Francia: i Gendarmi
fanno i doppi turni ma non sono soli. Al Governo si pensano leggi più dure in
materia di recidiva, il nemico pubblico numero uno anche in Italia (foto
defense.gouv.fr)
(ASAPS) PARIGI, 27 novembre 2007 – Parigi è in controtendenza:
nonostante la decisa riduzione della mortalità registrata nel mese di ottobre
sulle strade francesi – alla quale non ha fatto seguito però un identico calo
nella sinistrosità – nella Ville Lumière la violenza stradale ha raggiunto
livelli decisamente preoccupanti. Di certo, chiunque si sia trovato a
percorrere in auto o in moto i veloci boulevard sa benissimo che i parigini non
si fanno intimorire da un limite di velocità, fattore che sembra essere ancora
una volta la causa dell’elevatissima punta di mortalità degli ultimi anni. Il Centro Regionale di Informazione e
Coordinamento Stradale – una sorta di nostro CCISS su scala dipartimentale – ha
lanciato l’allarme sul numero di incidenti avvenuti nella capitale francese in
danno di ciclomotoristi e motociclisti: mercoledì scorso (21 novembre) ne sono stati registrati 11 – con
conseguenze mortali o gravi – nella sola periferia, contro i 5/6 della media
giornaliera. La Prefettura
di Polizia non si è fatta attendere ed in una nota diffusa subito dopo sono
stati resi pubblici i dati, davvero allarmanti, della sinistrosità: gli
incidenti con lesioni hanno fatto registrare in quel giorno una crescita del
70% , con le dueruote che pagano un prezzo ben più caro (+68%) rispetto alle
altre categorie (+53%), che comunque non se ne stanno a guardare. Messi male
anche ciclisti e pedoni (+12,6%). È dunque allarme, ma sembra che la semplice
risposta della Tolleranza Zero stavolta non sia sufficiente. La soluzione
potrebbe arrivare dal governo centrale: secondo un articolo pubblicato nei
giorni scorsi sul quotidiano “Le Parisien”, infatti, al ministero dell’Interno
si lavorerebbe ad un nuovo giro di vite sul codice della strada, che potrebbe
veder presto inasprite moltissime fattispecie di trasgressione, anche se
l’obiettivo principale sarebbe il “traffico di punti”. Ciò che sembrava una
risposta “tutta italiana” all’istituzione della patente a punti, con anziani e
stranieri in pole position per
dichiarare di essere stati alla guida di bolidi e costosissime auto di pregio –
prestate per un giretto da figli o ricchi imprenditori – è in realtà un
fenomeno estremamente diffuso, specialmente in Spagna e, adesso ne siamo certi,
anche in Francia. Tuttavia, Oltralpe si pensa ad inasprire il reato di “falsa
attestazione”, che potrebbe prevedere pene detentive fino a 3 anni. Sul fronte
della trasgressione pura, invece, all’Hotel Matignon dovrebbe arrivare per il
via del premier un vero e proprio piano per colpire i recidivi, rendendo
pienamente eseguibile la confisca del mezzo in caso di reiterate e gravi
trasgressioni: per esempio, un conducente che abbia già provocato un incidente
mortale o con lesioni gravi e che venga colto a circolare in eccesso di
velocità, in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, dovrà dire
addio al proprio veicolo, che finirà all’asta nel giro di pochi giorni. Ma la
notizia più importante è che potrebbe divenire presto obbligatorio, proprio per
i recidivi dell’ebbrezza, installare sul proprio veicolo un dispositivo
alcolimetrico che consenta l’avvio del motore solo in caso di perfetta
sobrietà. Una specie di bracciale elettronico per coloro che si trovano agli
arresti domiciliari, insomma; una garanzia che la collettività impone a chi
l’ha precedentemente messa a repentaglio. Un ebbro dovrà tenerlo in auto per un
periodo di almeno 5 anni. Secondo “Le Parisien”, che cita fonti ben informate,
il progetto di legge sarebbe già pronto e potrebbe essere presentato a François
Fillon entro la fine del 2007, per essere discusso, approvato e divenire
operativo nel primo trimestre del 2008. Un tour de force anche per Jean-Louis
Borloo, ministro dello sviluppo, e Dominique Bussereau, segretario di stato ai
trasporti, che hanno reso noto nei giorni scorsi l’attesissimo bollettino
relativo alla sinistrosità nazionale del mese di ottobre. Anche su questo
fronte, però, i dati sono contrastanti: la buona notizia è che la mortalità è
scesa del 19,6% (353 morti accertati contro i 439 dell’ottobre 2006), mentre la
cattiva è che la sinistrosità con lesioni non accenna a diminuire e, anzi,
evidenzia un lievissimo aumento dello 0,5%, avendo fatto registrare oltre 7.600
eventi. Scende del 4,8% il numero complessivo di persone ricoverate in ospedale
(in tutto 3.413), mentre aumenta del 2,2% quello dei feriti lievi, sottoposti
cioè a cure sanitarie ed immediatamente dimessi (i referti stilati sono stati
9.662). Dall’Osservatorio Interministeriale della Sicurezza Stradale (ONIR)
fanno comunque sapere che la crescente vigilanza stradale ha i suoi effetti
positivi: la velocità media è in ulteriore diminuzione, come del resto la
trasgressione in materia di cinture di sicurezza e norme di comportamento in
genere; e questo spiega la diminuzione costante della mortalità. (ASAPS)
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