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Rassegna stampa Alcol e guida del 9 dicembre 2007

A cura di Roberto Argenta e Alessandro Sbarbada

IL TIRRENO

Festa gratis in piazza per Capodanno 

Gli organizzatori: così teniamo i giovani al riparo dalle stragi sulle strade 

VOLTERRA. La discomusic degli anni Settanta e Ottanta la farà da padrona per San Silvestro sul palcoscenico e dal grande schermo che saranno allestiti in piazza dei Priori per festeggiare la notte più lunga dell’anno. Dopo un capodanno di blackout, lo scenario della città etrusca torna protagonista: tutti in piazza il 31 dicembre a partire dalle 23, per ascoltare musica e divertirsi, al riparo - è una delle tesi principali che hanno spinto l’amministrazione comunale a organizzare la festa - dalle insidie che le strade, la notte, portano inevitabilmente con sé, soprattutto per i più giovani.

Lo spettacolo, che va sotto il titolo “The fabolous ’70 and ’80”, sarà condotto da Enrico Tagliaferri, dj, speaker radiofonico e doppiatore, già direttore artistico di Radio Cuore. Dalla consolle sul palco in piazza dei Priori, Tagliaferri sceglierà i brani musicali più noti dei decenni Settanta e Ottanta: dai Bee Gees a Glorya Gaynor, da Donna Summer ai Village People, ai Supertramp.

La lista è lunga e - negli auspici degli organizzatori - sarà di gradimento della platea: per i più giovani perché la riscoperta della disco di quel periodo è un fenomeno musicale in corso, per i meno giovani perché quella musica porterà sicuramente loro in mente ricordi piacevoli. E mentre la musica si diffonderà nell’aria, in contemporanea sul grande schermo scorreranno le immagini, video originali dei protagonisti di quell’epoca.

Non trascurabile è il fatto che la festa sarà gratis per tutti. Grazie, in questo caso, a una serie di sostenitori: oltre all’amministrazione comunale, hanno dato un contributo le associazioni di categoria, la Pro Loco, alcune ditte private, la Cassa di Risparmio di Volterra e la Fondazione Crv.

La festa di San Silvestro, spiega l’assessore Giacomo Santi, nasce quest’anno «per rispondere a due esigenze in particolare. Da una parte quella di creare un’opportunità soprattutto per i giovani, evitando loro di spostarsi in automobile, con il rischio che possano incorrere in incidenti stradali. Per questo abbiamo anche bandito la vendita di bevande alcoliche in piazza (*). Ricordiamo bene quanti genitori, due anni fa, dopo la festa organizzata sotto il tendone nel parcheggio di Docciola, vennero a ringraziare per aver organizzato un’iniziativa che aveva tenuto a Volterra i propri figli».

Seconda esigenza, quella rappresentata dagli esercizi pubblici volterrani. La festa in piazza, spiega ancora l’amministratore, sarà un gradevole corollario a cene di San Silvestro e all’attività in genere di locali come bar, pub, pizzerie e quant’altro che hanno sede soprattutto nel centro città.

A breve (nelle previsioni a partire dalla prossima settimana), prenderà il via una campagna informativa e promozionale della festa, fatta (con poche spese) a suon di cartoline e locandine. Il messaggio preparato è semplice e chiaro: “Auguri per un buon 2008. Il 31 dicembre a Volterra, a partire dalle 23, musica in piazza dei Priori con Enrico Tagliaferri. Palco e grande schermo con video degli anni Settanta e Ottanta”.

La festa andrà avanti ben oltre mezzanotte, fin quando il tempo atmosferico e la temperatura lo permetteranno.

Barbara Antoni 

(*) Nota : il divieto di vendita andrebbe esteso a tutti gli esercizi; mi auguro che per bevande alcoliche si intenda anche vino, birra e spumante che sono le più consumate in queste occasioni.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da TELEREGGIO.IT)

Stop all’alcol dopo le 17.30

L’assessore alla Attività produttive del comune Mimmo Spadoni ha firmato oggi l’ordinanza che vieta la vendita da asporto di bevande alcoliche nella zona della stazione ferroviaria. Rientrano nella delibera gli esercizi commerciali di piazzale Marconi, viale IV Novembre, via Turri, via Eritrea e via Paradisi. Resta invece possibile la somministrazione sul posto, cioè all’interno dei locali o nelle distese. In pratica sono esclusi dal provvedimento bar, birrerie, fast food. Nell’ordinanza, che entrerà in vigore tra 15 giorni, non rientra la storica enoteca Tricolore. ’L’amministrazione comunale è impegnata nella riqualificazione del quartiere della stazione con politiche volte al miglioramento della qualità urbana e del vivere civile’. Questo il commento dell’assessore Spadoni alla firma dell’ordinanza che mira ad eliminare gli oramai quotidiani episodi di bivacco e ubriachezza. L’amministrazione comunale è già intervenuta nella stessa zona negli anni scorsi con ordinanze che stabiliscono l’obbligo di chiusura alle 19,30 per le attività commerciali e artigianali di prodotti alimentari, comprese le bevande alcoliche. Nonostante questo, negli ultimi mesi gli abitanti hanno continuato a lamentare situazioni di forte disagio dovute a persone che consumavano alcolici lungo le strade in questione. Le multe per i titolari di esercizi che trasgredissero all’ordinanza vanno da 83 a 500 euro. Per casi di particolare gravità o recidiva è prevista la sospensione dell’attività di vendita fino ad un massimo di 20 giorni.


IL GAZZETTINO (Belluno)

Secondo l’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza, nel capoluogo la situazione più critica sia per la piccola violenza quotidiana che per bicchiere e sigaretta facili 
Bullismo e alcol, Belluno in cima al Veneto

Oltre la metà dei quindicenni dichiara di esagerare. Elevata per contro la percezione di benessere soggettivo e qualità della vita 

Belluno è la peggiore città nel Veneto, per quanto concerne la dimensione «rischio, sicurezza e pericolo» dei giovani. Feltre la migliore. La situazione cambia radicalmente se si fa riferimento al benessere soggettivo dei giovani: Belluno diventa la migliore nella regione, seguita a ruota da Feltre. Dati interessanti quelli che emergono da "Nessuno è minore", la relazione sulle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza nel Veneto, giunta alla sua seconda edizione, appena pubblicata dall’Osservatorio regionale. Tra le 21 città scelte come riferimento figurano Feltre e Belluno.
«Il rapporto - sottolinea Alessandro Pigatto, responsabile scientifico dell’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza - presenta la fotografia dei bambini e dei ragazzi che vivono nel Veneto, aggiungendo informazioni sul loro livello di benessere». La valutazione del benessere è realizzata tramite l’esame di sette dimensioni tra le quali figura quella dedicata alla «sicurezza e al pericolo».«Belluno - si legge - raccoglie la situazione più critica, da addebitare soprattutto ai quindicenni che partecipano ad atti di bullismo mentre Feltre risulta l’area in cui le piccole esperienze di violenza quotidiana sono più rarefatte».
Il dato si riferisce alle percentuali di undicenni, tredicenni, quindicenni che sono state vittime o hanno partecipato, negli ultimi due mesi, a episodi di bullismo o che hanno partecipato a scontri fisici negli ultimi dodici mesi.
Belluno si colloca in vetta alla classifica negativa anche per quanto riguarda i comportamenti al limite, cioè consumo non moderato di tabacco, alcol, e spinelli. Feltre è all’8. posto.«La posizione di Belluno - si legge nel rapporto - denuncia un valore di criticità notevole se paragonato al profilo medio regionale: una posizione decisa soprattutto dai valori elevati di consumo eccessivo di alcool dichiarato dai quindicenni bellunesi (52% contro il 24% della media regionale), ma anche una netta propensione al fumo (35% contro il 21%)».
Ben diverso il dato sul benessere soggettivo che vede Belluno in cima alla classifica positiva. Il valore fa riferimento alla percezione dello stato di salute (Belluno è al 3. posto, Feltre al 7.), del benessere scolastico (Feltre al 6., Belluno scende al 20.), e della sicurezza nella zona in cui si vive: i giovani di Belluno e Feltre dichiarano di sentirsi sempre sicuri.«Nel complesso l’area del bellunese è quella in cui appare il più alto valore relativo al benessere soggettivo. Al terzo posto troviamo Feltre posizionando così la provincia montana come l’area in cui è migliore questo aspetto di qualità della vita».Quanto alle relazioni, a Feltre i giovani di 11, 13 e 15 anni dichiarano di poter parlare in modo facile coi genitori, collocandosi quindi in vetta alla classifica, mentre a Belluno il dialogo familiare diminuisce, collocando la città al 14. posto. Viceversa, sia a Belluno (al 3. posto) che a Feltre (al 4.) i giovani dichiarano di trascorrere tempo con gli amici e di sentirsi accettati da compagni di scuola e coetanei.Nel complesso Feltre è al primo posto per benessere relazionale dei giovani, mentre Belluno è solo al settimo.
Feltre presenta i più alti livelli di salute neonatale e il più basso di mortalità non violenta nel Veneto. Belluno è solo al 15. posto. Il capoluogo si colloca però al 2. posto per quanto riguarda l’inclusione scolastica (con Feltre solo al 14.) e al primo per le classi meno affollate (Feltre al 4.).
Critica la situazione circa l’uso e alla diffusione dei servizi con Belluno in coda e Feltre solo a metà classifica. Dall’esame di tutti gli indicatori emerge che il benessere dell’infanzia e dell’adolescenza nel Feltrino è superiore alla media regionale mentre nel Bellunese è inferiore.
Giovanna Galifi


LA PROVINCIA DI LECCO

Raid in maschera, la città si risveglia tra i rifiuti

Una trentina di giovani ha divelto cestini e cartelli, rovesciato fioriere, lanciato carta igienica sulle luminarie natalizie Il tutto per gioco: erano vestiti da Carnevale e prima del blitz vandalico sono stati visti bere e fumare in sei locali
Sacchi neri depositati fuori da abitazioni e negozi sventrati e contenuto in libera uscita; vasi di fiori rovesciati e rotti, cartelli divelti, contenitori delle riviste pubblicitarie prese a calci e buttate in mezzo alla strada, carta igienica lanciata sui fili delle luminarie e srotolata a mo’ di lenzuolo. «Una schifezza», riassume in una parola un passante, testimone all’una di notte dell’esito di un raid vandalico. Forse giustamente, forse ingiustamente, è sospettato un gruppo di trenta giovani, ragazzi e ragazze, in parte vestiti in maschera, volto scoperto, anche se con copricapo calato fin sul naso e sciarpe sulla bocca. Qualcuno dice che avevano anche botti, fatti scoppiare ogni tanto, ma non c’è riscontro su questo particolare, proprio di Hallowen e non di una notte di vigilia della festa della Madonna di dicembre. Dapprima hanno girato per sei locali: sembra disponessero di buoni per una consumazione in ciascuno, per un totale di 15 euro. Si sono poi soffermati fuori dai locali, un po’ di fumo e qualche schiamazzo e fin qui, nessuno avrebbe avuto da eccepire, salvo lo stato d’ebbrezza personale. Doveva essere una sfida, secondo quanto s’è appreso, una specie di gioco, ma alla fine ha superato i limiti e il risultato l’hanno visto i primi comaschi che ieri mattina sono usciti presto da casa: una furia devastatrice. Fioriere divelte e contenuto lungo le strade del centro e la Canturina, sacchi dell’immondizia scaricati sul selciato, cartelli piegati, espositori buttati qua e là, tiro a segno sulle luminarie con lattine. Alle sei di ieri, ha aperto i cancelli la sede in via Stazzi di Acsm Ambiente. Fuori c’erano carabinieri e polizia ad aspettare gli uomini della nettezza urbana: il primo ad essere avvertito che c’era urgenza di intervento in città murata è stato il direttore, Alvaro Rose che ha organizzato le squadre: due idropulitrici che dovevano lavorare su altre zone sono state mandate in centro e si sono messe subito all’opera per recuperare la terra delle fioriere e poi i rifiuti sparpagliati, radunati con le ramazze. «Una situazione difficile - dice il presidente di Acsm Ambiente, Bruno Villa - per ripulire la città imbrattata, i miei uomini hanno lavorato quattro ore, fino alle dieci, ieri mattina, lavoro straordinario. O meglio, è stato raddoppiato per intensità: in un giorno di festa e di shopping, non c’era tempo da perdere». Villa è naturalmente orgoglioso dei suoi uomini e del suo direttore che non ha indugiato a provvedere: «Mi spiace solo per le forze dell’ordine che li hanno aspettati a lungo. Ma l’orario è alle sei, non potevamo saperlo prima, ci siamo messi immediatamente all’opera». I costi non possono essere quantificati, finora, né i sospetti confermati: l’ipotesi è che i responsabili siano venuti da fuori, per fare un blitz a Como, verosimilmente al culmine della notte, quando hanno finito il giro dei locali in città e hanno deciso di tornare a casa o di continuare da altre parti. Resta da chiarire perchè qualcuno aveva vestiti da Carnevale. Anzi, travestimenti, pantaloni e maglie strane, ma forse doveva essere un gioco, appunto. È degenerato. «Questa scorribanda - dice il presidente Villa - non è la prima. È solo molto più consistente delle altre. Da sempre, noi raccomandiamo ai gestori dei bar di ritirare gli espositori con le riviste: sappiamo che vengono prese a calci. Da sempre, raccomandiamo di non depositare i sacchi neri la sera, fuori dalle abitazioni e dai negozi. Fino al mattino dopo, non possono essere ritirati. C’è sempre qualche maleducato in giro, qualcuno che perde il senno». Alla sera, un mezzo di Acsm Ambiente, con l’operatore, gira a raccogliere carta e cartoni dei negozi e al cittadino è richiesto un sacrificio in più: scendere al mattino a portar fuori i sacchi. Fuori, di notte, rappresentano anche un problema estetico. Ma, prima di tutto, non ci si può fidare. «Di notte, ne succedono tante, di cose - aggiunge Villa - bisognerebbe prevederle. Mi rendo conto che al cittadino chiediamo un’attenzione in più. Ma che cosa possiamo fare, d’altro?». Non rimane che la ramazza.
Maria Castelli

IL TRENTINO

di Nicola Filippi
«Sulle piste gente che vuole solo bere»

Il sindaco Delladio: chiudere in contemporanea impianti e rifugi Sostegno alla lettera dell’assessore Andreolli ma anche la richiesta di interventi concreti contro «una moda dilagante fra i giovani»
TESERO. Tanta amarezza, ma altrettanta convinzione per tenere la “guardia alta” su un problema molto serio, che sta ormai coinvolgendo l’arco alpino. Quello degli “ubriachi sugli sci” è un problema complesso, che deve essere affrontato da tutti, dalle autorità, dai gestori degli impianti e dei rifugi: così il sindaco di Tesero, Gianni Delladio, pensa di frenare «questa dilagante moda degli happy hour sugli sci».
Il sindaco di Tesero, Gianni Delladio, presidente anche del Comprensorio C1 della valle di Fiemme, accoglie l’invito del Trentino di intervenire dopo la lettera dell’assessore provinciale alla sanità, Remo Andreolli, indirizzata a commercianti, forze dell’ordine e a 223 sindaci nella quale lancia l’allarme sul rischio di incidenti causati dal consumo di alcol dentro e fuori dalle piste da sci. Quella del sindaco di Tesero, prima ancora come padre, non è una crociata «contro i gestori dei rifugi in montagna - precisa subito - ma bisogna trovare al più presto una soluzione per frenare questa maledetta moda, dilagante fra i giovani, e non mi sembra solo dell’Est, di riempirsi di superalcolici fino a non reggersi più in piedi». Delladio appoggia la lettera dell’assessore Andreolli, «ma adesso occorre passare ai fatti, individuare elementi concreti, altrimenti non serve a nulla». A rischio, tutti gli investimenti fatti per migliorare gli alberghi, gli impianti di risalita, le piste, l’immagine.
Il sindaco Delladio sostiene che «la questione è assai più grave di quello che appare». E risponde al presidente dei maestri di sci del Trentino, Maurizio Bonelli, che aveva spiegato che l’abitudine a «bere una birra in più» è costume dei turisti del nord e dell’Est europeo e i chioschi di distribuzione delle bevande alcoliche e non «sono tra i fiori all’occhiello dell’offerta turistica». «Il problema delle “voliere” che il presidente Bonelli tende a minimizzare non è per una birra in più, ma è diventato un fenomeno che attira pullman di giovani non sciatori - spiega - che salgono al rifugio con lo scopo di andare “a fare festa” e poi scendono in condizioni pietose, spesso “scaricati” dai mezzi di proprietà dei gestori dei rifugi». Il caso che il sindaco fiemmese segnala è in provincia di Bolzano, «ma le conseguenze - continua Delladio - compreso l’inquinamento acustico, si riversano tutte sulla nostra provincia».
Dellaio illustra una possibile soluzione: «Contro questa moda degli Après ski sui rifugi alpini, che si stanno trasformando in autentiche discoteche d’alta quota, occorre imporre che appena si fermano gli impianti di risalita anche loro devono chiudere», conclude.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da TARGATOCN)

Albese: controlli serrati dei Carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di Alba hanno eseguito negli ultimi due giorni una serie di controlli su strada mirati al contrasto della guida in stato di ebbrezza derivante dall’abuso di sostanze alcoliche, fenomeno che è tra le principali cause del verificarsi di incidenti stradali.

Il bilancio dell’operazione, conclusasi nelle prime ore di questa mattina, è di 5 automobilisti denunciati alla Procura della Repubblica di Alba per il reato di guida in stato di ebbrezza e, contestualmente, segnalati alla Prefettura di Cuneo per la sospensione della validità della loro patente di guida.

Per quattro automobilisti su cinque indagati la percentuale di alcool nel sangue è risultata essere superiore all’1,00 %, soglia oltre la quale lo stato di euforia viene sostituito da uno stato di confusione mentale e di totale perdita della lucidità con conseguente sonnolenza molto intensa, con tutti i rischi che ne derivano.

Particolarmente grave il caso di un pensionato 58enne originario delle Langhe sorpreso ubriaco alla guida della propria vettura per la settima volta nell’arco degli ultimi cinque anni ed addirittura, sottoposto alla prova dell’ETILOMETRO, risultato con un tasso alcolemico nel sangue di ben 2,92% (quasi sei volte superiore al limite di legge fissato in 0,5 %). Per lui, alla luce delle recenti e più incisive modifiche normative, questa volta è scattato l’immediato e probabilmente definitivo ritiro della patente di guida ed il sequestro amministrativo del veicolo. L’uomo peraltro, oltre a non essere affatto nuovo a reati analoghi, ha anche numerosi precedenti penali per furto di superalcolici e più volte denunciato dai militari. Tre anni addietro si era reso protagonista di un investimento ai danni di un pedone che non ha ancora riacquistato la piena funzionalità delle gambe ed anche in quel caso venne accertata l’ubriachezza del conducente.


ADNKRONOS

INCIDENTI: UBRIACO INVESTE E UCCIDE UNA PERUVIANA A TORINO, ARRESTATO
Torino, 9 dic. - (Adnkronos) - Si e’ messo al volante con un tasso alcolico di sei volte superiore al limite consentito e ha investito una donna uccidendola. E’ accaduto nella tarda serata di ieri a Torino, dove i carabinieri hanno arrestato con ’accusa di omicidio colposo, un rumeno. La vittima e’ una peruviana che e’ stata travolta dal furgone guidato dall’ubriaco mentre era alla fermata dell’autobus.


LA STAMPA

In via Botticelli Tragedia poco dopo mezzanotte
Ubriaco al volente uccide una donna sul marciapiede
La vittima aveva 37 anni. l’investitore: perso il controllo

Giuseppe Legato

Era ubriaco. Forse per questo no si è accorto di quella donna che stazionava sul marciapiede di via Botticelli all’angolo con via Basse di Stura. Lui, un ragazzo di 34 anni, stava viaggiando sulla sua Alfa Romeo GT in via Botticelli, in direzione piazza Derna. Era passata da poco la mezzanotte. Ha perso il controllo dll’auto ed è andato a finire contro il marciapiede. La ragazza, che secondo la ricostruzione di alcuni testimoni, potrebbe anche essere una prostituta, è stata travolta.non ha fatto in tempo a spostarsi. L’urto è stato violentissimo: il suo corpo è stato sbalzato a una ventina di metri di distanza. Per Carmen Maceac, romena di 37 anni, non c’è stato niente da fare.
I soccorsi del 118 sono arrivati subito: medici e infermieri hanno provato a rianimarla, ma senza successo. Poco dopo l’una Carmen è morta a seguito dei traumi interni causati dall’incidente. Un destino atroce. Il guidatore è sceso dalla macchina: giaccone scuro, capelli lunghi e sguardo impietrito ha provato a spiegarsi con i presenti. I testimoni hanno riferito che era visibilmente choccato. Diceva: “non so cosa mi è successo. La macchina mi è scappata, ho perso il controllo. Non so come sia stato possibile”.
Come sia stato possibile lo hanno capito gli agenti della polizia municipale qualche minuto dopo: l’autista era ubriaco. La conferma è arrivata dai risultati della prova etilometrica a cui l’hanno sottoposto immediatamente. Il ragazzo a quel punto ha avuto un malore. È stato accompagnato all’ospedale San Giovanni Bosco. La squadra infortunistica dei vigili urbani lo ha denunciato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.
Della ragazza si sa ben poco. Dagli accertamenti svolti dai civich risulta residente in via san Pio VII, nel cuore di Mirafiori, ma al civico indicato non compare il suo cognome neanche tra i campanelli. Per ora, la polizia non ha potuto avvertire nessuno della sia morte. La ragazza non risulta avere alcun parente a Torino.

IL SECOLO XIX

Quattro auto contro la cisterna, sei feriti

Poco dopo le 24 di questa notte, incidente all’interno della galleria Diano Castello, tra San Bartolomeo al Mare e Imperia, sull’autostrada A10.
Quattro auto e una cisterna sono entrate in collisione tra loro per cause ancora al vaglio della Polizia Stradale del capoluogo; sei, in totale, le persone rimaste ferite, ma in modo non grave.
Gli agenti, comunque, hanno ritirato la patente a un uomo di 42 anni, originario di Imperia, che guidava in stato di ebbrezza. Non è ancora chiaro se l’uomo - che aveva nel sangue un tasso alcolico pari a 1,42 g/litro, contro lo 0,5 consentito - possa essere ritenuto responsabile dell’accaduto.

IL TIRRENO

Fuori strada con alcol e coca nel sangue

L’incidente all’alba sulla Geodetica, gravi i due trentenni a bordo dell’auto La macchina si è ribaltata abbattendo un muro e finendo in un giardino. I pompieri hanno lavorato due ore per liberare i feriti

PIOMBINO. Una serata fuori controllo, finita a tarda notte fuori strada dopo una leggera curva a destra con la macchina che sbanda da una parte all’altra della carreggiata lungo la Geodetica in direzione Piombino all’altezza di Montegemoli. Nella sua corsa la Fiat Punto con a bordo due persone travolge un cartello stradale, si ribalta una volta, due, prima di uscire di strada all’altezza del distributore di benzina, sbatte contro il cancello di una casa distruggendo anche il muro di cinta prima di entrare in giardino e fermarsi. I pompieri hanno dovuto lavorare quasi due ore, fino alle 6,30 di ieri mattina per estrarre dalla Punto i corpi malconci di A.Y., 30enne marocchino e della sua connazionale S.L., di due anni più giovane. Entrambi sono ricoverati in gravi condizioni a Villamarina. Sull’uomo che era al volante l’esame tossicologico ha dato esito positivo.

Secondo i risultati degli esami compiuti ieri mattina in ospedale, il 30enne quando era al volante dell’auto avrebbe avuto un tasso alcolemico quattro volte superiore rispetto a quello consentito. Inoltre nel sangue sarebbero state rilevate tracce di oppiacei e cocaina. Un mix che avrebbe alterato e di molto riflessi e percezioni dell’uomo che complice anche la velocità ha perso il controllo della Punto sull’asfalto dove aveva iniziato a piovere da poco.

Secondo la nuova normativa adesso il conducente rischia fino a 6mila euro di multa e l’arresto fino a sei mesi oltre alla sospensione della patente fino a un anno per la guida in stato di ebbrezza. Inoltre per essersi messo al volante dopo aver assunto sostanze stupefacenti c’è un’ammenda fino a 4mila euro e l’arresto fino a sei mesi.

«Abbiamo sentito solo un colpo, un tonfo nella notte», hanno raccontato i padroni della villetta che hanno fatto denuncia ai carabinieri per i danni subìti al muro di cinta e ai cancelli. «Eravamo a letto e non siamo usciti dalla camera, a certi rumori con l’acciaieria vicino siamo abituati», hanno raccontato ai loro familiari che ieri mattina hanno trovato il cancello divelto.

Sul bordo della strada è rimasto un seggiolino per bambini e un ombrello rosa oltre a scarpe, alcuni abiti e un paio di cd musicali che erano nell’abitacolo.

Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri i due stavano tornando a Piombino dopo una serata in compagnia. Alle 4,30 il marocchino alla guida ha perso il controllo dell’auto innescando la carambola. Al suo fianco la donna avrà pensato di essere in un incubo: nell’agosto del 2006 era in compagnia del marito che perse la vita in un incidente stradale simile a quello dell’altro notte.

Quando all’alba di ieri sono arrivati i soccorsi allertati da un automobilista che ha assistito all’incidente i due erano incastrati nell’auto.

I pompieri hanno dovuto lavorare due ore con l’estrattore per liberare prima l’uomo e poi la donna dalle lamiere.

All’ospedale di Villamarina all’uomo è stato diagnosticato un forte trauma cranico e la rottura di un braccio, mentre la donna ha riportato diverse ferite, anche gravi, lungo tutto il corpo. I due sono ancora sotto osservazione ma non sarebbero in pericolo di vita.

Federico Lazzotti


IL GAZZETTINO (Rovigo)

Esce di strada con l’auto Grave, è in Rianimazione

Adria

Grave incidente ieri mattina, poco prima delle 11, sulla regionale 516 tra Adria e Cavarzere, in località Passetto. Un romeno di 34 anni, A.M., alla guida di una Golf proveniente da Cavarzere in direzione Adria è uscito di strada ed è finito nel campo sottostante.

L’auto è sbandata probabilmente anche a causa del fondo stradale scivoloso a causa della pioggia battente: ha girato come una trottola ed è andata a sbattere con la parte laterale, contro un platano. Poi è precipitata lungo la scarpata e nel campo. Il romeno è rimasto incastrato. Avvertiti da alcuni passanti sono arrivati i mezzi dei Vigili del fuoco di Adria e Cavarzere e i Carabinieri di Cavarzere. Per estrarrlo dall’auto i pompieri hanno dovuto tagliare i cardini della portiera. Con l’ambulanza del Suem, A.M. è stato trasportato al Pronto soccorso di Adria dove i sanitari gli hanno riscontrato un livello di alcol nel sangue superiore ai 2 grammi per litro. Il romeno è stato ricoverato in rianimazione con prognosi riservata.

Intorno alle 18 si è verificato uno spettacolare tamponamento lungo la Statale 16 a Bosaro: una vettura è rimasta in bilico sul ponte del Canalbianco e sono intervenuti Vigili del fuoco di Rovigo e Polstrada di Adria. Non ci sono stati feriti.

Cristina Fortunati


LA NAZIONE

CRONACA LIVORNO
Era al volante ha creato il caos a Salviano Fa una sceneggiata per sfuggire agli agenti

Ubriaco molesto inseguito e ammanettato

UNA PATTUGLIA delle volanti lo ha intercettato intorno alle 18,50 di venerdì in viale Alfieri, all’altezza dell’ospedale. La sua macchina viaggiava a strattoni, zigzagando pericolosamente tra le altre auto e i pedoni del traffico cittadino prefestivo. Gli agenti hanno continuato a seguirlo fino a via di Salviano, dove gli hanno intimato l’alt. Ma il conducente, T. M., 44 anni, livornese, evidentemente alticcio, non voleva saperne di sottoporsi al controllo della polizia e ha iniziato a dare in escandescenze, ribellandosi agli agenti che prima ha aggredito a calci e pugni, poi ha tentato di impietosire gettandosi per terra rischiando, tra l’altro, di finire schiacciato sotto qualche auto.
Non contento, ha anche cercato rifugio dentro al circolo Arci, creando anche lì un bel po’ di confusione e scatenando il fuggi fuggi degli avventori ai quali, l’ubriaco, si aggrappava per non finire in mano ai poliziotti i quali hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per ridurlo all’immobilità.
Bloccato lo hanno fatto salire sulla “pantera” per portarlo in centrale. Lui non si è dato per vinto, anche con le manette ai polsi ha tentato di sfondare il divisorio della macchina di servizio, per aprirsi una via di fuga. Alla fine però, ha dovuto smaltire i fumi dell’alcol in centrale.
E’ stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale.
p.z.


IL MATTINO

Ubriaco, minaccia i passanti

Ubriaco si è piazzato in mezzo alla strada cercando di fermare i veicoli in transito dopo aver molestato delle giovani donne nei pressi del parcheggio. Un uomo di 46 anni A.P. bloccato ieri dai vigili urbani, diretti dal comandante Filippo Meluso, in piazza S.Francesco su richiesta di numerosi automobilisti. È stato denunciato per ubriachezza molestia e pagherà una sanzione. Con una bottiglia in mano si era piazzato in strada sputando anche contro le vetture.


L’ARENA

DELITTO ALLO SCALO MERCI.
È un marocchino di 32anni, senza fissa dimora. Fino al 2004 aveva un permesso di soggiorno. Attualmente era un irregolare
Ha un nome l’uomo ammazzato sui binari

La polizia stringe il cerchio attorno a un connazionale che sarebbe in città da pochissimo tempo

Alessandra Vaccari
Trentuno anni, una vita da sbandato e l’amico, si fa per dire, sbagliato, che una sera più ubriaco del solito gli ha fracassato la testa con una spranga e l’ha portato al capolinea di quel «non viaggio» sul vagone in disuso della ferrovia che era diventato la sua casa.
Si chiamava Mohamed Bellaldhim, veniva dal Marocco, il mese prossimo avrebbe compiuto 32 anni. Non aveva una fissa dimora. O meglio ce l’aveva, ma di quelle improvvisate. Il vagone su cui è stato poi ammazzato la notte tra giovedì e venerdì, verso le quattro, probabilmente al termine di una litigata.
Bellalhdim aveva precedenti penali per furto, per violazione della legge sull’immigrazione. Passava da un posto all’altro della città da circa tre anni. A quell’epoca risalgono i suoi primi controlli. Fino al 2004 aveva un permesso di soggiorno che non aveva più rinnovato. L’altra notte chissà, la vittima era già nel suo vagone a smaltire una sbornia che avrebbe dovuto farle dimenticare il freddo, renderlo meno pungente. O forse la sbornia l’avevano presa insieme, lui e il suo assassino. E poi si sa, quando l’alcol fa cadere ogni freno inibitore, quando tutto diventa elettrico, l’«amico» sbagliato, che forse voleva il vagone tutto per sè, mentre Mohamed non ci pensava porprio a lasciarglielo, ha preso una spranga Innocenzi, di alluminio e gliel’ha piegata sulla testa. Che s’è rotta. Poi l’immigrato è scappato via. Forse era lui, o uno sconosciuto qualsiasi che ha allertato il 118 dicendo che c’era qualcuno, allo scalo merci che aveva bisogno di aiuto. Sta di fatto che al posto indicato, c’era Mohamed, la vita che scappava via negli ultimi rantoli. E per lui non c’è stato che buio. Sarà l’autopsia a chiarire la causa della morte, ma pare abbastanza evidente che a ucciderlo è stato il colpo in testa.
I poliziotti della squadra scientifica della mobile hanno repertato tutto quello che hanno trovato sul posto. La spranga, con le impronte, alcune bottiglie di superalcolici abbandonate sul vagone, degli abiti. Hanno ascoltato altri sbandati chiedendo loro chi frequentasse Mohamed. E un nome, un nome di battesimo, che non si sa per ora se sia quello reale, è emerso. Anche perchè il tizio indicato come amico della vittima, arrivato da poco a Verona, ieri in giro non si sarebbe fatto vedere. Si tratterebbe di un connazionale, che da poco è stato visto a Verona, che arrivava da un’altra città del nord. Non è facile fare i ricercati neanche quando si è della stessa nazionalità e si hanno denari da investire. Figuriamoci da sbandati. «Il quadro probatorio è stato ricostruito», ha detto Luigi Merolla, questore di Verona, che ieri mattina nonostante la giornata festiva era al lavoro, «non sarà facile rintracciare una persona senza fissa dimora, per niente stanziale».
Un caso simile venne risolto dai carabineri nel gennaio 2002. Ilah El Ram Abdell «abitava» all’ex Quaker chemical, fabbrica in disuso in lungadige Attiraglio. Una notte Mohamed Bouzza, forse troppo ubriaco prese una spranga e fracassò il cranio dell’amico, che si stava cuocendo del brodo per riscaldarsi. Era la notte tra venerdì e sabato, anche quella volta.
Il colpevole venne fermato qualche ora dopo, si proclamò inutilmente innocente. Non venne creduto. Il processo era fortemente indiziario. In Appello, Bouza, ottenne la riduzione della pena di un anno. Deve scontare 21 anni di reclusione in tutto.


IL TIRRENO

Fidanzata lo lascia, lui beve e picchia carabinieri e poliziotti 

Il quarantenne era entrato nel bar che lo aveva cacciato con una spranga di ferro 

MASSA. Ha iniziato a bere da qualche settimana Giorgio (nome di fantasia). A fargli venire la voglia di alzare il gomito è stata la fidanzata, anzi ex fidanzata. La donna ha lasciato il quarantenne perché il loro rapporto non era più quello di una volta e lei aveva deciso di rifarsi una vita lontano da quello che qualche anno fa considerava l’uomo della sua vita.

Giorgio, appena rimasto single, ha iniziato a bere superalcolici. Forse per dimenticare, forse per non pensare. L’altra sera aveva bevuto più del solito - in un locale vicino al mercato gestito da un suo caro amico - ed è diventato subito molesto. Prima ha iniziato a inveire contro il mondo, poi quando è stato invitato a uscire dal locale perché stava per chiudere ha fatto il diavolo a quattro: «Non esco, io resto qui quanto mi pare». Il barista, non senza fatica, lo ha trascinato all’aperto dopo un diverbio piuttosto concitato. Giorgio invece di tornare a casa è andato a prendere una spranga di ferro ed è tornato nel bar. Per fortuna il titolare del locale aveva chiamato carabinieri e polizia: quattro uomini contro uno. Lui però aveva la spranga di ferro e ne ha mandato tre tutori dell’ordine all’ospedale (prognosi dai tre ai sette giorni). A tradire Giorgio il pavimento bagnato (era appena stato pulito prima della chiusura). Il quarantenne è scivolato ed è stato immobilizzato da agenti e militari. È stato portato all’ospedale per un tso: gli hanno trovato il tasso alcolico quattro volte quello consentito e lo hanno denunciato.


BRESCIA OGGI

VIA VALSAVIORE
Era ubriaco dentro un bar

Viado brasiliano spezza il polso ad un poliziotto
L’agente della Volante ne avrà per un mese
L’aggressore già arrestato e espulso

Un viado brasiliano, dopo aver infastidito gli avventori di un bar, ha aggredito il poliziotto che lo accompagnava in questura spezzandogli un polso.
Il sudamericano, clandestino e più volte denunciato e arrestato ma mai rimpatriato in Brasile, si trova in carcere, mentre l’agente, in forza alla squadra Volante è dovuto ricorrere alle cure dei medici che hanno ingessato l’arto.
L’EPISODIO è accaduto alle 19.30 in città. Al «113» è giunta richiesta di intervento dal gestore di un bar di via Valsaviore. Un viado dava fastidio agli avventori e non voleva andarsene, nè calmarsi.
L’equipaggio di una Volante che si trovava già in zona, ha raggiunto il bar. Il titolare, un pakistano di 33 anni che abita a Rezzato, ha riferito agli agenti che un transessuale di nazionalità straniera da alcuni minuti dava fastidio, anche con frasi pesanti e ammiccamenti, ai clienti del bar, creando non poco disagio. Il brasiliano, in senso di sfida, dopo essere stato invitato ad uscire dal locale, aveva urinato sul pavimento di fronte al bancone. Il viado era in evidente stato di ebbrezza alcolica. Ubriaco.
I due poliziotti gli hanno chiesto i documenti, che non ha consegnato rifiutando il controllo. E’ stato così invitato a recarsi in questura per l’identificazione attraverso le impronte digitali. Il brasiliano ha reagito con violenza mostrando nervosismo.
A FATICA i due poliziotti sono riusciti a farlo salire sulla volante, ma durante il tragitto verso la Questura il brasiliano ha colpito con calci e pugni la protezione in plexiglass che separa il settore dei fermati da quello degli agenti, spaccando le maniglie posteriori dell’auto e il rivestimento interno.
In questura il viado ha opposto resistenza agli agenti colpendo con calci e spinte il giovane poliziotto che alla fine ha riportato la frattura del polso destro: prognosi di 30 giorni.
Il viado è stato alla fine identificato e arrestato: A.S.D., 30 anni, senza permesso di soggiorno, con diversi precedenti è accusato di violenza e resistenza, nonché di lesioni a pubblico ufficiale.
Dovrà nuovamente rispondere di violazione alle leggi sull’immigrazione.
F.MO.


AGR

Firenze: dopo festa si sveglia chiuso in baracca, derubato

FIRENZE, 08 Dicembre 2007 - Dopo aver partecipato ad una festa di compleanno in una villa, a Firenze, si è svegliato dentro una baracca chiusa dall’esterno, senza scarpe, giubbotto e cellulare. E’ quanto ha raccontato ai genitori un fiorentino di 18 anni, che sostiene di non ricordare cosa gli sia successo da una certa ora della notte in poi e che non esclude di essere stato narcotizzato. Il ragazzo, che era in stato confusionale, ha detto di aver bevuto ma di non essersi drogato. Stamani è uscito dalla baracca rompendo il vetro di una finestra. La madre ha denunciato il fatto alla polizia.


IL TRENTINO

Grigno, barista nei guai serviva alcol ad ubriaco

GRIGNO. Ha dato da bere ad un cliente del bar nonostante fosse evidente il suo stato di ubriachezza. Con questa accusa i carabinieri di Grigno hanno denunciato un barista del paese. In base alla ricostruzione dell’episodio, nei giorni scorsi in un bar del paese si è presentato al bancone un uomo che, a quanto pare, mostrava in maniera chiara i segni dei tanti bicchieri di alcol che aveva bevuto fino a quel momento. Non contento aveva chiesto di averne ancora un altro e il barista l’ha accontentato. La legge, però, prevede l’obbligo per chi serve in un bar di rifiutare l’alcol a chi ne ha già bevuto troppo, a chi, insomma, si presenta in evidente stato di alterazione alcolica. Da qua la denuncia.


IL TRENTINO

Per la difesa non aveva bevuto, ma solo mangiato un dolcetto al liquore
«Sobrio, ma tradito da un cioccolatino»

Patente restituita all’autista di linea trovato positivo all’etilometro

LUCA MARSILLI
Lunedì, 10 Dicembre 2007
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