(ASAPS) ROMA, 10 dicembre 2007 – Non è, purtroppo, una
scoperta. Gli enti locali in generale, i comuni in particolare, traggono dalle
multe nei confronti degli utenti della strada “il più significativo incremento
delle entrate per gli esangui bilanci”. A rilevarlo, non è un’associazione di
consumatori o un comitato sorto per difendere “i diritti” dei trasgressori, ma
il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali – www.censis.it), che ha da poco presentato
il 40esimo Rapporto Annuale sull’andamento del paese. Il lavoro, nel capitolo
relativo agli enti locali, prende in esame il periodo 2001/2005, rilevando come
gli incassi derivanti dalle infrazioni al codice della strada siano cresciuti
del 52%. Ed il Censis ci va giù duro, definendo il processo di
approvvigionamento “un caso esemplare di autoregolazione della propria capacità
di canalizzare risorse private verso le casse comunali”. La colpa però non è
del tutto ascrivibile ai sindaci, descritti “in bilico tra una dipendenza gerarchica che tende a sfarinare ed
un’autonomia reale ancora penalizzata dal mancato federalismo fiscale”, che
“spesso reagiscono mettendo in campo nuove forme di protagonismo”, soprattutto
in tema di sicurezza dei cittadini e finanza locale. Dunque, l’analisi di
questo aspetto della nostra società non è dei più lusinghieri e pur essendo
cosa nota – da anni si dibatte sull’improvvisa vocazione alla sicurezza
stradale di molti Enti Locali, che hanno disseminato di radar e telecamere le
strade anche nei luoghi dove la sinistrosità non si era espressa in forme
particolari – il fatto che ne parli il Censis deve indurre ad una profonda
riflessione. (ASAPS) |
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