Rassegna stampa del 19 Agosto 2004 |
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Da “AudioNews” del 19 agosto 2004 Poliziotto travolto e ucciso da un’auto
Un agente della polstrada è stato travolto e ucciso da un’auto mentre era di pattuglia, insieme a due colleghi, sulla statale 379 nei pressi di Ostuni, nel brindisino. Per cause ancora da accertare la vettura ha improvvisamente sbandato travolgendo il poliziotto, che aveva 49 anni.
Da “La Repubblica” del 19 agosto 2004 Auto sbanda e uccide agente polstrada di pattuglia su SS 379
Da “Il Gazzettino” del 19 agosto 2004 La denuncia del responsabile della Motorizzazione civile di Venezia che punta il dito anche sui familiari che spesso preferiscono nascondere la malattia «Togliere la patente ad un alcolista è quasi impossibile» Il caso di un uomo, trovato ubriaco dopo un incidente stradale, che ha riavuto il documento dal Tar e che un mese dopo ha ammazzato una persona Daniela Ghio
Togliere la patente ad un tossicodipendente o ad un alcolista è un’impresa ardua. La legge della privacy e le norme che tutelano i diritti dei cittadini costituiscono una barriera insormontabile per tante famiglie che cercano di salvaguardare la salute dei propri cari "malati" e persino per la stessa Motorizzazione civile. La sicurezza sulle strade diviene quasi un’utopia, benché si facciano continue campagne di sensibilizzazione. Anche se si è automobilisti estremamente prudenti ci si può infatti imbattere in persone che guidano in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di stupefacenti e rischiare di perdere la propria vita. A denunciare la situazione è il responsabile della Motorizzazione civile di Venezia, Carmelo Trotta: «Spesso abbiamo le mani legate - spiega - perché per rinnovare la patente basta un’autocertificazione in cui il patentato dichiara di non avere particolari patologie, nè di soffrire di turbe psichiche, o di non usare sostanze psicoattive. La dichiarazione non prende in esame minimamente i casi di alcolismo e pertanto si può essere dichiarati abili alla guida anche se non si hanno più i requisiti. Inoltre le poche volte che riusciamo, su segnalazione dei familiari, a sospenderle, il più delle volte viene effettuato un ricorso al Tar e spessissimo il magistrato annulla i nostri provvedimenti».Le famiglie si trovano poi quasi completamente sole a combattere. Un esempio: una donna etilista si reca in un’autoscuola veneziana per effettuare il rinnovo della patente. Il colloquio con il medico è verbale, basta rispondere alle domande e porre una serie di crocette, naturalmente negando la propria dipendenza. Vano è ogni tentativo del coniuge per farle ritirare la patente: nessuno all’agenzia vuole prendersi questo tipo di responsabilità e si guarda con diffidenza anche il certificato del medico di base che attesta lo stato di salute della signora. Finalmente con fatica l’uomo ottiene che la moglie sia sottoposta alla visita della Commissione medica locale di idoneità alla guida, che ha sede in via Cappuccina. «Ma anche se viene riscontrata la non idoneità alla guida - continua Trotta - e si ritira la patente non sempre l’automobilista si arrende: il più delle volte ricorre al Tar. Qui sorgono ulteriori problemi: spesso il tribunale amministrativo non decide subito, e il provvedimento viene sospeso in attesa del giudizio. Attendo da sei anni la sentenza per una patente sospesa in via cautelativa alla terza visita». Emblematico è poi il caso di un uomo che, dopo un incidente, è stato trovato con un tasso alcolico elevato al test eseguito dopo dieci minuti, e gli è stata ritirata la patente. «Ha fatto ricorso al giudice di pace - continua Trotta - affermando che subito dopo l’incidente era andato a bere un bicchierino al bar per tirarsi su. Il giudice ha sospeso il provvedimento in attesa del ricorso, non ha voluto ascoltare le giustificazioni del nostro ufficio. Eppure era una bugia: prima che l’alcol entri nel sangue ci vogliono circa sessanta minuti, l’uomo era in stato di ebbrezza prima dell’incidente. Il risultato è stato che l’uomo il mese dopo ha effettuato un altro incidente ed ha ammazzato una persona. Bisogna stare con gli occhi sul problema e non guardare i cavilli delle norme. Le famiglie poi devono avere il coraggio di denunciarci per iscritto le situazioni, garantiamo l’anonimato e il nostro appoggio concreto».
Da “Il Messaggero” del 19 agosto 2004 Ubriaco in auto aggredisce due poliziotti Finisce in manette la notte brava di un giovane di Civitanova fermato a Fratte di DIANA MARILUNGO
E’ allarme nel Fermano per i numerosi automobilisti colti, dalle forze dell’ordine, a guidare in stato di ebbrezza. L’ultimo caso è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì. Questa volta l’automobilista è finito in manette anche perché ha aggredito, ferendoli, due agenti della Polizia Stradale. L’accusa per lui è di resistenza, lesioni a pubblico ufficiale, guida in stato di ebbrezza con le aggravanti del caso. Ieri mattina gli sono stati convalidati i suoi arresti dal Gip del Tribunale di Fermo, PM Raffaele Iannella. Sarà giudicato, per direttissima, la prossima settimana. Protagonista del fatto è stato N.C., un uomo di Civitanova Marche sorpreso a zizgare sulla Statale, nei pressi della zona Fratte di Porto S. Elpidio, alla guida della sua Fiat Idea. Inseguito prima perché non si è fermato all’alt e fermato dopo alcuni metri dagli uomini della Polizia Stradale di Fermo, alla richiesta di sottoporsi all’accertamento con l’etilometro si è scagliato contro i tutori dell’ordine, procurando a due di loro diverse lesioni. Gli agenti sono, infatti, dovuti ricorrere alle cure dei sanitari del "Murri" e ne avranno per alcuni giorni. E’ stato, invece, solo denunciato, nella stessa sera, sempre per guida in stato di ebbrezza, un albanese cui è stata ritirata anche la patente di guida. Dall’inizio dell’anno ad oggi la Polstrada di Fermo ha ritirato 81 patenti effettuando altrettante denunce penali alle procure competenti a seguito di guida in stato di ebbrezza alcolica. Le patenti sono state ritirate nel corso di 6 operazioni mirate a fronteggiare le cosiddette "stragi del sabato sera". «A questi- precisano al comando del Distaccamento di Fermo, guidato da Giuseppe Adagio- vanno aggiunti i servizi notturni, che quasi quotidianamente vengono svolti. In Italia i controlli sull’abuso di alcolici sono poco frequenti e si possono quantificare in circa 200.000 l’anno. Per quanto riguarda la nostra realtà basti pensare che circa il 15% sono gli utenti positivi al controllo con l’etilometro (sono soprattutto uomini, anche se le donne sono in netto aumento. Uno degli aspetti importanti legati alla guida in stato di ebbrezza riguarda l’incidenza infortunistica dovuta all’ingerimento di sostanze alcoliche. Dall’inizio dell’anno sugli oltre 180 incidenti rilevati dal nostro Distaccamento, 13 di questi sono riconducibili alla guida in stato di ebbrezza alcolica accertata». Altro aspetto da non sottovalutare è l’atteggiamento degli utenti positivi al controllo con l’etilomentro nei confronti dei tutori dell’ordine. «Il conducente ebbro - dicono gli agenti - manifesta intolleranza, soprattutto verbale (fisica solo in tre situazioni fino ad oggi)».
Da “Il Gazzettino” del 19 agosto 2004 Ubriaco, picchia i poliziotti per la patente M.C.
CITTADELLA. Calci, pugni e sputi a poliziotti e infermieri quando gli dicono che gli è stata ritirata la patente di guida. Caos poco prima delle 19 di ieri nell’astanteria del pronto soccorso dell’ospedale di Cittadella. Un uomo sulla trentina è finito fuori strada con la sua auto a Campo San Martino. Soccorso da un’ambulanza è stato portato all’ospedale ma le analisi hanno accertato che i valori dell’alcolemia erano ampiamente superati. Quando al pronto soccorso arrivano gli agenti della polstrada e comunicano il ritiro del permesso di guida si scatena il finimondo. Pochi agitati secondi di confusione, poi l’ira del conducente è sedata. Ora è ricoverato nella Divisione di psichiatria.
Da “Corriere Romagna” del 19 agosto 2004 Fugge dopo l’incidente Fermata dalla Polstrada
RAVENNA. Dopo l’incidente era fuggita. A distanza di un’ora, gli uomini della Polstrada sono riusciti a risalire alla donna che dopo aver avuto uno scontro nel pomeriggio di martedì all’incrocio tra via Gulli e via Grado, si è dileguata. Denunciata per omissione di soccorso, alla donna - di origine algerina - è stato riscontrato un tasso alcolico elevatissimo, 3,93g/l ben oltre il limite consentito di 0,50g/l.
Da “La Padania” del 19 agosto 2004
Aveva invaso la corsia
opposta provocando il disastro
REGGIO EMILIA. Una ragazza di 18 anni, Silvia Cigarini, uccisa sul colpo, una di 17 anni, Giulia Castellani, morta poco dopo l’arrivo in ospedale, durante un delicato intervento chirurgico; l’unica superstite è una ventunenne, in gravi condizioni. È il bilancio della “tragedia annunciata” avvenuta due sere fa sulla tangenziale di Reggio Emilia, dove un tunisino di 33 anni, senza patente e stordito da un cocktail di alcool e stupefacenti, si è scontrato frontalmente con la sua Alfa 145 contro la Y10 delle tre ragazze. L’immigrato, Chaker Ben Henia, residente a Reggio Emilia, è stato denunciato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La condotta dell’extracomunitario è stata a dir poco assassina: ha invaso la carreggiata opposta sulla tangenziale cittadina, provocando lo scontro fatale. Lo stesso tunisino è rimasto gravemente ferito. La sua auto, un’Alfa 145, si è ribaltata nel fossato laterale, mentre la Y10 delle ragazze è rimasta su un fianco, praticamente distrutta, sulla sede stradale. Al magrebino, sposato con un’italiana, il permesso di guida, sospeso cinque volte, era stato restituito ma con il termine del 13 agosto, giorno nel quale si sarebbe dovuto presentare ad una visita medica di controllo. Cosa che non ha fatto. Inoltre viaggiava senza assicurazione e in passato, a quanto risulta, aveva già avuto una denuncia per omissione di soccorso. Le ragazze, che in questo periodo lavoravano in una piscina, si stavano recando nel parco di Salvarano, a una decina di chilometri dal luogo dell’incidente, per una grigliata con amici. Martedì, invece, si sono svolti i loro funerali. A fronte del drammatico episodio Giordano Biserni, presidente nazionale dell’Asaps, l’associazione sostenitori della polizia stradale, ha lanciato un appello. «Basta col terribile sorteggio fra la vita e la morte per colpa (o dolo?) di chi continua ad avere licenza di uccidere - ha affermato Biserni - Occorre revocare definitivamente la patente ai recidivi di alcolismo e droga». L’Asaps ha chiesto «con fermezza di fermare i serial killer della strada, coloro che dopo aver dimostrato a più riprese di non essere compatibili con il volante, sono di fatto legittimati a tornare alla guida», e ha ribadito con forza che «restituire la patente ad un conducente che uccide una o più persone per la sua sconsideratezza così tante volte reiterata, è un atto di bontà che non ci possiamo permettere. Chi subisce la sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza da alcool o stupefacenti è spesso recidivo e pone in essere, deliberatamente, una condotta consapevolmente criminale, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti noi. Gli ubriachi o i drogati sorpresi al volante, piuttosto che beneficiare di sconti o di sentenze fin troppo benevole, dovrebbero invece essere costretti a non guidare più per almeno 5 anni alla prima recidiva, e comunque tornare al volante solo dopo comprovata astinenza». Unica superstite una 21 enne. Il nordafricano aveva già subito 5 volte una sospensione |