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Articoli 13/12/2007

Arriva l’Elisoccorso

Scopo di questo articolo è dare agli operatori delle forze dell’ordine consigli e informazioni elementari qualora ci si trovasse ad operare a stretto contatto con un Elicottero da Soccorso


Grazie ai consigli che seguiranno, dettati del-l’espertissimo Comandante di Elisoccorso, Walter Maretti, che con grande disponibilità ci ha seguiti in questo, analiz-ziamo le varie fasi di intervento di un elicottero, per trarne utilità e poter agevolare le operazioni di intervento. Oramai da alcune decine di anni, ben 44 province della nostra penisola impiegano elicotteri di diversa tipologia per urgenti operazioni di soccorso e trasporto sanitario, fra i più diffusi gli Agusta 109 e 412, e gli Eurocopter BK 117 c1 e prossimamente altri BK 117 c2 (modello nelle foto EC 135 c1), questi ultimi tre riconoscibili per il vano di carico ad apertura posteriore. La quasi totalità dei servizi di elisoccorso sono gestiti da società elicotteristiche private in possesso di T.P.P. (Trasporto Pubblico Passeggeri nel rispetto della normativa E.N.A.C.), mediante appalto stipulato con il servizio sanitario regionale. In alcune regioni questo servizio viene effettuato con elicotteri dei Vigili del Fuoco, sempre a seguito di convenzione. L’elicottero viene impiegato per la sua versatilità, si presta ottimamente alle varie missioni di soccorso sia in pianura che nelle località più difficili come la montagna, il mare aperto e i laghi. Questo servizio prende il nome di H.E.M.S. (sigla internazionale) che tradotta sta a significare Servizio di Emergenza Medica Sanitaria con Elicottero. Per il servizio sanitario regionale, al quale spetta appunto l’onere di finanziare complessivamente l’attività, per 365 giorni/anno, l’impiego di questa praticissima macchina da soccorso aereo comporta costi alquanto elevati, per elicotteri di ultima generazione come questo rappresentato, si parla di circa 2.000 euro per ogni ora di volo. Se oltre a questi costi, calcoliamo anche il rischi ai quali vengono esposti l’intero equipaggio e il paziente durante il volo, si ritiene opportuno impiegare tale velivolo per interventi di estrema urgenza e necessità, ove risulti impossibile recuperare e trasportare l’infortunato con altri mezzi. Pertanto l’intervento dell’eliambulanza va fatto solo se si è troppo lontani dall’ospedale e le condizioni del paziente sono critiche. Il personale delle forze dell’ordine impegnato quotidianamente nel campo del soccorso, sconosce quasi sempre i principi base dell’elisoccorso che risultano fondamentali per agevolare l’intervento dell’eliambulanza e che permettono di ridurre al minimo i rischi correlati. Questa sofisticata macchina come l’automedica, è considerata un mezzo di soccorso avanzato, ma a differenza della vettura, l’elicottero oltre a trasportare l’equipe sanitaria di affermati professionisti che sono, un medico anestesista/rianimatore, un infermiere professionale esperto di area critica, ha lo scopo di far arrivare l’assistenza sanitaria di primissima emergenza in tempi di intervento molto rapidi. In alcuni casi vola anche un tecnico del soccorso alpino, quale esperto a condurre operazioni di sicurezza in montagna, guida e da assistenza sul territorio e lungo le pareti rocciose all’equipe che deve operare. Il trasporto di un grave pazienze per mezzo di elicottero permettere una veloce ospedalizzazione della vittima presso il centro ospedaliero meglio attrezzato per la patologia riscontrata, evitando inutili perdite di tempo in modo particolare se questa struttura è distante dal luogo dell’evento. Tempistiche di trasporto che si allungherebbero nel caso di successivi spostamenti che potrebbero essere richiesti ad un’ambulanza, per trasferimenti da un ospedale secondario ad uno primario. Va anche considerato come il trasporto aereo risulta più confortevole per il paziente politraumatizzato, il quale a differenza del trasporto stradale (ambulanza), esempio a causa di strade tortuose, sterrate, tornanti etc, l’infortunato non riceve ulteriori e compromettenti sollecitazioni alla colonna vertebrale. Gli orari del servizio sono primariamente diurni, e variabili secondo le stagioni, in via ordinaria dall’alba al tramonto ad esclusione di intemperie che possano limitare la visibilità come nebbie, temporali burrascosi e precipitazioni nevose di forte intensità (il problema non è la neve ma la visibilità). Una volta valutati tutti questi parametri, se si richiede l’intervento dell’eliambulanza o se viene inviata dalla Centrale 118, utilizzate gli accorgimenti che vengono ora dettati.


L’atterraggio
 Ove possibile, l’elicottero atterra in via primaria su elisuperfici (in pratica presenti solo negli ospedali), piazze, piazzali, piazzole, parcheggi e campi da calcio, in ogni caso in spazi ed aree preferibilmente pianeggianti, dal fondo compatto come erba, terra umida, cemento, asfalto, con pendenza massima di 12°. Il piano d’appoggio deve risultare non polveroso (pertanto no sabbia, no terra asciutta) nel caso lo sia però, andrà annaffiato con acqua per evitare il consistente sollevamento di polvere dovuto al flusso d’aria del rotore in movimento durante le manovre di atterraggio e decollo. Gli oggetti più alti di 2 metri, dovrebbero essere sufficientemente distanti da permettere un agevole atterraggio e decollo dell’elicottero. In casi di estrema necessità, come molto spesso vediamo nella realtà operativa, l’elisoccorso è costretto ad atterrare sulla strada, autostrada, spiagge, greti e argini di fiumi e insoliti luoghi e spazi ove abilmente il comandante riesce ad avvicinarsi il più possibile al luogo dell’evento. Va detto che questi esperti piloti stupiscono per la loro abilità in tutto questo, ammirevole e fondamentale è il loro quotidiano operato. Il comandante dell’elicottero raramente si avventura in situazioni troppo pericolose come nel caso si presenti uno spazio insufficiente (figura 1), ostacoli, cavi elettrici, lenzuola, sdraio, biciclette, motocicli, carrozzine, cani (infastiditi dal sibillio del rotore di coda, saltano intenzionati a morsicarlo) e oggetti vari (figura 2), ed egli è l’unico responsabile dell’atterraggio, tanto da deciderne il luogo ed il momento più opportuni. Tutti conoscono la storica filosofia del soccorso, che consiste nel non mettere a repentaglio la vita di più persone per il salvamento di una. A bordo di un elisoccorso prendono posto quattro o cinque persone e a terra se ne trovano già molte di più, si calcola presto la proporzione delle vittime in caso di caduta. Come già detto il rischio di precipitazione nelle missioni di soccorso è molto elevato, soprattutto per i recuperi con il verricello poiché tale operazione necessita di hoovering (volo stazionario), e tale volo non può essere effettuato in caso di avaria di uno dei due motori di cui un elicottero HEMS è dotato. L’avaria dell’altro lo farebbe precipitare. In caso di discesa e salita del personale di bordo per mezzo del verricello, nessuno dovrà avvicinarsi al cavo o al soccorritore attaccato, sia per non compromettere la stabilità di questo e dell’eventuale barellato o imbragato, sia perché c’è rischio di prendere la scossa, in modo particolare in presenza di umidità a causa dell’energia statica. Di fronte a particolari gravità il pilota può decidere di atterrare sulla sede stradale o in assenza di alternative anche in autostrada, ma in questo caso lo potrà fare solo se il traffico è sotto il totale controllo del personale della Polizia Stradale e delle altre forze dell’ordine presenti. Alcuni Compartimenti di Polizia Stradale con circolari varie hanno sconsigliato nel modo più assoluto questa manovra, ma risultando la sola soluzione per ridurre i tempi del soccorso andrebbe eccezionalmente eseguita facendo il possibile per consentire un sicuro atterraggio che eviti anche ripercussioni al traffico che scorre lungo l’opposta carreggiata. È possibile pertanto in autostrada fermare anche solo momentaneamente, ovviamente solo quando la circolazione lo permetterà, il traffico che avanza, che potrà subito riprendere dopo che il personale è sceso a terra e il velivolo si sarà spostato. Non verrà mai fermato il traffico se questo è scarso o il raggio di visibilità per gli automobilisti si presenti limitato, il comandante avrà modo di valutare la situazione dall’alto, atterrando quindi nel campo più vicino tagliando poi la rete perché i soccorritori possano accedere alla carreggiata. Nel caso di atterraggio su strade ad unica carreggiata, gli agenti presenti bloccheranno il traffico a valle e a monte dell’area prescelta, vietando e impedendo l’avanzamento di qualsiasi veicolo o persona (in modo particolare da dietro) verso l’elicottero. Sempre il comandante potrà decidere di atterrare in una zona diversa da quella segnalata dal personale di terra perché, ribadiamo, la scelta del punto preciso di atterraggio è responsabilità esclusiva del Comandante. È giusto sapere, anche se lo si dava forse per scontato, che in caso di emergenza non è necessaria alcuna autorizzazione del proprietario del luogo di atterraggio (eventuali danni causati verranno risarciti con normale assicurazione della società elicotteristica). Per rendere ancora più visibile il punto di atterraggio, se è possibile, è meglio stendere teli di colore bianco, giallo o arancione, tonalità che si riconoscono meglio dall’alto, che andranno rimossi prima dell’atterraggio. In alternativa è possibile utilizzare l’auto di servizio, lasciandola con i dispositivi luminosi supplementari di emergenza accesi nei pressi dell’area destinata all’atterraggio. Durante le due fasi dei decollo o di atterraggio, si dovranno sempre tenere porte e finestrini di tutti i veicoli presenti nelle immediate vicinanze del velivolo chiusi. Troppa aria all’interno dell’abitacolo crea forte pressione che può determinare l’esplosione dei cristalli. Ricordate che l’elicottero atterra sempre controvento! Sulle spiagge atterra solitamente con la coda e il rotore di coda verso il mare, in quest’ultimo caso, se dovete far atterrare l’elicottero richiedete al bagnino di chiudere tutti gli ombrelloni.

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figura 1
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 figura 2

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Nel caso si disponga di un fumogeno di segnalazione, utilizzatelo solo ed esclusivamente se e quando vi viene richiesto dal comandante del velivolo previo avviso da parte della Centrale 118. Se dovete utilizzarlo non mettetevi sottovento. In caso di atterraggio non particolarmente vicino al paziente, sarebbe anche buona prassi, allungarsi con l’auto di servizio (sempre se possibile e nel caso non ostacoli la sicurezza del campo del sinistro) per prelevare il personale sanitario, solitamente due massimo tre persone, dando ausilio anche per il trasporto della pesante attrezzatura sanitaria, zaini, aspiratori, monitor e altro di immediata necessità. In fase di decollo e atterraggio l’elicottero sposta una quantità d’aria pari al suo peso (circa 2/3000 Kg anche più a seconda del modello). Evitare però di avvicinarsi all’elicottero con qualsiasi mezzo di soccorso …! Ricordate anche che dall’alto non è facile riconoscere il paesaggio, quindi osservate e identificate eventuali elementi facilmente visibili (piscine, fiumi, stagni, campanili, monumenti, circuiti) che potrebbero così localizzare la posizione ove l’elicottero dovrà avvicinarsi. Oggigiorno però quasi tutti i velivoli di soccorso utilizzati sono dotati di navigatore satellitare G.P.S. (Global Position System) che, impostate le coordinate fornite dalla Centrale permette di raggiungere in maniera pressoché precisa il luogo esatto d’intervento. Le forze dell’ordine presenti hanno il compito di rendere sempre accessibile la zona di atterraggio, impedendo l’avvicinamento di persone non addette all’operazione (spesso accorrono in continuazione curiosi) al fine di permettere le manovre di atterraggio, di sbarco, e di imbarco, consentendo successivamente un sicuro decollo dell’eliambulanza.

Modalità di avvicinamento
Si ricorda di non avvicinarsi mai all’elicottero in moto in quanto le pale (specialmente quelle del rotore di coda) ruotando ad elevata velocità, sono invisibili all’occhio umano. È anche vietato muoversi intorno alla parte posteriore d e l l ‘ e l i c o t t e r o (figura 3).

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Durante le fasi di imbarco del paziente, ove necessario, sarà l’equipaggio dell’eliambulanza a chiedere ausilio. A causa del flusso d’aria generato dal rotore, andranno fermati oggetti presenti sul posto che verrebbero sollevati (per primi i berretti di servizio e documenti in genere…) e andrà mantenuta una discreta distanza di sicurezza fino allo spegnimento del rotore. È assolutamente vietato fumare nei pressi dell’elicottero perché i vapori del carburante sono da ritenersi altamente infiammabili. Avvicinarsi sempre dalla parte anteriore dell’elicottero, col consenso del comandante, mai sotto l’area del rotore perché in caso di impigliamento di oggetti (es. rami) questi verranno scaraventati violentemente al suolo colpendo così chi sta sotto, e nemmeno nei pressi di quella del rotore di coda anche se intubato. Se non fatto da altri, coprire il paziente allo scopo di difenderlo dalla polvere.


Conclusioni
Durante questi anni di attività dell’Elisoccorso in Italia, studi di settore hanno confermato come la sua tempestività e l’altissima qualità del soccorso prestato da subito sul campo dell’evento, siano stati fattori essenziali per una riduzione della mortalità, per una riduzione dei tempi di ricovero e per la riduzione delle successive complicanze. Le stesse precauzioni qui sinteticamente enunciate, potranno essere seguite nel caso di operazioni effettuate con interventi di elicotteri della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Locale (per la città di Roma), dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, della Forestale o della Guardia Costiera. Un sentito ringraziamento al Comandante Walter Maretti per la preziosa consulenza fornita, che darà un considerevole aiuto al personale di terra impegnato da subito a gestire l’emergenza.

*Operatore di Polizia Stradale



Walter Maretti

Anni: 42
Nato a: Godiasco (PV)
Residente: Pontecurone (AI)
Attuale incarico: Comandante H.E.M.S
(Helicopter Emergency Medical
Service)

Sede di servizio: elisuperficie di Verona
Emergenza

Società di appartenenza: Elilario Italia
spa di Colice (LC)

Brevetti posseduti: I.F.R. (volo notturno)
- Lavoro in montagna

Esperienze elicotteristiche: trasporto
pubblico passeggeri, antincendio,
controllo osservazione, fotografia e
ripresa, lavoro al gancio baricentrico,
spargimento sostanze

Carriera: Tecnico Elicotterista dal 1987
al 1990 - Single Pilot dal 1990

Ore di volo: 4.700 di cui 1.000 di
H.E.M.S.

Soccorsi sanitari con Elisoccorso:
240 circa all’anno


Da Il Centauro n.116

© asaps.it

di Nicola Agandi

Giovedì, 13 Dicembre 2007
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