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Rassegna stampa Alcol e guida del 26 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL TRENTINO

In ospedale un reparto anti alcolismo
La legge di riforma della sanità di Andreolli venerdì sbarca in giunta Prima del passaggio in esecutivo previsto faccia a faccia decisivo tra assessore e presidente Dellai
TRENTO. La legge di riforma della sanità firmata dall’assessore Remo Andreolli arriverà in giunta provinciale venerdì prossimo. Un percorso che, prima di arrivare a compimento, si gioverà di un faccia a faccia tra l’assessore competente ed il presidente Dellai, visto che sul tema vi sono ancora delle difficoltà di veduta. Ma parallelamente si stanno mettendo a punto i cosiddetti obbiettivi da assegnare all’Azienda sanitaria per il 2008. Si punta sulle patologie del comportamento, del bere e del mangiare con un progetto ambizioso: provare ad orientare un’Unità operativa ospedaliera per la riabilitazione alcologica.
Intanto l’assessorato sta finendo di mettere a punto i cosiddetti “obiettivi” da assegnare all’Azienda sanitaria per il 2008. Temi concreti e focus soprattutto su tre emergenze sociali che non sembrano risparmiare nemmeno il ricco Trentino. Si tratta della riabilitazione per problematiche neuropsichiatriche in età infantile, della lotta all’alcolismo e di azioni di contrasto ai disturbi alimentari come anoressia e bulimia.
Partiamo dalla prima. L’assessorato di Andreolli intende impegnare l’azienda sanitaria nel contrasto di patologie neuropsichiatriche in giovanissima età. Le cifre stimate della rilevanza del problema appaiono sorprendenti: problemi di diversa entità e gravità nella popolazione tra 0 e 18 anni interessano una percentuale tra il 15 ed il 20 per cento. Alla fine il 4 per cento della popolazione in questa fascia di età potrebbe rivolgersi ai servizi dedicati. Ma il tutto viene ulteriormente complicato dal fatto che molto spesso sono presenti due o più problemi di competenza del neuropsichiatra nello stesso soggetto. Se ne deduce come la prevenzione, la diagnosi ed il trattamento precoce delle patologie psichiatriche nell’infanzia e nell’adolescenza rivestono un ruolo strategico nella tutela della salute della popolazione: i problemi nell’adulto hanno infatti origine nell’età evolutiva. Cosa si chiede all’Azienda? «Di migliorare l’attuale risposta assistenziale, in particolare per quanto riguarda la presa in carico e la dimensione riabilitativa».
In questo solco del disagio personale si inseriscono anche i disturbi legati al comportamento alimentare, ovvero anoressia e bulimia. Le stime dell’assessorato lo definiscono un problema emergente. All’Azienda sanitaria viene chiesto di riorganizzare il livello di assistenza alle persone che soffrono di questo tipo di patologia, in particolare garantendo la continuità dell’intervento, visto che è proprio questo l’aspetto in grado di fare la differenza nell’affrontare il problema.

Ma è nella lotta all’alcolismo che Provincia e Azienda sanitaria intendono fare un ulteriore salto di qualità, arrivando ad ipotizzare una vera e propria Unità operativa ospedaliera per l’attività di riabilitazione alcologica in regime di degenza a carattere provinciale. Sarebbe un notevole salto di qualità in un approccio al problema già molto alto. Basti ricordare la recentissima legge che vieta la vendita di bevande ai minori di 16 anni non solo in pub e discoteche ma anche nei negozi e nei supermercati.
La strategia è insomma complessiva. Ci si è mossi sul piano preventivo (con informazione e sensibilizzazione soprattutto nei confronti degli adolescenti e dei giovani), sul piano diagnostico (andando incontro ai soggetti) e sul piano terapeutico/riabilitativo con centri di alcologia, associazioni e club di auto-mutuo aiuto e con posti letto ospedalieri.
Insomma in attesa di una legge che la riformi la sanità guarda alle emergenze vere.


LA STAMPA

L’ambulanza del 118 corre dai baby-sbronzi
Una notte con la squadra di soccorso
ANDREA ROSSI
TORINO
La radio gracchia. «Codice zero zero. Sierra». L’ambulanza si mette in moto, accende i lampeggianti, ma non la sirena. Non è il caso. Dietro piazza Carlo Alberto c’è da soccorrere un ragazzo. Ha 17 anni e il volto escoriato. L’ha stampato sopra un palo della luce. È ubriaco fradicio, un rivolo di sangue sulle guance, stenta a reggersi in piedi. Intorno c’è un drappello di giovani, amici suoi. Ridono. Urlano. Si spintonano. «Cosa ti è successo?». Biascica: «Ho sbattuto. Stavamo scherzando». «Hai bevuto?». «Tre chupito, rum e pera. Al colpo, in mezz’ora. Stasera si festeggiava». Per lui la festa è finita. Per i suoi compari continua.
Ridono, anche quando l’amico viene caricato sull’ambulanza e portato via. Sono appena le undici di venerdì sera. La squadra – un professionista e due volontari del 118 - è in servizio da un’ora. Ne mancano sette alla fine del turno. Alle sei di sabato mattina saranno otto interventi e due ubriachi soccorsi. In tutta la città, quasi trenta finiscono all’ospedale per aver alzato il gomito. «Serata tranquilla – dice Ettore, il capo-squadra, quasi trent’anni d’esperienza sulle ambulanze -. Sabato scorso ne abbiamo recuperati quattro, su otto interventi». Nei fine settimana, a Torino, la media è quella: una quindicina di ambulanze in servizio, tra 120 e 150 interventi; quasi uno su tre è per un ragazzo che si è sbronzato, 30-40 a nottata. Max, Valeria ed Ettore non si scompongono. Ci hanno fatto l’abitudine. Però un moto di stizza li sorprende ogni volta.
«Ci sentiamo inutili – spiega Ettore -. Certo, anche questo fa parte del nostro lavoro, però lascia un senso di frustrazione. Raccogli dall’asfalto uno che potrebbe essere tuo figlio, e lo porti al Pronto soccorso, dove occuperà inutilmente un letto per tutta la notte. E il mattino dopo, se non è minorenne, potrà tornarsene a casa tranquillo. Il massimo che gli può capitare è la vergogna di farsi venire a prendere dai genitori». Si sentono inutili. Perché sanno di fare un viaggio a vuoto, prestare aiuto a una persona che non ha bisogno. «Hanno solo necessità di dormire. In ospedale, infatti, li piazzano su una brandina e controllano soltanto che smaltiscano la sbornia. Passa da sola, questione di tempo», dice Valeria. Appunto. Basterebbe portarli casa.
«Sì, ma gli amici se ne lavano le mani. Guai a rovinare la serata: chiamano noi, così possono continuare a divertirsi». E loro arrivano: sollevano un corpo morto, che non si regge in piedi, che ha strisciato per terra, magari ha vomitato. E lo accudiscono. In corso Palestro, non lontano dal quadrilatero romano, la scena si ripete. Stavolta il ragazzo è maggiorenne 19 anni, e pure nervoso. Gli amici non riescono a calmarlo. E chiamano il 118. «Io con voi non vengo, capito?», urla in faccia ai soccorritori. Ettore non è tipo da lasciarsi spaventare. «Se vuoi chiamo la polizia, lo spieghi a loro». Fine del discorso. «Tanti scoppiano a piangere appena chiudiamo il portellone – racconta Max -. Fanno i duri davanti agli amici, minacciano, insultano, provano a metterci le mani addosso. Poi crollano».
Scuote la testa: «Ci tocca fare i genitori, rimproverarli e a volte consolarli. La scorsa settimana, alle 21,30, siamo andati a prendere una ragazza di 13 anni. Era la prima volta che si ubriacava. Era fuori di sé, crisi isterica». Tra una chiamata e l’altra hanno decine di storie da raccontare. «E quell’inglese, 22 anni, ve lo ricordate? Suo fratello e gli amici l’avevano lasciato a dormire nel dehors di un locale in corso Vittorio e se n’erano andati a casa. Il pub aveva chiuso e lui era rimasto lì, da solo». Sei di mattina. Fine del turno. «È ancora andata bene – sospira Ettore -. Alla fine di certe notti ti assale lo sconforto. Pensi di aver corso a vuoto per tutta la città. E magari fatto aspettare qualcuno che aveva davvero bisogno».


ALCOLISMO

«Inutile, chi vuole bere trova il modo»
Contestata dai giovani l’ordinanza antialcolici. Alcoltest, si fa la prova nel pub. Successo per l’etilometro installato a Fiorenzuola
FIORENZUOLA - No al proibizionismo, sì al bere responsabile: la pensano così i ragazzi e le ragazze dai 18 ai 35 anni circa che venerdì sera si sono sottoposti volontariamente all’alcoltest nel locale che frequentano abitualmente e dove di solito consumano alcolici: (*) il pub Croce Bianca di Fiorenzuola. I titolari hanno scelto di installare l’etilometro e di lasciarlo all’ingresso in modo permanente, per permettere ai ragazzi di misurare il proprio tasso alcolico, darsi un limite, ed evitare soprattutto di mettersi alla guida in stato di ebbrezza, e comunque con misure di alcol nel sangue superiori alla fatidica quota di 0,5 grammi/litro che, secondo il codice della strada, fa scattare multe salate.
I ragazzi conoscono bene il livello limite e si attrezzano: «Io ci mangio su: se bevi e basta, non assorbi l’alcol» dice un ragazzetto sveglio, sui vent’anni. «Devi far passare del tempo, prima di metterti a guidare. Magari inizi alle nove di sera, poi prima della chiusura del locale, alle due, ti fai una pausa di un’ora». A proposito di orari, fa discutere la circolare del Comune che invita i bar a non servire alcolici in bottiglia dopo le 20. «Secondo me è inutile - protesta un trentenne - se si vuole bere, si trova il modo. Il problema è che bere è inevitabile: dopo una settimana che ti rompi sul lavoro, hai diritto a rilassarti. È che devi insegnarlo ai ragazzini a farlo senza esagerare: non devono mettere in pericolo se stessi o gli altri in auto». (**)
«Ci sono anche ragazzi che hanno la macchina potente e sono ubriachi - protesta una giovane di 18 anni - io li ho visti questa estate in collina, dove ho fatto la barista. Ci sono dei tipi che devono bere fino a stare male
». Le chiediamo perché, e ci risponde: «Per essere più disinvolti con le ragazze, ad esempio». Tanti alla Croce Bianca sono i ragazzi che si sono sottoposti all’alcoltest: si inserisce un euro nella macchinetta, si estrae la cannuccia monouso, si soffia in un foro e come in videogioco sul display appare il valore di alcol nel sangue. «Non è tarato bene» dice una ragazza appena finito il test: sul suo display registra ben 2,5 grammi, con due rum lisci e due calici di vino a cena. «Dipende anche quando li hai bevuti. Se fai il test appena dopo che hai bevuto un superalcolico, il valore è alto» le spiega un amico. Una volta fatto l’alcoltest, al pub di piazza Caduti si regala un bracciale fosforescente: «È un segno che tu ti sei impegnato nel prevenire casini», dice un 27enne. Luciano Schernardi, uno dei titolari della Croce Bianca, pensa che la strada giusta per non andare fuori strada, sia quella dell’educazione che coinvolge i giovani. «Il proibizionismo non funziona. Le discoteche dopo le due non possono più servire alcolici. L’obiettivo è giusto, ma la regola non funziona, viene aggirata. Fuori dalla discoteca trovi gente che ti vende le bottigliette a un euro». Ieri all’iniziativa dell’etilometro hanno partecipato anche i carabinieri di Fiorenzuola, coinvolti in questo lavoro di prevenzione che non si limita alla sola repressione.
Donata Meneghelli
(*) Nota: le indicazioni dell’OMS, per la prevenzione dei problemi correlati all’alcol, sono chiare: meno si beve meglio è. La riduzione del consumo di alcolici è la più importante battaglia da combattere su questo fronte. La valutazione della efficacia dei provvedimenti che mirano a ridurre il consumo di alcolici non può essere valutata solo sulle reazioni dei bevitori. Sarebbe come valutare l’efficacia di provvedimenti anti fumo sentendo unicamente l’opinione dei fumatori.
(**) Nota: queste affermazioni sono la conferma che, in relazione al consumo di alcolici, non è possibile fare affidamento sull’autocontrollo. La maggior parte delle convinzioni personali sugli effetti degli alcolici sono sbagliate. A ciò si aggiunga che l’idea di “reggere” l’alcol è spesso associata al concetto di virilità e self control, aspetti questi che vengono messi in discussione con difficoltà. Gli alcolici inoltre alterano, già a piccole dosi, la propria capacità di autovalutazione. Per verificarlo è sufficiente chiedere a chi ha bevuto come si sente. Di regola il compiacimento per le proprie capacità aumenta con l’aumentare dell’alcolemia.


CORRIERE ADRIATICO

Sicurezza, a scuola in discoteca
MATELICA – Si è svolto sabato, al “Much More”, il meeting sulla sicurezza stradale, ”Guida sicuro, non ti bere la vita”, organizzato dal Lions Club di Matelica, in collaborazione con l’assessorato alla viabilità del Comune. Dopo il saluto del presidente Amina Burani Mattozzi e delle autorità cittadine, sono seguiti gli interventi a cura dei militari della guardia di finanza, del comandante della polizia municipale, Corfeo, del titolare dell’autoscuola Morelli e dello psichiatra Simonetti che si è soffermato sui danni che l’alcool provoca alla salute. Erano presenti anche rappresentanti dell’arma dei carabinieri per testimoniare il loro impegno nel contrastare la piaga delle stragi del sabato sera. A tal proposito, infatti, da settimane, la compagnia dei carabinieri di Camerino ha iniziato una campagna di controllo e di prevenzione, promossa dal capitano dei carabinieri, Alessio Signoretti, contro gli incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza.
SA.SABBA.,


LA REPUBBLICA - SALUTE

SERT, L’UTENTE TIPO E’ ORMAI OVER 39
Sono in gran parte di età sopra i 39 anni gli utenti dei Sert: dei 171.323 totali, seguiti dai 544 servizi pubblici per le tossicodipendenze, sono il 27,5%. Solo 15 anni fa erano solo il 2,8% degli assistiti, mentre allora la quota più ampia (37,1%) aveva tra i 25 e i 29 anni. I minorenni si sono dimezzati (dal 4,8% al 2,7%) ma si è abbassata l’età delle prime esperienze. L’eroina resta la droga più presente (71,£%9,la cocaina la seconda (14%9. Rapporto 2006, ministero della Salute.
Sarebbe un bene per tutti dare degli informazioni complete. Non si può parlare dei Sert, senza parlare dell’alcoldipendenza. L’alcol essendo una droga viene "trattata" allo stesso modo nei Sert.

Aumentano gli utenti dei servizi alcologici: Ref relazione al Parlamento 2006
Nella seconda parte della relazione è presa in considerazione l´utenza dei servizi alcologici, in seguito all´applicazione della Legge 125/2001. Infine, la terza parte illustra gli interventi di attuazione della Legge nelle Regioni e nelle Province autonome.
In totale, gli alcoldipendenti presi in carico presso i servizi alcologici nel 2005 sono 56.234, con un aumento del 4,3% rispetto al 2004. Il problema è soprattutto maschile: il 77,8% sono uomini e il 22,2% donne. L´età media, pari a 44,5 anni, è in diminuzione ed è più alta nelle donne rispetto agli uomini (46 contro 44,1). Il 17% dei nuovi utenti ha meno di 30 anni e i nuovi utenti fra i 20 e i 29 anni passano dal 10% del 1996 al 15,7% del 2005.
Dal punto di vista della distribuzione geografica, le Regioni settentrionali (tranne la Valle d´Aosta) sono ai primi posti: in particolare Veneto e Lombardia sono le Regioni con il maggior numero di utenti (rispettivamente 11.242 e 9.254). L´Abruzzo è invece la Regione con la più alta percentuale di nuovi utenti (56,1% del totale).
Anche per quanto riguarda il tipo di bevande consumate si registra un cambiamento: la percentuale di chi abusa di birra è passata dal 14,1% del 1996 al 23,5% del 2005, mentre è scesa dal 68,3% al 56,1% quella di vino (che pure rimane saldamente la bevanda alcolica più diffusa in Italia). Questo fenomeno è più marcato nei maschi, fra cui il consumo di birra è aumentato del 72,5% (44,4% fra le donne) e quello di vino diminuito del 19,3% (12,4% fra le donne). Per i superalcolici, il dato medio è dell´11,6%, mentre è del 5% per la categoria "aperitivi, amari, digestivi".


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da NOSTALGIATOSCANA.IT)

Pisa, concorso per sensibilizzare i giovani contro l’alcolismo
L’assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Pisa propone un progetto per una campagna di sensibilizzazione sul tema dei giovani e alcol. Il progetto consiste nella realizzazione di un video-spot, pensato e realizzato dai ragazzi delle associazioni della Consulta Giovanile. Il video deve avere una durata massima di 10 minuti, e deve essere ambientato nella vita reale di tutti i giorni dei ragazzi dai vent’anni in su. Chi intende partecipare al progetto dovrà inviare una manifestazione d’interesse entro il 29 novembre 07 all’indirizzo mail: s.baldelli@provincia.pisa.it Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo . La valutazione delle sceneggiature sarà affidata agli esperti del Sert. L’associazione prescelta avrà un tempo massimo di 2 mesi per realizzare e consegnare il video finito, che sarà diffuso nelle scuole, sulle TV locali, tramite internet.
Per informazioni www.provincia.pisa.it,


L’ARENA

GIORNATA DELLA MEMORIA.
In Bra commemorate dai familiari le vittime di incidenti stradali
Croci e foto per ricordare i morti senza giustizia
I parenti delusi da sentenze troppo miti nei confronti di investitori a volte anche ubriachi
Alessandra Vaccari
Ogni foto, una croce. Ogni croce, una storia. Una vita che non c’è più, altre che sono devastate per sempre. Troppo spesso ci si dimentica che dietro a un distacco violento come il decesso per un incidente stradale, non bastano gli anni a far lenire il dolore di chi resta.
E ieri mattina in piazza Bra, le croci di legno chiaro, macchiate di vernice rossa, e le foto appese erano un’immagine forte, perchè reale è ancora il dolore di chi ha perduto figli, compagne, nipoti, mogli, sorelle o amici.
Anche l’associazione Familiari vittime della strada ha il suo giorno della memoria. In Italia, ottomila morti all’anno, 200mila feriti, 20mila feriti gravissimi con conseguenze permanenti. Un paese interno che scompare.
E i sopravvissuti a questo tsunami familiare ieri si sono incontrati, per farsi forza l’una l’altro, perchè alle volte la disperazione condivisa è più sopportabile. Tutti a sottolineare che dopo l’incidente mortale in cui hanno perduto un loro caro non hanno avuto giustizia. Tutti a chiedere al legislatore pene più severe, perchè gli automobilisti che hanno ucciso un loro parente se la sono cavata troppo spesso con la sospensione della patente per qualche mese.
Tra i primi ad arrivare c’è stato il procuratore capo Guido Papalia. «Il procuratore ci ha assicurato che farà in modo che l’associazione possa prendere visione dei fascicoli non coperti da segreto istruttorio», ha detto Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione a livello veronese, «e questo per noi è molto importante perchè i casi di omicidio colposo vengono trattati in maniera diversa a seconda del magistrato e della sede. inoltre qui a Verona siamo stati ammessi come parte civile. Un precedente importante, che ci permette di essere parte del processo».
Non c’è molta fiducia in quella che viene definita genericamente «giustizia».
Lo testimonia un genitore che ha perduto figlio e nipote in un unico incidente. Arrivati al processo del camionista che aveva perduto una parte di carico finito contro i ragazzi in moto, da spettatore perchè altro la legge non gli consentiva, è rimasto agghiacciato: «Il magistrato ha aperto il fascicolo, e rivolto al pubblico ministero ha sottolineato sorpreso che i morti erano due. Già due. E quel fascicolo non era mai stato aperto prima di quella mattina».
La considerazione migliora nei confronti delle forze dell’ordine. Soprattutto per la stradale che macina chilometri di asfalto e controlla tassi alcolemici.
«Il nostro sforzo è al massimo», ha sottolineato Daniele Giocondi, dirigente della polstrada veronese, «davvero più di così non potremmo fare. Certo vedere queste croci è di impatto anche per noi che con la morte siamo abituati a confrontarci. Ma al dolore non ci si può abituare».
Il prefetto Italia Fortunati ha avuto parole per i familiari, che l’hanno ringraziata per la presenza e per quanto sta facendo per prevenire gli incidenti stradali.
«È cominciata la seconda fase di controlli interforze», ha detto il prefetto, «ed è un coordinamento con il dipartimento dell’Asl importante che sta dando buoni risultati. La prevenzione è importante, far sapere che i controlli ci saranno sempre può essere un deterrente».

Bisogna far entrare nella testa degli automobilisti che a guidare ubriachi c’è il pericolo di ammazzare qualcuno. L’altra notte, la polizia municipale ha ritirato altre tre patenti.
«Tassi alcolemici molto elevati, 2, 2.20 e 1.80», ha detto il dirigente della polizia locale Luigi Altamura, «continuo a stupirmi nel vedere gente che si mette al volante in quelle condizioni. E a vedere le croci oggi mi rendo conto di quanti sono i pedoni che hanno perduto la vita».
«Il numero delle vittime della strada è elevatissimo», ha constatato il questore Luigi Merolla, «superiore a quello delle vittime della criminalità. Spesso le situazioni in cui si registra la morte sono al limite del lecito, troppo spesso sconfinano nell’illecito, perchè ci sono automobilisti che si mettono alla guida ubriachi o sotto l’effetto dell’alcol. Essere qui oggi per noi è fondamentale», ha concluso, «perchè la polizia stradale soprattutto ha come obbiettivo la prevenzione».


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da ROMAONE.IT)

Alcolici dopo le due? Il 30% dei locali è fuorilegge

di Matteo Finotto

Roma, 26 novembre 2007 - Tre locali capitolini su dieci sono fuorilegge. Questo è il quadro che emerge da un’inchiesta pubblicata ieri da la Repubblica. Alcuni giornalisti del quotidiano hanno trascorso l’ultima settimana in giro per club e bar della città per verificare il rispetto della recente legge Bianchi che vieta la vendita di alcolici dopo le due di notte. I dati non sono certo incoraggianti. La maggior parte dei barman in cui si sono imbattuti i cronisti ha servito loro da bere con molta tranquillità ben dopo l’orario proibito dalla normativa.

LE VIOLAZIONI - L’inchiesta ha osservato il comportamento di alcuni tra i bar e i locali più famosi della città, molti dei quali situati in pieno centro storico. E le serate ’incriminate’ non sono soltanto quelle del weekend ma anche quelle infrasettimanali. I giornalisti hanno, infatti, voluto controllare il rispetto del divieto anche in notti come quella del lunedì o del martedì, molto meno frequentate rispetto ai gettonati venerdì e sabato sera. E anche in questo caso i riscontri non sono stati positivi.

LA RISPOSTA - Il comando della polizia municipale della Capitale ha dichiarato al quotidiano che sono in media tre su dieci i locali che non rispettano la norma. Ha spiegato inoltre che inizialmente, nelle settimane che hanno seguito l’entrata in vigore del decreto, i vigili hanno cercato di essere quanto più morbidi possibile per dare modo ai club di adeguarsi alla nuova regola e organizzarsi di conseguenza. Ma dopo quasi due mesi la situazione richiede, sempre secondo via della Consolazione, un passaggio a una linea più dura. La sanzione, fino a questo momento mai applicata, prevede la chiusura da sette a trenta giorni.

IL REPORT - Oggi, come ogni lunedì, arriverà sulla scrivania del comandante il report sui rilievi che i suoi vigili hanno realizzato durante quest’ultimo weekend. La polizia municipale capitolina è anche impegnata su un altro fronte, quello della prevenzione e della sensibilizzazione dei nottambuli. Chi risulta negativo al controllo della quantità di alcol presente nel sangue, effettuato dai vigili con l’etilometro all’uscita di molti locali, riceverà come premio biglietti di ingresso omaggio per quella stessa discoteca.


IL TIRRENO

Guida ubriaco e travolge pedone: arrestato
BARBERINO VAL D’ELSA.

Guidando ubriaco la sua Bmw ha investito e ucciso un uomo di 73 anni che stava passeggiando sul lato opposto della strada.
L’automobilista, S.S., muratore di 23 anni, nato a Torre del Greco (Napoli), ma da tempo residente a Poggibonsi, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio colposo.
Il mortale incidente stradale è avvenuto nel pomeriggio di ieri a Barberino Val d’Elsa.
Il muratore, accompagnato all’ospedale di Poggibonsi da una pattuglia di carabinieri di Tavarnelle Val di Pesa, è stato sottoposto al test alcolometrico ed è stato trovato con un tasso alcolico 5 volte superiore al limite di legge: 2,9 contro lo 0,5 che è la soglia massima prevista dalla legge.
In base a quanto è stato ricostruito dai carabinieri, l’auto ha sbandato verso sinistra, finendo per travolgere il pedone, Sergio Nepi, un pensionato di Poggibonsi che è morto sul colpo.
Il muratore ha tentato di portare i primi soccorsi ed ha chiamato il 118.
Dagli accertamenti è emerso che nel gennaio scorso l’uomo era stato denunciato dalla polizia municipale di Firenze per omissione di soccorso.
L’automobilista è stato rinchiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano in attesa di essere interrogato.
Sulla dinamica dei fatti, secondo quanto è emerso, l’automobilista ha dato per ora solo una vaga e confusa versione probabilmente dovuta al suo stato.
Il magistrato di turno, Angela Pietroiusti, ha intanto disposto il trasferimento del cadavere all’istituto di medicina legale di Firenze per l’autopsia. Il giudice ascolterà anche alcuni testimoni che hanno assistito all’incidente in cui ha perso la vita il pensionato.


LA REPUBBLICA

CRONACA
L’incidente nel Cosentino: stava scappando dai militari Poche ore prima la stessa pattuglia gli aveva ritirato la patente
Fugge dai carabinieri e si schianta
A Cosenza muore giovane di 26 anni
TORANO CASTELLO (Cosenza), 26 novembre 2007 - Un giovane di 26 anni è morto in un incidente stradale mentre stava fuggendo dai carabinieri. Poche ore prima gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Il fatto è accaduto a Torano Castello, nel Cosentino.
Nel tardo pomeriggio di ieri, i militari hanno fermato Luigi Tucci alla guida di una Lancia Delta su cui si trovava anche un’altra persona e lo hanno sottoposto al controllo dell’etilometro, trovandolo positivo. Gli hanno quindi ritirato la patente, affidando il veicolo all’altra persona che era a bordo. Ma alcune ore dopo, gli stessi carabinieri hanno visto nuovamente Tucci a bordo della sua auto. Il giovane, alla vista dei militari è fuggito per evitare un altro controllo, percorrendo a forte velocità la strada provinciale 107.
Il giovane, però, nell’affrontare una curva in pendenza, a causa anche della velocità e della strada resa viscida dalla pioggia, ha perso il controllo del mezzo che è finito fuori strada. Tucci è morto sul colpo, mentre la persona che era con lui ha riportato ferite giudicate guaribili 20 giorni. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco e la polizia stradale.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da ROVIERA24.IT)

Ubriaco e senza cinture esce di strada

Si schianta contro i cassonetti. Molto gravi madre e figlio

Sanremo - E’ accaduto intorno alle 5. Ancora in corso la dinamica dell’incidente. Sembra, tuttavia, che il giovane viaggiasse sotto l’effetto dell’alcol a bordo di una Volkswagen Polo. La donna ha riportato un brutto trauma cranico; il giovane e’ ora al S. Corona.

Madre e figlio peruviani, Esterina Santa Roman Flores e Alex Flores Inga, di 53 e 31 anni, sono rimasti gravamente feriti, in un incidente avvenuto, intorno alle 5, in strada Solaro, a Sanremo, nei pressi dell’Hotel Nyala. Stando alle prime informazioni, sembra che il giovane (pare ubriaco e senza patente) si trovasse alla guida di una Volkswagen Polo, quando per cause tuttora in fase di accertamento avrebbe perso il controllo della guida, mentre percorreva una curva, in direzione mare, andando a sbattere contro alcuni cassonetti dei rifiuti. Il giovane e’ stato trasbordato in mattinata all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, mentre la madre, che ha riportato una profonda ferita al capo, e’ ricoverata ancora a Sanremo.

Sul posto sono intervenuti gli agenti del locale commissariato che stanno indagando per ricostruire la dinamica dell’incidente. Sembra, tuttavia, che il giovane, cosciente subito dopo l’impatto, abbia detto in spagnolo ’Mamma cosa ti ho fatto’. Accanto a sè, pare che avesse una bottiglia di birra. La donna ha avuto la peggio anche perche’ sembra che non indossasse le cinture di sicurezza e che, proprio per questo particolare, non trascurabile, abbia frantumato con il capo un cristallo della vettura, procurandosi la grave ferita. Il trasferimento e’ avvenuto su un elisoccorso dei Vigili del Fuoco di Genova, con a bordo un’equipe medica del 118.


IL MATTINO

IN VIA VERDI 
Ubriaco tampona e distrugge le auto in sosta
Si mette alla guida della propria auto ubriaco dopo una serata trascorsa nei locali della movida. È un compagnia di un amico e sta rincasando, abita in provincia. Ad un tratto in via Verdi perde il controllo della vettura e va a sbattere contro una fila di quattro o cinque auto parcheggiate. Le distrugge: con la parte anteriore della propria macchina, difatti, le urta tutte nella fiancata. A forte velocità. Il violento urto e lo stridio dei pneumatici sull’asfalto svegliano alcuni residenti della zona. Qualcuno scende in strada per fare la conta dei danni. Dopo aver constatato che i due giovani a bordo dell’auto non si erano fatti nulla di grave, uno dei proprietari delle auto distrutte chiama il 113 e chiede l’intervento di una pattuglia. Una volante giunge immediatamente sul posto. Il conducente ubriaco, un giovane di 35 anni, viene sottoposto a controllo etilometrico: l’alcol che ha in corpo supera i valori minimi di legge. L’automobilista viene così denunciato a piede libero per danneggiamento e gli viene anche ritirata la patente. Per fortuna il tutto si è risolto senza gravi conseguenze ma poteva andare peggio: il 35enne avrebbero potuto perdere il controllo della propria auto fuori dal centro abitato e andare a sbattere contro un’altra vettura, oppure prendere in pieno dei pedoni. Il bilancio poteva essere grave, soprattutto in termini di perdita delle vite umane. 


IL GIORNALE DI VICENZA

A VERONA. Il capo dell’Ufficio del lavoro travolto davanti alla figlia
La morte del direttore Un omicidio colposo
Questa mattina il magistrato di turno della procura di Verona firmerà il nulla osta per consentire alla famiglia di far svolgere i funerali di Angelo Di Girolamo, 61 anni, travolto e ucciso da un automobilista veronese ubriaco alla guida davanti alla stazione delle Ferrovie, dove il funzionario pubblico era appena giunto da Vicenza, dove dirigeva l’Ufficio provinciale del lavoro.
L’automobilista che guidava con un’alcolemia di 1,8 grammi per litro, dunque oltre tre volte il consentito, è finito sotto inchiesta per omicidio colposo e guida in stato di ubriachezza. Di Girolamo stava attraversando un momento particolare della sua esistenza perché poche settimane fa aveva perso l’amata moglie uccisa da un tumore. Anche per questo una delle due figlie, Cristina, era andata ad aspettarlo al suo ritorno da Vicenza, per fargli compagnia nel breve tragitto verso casa. Purtroppo, mentre il manager pubblico stava conversando con la figlia, è sopraggiunto il conducente che non è stato in grado di evitare Di Girolamo, travolgendolo e uccidendolo sul colpo. Una scena terribile per la figlia Cristina, che si è vista strappare il padre sotto gli occhi senza potere fare nulla. Quando l’ambulanza è arrivata dal vicino ospedale per l’uomo non c’era più nulla da fare.
La stessa Cristina è stata sfiorata dall’auto che ha investito il padre, senza purtroppo dargli scampo. La notizia della tragica scomparsa del funzionario pubblico ha suscitato dolore e angoscia non solo a Verona, ma anche a Trieste a naturalmente Vicenza dove dall’inizio dell’anno Di Girolamo era il responsabile dell’Ufficio provinciale del lavoro.
«Era una persona capace che aveva saputo creare le condizioni per un buon clima di lavoro», hanno sottolineato in parecchi in questi giorni di lutto e dolore ricordando la sua figura.
I funerali saranno celebrati domani o al più tardi mercoledì. Tutto dipenderà dal nulla osta della procura.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

INCIDENTE
Guida ubriaco e senza patente
Due mesi fa gli era stata ritirata la patente perchè trovato positivo all’alcoltest. L’altra sera la Polizia stradale nel corso di un rilievo per un incidente accaduto a Bagnarola, ha accertato che a uscire di strada era la stessa persona. Non solo. Oltre al fatto che guidava senza patente per il ritiro precedente è stato ancora una volta trovato positivo all’alcoltest. Si tratta di un giovane del luogo. Fortunatamente l’auto che guidava è uscita autonomamente di strada senza coinvolgere altre persone. Non è scattato l’arresto proprio per questo.


BRESCIAOGGI

ALCOL. La licenza gli era già stata ritirata
Patente sospesa: pensionato fugge la polizia lo ferma
Bloccato a Coccaglio vicino alle bancarelle mentre si svolge la festa patronale Nel week-end ritirati diciotto documenti di guida per tasso alcolico e abuso di stupefacenti
L’alcol continua a scorrere a fiumi sulle strade. I controlli che le pattuglie della polizia stradale di Brescia, Montichiari, Desenzano e Salò hanno effettuato nella notte tra sabato e domenica nel Bresciano hanno portato al ritiro di 17 patenti per alcol e una per assunzione di droga. Complessivamente sono state controllate 195 persone che viaggiavano su 163 vetture e sono stati 166 i giovani sottoposti al test.
IERI MATTINA un sessantaseienne che si era già visto ritirare la patente per alcol un mese fa è scappato alla polizia. Alle 11,20 la pattuglia di Chiari ferma vicino al centro commerciale di Chiari ha intimato l’alt ad una Mondeo. L’automobilista si è dato alla fuga verso Coccaglio. È scattato un inseguimento da brividi sulla provinciale 17. I poliziotti hanno «agganciato» l’anziano poche centinaia di metri dopo il cavalcavia. L’uomo ha accelerato dando il via ad un carosello di sorpassi sul filo dei 100 orari entrando pure in paese, dove era in corso la festa patronale con tanto di bancarelle.
Gli agenti sono riusciti a bloccare in tempo la vettura. D.P., residente ad Iseo, ha spiegato di essere fuggito perché gli era stata ritirata la patente per alcol. È stato denunciato.
L’INTERVENTO della stradale di Chiari, ieri mattina ha portato anche al ritiro di due patenti per abuso di alcol. Un albanese procedeva zigzagando sulla strada Coccaglio - Chiari. Fermato attorno alle 3 ha fatto registrato al secondo test alcolometrico un tasso di 2.20.
Un’ora più tardi la stessa pattuglia è intervenuta per rilevare p un incidente a poche centinaia di metri dal Number One, a Cortefranca. Sottoposto al test il 27enne D. S., albanese residente a Monticelli Brusati: alla guida di una Punto si era scontrato con una Daewoo condotta dalla 36enne L.A. di Ospitaletto. Il 27enne è risultato positivo al test con tasso pari a 2.07, quattro volte il limite. Illesa la giovane donna. L’albanese ne avrà per 20 giorni. G.C.C.


IL GAZZETTINO (Treviso)

VITTORIO VENETO
Sei patenti ritirate
Sei giovani dai 25 ai 35 anni, residenti fra Vittorio Veneto, Pieve di Soligo e Farra, sono stati denunciati dai Carabinieri di Vittorio Veneto per guida in stato di ebbrezza nella serata di venerdì. A tutti è stata ritirata la patente.


LA NAZIONE

GUIDA PERICOLOSA
Denunciati un peruviano e un rumeno

Il periviano era ubriaco e guidava uno scooter procedendo a zig-zag sul viale Strozzi, mentre il rumeno, che guidava uno scooter rubato, è stato inseguito
Firenze, 25 novembre 2007 - Ubriaco alla guida di uno scooter. Peruviano di 27 anni denunciato dalla polizia. L’uomo è stato notato, la notte scorsa, mentre procedeva a zig zag in viale Strozzi. Sottoposto all’alcol test, il suo tasso alcolico e’ risultato quattro volte superiore al limite di legge. (…)


LA GAZZETTA DI PARMA

Picchia la moglie e i carabinieri
La donna, 25 anni, è stata trasportata al Pronto soccorso per le lesioni riportate
MONTECHIARUGOLO ARRESTATO UN TRENTENNE MAROCCHINO A BASILICANOVA
La donna, 25 anni, è stata trasportata al Pronto soccorso per le lesioni riportate II Accecato dalla gelosia, e forse con un po’ troppo alcol in corpo, prima ha inveito contro la moglie, picchiandola, poi se l’è presa anche con i carabinieri che erano intervenuti per cercare di calmarlo. Protagonista di questo movimentato episodio - avvenuto ieri mattina in un condominio di strada Argini nord a Basilicanova - un marocchino di 30 anni, T. continua...


WINENEWS

Chicago - 26 Novembre 2007
IL VINO PREVIENE LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI? E’ STORIA VECCHIA: IL SUCCO D’UVA CURA ANCHE TUTTE LE PATOLOGIE TRASMESSE DAL CIBO. LO DICE UNA RICERCA DELLA MISSOURI-COLUMBIA UNIVERSITY
Il vino è già da tempo conosciuto come una “bevanda della salute”, dalle innumerevoli proprietà benefiche per l’uomo. Ora due ricercatori della Missouri-Columbia University hanno aggiunto un nuovo importante tassello alle sue qualità, scoprendo come il vino rosso possa proteggere l’organismo umano da molte comuni malattie trasmesse dagli alimenti. Gli scienziati Mustapha e Das, del College of Agriculture, Food and Natural Resources, hanno infatti esaminato gli effetti inibitori di una larga varietà di vini rossi (in particolare, Cabernet, Zinfandel and Merlot) e di succhi d’uva su alcuni batteri patogeni, scoprendo come al contempo questi non danneggino le normali difese naturali rappresentate dai batteri probiotici. Le principali patologie esaminate sono state l’Escherichia Coli, la Salmonella, la Listeria monocytogene e l’Helicobacter pylori. Oggi, secondo stime del Center for Disease Control and Prevention, solo negli Stati Uniti le malattie trasmesse dal cibo colpiscono in maniera più o meno grave fino a 81 milioni di persone, con una spesa annua stimata attorno ai 10 miliardi di dollari. (*)
“Il nostro studio - hanno spiegato i due ricercatori - è leggermente diverso rispetto a quelli che sono da tempo riportati sui media e che promuovono un moderato consumo di vino rosso per prevenire malattie cardiovascolari. Siamo andati un passo più avanti e ci siamo chiesti: se il vino rosso è utile per i problemi cardiovascolari, perché non dovrebbe esserlo anche per altre patologie? Se vieni colpito da una malattia legata all’alimentazione, il bere del vino rosso potrebbe esserti d’aiuto per alleviare i sintomi?”.
Lo studio ha dimostrato che i probiotici testati non erano inibiti dal vino rosso, mentre lo erano i batteri patogeni. Particolarmente significativi i risultati ottenuti nei confronti dell’Helicobacter pylori, un batterio che può essere trasmesso sia dall’acqua, sia dal cibo e che è il principale responsabile di gastriti e ulcere. Nei test di laboratorio,Mustpha e Das si sono focalizzati sull’etanolo, sui livelli di Ph e sul resveratrolo, un fitochimico presente negli acini dell’uva, nel vino, in alcune bacche e piante, e responsabile del colore rosso del vino. (**) I ricercatori hanno effettuato test anche su numerosi vini bianchi, ma senza ottenere gli stessi risultati. “Non è solo l’etanolo presente nel vino ad avere questi effetti benefici, ma sono appunto gli altri fattori come il Ph del vino e i fitochimici che danno insieme questi risultati”. Lo studio è stato presentato a Chicago all’Institute of Food Technologists.
(*) Nota: L´Organizzazione Mondiale della Sanità stima che i costi annuali sociali e sanitari, sostenuti a causa di problemi collegati all’alcol sono pari al 2-5% del PIL.
(**) Nota: definizione del resveratrolo tratta da Wikipedia: “Il resveratrolo (3,5,4’ - triidrossistilbene) è un fenolo non flavonoide presente nella buccia dell’acino d’uva, avente azione antiteratogena e di fludificazione del sangue che può limitare l’insorgenza di placche trombotiche. A questa sostanza sono state attribuite, con numerosissimi studi in vitro, alcune proprietà che poi sono state imputate anche al vino. In particolare è spesso propagandato come possibile spiegazione del paradosso francese, ovvero della bassa incidenza di malattie cardiovascolari, nonostante un largo consumo di grassi saturi, in Francia. In realtà il resveratrolo è si contenuto nel vino rosso, ma in quantità non sufficiente per spiegare questi effetti positivi del vino (da 0,2 a 5,8 mg/L ). Infatti, perché questa molecola abbia effetti benefici, è necessario che ve ne sia una concentrazione piuttosto elevata nel sangue: questo fatto è stato ampiamente smentito. Nonostante ciò, ancora oggi, propaganda e notizie giornalistiche poco approfondite continuano a divulgare queste assunzioni errate”.


PANORAMA

Siena Risse e rum peggio che al Palio
Bolzano replica a Roma sul divieto anti-alcol

IL SOLE 24ORE

Sì ai sensori anti-alcol ma va tarata l’affidabilità

IL SECOLO XIX

Alcol e scandali Panchina a Capello?


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Martedì, 27 Novembre 2007
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