ALCOLISMO
DROGA/ FERRERO: SERVE NUOVA LEGGE E DIVIETO SPOT SU
ALCOLICI "I messaggi televisivi sono ancora un inno al
consumo" Roma, 27 nov. (Apcom) - Il ministro Paolo Ferrero ha ribadito che per la pubblicità degli
alcolici in televisione dovrebbe essere regolata da una legge che
"obblighi i produttori ad indicare in etichetta i possibili danni
derivanti dall’abuso di alcol, in particolare per quelli a ’bassa
soglia’", ovvero i cosiddetti ’soft drink’. "Oppure - dice il
ministro - si potrebbero utilizzare dei messaggi sulle bottiglie come, ad
esempio, ’se bevi non guidare’". (*) "Le pubblicità odierne - sottolinea - sono dei veri e
propri inni al consumo, soprattutto perché si legano al concetto di performance
e di stato sociale. Il messaggio che arriva oggi dagli spot è: ’se consumi puoi
essere un figo’. Occorre invece rompere questo legame, secondo Ferrero,
"altrimenti qualsiasi discussione sul tema è basata sul nulla". In generale, sul tema droga e alcol, secondo il ministro
c’è bisogno di "riaprire la discussione", perché la modifica della
legge Fini-Giovanardi "ha a che fare - rimarca Ferrero - col problema
della sicurezza nel Paese, con la microcriminalità e con lo stato di salute dei
cittadini". E le proposte "Turco e Ferrero sono una base per avviare
la discussione". Inoltre, senza una nuova legge, sarebbe "ipocrita -
dice Ferrero - a due anni dall’insediamento del governo" fare una
Conferenza nazionale ("probabilmente a Bari" in primavera) senza una
nuova legge. "Se la legge non funziona - conclude - non si può fare finta
di niente e presentarsi alla Conferenza senza una nuova legge sarebbe
imbarazzante, per non dire altro". (*) Nota: gli effetti concreti degli avvertimenti sulle
etichette degli alcolici sono insignificanti. È irrealistico pensare che le
modalità di bere possano essere influenzate, nel breve periodo, da una scritta
sulla bottiglia. Diversa invece la valutazione dal punto di vista culturale. In
questo senso le indicazioni sulla etichetta possono avere un valore importante,
anche simbolico. Sicuramente maggiore delle scritte sui pacchetti di sigarette.
Non fosse altro per “l’effetto sorpresa”. È un po’ come buttare un sasso nelle
piatte ed uniformi acque dell’informazione alcologica. Anche se, dopo anni di
informazione a senso unico, ci vorrà tempo affinché la drammatica realtà dei
danni alcol correlati emerga nella coscienza della gente. La verità è tanto
più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta. (Anna Frank)
LA REPUBBLICA - MOTORI
Per i recidivi dopo la confisca
del mezzo ci sarà l’"alcol-block" alla macchina per almeno 5 anni: è
la grande novità del codice della strada
Francia, ubriaco alla guida?
L’auto non partirà più (*)di LORENZO BORSELLIRivoluzione in tema di sicurezza stradale: in Francia
potrebbe diventare presto obbligatorio, per i recidivi dell’ebbrezza,
installare sul proprio veicolo un dispositivo alcolimetrico che consenta
l’avvio del motore solo in caso di perfetta sobrietà. Una specie di bracciale
elettronico per coloro che si trovano agli arresti domiciliari, insomma; una
garanzia che la collettività impone a chi l’ha precedentemente messa a
repentaglio. Un ebbro dovrà tenerlo in auto per un periodo di almeno 5 anni.
Secondo "Le Parisien", che cita fonti ben informate, il progetto di
legge sarebbe già pronto e potrebbe essere presentato a François Fillon entro
la fine del 2007, per essere discusso, approvato e divenire operativo nel primo
trimestre del 2008. Un tour de force anche per Jean-Louis Borloo, ministro
dello sviluppo, e Dominique Bussereau, segretario di stato ai trasporti, che
hanno reso noto nei giorni scorsi l’attesissimo bollettino relativo alla
sinistrosità nazionale del mese di ottobre. Anche su questo fronte, però, i dati sono contrastanti: la
buona notizia è che la mortalità è scesa del 19,6% (353 morti accertati contro
i 439 dell’ottobre 2006), mentre la cattiva è che la sinistrosità con lesioni
non accenna a diminuire e, anzi, evidenzia un lievissimo aumento dello 0,5%,
avendo fatto registrare oltre 7.600 eventi. Scende del 4,8% il numero complessivo di persone
ricoverate in ospedale (in tutto 3.413), mentre aumenta del 2,2% quello dei
feriti lievi, sottoposti cioè a cure sanitarie ed immediatamente dimessi (i
referti stilati sono stati 9.662). Dall’Osservatorio Interministeriale della
Sicurezza Stradale (ONIR) fanno comunque sapere che la crescente vigilanza
stradale ha i suoi effetti positivi: la velocità media è in ulteriore
diminuzione, come del resto la trasgressione in materia di cinture di sicurezza
e norme di comportamento in genere; e questo spiega la diminuzione costante
della mortalità. Va detto infatti che Parigi è in controtendenza:
nonostante la decisa riduzione della mortalità registrata nel mese di ottobre
sulle strade francesi - alla quale non ha fatto seguito però un identico calo
nella sinistrosità - nella Ville Lumière la violenza stradale ha raggiunto
livelli decisamente preoccupanti. Di certo, chiunque si sia trovato a percorrere in auto o
in moto i veloci boulevard sa benissimo che i parigini non si fanno intimorire
da un limite di velocità, fattore che sembra essere ancora una volta la causa
dell’elevatissima punta di mortalità degli ultimi anni. Il Centro Regionale di
Informazione e Coordinamento Stradale - una sorta di nostro CCISS su scala
dipartimentale - ha lanciato l’allarme sul numero di incidenti avvenuti nella
capitale francese in danno di ciclomotoristi e motociclisti: mercoledì scorso
(21 novembre) ne sono stati registrati 11 - con conseguenze mortali o gravi -
nella sola periferia, contro i 5/6 della media giornaliera. La Prefettura di Polizia non si è fatta attendere ed in
una nota diffusa subito dopo sono stati resi pubblici i dati, davvero
allarmanti, della sinistrosità: gli incidenti con lesioni hanno fatto
registrare in quel giorno una crescita del 70% , con le dueruote che pagano un
prezzo ben più caro (+68%) rispetto alle altre categorie (+53%), che comunque
non se ne stanno a guardare. Messi male anche ciclisti e pedoni (+12,6%). È
dunque allarme, ma sembra che la semplice risposta della Tolleranza Zero
stavolta non sia sufficiente. La soluzione potrebbe arrivare dal governo centrale:
secondo un articolo pubblicato nei giorni scorsi sul quotidiano "Le
Parisien", infatti, al ministero dell’Interno si lavorerebbe ad un nuovo
giro di vite sul codice della strada, che potrebbe veder presto inasprite
moltissime fattispecie di trasgressione, anche se l’obiettivo principale
sarebbe il "traffico di punti". Ciò che sembrava una risposta "tutta italiana"
all’istituzione della patente a punti, con anziani e stranieri in pole position
per dichiarare di essere stati alla guida di bolidi e costosissime auto di
pregio - prestate per un giretto da figli o ricchi imprenditori - è in realtà
un fenomeno estremamente diffuso, specialmente in Spagna e, adesso ne siamo
certi, anche in Francia. Tuttavia, Oltralpe si pensa ad inasprire il reato di
"falsa attestazione", che potrebbe prevedere pene detentive fino a 3
anni. Sul fronte della trasgressione pura, invece, all’Hotel
Matignon dovrebbe arrivare per il via del premier un vero e proprio piano per
colpire i recidivi, rendendo pienamente eseguibile la confisca del mezzo in
caso di reiterate e gravi trasgressioni: per esempio, un conducente che abbia
già provocato un incidente mortale o con lesioni gravi e che venga colto a
circolare in eccesso di velocità, in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di
stupefacenti, dovrà dire addio al proprio veicolo, che finirà all’asta nel giro
di pochi giorni. (*) Nota: già alcune case automobilistiche (Saab, Nissan,
Volvo,) hanno proposto l’etilometro come optional su alcuni modelli al costo di
300/900 euro. Una buona parte del costo delle autovetture è ormai determinato
da gadget. Sempre costosi, spesso inutili. Se l’etilometro fosse installato su
tutte le vetture l’incidentalità per guida in stato di ebbrezza si
avvicinerebbe allo zero. Non penso esistano altri fattori di rischio per i
quali ci sia una soluzione così a portata di mano. Nella prevenzione della
guida in stato di ebbrezza l’ostacolo non è tecnico, ma umano.
IL TEMPO
I dati della polizia
stradale Neopatentati, uno su tre è ubriaco 28/11/2007 - Un
terzo dei neopatentati si definisce guidatore «a rischio»: una persona che al
volante cerca emozioni forti, crede che gli incidenti avvengano per colpa di
altri e che il codice della strada serve a rallentare la scorrevolezza del
traffico. Si tratta soprattutto di ragazzi, «collezionisti» di multe
e che guidano spesso dopo aver assunto alcolici. È quanto emerge da una ricerca
effettuata dal Dipartimento di psicologia della Sapienza ed oggetto della
pubblicazione «Il paradosso del giovane guidatore curata da Anna Maria Giannini
e Fabio Lucidi, presentata presso la Biblioteca centrale nell’ambito della
settima edizione del progetto Icaro (campagna sulla sicurezza promossa dalla
Polizia di Stato) e in occasione dei festeggiamenti per i 60 anni della Polizia
Stradale. Dallo studio, basato su 5.000 questionari compilati da
studenti delle scuole superiori di 12 città italiane (tra le quali Roma),
emerge che la maggior parte dei ragazzi si definisce prudente: il 37,8% degli
automobilisti ed il 46,68% dei motociclisti. A metà strada ci sono i
preoccupati: guidatori ansiosi e litigiosi che, però, evitano di violare il
codice della strada. Il 30% dei ragazzi guida a lungo nelle ore notturne ed ha
già sperimentato un attacco di sonno. «Bisogna proseguire con le campagne di
prevenzione che sono più efficaci delle attività repressive - ha spiegato il
comandante della Polizia stradale di Roma, Roberto Campisi - la fascia dai 19
ai 25 anni rimane quella più a rischio per gli incidenti. Ogni week-end tra
Roma e provincia vengono effettuati circa 400 controlli con gli alcoltest ed in
media risultano positivi tra i 20 e i 30 guidatori». Un’altra iniziativa sul tema merita menzione, una sorta di
reality show per la sicurezza stradale: è «Drive
and dance», progetto di «Bastaunattimo»,
campagna nazionale contro le stragi del sabato sera. «Abbiamo lanciato una
campagna - dichiara Carmelo Lentino, portavoce di "BastaUnAttimo" -
nella consapevolezza che fosse necessario utilizzare nuove realtà comunicative
per analizzare il problema della sicurezza stradale e sensibilizzare
soprattutto le giovani generazioni sulla tematica. Lo ritengo, insieme con la
canzone e il concorso, uno degli strumenti più importanti per raggiungere gli
obbiettivi che ci siamo prefissati. "Drive and Dance" è il primo
format tv capace di far comprendere che utilizzando la tecnica dei reality si
possono realizzare anche prodotti di qualità in grado di soddisfare pienamente
anche il bisogno di fare audience, ma mantenendosi allo stesso tempo nei limiti
del buon gusto, capace di educare e trasmettere messaggi televisivi ai giovani
e non solo».
ALCOLISMO
Alcool e giovani, un binomio mortale:
"0,0 per mille per i neopatentati?" In Germania è stato sancito il divieto di alcol alla guida. Il tema
della tolleranza zero è stato al centro oggi a Berna del 9° Forum dell’Ufficio
Prevenzione Infortuni (UPI) dedicato al tema «0,0 per mille per i
neopatentati?». E dal dibattito è emersa l’urgenza di intervenire "È ora
di darsi una mossa, perché qui sono in gioco vite umane" BERNA - «Sono in gioco delle vite
umane». E poi: "È ora di darsi una mossa, perché qui sono in gioco vite
umane". E ancora: "Per i giovani che hanno preso da poco la patente,
il rischio d’incidente aumenta anche con una dose minima di alcol". Sono
solo alcuni degli interventi di questa mattina che si sono sentire durante il
9° Forum upi sul tema «0,0 per mille per i neopatentati?» che si è svolto a
Berna. Quattro mesi fa in Germania è
stato sancito il divieto di alcol alla guida, e oggi a Berna Horst Schulze,
collaboratore dell’Istituto federale tedesco della circolazione ha illustrato
le ragioni scientifiche che legittimano lo zero per mille per i neopatentati.
Una tesi, quella dello zero per mille per chi ha ottenuto da poco la patente di
guida, che l’UPI (l’Ufficio Prevenzioni Infortuni) sta portando avanti da
diversi anni. Grazie al sostegno offerto da
personalità di spicco, sono in molti ormai a giudicare utile un simile
provvedimento per accrescere la sicurezza stradale. Tra coloro che sin dagli
esordi hanno incoraggiato la proposta dell’upi è Claudius Graf-Schelling. «È
ora di darsi una mossa, perché qui sono in gioco vite umane», ha ribadito il
giurista e consigliere di stato turgoviese. «Per i giovani che hanno preso da
poco la patente, il rischio d’incidente aumenta anche con una dose minima di
alcol», ha sottolineato Horst Schulze, ospite d’eccellenza al Forum. Dallo scorso
agosto in Germania vige il limite di zero alcol alla guida per i neopatentati.
Horst Schulze, che in seno all’Istituto germanico della circolazione dirige il
settore «Comportamento e sicurezza nella circolazione», ha spiegato le ragioni
che hanno portato all’introduzione del divieto. La percentuale di ragazzi tra i 18
e i 24 anni protagonisti di incidenti stradali imputabili ad abuso di alcol è
nettamente superiore alla media. Schulze ha inoltre sottolineato un altro fatto
preoccupante, ossia che tra i giovani è sempre più diffusa la combinazione
alcol e canapa: una minaccia molto seria alla sicurezza stradale. Anche la
Spagna, i Paesi Bassi e l’Austria limitano il consumo di alcolici ai
neoguidatori.
Il caso dell’Austria Un aspetto particolarmente interessante
per la prevenzione infortuni in Svizzera è che l’introduzione del limite dello
0 per mille in Austria ha avuto ripercussioni positive superiori alla media.
Interessante soprattutto perché anche l’Austria – al pari della Svizzera –
conosce la patente in prova per i giovani guidatori, ragion per cui le
condizioni per i neopatentati sono molto simili a quelle in vigore nel nostro
paese.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
CORRIERE DI COMO)
Il dramma dell’alcolismo
raccontato dai familiari Stasera in via Valleggio a Como 28/11/07 - «L’alcolismo non
colpisce solo l’individuo che abusa di alcol ma coinvolge l’intero gruppo
familiare, in particolare i figli». Parte da questa considerazione il lavoro
trentennale del gruppo familiare Al-Anon, destinato a parenti e amici degli
alcolisti, che stasera propone un momento di incontro con la città nella
tradizionale riunione annuale aperta al pubblico. Le associazioni Al-Anon e Alateen
(per gli adolescenti che hanno un familiare alcolista) propongono momenti di confronto
e gruppi di auto-aiuto nei quali ciascuno può raccontare la propria esperienza
e condividere le difficoltà. I volontari lariani hanno organizzato anche una
campagna di informazione nelle scuole superiori del territorio e invitano tutti
i dirigenti scolastici interessati a contattare il gruppo per avere chiarimenti
e fissare l’incontro con i ragazzi. Questa sera l’appuntamento è in
via Valleggio, accanto alla vecchia chiesa di San Giuseppe, a partire dalle 21.
La partecipazione è libera ed è prevista la testimonianza di ragazzi che hanno
vissuto in prima persona il dramma dell’alcolismo in famiglia. Anna Campaniello
IL GAZZETTINO (Belluno)
LETTERE & OPINIONI Vivibile e spettrale due modi
diversi di vedere la città Qualche giorno fa Il Gazzettino ha
pubblicato una lettera in cui esprimevo la mia felicità per il riconoscimento
dato alla mia amata città come la più vivibile d’Italia. Ma la felicità è stata
di breve durata perché alcuni giorni dopo apro lo stesso quotidiano e trovo
un’altra lettera dal titolo "Troppe le forze dell’ordine" e poi
testuale "la città è percorsa in lungo e in largo da pattuglie di polizia,
carabinieri, finanza e mezzi dell’esercito (penso anche con i carri
armati!)". Proseguo poi nella lettura e vengo a sapere che: se bevi
qualche ombra in più ti ritirano la patente, che non si può bere una birra
sulle panchine, che arriveranno le telecamere a scrutarci in ogni nostro
movimento. Una città insomma definita "inquietante e spettrale".
Leggendo tutto questo sono rimasto sbalordito e mi sono detto: ma se si legge
ogni giorno su tutti i giornali che in Italia le forze dell’ordine sono
insufficienti, che mancano i mezzi e la benzina per fare i pattugliamenti, che
ogni giorno qualche ubriaco ammazza qualcuno (perfino quattro bambini in un
colpo solo) e non fa un solo giorno di galera. Tutti gli italiani di buon senso
si lamentano dell’eccessivo lassismo delle istituzioni e dunque solo noi
bellunesi viviamo in un regime di terrore di stampo staliniano? Se bevi
un’ombra in più finisci nel gulag e se occupi una scuola ti fucilano?
Un’immagine della città a me sconosciuta ma poi per fortuna, andando avanti
nella lettura, sono arrivato alla firma: D.D.T. (Rifondazione Comunista).
Allora tutto mi si è fatto chiaro, mi è tornato il sorriso e mi sono detto:
meno male. Lettera firmata
LA NAZIONE
CARABINIERI Guida ubriaco e senza patente In auto ha due coltelli: denunciato L’uomo, un 41enne rumeno, è stato
fermato per un controllo dai carabinieri a Montelupo Montelupo Fiorentino (Firenze) -
Nel pomeriggio di ieri i militari della Stazione di Montelupo hanno
denunciato un rumeno per guida in stato
di ebbrezza e porto abusivo di armi bianche. L’uomo, un 41enne, domiciliato a Lastra a Signa, alla
guida della propria Opel Astra, è stato sottoposto a controllo da parte di una
pattuglia. Il suo comportamento era alterato, scomposto e caratterizzato da
momenti di euforia esagerata accompagnati da difficoltà motorie. L’esame dell’alcotest, a cui è
stato subito sottoposto, ha rilevato un
tasso alcolemico superiore di tre volte il consentito. L’uomo inoltre è risultato
sprovvisto di patente di guida poiché sospesa, nell’ottobre dello scorso anno,
dalla Prefettura di Padova per guida in stato di ebbrezza a seguito di analogo
controllo da parte della Polizia Stradale; inoltre il mezzo su cui viaggiava,
non era stato sottoposto a revisione né aveva copertura assicurativa.
All’interno dell’abitacolo sono stati rinvenuti due coltelli, di tipo proibito,
che sono stati sequestrati.
IL TIRRENO
In preda ai fumi dell’alcol si è scagliato contro i militari
intervenuti per sedare una lite tra lui e i suoi amici Giovane picchia i carabinieri e
finisce in manette AGLIANA. È stato un venerdì sera
da dimenticare per un ventiduenne pistoiese, arrestato per aver picchiato i
carabinieri dopo una serata trascorsa con gli amici in un ristorante di
Agliana. Dopo avere riaccompagnato a casa
una ragazza aglianese del gruppo, tra G.L.C. e gli altri amici è scoppiato un
litigio, originato da futili motivi ed alimentato dai fumi dell’alcool. La
situazione è degenerata ben presto al punto che numerosi residenti, attirati
dalle urla provenienti dalla strada e vedendo il ventiduenne aggredire gli
altri ragazzi, hanno chiamato il 112. In pochi minuti è arrivata sul posto una
pattuglia del Nucleo operativo e radiomobile di Pistoia, ma nemmeno alla vista
dei due militari il giovane ha accennato a calmarsi. E senza alcun motivo, ha
aggredito i carabinieri, sferrando un pugno in pieno viso ad un maresciallo e
colpendo poi anche il secondo. Solo l’intervento di altri due equipaggi
dell’Arma ha permesso infine di riportare il giovane alla calma. Accompagnato
in caserma, per lui sono scattate le manette per i reati di resistenza e
violenza a pubblico ufficiale. Il suo finesettimana ha quindi avuto termine in
una cella del carcere di Santa Caterina.
CORRIERE ADRIATICO
Rissa fra ubriachi SENIGALLIA - Una normale e
classica rissa tra ubriachi, come altre che avvengono il sabato sera . E’
quella che si è verificata sul lungomare Leonardo da Vinci, a una cinquantina
di metri dal centro sociale Mezza Canaja e che ha visto il ferimento lieve di
Cristian Ionesco. Secondo una prima ricostruzione, protagonisti dell’episodio
sono stati alcuni ragazzi, almeno una decina, che per motivi di poco conto sono
venuti alle mani. Il trambusto e le urla della rissa hanno richiamato proprio
alcuni giovani del “Mezza Canaja”, che sono intervenuti per cercare di
riportare la calma. Proprio in questo momento si è ferito Cristian Ionesco, che
scivolando è caduto a terra e ha battuto la testa. Per questo si è reso
necessario l’intervento di un’ambulanza, che lo ha trasportato in ospedale per
accertamenti. I medici lo hanno sottoposto agli esami del caso e poi trattenuto
in osservazione fino a lunedì, quando lo hanno dimesso. Sull’episodio sono in
corso le indagini della polizia.
IL GAZZETTINO (Pordenone)
AVIANO Il giudice Rodolfo Piccin ritiene provati i maltrattamenti in
famiglia Botte alla moglie, due anni Due anni di reclusione: è la pena
che il giudice Rodolfo Piccin, ritenendo fondate le prove prodotte dal pm
Monica Carraturo, ha inflitto all’operaio Jakup Ajdezi, 34 anni, originario del
Kosovo, di Aviano, regolare e con lavoro in Italia (omonimo dell’imputato
condannato per spaccio di cocaina, ndr). L’uomo, attualmente detenuto nel
carcere di Pordenone, era chiamato a rispondere della contestazione di
maltrattamenti in famiglia perché - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti
dei carabinieri di Aviano - da molti mesi avrebbe sottoposto la moglie (donna
di 35 anni, madre di quattro figli di età compresa tra i 3 e i 12 anni) ad un
regime di vita tormentoso, picchiandola ripetutamente perché annebbiato
dall’alcol e dalla gelosia. La donna viveva in una situazione angosciante da
mesi - secondo gli inquirenti che hanno potuto contare su una dettagliata
situazione dei servizi sociali - ma solo a fine agosto 2007, dopo due giornate
da incubo durante le quali il marito l’avrebbe ripetutamente presa a botte, si
è decisa a chiedere aiuto ai carabinieri. Da quanto ricostruito in aula la
donna, anche per tutelare i figli, sarebbe riuscita a lasciare la casa di
Aviano, dove vive, e a chiedere l’intervento dei militari dell’Arma. I
carabinieri hanno così raggiunto e arrestato il muratore kosovaro (misura
cautelare convalidata e, in seguito, ritenuta corretta anche dai giudici del
Riesame). Il pm Carraturo ha poi chiesto e ottenuto il processo, celebrato con
rito abbreviato, che è terminato con la condanna del muratore a 2 anni di
reclusione. In attesa delle motivazioni della
sentenza l’avvocato Silvia Sanzogni ha annunciato ricorso ai giudici d’Appello.
Da quanto si è appreso la difesa ritiene che gli inquirenti non siano riusciti
a dimostrare che Ajdezi avesse sottoposto la compagna ad un regime di vita
tormentoso, picchiandola ripetutamente. Non reggerebbe così l’accusa di
maltrattamenti in famiglia - per il legale - ma di condotte violente isolate.
Il risultato? Derubricazione e ridimensionamento delle contestazioni. Roberto Ortolan
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da
RIVIERA24.IT)
Molesta tutta la notte la sorella
badante Arrestato dalla polizia un peruviano di 31 anni Imperia - 28/11/07 - L’uomo,
visibilmente ubriaco, ha continuato a suonare, per tutta la notte, il
campanello dell’abitazione dov’e’ ospite la sorella. Alla fine, ha sfondato la
porta di ingresso ,a a quel punto sono intervenuti gli agenti. Violazione di domicilio e
resistenza a pubblico ufficiale sono le accuse che hanno portato in carcere un
immigrato peruviano di 31 anni, il quale rischia ora l’allontanamento coatto
dal nostro territorio, che la scorsa notte, in preda ai fumi dell’alcol, ha
continuato a molestare gli inquilini dell’abitazione dov’era ospita la sorella,
una giovane badante, in regola con il permesso di soggiorno. L’uomo ha prima
suonato per decina di volte (dalle 2 alle 6) il campanello di casa, in via
Mazzini, chiedendo di essere ricevuto; dopodiche’, intorno alle 6.30, al
rifiuto della sorella di aprirgli la porta, viste le sue condizioni,
quest’ultimo ha sfondato la porta di ingresso ma a quel punto e’ intervenuta
una Volante della Questura che lo ha arrestato, in quanto alla vista degli
agenti il giovane si e’ scagliato pure contro di loro. di Fabrizio Tenerelli
LA REPUBBLICA
CRONACA Il rom che investì e
uccise quattro ragazzi è testimonial di un marchio di gadget chiamato
"Linearom" Esplode la polemica. Il Guardasigilli: "Tristezza e
sconcerto per chi sfrutta le proprie colpe e la morte altrui" Caso Ahmetovic, Mastella avvia indagine "Accertamenti
sul regime detentivo" La difesa: "Prodotti inesistenti, è tutta colpa
del manager" ROMA - 28 novembre 2007 - Un’indagine ministeriale per
compiere accertamenti sul regime detentivo di Marco Ahmetovic, il 22enne rom
che la sera fra il 22 e il 23 aprile travolse e uccise, col suo furgone,
quattro ragazzi di Appignano del Tronto e per questo condannato lo scorso
ottobre a sei anni e sei mesi di reclusione ai domiciliari. L’ha avviata il
ministro della Giustizia, Clemente Mastella, dopo le pressioni ricevute da più
parti in seguito a una vendita all’asta, su internet, di una serie di gadget
col marchio "Linearom" che ha avuto lo stesso Ahmetovic come testimonial.
La scelta delle misure cautelari, si legge in una nota di via Arenula,
"compete esclusivamente al giudice e su di essa non sono possibili
interferenze del ministero della Giustizia, e questo a prescindere dai
sentimenti personali del Guardasigilli, che prova tristezza e sconcerto di
fronte a chi sfrutta le proprie colpe e la morte altrui per acquistare
notorietà e denaro". Gli accertamenti. Nel caso di Ahmetovic, spiega una nota
del ministero, Mastella "ha chiesto ai propri uffici di avviare
accertamenti specifici sulle modalità del regime detentivo cui è attualmente
sottoposto" e "sulla compatibilità di tale regime con lo svolgimento
delle attività lucrative riportate dalla stampa". L’iniziativa. Sul sito di aste eBay (sul quale, tuttavia,
facendo una ricerca non compare alcun oggetto "Linearom") è stato
messo in vendita, per 159 euro, l’orologio della "Linearom" di cui è
testimonial Ahmetovic, attualmente agli arresti domiciliari a San Benedetto del
Tronto. L’orologio appartiene a una serie di gadget, accessori e capi di
abbigliamento (compresi jeans, occhiali da sole e profumo) ispirati alla figura
e alla cultura gitana del 22enne, in procinto fra l’altro di pubblicare pure un
memoriale. L’asta è cominciata il 25 novembre e scadrà il 6 dicembre. L’ideatore. La "Linearom" è promossa dall’agente
pubblicitario Alessio Sundas, che ha difeso l’operazione commerciale con
argomenti piuttosto zoppicanti. Secondo Sundas, "è tutta colpa dei
giornalisti se Ahmetovic è diventato una star". La difesa di Ahmetovic. Si dichiara molto turbato e non
vuole più avere nulla a che fare con il signor Sundas. Nel pomeriggio,
Ahmetovic si è fatto vivo attraverso la persona che lo ospita, Marco Fabiani,
il quale ha emesso una nota: "Ahmetovic è profondamente turbato da notizie
deliranti messe in giro dal signor Sundas che cerca di farsi pubblicità
presentando all’opinione pubblica contratti per occhiali, profumi, jeans e
quant’altro, inesistenti. Ahmetovic non ha percepito compenso per tali vergognosi
prodotti, tantomeno i 300 mila euro citati dall’articolo apparso ieri sul
quotidiano Libero e nulla vuole più avere a che fare con il sig. Sundas". Le polemiche. Bufera di reazioni dopo la diffusione della
notizia. Compatto l’attacco della Lega, da Roberto Calderoli, che invoca
"i lavori forzati" perché "non si può lucrare su una
tragedia" a Piergiorgio Stiffoni, convinto che "i ragazzi italiani
questi oggetti li lasceranno negli scaffali", a Carolina Lussana, secondo
la quale "i romeni sono riconosciuti per se stessi dei violenti e quindi
scelti per una linea di abbigliamento aggressiva e brutale". Gabriella
Carlucci (Fi) propone un sit in al Palazzo di Giustizia contro la
trasformazione del "rom killer" in "fotomodello". Luca
Volontè (Udc) parla di "speculazione raccappricciante", Maurizio
Fistarol (Pd) aveva chiesto a Mastella un’indagine ministeriale mentre Silvana
Mura (Idv) aveva bollato la vicenda con "è una vergogna". Polemiche locali. Il Consiglio regionale delle Marche ha
respinto a maggioranza una proposta di An, votata compatta da tutto il
centrodestra, che trae spunto dai fatti di Appignano per invocare maggiore
sicurezza. L’assemblea si era già pronunciata contro lo sfruttamento
commerciale della tragedia nella seduta precedente. Ma il no, nel giorno della
messa all’asta dell’orologio "Linearom", è "una vergogna"
commenta il consigliere regionale di An Guido Castelli.
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