L’ADIGE Il piano antidroga di Ferrero Azione contro stupefacenti, slot-machine e gioco d’azzardo ROMA - Un piano valido un anno,
per recuperare il tempo perduto e intanto preparare quello a più lungo respiro,
che avrà durata triennale come vuole l’Europa: è il Piano italiano di azione
sulle droghe, che il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero ha
scritto in collaborazione con alcuni colleghi di governo, e che l’Ue ci ha
chiesto da tempo visto che l’Italia, insieme a Malta, è l’unico Paese europeo a
non esserne dotato. Quello di ieri è il penultimo step del Piano d’azione, che
dopo l’ok del Consiglio dei ministri dovrà ora affrontare il vaglio della
Conferenza Stato-Regioni ed enti locali. Il documento prevede per la prima
volta una valutazione del raggiungimento degli obiettivi e un forte
coordinamento tra tutti i soggetti impegnati nell’intervento sulle droghe.
Sempre per la prima volta, sarà fatta una mappatura delle risorse e del sistema
dei servizi per le dipendenze; saranno anche definiti i criteri per trasformare
i servizi a fronte delle nuove forme di consumo, includendo oltre a sostanze
stupefacenti come la cocaina e le droghe sintetiche anche il doping e il gioco
d’azzardo patologico. Cinque gli assi sui quali è incardinato il piano, che
copre tutto il 2008: coordinamento nazionale e interregionale; riduzione della
domanda; riduzione dell’offerta; cooperazione internazionale; informazione,
ricerca, valutazione. (*) Nota: il ministro Ferrero ha
sempre sostenuto la necessità di "riaprire la discussione",
ridefinendo anche il ruolo dell’alcol nell’insieme dei problemi e delle
proposte relativo alle droghe. Il Piano di azione sulle droghe può essere una
buona occasione. CHIOGGIA Sicurezza sulla strada Nuovo corso per gli adolescenti promosso dalla
Polizia locale Nuovo ciclo di incontri, promossi
dal comando della Polizia locale e dall’assessorato alle Politiche giovanili in
collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Motorizzazione
civile di Venezia, rivolti ai ragazzi delle scuole medie superiori. Si tratta
di un percorso didattico strutturato per gli adolescenti, con l’utilizzo di
supporti multimediali, grazie ad un team di psicologi ed educatori affiancati
dal dottor Carmelo Trotta, responsabile della Motorizzazione civile di Venezia.
Tra i punti toccati durante la lezione, la promozione della consapevolezza dei
rischi per chi guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto sostanze psicotrope
e l’importanza dell’utilizzo del casco. Quest’anno abbiamo voluto un salto di
qualità aprendo l’azione didattica anche agli istituti superiori, spiega il
comandante della Polizia locale Michele Tiozzo. Un ulteriore apporto
qualitativo aggiunge - è dato dalla collaborazione con il Ministero delle
Infrastrutture. Con questa iniziativa saranno coinvolti oltre 1000 ragazzi.
Anche quest’anno saranno organizzati percorsi indirizzati agli alunni delle
scuole elementari con qualche puntata alle medie inferiori. In primavera
confermeremo l’iniziativa già collaudata della giornata dedicata alla
sicurezza. L’anno scorso alla campagna educativa promossa dalla Polizia locale
hanno partecipato oltre 3600 alunni. Il primo incontro, che si è tenuto
all’auditorium comunale, ha avuto come protagonisti 280 studenti dell’istituto
Cavanis. R.P. AZZANO DECIMO Il sindaco: «La questione razziale non c’entra. È per garantire la
sicurezza ai cittadini» Il parroco dice "no" all’ordinanza Don Pavan è preoccupato: «Non è giusto negare la residenza a una
persona che chiede aiuto» Azzano Decimo L’ordinanza del sindaco Enzo
Bortolotti che pone dei limiti di reddito a chi richiede la residenza nel
comune, sembra accolta e sostenuta da una buona parte di cittadini, anche se
qualche polemica non manca. C’è chi la definisce «un riassunto di discipline
esistenti», chi «una norma nel rispetto della direttiva europea per
salvaguardare la sicurezza dei cittadini». Per altri, invece, «è un’ordinanza
"razzista che non servirà a nulla, nemmeno a combattere la deliquenza». Il
sindaco incassa invece pieno appoggio sulla seconda ordinanza che riguarda il
divieto di bere alcolici nei luoghi pubblici, intesi come parcheggi, parchi e
giardini. (…) IL TIRRENO Le attività di prevenzione e repressione Ubriachi alla guida diminuiscono i casi GROSSETO Sono diminuiti gli incidenti
stradali rilevati dalla polizia stradale. Nei primi dieci mesi di quest’anno,
100 persone coinvolte in meno rispetto allo stesso periodo del 2006, 16 feriti
in meno, 3 decessi in meno. Diminuiti anche gli automobilisti sorpresi al
volante in stato di ebbrezza: «E tutto
questo - spiega il dottor Nicola Manzari - nonostante che i controlli con
l’etilometro siano stati aumentati: è il chiaro segnale che il messaggio
comincia a essere recepito». Costante, invece, il numero di persone sotto
effetto di sostanze stupefacenti: una decina. I verbali elevati sono comunque passati da 13 mila a 15 mila: un
risultato che il dirigente spiega con l’incremento dei servizi effettuati sulle
strade dai circa 80 appartenenti alla sezione (33 al comando di Grosseto e gli
altri nei tre distaccamenti, Orbetello, Arcidosso, Massa Marittima). Inoltre,
la sezione di polizia giudiziaria ha denunciato 212 persone, di cui 8
stranieri, rinvenendo 8 veicoli rubati. Tra le varie indagini, anche quella che
ha permesso di identificare e contravvenzionare pesantemente il centauro che
aveva messo su YouTube certi passaggi in moto che definire spericolati è poco. IL TRENTINO In tribunale una giovane nigeriana racconta una triste storia di
maltrattamenti: quando beveva diventava manesco «Mi picchiava, ma io lo amo» Dieci mesi al compagno violento, lei invece lo ha perdonato ROVERETO. Lui beveva e quando era
ubriaco la picchiava duro, arrivando persino a minacciarla con un coltello. Ma
lei, che ieri era in aula per testimoniare contro il suo compagno, nonostante
tutto lo ama ancora e se lo riprenderebbe persino in casa. «Voglio solo che
cambi» ha spiegato al giudice Ettore Di Fazio. Il quale non è stato tenero con
Eric Abogaden, nigeriano di 33 anni, accusato di maltrattamenti: 10 mesi di
reclusione e custodia cautelare in carcere. Si erano conosciuti all’inizio
del 2007 a Verona, per caso. Lei abitava in Italia da un paio d’anni e da uno
si era trasferita a Rovereto. Tra i due è il classico colpo di fulmine, dopo
quattro mesi vivevano già insieme. E lei, raccontando al giudice in inglese -
per mezzo di un interprete - la loro storia dal banco dei testimoni, spiega che
tutto andava bene con Eric. A gonfie vele, dice lei, tranne quando lui tornava
casa ubriaco. Quelle volte Eric la picchiava senza ritegno. L’uomo l’accusava,
diceva che lei si prostituiva, che aveva persino avuto un aborto. Circostanze
che lei ha smentito in aula: «Sono stata in ospedale, è vero - ha detto all’interprete
-, un solo giorno, per un dolore allo stomaco. E no, non mi prostituivo». Dopo il primo episodio di
violenza tutto sembra tornare alla normalità, ma alla prima sbornia Eric
ridiventa violento. L’escalation è tale che a settembre la giovane si vede
costretta a chiamare i carabinieri: passino le botte, ma stavolta Eric aveva
iniziato a devastarle la casa, minacciandola brandendo un coltello e portandosi
via degli oggetti. Una televisione, dei vestiti, alcuni gioielli. In quell’occasione Abogaden viene
arrestato e da allora è in carcere. Ieri ha raggiunto in manette l’aula del
tribunale, scortato dalla polizia penitenziaria, per assistere all’udienza e
anche a una lezione di vita che forse gli insegnerà qualcosa per il futuro. Malgrado le umiliazioni fisiche e
psichiche subìte, la ragazza nigeriana non si è costituita parte civile e non
vuole risarcimenti. E nemmeno teme il suo compagno manesco. «Non ho paura di
lui, non nutro per Eric sentimenti negativi - ha spiegato - e non voglio che
vada in prigione. Sono ancora innamorata, vorrei solo che lui cambiasse. E
riavere le mie cose». (*) Abogaden non fiata, incassa in
silenzio. E anche il suo difensore, l’avvocato Pino Chiocchetti, abbozza appena
il tentativo di confutare le affermazioni della testimone. La situazione è di
una tale evidenza che il giudice Di Fazio, quasi imbarazzato dal candore della
ragazza, redarguisce in aula Abogaden: «Avvocato, chieda al suo cliente cosa ha
fatto per meritarsi una donna così» dice severo a Chiocchetti. Finisce con una condanna a dieci
mesi di reclusione senza sospensione condizionale, “bruciata” quattro mesi fa
con un piccolo precedente per resistenza a pubblico ufficiale, e l’ordine di
custodia cautelare in carcere. Ora per Abogaden c’è l’opportunità di aderire a
una comunità di recupero per etilisti: in quel caso, potrebbe venire scarcerato
subito. (*) Nota: Robin Norwood - Donne che amano troppo. Edizioni Feltrinelli CORRIERE ADRIATICO Il sindaco Luciano Pittori Il rodeo sulla statale “Inquietante epilogo” CASTELPLANIO - Non si sono
meravigliati più di tanto quanti conoscono i due giovani tunisini che martedì
scorso si sono resi responsabili di una sfilza di reati gravi e che, processati
con rito direttissimo, sono tornati subito liberi. Non si sono meravigliati i
castelplanesi, semmai sono sconcertati dall’impunità di chi commette reati.
Tarek Ben Chedli Barhoumi (28 anni) e Farouk Abdi (22 anni) abitano nel
capoluogo assieme a dei fratelli del primo. Tutti con permesso di soggiorno. Tarek
lavora come operaio in un’azienda del circondario, Farouk è disoccupato.
Martedì notte, a bordo della Passat di Farouk (senza assicurazione come la
maggior parte dei veicoli di extracomunitari) - entrambi ubriachi fradici -
sono stati inseguiti da 10 gazzelle dei carabinieri. Alla guida c’era Farouk e
ne hanno fatte di tutti i colori rischiando una strage in superstrada percorsa
contromano, investendo le auto dell’Arma e colpendo i militari che alla fine li
hanno bloccati e arrestati per diversi reati. Processati con rito direttissimo
e messi in libertà. Da non crederci. “E’ l’impunità che si percepisce
in queste vicende a dover far riflettere anche i nostri parlamentari - commenta
il sindaco Luciano Pittori (Pd) -, occorre che il centrosinistra trovi il
coraggio per legiferare sulla possibilità di espellere sul serio stranieri
(comunitari e non) che non intendono lavorare o commettono reati gravi. Alle
forze dell’ordine, in particolare ai carabinieri, va il plauso e il
riconoscimento per l’eccellente lavoro che svolgono e che non può essere poi
vanificato”. L’ARENA SALIZZOLE. La organizza il gruppo Fidas La festa della birra che spinge a donare È organizzata dalla Fidas
Salizzole e sarà la prima festa della birra che ha come obiettivo principale la
sensibilizzazione alle donazioni di sangue. (*) Si svolgerà domani nella sede
del Gruppo sportivo ricreativo di Crosare di Bovolone e coinvolgerà tutti i
donatori volontari di sangue del territorio locale. L’idea è del direttivo dei
donatori di Salizzole che, ai fini di una maggiore sensibilizzazione, ha
istituito questo nuovo appuntamento rivolto soprattutto alle giovani
generazioni. Dinamici, instancabili e
organizzatissimi nella loro nuova sede di Via Roma, che sarà ufficialmente
inaugurata il prossimo 22 dicembre, i donatori Fidas studiano e inventano nuove
idee e strategie per divulgare l’impegno dell’associazione. «Siamo convinti che
per mantenere unito il gruppo sia fondamentale dare continuità ai rapporti tra
i soci che non devono vedere il legame con l’associazione solo
nell’appuntamento con la donazione, ma anche nelle numerose occasioni di
incontro proposte durante l’anno», spiega», Umberto Corrà. Ecco perché sono
nate gite fuori porta, feste, camminate, biciclettate, tornei sportivi ed
escursioni. L.M. (*) Nota: gli alcolici sono
responsabili di almeno il 30% di atti violenti come incidenti, aggressioni,
infortuni ecc.. Per calcolare l’incidenza dell’alcol nella richiesta di sangue
negli ospedali, occorrerebbe sapere in che percentuale gli esiti di questi
infortuni necessitano di trasfusioni. Io non conosco questa percentuale, ma
quelli dell’AVIS probabilmente si. ADNKRONOS SALUTE SALUTE: THE VERDE, AGLIO E MIRTILLO NEL MENU’ DI LUNGA VITA L’ESPERTA, ECCO CIBI E CONDIMENTI
’ALLEATI’ CONTRO TUMORI E ALTRE MALATTIE Milano, 30 nov. - Aglio, olio e
peperoncino, ma anche pomodori freschi o in salsa, pesce, broccoli e cavolini
di Bruxelles. Il tutto innaffiato da mezzo bicchiere di vino rosso e, per
finire, da una tazza di the verde o succo di mirtillo. (*) Questo il
suggerimento per un menu’ di lunga vita, che aiuti a proteggere il
’microambiente’ del nostro corpo da insidie fra cui i tumori, ’regalato’ da
Adriana Albini e dai ricercatori dell’Istituto scientifico MultiMedica, in
occasione di un incontro oggi a Milano. (*) Nota: domanda quiz.
Indovinate quale elemento di questo elenco causa 25.000 morti all’anno, è
ritenuto causa di molti tumori ed ha un ruolo importante anche negli incidenti
stradali. Un piccolo aiutino: non è il succo di mirtillo. FRANCIA - Nel 2006, l’alcol è diventato il primo fattore di mortalità sulle
strade francese con 26,2% di morti legati al consumo di alcol. Le forze dell’ordine hanno osservato un aumento del numero di persone
che circolano con una alcolemia superiore a 0,5g/L - L’AFP e Le Parisien annunciano
che le birre fabbricate in Francia, avranno progressivamente tutte delle
etichette con le unità alcoliche che permetteranno di valutare la quantità di
alcol consumato. L’agenzia francese, ricorda così, che 25 cl di birra a 4°
corrisponde a 0,8 unita di alcol e 25 cl di birra a 5,8 a 1,2 unita di alcol. LE PARISIEN. "Aperitivi al lavoro.... si ma senza alcol" È il titolo di Le Parisien, che sottolinea che durante gli ultimi sei mesi "sette salariati su dieci confessano essere stati alticci durante il lavoro", pratica che inquieta Prévention et suivi de la sécurité routiere en entreprise (PSRE) perché mette in pericolo la vita dei salariati che dopo riprendono la strada. Secondo il giornale, devono essere i dirigenti delle imprese ad impegnarsi per fare smettere tale situazione, perché la responsabilità civile e penale è loro. Il Presidente della PSRE afferma. "se il responsabile era al corrente, se ha dato la sua autorizzazione e ancora di più se ha partecipato al aperitivo, è responsabile in caso di incidente di uno dei salariati che ha bevuto e ha preso la macchina dopo (...) rischia 15 anni di galera e 75000 euro di multa". Indicando che più della metà degli incidenti mortali sul lavoro sono incidenti stradali e che 28% degli incidenti sono dovuti al alcol, l’agenzia osserva che PSRE indica una soluzione radicale: "L’interdizione pura e dura di introdurre bevande alcoliche su i luoghi di lavoro", sapendo, che il responsabile del impresa "deve essere convinto e di rispondere no" quando li chiedono l’organizzazione di una festa con alcol. Secondo il giornale è più "facile a dire, che a fare", perché il consumo di alcol è profondamente radicato nei lavoratori, sapendo che nelle imprese di più di 50 salariati 31% dei dirigenti riconoscono che l’alcol fa parte della cultura e che sono i più diplomati che bevono di più sui i luoghi di lavoro. L’associazione raccomanda degli aperitivi senza alcol, giudicando che "i cocktail di succo di frutta fresca sono deliziosi e sani". Su cinque lettori intervistati dal giornale, tre dicono di essere attenti a quello che bevono quando c’è un aperitivo, uno di loro dice tuttavia "si, ma non troppo" e altri due dicono di non essere attenti. LACROIX Secondo questo giornale, oltre Manica, il consumo di birra è in forte calo, in calo di 49% nei pub dal 1979 e del 22% in totale. Notando tuttavia che il consumo di vino aumenta, secondo certe stime nel 2010 i Britannici saranno in testa in Europa per il budget destinato al vino. IL RESTO DEL CARLINO Guida in stato di ebbrezza: oggi
convegno alla Cavalcali Guidava ubriaco e senza patente:
denunciato LA GAZZETTA DI PARMA Bambini sommelier per un giorno |
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