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Rassegna stampa Alcol e guida del 6 dicembre 2007

A cura di Roberto Argenta e Alessandro Sbarbada

WINENEWS (Tratto da LA REPUBBLICA – SALUTE)

V come... Vino

06-12-2007 - V come... Vino ... “Vino rosso fa buon sangue”, si diceva ieri, alludendo al suo ferro. “Protegge le arterie”, si dice oggi, dopo che alcuni studi, innescati dalla scoperta del “paradosso francese” - i transalpini sono molto longevi a dispetto di una dieta ricca di grassi saturi e... di vino - hanno provato che una sostanza, il resveratrolo, contenuta nel rosso, ha benefici effetti sulle coronarie. Chiarita l’inutilità del vino come fonte di ferro, è bene rivedere anche l’entusiasmo sul resveratrolo. Intendiamoci, questo fenolo protegge davvero, e non solo le coronarie: di recente ne è stata testato l’efficacia sulla broncopneumopatia cronico-ostruttiva. Il problema è stabilire il rapporto tra i benefici che un bicchiere di rosso può fornire, e i suoi costi, in materia di danni epatici e di rischio alcolismo: in particolare, quando i bicchieri diventano tanti e l’abitudine è perpetrata nel tempo. Beh, nessun rosso o bianco, contiene resveratrolo o quant’altro in quote tali da indurre un buon governo della Sanità pubblica ad auspicare un ritorno dei consumi di vino ai 110 litri procapite degli anni ‘68 (oggi sono 48). L’alcol è in primis un pericolo per i noti motivi; in seconda battuta, è una potente fonte di energia (7kcal/g contro le 9 dei grassi, proteine e carboidrati si fermano a 4). (*) Un’energia, poi, che arriva all’organismo in una forma inutilizzabile, al contrario di quella fornita dalle altre fonti, grassi inclusi: può solo “dare alla testa” o trasformarsi in adipe. Quindi: a chi piace bere, e si limita a 1-2 bicchieri al dì, potrà giovare sapere che il vino, e il rosso in particolare, è l’opzione più sana; chi non beve, ha ottime ragioni per continuare così.

(*) Nota: che stia veramente cambiando qualcosa nel mondo dell’informazione alcologica? Sono anni che ci viene propinata in tutte le salse, (sempre alcoliche), la “bufala” del resveratrolo. Ma è la prima volta che un articolo lo descrive con un minimo di obbiettività e valutando complessivamente i rischi/benefici del vino. Oltretutto questo articolo è stato, ripreso dal principale sito di promozione del vino.


SEGNALAZIONE DI LUC THIBAULT

Incidenti sul lavoro, ASL 2 lancia progetto di prevenzione di alcool
Un progetto di prevenzione degli incidenti sul lavoro dal consumo da alcool è stato presentato questa mattina dalla ASL 2 Savonese, che da qualche anno si sta attivando, grazie al gruppo di lavoro del Dipartimento per le Dipendenze, per contrastare le problematiche legate al consumo patologico della sostanza legale più diffusa in assoluto: l’alcol.
Nella sola provincia di Savona ogni anno sono circa 350 le persone che si rivolgo alle strutture sanitarie preposte per la cura da dipendenza di alcool. Ma alcol e lavoro: perché occuparsene? è la domanda di fondo dell’iniziativa presentata dalla ASL 2. “Nell’esperienza di questo gruppo di lavoro è risultato evidente che la persona che si rivolge al servizio non è la “malattia”, ma ha una storia personale, e dentro questa storia c’è anche una appartenenza professionale, che, talune volte, è disarmonica con quegli stili di vita che dovrebbero aiutare a curarsi. Pensiamo a chi lavora nei locali pubblici come bar e cucine dei ristoranti, per cui l’alcol rappresenta un “compagno di lavoro”, chi lavora all’aperto e con fatica come i lavoratori edili dove l’alcol apparentemente diventa un aiuto alla stanchezza o al freddo, chi fa lavori ripetitivi o insoddisfacenti. Nessuna categoria lavorativa in realtà è esente da rischi (dal bancario alla casalinga), ma alcune lo sono maggiormente di altre”, sottolineano in una nota della ASL 2.
“Alla legge 125 del 2001 doveva far seguito un regolamento che prevedeva le categorie ad “alcol zero”, cioè professioni che devono essere svolte da lavoratori che non abbiano assunto alcol. L’elenco, definito nel marzo del 2006, fa parte di un’Intesa Stato-Regioni ed è stato oggetto di attente valutazioni ed è un punto di partenza. Per altro da alcuni anni era attivo un Progetto nazionale avente come tema “alcol e lavoro”, che si è posto l’obiettivo di comprendere quale fosse, nel mondo del lavoro la percezione del rischio a seguito di assunzione di alcolici. Sono state fatti numerosi monitoraggi sul territorio nazionale, e i contesti lavorativi sono stati i più vari: dal settore manifatturiero e alimentare a quello sanitario e dei trasporti”.
L’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (ILO) afferma che il 10-12% di tutti i lavoratori con età maggiore di 16 anni ha problemi legati all’abuso e alla dipendenza da alcol. Una recente ricerca dell’Associazione Dirigenti Risorse Umane (GIDP-HRD) stima che il 45% dei manager presenta un abuso occasionale o continuativo di alcol. Per quanto riguarda il rischio di infortuni stradali a seguito dell’assunzione di alcolici, questa fattispecie rappresenta più dell’11% dei circa 940.000 infortuni sul lavoro all’anno e questi possono essere legati sia al percorso casa-lavoro (infortunio in itinere) che a spostamenti nell’ambito dell’orario di lavoro. In Italia, ogni anno, vengono denunciati all’INAIL poco meno di un milione di infortuni sul lavoro con durata di inabilità superiore alle tre giornate. Di questi circa il 51% accadono con modalità quali ad esempio: “ha urtato contro…”, ha messo “un piede in fallo”, è “caduto dall’alto…”, o “in piano…., o “in profondità…”, ha avuto un incidente “a bordo di…”, o “alla guida di…”.
Questi non accadono a causa del consumo di bevande alcoliche, ma l’assunzione di alcol può influire pesantemente sul loro verificarsi. Alcuni studi valutano che gli infortuni dovuti all’abuso di alcol siano il 10-20% di tutti gli infortuni. Altri studi, che hanno misurato l’alcolemia subito dopo l’infortunio sul lavoro, evidenziano che circa il 4% dei lavoratori infortunati presenta livelli elevati nel sangue di alcol. Prendendo in considerazione questi dati è possibile affermare che il 4-20% degli infortuni lavorativi è alcol correlato. Dunque dei 940.000 infortuni denunciati da 37.000 a 188.000 hanno come causa il consumo di alcolici: l’assunzione di bevande alcoliche rappresenta sempre un “rischio aggiuntivo”, rispetto ad un rischio lavorativo preesistente, che deve essere sempre ridotto al minimo. Con queste premesse l’U.O. di alcologia del Dipartimento per le Dipendenze dell’ASL2 presentò lo scorso anno un progetto specifico alla Regione Liguria sulla sicurezza nei antieri edili. Tale progetto venne appoggiato e finanziato in alcune sue parti, e attualmente si sta portando a compimento, anche grazie ai preziosi suggerimenti che la U.O. PSAL dell’ASL2 ha saputo fornire.
Il progetto “Sicurezza nei cantieri”, che vede in prima linea Livia Macciò, Responsabile Struttura Semplice Alcologia, Patrizia Turchi, Psicologa gruppo Alcologia e Laura Pietra, mira a sensibilizzare i lavoratori del settore edile sui rischi correlati al consumo di bevande alcoliche in relazione alle attività svolte. Il Progetto “Sicurezza nei Cantieri” è rivolto al mondo del lavoro, variegato e multietnico, che opera nel campo dell’edilizia. Gli interlocutori privilegiati sono quei soggetti istituzionali che hanno ruoli e compiti di formazione professionale e promozione della sicurezza: l’Ente Scuola Edile di Savona, la Provincia di Savona e il Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro. Attraverso questi soggetti, è stato infatti possibile promuovere momenti formativi specifici per gli addetti al mondo dell’edilizia. I destinatari ultimi del progetto saranno gli operatori del settore presenti nel mondo del lavoro da molti anni, e/o che aggiornano periodicamente la propria professionalità, ovvero si specializzano, così come studenti in formazione. La finalità del progetto è quella di promuovere stili di vita più salubri e una maggiore sicurezza sul posto di lavoro il cui risultato porta alla riduzione degli infortuni sul lavoro in relazione alle problematiche alcolcorrelate.
Tra gli obiettivi: rilevare le opinioni, e le conoscenze rispetto ai rischi alcol correlati nei luoghi di lavoro, anche in forma strutturata la fine di avviare una banca dati; sensibilizzare i corsisti rispetto ai rischi connessi al consumo di bevande alcoliche sia durante le attività lavorative che extralavorative, nell’ottica di migliorare la qualità della vita individuale e collettiva; favorire la riduzione del rischio di degli infortuni sul lavoro, e l’insorgere o l’aggravarsi di patologie correlate all’uso di alcol; facilitare l’accesso ai servizi dei lavoratori con problematiche alcol-correlate e dei loro famigliari rendendo visibili le risorse in campo alcologico presenti sul territorio; promuovere un ampliamento delle conoscenze in relazione alla legislazione vigente. Per avere un quadro definito dal punto di vista dei dati è prevista una: Somministrazione di un questionario strutturato sull’autopercezione della salute, sui consumi dell’alcol, nonché su opinioni, conoscenze, pregiudizi rispetto al tema alcol e lavoro, alcol e legislazione, alcol e guida; “Lezioni”, incontri di sensibilizzazione e formazione rivolti sia ai formatori (docenti), studenti, lavoratori ma anche agli operatori della sicurezza; Distribuzione materiale informativo. Ecco i numeri dell’alcool: ogni anno sono attribuibili, direttamente o indirettamente, al consumo di alcol: il 10% di tutte le malattie, il 10% di tutti i tumori, il 63% di tutte le cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi, il 45% di tutti gli incidenti, il 9% delle invalidità e delle malattie croniche. Inoltre il consumo di alcol determina il potenziamento degli effetti all’esposizione professionale ad agenti chimici (solventi in particolare) e neurotossici (piombo, ecc.).
Complessivamente il 10% dei ricoveri è attribuibile all’alcol, nell’anno 2000 tale numero è stato stimato in 326.000, di cui 100.000 con diagnosi totalmente attribuite all’alcol (relazione al parlamento del Ministro della salute). Ogni anno in Italia circa 40.000 persone muoiono a causa dell’alcol per cirrosi epatica, tumori, infarto del miocardio, suicidi, omicidi, incidenti stradali e domestici e per incidenti in ambienti lavorativi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che i costi annuali sociali e sanitari, sostenuti a causa di problemi collegati all’alcol sono pari al 2-5% del PIL. Secondo tale stima sul PIL nazionale dell’anno 2004 (1.351 milioni di euro) i costi dell’alcol risulterebbero pari a 27-67 milioni di euro. Fanno parte di questi costi quelli assunti dalle famiglie per il licenziamento o il declassamento in mansioni lavorative meno qualificate o di minor responsabilità. Alcune stime calcolano che i costi diretti derivanti da incidenti nei luoghi di lavoro connessi al consumo di bevande alcoliche corrispondono a 1 milione e 500.000 euro.


LA NAZIONE

INCHIESTA
Abuso di alcol fra i giovani

La prima causa di violenza e incidenti
Uno ragazzo su tre dichiara di avere problemi con l’alcol, comportamenti problematici nel sesso, di giocare d’azzardo e fare acquisti d’impulso, involontari ed eccessivi. Questo il risultato di un indagine svolta dal primario di Psicologia clinica di Careggi, Stefano Pallanti, su 300 studenti fiorentini di età compresa tra i 14 e i 19 anni
Firenze, 6 dicembre 2007 - "L’uso di alcol fra gli adolescenti è un fenomeno allarmante e in costante crescita: quasi tutti i fatti di cronaca nera (risse, accoltellamenti, violenze) e molti incidenti stradali notturni, sono imputabili a bevute eccessive". Non usa mezzi termini Stefano Pallanti, primario di Psicologia clinica a Careggi e professore associato di Psichiatria alla scuola di medicina ‘Mount Sinai’ di New York, dove attualmente si trova per creare un centro di eccellenza dedicato, guarda caso, alle dipendenze. Sua la ricerca condotta su centinaia di studenti delle scuole fiorentine pubblicata da una delle più note e diffuse riviste di neuropsichiatria nel Nord America, la ‘Cns Spectrum’. Oggetto dell’indagine circa 300 studenti di età compresa tra i 14 e i 19 anni, che si sono sottoposti a un’intervista di due ore finalizzata alla valutazione della presenza di eccessi in determinati comportamenti. "Con risultati inquietanti - riprende il neuropsichiatra - : uno ragazzo su tre dichiara di avere problemi con l’alcol, comportamenti problematici (di tipo compulsivo, eccessivo o sottomesso) nel sesso, di giocare d’azzardo e fare acquisti d’impulso, involontari ed eccessivi senza alcun controllo".
Professore, ma perché questi ragazzini che apparentemente hanno tutto, anche da un punto di vista dei sentimenti, bevono?
"Scontato dire che si tratta di una problematica sociale, familiare e di vulnerabilità fisica".
Ci spieghi meglio...
"Là dove c’è un’abitudine a bere in famiglia, il rischio è doppio. Ma non solo".
Altri fattori di rischio?
"Bambini che si facevano la pipì ben oltre i primissimi anni di vita, la presenza di tic, la fobia scolare sono fattori che posso indicare un eventuale soggetto a rischio, come anche i disturbi dell’attenzione. Esistono studi specifici in merito in paesi come la Spagna, ad esempio, mentre da noi questo aspetto non viene considerato".
Quando un adolescente arriva in terapia parla apertamente del suo problema con la bottiglia?
"No, in genere arrivano presentando il problema per cui vengono, e poi parlano del modo in cui cercano di affrontarlo: l’alcol".
Come si comincia?
"La frase di rito è ‘dopo due Guinness inizio a sentirmi più a mio agio’. La cultura della birra fra i ragazzi ha preso piede: meno pericolosa dei suoperalcolici e più controllabile per chi la usa come terapia".
In che senso, professore?
"Con la birra l’alcol cresce in maniera graduale, quindi è più difficile perdere completamente il controllo, come avviene con gin o rum. Quindi il suo effetto è quello di rimediare a una serie di ‘problemi’ come timidezza, aggressività, riducendo la percezione di disagio".
Ma, se non eccedono, dov’è il rischio?
"In primo luogo il bere crea una vera e propria dipendenza e i ragazzi arrivano a scolarsi anche 7, 8 birre nell’arco delle 24 ore, fino gli abusi in forma di ‘bringe’, vere abbuffate del fine settimana in relazione a questa difficoltà inter personale".
I genitori non si accorgono che i figli rientrano a casa ubriachi?
"Questo è il secondo fattore di rischio, soprattutto in caso di rottura della famiglia. Le separazioni hanno un impatto fortissimo sui figli. Indispensabile non abbandonare mai il ruolo genitoriale, nemmeno in situazione di separazione, quando madri e padri sono divorati da problemi e sensi di colpa.
Controllare, quindi, serve?
"Eccome. Controllare e, quando serve, punire, facendo capire ai ragazzi che ci siamo accorti del loro problema".
E poi?
"Prendere una posizione in maniera chiara, imponendo dei limiti. Se i genitori sapessero. Sono i ragazzi i primi a a reclamarli: ‘se me lo avessero proibito prima".
Letizia Cini


LA REPUBBLICA SALUTE

Alcoldipendenza, cura in rete
Per sette su dieci la dipendenza dall’alcol è solo un brutto ricordo. Ma c’è anche chi è riuscito a far regredire le patologie organiche che, a lungo andare, subentrano. Sono gli interessanti risultati, a due anni dall’inizio, di un nuovo modello di trattamento dell’alcolismo e delle patologie correlate, avviato dalla Regione Liguria per affrontare un problema che, ogni anno, in Italia, provoca la morte di 42 mila persone e da cui finora si salva solo il 20-30% dei pazienti.
Il segreto del nuovo modello organizzativo, consolidato a Genova e in sviluppo in Liguria, sta tutto in una parola: rete. Si tratta infatti di un progetto integrato ospedale-territorio realizzato attraverso una forte sinergia tra gli specialisti ospedalieri (gastroenterologi, neurologi, dietologi), quelli dei Sert e delle Asl (psichiatri, psicologi e fisiatri), le famiglie dei pazienti e le associazioni di volontariato. "L’ospedale si è aperto al territorio", spiega Alessandro Sumberaz, aiuto gastroenterologo al San Martino e segretario regionale della Società Italiana Alcologica, "gli stessi operatori che ci avevano mandato i loro pazienti li seguono poi in corsia e si formano gruppi di terapia psicologica. Finito il periodo di cure ospedaliere i pazienti sono riaffidati ai Sert e motivati a frequentare le associazioni di autoaiuto, pur continuando il follow-up degli specialisti tramite l’ambulatorio dell’ospedale".
Operando in questo modo si è costituita a Genova una vera e propria rete metropolitana di assistenza sanitaria. "All’origine del successo di questo modello organizzativo", dice Mario Testino, primario della Gastroenterologia del S. Martino e presidente regionale SIA, "c’è anche il fatto che l’alcolista, con la diagnosi precoce della malattia alcol-correlata, trova una motivazione in più per smettere di bere".
E che la formula funziona lo dicono le cifre: nell’arco di due anni s’è ottenuta l’astinenza totale dagli alcolici, a 6 mesi di follow-up, nel 70% dei casi trattati. Inoltre nel 20% dei casi più gravi si è riusciti a fermare l’evoluzione della patologia organica, la cirrosi, tanto da evitare il trapianto di fegato a chi era già in lista.
(daniele diena)


SALERNO NOTIZIE

Dieci borse lavoro per persone con esperienza passata di tossicodipendenza o alcolismo
Il Piano Sociale di Zona Ambito S3 Cava – Costiera Amalfitana in partnariato con l’ASL SA- Ser.T, il Comune di Cava de Tirreni e il Patto Territoriale “Costa d’Amalfi”, indicono un Avviso pubblico per 10 borse lavoro per persone con un’esperienza passata di tossicodipendenza o alcolismo. L’avviso, pubblicato oggi, si inserisce nell’ambito degli interventi previsti dal Progetto “Orienta il Lavoro” a valere sul Fondo Nazionale Lotta alla Droga L.45/99. Titolare del progetto è il Piano Sociale di Zona del Distretto Sociale S3 Cava-Costiera Amalfitana- Ente Capofila il Comune di Cava de’ Tirreni, partner del progetto sono l’ASL SA1 attraverso il Ser.T. (Servizio Tossicodipendenze) di Cava de’Tirreni e il Patto Territoriale “Costa d’Amalfi”. L’individuazione e la selezione dei destinatari sarà curata dal Ser.T. di Cava de’Tirreni. Il progetto prevede l’attivazione di 10 borse lavoro finalizzate all’inserimento socio-lavorativo di persone svantaggiate con storia di tossicodipendenza e/o alcolismo e in condizione di attuale assenza di tossicodipendenza o alcoldipendenza. Le borse lavoro consistono in percorsi di tirocinio formativo e di orientamento al lavoro e sono rivolti a soggetti residenti, in uno dei Comuni del Distretto Sociale S3: Atrani, Amalfi, Cava de’ Tirreni, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare. Il Comune di Cava de’ Tirreni (Capofila Ambito S3), ha attivato il percorso di Tirocinio Formativo, temporaneo e guidato, per un periodo di dieci mesi, di cui due teorici (percorso formativo) e otto pratici (stage in azienda). Le borse lavoro saranno realizzate presso aziende del territorio. “Questo progetto -spiega il sindaco dell’ente capofila e primo cittadino del Comune di Cava de’Tirreni, Luigi Gravagnuolo- rappresenta un’occasione unica di crescita sociale e culturale dei nostri territori. Abbiamo posto le basi per un significativo risultato di forte integrazione sociale, frutto di un lavoro certosino di sensibilizzazione e condivisione con le aziende del territorio che hanno dato la loro adesione al progetto ed a cui va il mio più profondo ringraziamento. La nostra comunità, come del resto quelle della Costa d’Amalfi, possono rendere davvero concreta una possibilità di reinserimento sociale a persone che hanno vissuto una situazione di difficoltà e di emarginazione. Con questa esperienza -aggiunge il sindaco Gravagnuolo-, potremo offrire concreti segnali di cambiamento, senza più guardare all’ex tossicodipendente come ad un diverso, superando il pregiudizio che spesso accompagna persone che hanno vissuto storie di tossicodipendenza. “ Il percorso rappresenterà, per i soggetti la cui occupabilità risulta meno facile, una significativa occasione nel più ampio percorso di reinserimento sociale e lavorativo. Da questo punto di vista verranno curati con particolare attenzione sia gli aspetti relazionali che quelli professionali. Il bando e lo schema di domanda sono inseriti nel sito web del Piano Sociale di Zona ambito S3 e potranno essere visionati e scaricati all’indirizzo: www.intermedia.sa.it/pianodizonas3 nella sezione avvisi e bandi. Inoltre, l’avviso è disponibile presso le sedi dei Servizi Sociali dei comuni dell’Ambito.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da NOSTALGIATOSCANA.IT)

Controlli sulle strade in Toscana

Firenze - Ci sarà un po’ di Perù nei controlli che la Polizia Stradale effettuerà ai guidatori toscani: grazie alla donazione di 5 pre-etilometri, infatti, la Delegazione d’Ambasciata agli Affari Istituzionali del Perù in toscana prosegue il suo impegno nella lotta contro gli abusi di alcool. Con i pre-etilometri è possibile effettuare controlli d’accertamento del livello alcolemico presente nel guidatore che, se individuato positivo al test "iniziale", viene poi invitato ad effettuare controlli aggiuntivi con gli etilometri a boccaglio. Sono 80 le pattuglie impegnate in tutta la Toscana ad effettuare giornalmente controlli: nel primo semestre del 2007, in tutta la regione, sono state registrate oltre 870 denunce per guida in stato d’ebbrezza causato.


IL TIRRENO

Serrata in arrivo per due discoteche
Barman sorpresi dai vigili a servire alcolici dopo le due del mattino Oggi il Comune decide I locali resteranno chiusi per una settimana 
PISA. Ore due e mezza del mattino, in uno dei locali della costa pisana. Un ragazzo si avvicina al banco e chiede da bere. E il barman serve. Serve a chiunque sia alcolici che superalcolici. Le consumazioni si susseguono sotto gli occhi di due pattuglie dei vigili urbani, di Pisa e del litorale, che in borghese controllano la somministrazione di bevande nelle discoteche.
 Per non dare nell’occhio i vigili viaggiano con colleghe. Sembrano coppie come tante altre. Poi all’improvviso, l’agente di polizia municipale si avvicina al banco, presenta il tesserino e chiede di parlare con il gestore. Quel che segue è il verbale, un verbale che - in base alla tanto discussa legge del 10 ottobre scorso, la numero 160, che vieta lo smercio di alcol dopo le due di notte nei locali notturni - si tramuterà poi in una serrata. Una chiusura del pub o della discoteca, per un periodo variabile fra una settimana ed un mese, con un danno ovviamente notevole per i gestori. Sul litorale pisano, i controlli dei vigili urbani hanno accertato l’inosservanza della legge nelle uniche due discoteche esistenti, il Pappafico ed il Pepila, che a questo punto è anche inutile tutelare con l’anonimato.
 Eppure questa legge si è resa necessaria per arginare il fenomeno delle stragi, del sabato sera e non, per fermare la sequela di ragazzi trovati alla guida di vetture potenti con tassi alcolici da far paura o inadeguati ai parametri fissati, di inutili tributi di sangue alle strade.
 I controlli della polizia municipale sono avvenuti a metà novembre, prima ancora del clamore che ha accompagnato l’entrata in vigore del provvedimento, un decreto poi tramutato in legge all’inizio dell’autunno. Un sabato sera due pattuglie, quattro agenti in tutto, due maschi e due femmine, hanno controllato le discoteche. Decine le somministrazioni di alcol avvenute sotto i loro occhi: i barman hanno continuato a servire anche se l’ora fissata per lo stop era passata da un pezzo.
 In questo momento è in corso il lungo iter amministrativo che porterà alla chiusura dei locali, non si sa se prima o dopo le festività natalizie. A decidere sarà il sindaco, come autorità in materia, e quindi l’assessorato al commercio.
 «Non ci interessano delle misure di tipo repressivo - spiega l’assessore Michela Ciangherotti - ma piuttosto fare una sana opera di prevenzione. Speriamo che i controlli fatti possano essere di esempio per tutti, anche perché proseguiranno. Per questo pensiamo di partire dalla sanzione minima del provvedimento, che prevede la chiusura di una settimana dei locali che hanno violato le restrizione della legge appena entrata in vigore. Il nostro obiettivo è ovviamente in primo luogo il rispetto della normativa, ma anche la possibilità per i gestori di lavorare e per i ragazzi di divertirsi in maniera sana nel rispetto delle regole, senza mettere in pericolo la loro vita».
 La decisione sulle due discoteche verrà discussa già questa mattina a palazzo Gambacorti ed il provvedimento di chiusura dovrebbe partire a breve termine, non si sa ancora se prima o dopo la pausa natalizia. Nuove violazioni, fra l’altro, potrebbero portare ad un inasprimento delle sanzioni.
 «L’accesso alle discoteche in zona - commenta ancora l’assessore Ciangherotti - scatta alle 22, la chiusura è fissata alle 4. Se gli accessi iniziano in orari tardi, sembra dopo mezzanotte o le una, non è un problema che può riguardare l’amministrazione o chi fa le leggi. Ognuno deve regolarsi di conseguenza». Dunque chi vuole bere può iniziare la sua serata cambiando le abitudini nottambule. Altrimenti, per chi vuole consumare al bar, non resterà che il periodo fra la mezzonotte-l’una e le due del mattino. Dopo solo aranciate e coca cola. Attenti quindi anche alla notte di San Silvestro. Bevete subito, perché oltre le due, nei locali pubblici, si potrà bere solo succo di frutta...
C. V. 


CORRIERE ADRIATICO

Ubriaca, incidente e denuncia

FABRIANO – Va a sbattere con l’auto in pieno centro e si becca una denuncia per guida in stato di ebbrezza alcolica, con annesso ritiro della patente. E’ accaduto l’altra notte a una venezuelana di 36 anni, residente a Fabriano con regolare permesso di soggiorno. Erano circa le 2,30, quando un’Alfa 145 si è schiantata contro il muro della trattoria Marchigiana, proprio nel cuore della città. Una pattuglia del commissariato di polizia è giunta immediatamente sul posto, trovando al volante della vettura una donna ferita e completamente ubriaca. La venezuelana è stata subito trasportata al Pronto Soccorso dell’ospedale “Engles Profili”, dove è stata visitata e le è stato riscontrato un trauma cranico, che ha indotto i medici a ricoverarla in osservazione. Le sue condizioni non sono gravi. Intanto, però, la sudamericana, a cui è stata tolta la patente, verrà denunciata per guida in stato di ebbrezza alcolica. Distrutta l’Alfa 145, per la rimozione e il trasporto della quale è intervenuto il servizio Aci.


IL MATTINO

Il sindaco di Cardito sottoposto dagli agenti al test dell’etilometro
Guida in stato di ebbrezza, violenza, minacce, resistenza, ingiurie a Pubblico ufficiale. Queste le contestazioni al sindaco di Cardito Giuseppe Barra, esponente dell’Udeur, arrestato a Ferragosto dai Carabinieri della stazione di Minturno. Nei confronti del primo cittadino, che ha anche trascorso una notte in camera di sicurezza, nella caserma della Compagnia dei Carabinieri di Formia, è stato incardinato un procedimento giudiziario. Il fatto si è verificato durante normali attività di controllo da parte di una pattuglia di militi dell’Arma. Dopo aver verificato i documenti, i militari hanno sottoposto Giuseppe Barra al test dell’etilometro, che ha fatto rilevare un tasso alcolico superiore al massimo previsto dalla legge. Alla contestazione, le rimostranze del sindaco poi degenerate. 


IL TRENTINO

Otto mesi con la condizionale al marocchino arrestato sabato notte in piazza Tre Novembre

Sfascia porte e minaccia, condannato

RIVA. Nella notte tra sabato e domenica scorsi, in preda ai fumi dell’alcol, prima aveva rovesciato delle fioriere davanti alla casa in cui vive in piazza Tre Novembre, poi, non trovando le chiavi d’entrata, sfondato sia il portone del palazzo che la porta d’accesso all’appartamento, provocando danni considerevoli. Infine, se l’era presa anche con la padrona di casa che, uscita per capire l’origine di tanto baccano, era stata minacciata insieme ai suoi famigliari. La povera donna, spaventatissima, aveva immediatamente chiamato il 113, ma l’arrivo degli agenti non aveva affatto placato l’ira del marocchino Hamid Mounir. Anzi. Aveva spintonato e insultato anche loro, sferrando addirittura un pugno in pieno petto ad uno di loro. «Ricordo le vostre facce - aveva urlato prima d’essere caricato di peso sulla volante - e quando esco vi taglio la gola!». Per rispondere di quella nottata di follia, riassumibile nei reati di danneggiamento, minacce e oltraggio a pubblico ufficiale, l’uomo, incensurato e in regola con il permesso di soggiorno, è comparso ieri mattina davanti al giudice, in tribunale a Rovereto, dov’è stato processato con rito direttissimo. Otto mesi di reclusione con la condizionale la condanna.


CORRIERE DI COMO del 6 dicembre 2007

La “droga dello stupro” minaccia il Lario 

L’Asl: cancella la memoria, prestate attenzione a ciò che bevete

È nota come ’scoop’, ’liquid-ecstasy’ o ’boy-george’, ma sempre più spesso viene indicata con l’inquietante appellativo di ’droga dello stupro’ perché cancella la memoria a breve termine del consumatore. L’allarme per la diffusione di questo stupefacente ha raggiunto anche il Lario, dove gli esperti avvertono i giovani del rischio potenziale di assumere senza accorgersi la droga, magari sciolta di nascosto in una bevanda.

A Como, per il momento, non risulta alcuna denuncia di episodi di violenza riconducibili all’uso di questa droga - il termine scientifico per indicarla è Ghb - ma i ripetuti episodi segnalati a livello nazionale sembrano rendere comunque necessario un appello, soprattutto ai più giovani, affinché prestino la necessaria attenzione.

«Non è certo il caso di creare allarmismi - sottolinea subito Raffaela Olandese, responsabile del dipartimento dipendenze dell’Asl di Como - ma vale la pena di fare un invito alla prudenza. Nell’ultimo periodo, prima negli Stati Uniti e ora sembra anche in Italia, il Ghb è stato somministrato di nascosto, spesso associato a psicofarmaci, da individui senza scrupoli che poi approfittano degli effetti che la sostanza produce sull’organismo, ovvero in particolare senso di stordimento e cancellazione della memoria a breve termine».

In questo caso, lo stupefacente viene sciolto nel bicchiere della vittima, che senza accorgersi lo ingerisce. «Questo acido effettivamente può essere disciolto in una qualsiasi bevanda - dice l’esperta dell’Asl - Per questo, soprattutto in particolari contesti, è molto importante prestare la massima attenzione a ciò che si beve e controllare sempre i propri bicchieri per evitare di correre rischi. Chi somministra di nascosto questa sostanza, infatti, poi può approfittare dello stordimento della propria vittima e soprattutto della temporanea confusione e perdita della memoria per commettere un reato, purtroppo anche un eventuale stupro».

Il Ghb - acido idrossibutirrico - è una sostanza presente normalmente nel cervello. «Agisce come l’alcol - dice Raffaela Olandese - e l’effetto è simile a una sbornia. Per l’effetto euforizzante ha preso piede soprattutto tra i giovani, con notevoli rischi. A dosaggi elevati infatti è molto pericoloso e può provocare vertigini, allucinazioni e convulsioni fino addirittura alla depressione respiratoria, al coma e quindi alla morte per overdose. Soprattutto se associato a psicofarmaci, poi, si potenzia l’effetto di stordimento e di amnesia. Il consumatore non ha un ricordo lucido di quanto accaduto nelle ore successive all’assunzione».

«Sul Lario non è stato segnalato alcun caso sospetto e non bisogna dunque esagerare con gli allarmismi - conclude Raffaela Olandese - È importante però mettere in guardia i ragazzi da questo rischio, anche perché purtroppo la cronaca riporta sempre più spesso episodi di violenza sessuale sulle donne ed è quindi possibile che chi commette questi reati cerchi inoltre di approfittare di sostanze stupefacenti che cancellano o annebbiano i ricordi per avere meno possibilità di essere identificati e puniti».

Anna Campaniello


VIRGILIO NOTIZIE

USA/ KIEFER SUTHERLAND CONDANNATO A 48 GIORNI DI CARCERE
Era stato arrestato il 25 settembre per guida in stato d’ebbrezza
Los Angeles, 6 dic. - Kiefer Sutherland è stato condannato da un tribunale di Los Angeles a 48 giorni di carcere per guida in stato d’ebbrezza. L’attore era stato arrestato il 25 settembre scorso. Sutherland si è presentato al carcere municipale di Glendale.
Secondo il procuratore aggiunto di Los Angeles Dan Jeffries, l’attore deve scontare una pena di 48 giorni di carcere prima del 30 marzo prossimo. Sutherland si è presentato al carcere municipale di Glendale, a Los Angeles, ieri sera per cominciare a scontare la pena, secondo quanto ha riferito un poliziotto del carcere.
Kiefer Sutherland, 40 anni, era stato arrestato il 25 settembre scorso al volante della sua auto all’uscita di una discoteca di Hollywood. Aveva un tasso di alcolemia superiore al limite autorizzato in California. In ottobre ha riconosciuto di essere colpevole e ha patteggiato con l’accusa una pena di trenta giorni per guida in stato d’ebbrezza e di 18 giorni per aver violato la condizionale di cui aveva beneficiato in una precedente condanna, nel 2004, per la stessa accusa.
E’ la terza condanna dell’attore per guida in stato d’ebbrezza dal 1993.


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Venerdì, 07 Dicembre 2007
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