ROMA - I bisonti hanno rimosso il blocco,
l’Italia torna lentamente alla normalità e il premier Romano Prodi sottolinea:
"Non abbiamo ceduto alle provocazioni. Ha vinto il confronto". Ci
vorranno giorni però per ristabilire la normalità: almeno sette per la
distribuzione degli alimentari; due per riavere la benzina ai distributori. Per
cancellare nel più breve tempo possibile i disagi, è stata autorizzata la
circolazione degli autoarticolati anche domenica e i distributori di carburante
rimaranno aperti nel fine settimana.
Gli autotrasportatori escono soddisfatti dal match a Palazzo Chigi dove erano
convocati nel primo pomeriggio: portano a casa 70 milioni in più nei prossimi
tre anni - di cui 30 per il 2008 - e riduzioni sui pedaggi. Sommando le vecchie
risorse previste per il comparto, la Cna Fita calcola che i contributi
saliranno così a circa 441 milioni di euro, poco meno dei 500 milioni della richiesta iniziale alla
base della protesta. Per trovare i fondi da destinare agli autotrasportatori,
il Governo ha deciso di tagliare sull’assegno destinato alle tv locali, al
riassetto della Salerno-Reggio Calabria, e alla sicurezza stradale.
L’annuncio della sospensione del fermo è arrivato poco prima delle 19 dalle due
maggiori organizzazioni, la Cna Fita, Confartigianato Trasporto, le stesse che
avevano indetto la protesta. Paolo Uggè, presidente di Fai e delegato
rappresentante di Conftrasporto - già sottosegretario alle Infrastrutture e ai
Trasporti e deputato di Forza Italia - ha fatto sapere qualche ora dopo di
adeguarsi alle decisioni degli altri: "Invitiamo le nostre imprese a
riprendere le attività. Valuteremo domani la proposta del governo".
Come ha detto il ministro dei trasporti Alessandro Bianchi,
nella trattativa "ha prevalso il senso di responsabilità. Ora serve un
provvedimento organico per il settore. Gli uffici si metteranno al lavoro già
dal prossimo mese".
E’ riassunta in 12 punti l’intesa con il governo, i passaggi più importanti,
oltre alle risorse, prevedono l’obbligatorietà dei contratti di riferimento; un
Osservatorio sull’andamento dei costi; l’introduzione di una tariffa minima
anti dumping; un decreto del ministero dell’Interno su modalità e qualità dei
controlli; l’attivazione di un tavolo tecnico presso palazzo Chigi;
l’anticipazione della revisione dei nuovi studi di settore.
La rimozione dei blocchi ha permesso alla Fiat di annunciare la ripresa
dell’attività dopo che per il secondo giorno consecutivo sono stati messi in
libertà 25mila addetti, e la Piaggio ha fermato la catena di montaggio della
Vespa a Pontedera.
Si va dunque verso la fine dei disagi, ma quanto è costato il blocco dei tir
alla collettivita? I conti arriveranno nei prossimi giorni, ma già qualcuno
avanza delle cifre. Secondo Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la
maggioranza delle imprese della grande distribuzione organizzata, i danni sono
superiori ai 2 miliardi di euro, 800 milioni solo considerando i prodotti
alimentari non venduti o marciti; il resto per la merce bloccata nei depositi e
rimasta invenduta.
Il fermo dei tir si sposta ora sul piano giudiziario: la procura di Roma ha
aperto un’inchiesta sul blocco nella zona Sud della capitale ipotizzando il
reato di interruzione di pubblico servizio. In un’informativa della polizia
indirizzata alla Procura, i numeri di targa dei camion che hanno attuato i
blocchi. Nei prossimi giorni i proprietari dei mezzi saranno identificati. Le
associazioni dei consumatori hanno annunciato che presenteranno
esposti-denuncia in dieci procure sia contro le associazioni di categoria, sia
nei confronti di singoli autisti. da Repubblica.it
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