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Rassegna stampa 25/08/2004

Rassegna stampa del 25 Agosto 2004


Rassegna stampa del 25 Agosto 2004

Da "Corriere della Sera" del 25 agosto 2004
Schiantandosi ha provocato la morte di un cinese e il ferimento di un agente della Polstrada
Ubriaco sull’Autolaghi, arrestato
L’accusa: omicidio colposo, lesioni e guida in stato d’ebbrezza. Rischia 12 anni

Arianna Ravelli

BUSTO ARSIZIO (Varese)
Un uomo in carcere con l’accusa di omicidio colposo, lesioni e guida in stato di ebbrezza. Un membro di un’associazione culturale cinese ucciso dall’auto impazzita mentre, sulla corsia d’emergenza, mostrava i documenti alla polizia che l’aveva fermato per un controllo. Un agente di 34 anni, Domenico Romani, ricoverato in rianimazione con serie fratture in tutto il corpo e il volto tumefatto. Il suo collega in stato di choc. Questo è il bilancio dell’incidente avvenuto l’altra sera sull’Autolaghi, all’altezza di Castellanza.
Un incidente assurdo causato dall’alcol: l’uomo che l’ha provocato, Danilo Fagioli, 42 anni, di Gallarate, già noto alla polizia per una serie di infrazioni al codice della strada, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi, aveva nel sangue un tasso alcolico di 2,32 (il limite è 0,50) ancora un’ora e mezza dopo lo scontro. Questo significa che al momento dell’incidente le sue condizioni dovevano essere ancora peggiori: "Quando è stato soccorso era completamente incosciente - spiega il vicecomandante della Polstrada di Busto, Calogero Gambino, rimasto peraltro vittima anni fa di un incidente analogo mentre prestava soccorso a un automobilista -. Ha persino sostenuto di essere stato lui l’investito". Fagioli ora si trova nel carcere di Busto Arsizio: rischia una condanna fino a 12 anni.
Erano circa le 20 quando una pattuglia della Polstrada di Busto ha fermato l’auto di Fu Pin Jong, 47 anni, cinese, membro di un’associazione culturale, che - secondo la polizia - guidava parlando al telefono cellulare. L’automobilista cinese proveniva da Malpensa e viaggiava in direzione Milano, seguito da due auto di connazionali. Quando il poliziotto l’ha invitato ad accostare, è sceso dall’auto per mostrare i documenti. Subito dopo sono arrivate le altre vetture della delegazione. D’improvviso, la Fiesta di Fagioli che viaggiava sulla corsia di sorpasso ha iniziato a zigzagare e si è schiantata contro il guardrail. Di rimbalzo ha travolto Fu Ping Jong, che è morto sul colpo, e Romani, ora in ospedale: è fuori pericolo, ma la prognosi resta riservata.

Da "Il Secolo XIX" del 25 agosto 2004
Etilometro contro le stragi
INCHIESTA
Polizia e carabinieri spiegano perché sono stati intensificati i controlli
Aumentano i casi di ubriachi sorpresi al volante
Natalino Famà


Imperia
Sempre più pericoli derivano dalla guida in stato di ebbrezza: l’attenzione è salita al massimo livello a Imperia e in tutta la provincia.
Tre persone, tra cui una ragazza di 25 anni e un uomo di 50, quest’ultimo protagonista di un incidente stradale certamente provocato dallo stato confusionale in cui si trovava per l’alcol ingerito, tutte risultate con tasso alcolimetrico ben oltre la norma, sono state individuate dai carabinieri del nucleo radiomobile.
Immediata la segnalazione alla magistratura che, nel corso dell’anno, ha avviato un centinaio di procedimenti per guida in stato di ebbrezza, alcolica e da stupefacenti. Le tre persone fermate nei giorni scorsi si aggiungono ad altre cinque già individuate nel corso della settimana: sette giorni di severi controlli da parte dell’Arma nel periodo ferragostano.
Intensa e continua anche l’azione della polizia stradale che in media denuncia una persona al giorno, sospendendo il permesso di guida e decurtando anche i dieci punti previsti.
Di queste, una su quattro, risulta aver ingerito dosi di alcool tre volte superiori alla soglia massima. Sono infatti decine le patenti consegnate alla prefettura per sottoporre i possessori alla revisione.
"I nostri controlli sono stati intensificati in occasione del fine settimana e nelle località maggiormente frequentate dai giovani - confermano al comando provinciale dei carabinieri - Pur facendo parte delle normali attività legate alla prevenzione - consuetudine in questo periodo dell’anno - il fenomeno si tiene sotto particolare attenzione. All’uscita dei locali notturni di borgo Prino, in particolare, sono emersi parecchi casi: un uomo è rimasto coinvolto in un incidente stradale, un altro è andato a urtare col motorino contro alcune auto parcheggiate".
"Proseguiremo in questa attività - dicono ancora - Il servizio permette di rendere più sicura la circolazione nei giorni in cui dovrebbe essere lo svago l’unico comune ingrediente delle serate".
"Non si può parlare di escalation del fenomeno, bensì di intensificazione ulteriore dei nostri controlli - afferma il comandante provinciale della polizia stradale, Andrea Frumento - Ciò nonostante non abbiamo verificato uno specifico aumento nella casistica. Credo che una spiegazione di ciò si possa trovare nel maggior senso di responsabilità di taluni giovani, i quali, così come da anni accade nei paesi del Nord Europa, all’uscita dai locali notturni, non si mettono ciecamente alla guida: uno degli occupanti si mantiene sobrio per evitare ogni rischio".
E aggiunge: "Tutte le pattuglie in servizio notturno escono con a bordo l’etilometro. Il rilevatore di tasso alcolimetroco viene utilizzato con grande frequenza. Ogni dieci persone sottoposte a controllo, una risulta aver ingerito alcol in quantità superiore. Le nostre squadre eseguono con cadenza pressochè settimanale i servizi esclusivamente rivolti ad accertare il fenomeno, diffuso nelle fasce di automobilisti al di sotto dei 40 anni d’età".

Da "Il Secolo XIX" del 25 agosto 2004
Materiale edile smaltito nel cassonetto
Multato (3 mila euro) un autotrasportatore
Operazione congiunta di Polstrada e Corpo forestale dello Stato sui carichi di rifiuti. Controllati trenta mezzi
Giuliano Gnecco

Chiavari
Un verbale da 3.100 euro, elevato ad un autotrasportatore che cercava di smaltire in alcuni cassonetti materiale proveniente dalla demolizione di un tetto. E poi una quindicina di sanzioni amministrative relative a gomme lisce e revisioni mancate. È il bilancio di un’operazione congiunta effettuata ieri dalla polizia stradale di Chiavari insieme agli uomini della stazione della Guardia Forestale di Lavagna, presenti gli stessi Ruggero Ferri, ispettore capo della Polstrada chiavarese, e Luca Canale, ispettore comandante della Forestale lavagnese.
L’operazione è stata condotta perché in questo periodo le discariche autorizzate sono chiuse per ferie, e si temeva che qualcuno cercasse di smaltire il materiale in altro modo. Sono stati controllati una trentina di veicoli, ma uno solo è stato scoperto a smaltire pezzi di ondulato proveniente dalla demolizione di un tetto. Alla guida un uomo di 55 anni, residente in via Parma a Chiavari. È stato verificato che il materiale da smaltire non contenesse amianto o fibra di cemento.
Sono intervenute due pattuglie della Polstrada e altrettante della Forestale. Il servizio è stato effettuato nelle valli Sturla e Graveglia, in particolare in un paio di località: Santa Maria di Sturla e Graveglia di Carasco. L’operazione sarà ripetuta nelle prossime settimane, in occasione della riapertura delle discariche.
L’intervento congiunto fra Poltrada e Forestale consente controlli di qualità elevata, viste le preparazioni specifiche differenti: gli agenti della polizia stradale sono specializzati nelle verifiche sui mezzi di trasporto, quelli della Forestale sul carico. Con la riapertura delle fabbriche, poi, saranno effettuati controlli anche sul trasporto degli animali vivi, e nel periodo festivo anche sugli alberi di Natale. Si tratta di settori che necessitano verifiche perché presentano sacche di abusivismo importanti: il grande trasporto, che viaggia in autostrada, è generalmente autorizzato. Mentre fra i piccoli vettori, a livello locale, talvolta inizia l’abusivismo.

Da "Il Messaggero" del 25 agosto 2004
Lunardi: "Esami di guida più difficili"
E l’Asaps: niente patente per 5 anni ai recidivi per alcol


ROMA
Ancora sangue sulle strade. Ancora droga, sonno e "altre diavolerie" a spezzare una giovane vita. Il ministro delle Infrastrutture Lunardi punta il dito: "Con questo tipo di incidenti non c’è patente a punti che tenga, non c’è governo che tenga. Ci sono incidenti che non si potranno mai combattere con nessuna arma". Ma qualcosa andrà tentato, assicura il ministro, annunciando un esame per la patente più duro: "Stiamo lavorando a una revisione dell’esame. Ho già dato indicazioni ai miei per procedure molto più rigide". Anche nell’esame di pratica, "verranno introdotte prove di guida in condizioni atmosferiche difficili, con pioggia, ghiaccio".
Per quanto riguarda il patentino per le due ruote, "gli esami stanno continuando - ha aggiunto il ministro - in questo periodo presso le autoscuole a pagamento e poi nelle scuole quando riapriranno a settembre".
E’ indignato il ministro nel vedere tanti giovani "che vendono alla morte i loro progetti futuri". "Se la gente guida dopo aver assunto droga, o i giovani guidano di notte avendo sonno o avendo assunto chissà quali diavolerie, purtroppo non c’è niente da fare".
E contro l’alcol assunto prima di guidare si muove anche l’Asaps, l’associazione sostenitori amici della polizia stradale: ""Nei servizi effettuati dalla polizia stradale per l’operazione “rientro sicuro”, nei fine settimana dello scorso luglio, quasi il 25% dei controlli effettuati con il palloncino è risultato positivo al test dell’alcol". L’Asaps ribadisce quindi la "necessità di provvedimenti urgenti che portino a controlli sistematici e severi dell’alcol, dai quali derivi poi per i conducenti ebbri recidivi la revoca della patente di guida con divieto di ripetizione degli esami per almeno 5 anni e una seria verifica psico-sanitaria, oltre alla confisca del veicolo e ad una condanna esemplare con specifiche aggravanti".

Da "Il Giornale di Brescia" del 25 agosto 2004
Sono morti in motorino 25 minorenni in 4 anni
g. spi.

BRESCIA
Con la morte del 16enne Marco Antonini, avvenuta ieri a Piani di Mura, salgono a 25, dall’inizio del 2000, i minorenni morti in scooter. Nel 2004 erano già morti altri 4 giovani. Il 3 febbraio, a Caionvico, in città, Daniele Zanardelli, 17 anni, di Botticino, studente all’Itg Tartaglia a Brescia, con il suo scooter si è schiantato contro una Fiat Uno, ferma a lato della carreggiata. La sera del 26 maggio, in via Rimembranze a Rovato, nello schianto contro un’albero, dopo una sbandata, ha perso la vita la studentessa Veronica Ricca, 15 anni, di Rovato, che viaggiava come passeggera del motorino guidato da un amico, rimasto ferito in modo grave. Il 1° agosto a Concesio, nello schianto contro un’auto, hanno perso la vita Luca Quaresmini di 16 anni e Paolo Tetoldini di 15, entrambi residenti a Rodengo Saiano. Tre le vittime nel 2003. Il 30 giugno, in via Bonsignori, a Prevalle, Luca Goffi, 17 anni, di Prevalle, studente all’Itc di Salò, in sella al suo motorino, ha urtato un’auto Rover, che procedeva nella sua stessa direzione e che stava effettuando la svolta a sinistra per entrare in parcheggio. Il ragazzo aveva cessato di vivere dopo 5 giorni e i suo organi sono stati trapiantati a 5 pazienti. Ha donato gli organi anche Ivan Garosio, 16 anni, di Cologne, apprendista commesso, morto in ospedale, dopo essersi scontrato con il suo scooter contro un’Alfa Romeo, il 20 luglio in via Silvio Pellico a Cologne. La terza croce dell’anno il 22 dicembre, ad Esine, dove Luca Mondinini, 14 anni, di Piamborno di Piancogno, studente dell’Itis di Breno, che con il motorino, si è scontrato con un’auto Seat Ibiza. Cinque le vittime in scooter nel 2002. Il 12 gennaio, a Preseglie, un 16enne ha perso la vita nell’urto contro un palo della segnaletica stradale. Il 5 maggio, a Manerbio, un 14enne è deceduto nello scontro con un’auto. Il 10 giugno, a Calvisano, identitica sorte per un 14enne. E sempre nello scontro tra un motorino e un’auto, il 28 luglio a Padenghe, è spirato un 16enne. Il 4 ottobre, a Paderno Franciacorta, è morto un sedicenne, caduto dopo aver urtato un’auto. Ben 7 le vittime del 2001. Il 8 febbraio, ad Azzano Mella, nello scontro con un Tir è morto un 15enne. Il 21 febbraio, a Brescia, identica sorte per un 16enne. Il 10 giugno, a Ome, nello scontro tra due motorini, è spirato un 15enne. Il 30 giugno, a Padenghe ha perso la vita una 15enne. Il 13 ottobre, a Magasa, tragica fine per un 14enne coinvolto nello scontro con 2 moto. Il 15 novembre a Bedizzole, un 15enne è morto nello scontro con un’auto. Infine, il 23 novembre, a Nave, è spirato un 15enne. Cinque i morti del 2000.

Da "Il Giornale di Brescia" del 25 agosto 2004
Sempre numerosi i colpi piazzati nel Bresciano da ladri che mettono le mani su grossi carichi di alluminio, ottone e rame
Gang specializzate e rete di riciclaggio dietro i furti di metalli

Marco Bonar

Due colpi - uno sfumato - in tre giorni. Il filo conduttore? Sfrontatezza e determinazione, perché ne hanno veramente da vendere queste gang specializzate. Quei sodalizi che, attraverso una fitta ragnatela di complicità locali, arraffano grossi carichi, a suon di quintali, di alluminio, ottone e rame... metalli e leghe destinati ben presto a finire sul mercato clandestino, anzi spinti ad alimentare un giro di riciclaggio che vanta lunghi tentacoli e covi anche nella nostra provincia. Lunga la lista dei colpi studiati nei minimi particolari, piazzati nottetempo su e giù per il Bresciano, tanto in aziende quanto lungo le principali arterie stradali dove nel mirino finiscono ignari camionisti con i loro preziosi carichi. Insomma, i furti di prodotti ferrosi e non - in testa rimane pur sempre l’alluminio - sono ormai una realtà consolidata. E le cifre - grosse - parlano piuttosto chiaro, a fronte di una capillare e massiccia diffusione tra la nostra città e la provincia di aziende leader nella produzione e lavorazione dei metalli e delle principali leghe. Ottanta quintali di billette di alluminio - valore 140mila euro - sparite nel nulla da una ditta di estrusione di Roccafranca è solo l’ultimo di una lunga serie di furti messi a segno da bande che evidentemente vantano complicità ma soprattutto possono far riferimento su un celere sistema di riciclaggio. Facile pensare a furti su commissione, ad assalti mirati sapendo già dove, come e quando consegnare la merce che scotta. Difficile invece ipotizzare lunghi spostamenti, su tir, della refurtiva o ancor più lunghe attese in covi di stoccaggio - magari in capannoni insospettabili - prima di finire sul mercato "nero". In quest’ottica rientra pure il colpo sfumato - anzi i carabinieri sono riusciti ad arrestare i due malviventi, bresciani poco più che trentenni - di Flero. Là dove la gang si è presentata, settantadue ore fa, nel cortile di un’azienda di via don Maestrini, periferia artigianale flerese, "armata" di tir rubato una manciata di minuti prima a San Zeno Naviglio ed una ruspa arraffata in un cantiere a non più di mezzo chilometro dall’obiettivo. Nel mirino dei banditi una montagna di trafilati in ottone, accatastata nel piazzale recintato. Indagini sono state estese a 360 gradi perché occorre capire dove quell’ottone sarebbe finito. In quali mani? Lo stesso interrogativo che si sono posti gli investigatori della Squadra mobile quando hanno messo gli occhi, nell’aprile scorso, su sette nastri e tredici bancali di alluminio pizzicati all’interno di un capannone di Manerbio. Era il carico di un tir razziato nel Bolognese, durante il viaggio tra L’Aquila - dove il metallo era stato prelevato - e la Francia. E sempre un camion carico di rame rubato era il protagonista di una folle fuga in autostrada, alle porte di Brescia, nel giugno scorso. Quando la Polizia stradale di Verona era riuscita ad intercettare e bloccare, dopo un violento tamponamento, l’autotreno adibito al trasporto di materiale inerte e invece carico, anzi stracarico di bobine di rame. Era stato rubato nella notte a Fontanafredda, ad una manciata di chilometri da Pordenone. Che dire poi dei duecento quintali di alluminio ritrovati in un magazzino di Montichiari e di alcuni rotoli - in tutto 40 quintali - dello stesso metallo nascosti a Cunettone di Salò? Sono solo un segnale di un più vasto mercato di riciclaggio che vede il Bresciano - e gang "nostrane" - ricoprire un ruolo di spicco. Quasi a dire che nella nostra provincia vengono tanto piazzati numerosi colpi quanto stoccati e ricettate partite provenienti da mezzo Nord-Est.

Da "Corriere Adriatico" del 25 agosto 2004
Controlli anche dal cielo I tratti a maggior rischio di incidenti lungo l’A14
Accertate oltre 12.600 infrazioni, più di 18.000 i punti della patente in fumo in due mesi Il comandante D’Angelo “Più attenzione ai consigli per ridurre i pericoli”
Sulle rotte del controesodo con gli agenti della Polstrada
Gli angeli custodi degli automobilisti
ANDREA FRABONI


ANCONA
L’estate non è finita. Qualcuno deve ancora partire per le vacanze, pochi per la verità, mentre la stragrande maggioranza degli italiani è già rientrata o lo farà nei prossimi giorni a ridosso dell’ultimo weekend di agosto. Sono giorni di grande impegno per gli agenti del Compartimento della polizia stradale per le Marche diretto da Italo D’Angelo. Uomini e mezzi che presidiano i quasi 7.000 chilometri di strade regionali ma che proprio in questo periodo dell’anno hanno come priorità i 158 chilometri di autostrada (da San Benedetto a Pesaro) che attraversano la nostra regione, “anello” fondamentale di congiunzione tra Sud e Nord Italia. Oltre al Compartimento, quattro sezioni, 13 distaccamenti e due sottosezioni autostradali per 600 tra uomini e donne appartenenti ai vari servizi della polizia di Stato.
Un monitoraggio continuo, costante, pressante. Non solo da terra ma anche dal cielo. In diverse occasioni, ieri l’ultima, la Polstrada Marche ha utilizzato gli elicotteri - ma anche gli aerei - del Reparto Volo della polizia di Pescara diretto Rosario Cutellè. Controllo dall’alto per segnalare le situazioni di crisi ma anche per avere una visione più generale e tempestiva dell’intera rete viaria marchigiana. Che per l’A14 non è poi così semplice sia da percorrere che da tenere... in pugno. Il tratto delle gallerie tra Pedaso e San Benedetto, come pure la “striscia” di collegamento tra Fano e Pesaro, posta in ascensione (per chi viaggia verso Nord) e molto “nervosa” come tracciato che costringe i mezzi pesanti ad andature troppo basse per una strada a scorrimento veloce.
E anche il tratto tra i due caselli di Ancona, che pure si contraddistingue per i molti rettilinei, è teatro di gravi incidenti.
Fino a lunedì il traffico sulla nostra rete autostradale è stato intensissimo, ieri “intenso ma scorrevole” come viene definito dagli esperti del settore. Da venerdì ancora quattro giorni di passione poi il peggio dovrebbe essere passato. "Il traffico anche quest’anno - ha confermato il comandante D’Angelo a bordo dell’elicottero Ab212 - è stato particolarmente intenso sull’A14 e ha riproposto ancora una volta il problema della terza corsia. Chi viaggia in autostrada deve veder aumentare il livello di sicurezza e fluidità del traffico. Il nostro tratto di A14 raggiunge picchi, soprattutto in questo periodo, veramente alti e richiede grande impegno e professionalità da parte degli operatori della polizia stradale e degli uomini della Società autostrade. L’autostrada resta la via più sicura, i cittadini dovrebbero utilizzare meglio i consigli che vengono loro forniti per esodi e rientri".
Non solo agenti e pattuglie per controllare il traffico ma anche “dispositivi tecnici” (telelaser, autovelox, etilometri) per bloccare chi non rispetta il codice e mette a repentaglio non solo la sua vita ma anche quella degli altri. Attività di repressione, come si dice in gergo, che ha dato risultati (migliaia di punti in... fumo) ma che non serve ad insegnare a chi viaggia la giusta educazione stradale. Molti automobilisti non hanno senso civico e rispetto per gli altri: nonostante l’impegno di tutti, morti e feriti sulle nostre strade sono sempre tanti. Troppi. Le ore più a rischio sia sulla rete ordinaria che su quella autostradale sono le prime del mattino e un grande sforzo di prevenzione è stato speso per combattere le “stragi del sabato”. Numeri impressionanti per verificare quanti giovani guidino in stato di ebbrezza. Ma c’è sempre da tenere sotto controllo il controesodo: il lavoro per gli uomini di Italo D’Angelo nelle prossime ore purtroppo non mancherà.

Da "Il Giornale di Brescia" del 25 agosto 2004
Un 18enne albanese elude un controllo e, dopo un rocambolesco inseguimento, è arrestato alle Fornaci dalla Polizia municipale
In fuga tenta d’investire un agente
Era al volante senza patente Le accuse: resistenza aggravata e tentato omicidio
Gianluca Gallinar

Scappa perchè al volante senza patente: finisce dentro per resistenza e tentato omicidio. Protagonista della vicenda è un albanese di appena 18 anni che, sfuggito ad un controllo stradale della Polizia municipale, ha proseguito la sua corsa fino ad imboccare un vicolo cieco. All’alt intimato a quel punto da un agente ha risposto ingranando la retromarcia e tentando di investirlo per aprirsi il varco della fuga. Immediata la risposta dell’agente che ha aperto il fuoco centrando una gomma della vettura su cui l’inseguito si stava allontanando. Invano, perchè è stato arrestato pochi minuti dopo nella sua abitazione. Un episodio drammatico, specie se si pensa che il protagonista ha appena 18 anni. Si tratta di E. K., albanese residente in città con la famiglia, e in regola con il permesso di soggiorno. Ma certo non nuovo alle forze dell’ordine, per vicende che vanno dal furto alla resistenza a pubblico ufficiale, dalle lesioni alla violenza carnale. Tutto si è svolto ieri attorno alle 19. Una pattuglia di agenti motociclisti della Polizia municipale stava effettuando un normale controllo viabilistico in via Labirinto. Quando i due hanno intimato l’alt al veicolo su cui viaggiava E. K. - una Ford Ka di colore nero, prestatagli da un’amica bresciana - l’albanese invece di fermarsi ha accelerato scartando gli agenti che hanno prontamente ingaggiato l’inseguimento: una lunga corsa che ha visto moto e utilitaria sfrecciare fino in via Zerbino, al confine tra Fornaci e Castel Mella. Qui il fuggitivo si è infilato in un vicolo cieco: dopo aver bruscamente svoltato a sinistra si è trovato la strada sbarrata da una fabbrica. Nessuna via di uscita: alle spalle intanto erano infatti sopraggiunti i due poliziotti. Il capopattuglia, sceso dal veicolo, ha nuovamente intimato l’alt. Niente da fare: l’albanese non ha voluto saperne di consegnarsi agli agenti. Anzi: ha ingranato la retromarcia e ha tentato di falciare uno dei due, che a quel punto ha estratto la pistola per porre fine alla pericolosa fuga. Il colpo ha centrato in pieno una gomma dell’auto che tuttavia ha proseguito la corsa ai comandi del giovane, andato a rintanarsi nella sua abitazione, a Fornaci. Ma i due agenti avevano preso nota della targa e risalire alla casa del ragazzo è stato un attimo per loro e per i colleghi di due unità giunte in supporto. L’albanese era lì ed è stato subito condotto al comando di via Donegani. A quanto pare il ragazzo avrebbe tentato di sfuggire ai controlli solo perchè non in possesso della patente, mai conseguita, nel timore che gli venisse sequestrata l’auto prestatagli da un’amica. La fuga disperata e il tentativo di investire un rappresentante delle forze dell’ordine, tuttavia, fanno sorgere il sospetto che il giovane nascondesse dell’altro, benchè a bordo della vettura non sia stato rinvenuto nulla di compromettente. Per i rilievi sul posto dell’investimento, schivato solo per la prontezza dell’agente, sono intervenuti i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche. La Ford Ka è stata posta sotto sequestro. E. K. invece è stato condotto a Canton Mombello: sul suo conto pendono le accuse gravissime di resistenza aggravata e tentato omicidio. Le indagini sono affidate agli uomini della Polizia municipale, coordinati dal pm Cesare Bonamartini.
Mercoledì, 25 Agosto 2004
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