LA STAMPA
"Non vivo senza patente" Torna a casa e si spara Positivo all’etilometro. Agli agenti: «Così mi rovinate» AMEDEA FRANCO e GIANPAOLO MARRO CUNEO «Così mi rovinate». Lo ripete più volte agli agenti che
gli ritirano la patente. Piange, si dispera. «Faccio l’autista, perderò il mio
lavoro». E’ notte, e lui ha bevuto. Non tanto da essere ubriaco, abbastanza per
non passare l’esame dell’etilometro, il più temuto dagli automobilisti del
sabato sera, quelli che tornano dalle discoteche, dalle cene con gli amici, dal
divertimento non necessariamente eccessivo. Gabriele Aimar è terrorizzato: ha
paura di essere licenziato, di perdere il posto da autista di furgoni alla
Mondialpol. Su quella strada, davanti a quegli agenti, si vede perduto. Appena
tornato a casa, nel suo paesello in alta Val Maira, prende la pistola da
guardia giurata e si spara un colpo in testa. Muore così, per una multa. A
ventinove anni. Adesso gli uomini della stradale non dicono quanto avesse
bevuto Gabriele. Oltre i limiti stabiliti dalla legge, e tanto basta.
Raccontano solo delle sue lacrime davanti allo strumento che segnava la sua
colpa. Quando chiama il padre è ancora sconvolto: «Mi hanno ritirato la patente
- singhiozza -. Venite a prendermi...». Sono le cinque del mattino. Gabriele aspetta i genitori
lungo la strada, senza smettere di pensare al futuro. Poi si siede sulla sua
«Alfa 156» al posto del passeggero. Dietro la mamma e l’amico ingegnere con cui
ha passato la serata. Al volante, il papà. Con lui, Gabriele si sfoga: «Senza
patente perdo il lavoro. E anche se trovassi un altro posto, a Cuneo come ci
vado?». Parla di continuo, fino all’arrivo a casa, a Cartignano, neanche cinque
chilometri dal punto dove era stato fermato. Scende e sale in camera di corsa.
I genitori hanno appena il tempo di portare la macchina in garage e di sentire
un colpo. Il primo a entrare è il padre: prende in braccio Gabriele. Urla,
riprende l’auto e vola all’ospedale di Cuneo. Tutto inutile, poche ore dopo e
il suo ragazzo muore. L’ultima notte di Gabriele era stata tranquilla: era
andato a cena, poi una tappa al pub lungo la strada fra Dronero e Cartignano.
Da queste parti la «movida» comincia e finisce nel giro di una decina di
chilometri: in tutta la valle non ci sono discoteche. «Era un ragazzo per bene,
solare, socievole - dicono i vicini di casa - non aveva problemi. Se beveva? In
modo occasionale, nelle serate tra amici, niente di più. Parlava spesso del suo
lavoro: fare la guardia giurata gli piaceva. Era innamorato di quella divisa».
(*) (*) Nota: volendo dare un senso a questo episodio,
potremmo spiegarlo come la conseguenza di un temporaneo annebbiamento della
mente. Sappiamo che il rischio di suicidio aumenta sotto l’effetto di alcolici.
Sarebbe quindi facile chiamare in causa, ancora una volta, l’alcol. Ma non solo
il vino o la birra possono far perdere il senso delle cose. Anche una
informazione sugli alcolici contraddittoria. Dove la quantità di alcol che ti
rende positivo all’etilometro viene presentata come indispensabile corollario
di qualsiasi cena o momento di svago, anche se sei in un autogrill. Oppure, le
leggi messe continuamente in discussione. Dove provvedimenti per limitare gli
incidenti sotto effetto di alcolici vengono delegittimati, presentandoli come
un attentato alla libertà personale ed alla propria capacità di autocontrollo.
O ancora, la pretesa di chi vorrebbe che le leggi si applicassero con
“discrezione” e “buon senso”, tenendo conto della nostra cultura e delle nostre
tradizioni. Con il rischio che la loro applicazione venga vissuta come una
discriminazione ed un torto insanabili.
LA PROVINCIA DI SONDRIO
Nel nostro stile di vita c’è
l’abuso di vino e birra L’indagine Acli scandaglia
abitudini positive e negative dei convalligiani. Gap di 3 anni nella speranza
di vita degli uomini rispetto ai vicini trentiniUna speranza di vita media che per gli uomini valtellinesi
e valchiavennaschi è di 2,5 anni più bassa rispetto alla media lombarda (da 77
a 75 anni) e di quasi 3 anni più bassa rispetto a quella delle popolazioni pure
montane del trentino e del bolzanino. Va un po’ meglio per le donne, dove il
gap è solo di alcuni mesi in meno rispetto alla media lombarda e di un anno in
meno rispetto a quella delle aree montane di Trento e Bolzano. Eppure il dato è
significativo e merita un approfondimento alla ricerca di cause e rimedi
perseguibili. E’ quanto stanno cercando di fare con interessanti risultati le
Acli provinciali che, da due anni a questa parte, sono impegnate nel far luce
tanto sul funzionamento del nostro sistema sanitario, quando sui bisogni di
salute e gli stili di vita della popolazione di Valtellina e Valchiavenna. Dopo
l’indagine presentata lo scorso anno sul "Sistema sanitario in ambiente
montano - i servizi socio-sanitari in provincia di Sondrio", ieri, nella
sala Martinelli della Camera di Commercio di Sondrio, i vertici delle Acli
provinciali, hanno presentato la loro seconda ricerca condotta sul campo sul
tema "Stili di vita e qualità della salute nelle popolazioni montane di
Valtellina e Valchiavenna". Una poderosa indagine condotta fra il luglio e
l’agosto scorso in tutti e cinque i distretti della nostra provincia e su
quattro fasce d’età: 18-34 anni, 35-55, 55-75 e oltre i 75 anni. Ben 650 le interviste
condotte col metodo della casualità semplice e tali da coprire un campione pari
allo 0,35% della nostra popolazione. Interviste per metà effettuate da persone
vicine alle Acli e per l’altra metà da personale sanitario coordinato da
Lorella Cecconami, responsabile del servizio della medicina di comunità
dell’Asl di Sondrio (medesimi i criteri seguiti). Grande l’appoggio, infatti,
fornito alle Acli nel condurre questa ricerca (peraltro unica in Italia fatto
salvo il lavoro presentato dall’Asl di Reggio Emilia nel 2003) dall’Asl di
Sondrio rappresentata ieri in sede di convegno dal suo direttore generale
Emilio Triaca. Assente, invece, per motivi famigliari Vittorio Mapelli, docente
di economia sanitaria alla Statale di Milano e presidente dell’Associazione
italiana di economia sanitaria, che avrebbe dovuto relazionare sull’importanza
del monitoraggio degli stili di vita ai fini di una comprovata efficace
prevenzione. Ad introdurre i lavori, quindi, entrati poi nel vivo con le
relazioni di Gianfranco Cucchi, presidente delle Acli provinciali, e Girolamo
Rossi, curatore della ricerca, è stato il dottor Luigi Roffi, primario di
Medicina Generale all’Ospedale di Sondrio. Roffi si è soffermato sugli effetti
di stili di vita sbagliati quali l’assunzione di alcool, il fumo, la cattiva
alimentazione, la mancanza di moto. Tutte variabili ampiamente considerate dal
questionario, forte di ben 98 domande, redatto dalle Acli sondriesi col
contributo scientifico di Giovanni Viganò, responsabile del gruppo di ricerca
applicata della Bocconi. Variabili che riferiscono di un quadro non idilliaco
con riguardo al campione osservato e comparato coi dati elaborati dall’Istat in
uno studio analogo condotto nel 2003 su tutto il territorio nazionale. Emerge
prepotente il dato relativo al consumo di bevande alcoliche superiore a quello
nazionale con riguardo in particolare a bevande quali vino e di birra. Si è
potuto constatare che nella nostra provincia si beve molto più vino e
particolarmente fra gli anziani. Consuma oltre mezzo litro di vino al giorno,
infatti, l’11,3% del campione in provincia di Sondrio, rispetto al 4,7% del
campione Istat riferito alla sola regione Lombardia. I giovani fra i 18 e i 34
anni sono risultati bere vino in modo più moderato rispetto alla classe anziana
sebbene, anche in questo caso, il dato locale supera quello nazionale. Consuma,
infatti, oltre mezzo litro di vino al giorno il 5,1% del campione dei giovani
fra i 18 e i 34 anni in provincia, rispetto all’1,9% del campione Istat. Molto
elevato anche il consumo di birra quotidiano fra i nostri giovani. Grande
il gap fra il campione locale e quello Istat: si va dal 23 al 7%. «Se a questa
variabile si unisce anche la grande incidenza della tossicodipendenza da
stupefacenti, come indicato dal direttore Asl, - commenta Gianfranco Cucchi - e
si unisce la fortissima incidenza delle morti per incidenti stradali e
traumatismi, pure spesso legati all’abuso di alcool o stupefacenti, meglio si
comprende il perchè di una speranza di vita in loco inferiore alla media di
zone territoriali omogenee». Elisabetta Del Curto
LETTERA DI LUC THIBAULT
Il nostro governo che ci parla tanto di "pace",
di "missioni umanitarie", di "diritti del uomo"; ci
dovrebbe spiegare come fa a spendere 23,5 miliardi di euro per la difesa (di
chi?); un aumento di risorse dell’ 11% rispetto alla finanziaria del 2007, che
già aveva aumentato il bilancio militare del 12%. Questo governo in due anni ha
già aumentato le spese militari del 23%. Veniamo a sapere che al livello
nazionale sono stati stanziati 4,5 milioni di euro per ridurre i consumi e
prevenire i danni da alcol correlati, soprattutto per giovani, donne e anziani.
Nel rapporto della Commissione Europea pubblicato a giugno 2006 si legge che
nell’Unione Europea circa un ragazzo su 8 tra i 15 e i 16 anni si è ubriacato
più di 20 volte nel corso della sua vita e che all’incirca il 18% (uno su 6) è
stato protagonista di episodi di binge drinking 3 o più volte nell’ultimo mese.
In generale la percentuale di giovani che si sono ubriacati almeno qualche
volta oscilla tra il 36% del Portogallo e l’89% della Danimarca. Il bere a
rischio è stimato pari al 15% dei consumatori in Europa ed il binge drinking,
il bere per ubriacarsi, è giunto a caratterizzarsi anche in Italia come
fenomeno rapidamente diffuso a fasce sempre più ampie di popolazione e non più
relegato alle fasce giovanili. Escludendo cocaina e tabacco, l’alcol si rivela
la sostanza psicoattiva più diffusa tra i giovani europei. Sono 55 milioni
attualmente le persone considerate a rischio in Europa e 23 milioni gli
alcoldipendenti; 195.000 individui muoiono in Europa ogni anno a causa
dell’alcol che è causa di costi tangibili pari a 125 miliardi di euro l’anno
(l’1,3 % del PIL europeo) a cui sono da aggiungere circa 270 miliardi di euro relativi ai costi
intangibili. 59 miliardi di euro all’anno riguardano la perdita di produttività
dovuta ad assenteismo, disoccupazione e perdita di giorni di lavoro per morte
prematura. E’ ormai appurato che il consumo di alcol non solo produce danni al
bevitore stesso, ma anche alle famiglie e al contesto sociale allargato; le
stime correnti indicano in 5-9 milioni i bambini che vivono in famiglie con
problemi di alcol. L’alcol è causa di 60 differenti tipi di patologie, è
responsabile di circa 200.000 morti l’anno in tutta l’UE, classificandosi al
terzo posto tra i 26 fattori di rischio per la salute, dopo il fumo e
l’ipertensione. E’ responsabile del 7,4% di tutte le disabilita e delle morti
premature, del 10% della mortalità tra le giovani donne e del 25% tra i giovani
maschi. Il commercio di bevande alcoliche incide con circa 9
miliardi di euro nel bilancio totale degli scambi commerciali all’interno
dell’Unione Europea, e tale commercio non subisce necessariamente gli effetti
delle politiche europee e nazionali finalizzate alla riduzione dei danni
provocati da alcol. Per ritornare al "Bel Paese", le statistiche del
Rapporto 2007 Eurispes –Telefono Azzurro sulla condizione dei bambini e degli
adolescenti, non vanno meglio! Infatti sottolineano che il 17,5% degli
adolescenti hanno dichiarato di avere cominciato a consumare l’alcool dall’eta’
di 11 anni, il 13,1 per cento dei ragazzi tra i 16 e i 19 anni assume alcol
“spesso” o “tutti i giorni” ed infine il 49,3% dichiara di assumere alcol
“qualche volta”. Perché sia efficace, la prevenzione non deve coinvolgere
unicamente gli adolescenti ed i genitori, ma tutta la società. Tutto questo ha
un costo umano, sociale. Non sono le "bombe intelligenti" che si
risolvono i problemi. A quanto pare; nessuno vuole ingaggiare una vera e
radicale battaglia sui problemi reali della società; forse perché sotto, sotto,
ci sono troppi interessi? Luc Thibault
IL GAZZETTINO (Rovigo)
TAGLIO DI PO Ragazzi prendono coscienza dei rischi legati all’alcol Si potrebbe dire che è stato un consiglio comunale aperto
quello effettuato sabato mattina in sala consiliare a Taglio di Po proprio
perchè, oltre ai 17 consiglieri comunali vi erano i 7 componenti il consiglio
comunale dei ragazzi e 2 persone esterne: il direttore del dipartimento per le
dipendenze dell’Ulss 19 Adria, Andrea Finessi e il presidente dell’Acat,
Guglielmo Marangon. «Questo è il primo consiglio comunale che vede la
partecipazione anche di altre autorevoli persone - ha detto il presidente del consiglio,
Tarcisio Mazzon - proprio perchè si discuterà del problema alcol e di quelli ad
esso correlati». «Quest’oggi - ha aggiunto il sindaco, Margaret Crivellari
- siamo chiamati ad esaminare ed approvare un documento che contiene linee
d’indirizzo da seguire in merito ai problemi alcolcorrelativi e complessi,
elaborato in sinergia e con il patrocinio dell’Ulss 19, a seguito di alcune
caratteristiche evidenziate dalla Regione Veneto: aumento generale del numero
dei consumatori di bevande alcoliche e in particolare dei consumatori
adolescenti, precoce età d’iniziazione al consumo di bevande alcoliche, aumento
di comportamenti di consumo a rischio. È importante conoscere questo tipo di
problema che riguarda non solo i giovani, ma tutta la comunità, per proteggere
la salute e acquisire e mantenere stili di vita sani». Il sindaco Crivellari ha illustrato poi le linee
d’indirizzo, finalizzate a promuovere azioni di sensibilizzazione e di
cambiamento culturale. «I problemi causati dall’alcol - ha detto Finessi dopo
aver evidenziato la sensibilità dell’Amministrazione comunale - coinvolgono non
solo le persone ma anche le famiglie, creando pericoli (rischi stradali e sul
lavoro), sofferenze (individuali, relazionali e sanitarie), familiari e
sociali. Occorre, quindi, creare una cultura della legalità, cominciando dal
fatto che tutti devono fare la loro parte: Comune, scuola, famiglia,
parrocchia, enti e istituzioni. Serve parlare lo stesso linguaggio, necessario
per promuovere stili di vita senza alcol». Sull’argomento sono intervenuti i consiglieri Luciano
Tamburin, Renato Pregnolato e Pierluigi Forza. Marco Ferro ha fatto osservare
che il documento risultava poco chiaro nella forma grammaticale-sintattica per
cui ha suggerito qualche modifica che è stata accolta. Successivamente il
documento è stato approvato all’unanimità. Giannino Dian
CORRIERE ADRIATICO
Spaccato un vaso,
danni per mille euro Mirco Mancinelli: “Non ne possiamo più Ogni mattina
dobbiamo ripulire a nostre spese tutta la sporcizia lasciata dai teppisti”
Arrivano telecamere e saracinesche dopo l’ultimo raid vandalico di sabato notte
Galleria Dorica blindata contro i vandali ANCONA - Telecamere a circuito interno e la chiusura
totale della Galleria Dorica. I commercianti dicono “Basta al degrado e basta a
tutti questi atti vandalici in centro, di notte”, e lo dicono ora più convinti
che mai. Questa volta è arrivata la goccia che ha fatto traboccare un vaso
colmo di rabbia ma anche di impotenza. Una decisione che è stata presa a
seguito dell’ultimo raid messo in atto nella notte tra sabato e ieri nella
Galleria Dorica. Qualcuno, forse ubriaco o forse drogato o forse ancora
semplicemente per fare il bullo della compagnia, per dimostrare qualcosa agli
amici, ha rovesciato a terra un vaso alto oltre un metro e mezzo, spaccandolo e
facendo sì che la terra e le piante contenute si disseminassero sul pavimento.
Danni per oltre mille euro, pulizie escluse. Un vaso che si trovava davanti
all’ingresso del negozio ‘Maison Galerie’, situato nel lato della Galleria
Dorica che si affaccia su corso Mazzini. “Non ne posso più – sbotta Mirco Mancinelli, padre della
titolare del negozio, Samantha -. Ci siamo stufati di trovare al mattino, al
momento dell’apertura, escrementi, vomito e bottiglie sparse all’interno della galleria.
Ci siamo stufati di dover pagare noi, completamente a nostre spese, una persona
che pulisce tutte le mattine nonostante la galleria sia in usufrutto pubblico e
ciò vuol dire che dovrebbe intervenire e venirci incontro anche il Comune. Ci
siamo stufati di pagare un’altra persona che poi cancella le scritte fatte con
la vernice spray sulle colonne. Scritte che facciamo cancellare subito per dare
decoro al centro. E’ per questo che al più presto, se ce la facciamo domani
stesso (oggi per chi legge ndr) installeremo delle telecamere a circuito chiuso
in attesa di mettere anche delle cancellate come ha fatto giustamente la
libreria. Non volevamo arrivare a ciò, ma ne siamo costretti. Sono troppe le
spese alle quali si va incontro a causa di atti vandalici e imbrattamenti. Non
è possibile”. Ad accorgersi dell’atto vandalico è stato proprio Mirco
Mancinelli che immediatamente ha chiamato il 113. “I poliziotti, bravissimi,
sono arrivati subito – spiega -. Non spero di trovare i colpevoli ma almeno di
avere un po’ di attenzione. L’amministrazione comunale deve fare qualcosa ma
sembra essere sorda”. ‘A mali estremi, estremi rimedi’ recita un detto ed ecco
che ognuno si protegge come può; ed ecco che l’unico rimedio sembra essere
quello di barricarsi. “Mi andava bene quest’area della galleria aperta di notte
– riprende Mancinelli -; ma mi andava bene se fosse stato un posto dove parlare
tra amici che hanno voglia di ripararsi, gente per bene insomma. Qui invece al
mattino si trova di tutto, per non parlare poi del fine settimana. Questa volta
il danno è di oltre mille euro. Se poi ci mettiamo la persona che paghiamo per
pulire l’area pubblica, le colonne del porticato che abbiamo fatto ripulire la
settimana scorsa e che dopo tre giorni sono state già imbrattate nuovamente con
le scritte di ipotetici ‘Ultras’. Ma questi – dice – non sono ultras. Io voglio
bene alla squadra ma chi imbratta in questo modo è solo un vandalo. Insomma –
conclude poi spossato -, avanti così non si può proprio andare”. In piazza Roma, lungo via Carducci e in corso Mazzini
effettivamente sabato notte vi era di tutto e di più. Ragazzini molto giovani,
probabilmente anche minorenni a giudicare dai visi e dai motorini, con
sigarette e birre da 33 o anche da trequarti in mano. Uno scempio che non può
continuare. ALBERTO BIGNAMI
BRESCIA OGGI
SICUREZZA. Controlli
della polizia stradale Ubriachi al volante Ritirate 15 patenti Diciotto le patenti ritirate nelle prime ore di ieri
mattina dalla polizia stradale a Desenzano nell’ambito del consueto «Servizio
antistragi del sabato sera» coordinato dal comandante della stradale di Salò
Giovanni Benedetti e che ha impegnato anche i distaccamenti di Brescia,
Desenzano e Montichiari. Nel Basso Garda sono state impegnate quattro pattuglie
dall’una di notte sino a ieri mattina all’alba. Gli agenti si sono posizionati
nelle vicinanze dei caselli autostradali e delle discoteche che ogni fine
settimana richiamano migliaia di giovani anche da fuori provincia. sono locali
di richiamo, i giovani arrivano anche da molto lontano, ballano tutta la notte,
bevono e si agitano e quando si rimettono alla guida molto spesso non sono
lucidi. La polizia ha fermato 145 vetture e identificato i 157
occupanti: 15 giovani sono risultati positivi all’alcol e ben cinque con tasso
di ben tre volte superiore il limite fissato dalla legge (0.50%). Tre quelli
positivi agli stupefacenti. La polizia ha anche multato tre automobilisti
perché non avevano agganciato le cinture di sicurezza.
IL SECOLO XIX
Ubriaco alla guida travolge auto della Polfer Ubriaco al volante, un sanremese di 40 anni ha perso il
controllo della propria auto andando a sbattere contro una macchina della
Polfer. Due assistenti capo della Polfer sono rimasti feriti, con prognosi di
15 e 20 giorni. L’incidente è avvenuto nella tarda serata di ieri, in zona
Tre Ponti a Sanremo. Secondo quanto ricostruito, l’auto dei due poliziotti, di
ritorno da un controllo ordinario alla stazione ferroviaria di Taggia, è stata
investita da una macchina che proveniva dall’opposta corsia di marcia. Sul luogo per gli accertamenti sono intervenuti i
carabinieri, i volontari della Croce Rossa ed i medici del 118. I due
poliziotti hanno riportato varie contusioni, mentre il veicolo d’ordinanza ha
subito danni ingenti. Il conducente dell’altra auto sarà denunciato per guida
in stato di ebbrezza.
LA PROVINCIA DI LECCO
Ubriaco contromano provoca
incidente in 36SUELLO Grave incidente, ieri sera intorno alle 21,40,
sulla Superstrada 36. In corrispondenza di Suello, un italiano ubriaco, ha
percorso contromano, con la propria auto, la corsia sud, procedendo, però, in
direzione nord, verso Lecco. Inevitabile il frontale con un inglese, che
viaggiava regolarmente al volante della propria autovettura e che non ha potuto
evitare l’impatto con il pirata della strada. (*) Lo scontro è stato
violentissimo ma, fortunatamente, ai soccorritori del 118 e dei Vigili del
fuoco e agli agenti della Polizia stradale, prontamente accorsi sul posto, si è
presentato uno scenario non drammatico. Dopo le prime cure del caso, i due
uomini sono stati, infatti, inviati all’Ospedale di Lecco, in codice giallo,
per ulteriori accertamenti. Nonostante il forte spavento, nessuno dei due versa
in pericolo di vita. Dopo una breve interruzione per rimuovere i mezzi, il
traffico è ripreso normalmente.
(*) Nota: un italiano viaggia
sulla sinistra e si scontra con un inglese che viaggia sulla destra. È di
cattivo gusto fare dell’ironia su fatti drammatici, ma a volte è proprio
difficile resistere.
ROMAGNAOGGI
Padre 47enne tenta di uccidere la
figliaTragedia per fortuna solo sfiorata l’altra sera a
Forlimpopoli. Un uomo di 47 anni dello Sri Lanka, fuori di se, forse per aver
alzato un po’ troppo il gomito, ha tentato di uccidere a coltellate la figlia
21enne. Tutto è cominciato verso le 19.30, quando al termine di un furibonda
lite familiare l’uomo ha cominciato a mettere a soqquadro l’appartamento di
viale Matteotti, 3. La figlia è riuscita ad evitare i colpi del padre e a
mettersi in salvo sul balcone di casa.Le grida disperate della ragazza hanno inevitabilmente
attratto i vicini, che già erano in allarme per i rumori che provenivano da
quell’abitazione. I vicini hanno riferito che non è la prima volta che in
quella famiglia si scatenano liti verbali, ma mai di quella portata. Immediato l’arrivo sul posto dei carabinieri del nucleo
radiomobile della compagnia di Meldola, supportati dai colleghi della stazione
di Forlimpopoli. Secondo gli agenti potrebbe essere proprio l’alcol la causa
scatenante dell’episodio, che si sarebbe potuto tramutare facilmente in una
tragedia familiare.Angelo Warnakulasuriya, questo il nome del padre, è stato
arrestato dagli uomini dell’Arma. Attualmente è detenuto presso il carcere di
Forlì. Sarà il sostituto procuratore Fabio Di Vizio che coordina le indagini a
decidere sulla sua sorte futura.
ROMAGNAOGGI
Danneggia sette autoGuida in stato d’ebbrezza e
danneggia sette auto
FORLI’ – Stava percorrendo via Ravegnana a Forlì
nonostante avesse nel sangue un tasso alcolico superiore ai 0,50 gr/lt previsti
dalla legge. Improvvisamente, all’altezza del Foro Boario, ha perso il
controllo dell’automobile, una Ford Fiesta, tamponando un veicolo che lo
precedeva. Nella collisione i mezzi sono finiti contro altri veicoli parcheggiati,
danneggiandone sette. Per il protagonista del sinistro, avvenuto nella notte di
sabato. immediato il ritiro della patente. Sul posto sono intervenuti gli agenti della PolStrada di
Forlì. Alcuni minuti più tardi i poliziotti hanno ritirato la patente ad un
ventenne anch’egli al volante nonostante qualche bicchiere di troppo.
L’automobilista, un ventenne, aveva travolto con la sua Alfa Romeo il triangolo
che segnalava l’incidente innescato precedentemente. Il test ha riscontrato la
positività all’alcol.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da RIVIERA24.IT)
Prende a pugni e testate le
serrande dei negozi40enne di Sanremo ricoverato in psichiatriaSanremo - L’uomo e’ stato fermato in un intervento
congiunto tra i volontari di Sanremo Soccorso e gli agenti del locale
commissariato.Un quarantenne di Sanremo e’ stato ricoverato in
psichiatria la scorsa notte, in un intervento congiunto dei volontari di
Sanremo Soccorso, con gli agenti del locale commissariato, dopo che e’ stato
sorpreso a tirare pugni e testate contro le serrande. In un primo istante e’
stato un suo amico a bloccarlo; dopodiche’ sono dovuti intervenire i rinforzi. Pare
che fosse ubriaco ma che avesse anche problemi psichici enfatizzati dall’uso
dell’alcol. A scopo precauzionale, per evitare che si facesse del male, i
poliziotti sono stati costretti ad ammanettarlo finche’ non e’ stato preso in
consegna dai medici del Reparto di Bordighera che lo hanno sedato e ricoverato.
I medici gli hanno anche curato alcune contusioni che ha riportato tirando i
pugni e le testate.di Fabrizio Tenerelli
IL SECOLO XIX
Testate contro le serrande per far passare la sbornia
LA GAZZETTA DELLA MARTESANA
Guida in stato di ebbrezza, tre denunce 30enne cinese guida ubriaco i vigili gli sequestrano l’auto
|