Follia allo stato
puro: l’A7 come l’Isola di Man
(ASAPS) GENOVA, 3 dicembre 2007 – Sembra un film già
visto, proprio su quella stessa autostrada: un pazzo scatenato, in sella ad una
mille da superbike (ovviamente in libera vendita), che supera i 280 all’ora in
mezzo alla gente che nemmeno capisce cosa gli passi accanto, a destra o a
sinistra. Non basta: quando tra la corsia di sorpasso ed il guardrail si apre
una luce, il biker scatenato scala marcia e sfriziona, per portare il suo
mostro da 200 cavalli ad impennarsi rabbioso, mentre il tachimetro supera i
200, sempre su una ruota. Scoviamo la storia dell’ennesimo street-racer, che si
fa chiamare “182blinkingpark”, sulle colonne del Quotidiano Nazionale e poi in
un lancio dell’AGI, che riportano ai video pubblicato su Youtube. È una storia
di ordinaria pazzia, di violenza e di prepotenza, se volete: “182blinkingpark”,
questo il nickname dell’idiota di turno, mette in moto nei pressi di Genova,
dove probabilmente si era fermato a togliere o coprire la targa e parte subito
dopo. La sua CBR
1000 ringhia mentre le gomme si scaldano e poi comincia un quarto d’ora di
follia quasi demenziale per l’arroganza con cui il pilota fatto in casa – e se
non si è “fatto” è davvero un idiota – si cimenta in una sorta di Tourist
Trophy made in Liguria, documentando con due video registrati con una
microcamera digitale la corsa pubblicata poi sul “broadcast yourself” di
Youtube, video intitolati nemmeno troppo eufemisticamente dallo stesso racer «Pazzo in moto 1» e «Pazzo in moto 2»:
cliccate sopra col vostro mouse e godetevi la scorreria. Dobbiamo
constatare però che, con ogni probabilità, anche se la Polizia Stradale riuscisse
ad identificare il criminale, non potrà andare oltre una denuncia a piede
libero, il sequestro della moto e la verifica dei requisiti psico-attitudinali.
Ciò, a condizione che i medici della Commissione arrivino alla conclusione che
quando uno compie certi virtuosismi sulla pubblica via, debba essere rinchiuso
con la camicia di forza. In Svizzera si chiama “attentato alla sicurezza della
circolazione” e commetterlo significa finire in galera. Da noi, invece, con
l’esibizione di tali capacità si spera di finire in televisione o sul giornale
– anche solo per un giorno – ottenendo in fondo ciò che la vita ha sempre
negato. Caro “182blinkingpark”, lasciatelo dire da chi se ne intende: tu non
sei Valentino Rossi. Sei solo un motociclista destinato a finire male. Speriamo
solo che quando accadrà, tu non uccida qualcuno. (ASAPS)
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