LA STAMPA
Sale a 18 anni l’età del divieto
per gli alcolici ... 13-12-2007 - Sale da 16 a 18 anni il divieto di
somministrazione degli alcolici. La novità arriva con un articolo del disegno
di legge approvato ieri in prima lettura al Senato. Discoteche e locali,
quindi, se il provvedimento sarà approvato anche alla Camera, non potranno
servire bevande alcoliche ai ragazzi. I dati parlano di Circa 800.000
adolescenti al di sotto dei 16 anni che consumano alcolici prediligendo birra e
aperitivi.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da QUOTIDIANO.NET)
Divieto di vendita degli alcolici
Approvato l’aumento da 16 a 18 anni (*) E’ passato in prima lettura al Senato l’articolo del
disegno di legge che aumenta da 16 a 18 anni il divieto di somministrazione degli
alcolici. Discoteche e locali, quindi, se il provvedimento sarà approvato anche
alla Camera, non potranno servire bevande alcoliche ai ragazzi (**) Roma, 12 dicembre 2007 - Novità in arrivo con un articolo
del disegno di legge approvato oggi in prima lettura al Senato: aumenta da 16 a
18 anni il divieto di somministrazione degli alcolici. Discoteche e locali,
quindi, se il provvedimento sarà approvato anche alla Camera, non potranno
servire bevande alcoliche ai ragazzi. (…) (*) Nota: due solo quotidiani riportano la notizia della
approvazione al Senato di questo importante disegno di legge. Nonostante i
titoli, mi sembra che in entrambi i casi sia sfuggita quella che è la più
importante novità: il divieto riguarda non solo la somministrazione, ma la vendita.
L’attuale normativa vieta la somministrazione ai minori di sedici anni, ma la
vendita non ha limiti. Questo DDL innalza la soglia a diciotto anni per la
somministrazione, ma, cosa assai più importante, la estende anche alla vendita.
Altri importanti aspetti sono il divieto di vendita alle persone in stato di
alterazione e il divieto di somministrazione e vendita, a tutti, in spazi ed
aree pubbliche.
Qui di seguito il testo del DDL.
DISEGNO DI LEGGE "Disposizioni per la
semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della
salute e altre disposizioni in materia sanitaria, di divieto di vendita o di
somministrazione di bevande alcoliche, nonché per la copertura di sedi
farmaceutiche". «Art. 9-bis. (Divieti di somministrazione e di
vendita di bevande alcoliche) Il primo
comma dell’articolo 689 del codice penale è sostituito dal seguente: "1.
Chiunque vende per asporto o somministra bevande alcoliche di qualsiasi
gradazione ai minori di anni diciotto o a persona che appaia in stato di
coscienza alterato od obnubilato, o che si trovi in manifeste condizioni di
deficienza psichica a causa di un’altra infermità, è punito con l’arresto fino
a un anno». 2. I
titolari dei pubblici esercizi, delle attività commerciali e dei circoli
privati ove si vendono per asporto o si somministrano alimenti e bevande sono
tenuti ad esporre in luogo visibile cartelli recanti l’indicazione del divieto
di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche ai sensi dell’articolo
689 del codice penale. 3. È punito
con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 euro a 6.000 euro e con il
sequestro della merce chi vende o somministra alcolici in spazi e in aree
pubblici, indipendentemente dall’età o da particolari condizioni psicofisiche
degli avventori». (**) Nota: chi conosce la differenza tra somministrazione
e vendita non può che rallegrarsi della approvazione di questo DDL. Ma è meglio
gioire con discrezione. Innanzitutto, perché deve ancora essere approvato dalla
Camera. Secondariamente, per non sollevare diatribe ideologiche, fantasmi
proibizionistici e appelli all’autocontrollo. La differenza tra
somministrazione e vendita la chiariremo dopo l’approvazione definitiva.
CONTRIBUTO DI LUC THIBAULT
INFORTUNI, MORTI E STILE DI VITA Non si ferma lo
stillicidio di vittime che ogni giorno si aggiungono a quanti hanno perso la
vita la vita sul lavoro o si sono gravemente infortunati, per non dimenticare
quanti si ammalano a causa delle pessime condizioni di lavoro. La tragedia
dell’acciaieria Thyssenkrupp di Torino, ci porta ha parlare purtroppo
dei morti e degli infortuni sul lavoro. Alcune volte, come nel caso
dell’acciaieria Thyssenkrupp la responsabilità della tragedia è da
imputarsi al mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza da parte
dell’azienda, altre ancora al sistema della precarietà che determina la
presenza di lavoratori privi di esperienza in mansioni altamente pericolose,
altre ancora alla stanchezza determinata da turni di lavoro massacranti. Le
statistiche ufficiali parlano di 1500 morti sul lavoro ogni anno in Italia, ma
dimenticano di conteggiare i molti pendolari che ogni giorno perdono la vita in
incidenti stradali mentre si recano sul posto di lavoro o tornano a casa a fine
giornata, così come dimenticano tutti coloro che per lavoro guidano un
automezzo e giornalmente trovano la morte sulla strada, così come dimenticano
tutti coloro che ogni anno muoiono per "malattie professionali” contratte sul luogo di lavoro nel corso della
propria vita professionale. "Il mondo del lavoro è diventato negli anni una giungla strapiena
di trappole, dove il rispetto per la vita
umana e la dignità della persona sono stati immolati sull’altare della
produttività e della competizione. La ricerca della sopravvivenza spinge
ogni giorno centinaia di migliaia di lavoratori ad andare ben oltre i propri
limiti fisici accumulando ore ed ore di straordinario, la sopravvivenza spinge
altrettanti lavoratori ad accettare mansioni che danneggiano, spesso in maniera
irreversibile la loro salute, la sopravvivenza spinge i pendolari a buttarsi su
autostrade e tangenziali alle 5 di mattina con il sonno che percuote le tempie.
Quella stessa ricerca della sopravvivenza induce a lavorare in nero in un cantiere
o in un’industria senza che siano rispettate le norme di sicurezza, induce a
spingere l’acceleratore nella nebbia per evitare di arrivare in ritardo, a
lavorare ancora anche quando si è ormai privi della lucidità necessaria. Questo non è vita,
questo non è vivere ma sopravvivere! Purtroppo, (i morti e infortuni dovuti alla sete di profitto sono
tantissimi) non si può, non fare i conti con un altra realtà, se vogliamo
parlare di "lucidità necessaria" per lavorare, e in fin dei conti,
per vivere; (perché si lavora per vivere, e non si vive per lavorare); vogliamo
parlare del uso delle sostanza (qualsiasi, birra, vino, cocaina,
spinelli...) durante il lavoro, purtroppo
anche prima; basta pensare a quanti bevono alcol prima di iniziare la giornate
con il caffè corretto! Se vogliamo il rispetto per la vita umana e la dignità della persona
dobbiamo cominciare dal nostro stile di
vita. Non è con l’alcol o altre sostanze, che possiamo cambiare o contrastare i turni infernali, la non sicurezza sui posti
di lavoro, la velocità sulle strade, l’accettazione di qualsiasi lavoro, pur di
prendere qualcosa. La droga non risolve i nostri problemi ma le aggrava! Il fenomeno dell’uso di sostanze psicoattive nei luoghi di lavoro
risulta essere un problema spesso sottovalutato
e sottostimato. "Una percentuale
compresa tra il 4 e il 20% di tutti gli incidenti che capitano sui luoghi di
lavoro, 940.000 ogni anno secondo le denunce presentate all’INAIL, risulta alcol correlata. Ciò significa
che dei 940.000 infortuni segnalati, 37.000-188.000
trovano la loro causa nell’uso e abuso di alcol. Il 51% del totale degli
infortuni avviene con modalità del tipo "ha urtato contro…", "ha
messo un piede in fallo…", "è caduto dall’alto…", mentre l’11% è
rappresentato da incidenti stradali. Questi i dati contenuti in un libretto
sviluppato dal Progetto "Alcol e Lavoro" a cui l’Istituto Superiore
di Sanità ha collaborato. L’opuscolo è il frutto del progetto omonimo
finanziato dal Ministero della Salute che ha coinvolto le Regioni Italiane con
Regione capofila la Toscana (Centro Alcologico Regionale - CAR)". Ufficio stampa Istituto Superiore di
Sanità. Nel Nord Est (area di Conegliano) è stata effettuata una indagine -in
collaborazione tra lo SPISAL ed il Servizio di Pronto Soccorso dell’azienda
ULSS 7 del Veneto. 430 lavoratori andati incontro ad infortunio sul lavoro ed
afferiti al Pronto Soccorso sono stati sottoposti alla misurazione indiretta
(aria espirata) dell’ alcolemia. Dallo studio è risultato che:
•
tracce di alcol sono state riscontrate in 158 lavoratori, rappresentanti il
36,8% degli
infortunati giunti all’osservazione
•
in 13 soggetti l’alcolemia era superiore o uguale a 40 mg/100 ml.
Questa
è la soglia di comparsa di una diminuzione e rallentamento della capacità di
elaborazione mentale delle percezioni e 6 di essi presentavano valore superiore
a 80 mg/100ml (limite consentito per la
guida in Italia). La percentuale di
infortunati con valori superiori a 80 mg/100 ml è quindi anche in questo caso limitata (1,4%), come si è
rilevato in altri studi analoghi . Tuttavia la prevalenza di soggetti che presentavano tracce di alcol è risultata
nettamente superiore a tutti i lavori
riportati in letteratura. La constatazione che solo l’1,4% degli infortunati presentava
valori elevati di alcolemia è solo apparentemente rassicurante, dato che tale fenomeno interessa circa un milione di
infortuni sul lavoro l’anno. Inoltre questa percentuale che del tutto arbitrariamente potremmo elevare sino al 2,3%
comprendendo in quest’ultimo gruppo
tutti i soggetti che hanno rifiutato di sottoporsi al test. Ciò significa che ci sono almeno
14.000-23.000 presone anno in Italia che hanno infortuni sul lavoro con alcolemie di 0.8 ma sappiamo che ci possono
essere più incidenti perché lo 0.8 non è
una soglia minima sotto la quale non c’è rischio infatti loro hanno riscontrato alcolemia positiva nel 36.8
% del loro campione ma che erano sotto lo 0.8. Un aspetto dai contorni difficilmente delimitabili, riguarda infortuni,
sempre attribuibili all’effetto
dell’assunzione di sostanze alcoliche, ma che vedono coinvolti lavoratori
che svolgono la propria attività assieme
o vicino a colui che ha assunto alcol. L’alcol e le altre droghe
possono essere collocati tra i fattori soggettivi (umani) causa di infortuni
sul lavoro, perché riducono l’integrità psicofisica e alterano i tempi di
reazione. Pertanto, l’azienda può ritenere, anche in base alla legge vigente,
che il consumo di sostanze psicoattive richieda un intervento di
sensibilizzazione e informazione per ridurre tutti i possibili fattori di
rischio degli infortuni e delle problematiche correlate all’ambito lavorativo.
Ma lo fanno? I sindacati, le RSU lo fanno, il Rspp lo fa? La legge parla chiaro: "art.124 I lavoratori di cui viene accertato lo stato di tossicodipendenza, i
quali intendono accedere ai programmi terapeutici e di riabilitazione (…) se
assunti a tempo indeterminato hanno diritto alla conservazione del posto di
lavoro (…) e, comunque, per un periodo non superiore ai tre anni (…). La stessa
legge, per i soggetti con problemi e patologie alcolcorrelate, attribuisce alle
regioni il compito di programmare gli interventi (anche quelli destinati al
reinserimento sociale) e di individuare servizi e strutture per realizzarli". "DPR n°303 del 1956: si fa esplicito divieto di somministrare bevande alcoliche all’interno
dell’azienda, indicando nel contempo la possibilità di consumare alcolici
nella mensa durante i pasti". "Legge quadro in materia di alcol (nota come
legge Caccavari) art 15: sono i contratti collettivi a disciplinare
l’assunzione di bevande alcoliche durante l’attività lavorativa; è vietata la distribuzione di
superalcolici all’interno delle aziende
e il divieto è esteso a tutte le bevande alcoliche nel caso di attività
lavorative che comportino un elevato rischio" . Se è pur vero che ci sono comparti a
maggior rischio, come quello edile, fonderie è anche vero che non esiste alcuna attività umana compatibile con l’uso di
alcol e altre droghe. Infatti, anche se il lavoratore svolge solo attività
di ufficio, sicuramente, il consumo di droghe o alcol ha un effetto negativo
sulla qualità del lavoro svolto, sulle capacità di rapportarsi con gli altri
individui presenti nello stesso ambiente di lavoro. La sostanza più usata e abusata su tutti i
posti di lavoro resta l’alcol; il bere al lavoro, l’avere problemi con l’alcol
e la frequenza con cui ci si ubriaca possono determinare un aumento delle
assenze dal lavoro per malattia, come anche ritardi o abbandoni del posto di
lavoro. Occorre precisare che i problemi dovuti ad uso di alcolici possono
essere causati non solo dal fatto di bere nel posto di lavoro, ma anche dal
fatto di aver bevuto prima di iniziare a lavorare come dicevamo prima. In genere, l’assunzione di
alcolici è associata alla cultura
presente nel posto di lavoro, alla disponibilità di alcolici e
all’alienazione. La cultura presente in azienda può essere sia di accettazione
e incoraggiamento nell’uso di bevande alcoliche, che di scoraggiamento e
inibizione. L’aumento del rischio di
infortunio non riguarda solo l’alcolista che si presenta già ubriaco sul posto
di lavoro e come tale facilmente individuabile; ma riguarda pure chi ha la consuetudine di bere anche a basse dosi (due
o tre bicchieri di vino) durante la pausa mensa. La ragione è da ricercare nel fatto che anche bevendo due bicchieri di
vino - 0,5m/l, il rischio di incorrere in un infortunio raddoppia.
Naturalmente, il rischio di essere vittima di infortunio aumenta in proporzione
alla quantità assunta, cosicché la probabilità di restare vittima di infortunio
con 1m/l (3 o 4 bicchieri di vino) aumenta di sei volte e raggiunge le 30 volte
con 2m/l. Per le altre sostanze, consigliamo la
lettura del articolo di Repubblica
del 20 settembre 2006 "Muratori,
cottimo e stress: La cocaina invade i cantieri". «Questi nuovi drogati sono il frutto avvelenato della deregulation
dell´edilizia - dice Ettore Brunelli, medico del lavoro,
assessore verde alla Mobilità di Brescia - . La nostra è un´economia dopata
che genera doping. Basta farsi un giro nei paesotti della bassa bresciana.
Guardare i macchinoni. E sopra questi ragazzi muscolosi con gli occhi schizzati
di fuori. Le stesse facce le vedi all´alba sui furgoncini. Sembrano
indemoniati, sembra che vadano in guerra. E invece vanno a costruire case».
“Per
riuscire a fare qualche ora in più nei cantieri, per sobbarcarsi uno
straordinario di sudore e fatica, fra macchinari e gru, magari per fare maxi
turni, si ingurgita un bicchiere d’alcol di troppo, si assume qualche
eccitante, si sniffa un po’, giusto per tenersi su, non sentire la fatica,
rendere meglio. E poi ecco la lista di sangue composta dagli operai, friulani
ma sempre più spesso immigrati, che, per l’alcol eccessivo o la droga, sacrificano
la vita o parte del corpo sull’altare di un’operatività che deve essere a tutto
sprint. Non ci sono premi da raggiungere, semplicemente si cerca una carica in
più, un motivo per non sentire la fatica, in alcune imprese friulane, in alcuni
cantieri dove alcol e droga non rappresentano, come per le classi giovani, un
divertimento, uno svago, ma una necessità quasi determinata dal tipo di
mansione. Purtroppo, il fenomeno è
ancora sottovalutato, e difficilmente, nei referti, si trova scritto che
quell’incidente o quella morte sono dovuti a bevande alcoliche o stupefacenti»,
dichiara Maria Maisto, responsabile del Sert
dell’Azienda Medio Friuli. Infine va ricordato che l’alcol potenzia l’effetto tossico di alcune
sostanze presenti negli ambienti di lavoro con conseguenti danni, in
particolare al fegato, al sistema nervoso centrale e all’apparato
cardiovascolare. Nello specifico risultano dannose le seguenti associazioni:
ALCOL+ SOLVENTI (cloruro di vinile, eptano, benzolo, tricloroetilene)
ALCOL+ PESTICIDI (Dieltrin, organofosforici)
ALCOL+METALLI (piombo, mercurio, cromo, cobalto, manganese)
ALCOL+ NITROGLICERINA
Una
delle ragioni è da ricercare nel fatto che alcune sostanze impiegate nelle lavorazioni
hanno come organi bersaglio gli stessi organi target dell’alcol e/o delle altre
droghe (come il tabacco), cioè il sistema
nervoso e il fegato. La concomitante presenza di più sostanze
nell’organismo pu provocare il potenziamento dei singoli effetti secondo
modelli sommativi o moltiplicativi a volte poco prevedibili. Nei casi in cui il lavoratore abbia già
contratto una malattia, per esempio una epatopatia causata da tossici
industriali (o per altre cause come nelle epatiti da virus), l’uso dell’alcol o
altre droghe ha effetti distruttivi maggiori . Sappiamo che l’assunzione di alcolici rende i
lavoratori più inclini a comportamenti ad alto rischio, per se stessi e per gli
altri e rende inadeguate le condizioni psicofisiche rispetto a quanto
richiesto, sotto il profilo della sicurezza, dall’attività lavorativa
svolta. Il consumo di alcol ha quindi
ripercussioni significative sul fenomeno infortunistico. In alcune realtà lavorative
si possono riscontrare casi di dipendenza tra i lavoratori che spesso rendono
estremamente pericolosa, anche per i colleghi, l’attività lavorativa, specie se
tali persone sono adibite a mansioni particolari come la guida di mezzi di
sollevamento, il controllo di impianti o di macchinari complessi. Uno studio effettuato nel 2001 dalla
F.I.M.M.G. e condotto da 2.269 medici di famiglia convenzionati (63,6%)
coinvolgendo nella rilevazione circa 62.000 assistiti, evidenzia alcuni
importanti aspetti culturali e atteggiamenti personali rispetto al consumo di
bevande alcoliche ed il fumo di tabacco. Per quanto riguarda il consumo di bevande alcoliche è stato usato il test C.A.G.E. Dai risultati emerge che:
. un
11,9% di persone è a rischio per le modalità di bere.
. Il
6,3% di persone adotta modalità pericolose di bere.
. Il
3,5% di persone presenta un livello crescente di dipendenza da alcol e quindi
la necessità di interventi specialistici.
Considerato tutto questo, la logica più corretta è quella della Promozione della Salute. Bisogna : · inserire nella valutazione dei rischi aziendali il problema della
presenza del rischio da dipendenza da sostanze tra i lavoratori; · i lavoratori con questo tipo di problematiche vanno inseriti in un
piano di intervento scelto in collaborazione con il medico competente, laddove
sia previsto, oppure in collaborazione i servizi territoriali di alcologia · il datore di lavoro decide di avviare un Progetto di Promozione
della Salute atto a prevenire la dipendenza in un ambito più ampio stili di
vita che favorisca il modificare o l’abbandono di comportamenti dannosi e
l’adozione di nuove abitudini di vita, favorevoli alla salute; · la strategia per ottenere questi obiettivi prevede che il datore di
lavoro coinvolga i soggetti aziendali per la prevenzione, il Responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione, il Rappresentante dei Lavoratori per la
Sicurezza, il medico competente e i Servizi competenti della ASL e il volontariato sociale come gli ACAT sensibilizzare i lavoratori sui rischi connessi
all’assunzione di bevande alcoliche, sia durante il lavoro che fuori dal
lavoro, con lo scopo di ottenere un guadagno complessivo di salute riducendo i
comportamenti a rischio;
. rilevare
opinioni e comportamenti relativi ad alcol e lavoro per migliorare le
conoscenze in merito al problema sul territorio;
. alzare
il livello di percezione del rischio negli ambienti di lavoro e nella comunità;
. contribuire
a ridurre, attraverso la limitazione dei consumi alcolici, i rischi di
infortunio sul lavoro, di incidenti stradali e domestici e l’insorgere o
l’aggravarsi di patologie alcol correlate;
. sviluppare,
attraverso la costruzione di un gruppo di progetto in ogni azienda coinvolta,
la capacità di gestire eventuali problematiche alcol correlate;
. migliorare
e favorire la conoscenza e l’applicazione della legislazione a riguardo negli
ambienti di lavoro;
. aumentare
le conoscenze sui possibili percorsi terapeutici e di sostegno riservati alle
patologie alcol correlate.
(Da Progetto Alcol e Lavoro. 30 marzo 2007) Anche
tra le mura domestiche si registrano sempre più incidenti dovuti allo stato
confusionale indotto dall’alcol. Nel 2003 gli infortuni domestici sono stati
4,5 milioni, con 8 mila morti (fonte
ISPESL).
Tra il 4 e il 20% di tutti gli
incidenti che capitano sui luoghi di lavoro (940.000 ogni anno secondo le
denunce presentate all’INAIL) risultano alcool correlati.
.
Dei 940.000 infortuni segnalati, quindi, 37.000-188.000 trovano la loro causa
nell’uso di alcool.
.
(fonte Istituto Superiore di Sanità).
VIVERE SENZA DROGHE SIGNIFICA
AVERE UNA MENTE LIBERA AVERE UNA MENTE LIBERA SIGNIFICA
REAGIRE LUC THIBAULT (servitore insegnante ACAT Pedemontana)
IL GAZZETTINO (Venezia)
Un progetto per la soluzione delle
problematiche giovanili
"Felix", come aiutare i
ragazzi in balia di droghe e alcol
PortogruaroNelle scuole, nelle strade, nelle piazze e nei bar per
avvicinarsi ai giovani che fanno uso di alcol e droga. Sono stati presentati
ieri, in Villa Comunale, alla presenza di amministratori, dirigenti e tecnici
dei servizi socio-sanitari, i risultati ottenuti dal progetto Felix, che
utilizza una metodologia innovativa di approccio alle problematiche giovanili.
Il progetto, finanziato dalla Regione Veneto e ideato dalla Cooperativa Ape di
Portogruaro, si basa su due principali strumenti: lo spazio giovani e
l’operatività di strada. Se lo spazio giovani, uno spazio di incontro gestito
assieme alla cooperativa L’Arco e finalizzato a migliorare le capacità di
relazione con gli altri, non rappresenta una novità, è invece innovativa,
almeno nel Portogruarese, la metodologia dell’operatività di strada. Operatori esperti
sulle tematiche collegate al mondo delle sostanze psicotrope, in collaborazione
con il Sert di Portogruaro, lavorano nell’informalità, nei luoghi di
aggregazione spontanea del mandamento, per avvicinarsi alle persone ed offrire
loro un servizio di facile accesso con un approccio non giudicante. Oltre al
lavoro "in strada" il progetto Felix utilizza anche altri mezzi per
comunicare con i giovani, dagli sms (6851 quelli ricevuti) a Messenger. Le
problematiche sollevate dai giovani agganciati grazie al progetto Felix non
sono legate esclusivamente all’uso di alcol e droga ma spaziano dalla
sessualità ai rapporti amicali, all’inserimento nel mondo del lavoro. Ecco
quindi che gli operatori di Felix rappresentano una sorta di filtro con il
Sert, il Centro per i disturbi alimentari, i servizi sociali, la Prefettura e
la Questura. Durante l’anno sono stati contattati 2312 studenti. Oltre un
centinaio quelli con i quali si è instaurata una relazione. I dati, pur non
rappresentativi della popolazione ma altrettanto significativi, indicano che il
73 per cento degli utenti del progetto sono maschi e che la media dell’età è di
17 anni. Il 34 per cento ha sollevato problematiche legate alle reazioni
amicali, il 24 all’uso di sostanze e il 21 per cento alla sessualità. Dai dati
relativi all’uso di sostanze emerge che i ragazzi che hanno affermato di fare
uso di cannabis sono il 50 per cento del totale, i poliassuntori il 29 per
cento mentre quelli che consumano solo alcol il 21 per cento. Sette i ragazzi
che sono già stati inviati al Sert, un servizio che giornalmente tratta 200
persone e che gestisce 4 mila cartelle. "Questo è un territorio - ha
affermato il primario del Sert, Piero Pili - ad alta utenza e consumo di
sostanze. Una famiglia su otto è coinvolta da problemi alcol-droga correlati.
Quast’area detiene il record nazionale dell’uso più precoce di alcol. Più del
25 per cento dei giovani viene infatti a conoscenza delle sostanze alcoliche
prima degli 11 anni. Oltre il 50 per cento degli studenti delle superiori fa
uso di cannabis. Negli ultimi anni abbiamo infine registrato un nuovo boom del
consumo di eroina. Sono convinto - ha concluso - che la collaborazione con la
cooperativa Ape sia importante e fondamentale. Felix ci garantisce infatti un
contatto precoce con i consumatori, permettendoci di intervenire prima delle
frequenti evoluzioni tragiche dei casi seguiti".Teresa Infanti
IL TIRRENO
NOTTI SICURE «Alcolici anche dopo le 2» le discoteche contestano i
divieti PISTOIA. «Niente alcol dopo le due di notte, una legge che
non risolve il problema della sicurezza stradale, noi chiediamo di abolirla
subito». Questo in sintesi l’appello che lanciano i proprietari di discoteche
iscritti al Silb, il sindacato locali da ballo che fa parte della
Fipe-Confcommercio (Federazione di pubblici esercizi). Ieri si sono incontrati
a livello regionale nella sede della Confcommercio di Pistoia, dove hanno anche
tenuto una conferenza stampa. Erano presenti per il Silb: Carlo Caldini
presidente regionale, Maurizio Pasca vicepresidente nazionale, Roy Giusti
presidente provinciale, Attilio Pecora avvocato del sindacato nazionale e Aldo
Cursano presidente regionale Fipe. «I ragazzi non
vengono da noi per bere ma per divertirsi, e di solito fanno una consumazione
sola, anche perché costa 10 euro e non vogliono spendere tanto» dicono al Silb,
indicando il prezzo della consumazione come deterrente per l’abuso di alcol. Le discoteche della
zona sono frequentate da ragazzi di un’età media di 22-23 anni. Da ottobre, da
quando è scattata la legge che vieta l’alcol dopo le due nei locali da ballo,
hanno perso il 30% circa della clientela. Ragazzi a cui evidentemente non basta
divertirsi senza bere ad oltranza. E il peggio, dal punto di vista economico
deve ancora venire: «Ve lo immaginate a capodanno - tuona Caldini indignato -
nelle discoteche non si potrà bere e dalle altre parti sì. Dove pensate andrà
la gente?». I proprietari di locali da ballo infatti sottolineano quella che
per loro è una vera ingiustizia: «Dopo le due di notte possono vendere alcolici
i bar, i pub e i ristoranti, i locali con intrattenimento e spettacoli no.
Assurdo». (*) Critici poi anche
nella valutazione delle pene: fare chiudere i locali come è successo di recente
a Pistoia, da 7 a 30 giorni «è un danno grosso, una sanzione sproporzionata
rispetto a quelle che si danno a chi si ubriaca a provoca incidenti». Ecco, «meglio dare
pene severe a chi beve troppo» ribadiscono i proprietari di locali da ballo.
Poi vogliono liberarsi una volta per tutte «da questi sensi di colpa che ci
infliggono i media: se i giovani bevono non è colpa delle discoteche, è un ben
più complesso problema sociale». Fanno poi notare che vietare alcolici dopo una
certa ora «non porta a bere meno, perché i ragazzi escono dal locale, si
comprano da bere e rientrano, oppure si portano dietro delle bottigliette, ecco
quello che succede ora». I rappresentanti
del Silb hanno precise proposte da presentare al governo, come spiega il loro
avvocato Attilio Pecora: «Prima di tutto bisogna investire di più per la
sicurezza sulle strade. Poi vietare ai minori di 16 anni, anzi meglio ai minori
di 18 anni, non solo la somministrazione di alcolici ma anche la vendita». Per
loro conto i proprietari di discoteche propongono: «Individuare un guidatore
per ogni gruppo, e quello non beve. Fa il test all’uscita della discoteca. Per
premio avrà un ingresso gratis». I.P. (*) Nota: è ampiamente dimostrato che ai gestori dei
locali da ballo non importa nulla della sicurezza stradale. La loro attuale
preoccupazione è che con questa normativa alcuni loro clienti si riforniscono
altrove. Dopo aver ribadito che in passato i gestori del locali del
divertimento notturno non hanno mai affrontato seriamente la questione, bisogna
riconoscere che, in effetti, la legge che vieta gli alcolici dopo le due
unicamente nei locali con intrattenimento è discriminante.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
I volontari di Blu Soccorso
saranno nei locali pre-disco di Lendinara e Rovigo per una campagna
anti-sballo
Alcol test anonimi per un Natale
sicuro
Per un Natale sicuro meglio un bicchiere in meno e
un po’ di autocontrollo in più.Una mano ai giovani che eccedono con le bevande alcoliche
mettendo a rischio la propria e l’altrui incolumità, punta a darla l’iniziativa
"Natale sicuro" promossa dall’associazione Blu Soccorso di Lusia in
collaborazione con l’assessorato provinciale alle Politiche giovanili e il
patrocinio del Comune di Lendinara che aderisce con il proprio Forum giovani.Per tre notti, dalle 23.30 alle 2, i volontari di Blu
Soccorso saranno presenti all’interno dei locali con un banchetto nel quale i
giovani potranno eseguire volontariamente un alcol test misurando il grado di
alcolemia presente nel loro sangue ed, eventualmente, evitare di mettersi al volante
se questo eccede i limiti di legge. Il test sarà completamente anonimo e non
comporterà alcuna conseguenza sul piano personale per i ragazzi ma servirà agli
organizzatori dell’iniziativa per monitorare il fenomeno dell’abuso di alcol
tra i giovani e pianificare contromisure e prossime campagne di
sensibilizzazione.«I volontari di Blu Soccorso - ha spiegato ieri
l’assessore alle Politiche giovanili Tiziana Virgili - saranno venerdì 14
dicembre al "Mamma mia" di Lendinara, sabato 22 dicembre al Cortez di
viale Porta Po e sabato 29 dicembre incontreranno i ragazzi che frequentano il
Millionaire sempre di viale Porta Po. Chi vorrà potrà testare il suo tasso di
alcol nel sangue in modo del tutto anonimo, ma i dati raccolti serviranno
all’osservatorio su questo fenomeno collegato alla campagna "Locale
amico" promossa dalla Provincia, dalle associazioni di categoria e
dell’Ulss 19. A tutti i gestori e titolari dei locali che ci ospiteranno
verranno donate confezioni del nostro drink analcolico Happy Hope, risultato
vincitore del concorso che ha messo a confronto la creatività dei barman
polesani».Nei locali saranno affisse locandine che promuovono
l’iniziativa e ai ragazzi sarà distribuito materiale che ricorda i rischi che
si corrono quando si guida in uno stato di alterazione psicofisica dovuto
all’assunzione di alcol o droghe.F.P.
EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da ILMASCALZONE.IT)
Gli effetti dell’alcol sulla guida
Etilometro on lineTutto quello che avresti voluto sapere sull’uso e
abuso dell’alcol e sulle conseguenze alla guida Un progetto del Comune di
Modena finanziato dalla regione Emilia-Romagna
Che effetto hanno due bicchieri di
vino o una birra media sulla guida?Saperlo, prima di mettersi al volante, può servire a non
finire dritti all’ospedaleCrash, la rubrica di Stradanove dedicata agli effetti
dell’alcol sulla guida, offre strumenti semplici e interattivi per misurare la
propria capacità di guida, per diventare più responsabili quando si è per
strada.Per questo c’è l’Etilometro di Stradanove, uno strumento
di prevenzione per gli incidenti: segnalate cosa avete bevuto, l’etilometro vi
dirà quanti grammi di alcol avete nel sangue e i relativi effetti che provoca
al vostro organismo nel caso di guida.Stradanove, inoltre, mette a disposizione un esperto che è
disponibile ad ascoltare la voce di chi è passato per l’esperienza di un
incidente, o di chi ha avuto pareti e amici feriti o deceduti in un incidente.
Spesso, infatti, è importante parlare della propria esperienza per superare
difficoltà di tipo psicologico che possono aver lasciato una traccia.
IL GAZZETTINO
Hanno preso il via le tappe
preliminari del processo nel quale una ragazzina ha subito violenza da sette
coetanei
Ubriacata e stuprata dal
branco
Gli abusi a ripetizione
nell’estate del 2005. La denuncia a una psicologa sette mesi più tardi Un gruppo di diciassettenni ha approfittato della festa, organizzata
in una casa alla periferia di Pordenone, per architettare - secondo la
ricostruzione degli inquirenti - un’azione ignobile: una violenza sessuale di
gruppo. Sette amici (sei ancora minorenni), nell’estate del 2005, hanno fatto
bere un’amica fino a renderla del tutto incosciente, tanto che non riusciva a
reggersi in piedi (in verità c’è chi sostiene che la ragazza, 16 anni, come
altri coetanei avesse assunto autonomamente gli alcolici, ma ciò non rende meno
angosciante quanto le è poi accaduto). A quel punto, sorreggendola a braccia,
l’avrebbero fatta uscire dalla casa e l’avrebbero condotta in un luogo
appartato dove - da quanto emerso dagli accertamenti ordinati dal pm Annita
Sorti - l’avrebbero a turno costretta a subire violenza sessuale ripetutamente,
senza arrivare a rapporti completi, ma comunque ad azioni di una crudezza
terrificante. La ragazza - è emerso dalle indagini - sarebbe rimasta in uno
stato di semincoscienza, dovuto all’alcol che aveva bevuto, pur rendendosi
sempre conto di quanto le stava accadendo. Gli autori della violenza -per
l’accusa - avrebbero spogliato l’amica, rendendosi protagonisti di carezze, ma
non solo, tanto proibite quanto agghiaccianti. I sette amici l’avrebbero poi
ricondotta alla festa, abbandonandola esanime su un divano dove, dopo qualche
ora, venne raccolta da un’amica che la fece salire sull’auto del padre, che
l’ha riportò a casa. Intanto gli autori dello stupro continuarono a divertirsi
come se nulla fosse accaduto.La violenza sessuale, forse a causa della vergogna e delle
ferite psicologiche e fisiche patite, è rimasta nascosta nell’inconscio della
ragazzina per quasi un anno. I genitori, notati i continui sbalzi d’umore e
l’instabilità emotiva della figlia, si sono infine decisi a farla seguire da
una psicologa. È stato durante un’incontro con la terapeuta che la giovane,
intanto diventata maggiorenne, ha trovato la forza per levarsi quell’enorme
peso dall’anima, confessando le violenze subite dal branco. I fatti sono stati
così segnalati alla Procura della repubblica di Pordenone che ha avviato
un’approfondita inchiesta al termine della quale è stato deciso di esercitare
l’azione penale. L’unico ragazzo maggiorenne è stato iscritto sul registro
degli indagati, con l’accusa di violenza sessuale con l’aggravante degli abusi
di gruppo. Gli altri sei ragazzi, che all’epoca dell’abuso sessuale non avevano
compiuto 18 anni (oggi sono maggiorenni), sono stati invece indagati dalla
Procura dei minorenni di Trieste.A Pordenone il procedimento penale nei confronti del
maggiorenne è già stato avviato. Il giovane è sfilato davanti al giudice
dell’udienza preliminare ed è stato incalzato dal pm Sorti e dal legale di
parte civile, mentre il l’avvocato che cura la difesa avrebbe provato a
sostenere che la ragazza era consenziente e che in fondo il cliente, come gli
altri componenti del branco, non si era reso protagonista di azioni gravi e
ignobili. «Le prove raccolte dagli inquirenti - ha detto l’avvocato che assiste
la ragazzina - testimoniano di un fatto gravissimo, agghiacciante e di una
crudeltà senza fine. Non siamo di fronte a una mano morta, ma a uno stupro di
gruppo seppure senza penetrazione».Roberto Ortolan
IL GAZZETTINO (Treviso)
MIANE Finisce con l’auto nel fossato
61enne assolto dal giudice (l. a.) Che fosse ubriaco non c’era dubbio, ma l’auto che
stava manovrando (e che finì in un fosso) non si trovava sulla pubblica via. Il
61enne mianese G. R. è stato assolto in secondo grado dall’accusa di guida in
stato di ebbrezza. In prima istanza l’uomo era stato colpito da un decreto
penale di condanna emesso dal gip di Treviso. Ieri, il mianese si è opposto a
tale provvedimento davanti al giudice monocratico Deli Luca del Tribunale di
Conegliano. Nel corso del dibattimento, G. R. ha raccontato in prima persona la
sua versione della vicenda, che risale a pochi anni fa: l’uomo era reduce da
una discreta bevuta con un amico, al termine della quale si mise al volante
della sua auto (che si trovava in area privata) senza muoverla, in attesa che
passasse la sbornia. Una piccola manovra avrebbe però fatto finire la vettura
nel vicino fossato. L’auto restò ferma, inclinata di 60 gradi, poi fu
recuperata. La difesa ha chiesto l’assoluzione di G. R. (al quale la patente fu
sospesa per due mesi, solo passati i quali il giudice di pace fissò l’udienza
per il ricorso) tenuto conto che il singolare incidente è avvenuto in un’area
privata. Il giudice ha assolto l’imputato perché il fatto non costituisce reato
e ha revocato il decreto penale di condanna.
IL TEMPO
Guida in stato di ebbrezza
denunciataSant’Elia I carabinieri del Norm della Compagnia di
Cassino hanno deferito in stato di libertà una 33 enne di Ceprano per guida in
stato di ebbrezza alcolica. La predetta, fermata durante un controllo alla
circolazione stradale e sottoposta ad accertamento etilometrico, è risultata
con un tasso alcolemico superiore a quello consentito dalla norma con
conseguente ritiro, inoltre, della patente di guida.
LA REPUBBLICA SALUTE
La ricerca di anticancro in birra
e agrumidi Alessandra Margreth Una corretta alimentazione è fonte di lunga vita. In un
corpo sano infatti un tumore si sviluppa con maggiore difficoltà. Uno studio
pubblicato sulla rivista "Cancer" riporta i dati relativi allo
Xantumolo, un flavonoide contenuto nel luppolo della birra. Secondo l’indagine,
questa sostanza possiede proprietà antileucemiche. La ricerca è stata condotta
da un gruppo coordinato da Adriana Albini, responsabile ricerca oncologica
dell’Istituto Scientifico MultiMedica di Milano e da Nicoletta Ferrari,
dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova. Spiega la Albini:
"I nostri studi mostrano come lo Xantumolo possa inibire proliferazione e
vitalità di cellule tumorali. Questa sua doppia capacità, sia di colpire
direttamente le cellule maligne sia di inibire le cellule endoteliali, indica
promettenti caratteristiche anti-tumorali di questa sostanza. Le birre
contengono una bassa concentrazione di Xantumolo: dunque bisogna pensare a una
possibile formulazione farmacologia della molecola. Ovviamente la birra è una
bevanda alcolica che va consumata con moderazione. Ma è interessante che
presenti proprietà anti-ossidanti e chemioprotettive". (*)
La pianta del luppolo viene usata per dare alla birra
sapore e aroma caratteristici. Nella scorza degli agrumi vi sono sostanze che
frenano angiogenensi e infiammazione secondo una ricerca recentemente
pubblicata su Molecular Cancer Therapeutics e condotta da un gruppo di ricerca
oncologica dell’Istituto Scientifico Multimedica: oggetto dello studio, un
derivato sintetico dei terpeni oleanici, oli essenziali il più noto dei quali è
il limonane che si trova appunto nella scorza degli agrumi. Altri alimenti
amici della salute? Gli specialisti segnalano, ad esempio, broccoli, carote,
pomodori, aglio, peperoncino, tè verde e succo di mirtillo.
(*) Nota: il luppolo è quasi ubiquitario, cioè cresce un
po’ dappertutto, ma non nella birra. Si ripete la storia del resveratrolo. In
entrambi i casi sono sostanza che si trovano accidentalmente associate
all’alcol, oltretutto a dosaggi insignificanti.
VIRGILIO NOTIZIE
Non potendo portare la vodka in
volo, la beve tutta
Germania, la ’prodezza’ ha portato
l’uomo in ospedaleBERLINO, 13 DIC - All’aeroporto di Norimberga un uomo
voleva portare una bottiglia di un litro vodka in volo ma, al rifiuto degli
agenti, l’ha bevuta tutta. Il gesto e’ stato compiuto da un tedesco di 64 anni
diretto a Dresda, fermato perche’ non poteva portare il liquore nel bagaglio a
mano. Gli e’ stato poi offerto di pagare un piccolo sovrapprezzo ma,
visibilmente arrabbiato, si e’ bevuto il litro di vodka. All’uomo, portato in
ospedale, e’ stato diagnosticata un’intossicazione, ma adesso e’ fuori
pericolo.
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Venerdì, 14 Dicembre 2007
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