popolano di moto e scooter. Il 44 per cento dei feriti e un terzo dei deceduti è rappresentato da
centauri».
IL GAZZETTINO (Treviso)
Strade, emergenza
alcol Aumenta la
percentuale di automobilisti che guidano ubriachi Alcol e droghe sono sempre più frequenti fra gli
automobilisti. I controlli della polizia stradale di Treviso negli ultimi 10
mesi sono aumentati (62.269 in tutto da inizio anno, +59\% rispetto al 2006) e le
infrazioni non mancano; anzi, l’aumento è considerevole rispetto all’anno
scorso: +42\% per la guida sotto l’influenza di alcool e addirittura +60\%
sotto effetto di stupefacenti. In pratica, oltre
il 60\% degli automobilisti sottoposti a controlli con l’etilometro è risultato
positivo al test (*), e le sanzioni per abuso di alcol rappresentano un
terzo delle totali nella Marca. A scoraggiare gli automobilisti non basta nemmeno
l’inasprimento delle pene connesse ai reati, e l’annunciato (a suo tempo) incremento
dei controlli su strada da parte della Polizia nonostante le carenze
d’organico. I trevigiani continuano a
essere fermati e, una volta sottoposti ai test, trovati in stato di ebbrezza o
drogati. E se la legge 160, che ha convertito il decreto Bianchi, ha
reintrodotto come penalmente perseguibile anche la guida senza patente o con la
patente revocata o sospesa, i conducenti continuano comunque a mettersi in auto
senza il documento: nel 2007 sono ben 160 i casi rilevati, con un aumento
rispetto all’anno precedente del 65\%. In gran parte sono extracomunitari;
rientrano nella categoria della "guida senza patente" anche tutti
quei documenti scoperti come falsi, falsificati o contraffatti o anche patenti
non convertite e quindi non accettate dal Codice italiano. Le violazioni accertate, su oltre 62mila controlli, sono
state ben 17.958, e i controlli con l’etilometro o alcolblob 11.109. Nei numeri
forniti dalla Polstrada ieri in Provincia, a margine delle celebrazioni dei 60 anni
del Corpo con tre classi di studenti del "Fermi", c’è anche un dato
più che positivo: nonostante l’aumento dei controlli, le infrazioni per mancato
uso del casco diminuiscono del 66\%: questo anche in considerazione della
campagna informativa svolta nelle scuole e sui media in primavera, quando
alcuni trevigiani erano morti scivolando sull’asfalto in motorino. La velocità,
invece, nella Marca resta sempre un problema: aumentano del 15\% gli eccessi
rilevati elettronicamente, nonostante la legge 160 abbia introdotto l’obbligo
di segnalare almeno 80 metri prima la presenza della postazione mobile di
rilevamento. Anche l’uso del cellulare alla guida, oggi sanzionato in maniera
più pesante, è sempre un problema, con un picco del 20\% di multe in più di quelle
elevate nel 2006. Ma il vero problema,
nella nostra provincia, è ancora l’alcol, cui si aggiunge anche l’assunzione di
droga prima di mettersi alla guida. «Parallelamente, però, sono più che
raddoppiati i controlli che abbiamo condotto su strada - ha dichiarato il
comandante della Polstrada Giovanni Battista Scali - e speriamo che questo a
breve termine possa scoraggiare altri illeciti». E se per il controllo
sull’alcolemia basta un semplice test da farmacia, per rilevare droga nel
sangue è necessaria una serie di analisi ospedaliere. Questo perchè gli agenti
non dispongono di drug-test come in altri Paesi: ma è anche vero che lo
stupefacente ha un tempo di assorbimento nel sangue molto lungo, e quindi si
può essere sanzionati anche per una assunzione avvenuta molte e molte ore prima
di mettersi alla guida. Serena Masetto (*) Nota: quando la percentuale dei positivi
all’etilometro è elevata, viene il sospetto che vengano misurati solo i
guidatori che danno segno di ebbrezza. Questa percentuale non risente solo del comportamento dei
guidatori di quel territorio, ma anche dal comportamento delle forze
dell’ordine. La raccomandazione degli esperti del fenomeno alcol e
guida – perché l’intervento abbia una
maggiore efficacia preventiva - è di
controllare l’alcolemia a campione di tutti i guidatori fermati, anche di
coloro che apparentemente non sono in stato di ebbrezza. In questo senso una bassa percentuale di positivi non sarà
tanto il segno di un comportamento virtuoso dei conducenti, quanto di una
efficace, capillare azione preventiva dei “controllori”.
IL GIORNALE DI BRESCIA
POLSTRADA: RITIRATE
18 PATENTI Come ogni sabato notte anche la notte scorsa la Polstrada
ha promosso servizi di controllo sulle strade per prevenire le cosiddette
"stragi del sabato sera". Sei le pattuglie mobilitate: Montichiari,
Desenzano, Salò, Chiari e Brescia. E ancora una volta si è avuta la conferma
delle pessime condizioni psicofisiche di chi si mette al volante. Si tratta in
genere di giovani, sorpresi sulla strada del ritorno verso casa dopo la notte
di festa. Nel dettaglio: su
166 automobilisti sottoposti alla prova dell’etilometro, 17 sono risultati
ubriachi e si sono visti ritirare il documento di guida. Nella sostanza, un
ubriaco ogni nove sobri. La Polstrada ha ritirato la patente anche ad un diciottesimo
automobilista risultato positivo al narcotest.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
ALTO VICENTINO/
ALCOL, DROGA E SICUREZZA STRADALE: ARRIVA IL PULLMINO DELLE DISCOTECHE "Blu
Runner" in rete anche per prevenire gli incidenti Schio Alcol, droga, sicurezza stradale: "Blu Runner"
entra in rete per prevenire con maggior efficacia e introduce nuovi sistemi di
controllo della trasgressione del fine settimana. Sono stati presentati nel
corso di una conferenza stampa nuovi
strumenti e tecniche del pullmino blu che, nel week end, davanti a discoteche,
pub, birrerie, cerca di convincere i giovani a non bere troppo, a non drogarsi
e a non mettersi alla guida dell’auto se "alticci". Una card,
utilizzata da altre cinque strutture di prevenzione del Veneto, permetterà di
controllare gli spostamenti del popolo della notte da una discoteca all’altra
del Veneto e di sapere, in tempo reale, chi e quante volte si sottopone alle
verifiche tossicologiche nel camper girovago di Blu Runner. Il popolo della
notte, il popolo nomade del fine settimana: tra le tante novità emerse dalla
conferenza stampa di ieri, un nuovo fenomeno sconosciuto ai non addetti ai
lavori: nelle notti del weekend una
massa enorme di giovani si sposta da una parte all’altra della regione alla
ricerca di locali e luoghi di divertimento in cui l’alcol e la droga non
mancano. E poi, in auto, per il ritorno, con i conseguenti incidenti riportati
dalla cronaca nera. Il divertimento, per questo popolo di nomadi notturni,
coincide spesso con lo "sballo" e con troppi bicchieri di alcol. I
giovani bevono, bevono perchè solo così riescono a liberarsi dalle inibizioni,
sentirsi sicuri e meno impacciati. Bevono sin dalla giovane età e bevono anche
le donne, le ragazzine ancora adolescenti: "Ci imbattiamo-affermano i
responsabili di Blu Runner-in casi di adolescenti, anche ragazzine, che, alle
tre del pomeriggio, davanti alle discoteche, sono letteralmente ubriache. Ci
sono casi anche di ragazzi che, di mattina, sono ubriachi a scuola".
Sono questi i giovani che l’équipe di Blu Runner, coordinata da Enzo Bacchion,
da dieci anni continua ad intercettare nelle sortite notturne a bordo di un
pullmino attrezzato davanti ai luoghi di divertimento notturno del Vicentino.
E, da oggi, con tecniche sempre più sofisticate in grado di diagnosticare la
quantità di alcol ingerita e il consumo di droga, ma anche il livello di
tossicità derivante dal fumo attraverso un nuovo strumento in grado di rilevare
in un attimo il monossido di carbonio presente nei polmoni. Ma la novità in
assoluto è il coordinamento regionale tra le sei unità mobili presenti in tutto
il territorio della Regione. Un cordinamento che dovrebbe dare la possibilità
di monitorare gli spostamenti notturni del fine settimana, di mettere in rete i
dati acquisiti ed elaborare, per il futuro, una strategia di intervento sempre
più in grado di arrivare all’obiettivo di prevenire gli eccessi che portano a
conseguenze catastrofiche. Fiorì Palmeri
IL GAZZETTINO (Venezia)
Guida ubriaco,
barchino si schianta I passeggeri sono
finiti nella laguna a Murano. Brutta avventura, nella notte tra venerdì e sabato, per
cinque ragazzi e una ragazza, tra i 20 e i 25 anni, naufragati nel canale del
Bisato, nel tratto di laguna di fronte a Murano, mentre stavano rientrando,
attorno all’una, da una serata trascorsa a Jesolo. Stando al racconto dei
ragazzi, 4 dei quali residenti a Venezia, gli altri a Murano, il conducente
dell’imbarcazione, F.P. 32 anni, di Venezia, non avrebbe visto alcuni pali che
delimitavano un’area interessata a lavori, in quel momento tra l’altro
segnalati da fonti luminose. Il forte impatto con l’ostacolo, ha provocato
l’affondamento dell’imbarcazione, lunga circa 5 metri e mezzo, equipaggiata con
un motore Yamaha da 80 CV. I ragazzi sono finiti tutti in acqua ma non hanno
riportato neppure un graffio: se la sono cavata soltanto con tanta paura e un
bagno fuori stagione. A prestargli soccorso sono stati inizialmente alcuni
pescatori; poi sono sopraggiunte due motovedette del Nucleo natanti dei carabinieri
che li hanno tratti in salvo. I militari
dell’Arma hanno quindi invitato F.P. a sottoporsi all’alcoltest, accertando un
tasso alcolico di 1,08 grammi per litro, più del doppio rispetto ai limiti
massimi (0,50) previsti dalla legge prevede. Nei confronti del ragazzo è
scattata la denuncia per ubriachezza e naufragio.
L’ADIGE
Fugge all’alt, era
ubriaco Alle due della scorsa notte non si era fermato all’alt dei
carabinieri a Levico. Lo hanno fermato una ventina di minuti più tardi i militari
del Radiomobile di Trento, che hanno atteso l’arrivo dell’auto all’intersezione
fra la Valsugana e la statale del Brennero, a nord della città. L’automobilista, 23 anni, era alterato
dall’alcol. Assieme a giovane, sulla Lancia Delta, c’erano quattro amici. Quando
ha visto i lampeggianti della gazzella ha tentato di nascondere l’auto sul
retro del distributore di benzina sulla strada che conduce all’Interporto. I
carabinieri lo hanno scovato, ma il giovane e l’amico 22enne che sedeva accanto
a lui, hanno mal appellato i militari, beccandosi una denuncia per minacce a
pubblico ufficiale. Il conducente si è poi rifiutato di sottoporsi ad
alcoltest, ma è stato comunque denunciato e la sua auto sequestrata.
IL TIRRENO
Controlli dei
carabinieri nel fine settimana: fioccano le denunce Alcol e droga,
giovani a rischio PRATO. Continuano i
controlli dei carabinieri per prevenire l’uso di droga e soprattutto la guida
in stato di ebbrezza. Anche negli ultimi giorni non sono mancate le denunce e
le segnalazioni alla Prefettura. Per quanto riguarda
la guida sotto l’effetto di alcol, nei controlli sono incappati due giovani che
sono stati sottoposti all’esame dell’etilometro e sono risultati oltre il
limite consentito dalla legge. Per questo sono stati denunciati alla Procura ed
è stata loro ritirata la patente, dalla quale verranno tolti 10 punti. Si
tratta di pratesi non ancora trentenni. Stessa fascia d’età
per altri due giovani controllati negli ultimi giorni e trovati in possesso di
modiche quantità di hashish. La droga è stata sequestrata e i giovani sono
stati segnalati alla Prefettura come consumatori di stupefacenti.
CORRIERE ADRIATICO
Allarme infanzia
violata Qualche giorno fa una mamma ha lasciato in auto la bambina di due anni
per andare a fare la spesa. La piccola ha attraversato la strada per seguirla
ed è stata travolta da un’auto Troppi lividi sul
corpo, sospetto-choc: abusi dai genitori. Indaga la procura Bimbo di un mese
all’ospedale ANCONA - Un bimbo di un mese all’ospedale, il fisico di fragile
bambolotto sfregiato da lividi, scuri come l’ombra dell’orribile sospetto degli
abusi. Indaga la procura minorile sulle cause di quelle macchie inquietanti.
Gli ematomi sono stati stati provocati da colpi proibiti? Oppure sono i segni
visibili di una malattia, ma anche dell’incuria di mamma e papà che pure in
questa ipotesi meno drammatica potrebbero non essersi comportati da genitori
modello omettendo (eufemisticamente) di coprire di cure amorevoli il loro bebè?
Domanda buona per la procura dei minori che ha aperto un’inchiesta, e tolto il
bambino alla famiglia in attesa che gli accertamenti medici possano dare una
risposta a quegli interrogativi da brivido nell’anima. La vicenda si svolge nello scenario della provincia di
Ancona. Il campo si restringe: c’è un ambiente familiare di degrado sociale e
umano, moglie e marito hanno problemi di
droga e alcool. La piccola creatura è appena piovuta in questo mondo e
sembra essere subito scivolata nel girone infernale dell’emarginazione. Si attivano i servizi sociali, chi frequenta la famiglia
si accorge che il bimbetto ha qualcosa che non va. Quel colore bluastro che qua
e là spunta sulla pelle è allarmante. Si pone il problema di portarlo
all’ospedale per verificare di cosa si tratta con l’atroce sensazione che
possano essere reazioni cutanee a lesioni. Inizia un braccio di ferro con il
padre e la madre che si oppongono al ricovero. Interviene il Tribunale dei
minori che senza indugio strappa la potestà ai genitori e ordina di
accompagnare il bimbo al Salesi. Gli esami a cui lo sottoporranno i sanitari
diranno se qualcuno ha infierito sul neonato, se davvero le tracce del
malessere siano state impresse sul corpo della piccola creatura dai
maltrattamenti. Non potrebbe esserci spot migliore per una pubblicità
progresso sull’infanzia violata. Ad accendere il segnale rosso dell’Sos è il
procuratore dei minori Ugo Pastore. “I bambini tutti i giorni sono vittime di
comportamenti anche non penalmente rilevanti ma che producono danni notevoli”.
Non devono per forza esserci atteggiamenti volutamente violenti contro bambini
perché sono dispettosi, vivaci. Insomma perché hanno la colpa di essere
bambini. A volte bastano superficialità e distrazione. Come definire il
comportamento della mamma che nei giorni scorsi ha fermato l’auto su un lato
della Statale per andare a fare la spesa lasciando dentro la bambina di due
anni che, dopo averla vista dall’altra parte della strada è uscita e
attraversando è stata travolta da una macchina? Solo tragedia sfiorata per
fortuna. Che però allunga la lista di episodi di bimbi violati, casi archiviati
e “nascosti” agli occhi e al giudizio dell’opinione pubblica nel freddo
registro degli “incidenti stradali”. EMANUELE COPPARI
CORRIERE ADRIATICO
Lezioni e
degustazioni Il Natale alla scoperta
della birra SENIGALLIA – Natale
a tutta birra. Gli “Amici della Birra” chiudono il 2007 in grande stile con
un programma interessante e ricco di appuntamenti. Si inizia il 29 novembre con
la classica cena, una serata in cui vengono proposte pietanze dall’antipasto al
dolce ciascuna abbinate con una birra specifica. La formula è collaudata e
spesso molti scettici hanno dovuto ricreduti sulle chance che la birra può
avere in tavola. “Questa volta l’appuntamento è al country house Beatrice
di Borgo Bicchia a Senigallia, graziosa casa di campagna trasformata in azienda
ricettiva, con una saletta ristorante che richiama ad un ambiente molto
tranquillo e che per l’occasione sarà animato dagli appassionati birrofili –
fanno sapere gli Amici della birra - sarà poi riproposto il corso E.d.a. sulla
birra presso l’Istituto professionale “Panzini” di Senigallia. Il corso ha una
durata di 15 ore divise in 5 incontri ed è previsto un test finale con rilascio
del certificato. L’inizio delle lezioni è fissato per il 3 dicembre con orario
dalle 20 alle 23”. L’ultimo appuntamento è per il 19 dicembre alle 21.30 nei
locali dell’associazione civica “Montimar” a Marzocca, dove gli “Amici della
birra” presenteranno una serata dal tema “Natale e birra”. Ci saranno degustazioni di birre stagionali natalizie
ed altre indicate per i menù delle feste con abbinamenti gastronomici ed idee
per un Natale a tutta birra. E proprio la birroteca “A tutta birra” di
Ostra, punto di riferimento per la distribuzione sul territorio di birra di
qualità, fornirà tutte le birre dei vari eventi in programma. Una sinergia tra tutte le realtà che si occupano della
famosa bevanda, che sempre di più compare sulle tavole dei nostri connazionali,
sufficiente a fornire la misura di quanto ormai bere birra non è più una
sporadica abitudine estiva, ma un’occasione per conoscere aspetti e
caratteristiche di un prodotto considerato tra i più genuini. Di conseguenza i
suoi estimatori sono in crescita, incuriositi anche dalla cultura che
accompagna la birra. Notizie dettagliate su questi appuntamenti si possono
trovare su http://amicidellabirra.blog.excite.it dove potete anche prenotare o richiedere
ulteriori informazioni. S.A
L’ADIGE
BREVI Mori: contro
l’alcolismo MORI - Oggi riunione degli interclub di zona dell’Acat
(Alcolisti in trattamento) LA STAMPA 24.11.07 GRINZANE CAVOUR
INCONTRO “Vino e salute” la
parola agli esperti Per il neonato
Osservatorio nazionale sul consumo consapevole del vino è una sorta di
debutto, la prima uscita pubblica dopo la costituzione avvenuta pochi mesi fa.
Per questo ha scelto di partire dallo scalino più basso e in fin dei conti più
importante, dando appuntamento questa mattina (dalle 9,30) al castello di Grinzane
Cavour per discutere di «Vino e salute».
Ossia per dire, con la voce autorevole di medici e nutrizionisti, che «bere un
bicchiere di rosso a pasto è una buona regola per prevenire e ridurre le
possibilità di malattie cardiovascolari e neurologiche», per ricordare che un
consumo moderato è di aiuto all’organismo soprattutto per la presenza di
antiossidanti provenienti dai tannini e dai pigmenti. Ma non si
nasconderanno neppure le domande diventate di stringente attualità: qual è il
rapporto fra i danni legati al consumo di alcolici e i vantaggi dovuti alle
sostanze bioattive contenute nel vino? E come funzionano i controlli
dell’alcolemia introdotti in forma sempre più severa per evitare rischi alla
guida? Di tutto questo parleranno i relatori coinvolti, a partire dal direttore
scientifico del nuovo Osservatorio, il gastroenterologo Attilio Giocosa, alla
nutrizionista Mariangela Rondanelli, agli epidemiologi Carlo La Vecchia ed Eva
Negri. «La nostra iniziativa - spiega il senatore Tomaso Zanoletti, presidente
dell’Osservatorio e dell’Enoteca regionale di Grinzane Cavour - è rivolta a
comunicare e divulgare le proprietà salutistiche del vino, nella consapevolezza
che alla qualità del prodotto debba essere associato un consumatore attento che
non solo lo apprezza, ma è informato e documentato sugli effetti benefici per
l’organismo derivanti da un corretto consumo». Un messaggio dalla Langa del Barolo lanciato a coloro che vogliono
equiparare ingiustamente il vino ai superalcolici o alle droghe (*), un
cammino per ribadire e rafforzare il rilievo e la dignità che la viticoltura
italiana ha nella tradizione del Paese. Fra i promotori, ci sono il Consorzio
di tutela Barolo e Barbaresco, il Consorzio turistico Langhe, Monferrato Roero,
l’Ente Turismo Alba e Bra e l’associazione Go Wine. Ma se l’iniziativa parte
dal Piemonte del vino, la volontà è di operare in campo nazionale aggregando
istituzioni del settore in tutta Italia e anche i singoli cittadini. (*) Nota: bene, stanno parlando anche di me. Bisogna vedere cosa si intende per “equiparare”: se si
mettono in relazione i danni e le sofferenze, non c’è proprio partita. L’alcol, sostanza presente nel vino a concentrazioni enormemente più elevate rispetto ai
tannini e ai pigmenti, in Italia provoca 30-40 mila morti ogni anno, tutte le
droghe illegali messe assieme circa 500. In Italia, secondo dati del Ministero della Salute, il
vino è responsabile (circa) di tre quinti dei problemi alcol correlati, la
birra di un quinto, tutti gli altri alcolici messi insieme del rimanente
quinto. Dati alla mano, equiparare
il vino ai superalcolici e alle droghe illegali è penalizzante per i
superalcolici e per le droghe illegali. Basta un po’ di buonsenso per capire che – ovviamente - questo
non significa che un buco di eroina sia meno pericoloso di un bicchiere di
vino, ma significa che il tributo in
sofferenza umana che il nostro paese paga a seguito dell’assunzione di sostanze
assegna al vino una posizione molto importante, che lo colloca al secondo
posto, dopo il fumo da sigaretta. Quanto al millantato “aiuto all’organismo” legato alla
presenza nel vino degli antiossidanti, oramai ci credono, o fanno finta di
crederci per evidenti motivi, solamente i produttori e i loro amici.
IGN
CALCIO: INGHILTERRA,
FESTINI E SESSO SFRENATO PRIMA DI EUROFALLIMENTO TERRY URINA SUI
PAVIMENTI E BALLA CON GINOCCHIO INFORTUNATO Londra, 25 nov. - (Adnkronos) - Sesso sfrenato, giocatori ubriachi che urinano sul pavimento, superstar
che cercano di combinare incontri ’hot’ con ballerine di lapdance. Secondo
il ’News of the World’, e’ uno spaccato del calcio inglese. L’istantanea si
riferisce ad un party che si e’ svolto a Londra il 27 ottobre, 10 giorni dopo
la sconfitta per 2-1 contro la Russia e meno di un mese prima del clamoroso
k.o. casalingo per 3-2 contro la Croazia. Il fallimentare epilogo della corsa a
Euro 2008 diventa l’occasione per stigmatizzare il comportamento che alcuni
calciatori avrebbero tenuto in un momento determinante della stagione.
IL GAZZETTINO (Padova)
Mestrino Bimba di 8
anni gravi ustioni Una bambina di 8
anni è rimasta seriamente ustionata ieri sera in una abitazione di Mestrino, a
causa di un ritorno di fiamma dovuto all’alcol versato su una fonduta che era
stata preparata per la cena. Anche il padre è rimasto ustionato, in maniera non grave,
a una mano. Sul posto è accorsa immediatamente una ambulanza del Suem. La
piccola, che presentava ustioni al volto, al torace e agli arti superiori, è
stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso di Pediatria dell’ospedale di
Padova, per poi essere trasferita nella sala operatoria del centro ustioni del
Monoblocco.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
Nel 60. anniversario
di attività della Polizia stradale il comandante Bruno Zito traccia un bilancio
e analizza la situazione Troppo alcol al
volante, 298 patenti ritirate «Un dato che deve
far riflettere». Positiva incidenza
sulla viabilità dall’apertura del nuovo casello Rovigo «I ritiri di
patente per guida in stato di ebrezza sono ancora tanti, troppi: 298.
praticamente uno al giorno. Questo ci fa riflettere». (*) Il 60.
anniversario di fondazione della Polizia stradale è stata l’occasione per il
comandante provinciale Bruno Zito per tracciare un bilancio dell’attività
svolta dall’inizio dell’anno e analizzare la situazione sulle strade polesane. C’è il problema delle assicurazioni false. Un fenomeno in
lieve aumento e pericoloso perché mette in difficoltà i danneggiati. Critica la
situazione sulla dorsale Badia-Rovigo-Adria, in particolare nel tratto verso il
Delta chepraticamente non ha alternative, mentre viene valutata positivamente
l’apertura del casello di Villamarzana-Rovigo sud lungo l’autostrada A13 che
«ha diminuito il traffico attorno alla città e in genere lo ha alleggerito
sull’intera rete del Medio Polesine». (*) Nota: fa riflettere, è vero: un solo ritiro di patente
al giorno per guida in stato di ebbrezza in una intera provincia appare
francamente poco, indice di un’attività di controllo da aumentare in maniera
significativa. Sopra abbiamo visto come in provincia di Brescia in una
sola notte abbiano ritirato 17 patenti per guida in stato di ebbrezza: E a
Rovigo non si beve meno che a Brescia.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Ubriaco ferito da un
ventitreenne. E in largo De Gasperi un’anziana è stata aggredita e rapinata del
portafoglio nell’atrio di un palazzo Rissa con gli ultras
al Bottegon Ancora una aggressione in pieno centro storico ai danni di
una donna, stavolta con vittima un’80enne che rientrava in casa dopo le spese
in viale Cadorna. La signora, residente in un condominio in largo De Gasperi,
stava per prendere l’ascensore attendendo nell’atrio del palazzo, quando da
tergo è stata aggredita e strattonata da un individuo, forse un giovane, che
dopo averla seguita le ha strappato la borsetta con all’interno 100 euro, la
carta d’identità e altri documenti. Nella colluttazione la donna, che ha
tentato di difendersi, è caduta rimanendo ferita alle braccia e al volto. Lui è
scappato, verso la stazione. Il portafoglio dell’anziana 80enne è stato trovato poco
dopo, verso le 20.45, in stazione: il rapinatore l’aveva gettato in un cestino
della spazzatura dopo averlo svuotato dei 100 euro che conteneva. Una Volante
della Questura è intervenuta, raccogliendo la testimonianza dell’anziana
vittima dell’aggressione, stavolta a scopo di rapina, da parte di un individuo
che ha approfittato del buio per seguire la signora fino a casa e rubarle gli
spiccioli che aveva con sè per la spesa. Una rissa invece, alle 2.15 di venerdì notte, ha visto
protagonisti alcuni ultras del Treviso calcio, clienti in quel momento del
Bottegon a porta San Tomaso. A loro si è
avvicinato un ubriaco. Loro, infastiditi, lo hanno allontanato in malo modo;
finchè uno di loro, un ragazzo di 23 anni già colpito dal Daspo, il
provvedimento di allontanamento temporaneo dagli stadi, non gli ha sferrato un
pugno facendolo finire a terra. L’uomo, M.D.A. di 42 anni, ha battuto
violentemente la testa a terra; sanguinante è stato portato in ospedale da una
ambulanza del Suem. L’aggressore, il 23enne ultras, è stato identificato,
in attesa della eventuale querela da parte del 42enne ferito dal pugno. S.Mas.
BRESCIA OGGI
Il caso di Isparo Il privato sociale
può fare scuola Giovanni aveva 22
anni quando fu prelevato sulla Milano-Venezia per essere ricoverato in una
struttura psichiatrica. Incurante del pericolo stava camminando sulla corsia di
una delle autostrade più trafficate d’Italia con un dito alzato verso il sole
per intimargli di scendere. Oggi Giovanni di anni ne ha 28, si è laureato, ha
un lavoro come guida turistica e una donna innamorata di lui. Quella di Andrea
è una vicenda simile: viene trovato appeso a un cavalcavia. Diceva di essere
atterrato casualmente, per un’avaria alla sua navicella, sul nostro pianeta che
trovava così diverso dal suo dove i ponti venivano attraversati appendendosi
con il corpo penzoloni. Oggi Andrea ha un lavoro e fa una vita normale. Sono due fra le tante storie emblematiche che hanno come
protagonista l’esperienza di Isparo, nata nel 1990 nel cuore della
Franciacorta. Nel 1978 la legge 180 aveva chiuso gli ospedali psichiatrici
provinciali, i cosiddetti manicomi, assegnando le competenze per le patologie
mentali non più al ministero degli Interni, ma a quello della Sanità. Il venir
meno delle strutture manicomiali aveva posto un serio problema di
accompagnamento al reinserimento sociale di tanti pazienti. Da questa esigenza
ha preso le mosse la storia di Isparo, utilizzando gli spazi ricavati da una
stalla abbandonata e da un’ex cava di argilla da bonificare. Con l’appoggio
della locale Azienda ospedaliera, alcuni operatori psichiatrici decidono di
dedicarsi alla nuova esperienza, licenziandosi dall’attività precedente; altri
la seguono come volontari. Negli anni sono nate tre cooperative che fanno capo a una
fondazione. Oggi gli operatori, fra dipendenti e volontari, sono quaranta e
assistono un centinaio di persone con problemi psichici, di cui trenta
residenti. I pazienti, regolarmente assunti, sono impiegati in attività che
vanno dal verde pubblico al florovivaismo, per
arrivare al vino biologicamente certificato (pochi giorni fa, dopo sei anni di
lavoro, è stata stappata la prima bottiglia di bollicine Docg). (*) Da poco è iniziata anche la produzione di energia con
biomasse, già in essere per i propri fabbisogni. Un know how a disposizione di
aziende e privati. Da ultimo con l’agriturismo Cascina Clarabella ha avviato un
servizio di bed and breakfast e di convegnistica nell’area naturalistica delle
Torbiere, a sud del lago d’Iseo. Non è esagerato dire che ci troviamo di fronte a un
complesso di iniziative che per efficienza e innovazione fanno invidia alle
migliori imprese privati. Capace anche di riqualificare un’area e renderla così
attraente da far lievitare i prezzi dei terreni limitrofi. Ovviamente il risultato più importante è quello di poter
offrire ai pazienti un ambiente che si prende cura di loro non limitandosi a
prescrivere massicce dosi di psicofarmaci o scaricando sulle famiglie il peso,
spesso insostenibile, della malattia mentale. Il caso Isparo rappresenta un’esperienza originale che
ridisegna in termini nuovi la collaborazione fra pubblico e privato sociale. Siamo in presenza di una sorta di spin off in cui dei
dipendenti pubblici si staccano dal proprio ente dando vita a una nuova
iniziativa, che valorizza le esperienze maturate all’interno della struttura di
provenienza, con cui si continua a collaborare. Una soluzione intelligente per
abbattere i costi e creare vera efficienza, senza riduzioni di personale, che potrebbe
trovare proficua applicazione in vari ambiti della pubblica amministrazione.
Mettendo in atto una solidarietà sposata con la sussidiarietà, la sola formula
che salvaguarda ed esprime al meglio la dignità delle persone, tanto degli
operatori quanto dei pazienti. Insomma una cosa dell’altro mondo in questo
mondo. È un’esperienza a cui i nostri ragionamenti contorti dovrebbero imparare
a sottomettersi. (*) Nota: alcol e malattia mentale sono incompatibili. L’articolo 689 del nostro Codice Penale afferma che
somministrare una bevanda alcolica a chi ha una malattia mentale è reato
penale. L’alcol interagisce in maniera estremamente pericolosa con
tutti gli psicofarmaci. Tra tutti i lavori cui si può adibire una persona con una
patologia psichiatrica, quello di produrre vino appare francamente uno dei meno
opportuni. Un discorso simile si può fare riguardo a chi ha problemi
di tossicodipendenza: questa rassegna ha più volte espresso grande perplessità
sulla scelta della Comunità di San Patrignano di produrre vino.
TRENTINO
FUORI DAL
PALAZZO I SOMMELIER DEL
LATTE ANDREA SELVA Una nuova categoria
di sommelier sta crescendo accanto agli esperti del vino che da anni popolano
il Trentino: i degustatori del latte crudo. Si possono trovare, armati di bottiglia a collo
largo, a nord della città, preferibilmente la sera quando cala il sole e arriva
da Aldeno il furgone carico di un centinaio di litri di latte appena munto. Non
basta lo sconto (un euro al litro, quando il latte d’alta qualità ne costa in
negozio 1,26) a spiegare perché un padre di famiglia prende l’auto e va in
periferia a fare il pieno. È più probabilmente una reazione allo scippo
dell’industria che per anni ci ha fatto credere che il latte sia un prodotto
asettico che chissà come esce dalla centrale finito, inscatolato, sterilizzato
e senza grassi. Al distributore invece no: si tratta forse del metodo
d’acquisto che più avvicina il consumatore alle mammelle della vacca, ad
eccezione della stalla che - diciamo la verità - con il suo odore di letame, lo
sporco e d’estate anche le mosche farebbe passare l’entusiasmo anche alla
naturalista più convinta. C’è chi, riempita
la bottiglia, assaggia subito il prodotto e nonostante sia gelido per esigenze
sanitarie si lascia andare e commenta: «Senti, senti che bontà, è ancora
caldo!». E poi, magari, il sommelier del latte si spinge oltre commentando
l’aroma delle erbe che, dice, percepisce sul palato assaporando l’alimento (non
chiamatelo bevanda). Non deludete mai un
sognatore nel pieno della sua attività, ma se in un giorno di novembre sentite
un giudizio del genere (“senti l’erba!”) sappiate che è falso perché le mucche
stanno nella stalla dalla mattina alla sera e quello che mangiano sa di erba
molto, ma molto alla lontana. Di erba, e fieno fragrante ne riparliamo
quest’estate. Al sommelier del
latte, mentre misura la quantità di grasso (panna!) che gli resta sul palato,
lasciate invece la soddisfazione di sapere, lui sì, che cosa beve: il miglior
latte in vendita in Trentino è garantito “made in provincia di Trento”. Lui
invece sa da che stalla viene, forse ci ha portato i figli in visita, e in
fondo gli piace immaginare anche la mucca che l’ha prodotto, sia la Sandra, la
Helbe o la Rossella. Sarà una moda, ma
c’è gente che si credeva intollerante al latte (pfui, quell’alimento per
poppanti) per poi improvvisarsi bianco sommelier, con l’unica controindicazione
di correre al gabinetto alla fine di una degustazione troppo abbondante per un
improvviso mal di pancia. Non chiedete mai
all’agricoltore se il suo latte (venduto come mucca l’ha fatto, sebbene
raffreddato al volo) sia sicuro: «Ma certo - vi risponderà - non è così che
sono stati allevati i nostri nonni?». Dimenticherà però di dirvi, perché ormai
non ci pensa più, che i nostri nonni morivano quando non avevano nemmeno
settant’anni, più o meno quando noi ora andiamo in pensione, spesso dopo una
vita di acciacchi passata a mangiare latte e polenta. Se volete togliervi il
dubbio rivolgetevi quindi all’agronomo o al veterinario e vi spiegheranno che
se la mucca è sana (e lo è perché viene visitata due volte al mese) non c’è
problema, basta consumare il latte quand’è fresco prima che cominci a
trasformarsi. Chi non se la sente può bollirlo, ma allora (dopo che sono stati
uccisi i fermenti che lo rendono vivo) non ha più senso procurarsi il latte
appena munto. Chissà se i bambini
che accompagnano i sommelier del latte a fare il pieno credono che il latte sia
il prodotto di un distributore automatico, di certo quando cresceranno si
renderanno conto che finché vanno a prenderlo a Trento nord non ci saranno
camion che portano latte pastorizzato, sterilizzato, scremato o addirittura
liofilizzato dalla Germania o dalla pianura padana a bordo di tir che
attraversano le Alpi, avanti e indietro. Non ci saranno tonnellate di plastica,
vetro o cartone da raccogliere e (quando va bene) da riciclare, ma soprattutto
finché gli allevatori guadagneranno un euro per ogni litro di latte (e non 45
centesimi, o ancora meno, come li pagano le industrie) nelle stalle trentine ci
saranno mucche e l’estate i bambini potranno andare sui prati per capire -
finalmente - da dove viene il latte. Andrea Selva (www.fuoridalpalazzo.it
)
CORRIERE DELLE ALPI
festa alcolica, il comune ritira
il patrocinio
LA REPUBBLICA
a tutto alcol, fino all’alba -
maria elena vincenzi
Lunedì, 26 Novembre 2007
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